9.6.24

Recensione: "The Watchers - Loro ti guardano" - Al Cinema 2024

 

Dopo più un mese (35 giorni) torno a scrivere una recensione, amen.
La prima regia della figlioletta di M.Night Shyamalan è un bel film che "copia" in tutto e per tutto i film del padre (attenzione, questo aspetto potrebbe essere anche lettura dello stesso The Watchers).
Una location (e non solo quella) alla The Village, spruzzate di Signs e Lady in the water e altri piccoli rimandi a M.Night per un film dalla bella atmosfera, con tanti bei concetti messi dentro e tante suggestioni ma che ha il problema di non essere scritto troppo bene, confondersi e confonderci, avere situazioni dentro poco coese o coerenti e altre quasi inspiegabili.
Senso di colpa, imitazione, essere sè stessi, le tematiche ci sono ma non ce n'è solo una portata davvero a compimento o veramente incisiva.
Resta una piacevole visione da sala e un esordio più che
promettente.

presenti spoiler sin da subito

 Sono abbastanza orgoglioso di avere "capito" il film dopo nemmeno 5 minuti.
I primi 4 appunti che faccio nel taccuino sono:

"Camaleonte"
"Pappagallo"
"Ritratto" (i disegni che lei fa)
"Finge di essere un'altra" (la parrucca e le bugie al bar)

Come fosse L'eredità (era quello il programma vero?) mi ritrovo lì ad unire questi 4 elementi e dirmi che tutti hanno una caratteristica comune, ovvero "l'imitazione" e/o la copia di sè.
Il Camaleonte e il suo caratteristico mimetizzarsi con l'ambiente, il pappagallo che imita e copia le frasi degli umani, il ritratto che cerca di replicare le fattezze degli esseri umani e lei che si mette una parrucca e finge di essere un'altra.
Poco dopo, in macchina, altra imitazione, quella di lei alle parole della sorella al telefono.
Molto più avanti, nel flash back principale del film - quello dell'incidente - lei che causa lo stesso incidente perchè stava ripetendo...a pappagallo le frasi di rimprovero della madre.
Ecco, prima ancora che a metà film di scoprisse che cosa facevano le creature del bosco mi dicevo continuamente "In qualche modo deve entrarci l'imitazione, per forza, è un continuo accenno a questa".

E così sarà, quelle creature osservano noi umani più che possono per poi poterci "sostituire", camaleonti, pappagalli, nostri ritratti, nostre ripetizioni, tutto quello che il film simbolicamente ci aveva suggerito.
Per farlo escono dopo il tramonto, si mettono davanti quella baita a specchio e ci osservano.
E' per questo motivo - ma lo capiremo solo poi - che l'anziana (che poi si rivelerà una di loro, da qui il suo consiglio) dice agli altri "comportatevi come sempre, come se loro non esistessero", proprio perchè le creature, per copiarci nel migliore dei modi, hanno bisogno di vederci "al naturale".
Un pochino quello che accadde se vogliamo al primo Grande Fratello (non a caso nella baita hanno le vhs di una trasmissione molto simile), ovvero quello di mettere persone dentro una casa e spiarle nei loro normali comportamenti.


Questo qua è forse l'aspetto più interessante di un film - esordio della figlioletta di Shyamalan alla regia - assolutamente piacevole e riuscito ma con tante, troppe pecche.
E paradossalmente questo film sull'imitazione lo è anche a livello metacinematografico visto che The Watchers imita perfettamente tutti i film del padre (The Village, Signs, Lady in the Water e spruzzate di altri) come se, in qualche modo, quello che fanno le creature del film fosse quello che ha fatto la stessa Ishana Shyamalan, ovvero osservare per tutta la sua vita le opere del padre per poi imitarlo e "sostituirlo".

(considerazioni venute fuori "in team" post visione)

Come dicevo i problemi sono tanti.
Innanzitutto (e anche questo accade spesso col padre) la costruzione di personaggi che non ti restano dentro, più che mal caratterizzati direi incapaci di sradicarsi dal ruolo di "personaggi da thriller" e acquistare profondità.
Eppure il desiderio di empatizzare con loro nella scrittura del film c'è, visto la protagonista ha un forte trauma alle spalle che, vero e proprio fil rouge, ci viene ricordato e ripresentato continuamente.
Forse è un problema di recitazione, di regia, di flash back poco emotivi, non so, ma sto dolore di Mina a me non è arrivato.
Come non arriva nemmeno la "complessità" del ragazzo, il senso di abbandono della ragazza nera e via dicendo.
No, non ci si emoziona, bisogna ammetterlo.
Il problema è che sto senso di colpa della protagonista è così importante che noi ad un certo punto siam sicuri che possa essere la "spiegazione" del film, la sua metafora, per poi arrivare invece alla fine con la triste constatazione che serviva poco a niente.
Anzi, in maniera precaria si prova proprio nel finale a renderlo importante con lei che - per non essere uccisa da Madeleine/mostro - le dice che loro sono uguali, entrambe umane, entrambe con sofferenze, bla bla bla.
No, male.
Altro problema è che il film è pieno di situazioni difficilmente concepibili, o mal spiegate o veri e propri errori.
La questione ad esempio degli "operai" è disastrosa, per almeno 4 motivi.
Ci sarà voluto almeno un mese a costruire quella cosa là. Un mese per 13 operai al giorno fa 400 operai morti. Ma niente, scompaiono 400 persone in un mese tutte in un luogo ristretto e la vita va avanti, anzi, continuano tutti ad andarci.
E come faceva "il professore" a contattare poi sti operai se i cellulari non vanno e internet non funziona?
E come potevano gli operai trovare quella foresta visto che (anche questa cosa assurda) l'intera foresta non esiste nelle mappe? 
E come potevano portare tonnellate di materiali, macchinari e gru per costruire quell'immenso bunker?
E perchè tutti sti operai venivano uccisi invece che "imitati" ?

Ma poi che il professore "rapisca" una creatura in quel modo per ricreare la moglie (mi pare morta da 8 anni) si fa davvero fatica a crederlo.
Tra l'altro come ha realizzato la "copia" se la moglie non era presente?
Con qualche foto?
Ma se per tutto il film ce la menano che queste creature per copiarci devono osservarci "dal vivo" mesi e mesi...
E perchè Madeleine se aveva scoperto di essere "diversa" (resiste alla luce) non era andata nel nostro mondo prima?
Non sapeva forse della via d'uscita che conosceva lo stesso professore?
Tante cose mal spiegate, alcune non accettabili (gli operai), altre semplicemente che non funzionano.
Con questo tentativo, tipo Lady in the water, di unire il mondo magico al nostro (ma con i personaggi rinchiusi dentro casa e queste creature fuori che richiama anche tanto Signs).
Affascinante sì, come del resto sono sempre affascinanti queste leggende, questo folklore.
Eppure è tutto maledettamente mal spiegato e mal costruito, anche nel quarto d'ora finale, davvero debolissimo.
Peccato perchè nella prima mezz'ora in cui avevamo messo nel piatto tanti bei concetti, come quello dell'imitazione (coi simboli che dicevo), come quello dell'osservare, come quello del "Sii te stessa" (lo dice Madeleine a Mina, io ero convinto che potesse essere la frase chiava del film, invece per nulla), come quello di questa unione tra mondo umano e mondo fatato, era davvero un gran bel tavolo apparecchiato.



Restano delle gran belle immagini (ho adorato quello di Mina duplicata orizzontalmente allo specchio), una location favolosa (ma i boschi lo sono sempre), delle creature riuscite e abbastanza inquietanti, il concetto di tane molto interessante (anche lì, però, ci sono tutte quelle tane no? E allora la grande "tomba" chiusa con tanto di lapide che differenza ha con le altre tane?), dei momenti suggestivi (vedi quello della telecamerina), un continuo gioco con lo spettatore a cogliere cose del padre (The Village su tutti).
E quella scoperta della botola che, anche come inquadratura, mi ha ricordato tantissimo Lost.
Però, diciamocelo, è incredibile come The Watchers ad un certo punto diventi una copia quasi carbone dell'Us di Peele.
Qualcuno che sta nel sottosuolo, qualcuno "uguale a noi", qualcuno che poi esce fuori e ci imita, la stessa Madeleine che si rivela un'infiltrata "speciale" come lo fu la bimba nel magnifico film di Peele, questa volontà delle creature di andare in superficie e sostituirci.
Non so, mi sembra che si sia andati anche troppo pesanti con le somiglianze :)
Da apprezzare il cameo di Nicholas Cage, presenza discretissima per l'intero film ma quasi sempre in scena.
Ok, mi riferisco alla "gabbia" del pappagallo che non si capisce perchè Mina la porti sempre con sè.
Lei, la Fanning, fa il suo ma non mi resterà.
Nel finale tutto se possibile diventa ancora più confuso.
Non si sa perchè la creatura doveva per forza uccidere Mina o, al contrario, perchè poi non lo faccia più.
Perchè questa le ha rivelato che ci sono altri "Halfling"?
Perchè le ha detto che lei è mezza umana?
E allora?
E perchè Madeleine creatura continua ad osservare Mina per il resto della sua vita?
Alla fine, sta creatura, se pò sapè che cazzo vole?

6.5 / 7

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