31.1.22

Recensione: "Black Mirror - Stagione 4" - Le Serie Tv de Il Buio in Sala

 


Ecco che piano piano anche io sto completando il viaggio in questo franchise che, volendo o nolendo, ha fatto la storia recente del mondo seriale.
E' innegabile come le prime due stagioni (che io vidi insieme e che confondo tra loro) restin le due stagioni migliori.
E' anche vero che non me la sento di dire che Black Mirror sia andato poi in vacca (tra l'altro San Junipero, forse il top di sempre, è nella terza stagione) ma è innegabile che, vuoi per una piccola ripetizione di idee, vuoi perchè l'effetto wow ad un certo punto sparisce, vuoi per tante altre cose un calo c'è stato.
Dicono che la quinta stagione - lei sì - rappresenti invece una caduta abbastanza fragorosa e, di conseguenza, anche la fine del progetto (che è bello abbia una fine).
Tornando a questa quarta stagione devo dire che non c'è un singolo episodio veramente brutto o bruttino, sono tutti buoni (alcuni eccezionali nei soggetti, vero punto di forza, da sempre, del franchise) ma, ecco, di veri e propri grandissimi episodi per me ce n'è solo uno.
Ricordo che quando recensivo Black Mirror mi piaceva fare sempre anche analisi generali, cercando di dire cose interessanti e dare una visione d'insieme.
Ma stavolta arrivo dopo tanti anni, tutti hanno letto tutto, il mio contributo sarebbe inutile.
In più alla fine le tematiche son sempre quelle, l'esasperazione di una tecnologia che solo apparentemente sembra migliorarci la vita quando, quasi sempre, ci disumanizzerà.
E in più son passati troppi giorni dalla visione, quindi sticazzi del discorso serio e generale, vado direttamente agli episodi, poche righe l'uno.

USS CALLISTER


Intanto che bello rivedere il Jesse Plemons di "Sto pensando di finirla qui". Attore notevolissimo, mezzo clone di Seymour Hoffman, da seguire.
Ecco, questo è uno di quegli episodi che stacca veramente dagli altri, un applauso.
Un genio, creatore e programmatore di giochi di realtà virtuale, è continuamente bullizzato nel suo ambiente di lavoro (malgrado sia addirittura lui il capo di tutto).
Per vendetta, però, trasferisce un avatar di tutti i suoi colleghi in un gioco di realtà alternativa alla Star Trek, dove lui è Comandante assoluto e tutti devono venerarlo.
Episodio psicologicamente davvero interessante, con quest'uomo con il quale provi prima notevole empatia per poi, piano piano, cominciare ad odiarlo sempre di più.
Molto interessante l'uso della realtà alternativa (vittima nel mondo reale, imperatore in quello virtuale) già visto anche in Ben X (dove, però, lo splendido protagonista è semplicemente un campione di un gioco online, non c'è nessuna vendetta virtuale. La vendetta avverrà, come giusto, nel mondo reale).
Episodio da nerd (anche abbastanza tecnico nel lessico) che racconta di un nerd.
Il problema principale è uno. Si fa davvero fatica ad entrare in empatia con i colleghi di Robert perchè lo spettatore non dimentica mai che quelli, alla fine, sono solo avatar, che se gli anche gli succede qualcosa in quel mondo spaziale non c'è alcuna ripercussione nella vita reale. 
Anzi, quella morte per cui dovremmo soffrire in realtà ci pare una loro salvezza, ci si chiede perchè non siano contenti di "morire".
Ho trovato le parti più belle proprio quelle di raccordo tra vita vera e virtuale (la pizza che arriva a casa di Robert, i messaggi che lei stessa si invia).
Episodio anche molto ironico (tra i più ironici della storia di BM) USS Callister ha sicuramente un momento molto forte quando Robert trasforma la collega in mostro.
Il tema c'è, ed è anche parecchio importante e delicato.
Coraggioso sicuramente che una vicenda di bullismo venga raccontata facendo diventare la stessa vittima un vero mostro.
Finale arzigogolato, meno emozionante di come vorrebbe essere ma intelligente (la sua coscienza rimane per sempre intrappolata lì).
Più che discreto

ARKANGEL


Grande episodio sul controllo o, più specificatamente, su quei genitori che non sanno vivere un solo secondo della vita dei loro figli con serenità (una vera croce, sia per i genitori che per i figli, per fortuna io sono all'opposto).
In un futuro non so quanto lontano c'è la possibilità di inserire una specie di GPS nella corteccia cerebrale dei figli. Non solo puoi controllare in ogni istante dove siano, non solo puoi addirittura vedere con i loro stessi occhi ma puoi anche "modificare" il loro mondo, oscurando e pixellando tutte le cose che potrebbero dare loro turbamento.
Una madre iper apprensiva si affida a questa tecnologia. Ovviamente alcune conseguenze saranno nefaste.
In Arkangel non sembra esserci qualcosa di completamente "nuovo", anche le stesse tecnologie sembrano un mix di altre cose viste nella serie. Diventa quindi più importante il tema, il contenuto. Non c'è niente di geniale nello svilupparsi della trama, tutto è molto prevedibile e lineare. Ma l'episodio aveva un obiettivo e quell'obiettivo lo persegue, senza fronzoli.
Finale non incisivissimo ma che si lega perfettamente con l'incipit, con questa madre che sperduta cerca sua figlia per strada.
Una figlia che, però, non è più una bambina che si è persa ma una ragazza che vuole andarsene via da quel mondo

    CROCODILE

27.1.22

Recensione: "The House" - Su Netflix

 

Su Netflix un cartone in stop motion antologico (a episodi).
Bello, davvero bello.
Il punto comune tra tutti gli episodi è la casa, non tanto come luogo fisico ma come concetto.
In tutti e 3 rappresenta un'ossessione, un'ossessione che può portarci solo a morte e dannazione.
Un nuovo luogo dove andare, materiale, che ci fa perdere quello che eravamo.
Un sogno lungo una vita che alcuni parassiti possono portarci via.
Una prigione che vogliamo abbellire senza capire che l'unica cosa da fare è prendere e muoversi.
Gotico il primo, inquietante e kafkiano il secondo, leggero ma esistenzialmente bellissimo il terzo.
The House è un cartone non di facile lettura, un'opera che sarebbe un peccato prendere solo per quello che mostra senza cercare di capire quello che racconta

Siccome ne parlavano tutti e siccome era veramente pane per i miei denti (stop motion - che adoro - e atmosfera gotica) ho deciso di vedere anche io abbastanza presto questo film d'animazione, The House.
Le aspettative erano veramente altissime.
Rispettate? forse no, ma semplicemente perchè avvertivo la possibilità di ritrovarmi qualcosa di veramente bellissimo.
Mi è piaciuto? sì, e veramente tanto.
Paradossalmente il motivo per cui non riesco a breve distanza (2 giorni) a gridare al capolavoro è forse per colpa della qualità più grande del film, ovvero il suo essere opera strana, misteriosa, non da primo impatto, con una scrittura sotto le righe che è, probabilmente, superiore a quella manifesta.
Tutti e 3 gli episodi alla fine scorrono via abbastanza linearmente eppure in ognuno è facilmente intuibile che ci sia molto di più di quello che vediamo.

Siamo davanti ad un film antologico, ad episodi, legati apparentemente da un solo aspetto, ovvero la casa dove sono ambientati.
In realtà è difficilmente capibile se si tratta della stessa identica casa (vista nell'arco di più anni) ma di sicuro se non proprio "fisicamente" la stessa (difficile dirlo, nel primo episodio viene bruciata, nel secondo distrutta) siamo davanti a 3 case con elementi assolutamente accomunabili.
Cambia pocoin realtà, tanto - a meno che io non c'abbia fatto caso - non ci sono elementi tra i 3 episodi che ci raccontano si tratti proprio della stessa casa.
Dicevo che cambia poco perchè il concetto fondamentale di base resta lo stesso, questi 3 episodi hanno una "casa" come elemento comune.
In tutti e 3 è riscontrabile più che altro l'ossessione verso quel luogo.
Nel primo il sogno di averne una più bella fa fare una specie di patto col Diavolo ai nostri protagonisti. Hanno una casa migliore ma le loro anime vengono poco a poco sporcate, mangiate, devastate dalla stessa abitazione.
Anche nel secondo episodio c'è l'ossessione per la casa ma stavolta a mangiarti vivo non è qualcosa presente in essa ma che viene da fuori.
Nel terzo lo stesso, quella casa rischia di ucciderti, anche se il messaggio finale sarà bellissimo e positivo.
In tutti e 3 i casi siamo davanti a delle ristrutturazioni.
Una malefica realizzata da un mefistofelico architetto, una compiuta dal nostro protagonista e una sognata, ma mai realizzata, nel terzo episodio.
C'è quindi questo concetto di ristrutturazione, di cambiamento, di costruzione di qualcosa che ci faccia star bene.
In un caso ci si va ad abitare, in uno si aggiusta per venderla, nell'ultimo si migliora per affittarla.
Tre modi diversi quindi di trattare il tema casa, chi va a vivere in una nuova, chi ne fa una bellissima per poi venderla, chi è proprietario e l'affitta.
In tutti e 3 i casi però questa ossessione porterà a conseguenze nefaste, anche se nel terzo - per un pelo - questo non accadrà.
Che dire, le location sono bellissime, alcuni squarci fotografici impressionanti (l'ultimo episodio ha pennellate da Vita di Pi), i personaggi benissimo scritti, anche se io tendenzialmente non amo la zoomorfia.
Un film da vedere, ascoltare (musiche di Santaolalla, l'indimenticabile musicista dei capolavori di Inarritu) e provare a capire.

PRIMO EPISODIO


E' senz'altro quello più gotico e quello che gioca più con l'horror anche se, devo ammetterlo, quello che lascia addosso sensazioni più negative è il secondo.
Una famiglia felice, che ha tutto per esser tale.
Poi, però, c'è la possibilità di avere una casa più bella, gratis, e non ce la si lascia scappare.
Ecco così che la volontà di avere una "cosa" più bella, materiale, piano piano sbriciola l'umanità della famiglia, specie dei due genitori.
Le figlie, infatti, non saranno prese da questo demone (del resto anche nella vita reale sono spesso i genitori, rispetto ai bambini piccoli, quelli che sognano di cambiar casa, di migliorare), manterranno la loro purezza e vivranno un vero e proprio incubo (molto bello che nella cantina ci sia ancora la loro vecchia casa, in questo film pieno di "luoghi impossibili").
Episodio inquietante, molto cupo, lynchiano a tratti.

19.1.22

Recensione: "America Latina"- E due parole sull'odio

 

L'ultimo film dei gemelli D'Innocenzo è ancora una volta, per me, splendido.
Inutile dire che il giudizio è fortemente soggettivo visto che le atmosfere, le tematiche, il mood e la scrittura dei due fratelli ha tutto il cinema che io amo, da sempre.
La storia di un dentista, benestante, della sua splendida casa e della sua famiglia perfetta.
Ma c'è qualcosa in cantina, qualcosa di terribile.
Thriller psicologico di grande raffinatezza formale, crudo, intenso, con un Elio Germano spaventoso.
Purtroppo ho trovato un finale martoriato da scelte sbagliate.
Ma questo post mi serve anche per dire quello che penso su un altro argomento.
Sull'odio in rete.
Non vuole essere una lezione, non vuole essere niente.
Ma se aiutasse anche solo poche persone a riflettere sarebbe importante per me.

presenti spoiler dopo immagine di Germano in doccia


Tutti questi anni nei social mi hanno insegnato una cosa che non scopro certo io (ci saranno anche saggi sull'argomento) ma della quale, almeno qui nel blog, non avevo mai parlato.
L'odio, l'odio che tantissime persone riversano in rete.
La vicenda di Fabio D'Innocenzo mi impone (leggasi = impone alla mia coscienza, è una cosa tra me e me) di dire due cose al riguardo.
Non voglio entrare tanto nel merito della questione riguardo lo sconfortante scambio tra Fabio e quell'utente (o più utenti, non so, non mi interessa).
Il comportamento del regista non è giustificabile, fa male, fa rabbia ed è, per qualche verso, insopportabile, specie quando usa la faccenda dei soldi. Molto meglio un "vieni se c'hai coraggio che te meno" che un "ti compro".
Io ho amato il suo post di scuse, ne ho già scritto.
Per qualcuno forse è stato pure peggio ma ci sta.
Quindi, riguardo questa faccenda va bene tutto, è stato qualcosa di impossibile da non vedere e impossibile da non commentare.
Quello però che si è creato dopo fa tanto male.
Intendiamoci, è una cosa ormai radicata nei social e radicata, ben prima dell'affaire Fabio, anche verso i D'Innocenzo, questi giovani (per me straordinari) autori che vuoi per il successo avuto (anche di critica) vuoi per l'immagine che hanno si sono ritrovati loro malgrado ad essere il bersagli perfetto dell'odio generale.
Quindi andiamoci all'argomento principale, e non dobbiamo aver paura di chiamare le cose con il loro nome.
Odio.
E' un sentimento che per fortuna io non ho mai provato malgrado me ne sono capitate di situazioni in vita per cui sarebbe stato facile - e forse in alcuni casi anche salvifico -provarlo.
Però, ecco, è un sentimento terribile, estremo, che di certo capisco in molti casi, non lo condanno a prescindere.
Ma quello che vedo nei social è qualcosa che mi fa male, tanto.
Vedere centinaia di persone, veri e propri branchi, che offendono, perculano, umiliano e scherniscono bersagli comuni è un gesto vile, penoso, inumano.
Girare per la home di facebook e trovare centinaia di post contro Fabio D'Innocenzo, spesso fatti da presunti addetti ai lavori, è vergognoso e tanto svilente. Ed è incredibile come per "contestare" il comportamento di uno (Fabio) si usi una violenza ancora più forte di quella che è stata alla base della reazione generale.
Si offende, umilia e percula Fabio per le sue terribili risposte (ripeto, non giustificabili) e per farlo si è ancora più violenti di lui, più cattivi di lui. E, non solo, mentre lui in tutto quello che faceva era da solo qui lo si attacca in centinaia e centinaia di persone, uomini anche adulti che offendono, si mettono cuori a vicenda, faccine che ridono. 
Uomini adulti.
Che fanno questo.
E ci sono gruppi che lo fanno "di professione", che mettono alla berlina persone, senza ironia, senza divertimento, ma proprio con cattiveria, con un senso di superiorità imbarazzante.
Queste persone, questi branchi di persone che fanno questo, che odiano in rete, che scherniscono gli altri dandosi intanto pacche sulla spalla tra loro, non sanno che il cyberbullismo non è necessariamente quello che si fa verso persone sconosciute o giovani (come adolescenti o bambini) ma è, tout court, quello che distrugge e umilia pubblicamente attraverso la rete altre persone.
Quello che accade con Fabio e tante altre persone è un vero e proprio cyberbullismo.
Ma tanto finchè non ci scappa il morto tutti continuano, pensano di stare in un mondo dove le loro offese e derisioni non sono niente, non fanno male a nessuno, sono risate tra amici.
Ogni 10 frasi che ho letto verso Fabio forse una o due erano o di giusta critica o di simpatica ironia, le altre 8 vere e proprie offese e derisioni, di una cattiveria inaudita.
Ma tanto chi leggerà queste righe penserà che io sto esagerando, ahaha, cyberbullismo, ahah, le nostre frasi son gravi, ahah, senti questo che deficiente.
Anzi, non solo non capiranno ma probabilmente io stesso verrò deriso per tutto questo discorso.
E va bene, tanto come disse la vedova Schifani "loro non cambiano", è vero.
Ma se ogni 10 persone che hanno letto sto mio discorso ce ne sarà anche soltanto una che mi contatterà per dirmi che ha riflettuto sulla cosa e che sì, si vergogna di quello che faceva e adesso cercherà di avere più rispetto per gli altri, ecco, allora questo post un pochino sarà servito.
Io ho avuto una persona colpita da cyberbullismo, molto più contenuto di quello verso Fabio D'Innocenzo.
E ha pensato comunque di farla finita.
Se tutti quelli che odiano, offendono e deridono si immaginassero che la vittima di migliaia di commenti pieni d'odio fossero il proprio fratello, il proprio figlio o il loro migliore amico, come si sentirebbero?
Se vedessero che centinaia di persone si alleano per colpire un bersaglio, ridendo tra loro, non troverebbero la cosa inumana e vergognosa?
La chiudo qui, lasciando chi tanto non cambia al proprio comportamento (anzi, ora avete anche me per divertirvi 10 minuti) e sperando che qualcuno possa riflettere.
Non li cambieremo i social, questo è certo.
Ma ogni persona che migliora è una piccola parte di mondo che migliora.


Detto questo io ho trovato America Latina splendido.

Non c'entra niente la mia "amicizia" con Damiano, anzi, se siamo amici (sempre tra virgolette) è proprio grazie ai lavori che fanno.
Nelle loro opere trovo tanto di me, trovo affinità elettive, trovo una ferocia e una poesia con cui anche io vedo il mondo, trovo un'atmosfera che riconosco, trovo suggestioni che amo e che mi emozionano, trovo tante cose su cui rifletto ogni giorno.
Non mi piacciono i loro film perchè mi piace Damiano (credo la persona più umana, dolce e capace di regalar poesia che ho incontrato questi anni) ma mi piace Damiano perchè mi piacciono i suoi film, è l'opposto.
E, tornando a sopra, trovo impossibile, terribile, disonesto, cattivo, che i loro lavori possano essere definiti merda, "ciofeche", penosi. E spesso lo dicono addetti ai lavori (non è un caso però che fuori dall'Italia, paese culla dell'odio verso i fratelli, i loro film abbiano vinto premi importantissimi).

14.1.22

Recensione: "Segreti di famiglia" (Louder than bombs) - Passeggiate, il cinema della poesia - 20 - di Roberto Flauto

 

Ventesimo appuntamento con il grande amico Roberto Flauto.
Con il suo solito stile recensisce un film del grandissimo Joachim Trier (Oslo 31 august, Thelma e il recentissimo - dicono stupendo - La persona peggiore del mondo).
Vi lascio alla sua presentazione e poi alla recensione

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Un dramma familiare, eppure sconosciuto.
Un padre, i suoi due figli, la morte, la vita.
Un film sul dolore, sull’incomunicabilità.
Sulla difficoltà di riconoscersi e riconoscere chi amiamo nel momento della sofferenza, della perdita.
Sulla possibilità di ritrovarsi, forse, malgrado e grazie a ogni traiettoria del possibile, proprio mentre infuria la guerra che abbiamo dentro.
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Tutte le felicità dei familiari si somigliano tra loro,
l’infelicità di ogni familiare è a suo modo sconosciuta.

La mano del suo bambino appena nato gli stringe il dito.
Si sente indifeso. Esiste senza dimensione. L’inesprimibile nei polsi.

Le cuffie gli coprono le orecchie e si immerge nella musica.
Si sente assediato. Cammina senza direzione. L’indomabile nel cuore.

Le parole gli arrivano addosso ma scivolano via.
Si sente altrove. Sorride senza convinzione. L’inestinguibile negli occhi.

Jonah è all’ospedale, la moglie accanto a sé, è appena nato suo figlio.
Conrad è a scuola, in silenzio, chiuso nel suo mondo, guarda fuori dalla finestra.
Gene è il padre di Jonah e Conrad, e come loro ha l’anima in tempesta.

Sono questi i tre terminali entro i quali si tesse la trama di Louder Than Bombs, un buonissimo film, a tratti anche bello, ma per alcuni aspetti il meno suggestivo di Joachim Trier.
Un dramma familiare, dove “familiare” è da intendersi nelle sue due possibili accezioni: un dramma che coinvolge la famiglia, ma anche familiare nel senso di conosciuto, vissuto, provato. È la storia di un universo in frammenti, la narrazione identitaria di un padre e dei suoi due figli, che incede stanca, confusa, ferita, alla deriva.
Il più grande dei due, Jonah, è appena diventato padre, insegna al college, e nasconde dietro un muro di ferma e serafica tranquillità un oceano in burrasca, indomito e affamato.
E poi c’è Conrad, che è un giovane adolescente, va ancora al liceo, vive nel suo mondo, se ne sta in silenzio, parla a stento, ascolta musica, gioca a videogames fino a notte fonda, se ne sta in disparte, e nasconde dentro di sé gli stessi fondali oceanici di rabbia e paura di suo fratello Jonah.
E c’è Gene, il padre, che vive con Conrad nella loro bella casa, che fa l’insegnante nello stesso liceo in cui va il figlio, che ha tutto sotto controllo, che sembra essere padrone della situazione, che porta avanti la famiglia, e che nasconde dietro tutto questo demoni urlanti e senza pietà, i cui versi esplodono più forte delle bombe.

La famiglia è l’istituzione umana più antica. Da sempre, è al centro di ogni forma di racconto. La letteratura e il cinema, in generale l’arte, hanno sempre saputo intercettare e mettere in scena certe dinamiche, certe metamorfosi, sono sempre state capaci di cogliere e rappresentare le trasformazioni, i turbamenti e le contraddizioni del mutamento sociale. E la famiglia è stato uno dei soggetti prediletti del racconto cinematografico. Questo non è uno di quei film che segna il genere, per intrinseci motivi “tecnici” o “artistici”, e non ha nemmeno la capacità di andare a cogliere il profondo e radicale senso di cambiamento che sta attraversando la famiglia contemporanea, ma ci prova senza retorica, e questo è il suo merito. Va bene così. Ci sono difetti e mancanze, qualche eccesso, un vago senso di incompiuto e un sapore di bombe inesplose (per giocare con il titolo) che, seppure non posso ignorare, non mi fanno condannare per niente questo film di Trier, che accetto e comprendo nel suo complesso. Del resto, il racconto del presente sembra essere, per molti aspetti, una peculiarità della fantascienza, probabilmente il genere più incline, maggiormente propenso, a saper cogliere gli intimi tormenti del tempo presente, prefigurandone i fantasmi, suggerendone le derive ontologiche, intercettandone le traiettorie esistenziali. Ma qui siamo nel dramma. Anzi, il dramma c’è già stato. Ora ci sono solo frammenti immersi nel vento impazzito che si chiama vita.
Perché il triangolo è in realtà un quadrato (per parafrasare Virginia Woolf): non ci sono soltanto Conrad, Jonah e Gene. C’è anche Isabelle, la moglie, la madre. O meglio c’era: perché è morta. O meglio c’è: perché i ricordi, le domande, i dubbi, la rabbia, la paura, le ombre, la memoria, il tempo, i temporali, la fine, i giorni, le notti, i sospiri, il primo giorno di scuola, i suoi vestiti, lo spazzolino da denti, il maglione verde, le cornici, le distorsioni temporali, questa mattina, i silenzi dentro i silenzi dentro i silenzi dentro le parole, il buio, la luce, la musica, quella volta, le urla, il senso di vuoto, la vita, la nascita, gli avrei voluto, gli avrei dovuto, la pioggia anche quando non c’è, il dolore, i fantasmi, i fantasmi, i fantasmi.
Tutto questo, tutto il resto, tutto insieme.
Più forte delle bombe.
Louder than bombs.


Sono passati tre anni da quando lei è morta.
Un incidente d’auto. O forse non è stato un incidente. Forse si è suicidata. Non lo sapremo mai. Era una fotografa di guerra, davvero brava. Siria, Afghanistan, Iraq, e altri luoghi ancora: ci passava mesi, lontano dalla famiglia. E quando era lì voleva solo tornare a casa, dai suoi figli e da suo marito. E quando tornava a casa, dopo un mese o due, doveva riabituarsi a tutto: ai nuovi cibi amati dai figli, alle nuove abitudini nel vestire, ai ricordi che non ha contribuito a costruire. Riusciva ad abituarcisi in fretta, ma subito dopo si rendeva conto che potevano andare avanti senza di lei, e tornava a sentirsi nel posto sbagliato, e quindi diventava impellente il bisogno di partire di nuovo. La sensazione di essere sempre nel posto sbagliato ha accompagnato Isabelle per moltissimi anni. E forse pensava a questo, quella notte, alla guida, mentre in quell’istante infinito che precede l’impatto realizzava che stava per morire.

12.1.22

Sondaggio Miglior Film distribuito in Italia nel 2021 - I RISULTATI FINALI




 E così, dopo un anno di pausa, siamo tornati al Mega Sondaggio. Temevo un'edizione in sordina, vista la lunga pausa.
E invece, incredibile, abbiamo raggiunto lo stesso numero di votanti di due anni fa, 113. In realtà, ancora più incredibile, nelle ultime tre edizioni ha votato sempre questo numero, 113.
Quest'anno c'è comunque un nuovo record, quello dei film menzionati, addirittura 150, cifra tondissima.
Bando alle ciance vi lascio subito alla classifica seguita poi dalle solite statistiche!
Ah,a fianco di tutti i film specifico tra parentesi il numero delle menzioni ricevute, se non vedete alcun numero significa che ne hanno avuta soltanto una

PER FAVORE, se trovate errori (titoli di film, punti che non tornano,etc...) segnalatemeli

143° 2 punti
Zola
Lasciali Parlare
La casa in fondo al lago
Dos
Ghost Lab
Per Lucio
La Scelta
Governance : il prezzo del potere

139° 3 punti
La donna alla finestra
American Skin
Notizie dal mondo
Sotto lo zero

135°  4 punti
Wrath of man
Red Dot
A quiet place 2
Raya e l'ultimo drago

129° 5 punti
Babyteeth
I'm your man (2 menzioni)
Long story short
Il cattivo poeta
Bombay Rose
As tears go by

118° 6 punti
Yaya e Lennie - The Walking Liberty
Come un gatto in tangenziale 2
No time to die (2)
The Mauritanian
Love and Monster
La cordigliera dei sogni
Il buco in testa
Lezioni di persiano
Non dormite nel bosco 2
Lucky
Justice League

115° 7 punti
Finch
Non mi uccidere
Welcome Venice

109° 9 punti
Fino all'ultimo indizio (3)
Maternal (2)
Days (2)
La vetta degli Dei (2)
Jazz Noir
Shang-Chi e la leggenda dei 10 anelli

106° 10 punti
The Disciple (2)
Malcom & Marie (2)
Mondocane (3)

102° 11 punti
House of Gucci
The Vault (Way down)
Il capo perfetto (3)
Vivarium

98° 12 punti
Run (2)
La Tigre Bianca (2)
Crudelia (3)
The Night House (2)

91° 13 punti
Gunda (2)
Seaspiracy
La Stanza
Pozzis, Samarcanda
The Sparks Brothers
A White white day
All hands on deck

88° 14 punti
Encanto (3)
Diabolik (3)
Io sono nessuno (2)

81° 15 punti
Cry Macho (3)
Collective (2)
Yellow Cat
The Unforgivable
Evangelion 3.0 + 1.0 (2)
Waves
Quello che tu non vedi

80° 17 punti
Pieces of woman (4)

77° 18 punti
Madre (di Bong) (2)
Meander (3)
Judas and the black messiah (2)

73° 19 punti
Estate 85 (3)
In the earth (2)
Old (3)
The Trip (4)

72° 20 punti
France (3)

71° 21 punti
No sudden move (3)

70° 22 punti
EST - Dittatura last minute (2)

68° 23 punti
Boss Level (3)
Rifkin's Festival (6)

66° 24 punti
Azor (3)
I care a lot (3)

65° 25 punti
The Eternals (3)

63°  26 punti
L'uomo che vendette la sua pelle (2)
West side story (5)

62°  27 punti
Spiderman : no way home (4)

61° 28 punti
Malignant (6)

59° 30 punti
Tick, tick...Boom (3)
I Mitchell contro le macchine (4)

58° 31 punti
One second (7)

57° 32 punti
Riders of justice (5)

56° 33 punti
Sulla Infinitezza (6)

54° 34 punti
Soul (5)
Apples (5)

53° 36 punti
Illusioni Perdute (5)

51° 37 punti
L'Arminuta (7)
Luca (6)

48°  41 punti
Atlantide (6)
Saint Maud (6)
The Suicide Squad (5)

47°  45 punti
Non cadrà più la neve (5)

46°  47 punti
I Giganti  (6)

45°  49 punti
La terra dei figli (9)

44° 50 punti
Il gioco del destino e della fantasia (8)

43° 51 punti
Nowhere special (7)

42° 52 punti
Oxygene (8)

41° 59 punti
DAU. Natasha (6)

40° 61 punti
Nuevo Orden (8)

39° 62 punti
Bo Burnham : Inside (6)

38° 64 punti
Thunder Road (7)

37° 69 punti
Shiva Baby (12)

36° 72 punti
A Classic Horror Story (15)

35° 73 punti
Il cieco che non voleva vedere Titanic (10)

34° 74 punti
Mandibules (12)

32° 75 punti
Minari (9)
Madres Paralelas (13)

31° 83 punti
Il potere del cane (11)

PRIMI 30

30° 84 punti
First Cow (11)

29° 85 punti 
Quo vadis Aida (11)

28° 88 punti
La Scelta di Anne (L'Evenement) (13)

27° 90 punti
Qui rido io (15)

26° 92 punti
The Green Knight (14)

25° 93 punti
The Last Duel (14)

24° 94 punti
Marx può aspettare (12)

23° 99 punti
The French Dispatch (14)

21° 102 punti
Scompartimento N°6 (16)
Nomadland (19)

TOP 20

20° 112 punti
Re Granchio (13)

18° 116 punti
La persona peggiore del mondo (13)
Ariaferma (19)

17° 123 punti
Corpus Christi (16)

16° 148 punti
Il Buco (17)

15° 152 punti
Last night in Soho (20)

14° 157 punti
Petite Maman (19)

12° 173 punti
Il Collezionista di Carte (21)
Annette (18)

11° 179 punti
A Chiara (20)


LA TOP TEN

10° 187 punti

SESSO SFORTUNATO O FOLLIE PORNO (28)




9°  233 punti

FREAKS OUT (27)




8° 249 punti

DRIVE MY CAR (24)



7°  263 punti

TITANE (27)




6° 265 punti

DON'T LOOK UP (34)



LA TOP 5

5° 282 PUNTI

DUNE (35)




4° 283 PUNTI

UNA DONNA PROMETTENTE (29)



3° POSTO 314 PUNTI

THE FATHER (34)



2° 404 punti

UN ALTRO GIRO (43)



1° 524 punti

E' STATA LA MANO DI DIO (57)



Film più menzionato

57 E' stata la mano di Dio
43 Un altro giro
35 Dune
34 The Father
Don't look up

Miglior Film Italiano

1 E' stata la mano di Dio 524
2 Freaks Out 233
3 A Chiara 179
4 Il Buco 148
5 Ariaferma 116

Miglior Cartone Animato

1° Luca
2° Soul
3° I Mitchell contro le macchine

Media Punti (almeno 5 menzioni)

10.37 Drive My Car
10.33 Bo Burnham:Inside
9.83 DAU. Natasha
9.75 Una donna promettente
9.74 Titane
9.61 Annette
9.39 Un altro giro
9.23 The Father
9.19 E' stata la mano di Dio
9.14 Thunder Road

Maggior numero di primi posti

9 Drive my car
8 Un altro giro
8 Una donna promettente
7 The Father
6 E' stata la mano di Dio
6 Titane


Film più in alto in classifica senza alcun primo posto

1 Ariaferma (19imo)
2 Scompartimento N°6 (21imo)
3 The Green Knigh (26imo)
4 Qui rido io (27imo)
5 La scelta di Anne (28imo)

L'albo d'oro si arricchisce di un altro grande film e un altro grande autore.

2016 Il Figlio di Saul
2017 Arrival
2018 Il Sacrificio del Cervo Sacro
2019 Parasite
2021 E' stata la mano di Dio