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7.7.21

Su Luis Enrique, sul dolore e sull'esser uomini



In questo periodo della mia vita in cui si sta piano piano, in maniera lenta, costante ma positivamente inesorabile, tornando ad essere un uomo con la U maiuscola ecco che una semplice intervista può diventare emblematica.
Ieri notte vedo a fine partita l'intervista a Luis Enrique.
La Spagna nel gioco ci ha dominati, ha giocato una partita meravigliosa, ha messo in mostra il talento accecante di Pedri, quello di Dani Olmo, un'organizzazione di squadra incredibile e, rispetto a vecchie Spagne, anche una verticalità molto superiore.
Veramente, sono rimasto conquistato da questa squadra.
Non abbiamo rubato la partita ma, a gioco, ci sono stati superiori, e di due spanne.
A fine partita intervistiamo (nel senso noi italiani) Luis Enrique, e io ero già lì pronto a vedere un uomo arrabbiato, scosso, o almeno deluso e con poca voglia di parlare.
Ha perso ai rigori da 20 minuti, e perdere ai rigori ti uccide, specie quando hai dominato nel gioco.
E sento quest'uomo che dice di essere contento, che non ha rimpianti, che ha visto una grande Italia e una grande Spagna, che ha assistito ad una partita di calcio di livello altissimo, che è orgoglioso di sè e dei suoi ragazzi e che augura tutto il meglio all'Italia, ovvero di vincere l'Europeo.
Tutto detto con una serenità e una "verità" nel suo volto che, davvero, quasi mi commuovevo.
Poi si torna nello studio e il presentatore ci ricorda quello che è successo a Luis Enrique due anni fa.
Ovvero perdere per un male terribile e incurabile quella cosa splendida che tiene in braccio nella foto qua sopra.
Probabilmente il dolore più grande che un essere umano possa vivere.
Appena mi hanno ricordato questa cosa (che avevo colpevolmente dimenticato tanto da insultare 3-4 volte - ovviamente per scherzo - Luis Enrique durante la partita) il mio piccolo cervello ha fatto 1 + 1 e ha associato l'intervista disarmante di 2 minuti prima a questa cosa che è successa all'allenatore spagnolo.
Per farla breve Luis Enrique 3 anni fa avrebbe rilasciato la stessa identica intervista?
No.
Certo se una persona è sportiva è sportiva e sicuramente si sarebbe comportato da signore anche 3 anni fa.
Ma, e ne sono certo, la serenità che ho visto in questa ultima intervista, quel sentirgli dire tutte quelle frasi di sconcertante sportività sono figlie di quello che quest'uomo è diventato in questi ultimi due anni.
Perchè si cambia, sempre, e quando ci va bene si migliora.
Ora, senza girarci intorno, il tema da affrontare è il dolore.
Ci sono dei dolori talmente grandi che io li ho sempre associati ad un pozzo.
Questo per 3 motivi.
Il primo è l'oscurità che più scendi il pozzo più ti avvolge.
Il secondo è lo spazio strettissimo di quel luogo, un luogo così stretto che ti impedisce di muoverti, di vedere la luce, di avere spazi più grandi per respirare.
Il terzo è l'inesorabilità del percorso che un pozzo ha, ovvero quello di renderti impossibile girarti e risalire ma dover quasi per forza arrivare fino al fondo.
Eppure in questa metafora di quei dolori così grandi e perfetti per cui ti manca l'aria e ti sembra che finchè non arrivi in fondo non hai modo di risalire (come nel caso di Luis Enrique ma anche in casi meno definitivi, meno gravi ma ugualmente totalizzanti come sono capitati ad ognuno di noi), eppure dicevo avviene sempre - o quasi sempre - una cosa strana.
Ovvero che arrivati in fondo, là dove il pozzo è più scuro, succede un miracolo.
E quel miracolo è che c'è dell'acqua, acqua che si presume stagnante ma che in questi casi, per una sorta di magia che ha a che fare con l'essere umano (no, non calatevi in un pozzo reale per vedere se è vero, in quelli reali non succede) non solo è limpidissima ma risplende.
Quando arriviamo in fondo al pozzo del dolore troviamo una luce e dell'acqua e in quell'acqua vediamo riflessi noi stessi.
Ci vediamo quindi riflessi, vediamo le ferite del dolore passato, ripensiamo al percorso, alla discesa, che ci ha portato lì e inevitabilmente (a meno che certi dolori non ci uccidano del tutto) guardandoci in quell'acqua avviene una cosa stupenda, ovvero lo scoprire di volere bene a quel viso là, il volere bene a quell'essere umano che ha così sofferto.
In quell'oscurità, quando non è più possibile andare più giù, "noi vediamo noi" e decidiamo che adesso che abbiamo i piedi per terra meritiamo di risalire.
Una volta risaliti quasi sempre usciamo persone migliori.
Luis Enrique ha raggiunto il fondo più fondo che un uomo possa raggiungere, è arrivato quasi al centro della Terra, e se è riuscito ad uscirne (anche se una parte di sè resterà sempre laggiù) allora sentire una intervista come quella che abbiamo sentito è veramente niente.
Attenzione, nessuno sta facendo un elogio del dolore, chè non c'è niente di più bello nella vita che la gioia, la felicità, l'amore e la realizzazione.
E nessuno sta nemmeno facendo un discorso sull'utilità del dolore inteso come conditio sine qua non, perchè con una profonda analisi di noi stessi si possono raggiungere certe vette di consapevolezza anche senza passare per forza dal dolore.
Quello che si vuol dire è che se un dolore c'è stato, se ormai è un dato di fatto, l'occasione per renderlo utile è troppo grande.
Non cogliere quell'occasione sarebbe un aggiungere un errore ad un dolore, sarebbe non sfruttare un'opportunità che nessuno si augura ma che  - se ormai c'è stata - in qualche modo deve migliorarci, deve farci riflettere.
Luis Enrique ha avuto un qualcosa di talmente irrimediabile e "perfetto" che per poterne cogliere insegnamenti o crescita personale bisogna avere un'anima eletta (e anche tante persone vicino).
Quasi tutti noi invece affrontiamo dolori sì fortissimi ma che non hanno niente di irrimediabile, anzi, a volte sono dolori che possono somigliare a trampolini.
L'intervista di ieri di quel grandissimo uomo che è diventato (o magari è sempre stato) Luis Enrique non è una lezione di sport, quella è solo la superficie.
L'intervista di ieri è una lucida, meravigliosa ed emblematica esaltazione dei valori.
Era più sereno lui che diceva quelle frasi apparentemente senza senso (almeno nel mondo del calcio) di noi che, da vincenti, eravamo lì ad ascoltarlo, noi che forse quel grado di consapevolezza che lui ha non possiamo averlo.
Che, forse, non potremmo nemmeno averlo mai.
Ma che dobbiamo lottare per raggiungerlo, sempre.

alla piccola Xana Martinez

11.12.20

Ciao Kim



 Ci ha lasciato anche Kim Ki-Duk.

I suoi film hanno forse rappresentato per me il passaggio dal cinema visto come intrattenimento a quello della ricerca del "bello".
Tutti noi, chi prima chi dopo, in questa ricerca del bello nel cinema abbiamo passato la nostra fase "orientale", affascinati da quel cinema che una volta che lo si scopre non si può smettere di amarlo.
Per me è successo nei primi anni 2000, con lui.
Capolavori come Ferro 3 e Primavera, Estate, Autunno, Inverno...e ancora Primavera, grandissimi film come La Samaritana, L'Arco o Isola hanno rappresentato una fase della mia vita importante, hanno educato un gusto e regalato emozioni.
Purtroppo il mio ultimo Kim è stato Pietà, film che non mi piacque e che, non so perchè, mi ha forse privato anche della visione di tutti i successivi.
Se ne va davvero un regista dalla sensibilità pazzesca.
Voglio ricordarlo con questa immagine di quel film immenso che è Ferro 3.
Due corpi sopra una bilancia.
Il loro peso è 0.
Forse perchè non esistono, forse sono fantasmi.
O forse è 0 la somma dell'amore, quel numero perfetto e leggerissimo che è simbolo di magnifica simbiosi.
Grazie, davvero

11.5.20

Tutto il mondo de Il Buio in Sala


Io dò sempre per scontato che chiunque segue Il Buio in Sala conosca anche il Guardaroba.
Magari non c'è dentro perchè non ha facebook o non gli frega una sega ma, ecco, dò per scontato lo conosca.

Se non fosse così rispiego qua cos'è e vi parlo anche di tutte le altre cose che sono venute dopo.

Il Guardaroba, nato 3 anni e due mesi fa, è il gruppo facebook che ho inventato per poter condividere con i lettori tutti i film non distribuiti che vedo.
Molto spesso qui nel Buio in Sala trovate dei film che recensisco e ve dite:

"Ma do cazzo li ha visti?"

Ecco, dirvi come li ho visti conta poco, quel che conta è sapere che nel Guardaroba li trovate praticamente tutti.

CI tengo a dire che noi condividiamo solo film NON distribuiti perchè pensiamo che ogni fruizione legale (cinema, tv, piattaforme, dvd) sia quella da supportare in primis.
Per adesso ho presentato e condiviso 101 film.

Questo il link del Guardaroba

GUARDAROBA

Poi, circa due anni fa mi sono accorto che sempre più spesso capitava che i film che condividevo nel Guardaroba li sottotitolavamo direttamente noi (vari amici e collaboratori).
Allora, non contento, ho deciso di creare un altro gruppo, sempre su fb, dove condividere tutti i film che sottotitoliamo, Il Buio in Sala Sub Project.
Alcune volte i film li trovate sia nel Guardaroba che nel Project (quando li vedo anche io e mi piacciono molto) ma in questo secondo gruppo ci sono anche tanti altri titoli che io non ho mai visto ma che hanno comunque sottotitolato i "miei" ragazzi.

Questo il link del Sub Project

BUIO IN SALA SUB PROJECT

Poi, ancora non contento (non mi bastava Blog, pagina fb del blog (link) - che ha il quadruplo dei post del blog - Guardaroba e Sub Project)  3 mesi fa abbiamo deciso di portare anche tantissime cose su Telegram.

Ho creato 4 SPAZI (maremmamaiala).

Il primo, la pagina principale, è quella dove condivido i link dei nuovi film del Guardaroba, le recensioni di quei film, e qualsiasi altra recensione del Buio in Sala (film non del guardaroba, rubriche esterne)

questo il link

IL BUIO IN SALA E IL GUARDAROBA SU TELEGRAM

Poi ho voluto fare 3 gruppi.

Il primo è quello per chiacchierare semplicemente di cinema, questo


Poi c'è quello in cui carichiamo tutti i ripristini del Guardaroba (perchè i film che carichiamo durano una sola settimana, quindi li ricarichiamo su richiesta).
Tra l'altro in questo periodo stiamo ricaricando TUTTI e 101 i film, siamo arrivati al 56.
Questo il gruppo

RIPRISTINI GUARDAROBA SU TELEGRAM

Poi, per ultimo, il gruppo delle richieste, ovvero quello dove cerchiamo di trovarvi qualsiasi film introvabile e non distribuito cerchiate.

Questo il link

RICHIESTE GUARDAROBA SU TELEGRAM  


Vi giuro mi fermerò qua anche perchè poi c'è pure il raduno fisico.
Anche se c'è possibilità di un podcast "radio", ma vediamo.

22.4.20

Piccoli pensieri delle 2 meno 10

In un improvviso slancio di malinconia (ma di quelle soffuse e non tristi, quasi una curiosità nostalgica) sono andato a vedere le prime recensioni del 2009. Avevo la videoteca, anzi, l'avrei avuta ancora per più di 3 anni. Ricordo che scrivevo questi primi film (La Zona, Gran Torino, Franklyn, Il Mai Nato i primi 4) e pensavo "cazzo, ma non saranno noiosissime ste recensioni così lunghe?". Mi ricordo come fosse ora la sensazione. E ai clienti della videoteca, per 3 anni gli unici, sparuti (anzi, sparutissimi) lettori di quelle recensioni (timidamente se chiedevano un film di cui avevo parlato davo il link di questo blog), dicevo, anche a loro, ricordo benissimo, ste recensioni sembravano tanto lunghe, così tanto che me sentivo in colpa. Adesso se le vedo le riscopro minuscole, quasi un sommario di quelle che, senza contenermi, faccio adesso. E mi chiedo come è possibile che la stessa identica cosa che un tempo mi sembrava enorme (come lunghezza) adesso mi pare ridicola per quanto è corta. Mi chiedo se succede anche ad altre cose della nostra vita, cose che un tempo ci sembravano elefanti e adesso le vediamo come topolini. Problemi che non riuscivamo a superare, fidanzate dell'epoca che sembravano donne della vita e invece erano solo un bacio d'estate, imprese incredibili che invece, viste oggi, paiono ridicoli gesti, dolori esistenziali che adesso ci farebbero sorridere. Eppure capita anche che le cose che adesso, con altri occhi, rivedi minuscole, possiedano in alcuni casi una loro magia. Una loro magia talmente forte che fanno fare il processo inverso a tutto quello che abbiamo detto fino ad adesso. E' la magia del tempo che fu e degli uomini che eravamo. E quegli elefanti che adesso vediamo come topolini tornano ad essere di nuovo elefanti. Ma non sono più gli elefanti di allora, quelli che in molti casi ci impaurivano. Sono elefanti che ci fanno star bene, che ci ricordano chi siamo stati e cosa abbiamo vissuto, sono tracce di noi. Anzi, sono noi. E una recensione di 20 righe diventa quasi simbolo dell'intero libro della nostra vita

7.11.17

Altrove

Però, (che cosa vuol dire però?)
Mi sveglio col piede sinistro
Quello giusto

Forse già lo sai
Che a volte la follia
Sembra l'unica via
Per la felicità

C'era una volta un ragazzo chiamato pazzo
E diceva sto meglio in un pozzo che su un piedistallo

Oggi ho messo
La giacca dell'anno scorso
Che così mi riconosco
Ed esco

Dopo i fiori piantati
Quelli raccolti
Quelli regalati
Quelli appassiti

Ho deciso
Di perdermi nel mondo
Anche se sprofondo
Lascio che le cose
Mi portino altrove
Non importa dove

Io, un tempo era semplice
Ma ho sprecato tutta l'energia
Per il ritorno

Lascio parole non dette
E prendo tutta la cosmogonia
E la butto via
E mi ci butto anch'io

Sotto le coperte che ci sono le bombe
È come un brutto sogno che diventa realtà

Ho deciso
Di perdermi nel mondo
Anche se sprofondo

Applico alla vita
I puntini di sospensione
Che nell'incosciente
Non c'è negazione

Un ultimo sguardo commosso all'arredamento
E chi si è visto, s'è visto

Svincolarsi dalle convinzioni
Dalle pose e dalle posizioni

Svincolarsi dalle convinzioni
Dalle pose e dalle posizioni

Lascio che le cose
Mi portino altrove
Lascio che le cose
Mi portino altrove
Altrove
Altrove

Svincolarsi dalle convinzioni
Dalle pose e dalle posizioni

Svincolarsi dalle convinzioni
Dalle pose e dalle posizioni


25.8.17

Incontri casuali ;)

Ritrovarsi a cena Maccio Capatonda
Sentirsi dire che conosce il blog (ma secondo me l'ha detto per cortesia)
Farsi fare addirittura il promo (spontaneissimo) per il raduno di sabato

A volte anche in periodi di merda piccole cavolate che ti fanno star bene accadono 




23.8.17

Si ricomincia con un paio di istruzioni per l'uso


Credo che tra un paio di giorni ricomincio.
Questa pausa di quasi un mese dal blog e di circa 3 da facebook era assolutamente necessaria.
Mi è servita, molto.
Ma se di facebook non ho mai sentito la mancanza, anzi, si sta un sacco meglio "senza" (virgolette d'obbligo, un uso molto limitato l'ho fatto e per certe cose è sempre utile) il blog invece prima o poi sapevo mi sarebbe mancato, lo sapevo.
Il paradosso è che non ho mai visto tanti film come in questo mese.
Ma c'è un motivo ben preciso, è venuto a trovarmi Jolly Roger.
Doveva stare qua 3 giorni ma tra compagnia di noi fratelli e del locale (ci ha dato 10), cibo umbro (9, gli ho fatto mangiare di tutto, anche se si è ammazzato specie di taglieri di salumi) e luoghi visitati (8.5) ha allungato la sua vacanza a 12 giorni.
E, insomma, quasi tutte le sere si è visto un film.
Perchè questo post?
Per dare due indicazioni su tutte le rece che troverete all'inizio

1 Per colpa di Jolly Roger sono quasi tutti horror, e quasi tutti brutti se non orrendi
2 Siccome i film sono tanti e li scriverò perlopiù adesso, a 5-10-15-20 giorni dalla visione, troverete rece molto brevi, incomplete e quasi tutte a coppia, due film per volta

Insomma, se per un pò vi troverete coppie di recensioni e quasi tutte di film che manco valeva la pena recensire sapete i motivi ;)

Ricordo per l'ultima volta del raduno, manca praticamente poco più di una settimana.
Si fa ancora in tempo a prenotare per chi vuole, a meno di tante defezioni degli ultimi giorni credo saremo più di 50

un abbraccio

3.8.17

Facciamo una pausa




Per vari motivi Il Buio in Sala chiude almeno fino al raduno del 1,2 Settembre

C'è la piccola possibilità che faccia qualche post informativo proprio riguardo al raduno ma, per il resto, preferisco fermarmi

Passate tutti un bel Agosto di vita e di film ;)


26.7.17

I'm going back to the start



A tutti quelli che hanno sbagliato e vorrebbero tornare indietro per non commettere gli stessi errori.

A tutti quelli che hanno perduto qualcuno e vorrebbero tornare indietro per far sì che ciò non accada

Ma anche a tutti quelli che hanno perduto qualcuno per sempre, qualcuno che non c'è più su questa terra, e vorrebbero comunque tornare indietro ad uno start che non potrà più essere

E a tutte le persone che sanno chiedere scusa, malgrado tutto

E a tutti quelli che non avrebbero mai dovuto far slacciare all'altro le cinture di sicurezza, le cinture delle sicurezze

("E' la mia natura" 
rispose lo scorpione alla rana.
Vieri, è la mia natura)

Come up to meet you, tell you I'm sorry
You don't know how lovely you are
I had to find you, tell you I need you
Tell you I set you apart
Tell me your secrets, and ask me your questions
Oh, let's go back to the start
Running in circles, coming up tails
Heads on a science apart

Nobody said it was easy
It's such a shame for us to part
Nobody said it was easy
No one ever said it would be this hard
Oh take me back to the start

I was just guessing at numbers and figures
Pulling your puzzles apart
Questions of science, science and progress
Do not speak as loud as my heart
Tell me you love me, come back and haunt me
Oh and I rush to the start
Running in circles, chasing our tails
Coming back as we are

Nobody said it was easy
Oh it's such a shame for us to part
Nobody said it was easy
No one ever said it would be so hard
I'm going back to the start

Sono venuto per incontrarti
Per dirti che mi dispiace
Non sai quanto sei bella
Dovevo trovarti
Dirti che ho bisogno di te
Dirti che ti ho trascurata
Raccontami i tuoi segreti
E fammi le tue domande
Oh, ritorniamo all’inizio
Correndo in cerchio, avvicinandoci alle estremità
Le teste su una scienza a parte

Nessuno ha detto che era facile
E' un peccato dividerci
Nessuno ha detto che era facile
Nessuno aveva mai detto che sarebbe stato così difficile
Oh riportami all’inizio

Stavo solo calcolando numeri e cifre
Mettendo da parte i tuoi problemi
Questioni di scienza, scienza e progresso
Non parlano forte come il mio cuore
Dimmi che mi ami, torna indietro e ossessionami
Oh e io corro all’inizio
Correndo in cerchio, sempre occupati
Ritornando a quello che eravamo

Nessuno ha detto che era facile
E' un peccato dividerci
Nessuno ha detto che era facile
Nessuno aveva mai detto che sarebbe stato così difficile

Sto tornando all'inizio

15.7.17

Accecarsi dal sole, accecarsi di vita


Vedo le persone sulla spiaggia.
Bimbi che fanno castelli, bimbi ancora più piccoli che glieli distruggono, madri che pensano solo a prendere il sole, padri che leggono giornali che svolazzano.
Sono lì, a nemmeno 20 metri da me.
A 20 metri da me tutto è sereno, la noiosissima vita della spiaggia procede tranquillamente.
Nessuno in acqua, solo io.
Perchè il mare è mosso, tremendamente mosso.
Non ricordo perchè ero rimasto là, lontano, solo. 
Probabilmente stavo nuotando sott'acqua, come piace fare a me, io che ai bei tempi facevo una piscina intera con il corpo attaccato al fondo.
Sta di fatto che sono solo, il mare è mosso e incredibilmente a 20 metri da me tutto è normale.
Sono in panico, l'acqua mi sommerge ogni 2 secondi.
C'è mio fratello Marco Aurelio sulla riva, lo vedo, forse mi sta cercando con lo sguardo.
Marco Aurelio per noi è Ieio, sin da piccoli.
Due sole sillabe, il nome più veloce del west.
Eppure quando urlo questo nome ricordo ancora che faccio solo in tempo a dire "Ie.." prima che lo "...io" lo finisca sott'acqua, travolto dall'ennesima onda.
Provo ad urlarlo almeno 10 volte ma inizio a perdere conoscenza.
L'acqua mi entra in bocca, mi ritrovo sempre giù.
Quando la testa torna su vede sempre la stessa cosa, decine di persone che continuano la loro vita senza accorgersi che un bimbo di 12 anni sta morendo davanti loro.
Ricordo una disperazione infinita, ricordo le lacrime miste all'acqua.
Ricordo anche il momento della rassegnazione, quello in cui decido di non urlare più e smettere di muovermi.

Sono a riva.
Ieio mi ha sentito.
Ha solo un anno più di me ma è riuscito a salvare un bambino in quel mare.
Mi spingono sulla pancia per farmi sputare acqua, tutte quelle persone fino ad un attimo prima tranquille adesso sono su di me, in cerchio.
Alla fine mi risveglio.
Ho il sole accecante sopra di me.
Mi accarezzano, mi spiegano, mi dicono tutto.
Ma io ricordavo ogni singolo istante, ogni singola cosa fino a quando decisi che potevo morire, che potevo smettere di lottare.
E lo ricordo ancora, 28 anni dopo.
Fu la prima delle 3 volte che ho rischiato di non esserci più.
Ma quello che ricordo adesso è solo il sole accecante, perpendicolare a me.
E' la sensazione incredibile di essere ancora vivo.

Sono vivo.
E sono forte.
Che il sole mi accechi ancora.

12.5.17

Me stesso. E una piccola spiegazione del momento



C'è una scena (che linko in fondo al testo) nel bel Angel-A di Besson che ho sempre ritenuto meravigliosa e devastante insieme.

L'Angelo Biondo porta Andrè davanti allo specchio.
E piano piano lo costringe a dirsi quanto si ama.
Non tanto quanto ama lei, ma quanto ami lui.
Lo costringe per la prima volta a guardarsi negli occhi.
Arrivato a quasi 40 anni mi accorgo di una vita vissuta quasi totalmente nell'interiorità.
Un'interiorità di cui vado orgoglioso e che negli anni ha portato centinaia di persone (comprese le "virtuali") a volermi bene ed aver stima di me.
Ma la vita interiore è anche quella dei dubbi, delle incertezze, delle paure e delle debolezze.
E a volte più che un tesoro può essere una prigione.
Forse anche io adesso ho avuto il mio angelo custode che mi ha costretto a guardarmi negli occhi. A non vedere solo il Giuseppe interiore ma anche quello di fuori, quello che si muove nel mondo.
Mi ha costretto a vedere chi sono.
E, per la prima volta in 40 anni, ho volto lo sguardo dal mio io interiore al mio viso.
Ho alzato la testa.
E fatto una foto.
E se è vero che ancora sono lontano dal dirmi "ti amo", se è vero che sono ancora l'Andrè che si dice "non ci riesco", intanto in quello specchio ci sto guardando.
E non uscirò dal bagno finchè non ce la farò.
E la stangona bionda può anche uscire. Che poi manco mi piace.
Meglio piccole e more.




I più attenti di voi avranno visto che da 15 giorni non aggiorno più praticamente nulla.
Ci sono tanti motivi.
Volevo solo dire che può darsi che sia così per un pò.
O magari invece posterò tantissimo.
Ma non posso sapere.
Quindi niente, Il Buio in Sala non chiude e forse nemmeno calerà.
Ma se cala per un pò vi ho avvertito.
Spero resterete qua.
E vogliatevi bene tutti


6.10.16

Vi ho persi tutti


Non so cosa possa entrarci il furto del vecchio pc e l'acquisto di questo nuovo con quello che è successo ma, con mia grande sorpresa, rabbia e specialmente disperazione oggi ho visto che

NON ESISTE PIU' LA MIA BLOGROLL

decine e decine di blog amici accumulati negli anni, il modo migliore che c'era sia per me che per i lettori di andare a leggere altrove, beh, 

TUTTO SCOMPARSO

Mi ci erano voluti 7 anni ad avere tutti quegli amici segnalati. Quindi adesso vi chiedo di contattarmi voi, privatamente o qua in questo post

insomma

CHIUNQUE HA UN BLOG OD UN SITO ED HA PIACERE AD ESSERE PRESENTE NELLA BLOGROLL MI FACCIA UN FISCHIO!

piano piano, magari, alcuni ne aggiungerò anche io da solo ma, per non fare torto a nessuno, se me lo dite di vostra sponte è meglio...

4.10.16

Comunicazione (niente) affatto importante

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Domenica mattina.
Mi fermo davanti ad un negozio.
La macchina è praticamente davanti la vetrina.
Scendo, entro nel negozio e dopo 3 minuti esco.
Nel sedile del passeggero non c'è più il portatile (dentro la sua valigetta).
3 minuti
Con Josè, il mio cane, in macchina.
Le Madonne partono manco fosse una gara di 100 metri stile libero.
Come ho scritto poco dopo su facebook auguro al figlio di troia che me l'ha rubato di vedersi bei film.
Anche se credo non abbia il cervello per un Moccia, figuriamoci Magic Magic e roba simile.
Gli auguro di morire serenamente.
Ma presto.
Perchè questo post? per 3 motivi

1 giustificare (ma perchè??) i 4 giorni di silenzio

2 dire a tutti quelli che mi hanno mandato film che adesso non ho più niente. Se vi ricordate cosa mi avete mandato rimandatemelo per favore

3 per rispondere a tutti i commenti senza saltarne uno ho un metodo. Salvo tutte le pagine e poi finchè non rispondo non le chiudo. Insomma, ho ovviamente perso quelle pagine. Ho cercato di recuperare parecchi commenti, ma di sicuro ne mancano altri (Edo sui libri ad esempio).
 Insomma, se per una volta non rispondo è questo il motivo

e adesso vaffanculo, si riparte

11.2.16

Perdersi inseguendo un uccellino

O.k, l'ho visto anche io adesso.
Che dire.
Sarebbe da star zitti in effetti, lo stesso maestro dice che bisognerebbe imparare perlopiù ad ascoltare, ma questa mia lingua piena di letterine, control alt e segni grafici è in fibrillazione.
Son contento di non frequentare le bacheche facebook, le home page e tutto il resto.

Perchè, e magari sarò malfidato eh, credo che troverei cose come "Sanremo ha strumentalizzato il dolore", "Sanremo per dare audience ha portato Bosso", "Che c'entra Bosso con Sanremo", "Chissà quanti dischi venderà adesso" (sta morendo, cazzo) e tante altre amenità del genere.
Se non è successo mi scuso di aver malpensato.
Ecco, però, vedete, a me pare che questa nostra epoca tra i difetti e le tare a cui ha portato ne abbia una stranissima.
Quella di far diventare le cose belle odiose.
Per colpa delle condivisioni, delle sovraesposizioni, della "viralità" anche le cose belle appaiono insopportabili, ridondanti.
Anche le perle più preziose, quelle che venti anni fa col solo racconto diventavano ancora più lucenti, nella nostra epoca per colpa della sovraesposizione e delle condivisione selvaggia diventano gioiellini mezzi finti di bigiotteria, quelli che noi finti nuovi snob guardiamo con un misto di superiorità, disprezzo e distacco.
Eppure sarebbe tanto facile non cadere in questi trabocchetti.
Una perla resta una perla, anche se la trovi in mezzo al letame (come può essere Sanremo) e anche se tutti la passano di mano.
Ecco, io credo che la bellezza che diventa virale sempre bellezza rimanga.
E io voglio esserne infetto.
Se voi volete far diventare Bosso e questi 13 minuti un orecchino da bigiotteria inadatto ai vostri lobi perchè lo vedete nei lobi di tutti gli altri fatelo.
Io invece voglio farlo diventare un vestito d'oro.
E me ne andrò in giro così', pacchiano e vezzoso, coperto di bello.
Condividere vuol dire, tra l'altro, possedere qualcosa insieme.
Io condivido questa cosa qua sotto perchè sia di più persone possibile.
Del resto anche l'ultima parola che dice lui alla fine è "insieme".
Io l'ascolto e lo faccio.
E quelle mani grandi allo stesso tempo capaci di muoversi inconsultamente gravate dalla malattia ma anche ferme e dolcissime nel suonare quelle note, io me le porto dietro



2.2.16

Una serata con PSH

Questa è una puntata speciale de Il Buio in Tv, ossia lo spazio (alla destra del blog) dove vi segnalo ogni sera (o quasi) 1,2,3 film da vedere nei canali in chiaro.
Questa è una puntata speciale perchè questo è un giorno speciale per me.
Tristissimo soprattutto.
Due anni fa se ne è andato quello che consideravo il più grande attore vivente.
Quello da cui ho pure preso il nick che uso qua nel blog, il nome del protagonista del film più grande che abbia mai visto.
Iris lo celebra con 4 film, uno di seguito all'altro.

Dalle 21 a seguire

GOD'S POCKET

I LOVE RADIO ROCK

LA FAMIGLIA SAVAGE

ONORA IL PADRE E LA MADRE

e un uccellino mi ha detto che fanno Synecdoche su Sky...

Io non posso esserci che lavoro.
Se voi potete non perdetevi questa occasione


(sono un pò indietro con le risposte ai commenti, tra stanotte e domani ho tutto il tempo di rimettermi in paro=

27.1.16

L'assurda storia del LATE ANSWER'S MAN e della rubrica che ne nascerà



Questa è una storia che merita di essere raccontata.
In una calda estate del 2011 guardo con mio fratello e un amico un film orendo, The Boarding House.
Erano gli anni dei filmacci, agli albori del blog. Io sono ancora al paesino, Giordano (l'amico) non è ancora a Londra, il gruppo (con mio fratello) di rapaci dell'orrido è al completo.
Lo recensisco.


sì, ma state boni, non c'andate a vedè ancora

Nessun commento, niente di strano, già il blog non aveva certo tutta l'affluenza di adesso e poi diciamocelo chiaro, sto film l'avremo visto in 50 in tutta Italia.
Dopo due mesi appare un commento, questo:



Ovvero il commento di un pazzo che non solo aveva visto sto film ma ne possedeva QUATTRO COPIE in formati diversi, tra l'altro 3 perfettamente legali e quasi introvabili.
Sto Giorgio chiude il suo intervento con "Sono assolutamente un fan di questo film degenerato.
Perchè sono un degenerato....

Dopo soli 46 minuti (e, attenzione, in questa storia i tempi di attesa sono importanti) gli rispondo così




Ovvero manifesto al Giorgio un'ammirazione istantanea, quasi un colpo di fulmine.
Però sì, quel titolo ha confuso parecchi appassionati, c'è anche un filmaccio italiano con un titolo praticamente identico.
Insomma, formulo UNA DOMANDA

"Mi confermi che stai parlando di questo vero?"

Nessuna risposta, ci sta.
Tanti lettori occasionali non tornano poi a leggere se te gli hai risposto. E tanti non sanno nemmeno delle notifiche. Ci sono centinaia di domande inesplose nel blog.
La mia vita va avanti, non dico tranquillamente, tutt'altro, ma va avanti.

Poi, il 10 Gennaio 2016, poco più di 15 giorni fa trovo questo:



Giorgio dopo 4 ANNI E 3 MESI (sembra un film di Mungiu) mi ha risposto.
Quattro anni e tre mesi dopo.
Così, dal nulla.
Ma la meraviglia della cosa non è l'aver ricevuto una risposta dopo 4 anni e 3 mesi, perchè magari un'altra decina di volte sarà capitato nel web. No, il colpo di genio di Giorgio è l'aver risposto COME NULLA FOSSE. Senza dire "oh, scusa per il ritardo", "sono il ragazzo che ti scrisse 4 anni fa" o cose così.
Domanda diretta, risposta diretta come se niente fosse.
Solo con un lustro di ritardo.

Impazzisco.
Sono talmente impazzito che sbaglio anche di un anno i conti.
Insomma, ci saranno altri 3 commenti, questi:



"...mi ero perso nei meandri della vita"
L'unica risposta e motivazione che mi dà per 4 anni e 3 mesi di attesa.
Un genio.
Nemmeno il tempo di dare quella risposta e Giorgio torna ad essere professionale regalando altre chicche sul film.
Stavolta non mi scappa.
Lo contatto, ci diamo l'amicizia su facebook.
La sua vicenda, che io riporto sul social, scatena curiosità e divertimento.
E io scopro un amante di un cinema "altro" di straordinaria competenza. Uno che, per capirsi, ha scritto una tesi su Ed Wood.
Giorgio, il mio LATE ANSWER'S MAN è l'uomo che cercavo, quello che potrebbe colmare una delle tante lacune del blog.
E il modo in cui ci siamo trovati è straordinario, divertente, assurdo, incredibile.
Ma anche bellissimo e per certi versi umanamente notevole.
Perchè ci siamo riconosciuti come due pazzi appassionati.
Perchè forse due persone diverse da noi di questa storia non avrebbero saputo tirar fuori il suo lato grottesco, non avrebbero colto la meraviglia dell'assurdo.
Quella risposta in ritardo non poteva essere solo una risposta in ritardo per uno come me.
Era solo un altro fantastico esemplare, un ulteriore segno di questo Circo Barnum che è la vita.
Benvenuto Giorgio, l'uomo autoappellatisi "degenerato" che per uno scherzo del destino proprio de-genere parlerà.
Questa è la sua presentazione alla rubrica.
Rubrica che poteva avere solo quel nome.

Qui leggerete recensioni di film che NON hanno fatto la storia del cinema.

Qui leggerete di storie e registi che NON volevano essere “marginali” ma cercavano di ritagliarsi uno spazio nel grande universo del cinema per mettere in scena un’idea.
E magari fare soldi e avere successo.

Quasi tutti non ci sono riusciti.

Eppure, nella loro semplicità, divertono e soprattutto sono imprevedibili.
Hanno lo Spirito della Stravaganza,
sono Mine Vaganti.

Possiedono il potere taumaturgico dell’Assurdo.

 Così hanno tutto il diritto di essere studiati e recensiti, e magari apprezzati, a differenza di quei film REALMENTE stupidi e REALMENTE infimi che non hanno niente in sé se non l’imbarazzo dello spettatore,
la sua vergogna.

I film di questa rubrica non hanno nulla di tutto ciò.
Vi entusiasmeranno.

Di ogni genere, essi sono come gli avventori in una cittadina isolata, lontana dalle luci della ribalta della Metropoli, e si accontentano di una piccola pensione in cui stare.

La nostra BOARDING HOUSE

24.12.15

Gli altri siamo noi


Oggi avrei dovuto scrivere la rece del notevole La Isla Minima.
Ma, come è giusto che sia e come del resto avevo previsto, sono riuscito a ritagliarmi solo un quarto d'ora di pc.
Li uso per farvi gli auguri, ma non di Natale.
E non per qualcosa contro questo periodo, ma perchè, per usare una figura retorica principe di questo blog, gli auguri di Natale sono solo una sineddoche di quelli che invece vi faccio, quelli di poter vivere la migliore vita che possiate.
Io non so se sto blog andrà avanti ancora un mese o 10 anni, ogni giorno sento il bisogno e l'avvertimento della prima ipotesi e il giorno dopo la speranza della seconda.
Ma a prescindere dal futuro quello che volevo dire è che in questi 6 anni e mezzo l'affetto e la stima che mi avete dimostrato sono stati impressionanti.
Anzi, dimostrato è quasi termine improprio, il vostro affetto mi è esploso tra le mani.
In moltissime delle mie recensioni io non ho parlato di film ma ho usato quella scusa per parlare ad altre persone a me vicine, a me stesso o alla vita.
Ho usato il cinema come fosse una penna e pure il pezzo di carta.
Ma quasi mai il destinatario.
Ecco, magari quei destinatari non saranno stati uno di voi in particolare, o almeno chi non ho mai conosciuto di persona.
Ma anche voi, terze persone, ste cose l'avete notate ed è questa la magia di questo blog, che tutti avete capito l'autenticità dello stesso.
Perchè capisco benissimo che a chi non si fida di me io posso sembrare la retorica fatta persona. Eppure nessuno me l'ha mai contestato.
Grazie.
E anche nei miei fallimenti, nelle mie sconfitte, nei miei problemi, nelle mie mancanze di coraggio e nei miei atti mancati sento che comunque finchè sarò in grado di voler bene in qualche modo sarò una persona realizzata.
Voglio dirvi un'ultima cosa.
Cercate in futuro di credere più nella vostra specie.
Se proprio non ce la fate a crederci in generale cercate di credere in quei pochi esemplari di cui vi fidate.
Credeteci perchè per quante cose possono dire l'unica salvezza dell'uomo può essere solo l'uomo stesso.
E anche quando penserete a cose più sovrannaturali, anche quando crederete che le uniche entità che possano salvarvi siano esseri superiori, anche quando avrete come unico appiglio la speranza che a tirarvi fuori da tutto possano essere gli Altri, ricordate una cosa, quella cosa che anche Interstellar ha provato a dirvi; quegli esseri superiori, quegli altri, siamo noi.



(non c'è bisogno che commenti nessuno, in ogni caso non risponderò. Ci si vede domani col "cinema")

18.12.15

Io ne Il Buo in Sala, ovvero i miei foglietti al cinema, ovvero uno studio sui geroglifici



Come qualcuno di voi saprà quando vado al cinema mi porto sempre un taccuino per appuntare cose.Sembra esagerato ma tutte le persone che l'hanno provato mi hanno poi confermato come gli sia servito.Impossibile ricordarsi altrimenti scene, passaggi importanti, intuizioni più o meno giuste e, soprattutto, le sensazioni. Le sensazioni vanno messe subito su carta, anche sotto forma si scena o personaggio.Ogni parola che hai scritto poi, in fase di recensione, è un mondo che ti si apre.Come vedrete quasi tutti i foglietti sono di una banalità sconcertante. Perchè semmai poi la profondità la dai scrivendo, ti servono solo parole chiave per ricordare.
Scrivo al buio, quasi a casaccio, molte volte senza nemmeno guardare in giù.
Potrei dirvi che è questo il motivo per cui la mia scrittura è, probabilmente, la peggiore che abbiate mai visto.
Invece no, scrivo così anche in situazioni comode.
La cosa buffa è che, voi direte, "vabbeh, è la sua scrittura, se la capisce lui va bene".
Invece no, almeno il 30% delle cose che scrivo non le capisco.
Fortunatamente recensisco molto a ridosso del film, quindi i geroglifici incomprensibili a volte li decifro grazie a un ricordo o al buon senso.
In realtà questa scrittura rispecchia anche la velocità di  come parlo.
Incomprensibile allo stesso modo.
Insomma, se dovessi trasferire la mia parlantina su foglio questo verrebbe.
Ho recensito 850 film, tutti con foglietti, tutti.
Avrò usato non so quanti blocchi, tutti perduti o buttati.
Oggi ho trovato questo e mi è venuta st'idea.
Almeno avete la prova del disastro che combino

Non riesco ad impaginarlo meglio, o mi aiuta Pietro o niente.


STOP THE POUNDING HEART

Notare al centro a destra HOPPIPOLLA e appena sotto NON SUCCEDE NIENTE.
Del resto appena sopra c'era un SI PRENDE I SUOI TEMPI.

Ad un certo punto c'è un SEMPRE UGUALE che porta a NO (PAROLA INCOMPRENSIBILE) DI DIVENTARE ALTRO, a significare il ripetersi millenario dei gesti e delle vite di quei protagonisti

Noto anche nella penultima riga L'UOMO CHE VERRA' che sta a significare che l'intuizione scritta poi in rece l'ebbi in diretta