Io non so quanti di voi conoscono l'incredibile vicenda che mi portò a diventare amico, seppur solo virtuale, di Giorgio Neri.
Per chi volesse leggere quello che successe e magari farsi anche due risate vi metto il link:
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Per chi volesse leggere quello che successe e magari farsi anche due risate vi metto il link:
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Sta di fatto che dopo quell'assurdo avvenimento Giorgio cominciò a curare una rubrica qua dentro e, ridendo e scherzando, con il 16imo appuntamento di oggi posso dire che è al momento, in quasi 12 anni, la rubrica esterna più longeva di tutte.
La cosa buffa è che sta recensione Giorgio me l'ha mandata 6 mesi fa ma la pubblico solo adesso (sei mesi fa ero in un momento che non mi sarei accorto manco del famoso elefante nella stanza).
Tutto questo però fa pendant con la storia con la quale ci siamo conosciuti, il nostro rapporto evidentemente si basa su tempistiche lunghe ;)
Per il resto lo dico da sempre, per questo tipo di cinema sconosciuto, sporco, cattivo, politicamente scorretto, cult e a volte perverso, Giorgio è forse un luminare in Italia.
E leggerlo, anche quando magari i film di cui parla non si possono vedere, è sempre un piacere.
Vi lascio a lui
1987
Regia: Joseph Ruben
Ciò che è in basso è come ciò che è in alto,
e ciò che è in alto è come ciò che è in basso,
per compiere i miracoli della Cosa-Una.
(Ermete Trismegisto)
The Stepfather - Il Patrigno uscì nel 1987, nel pieno boom di quei film che
mescolavano l’horror al thriller, immergendo l’amalgama in una quantità di
sangue non indifferente. I serial-killer erano i personaggi più gettonati perché
personalità complesse e sfaccettate che potevano essere analizzate infinite e
infinite volte, tante sono le psicopatologie che li caratterizzano e che possono
dare adito a sceneggiature stratificate da significati metaforici complessi, alle
volte espliciti altre volte impliciti. Il sesso, il rapporto burrascoso o
anaffettivo con i genitori, il bullismo e centinaia e centinaia di altri motivi
legati alla psiche umana - cristallo fragilissimo - sono le cause di atti
criminali, dai più efferati a quelli che non si estinguono nel sangue ma in una
forma di tortura ben più subdola e cattiva come il ricatto o l’astio reiterato quanto un dispetto infantile.
Così nel 1987 entra in scena il patrigno.
Jerry Blake è interpretato da Terry O’Quinn - attore che, tanto quanto un
pater familias, si carica sulle spalle tutto il peso del film con una straordinaria
interpretazione - e il film è stato oggetto di due sequel: Stepfather II di Jeff
Burr (1989) e il film televisivo In Casa Con Il Nemico di Guy Magar (1992);
ha avuto un remake nel 2009 dal titolo Il Segreto di David - The Stepfather di
Nelson McCormick. In piena regola con la serialità che impazzava in quegli
anni - da Halloween a Venerdì 13 - anche il patrigno diventa un’icona, minore
rispetto agli dei di sangue del botteghino ma pur sempre un’icona.
E tale icona si trova a proprio agio nella casa di una normale famiglia: la
“Casa Dolce Casa” del sogno americano. A tal proposito, la genialità della
sceneggiatura di Donald E. Westlake, noto scrittore di romanzi gialli, è quella
di aver mosso le azioni dei personaggi all’interno di ogni locale; così il film
si può suddividere nelle stanze della casa e con un movimento che va dal
basso verso l’alto e viceversa, in una decostruzione della tranquillità degli
ambienti che trova in Joseph Ruben un perfetto regista della messa in scena,
senza tanti fronzoli, decisa, mai compiaciuta, anzi fredda e distaccata.
E perciò ancora più crudele
Joseph Ruben era al secondo film dopo Dreamscape - Fuga Dall’Incubo del
1984; però soltanto dopo The Stepfather - Il Patrigno avrebbe trovato la sua
strada e proseguito nella critica alla società americana con molto più cinismo,
e sfornando uno dei cult più chiacchierati e discussi del 1993: L’Innocenza
Del Diavolo, interpretato dai giovanissimi Elijah Wood e Macaulay Culkin e
che ancora oggi stupisce per il cattivo, crudele e assolutamente imprevedibile
finale, mettendo una pietra tombale sopra il perfetto nucleo familiare
strombazzato dal glorioso sogno americano. Non a caso, Terry O’Quinn dirà
alla festa con i suoi vicini: “Io vendo il grande sogno americano!”; non a caso
egli è un venditore di case - vuole dare una casa alla famiglia perfetta; sempre
non a caso, quando ormai tutto starà per andare a rotoli e dovrà mettere fine
alla sua esperienza con la famiglia in cui si è installato, egli troverà un nuovo
lavoro nel campo delle polizze assicurative, specificando che è interessato al
ramo famiglia - “il più duro perché bisogna ricordare alla gente che dovrà
morire” come dice il direttore dell’agenzia.