Siccome ho paura che molti (molti..., diciamo 5,6) vorrebbero scrivere e mandarmi qualcosa ma si vergognano, inizio subito la rubrica, magari dà coraggio a tutti.
E poi avevo bisogno di un giorno di pausa :)
Questa rece è di Tommaso Tronconi, il "tenutario" del blog
Buona lettura e... fate come lui!
I due volti di
Gennaio
I due volti di
Gennaio è un film senza volto, senza identità. Vorrebbe essere
Hitchcock ma lo ricorda appena, potrebbe essere un esordio d’autore
ma ha troppe lacune per dimostrare personalità.
Hossein Amini è
l’ennesimo caso dello sceneggiatore (il suo film più noto è Drive
di Refn) che decide di passare dietro la macchina da presa, ma nel
tragitto si scorda qualcosa del suo “vecchio” mestiere. Cerca di
sopperire all’impossibile ubiquità di ruolo ricorrendo ad un
romanzo della conclamata giallista Patricia Highsmith, le cui opere
hanno avuto importanti trasposizioni cinematografiche: L’altro
uomo di Hitchcock, Delitto in pieno sole di René Clément,
Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella, L’amico
americano di Wim Wenders. E sul lato produttivo punta sui
finanziatori de La talpa (Tinker Tailor Soldier Spy), Tim
Bevan e Eric Fellner. Ma il risultato non è lo stesso sapientemente
ottenuto da Tomas Alfredson.
I due volti di
Gennaio cerca di farsi forte dietro un’ambientazione esotica
sospesa tra Atene e Instanbul, e soprattutto un tempo storico denso
di fascino: i primi anni Sessanta. Coperture non giustificate per una
storia che poteva svolgersi, con ingente risparmio di denaro, ai
nostri giorni.
Hossein Amini tira
le file di un mistero che però appare debole e (s)fortunoso con
troppa facilità e prevedibilità, finendo per diventare così
sonnolento e autunnale che la stringata oretta e mezza di film la
percepiamo come molto più lunga. Il finale poi, con un tocco
educativo-perbenista che da tempo non vediamo neppure sul piccolo
schermo, è la goccia che fa traboccare il vaso. Peccato, perché
sarebbe bastata una piccola introduzione socio-economica del tempo e
un paio di licenze al diritto d’autore per rendere onore ad una
storia che funziona sulla carta ma non sul grande schermo.
Di fianco ad
un’imbolsita e piagnucolosa Kirsten Dunst (sembrano passati secoli
dal fascino di Marie Antoniette del 2006), due marcantoni di
razza: Viggo Mortensen e Oscar Isaac (A proposito di Davis). I
due fanno il possibile per non far crollare la baracca con quel tocco
di follia (omicida) dietro i capelli impomatati. Ma insomma, è dura
tenere in piedi un corpo senza scheletro e senza volto.
Tommaso, però la Dunst almeno Melancholia l'ha messo là eh, non so se anche te sei antitrierano ma sull'interpretazione della Dunst c'è poco da discutere... :)
RispondiEliminaSto film non lo avrei nè mai visto nè recensito, è perfetto per la rubrica... :)
alla prossima
Anche io sono andata al cinema a vedere questo film, ma non so spiegarmi di preciso come mai. Ah, si, mi erano saltati i piani per la serata all'ultimo e avevo bisogno di non pensare dopo una giornataccia al lavoro. Oh, sembrava di guardare uno dei film di Poirot, ma senza Poirot. Non dico altro.
RispondiEliminaLoro tutti bravi, un momentino alla Hitchcock carino, un thriller rilassantissimo ma che fallisce l'intento di essere un buon noir. Un tentato richiamo all'Infernale Quinlan secondo me che non doveva esserci nel finale. Magari me lo sono immaginata, eh. Ma se fai un richiamino a Quinlan, devi farlo bene, non cosi`!
Condivido la tua rece!
Son d'accordo con la recensione, il finale davvero pessimo :)
RispondiElimina@Caden Cotard: sì la Dunst è brava nel film di Trier, ma non in questo, credimi! Non voglio dirti di guardarlo, butteresti via del tempo! Io mi sono fatto abbindolare da un trailer congegnato bene...
RispondiElimina@Mirigoround: guarda, un filmino con Poirot è meglio di questo! Almeno non ha pretese di chissà cosa!
@Nico Donvito: il finale è davvero uno dei peggiori degli ultimi anni, almeno in quel "genere" di thriller che si presentano come tali e poi sono polpettoni...
No no, ma assolutamente, era solo che mi piaceva ricordare che da quel 2006 di interpretazioni "fascinose" ce n'era stata almeno un'altra.
EliminaPerò sì, mi aspettavo una carriera diversa anche io sinceramente
Quindi, a prescindere dal film, Viggo Mortensen è bravo anche qui?
RispondiEliminaViggo Mortensen è sempre bravo.
RispondiEliminapensare che il poster e il nome degli attori, mi avevano attirato non poco. I thriller, specie se ambientati in epoche diverse dalla nostra, mi attirano sempre. non dico che non lo noleggerò, magari (ma se non trovo altro), più che altro per godermi la recitazione di viggo e -sì - di kirsten, ma ci può anche stare una serata con un film da stacco-il cervello e mi sento superiore a quello che sto vedendo. Un thriller rilassantissimo (ahah, che ossimoro, Miri :) ) .è sempre possibile. - se non c'è di meglio
RispondiElimina