31.3.15

Recensione "Picnic ad Hanging Rock" - Yesterday, i film del (mio) passato (N°6)


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Mio fratello più grande, quel famoso Ieio che mi salvò dalle acque, conosce pochissimi film. Ogni volta che parli con lui ti nomina sempre gli stessi 5,6. Credo che abbia visto solo quelli, decine di volte. Parliamo di grandi film eh, Pulp Fiction, Magnolia, Boogie Nights, Eyes Wide Shut e un altro paio.
Però ricordo che quando eravamo piccolini, sui 10 anni (siamo quasi coetanei), c'era un film che era un pò il nostro simbolo di film perturbante, Picnic ad Hanging Rock (come La Casa lo era per l'horror).
Rivisto ieri, dopo almeno 25 anni.
Questo è un film magico e diabolico allo stesso tempo.
Appena comincia sento quella colonna sonora che per anni era rimasta sopita dentro di me, con quei flauti simili a canti striduli di uccelli, indimenticabili. E grazie a lei entri sin da subito in questa atmosfera mistica, sospesa, minacciosa che non ti lascerà più fino alla fine.
Giovani ragazze vestite di bianco si preparano per uscir fuori. Volti angelici, vesti angeliche, la purezza e il candore della giovinezza messe per immagini.

30.3.15

Tipi da Videoteca (N°7): L'Alba(nese) del giorno dopo - 1 - Film assolutamente da non vedere visti poi da tutti e bellissime ragazze di spalle


Le 19 puntate precedenti le trovate qua, come al solito da leggere dal basso all'alto per l'ordine cronologico.


Se mai entrerete nel mondo del commercio dovete sapere che la tattica del proibito e del maledetto funziona sempre.
Anche quando non è una tattica studiata a tavolino.
Ogni volta che veniva il Fornitore (quello normale, non il Pornitore, ossia il fornitore di Porno) io mi prendevo 2,3 horror sconosciuti scrausi soltanto per potermeli poi vedere personalmente. Tanto erano gli unici titoli che costassero pochissimo (sui 30 euro, gli altri fino ad 80) e nel caso fossero andati male ci avrei rimesso una quindicina d'euro, Estiqatsi pensa che se pò fa.
Di solito cercavo di vedermeli appena arrivavano, almeno avrei potuto dare 2,3 indicazioni i giorni successivi a chi avesse avuto il coraggio di noleggiarli.
Mi arriva un film strano con una ragazza squartata in copertina, Murder Set Pieces.
Era un film immondo. Girato male, fotografato peggio, malato, con riferimenti alla cazzodicane addirittura all'11 Settembre, insomma, una cosa che nemmeno Uwe Boll dando il peggio di sè poteva partorire.
Ma, soprattutto, era un film immorale.
Io stravedo per la donna e per il genere femminile, non so se sia questo il motivo di tanta rabbia.
Ma un film così misogino non l'avevo mai visto. Il protagonista ammazza e squarta tutte, o.k. Ma troppe volte si va oltre il limite, con soffoconi (fellatio) ad una testa di donna mozzata, con lui che ammazza barbaramente una bambina dicendole "tanto diventerai troia anche te!" e cose del genere. E o.k, si va avanti così con donne stuprate, uccise e mutilate ma poi sei sicuro che lui avrà quello che si merita.
Col cazzo!

29.3.15

Recensione "Searching for Sugar Man" - BuioDoc - 18 -



Ormai sto iniziando a convincermi che tante delle cose più belle che ci sono nel nuovo cinema le si trovino nei documentari. Tanti potrebbero invece dirmi che sono le serie tv la nuova grande forma di cinema e lo so, hanno ragione, ma mentre quasi tutti ormai sono update e non si perdono una serie, io lentamente sto riscoprendo questo mondo artigianale e vecchio come la notte dei tempi che è il documentario.

Che ce posso fa.
Sugar Man poi del documentario ha poco. Nel senso che il mezzo che viene usato non è poi così importante. Perchè Sugar Man è principalmente una storia, una grande storia. E un uomo, un grande uomo.
Una storia al confine tra l'incredibile e il maledetto che si incrocia poi con quella del regista, Malik Bendjelloul, mio coetaneo morto suicida l'anno scorso. La storia di Sixto Rodriguez e quella del regista che ha deciso di raccontarlo si fondono così in qualcosa di unico, di umanamente così denso che si fa fatica a vederne i contorni. O a capire.
Perchè è difficile capire come un uomo che solo l'anno prima ha avuto la curiosità e il privilegio di cercare e raccontare una storia così poi l'anno dopo sia lo stesso uomo che decide di uscire di scena definitivamente dalla vita.
Ed è difficile capire come un uomo che ha venduto milioni di dischi in realtà possa non solo non averlo mai saputo ma, trovato poi il successo, sia rimasto comunque lo stesso uomo.
Uomini che cambiano, uomini che non cambiano, uomini che mollano e altri che resistono.

28.3.15

Recensione: "Spring Breakers"

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Era il mio primo Korine.
Eppure sono almeno 4 anni che mi sono appostato dietro di lui, pronto a sferrare l'attacco.
Ho sempre voluto vedere Gummo ma il viso di quel bambino mi repelle, colpisce zone del mio cervello sconosciute.
Volevo vedere Mister Lonely che qui l'anno scorso diedero addirittura in una rassegna al cinema. Non andai, non l'ho più recuperato.
Volevo vedere Trash Humpers e Julien Donkey-Boy ma anche loro, come Gummo, mi danno sensazioni strane, un misto di attrazione-repulsione che ancora non sono riuscito a superare.
E così ho cominciato dall'ultimo, dal meno sperimentale, da quello che ha lanciato Korine nel mondo del cinema di massa, davvero strano se si considera l'assoluta pazzia degradata e infernale dei suoi precedenti film.
Non ho letto critiche di Spring Breakers ma non faccio fatica a pensare che molti si saranno divisi tra porcata colossale e genialata d'autore.
La verità, come quasi sempre, sta nel mezzo.
Uno non preparato vede il cast, vede la trama, vede il film e non può non pensare a Spring Breakers come a un filmetto di tette e culi, sesso e droga.
Che poi quello è, intendiamoci.
Ma se solo pensassimo all'autore che c'è dietro, al suo background, ai suoi film precedenti, capiremmo subito che quella di Korine è una provocazione mirata a tavolino, ossia poter nascondere il suo genio, le sue tematiche e la sua poetica dietro una confezione che ha davanti i visini di High School Musical e Hannah Montana e feste da sballo in cui non viene mostrato nulla che non sia alcool, sesso o droga (non c'è un singolo momento durante queste feste o di riflessione o di stacco dal puro sballo).


Io vi prendo le icone delle brave ragazze e ve le faccio diventare bad girl senza alcuna morale.
Io vi mostro il deliro del Nulla mettendoci dietro tutto me stesso.
E l'operazione funziona, non del tutto ma funziona.

27.3.15

Recensione: "Tenebre" - D(i)ario Argento, la mia storia d'amore con il Re del Giallo - 7 - di Miriam

Settimo appunto con Miriam del blog Mirigoround nel viaggio dentro la cinematografia argentiana.
Quasi in montaggio analogico da Inferno passiamo a Tenebre.
Ma sarà davvero così analogico?


Ci sono giorni in cui ho fisiologicamente bisogno di guardarmi un film horror. È un bisogno fisiologico perché ha un effetto benefico sul mio sistema serotoninergico: ragazzi, per farla breve, gli horror mi fanno da antidepressivo.
Se avete il cuore spezzato cosa fate, vi guardate Amour?
Se siete depressi vi guardate Melancholia? (beh, quasi quasi)
Se siete nostalgici vi guardate Pollo alla prugne?
No, accidenti (e vorrei far notare che ho citato 3 film che adoro – i primi due sono tra i miei preferiti di sempre). Le soluzioni, in questi casi, sono due: o Woody Allen degli anni ’70 e ’80 come se non ci fosse un domani, o un bel film horror, possibilmente con i mostri (una cosa alla Carpenter, magari) o con tanto Sangue e Tensione, che è una delle coppie più belle del cinema. So bene che WA e l’horror non vanno a braccetto, ma, in realtà, condividono più di quanto si possa immaginare: entrambi, per funzionare come si deve, necessitano di cura per il dettaglio, inquadrature potenti (la faccia espressiva di WA o i volti deformati dall’orrore, tipo la nostra screaming queen del cuore ), sequenze che fanno dei mini-film a sè (i siparietti di WA come McLuhan che si materializza in coda al cinema vs. le sequenze di Morte, che, se fatte bene, sono dei corti-capolavori horror) e, infine, importantissimo, il divertimento. Perché se con Woody Allen è il divertimento a mischiarsi all’amarezza (pensate allo straordinario Harry a pezzi) e al dolcissimo cinismo di cui solo lui è signore e padrone, nei film horror è la Morte a mischiarsi con il divertimento (vedi Quella casa nel bosco, ma anche tutti i Darii, la saga dei Nightmare di cui il terzo è, secondo me, una notevolissima perla, gli esercizi ben riusciti della serie Masters of Horror – nota dolente per il nostro adorato Maestro, ma ne riparleremo a tempo debito).

26.3.15

Recensione: "The Guest" (2014)



leggeri spoiler qua e là
Lo vedi, a volte prendersi prima 2,3 informazioni non sarebbe male, e io che mi ostino invece a vedermi film senza sapere niente che non vada oltre una riga di trama e qualche voto letto in giro.
Eppure dovevo aspettarmelo perchè Wingard lo conoscevo già bene.
E cosa accomunava You're Next e i due V/H/S?

1 Una certa originalità. Schemi abusatissimi sì ma riproposti con sapori leggermente diversi. L'home invasion con 10 vittime da uccidere, il found footage a episodi con cornice esterna (la sua poi, di Wingard)

2 L'aver sia pensato che girato bei film, con grande conoscenza del mezzo, sia tecnicamente che come atmosfere

3 Il divertirsi col genere non prendendosi mai del tutto sul serio e giocandoci su

Ecco, il punto 3 me l'ero dimenticato.

Vedo il primo tempo di The Guest e penso che sia un grandissimo film. Che poi, visti i precedenti del buon Adam, mi aspettavo un horror e invece mi ritrovo un drammatico/thriller psicologico/camp che poi, ed è lì tutto il problema, mi diventa persino un action.

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C'è questo militare che sbuca dal nulla e si presenta, dicendo di esser stato un suo grande amico, alla famiglia di un soldato morto da poco. Si fa benvolere, racconta loro del figlio, li protegge. Si conquista fiducia massima, lo fanno vivere con loro.
Era una storia bellissima, inquietante, che poteva portare a mille derive e soluzioni diverse.

25.3.15

Incipit a cazzo di libri che non scriverò mai (N°1): La simmetria della morte e limoni raccolti per terra

Ogni tanto mi capita di prendere il pc e dirmi: "Dai! ora scrivo un racconto lungo o un libro, ce la posso fare!". Mi sarà capitato 100 volte, credo di non essere mai riuscito ad arrivare oltre pagina 10...
Stasera lo stesso, guardavo la tv e mi è venuta in mente un'immagine, quella di donne siciliane che raccolgono limoni per terra. Ho scritto una paginetta, l'ennesima. Ho deciso di salvarla nel pc invece di buttarla, come sempre, nella spazzatura. Sono tutti aborti morti ancora prima di nascere (beh, pleonastico, l'aborto quello è). Ma ho capito che in qualche modo a sti schizzi di parole voglio bene lo stesso, non li butto più via.


Stava seduto, succhiando limoni, e guardava distrattamente le foto.
Limoni siciliani grossi come i seni di chi l'aveva raccolti, pensava. 
In realtà nemmeno sapeva se i limoni si cogliessero o raccogliessero, non che gliene importasse granchè ma, insomma, a quasi 40 anni un pò gli scocciava avere dubbi del genere. 
"E se i limoni giganti fossero invece di Sorrento?", si chiese ad un certo punto ricordando i limoncelli che trovava nei cesti natalizi che l'Arma, buon cuore, passava loro ogni 21 Dicembre.
Succhiava il suo quarto di limone mentre l'ennesima foto, la dodicesima, gli si parava davanti (perchè per quanto poteva distrarsi pensando a procaci siciliane piegate a 90°il conto delle foto comunque non lo perdeva, sarà per questo che qualcuno lo considerava il migliore, pensò).
Lo sguardo della ragazza nella foto sembrava osservarlo e chiedergli un minimo d'attenzione, con quella bocca serrata che ventriloquando pareva dirgli :"Oh, son morta, echecazzo, rispettami, almeno guardami brutto stronzo".

24.3.15

Recensione "The Loft" (2014)


Sono stato bravissimo! niente spoiler! non ci fate l'abitudine eh

Mannaggia...
A fine visione mi fiondo su Imdb per controllare dove avessi già visto quel'attore, quello con gli occhiali dico.
E che te scopro?
Che non solo The Loft è remake, ma remake di remake.
In principio fu un film belga, 2008. Due anni dopo, con la stessa identica trama, viene riproposto in Olanda. E solo l'anno scorso se lo son presi gli americani, facendo benissimo tra l'altro. E' stranissima questa cosa, di film rifatti dagli americani presi in Europa ce ne sono a centinaia ma credo che ci siano rarissimi casi in cui in mezzo ci sia un'altra versione europea, di un paese poi confinante a quello originale. Come se un film rumeno fosse rifatto prima in Ungheria e poi negli Usa. Ancora più strano (ma già successo) il fatto che il regista di questo The Loft sia lo stesso dell'originale, belga quindi.
Ma ci sta. Perchè la forza di questo film è tutta nell'idea e nella sceneggiatura, così accattivante che è normale attiri più paesi e più registi.

23.3.15

Io so' io...e voi non siete un cazzo. O la spiacevole saccenza della cinefilia - Scritti da voi - 32 - di Gianluca Memoli


Tre mesi fa parlavo al telefono con un amico, grande cinefilo, di quelli veri. (tra l'altro è quello che avevo già nominato nel post sulla (non) morte del cinema, Frank). Mi ricordo che durante la telefonata gli dissi che lo stimavo per il modo elegante, modesto e accessibile con cui parla delle sue piccole perle introvabili. A un certo punto mi scappò: "sai Frank, quello che mi piace di te è che hai l'umiltà della conoscenza in un mondo che conosce solo l'arroganza della conoscenza". 
Pochi giorni fa mi arriva questo pezzo di Gianluca (trovate le cose che ha scritto, insieme a quelle di tanti altri, in Scritti da voi) e più lo leggo e più penso che in realtà il buon terrone barese mi sia venuto in sogno a rubare tutte le cose che penso da anni. Meno male l'ha scritte lui, lo ha fatto meglio di come avrei fatto io e mi evita pure una fatica futura che prima o poi dovevo affrontare.
Da leggere fino in fondo, con pazienza. 
E, tornando a sopra, forse sto post si sarebbe proprio potuto intitolare "L'umiltà della conoscenza e l'arroganza della conoscenza". 
Ma in senso più lato lo voglio chiamare "l'arroganza dell'umiltà", che non c'è niente di più difficile che urlare al mondo quanto si è piccoli.

“I film si dividono in due sole categorie: i capolavori assoluti e le cagate pazzesche.No, non come “La corazzata Potëmkin” secondo Fantozzi: che quella, invece, è la punta di diamante del cinema d’avanguardia russo. Voglio dire: Ėjzenštejn, cinema muto, montaggio delle attrazioni. Una bomba. Mica come quel cretino di Fantozzi…coso lì, come si chiama…Paolo Villaggio. Che, sì, ha fatto qualche filmetto carino all’inizio – la scena del ‘chi ha fatto palo?’ è anche simpatica – ma poi si è venduto al solito sistema italiota.

21.3.15

Tipi da Videoteca (N°6): Il Bestione Pelato, la paura di morire e un film finito banalmente




Probabilmente se n'era appena uscito L'Ameba col Cane.
Oppure Step Up Boy.
In realtà queste supposizioni non sono frutto di ricordi o reminiscenze, ma semplicemente statistica.
Per un anno buono infatti quelle due strane entità (detto con umano affetto, veramente) venivano praticamente tutti i giorni, o entrambe, o l'una, o l'altra. In realtà quello era anche il periodo del Bodyguard Madeche, anzi, probabilmente era soprattutto il suo di periodo, lui, l'unico cliente che riusciva a stare letteralmente tutto il pomeriggio con me, dalle 16 alle 20 (oh, questo ogni tanto ha pagato pure, incredibile).
Fatto sta che uno de sti 3 personaggi se n'era appena uscito, erano quasi le 8 di sera, ero solo e stavo per chiudere.
Entra il Bestione Pelato.

20.3.15

Recensione: "Time Lapse" (Must per chi ama i paradossi temporali. Nel caso non comprendiate qualche scena, io ve la spiegherò grazie al mio ingegno superiore e ai miei disegni, vergati con ispirazione durante l'Eclissi)




Io l'eclissi l'ho vista in anticipo, stanotte.
Era un'eclissi personale, e non parziale, 100%.
Gli occhi continuavano a vedere ma era il pensiero ad essere completamente accecato dal nero, come se, anche lui, il pensiero, avesse due occhi.
Il fatto è che quando vedo film sui paradossi temporali vado in tilt, divento scemo. Ma non "divento scemo" nel senso di "impazzire", è che proprio divento scemo, punto.
Di solito mi salva mio fratello ma stavolta non potevo contare sul suo aiuto.
Poi però stamattina, mentre il sole a poco a poco mi ricordava quanto siamo piccoli e insignificanti nel Quadro del Tutto, ho avuto delle illuminazioni.
Essere illuminati durante un'eclissi è strano, l'eclissi è la negazione dell'illuminazione per eccellenza.
Insomma, l'eclissi reale ha illuminato la mia eclissi interiore.
Mi sentivo ispirato e, ripensando al film, sono riuscito finalmente a districare le matasse che durante la notte mi arrovellavano il cervello, sempre che questo verbo, "arrovellarsi", che tanti usano senza saperne il significato, abbia veramente un senso.
E allora, foglio e penna in mano, sono andato vicino a trovare la Verità. E a vergarla per sempre su carta.
Quindi Io Io Ve La Donerò in opere d'arte vedute le quali... non vedrete più il film perchè spoilerano tutto. Ma fino alla linea siete tranquilli.
Vi piacciono i paradossi temporali?
Siete stati anche voi maniaci di Lost?
L'avete visti quei due gioielli di Timecrimes e Triangle?

19.3.15

Quelli che il cinema è morto


Ho visto, per ora, 10 film in sala nel 2015.
Direi che siamo perfettamente in media con il range 40-55 che riesco a fare ogni anno.
Ho visto questi 10 film ed ho sempre di più una convinzione.
Ci sono tante persone che dicono che il cinema sia morto.
O, se non morto, gravemente ferito.
In realtà non solo il cinema sta benissimo ma, e qui sta la mia provocazione, è forse più vivo adesso che mai.
Molti che, giustamente, rimpiangono il grande cinema hollywoodiano dell'epoca d'oro o lo straordinario cinema italiano degli anni 60 e 70 (l'ante guerra lascerei perdere, altro cinema, altro mondo) in realtà dimenticano che perlopiù, ripeto perlopiù, quello era un grande cinema di genere. Non che questo sminuisca anche soltanto minimamente il loro valore ma quello che voglio dire, e di cui sono quasi sicuro, è che fuori da Hollywood e da Cinecittà il cinema, oggi, sia ancora più vario, più curioso, più sperimentale, più "ampio".
Di contro è morto, almeno in Italia, proprio il cinema di genere, e questa è una sacrosanta verità, impossibile negarla.
Però, seguitemi.
Solo quest'anno, in nemmeno 3 mesi, ho visto:

Hungry Hearts. un bellissimo film italiano, al confine tra il drammatico e il noir, su tematiche caldissime

18.3.15

Recensione "Cloro"


Abbiamo (forse) un nuovo autore.
Abbiamo (molto probabilmente) un nuovo regista.
Abbiamo (senza ombra di dubbio) una nuova grande attrice.
Intanto mi riprometto di affrontare a brevissimo in un post la questione cinema contemporaneo-sala-etcetera, ce n'è bisogno.
Detto questo.
Per almeno metà film Cloro mi ha dato l'impressione di essere un'opera prima straordinaria, un vero e proprio piccolo miracolo (italiano).
Non è che poi cali eh, è solo che è mancato il cambio d ritmo che ti aspettavi, il guizzo, il film si assesta e rimane lì, sobrio, onesto, piacevole, ma senza rapirti completamente.
Cloro è la storia di Jennifer (la madre adorava le soap opera, che ci volete fare) una 17enne di Ostia costretta a crescere troppo in fretta. La mamma è morta, il padre è perso mentalmente nel buio più completo (forse proprio a causa della morte della moglie, forse persino per senso di colpa, c'è una frase sibillina al riguardo), il fratellino è un bambino che alterna vivacità a momenti completamente spenti, un bambino senza più genitori, shockato.

16.3.15

I Tesori di Jolly Roger (N°13): Rednecks Horror PARTE 2 - Gunnar Hansen e i capostipiti del genere (Two Thousand Maniacs, MudHoney e Un tranquillo weekend di paura)

Seconda grande puntata del viaggio di Jolly (frutto di personalissime ricerche) nel -nemmeno tanto ufficiale- sottogenere dei Rednecks Horror.
Dopo un'altra decina di chicche rimaste indietro sul primo "Non aprite quella porta", Jolly ci parla di quelli che, forse, possono essere considerati i capostipiti del genere.
E lo so, l'immagine di copertina c'entra poco (è comunque la protagonista di uno dei 3 film) ma quando ce vole ce vole
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Rieccoci qui con i nostri cari amici Redneks, i Colli Rossi, per la seconda puntata a loro dedicata.
Come detto nella prima puntata, Non Aprite Quella Porta è stato il primo film horror a larga scala ad aver portato sullo schermo questi svitati e inquietanti abitanti del sud degli USA e a conferir loro una caratterizzazione spiccatamente orrorifica. Tuttavia il citato film non fu il primo horror a trattare questo tema: i Rednecks avevano già fatto la loro comparsa in altri film precedenti (quindi prima del 1973) che diedero un contributo fondamentale nell’ispirare Tobe Hooper per il suo capolavoro.
Qui ne vedremo tre, più o meno noti: MudHoney, 2.000 Maniacs e quel piccolo gioiello di Deliverance.
Però, prima di parlare di loro, vorrei di nuovo tornare su Non Aprite Quella Porta per parlarne con tono più spiritoso, segnalando alcune divertenti curiosità che nella prima puntata ho omesso per ragioni di brevità.
Eccone alcune: 
- Le riprese durarono 32 giorni. Gli attori ricevettero poche centinaia di dollari. Come si può ben immaginare non tirava una buona aria tra la troupe e il regista Tobe Hooper! Comunque, lui stesso incassò pochissimo. Gli ingenti proventi finirono tutti alle società alle quali era stato costretto a vendere i diritti del film per reperire i fondi necessari a realizzarlo.
- I soldi erano talmente pochi che non bastavano per affittare un furgoncino. Quello sul quale girano i ragazzi è il furgone da lavoro del tecnico delle luci!
- Paul Partain, l’attore che interpreta il disabile che viene ucciso dal Leatherface, sul set non rivolgeva neanche la parola a Gunnar Hansen (che interpretava il Leatherface), il quale, poveraccio, ci restava molto male e si chiedeva continuamente perché fosse oggetto di tale prezzante comportamento. In realtà, Paul Partain teneva questo distacco per entrare maggiormente nel proprio personaggio: i due si chiarirono e diventarono amici…ma molti anni dopo le riprese!
-  La temperatura, quando fu girato il film, era costantemente sopra i 42 gradi. Gli attori furono costretti ad utilizzare sempre gli stessi vestiti, col divieto di lavarli. Dopo qualche giorno, cominciarono a puzzare. In particolare Gunnar Hansen, che era costretto ad indossare tutto il giorno la maschera ed il pesante vestito di Leatherface, puzzava come un animale e, poveraccio, se ne doveva stare sempre in disparte perché gli altri erano nauseati dal suo odore!

14.3.15

15 libri importantissimi della mia vita. E la curiosità di sapere i vostri.


Da 4 anni non riesco a leggere. Non so se sia (90%) mancanza di serenità o (10%) eccessiva "virtualizzazione" della propria vita (perchè, diciamocelo, rispetto a prima tanto tempo libero della nostra vita lo passiamo davanti a sto cazzo de pc) ma il fatto è che rileggo la stessa frase 50 volte, senza riuscire a concentrarmi.
Però in vita mia ho letto, ho letto tanto. Per una quindicina d'anni credo di aver viaggiato a 30,40 romanzi l'anno.
Sulla scia di quanto sta per fare il mio amico Massimo (quello del post sulla malinconia) mi è venuta voglia di buttar giù una lista di libri e autori che sono stati importanti nella mia vita. Ovviamente ne mancheranno di importantissimi, questi esercizi sono sempre molto ballerini ed estemporanei, però anche se non saranno I 15 libri più importanti di sicuro sono 15 libri importanti.
Magari un giorno, se ricomincerò a leggere, questo diventerà uno spazio dove fare anche alcune chiacchiere sui libri.
Ho deciso di mettere UNA sola opera per autore, altrimenti Pennac, Dostoevskji, Saramago e Kafka cannibalizzavano tutto.

Io metto i miei.

e i vostri?

13.3.15

Recensione "Foxcatcher"


(ci sono tanti che dicono di amare il cinema e poi vedono tutti i film in streaming, anche quelli presenti in sala in quel momento. Almeno questo qua, preso veramente da moltissimi cinema, andate a vederlo in sala. Non è un capriccio, ma un piccolo modo di aiutare veramente il Cinema a non morire)

Magistrale.
Poco tempo fa avevo espresso la mia scarsa propensione per i biopic (uscirono quasi contemporaneamente American Sniper, La teoria del Tutto, Big Eyes, Turner e The Imitation Game, visto nessuno). In realtà non ho mai capito da cosa derivi questa mia ritrosia con il genere. Poi ho pensato che anche in letteratura preferisco la narrativa ai saggi, se mai il paragone possa avere una minima attinenza. Non lo so se è perchè ho bisogno sempre e comunque di finzione, di creazione o per qualche altro motivo (in realtà non sono nemmeno un appassionato di Storia, insomma, di base non sono portato).
Però, se vedere film biografici che raccontano la vita di chicchessia non mi dice nulla, mi hanno sempre invece affascinato film che raccontano vicende realmente accadute, magari piccole, magari circoscritte, magari nascoste. Saputo che Foxcatcher raccontava dell'incredibile storia che legava uno degli uomini più ricchi d'America a due lottatori professionisti medaglie d'oro alle Olimpiadi beh, questo era proprio il soggetto per me.
E il film è letteralmente meraviglioso.

11.3.15

Recensione: "Eyes Wide Shut"


Excusatio non petita.
Vedo per la prima volta Eyes Wide Shut ieri notte, più di 15 anni dopo la sua uscita. Non c'è una singola ragione per questo ritardo, solo casualità. E se una ragione c'è è proprio quella che amando un regista così tanto un pò ti mette pensiero vedere il suo ultimo film. Non sono nemmeno ancora riuscito a leggere l'ultimo romanzo di Saramago ad esempio (benchè, tecnicamente, fosse il suo primo).
Ci tenevo per questo a dire una cosa.
Come tutti i film di Kubrick anche EWS sarà stato vivisezionato da tutti. Avranno analizzato anche il cappello dell'ultima comparsa in fondo a destra. Io, tutti questi 15 anni, non ho mai letto nulla, come mio solito. Figuratevi che pensavo che a quelle orge in costume partecipasse la Kidman... Quindi questa sarà una rece piena di cose ovvie, banali, sbagliate, fuori tempo, e incomplete rispetto a tutto quello che voi, tutti questi anni, avete letto o capito di questo film, magari visto pure più volte come meriterebbe. Per me è come se ieri fosse stato il 1999 e io fossi dentro a un cinema.

10.3.15

Recensione "Birdemic" ( ma, più che altro, la BIRDEMIC EXPERIENCE) - Gli Abomini di Serie Z - 25 -


Uno è portato a pensare che la prima volta che degli amici vengono a trovarlo nella casa nuova si presentino alla porta con:

1 un vinello bono, oppure
2 un tris de salami de Battilani, oppure
3 un libro per farmi ricominciare a leggere, oppure
4 un caso umano che non conosco per passare la serata tipo La Cena dei Cretini, oppure
5 un oggetto di uso comune per la casa, oppure
6 un bel film

certo non ti aspetti che arrivino con un hard disk e con una frase d'accompagnamento:
"Questo è il più brutto film della storia del cinema"

Prima di andare avanti e raccontare l'esperienza faccio due conti:

- ho 37 anni
- vedo film da quando ne ho 7
- ci sono stati anni da 350 film e altri da 100, ma almeno due a settimana, anche quando ero figlio (umbro, per bambino) credo in media di averli sempre visti
- potremmo, stando molto bassi, quantificare in 145 (poco meno di 3 a settimana) i film visti all'anno
- il totale è intorno ai 4290 film

9.3.15

Recensione: "Policeman"

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spoiler pesanti solo dopo la riga divisoria



Lo vedi già nella prima scena (un perfetto e quasi inedito camera-bike) che lui è solo davanti a tutti, lui

che vuole mostrarsi il più bello, il più atletico, il migliore. E poi quell'urlare alla valle il proprio amore per Israele. C'è un pò tutto là, e sono passati solo due minuti.
E poi ancora le flessioni vicino alla moglie incinta, quelle nell'ascensore, i saluti da macho al party, le prove (con il figlio di un'altra) davanti allo specchio per immaginarsi come starà con i suoi muscoli e con il figlio che verrà, i commenti su "culi ingrossati" di ragazze invece perfettamente in forma.
Un uomo innamorato di sè, del proprio fisico, della propria immagine, del suo ruolo di poliziotto speciale d'assalto e del proprio paese.
Dall'altra parte c'è lei, una ragazza che di israeliano non sembra aver nulla, con quel volto bianco e quei capelli biondi, una nordica nel paese più caldo del mondo, quello dei conflitti, quello delle contraddizioni, quello delle rivendicazioni. Lei sembra credere nella lotta che vuol portare avanti, scrive i discorsi, si vanta in discoteca, ha lo sguardo fermo di chi ha un obbiettivo, di chi nemmeno può avere il lusso di innamorarsi perchè ci sono cose più importanti, adesso.

8.3.15

Recensione: "Inferno" - D(i)ario Argento, la mia storia d'amore con il Re del Giallo - 6 - di Miriam

Sesto appuntamento con la grande Miriam e il suo viaggio cronologico nell'opera argentiana (trovate tutto qui). Ed ecco che incominciamo a intravadere i primi cali...
Mi sono permesso di linkare alle mie rece qualche titolo che cita Miriam nel caso a qualcuno interessasse approfondire.
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Inferno (stay together for the kids)

Dario Dario Dario (scuotendo flebilmente la testa, con un tenero sorriso, come la mamma quando per l’ennesima volta disegnavate sui muri). Premetto che Inferno non è uno dei miei Darii preferiti, ma, ciononostante, lo trovo un horror dignitoso. Che non è un commento tiepido, ma, anzi, vale quanto una critica positiva, dato che gli horror dignitosi non sono molti.

7.3.15

Recensione: "Eaters"


Epidemia mondiale cominciata da un non meglio precisato Untore (che l'ha fatto apposta 
dice).
Le notizie dei vari tg sono sempre più apocalittiche, all'inizio sembra una banale influenza, poi si arriva a quasi un miliardo si persone morte in un amen (la messa è finita).
Poi l'ultimo Tg ci dà il colpo di grazia: "Il Papa si è suicidato con un colpo alla testa. Pare abbia scritto su un foglietto: "Non voglio tornare"
(che gli zombie se non morono per colpa della testa poi tornano, se sa, è quello il fatto)
E così, dopo soli 5 minuti, hai già tutto quello che avrai da Eaters nie restanti 90, ossia un film che al tempo stesso lo odi e glie vuoi bene, tipo uno che glie meni, poi lo rialzi e lo curi, e poi lo rimeni, poi lo rialzi e lo curi, e poi lo rimeni, poi lo rialzi e lo curi e poi lo rimeni.
Poi lo rialzi e lo curi. Senza menallo più poi.

6.3.15

Il perchè di un blog. E il racconto de La Zona e della prima volta. E, se volete, il racconto anche della vostra


Perchè si apre un blog?
Per egocentrismo?
Per sfogarsi?
Semplicemente per scrivere?
Per cercare di trovare, lungo la strada, qualche compagno di avventura e passione?
Per avere un archivio personale di tutto quello che si è visto e scritto?
Non c'è mai un unico motivo in verità, ve l'assicuro. E, quasi sempre, è un insieme di tutti questi qua sopra. Più degli altri volendo.
Io, anche se sembra la motivazione più raffazzonata e stupida, lo aprii per l'ultimo motivo che ho scritto, ossia per avere un luogo dove tenere salvate per sempre le cose che già scrivevo da anni in quaderni che puntualmente perdevo (come tutti i quaderni della mia vita, centinaia).

5.3.15

Recensione: "Die Wand (The Wall)" - In Search of Visions, Sublimazioni di realtà - 5 - di Romina Bracchi

Torna la rubrica dei film disancorati e sospesi dalla realtà di Romina (qui i precedenti). Non ho letto la rece perchè questo voglio davvero vederlo ma facendomi raccontare la trama da lei pare davvero un bellissimo film, un mix tra Picnic ad Hanging Rock e l'Angelo Sterminatore di Bunuel (ma sono cose che dico senza saper nulla, non vogliatemene).

Risultati immagini per die wand film

(Scusate se ho abusato della parola "donna" in questa rece ma della protagonista non sappiamo il nome, sappiamo solo che ha un volto talmente espressivo che pare parlarci con gli occhi. Che poi sono molto felice che per una volta la protagonista di un film che ho amato sia una donna visto che, di solito, mi identifico sempre coi personaggi maschili.)

Una decapottabile rossa si sta dirigendo verso una baita in montagna. All'interno c'è una coppia di mezza età, un cane e una donna dal volto malinconico, primo piano sulla sua espressione insofferente, lo sguardo nervoso contro il paradiso naturale che le scorre intorno. Musica vagamente anni 60 nell'autoradio. I tre amici sono arrivati sulle montagne per una battuta di caccia. Quando arriva la sera, marito e moglie scendono al villaggio per bere qualcosa in un pub, lasciando la donna nel rifugio in compagnia solo del suo cane. La mattina dopo, la donna si risveglia e scopre dai letti non sfatti che gli amici non sono ancora tornati, decide quindi di andarli a cercare al villaggio, ma dopo pochi metri a piedi con Lince, il cane, è costretta a bloccarsi perchè scopre davanti a sè una barriera invisibile, come un muro di vetro che le impedisce di proseguire. Inutile dirvi che quando arrivo a questa scena già comincio ad esaltarmi, già mi piace parecchio e immagino che continuerà a piacermi.

4.3.15

Recensione "L'immagine mancante" - BuioDoc - 17 -


Raramente ho pensato in vita mia di aver visto qualcosa di necessario.
Nemmeno i film più meravigliosi, nemmeno quelli con più cose dentro li ho quasi mai ritenuti necessari.
Fino a ieri, in una magnifica saletta cinematografica da 25 posti, un salotto con schermo grande insomma. Solo io, un'altra persona, il mio blocchetto e quest'opera enorme.
E necessaria.
Il 17 aprile del 1975 i Khmer Rossi prendono Phnom Pehn, la capitale della Cambogia. Probabilmente è da considerarsi come data di inizio di una delle più grandi e sanguinarie dittature di sempre, quella di Pol Pot. Nessuno conosce i numeri ma nella migliore delle ipotesi un cambogiano su 3 fu ucciso o morì di malattie e stenti tra il 1975 e il 1979. Parliamo, nella stima più bassa, di un milione e 200.000 persone.
Non mi interessa la politica, lo sapete, ma l'uomo.

3.3.15

Recensione "Vizio di forma" (Inherent Vice)


Si vede che con gli Anderson io debba avere un rapporto particolare.
Wes, il pastellaro, riesce sempre ad affascinarmi ma mai a farmi innamorare.
Paul Thomas invece non sbaglia mai, ogni suo film è per me la conferma di trovarmi davanti uno dei più grandi ma poi, alla fine, resto sempre sulle soglie del capolavoro senza (quasi) mai entrarvi.
Magnolia, capolavoro intendo, lo è.
Ubriaco d'amore per me è bellissimo ma non lo è.
Il Petroliere per me è bellissimo ma non lo è.
The Master per me è bellissimo ma non lo è.
E Vizio di forma? lo stesso.
Siamo dalle parti di The Master, ossia di quei film apparentemente semplici ma in realtà complessissimi dentro, quasi inafferrabili.

2.3.15

Recensione "Birdman" (lo so, è un doppione, ma questa è troppo bella, altro che la mia) - Scritti da Voi - 30 - di Pierluigi Tronchetti

Non metto mai rece esterne di film che ho già recensito io. E' solo una questione di archivio, per non creare confusione. Però un amico, che non è nè un "blogger" (io sta parola la odio ma non trovo sinonimi) nè uno che scrive -che sappia io- da nessuna parte mi ha mandato questa di Birdman così bella e così "nuova" che meritava di essere pubblicata.
Grazie Pierluigi.


“L’illusorio volo di Birdman”

Ad Hollywood niente e' ciò che sembra. Una patina dorata avvolge e stravolge tutto e tutti, illudendo le figure umane che in quel modo dimorano,  di essere corpi celesti incastonati nella magnificenza del firmamento. Sono stelle brillanti, luccicanti, scintille di fulgida luce il cui riflesso altro non e' che  il frutto della compiacenza di un pubblico da cui sono stati sin da subito amati e idolatrati. Proiettati prematuramente in volo  sul palcoscenico delle divinità, prima ancora che su di un prestigioso set cinematografico, vivono  arrogandosi il diritto di poter essere al di sopra di  tutti!

1.3.15

10 film talmente brutti da correre il rischio di esser considerati meravigliosi


Il brutto è una strana categoria.
Almeno nel cinema.
Perchè un film brutto è un film brutto, non ci piove.
Ma quando un film brutto è così brutto da far fatica a capire come possa esser così brutto avviene una strana magia, quel film rischia di diventare un ricordo indelebile e, in qualche modo, piacevole.
I film orridi, quelli che in un'ipotetica pista d'atletica del Brutto riescono a finire il giro, arrivano al traguardo vincenti, molto più avanti di film mediocri o anche carini di cui il giorno dopo non ci ricordiamo nulla.
E allora volevo fare una breve guida dell'orrido dell'orrido per segnalarvi quei film che finiscono tranquillamente il giro di pista dello schifo, anzi, qualche volta tentano anche gli 800 metri alla Sebastian Coe.