26.5.17

Recensione: "Get Out" (Scappa)

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Sono dovuto andare a vederlo due volte al cinema.
E non per la difficoltà del film.
Ma ne è valsa la pensa perchè Get Out è un gioiello di sceneggiatura, un film quasi perfetto, cinema d'autore mascherato da horror di multisala.

presenti spoiler

Vi è mai capitato di vedere un film e accorgervi solo alla fine che praticamente non l'avete visto?
E non perchè stavate stirando, chiacchierando o eravate in dolce compagnia ma semplicemente perchè la vostra testa era completamente altrove.
O.k, sì, vi sarà capitato.
Ma al cinema?
Una settimana fa (o 10 giorni? o 15?) sono andato con i miei amici a vedere Alien Covenant.
Vi giuro, mi ricordo se va bene 2 scene. La mia testa non è mai riuscita a seguire un solo dialogo o uno sviluppo di trama.
Quattro giorni fa ci riprovo.
Vado con Federico a vedere Get Out.

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E stavolta riesco a far funzionare il cervello al 50%. Resta il fatto che alcune domande del mio amico alla fine del film per me erano quasi incomprensibili.
Ma avevo la forte sensazione di aver visto un gran bel film.
Provo a scriverne per 4 giorni, arrivo al massimo a riga 2.
Decido allora di tornare a vederlo, sempre al cinema, stavolta con mio fratello, Romina e un altro amico.
E uso una tattica perfetta. In tutte le scene che ricordavo perfettamente lascio andare il cervello a quell' altrove. Una volta sono uscito addirittura di sala per farlo.
Mentre in tutte le sequenze che ricordavo male sto là, concentratissimo, quasi da quiz televisivo.
E riesco a mettere insieme tutti i punti.
Praticamente ho speso 25 euro per vedere un solo film.
Ma Get Out è un grandissimo film, praticamente perfetto.
Una sceneggiatura in cui non c'è un dialogo, un movimento o un passaggio superfluo o sbagliato.
Un travestirsi da "horror" da sala quando in realtà ci troviamo davanti a vero cinema d'autore, quello delle idee, quello del gran sviluppo delle stesse, quello della cura di tutto.
A me ha ricordato tantissimo Quella casa nel bosco. Entrambi sono a mio parere dei film "operazione", dei progetti, degli esperimenti col genere, dei giochi con lo spettatore, dei modi geniali di usare l'horror per parlare di tanto altro.
Anche di noi.
Ma quello che rende veramente straordinario Get Out è questo suo essere un film che parla di un razzismo che, se lo vai a veder bene, è totalmente "al contrario".

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Grande l'incipit, bellissimo il brano sui titoli di testa, evidente sin dall'inizio la cura tecnica.
C'è un incidente con un cervo che ricorda molto quello dello straordinario The Invitation. Anche se qui la metafora è molto più chiara, la scopriremo dopo.
(Buffo che i punti in comune tra i due film non si limitino a questo)
Chris e Rose sono una coppia affiatatissima.
Rose vuole far conoscere Chris in famiglia. 
C'è un solo problema, Chris è nero. 
Ma lei lo assicura che i suoi non sono razzisti, saranno contenti.
E, attenzione, è qui una delle perle di sceneggiatura.
Se ci pensate bene che loro non siano razzisti è verissimo.
O meglio, lo sono per il fatto di dividere l'umanità in razze, ma non nel considerare quella inferiore...
Si arriva a questa splendida villa isolata.
E comincia un thriller in continuo climax, un cinema della minaccia e del tentativo di comprensione della stessa.
I due domestici neri della famiglia Armitage sono stranissimi, sembrano su un altro mondo (sembrano me). Chris, da bravo fotografo, inizia a vedere tutti i dettagli, a capire che là c'è qualcosa di completamente sbagliato.
Già, ma cosa?
Arriviamo alla scena di notte.
Scena a me cara perchè mio nonno era uno dei più importanti ipnotisti italiani.
E curava soprattutto il tabagismo, come qua.
La scena è resa in maniera perfetta. La colonna sonora che viene "affiancata" dal tintinnio del cucchiaino (e, attenzione, era già successo fuori, con i thè, è lì che è cominciato tutto), Chris che sprofonda in quel mondo sommerso (echecazzo, ancora me) e che vede la madre di Rose lassù, in cima...
Il senso di colpa per la morte della madre diventa il grimaldello per entrare dentro di lui.
(ecco che capiamo qui la scena del cervo investito e non soccorso che nell'incipit faceva tanto male a Chris...)
Lo spettatore fa presto 1 + 1, l'ipnosi, Georgina, Walter...

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Ma avvengono tante più cose.
C'è la grande sequenza della cena, con l'attore che interpreta il fratello di Rose veramente formidabile.
C'è la corsa di Walter (ragazzi, questa è la vera scena horror del film, per mille motivi, pensateci... Quel nonno che fu battuto da Owens e che ancora adesso vuole correre, correre, sempre più forte, per superare quel trauma).
Una scena che per potenza mi ha ricordato quella nelle fondamenta di The Visit.
E Georgina che si trucca, che sembra una gran dama.
Straordinario.
Arrivano poi tutti gli ospiti.
E qui c'è una sequenza di 4 secondi che secondo me è talmente geniale da non rendersene conto.
Ad accogliere gli ospiti va il giardiniere nero, Walter. E tutti lo abbracciano...
Lo spettatore più scafato capisce che qui il nostro ragazzo sta finendo in qualcosa di molto grande. Ma è quasi impossibile prevedere cosa.
La sequenza del flash del cellulare che dà titolo al film (che grande attore quel ragazzo di colore), quella terribile, quasi horror, del bingo-asta. E tutti questi bianchi che adulano, che guardano...
Il climax è quasi al massimo ma ancora non si riesce ad intravedere il senso di tutto.
In mezzo a tutto questo il grande regista e sceneggiatore (nero, ovviamente) Peele, infila un personaggio straordinariamente comico, l'amico di Chris. Qualcuno storcerà il naso ma io l'ho trovata l'ennesima grande scelta. Oltre alle risate che fa fare questo è un grande personaggio per le intuizioni geniali che ha, praticamente tutte giuste.
Arriveremo all'ultima parte, quella dello svelamento.
Quella che ci fa capire che se c'è un razzismo è ribaltato.
Loro vogliono essere loro, incredibile.

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E ripensi a tante piccole battute, tante piccole scene ("io non obbedisco a nessuno" dice Georgina), a come il regista abbia messo tante piccole esche.
E c'è poco da fare, funziona tutto anche qui. Funziona la pazzia del progetto, funziona la parte violenta e quasi splatter, funziona alla grande il finale.
Quasi commovente come la "parte nera" di Walter in quei pochi minuti di lucidità decida di farla finita.
Funziona tutto.
Film anche profondamente politico, ma ci saranno fior fiore di recensioni a parlar di questo, io già è un miracolo se ho buttato fuori ste tre/quattro cose.
Mi piace sottolineare però la questione politica in un aspetto forse marginale, quello per cui a nessuno interessa dei neri scomparsi.
E alla fine arriva la polizia.
Eh, purtroppo il nero deve essere sempre il colpevole, sarà lui l'accusato della strage.
E invece no.
Perchè è giusto così.
Chris è finalmente fuori da tutto, anche dal mondo sommerso.
Speriamo di raggiungerlo.


70 commenti:

  1. Paget qual è il tuo segreto?

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    1. Sbagliare quasi tutto nella vita

      ma dagli errori riuscire sempre a migliorare, o almeno provarci

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    2. Visto ieri sera meraviglioso film girato e interpretato benissimo! un vero gioiello da non perdere

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  2. Hai colto perfettamente tutti i punti. Per me non può definirsi perfetto soprattutto a causa di un finale che, se fosse rimasto quello girato originariamente, avrebbe forse rispettato meglio le premesse. Poi non mi è molto piaciuto come hai detto che è "cinema d'autore che si traveste da horror" (il cinema di genere può essere nobile!), ma capisco cosa intendi :)

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    1. E quale era il finale originale Michele?

      no no, hai capito male, ho scritto "cinema d'autore che si traveste da horror da multisala"

      senza quel "da multisala" è tutto diverso

      e caspita se i generi non possono essere d'autore ;)

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  3. Molto interessante e funzionale.
    Di sicuro, ottimo thriller sociale.

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  4. Bravo a sottolineare quella cosa dei neri scomparsi, figurati che qualcuno lo vedeva come un difetto: "non è possibile che nessuno li abbia mai cercati", eh perché non sei un nero in america, se ti trovano c'è caso che ti sparano pure :D
    Aggiungo anche che secondo me non è un caso che il padre ricordi tantissimo Steve Jobs, idolatrato per il fatto di contrastare la Microsoft, senza considerare che la Apple è una multinazionale (con tutte gli annessi e connessi del caso) tanto quanto la Microsoft.
    A conti fatti il bersaglio principale del film credo sia l' ipocrisia dei pensieri radicalizzati, quelli che vedono tutto bianco o nero (sì, il gioco di parole è voluto :D )

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    1. Caspita, sta cosa di Jobs è una grande intuizione

      vero, quasi identico...

      beh, direi che, rimanendo nei colori, qui siamo nel grigio (nero e bianco mischiati)

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  5. Urca, ma solo a me non è piaciuto per niente?

    (Il film intero mi è parso un finto climax, lungo ripetitivo e prevedibile, e di 'sta critica sociale di cui si parla... beh, parodistica)

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    1. No no, anzi, su fb hanno risposto soprattutto detrattori...

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    2. Detrattore è una brutta parola neh, non è mia intenzione.

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  6. come "Quella casa nel bosco" anche "Get out" diventerà un punto di riferimento di cui non si potrà fare a meno.

    https://markx7.blogspot.it/2017/05/get-out-scappa-get-out-jordan-peele.html

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  7. Gran bel film davvero.
    Però oltre al razzismo ribaltato di cui tu giustamente parli, io c'ho visto anche un po' di razzismo "normale". Perché è vero che i bianchi invidiano le caratteristiche fisiche dei neri, ma è vero anche che non si fanno scrupoli a sacrificarli come nulla fosse per i loro scopi.

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    1. Sì sì.
      Ma questo però conta poco. Se uno ammazza un altro perchè desidera essere come lui più che di razzismo parlerei semplicemente di violenza ;)

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  8. non leggo della trama, ma vi chiedo due cose: 1) è angosciante? crea panico? per capirci, se è ai livelli di "quella casa nel bosco" ok...2) che cazzo vuol dire razzismo al contrario?

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    1. Razzismo al contrario non posso spiegartelo, è il colpo di scena

      no, c'è una tensione costante ma è un film che puoi vedere senza problemi

      di certo è molto meno giocoso di quella casa nel bosco

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  9. ahah!!!Ti rispondo alla seconda domanda,Emmegi.
    Credo voglia dire che sono i neri ad essere razzisti verso i bianchi.
    Azzardo!!!
    ahahah!!!

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    1. ma infatti sta cosa del razzismo al contrario, come lo intendi tu, non quadra nemmeno a ne ahaha
      cioè, anch io avrei detti i bianchi razzisti contro i neri :D

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    2. volevo di il contrario ovviamente :D

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    3. razzismo al contrario in un altro senso

      SPOILER

      in questo film i bianchi sognano di avere le qualità dei neri. E per questo fanno quelle cose. Quindi è un film sul razzismo, ma di persone che vorrebbero qualità della razza inferiore (che, quindi, è superiore in molti aspetti)

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  10. Ciao Giuseppe
    evito di commentare tutta la prima parte del tuo discorso e vengo al film ...( .. ahh .. no .. solo una cosa : scusa ma da voi quanto costa un biglietto ?? 12,50 ???? )

    allora il film
    il primo pensiero appena uscita dalla sala : tutto troppo ... esageratamente esagerato sotto tutti i punti di vista eppure indiscutibilmente bel film ; meglio .... interessantissimo .

    poi ... i però non si contano .

    dal momento in cui viene svelato il motivo per cui questa " brava " famiglia rapiva ragazzi neri gli si perdona più di un difetto perchè è indubbiamente una trovata talmente geniale che resterà nella storia !!

    nulla da eccepire sulla interpretazione dei protagonisti ... ma direi tutti ...

    l'amico e tutto l'entourage della polizia a cui lui si rivolge è esilarante e ricorda un poco certe scene dei f.lli Coen , specilamente inserita in un contesto del genere !!

    per quanto riguarda le scene horror credo che si sia tutti d'accordo che quella corsa notturna ne batte parecchie ( anche se io non sono proprio un'esperta di cinema horror ...) ... è da panico

    poi come dicevo c'è tanta esagerazione , ostentazione , una prima parte di preparazione in cui , nonostante nessuno sia in grado di immaginare il vero intento finale , allo stesso tempo è impostato in modo tale che , a parte l'antipatia dei genitori e la follia del fratello la pedanteria la fa da padrona ( l'incontro con i genitori in villa è una sequela di battute facili facili , trite e ritrite ...sul sito ho letto di paragoni con Indovina chi viene cena che mi hanno fatto rabbrirvidire ... altro che paura ... fuori contesto fuori logica fuori ... cazzate via ...)
    a partire proprio dalla scena iniziale che non lascia spazio a dubbi di sorta e quindi aspetti solo di sapere perchè ma sai che succederà .

    insomma alla fine seppur lontano dalla perfezione resta un film interessante principalmente per quella sorta di razzismo al contrario come dici bene tu .
    Un saluto dalla Dolly

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    1. 25 euro per 3 film perchè ho visto Alien senza ricordarmi una scena e due volte Get Out
      Alla fine di 3 film è come se ne ho visto uno

      vero, trovata genialissimo Dolly, assolutamente esagerata, ma che bella... Questa lo rende cult

      anche a te sono piaciuti gli inserti dell'amico, ottimo. Sì, secondo me quella scena è perfetta

      e sei anche d'accordo sulla scena "più horror". ti ripeto, a me per dinamiche e sorpresa ha ricordato quella sotto le fondamenta in The Visit

      sì sì, ma io credo che tutta la "banalità" delle frasi e delle situazioni preparatorie non solo sia voluta ma assolutamente indispensabile, lo spettatore deve finire lì, per forza

      un caro saluto

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  11. Erano settimane che sentivo parlare bene di questo film, valutato da molti come thriller/horror di ottimo stampo e uno dei migliori film dell'anno, ho deciso di cimentarmi nella visione.

    Fin dal prologo lo spettatore capisce dove il film andrà a parare, o almeno lo crede. Infatti, molti indizi vengono dati in maniera piuttosto esplicita MA servono a capire solo alcuni pezzi, poichè l'ultimo tassello ci verrà fornito solo dalla televisione. Ma andiamo per ordine:

    I personaggi li ho trovati piuttosto azzeccati e ben contestualizzati. Non ci sono stati degli attori che spiccavano rispetto ad altri (forse solo la domestica e il fratello della ragazza), erano tutti ben amalgamati nelle vicende.

    Un pò pedanti e stereotipati i dialoghi che avevano come unico scopo sottolineare quanto i neri fossero migliori grazie alla loro genetica. Interessante come nei primi minuti in cui Chris entra nella casa gli venga fatto fare un giro per ambientarsi e il capofamiglia fa notare che è stata murata una porta poichè l'interno pullulava di "muffa nera" (che questa muffa fosse in realtà una pila di cadaveri precedentemente utilizzati per i trapianti?).

    Le vere chicche del film sono però su tutt'altro livello e riescono oltre che a salvare un film del genere anche ad elevarlo. La prima volta che il protagonista viene ipnotizzato grazie alla tazza di te è stata magica: io stesso ero talmente concentrato ad ascoltare i dialoghi della padrona di casa che sono finito, come il malcapitato, sotto ipnosi. Altre scene di ottima qualità sono indubbiamente l'asta muta, il dialogo della domestica e la corsa in piena notte del giardiniere (che nel finale si scoprirà il perchè si allena di notte, anche se a noi verrà in realtà spiegato molto prima mediante una citazione al passato). Tuttavia la scena più macabra è stata per me quella della rimpatriata in cui il giovane sale le scale confuso. Nel giro di pochi istanti la cinquantina di invitati ha smesso di disquisire e al contrario sembravano tutti concentrati sulla loro preda, quasi a voler tenere sott'occhio i suoi spostamenti. Mi ha ricordato in parte la scena dei bifolchi nel bar di Calvaire: tanti esseri viventi che nel giro di pochi istanti mutano come se fossero un tuttuno tra loro in perfetta simbiosi. Raggelante.

    E' davvero un thriller/horror con i controcoglioni? si e si. La componente thriller regge benissimo i pilastri della trama, quella horror fa da contorno al finale senza scendere nel trash.

    E non dimentichiamoci la colonna sonora, e cazzo che colonna sonora!
    Voto: 9

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    1. hai fatto un ottima recensione! io personalmente erano anni che non vedevo un film girato e interpretato così bene è un vero gioiello!

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    2. Anche a te rispondo in gravissimo ritardo Ruggero

      1 esatto, ci vengono forniti indizi "facili", scontati. Per portarci su una direzione. E comunque resteremo spiazzati

      2 anche io trovo tutti gli attori super in parte. E sì, il fratello sopra tutti

      3 beh, ma alla luce del finale tutti quegli stereotipi sono geniali. Perchè è proprio quegli stereotipi che volevano i bianchi, il loro unico interesse.
      Boh, io ho pensato alla classica stanza segreta che poi verrà aperta alla fine. Per quello credevo fosse semplicemente quella che porta al laboratorio ma forse mi sbaglio

      4 scena ipnosi sublime

      5 sulle scene siamo d'accordo veramente in modo assoluto. Te in più citi quella, bravissimo, notevole. A me l'ha rovinata il fatto che prorio in quella scena, a metà, appena lui fa un passo sulle scale, è arrivata la pubblicità. Tanto che la seconda volta che sono andato al cinema l'ho preannunciata appena lui ha fatto il passo
      Grande il paragone con Calvaire. Ricorda un pò anche qualcosa di Society ma l'ho visto 25 anni fa, vai a sapere..

      6 sì, controcoglioni

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  12. Visto ieri sera. Mi e' piaciuto assai. Ma ora leggendo la recensione ho realizzato come in realta' mi ero perso diversi piccoli particolari, come il nonno che corre di notte perche' ossessionato dalla corsa e da Owens. Non mi ha convinto moltissimo (SPOILER) il modo in cui si e' liberato dalla sedia, ma vabbe', ci sta. film godibilissimo. ciao :)

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    1. Ciao Ale...

      Spetta, a liberarlo se non sbaglio è stato il fratello. Semmai non si capisce come lui abbia potuto mettere i tappi alle orecchie. L'unica spiegazione è che li abbia messi prima e abbia "finto" poi di cadere in trance

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    2. beh ricordo una scena in cui lui riusciva ad abbassare tanto la testa fino a mordere la cinghia, quindi ci sta che sia riuscito a tappare le orecchie

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    3. a sto punto mi fido di tutti voi ;)

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  13. si si intendevo quello. rivedro' quella scena con attenzione ma secondo la mia ragazza, che e' piu' sveglia di me (...e ci vuole poco) in un'altra scena del film si vede come lui aveva questo vizio di attorcigliare le mani/grattarle, quindi a quanto pare ha ricavato i tappi dai braccioli della sedia mentre era legato e li ha messi nelle orecchie quando ancora era imprigionato (cosa fattibile penso). anche se fosse cosi la scena secondo me rimane pur sempre un po' debole in quanto sfido chiunque a ricavare dei tappi fatti li sul momento che ti isolano perfettamente dal rumore esterno. comunque non e' certo il genere di dettaglio che te lo fa disprezzare!

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    1. ok, spinto dalla curiosita' ho controllato. quando nel commento precedente parlavo di grattare/attorcigliare le mani mi riferivo a quello che puoi vedere qui https://www.youtube.com/watch?v=PZX0BNQel_s&t=225s
      a circa 3:49.
      nella scena incriminata in cui si libera, che si puo' vedere qui:
      https://www.youtube.com/watch?v=SxttPzq5A18 effettivamente non si vede come abbia fatto a procurarsi i tappi di cotone (tra l'altro anche qui secondo me altra genialiata del regista...un nero che riesce a liberarsi "raccogliendo" cotone), ma e' logico pensare che li abbia presi proprio dalla poltrona in cui era seduto :)

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    2. La cosa dei tappi è un errore, c'è poco da fare. L'unica lettura per me possibile è quella di averli già da prima e fingere tutto, ma a quel punto non poteva sentire manco la tv...

      E poi quei tappi di certo non bloccano il suono.
      No, metterseli nelle orecchie con le mani legate ai braccioli è impossibile

      che poi ripensandoci gli unici due errori del film sono entrambi "uditivi"

      anche nel finale lei non sente niente delle cose che accadono in casa, un massacro, ma sente una macchina partire in lontananza fuori.
      Bastava che lei avesse lo sguardo rivolto alla finestra, e quindi renderla una scena visiva. Invece si accorge dal rumore

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    3. boh io non credo che li avesse prima, e' fatto un po' ad interpretazione di proposito ma anche secondo wikipedia e' cosi: "Usando l'imbottitura che fuoriesce dalla vecchia poltrona alla quale è legato, Chris si tampona le orecchie per non ascoltare i suoni che inducono l'ipnosi".

      E sul fatto che li abbia messi da legato se ci pensi non e' cosi impossibile, se hai le mani o braccia legate hai pur sempre un po' di margine di movimento e avvicinarti alle mani abbassando la testa.

      sull'incoerenza uditiva di cui parli alla fine invece si sono d'accordo con te invece. ciao!

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    4. Se posso, iomè mi ricordo.
      Lui a forza di grattare la poltrona fa uscire i batuffoli di cotone. (Si vede proprio)
      Ha le braccia legate ma non busto e testa, quindi avvicina la testa al punto con il cotone fuoriuscito e aiutandosi con le mani le mette nelle orecchie. (Non si vede direttamente)

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    5. P.s.
      Ho fatto una simulazione.
      È fattibile perchè è legato ai polsi ma, oltre al busto, ha pure i gomiti liberi. Si riesce a piegarsi fino alle mani senza particolari problemi.
      Se riempi le orecchie per bene e quando parte il video chiudi gli occhi e canticchi tra te e te, dovrebbe funzionare perfettamente.

      Beh, in effetti, a prescindere dal cotone avrebbe potuto provare a gridare come un disgraziato, magari già bastava a coprire il -tlin- del cucchiaino. Gridare "aiuto" così i due probabilmente non sarebbero intervenuti.

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    6. Ormai abbiamo anche i lettori che simulano le scene

      troppa grazia

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    7. La recensione di Saw però non la commento............

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    8. Beh, potresti fare proprio la parte dell'enigmista e vedere se riesci semplicemente a stare steso due ora senza dar segni di respiro

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  14. Pierluigi Tronchetti18 giugno 2017 alle ore 13:26

    Chris è costretto all'immobilità imposta da coloro che lo hanno imbrigliato ad una poltrona; mani e piedi legati a memoria di una condizione che per la sua gente, in qualche punto indelebilmente impresso nella storia, fu destino ed unica possibilità di vita. Dinnanzi a sé , in una perfetta contrapposizione tra passato e presente, tra origine e istituzionalizzazione , la testa di un cervo appesa barbaramente alla parete e le anacronistiche forme di una fatiscente tv a tubo catodico. Chris, con l’ultimo “anelito” di libertà presente nei suoi occhi spaventati, guarda i resti del cervo, ora ridotto a feticcio e statico elemento decorativo, all'interno del quale, in un tempo non molto lontano, albergava indomito il respiro della vita. Lo osserva con orrore e sgomento, in un incrocio di sguardi, in una mescolanza di iridi, pupille e cristallini, che in quella precisa situazione di reciproca sottomissione non potevano che confondersi specularmente nella realizzazione di trovarsi nel medesimo disgraziato stato di segregazione . Sono maledettamente dispiaciuto che la scena in questione -ed in particolare ciò che accadrà successivamente su questo stesso palcoscenico- sia stata così deplorevolmente sminuita, o addirittura bollata come un mero errore nella sceneggiatura. Jordan Peele è riuscito, a dispetto di quanto io, ahimè, nella mia vita potrò mai a fare, a sunteggiare ciò che richiederebbe un'infinità di tempo e parole per poter essere esaustivamente raccontato. Tra le quattro mura di una stanza è stato capace di cesellare l’ anamnesi della schiavitù e tratta dei neri, nonché il conformismo che ha condotto quella stessa razza ad uniformarsi alla cultura occidentale, determinandone il commiato da radici e folklore , e deturpando il “soul” intrinseco a quelle etnie . Se la tv, attraverso i suoi dettami, ha imposto le frequenze mediante il quale abbindolarci e renderci tutti schiavi di un predeterminato ed identico palinsesto, contribuendo irrimediabilmente a spersonalizzarci, quel cervo, immolato a trofeo ornamentale ,e' metafora della memoria e al tempo stesso della consapevolezza.

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  15. Pierluigi Tronchetti18 giugno 2017 alle ore 13:26

    Sull'incidente hai già detto perfettamente tutto tu(compreso il riferimento a The invitation, incidente anche in quello specifico caso- secondo me- che seppur con intenti diversissimi, racchiudeva nitidamente la metafora di tutto il film). La memoria, presto o tardi, rigurgita gli errori e le mancanze provenienti dal nostro passato. Ci mette dinnanzi alle nostre responsabilità, ricordandoci ciò che abbiamo pavidamente, o con noncuranza, perduto per sempre. E’ l'incidente da cui noi, passeggeri inconsapevoli, a torto o ragione, non potremmo esimerci da restarne coinvolti. A mio modo di vedere , quella madre lasciata a morire in una notte intrisa di lacrime e pioggia, mentre gli Hz di una tv la facevano da padrone plagiando ed esautorando la fragile mente di Chris bambino, è la metafora delle origini, del cuore pulsante nero dell’africa, lasciato agonizzante a morire sul ciglio di una strada chiamata erroneamente conformismo, nell’america del cosidetto liberalismo. Ed è a questo punto , riaffiorati in superfice i bacilli del rimorso dagli abissi della memoria, che non tarderà a manifestarsi la consapevolezza : la consapevolezza che coloro che ci hanno deprivati della libertà solo in virtù del colore della pelle che “indossiamo” esteriormente, non potranno mai portarci via il nostro atavismo, né riusciranno mai a lavare via il colore con cui le nostre origini ci hanno dipinto l'anima. Quando i primi filamenti di cotone hanno iniziato a riemergere dai braccioli del divano/catene su cui Chris stava perpetuando la propria angosciante prigionia, ha cominciato a palesarsi intorno a me una scenografia completamente diversa. Il tintinnio dolce e ipnotico di un cucchiaino che accarezza con un gesto soave la sua tazzina, e' divenuto il brutale e stridente sibilo di una sferzante vergata che, impattando sul corpo inerme di esseri umani ridotti in catene, incide sulle carni le stigmate della frustrazione e del dolore; e quel cotone, mera materia prima per l’ imbottitura di alcune rifiniture di un divano dal dubbio gusto vintage, l’emblema di duecento anni di schiavitù nelle piantagioni di cotone, chini sotto il vassallo della frusta e il sole rovente a scorticare mani e cuore . Quello stesso chinarsi in un gesto di fisiologia atto ad anteporre il busto che, in concomitanza con il concitato agitarsi e divincolarsi delle mani ,permetteranno a Chris di ovattare i suoni di una società adulatrice e manipolatrice che vorrebbe corromperlo per indurlo ad abiurare e disconoscere le proprie radici, annegandole e costringendole a sprofondare per sempre in un “mondo sommerso”. Quell’insieme di anacronistici gesti di accondiscendenza e sottomissione relegati in quel piegarsi, così dolorosi e pregni di privazione della dignità umana, questa volta sono volontariamente sottratti al nostro voyerismo. Possiamo solo idealizzarli ; possiamo solo percepirli , non più come atto di sudditanza, ma come il machiavellico escamotage per liberarsi dalle coercizioni imposte da ogni catena. Il cotone, macchiato da duecento anni del sangue della schiavitù, nel film di Peele ha retratto quelle aguzze spine che tanto dolorosamente penetravano nella carne, divenendo lo strumento che beffardamente soggiogherà aguzzini e carcerieri. Complimenti per la recensione Giuseppe, sono completamente d’accordo con ogni cosa che hai scritto, tanto che c’era veramente molto poco da aggiungere ,eccetto, ovviamente, la diversa importanza che abbiamo dato alla scena in questione. Ci sentiamo presto.
    Ps spero, dato il momento, di non essere inopportuno :Che dici della prima o seconda settimana di agosto? ��…
    Poi ne parliamo Ok?

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  16. Quando passi te bisogna solo legge, alzà le mani, restà sbalorditi e non commentà, ormai farò sempre così

    quando vuoi amico

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    1. Pierluigi Tronchetti20 giugno 2017 alle ore 01:01

      Stavolta mi hai fatto morire! Caro Giuseppe, nella vita ti auguro con tutto il cuore di riuscire a recuperare tutto ciò che credi di aver perduto; ma anche di non perdere mai una delle tante cose che non avrai mai bisogno di recuperare: il senso dell’umorismo.
      Ok, allora ci sentiamo presto per stabilire i dettagli.
      Un abbraccio...

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    2. Recuperare il perduto non dipende da me ;)

      quello mi ha salvato tutta la vita. Ma ammetto che stavolta almeno per 20 giorni ero riuscito ad uccidere anche quello

      son qua Pier ;)

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  17. arrivo tardi, ma arrivo.
    ottima recensione e commenti integrativi interessanti.
    aggiungo soltanto il mio plauso al montaggio, per me elemento essenziale e fondamentale di questo film.

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    1. Come al solito riesci a dare quella finezza tecnica in più ;)

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  18. piccoli spoiler.

    che film brillante, con piu' livelli di lettura. mi e' piaciuto moltissimo, e tutti gli attori sono stati eccezionali, specialmente il protagonista che ricordo felicemente da un episodio di black mirror, uno dei miei preferiti.
    come fare un horror geniale, in piu' come metterci della satira sia nascosta sia visibile con il personaggio dell'amico (che non stanca mai). da manuale, anzi meglio.
    e poi, dopo tutto quello che e' successo, stavo morendo dal ridere quando nella macchina, alla fine, l'amico gli dice "ti avevo detto di non andarci in quella casa".
    che poi il regista/scrittore e' jordan peele! non so se lo conoscevate, ma io seguivo tantissimo i suoi sketch comici geniali con il suo amico, chiamati key & peele. se non li conoscete, guardateli, soprattutto i primi, tipo questi:
    https://www.youtube.com/watch?v=fcbj8BBsWSA
    https://www.youtube.com/watch?v=1t24XAntNCY
    https://www.youtube.com/watch?v=i5ZM0-f5_CU
    geni.

    e non vedo l'ora di vedere i suoi prossimi film.
    grandissima scoperta.

    nella recensione hai analizzato tutto, e come ai vecchi tempi, complimenti.

    ma7

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    1. ahah, ma pensa te!

      ne ho visti due, divertentissimi

      quell'episodio di Black Mirror è il mio preferito

      e comunque Kaluya (vado a memoria col cognome) è stato appena nominato agli Oscar (che io sopporto poco), quindi i riconoscimenti stanno arrivando

      sì, grandissimo film che vedrei anche per la terza volta

      e a me accade raramente

      grazie per la recensione

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  19. Siccome non c'ho più la mano per i commenti, quelli intelligenti e lunghi almeno! mi limito a dire: gran figata sto film, yo!

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    1. Oh, finalmente un film che t'è piaciuto ahah

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    2. oh, finalmente un film che ho visto, ahah

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    3. molto bene ;)

      che ricordi sto film...

      uff, meglio non pensarci

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  20. gran bell 'horroretto.Anche per me il punto di forza è non riuscire a capire dove si vuole andare a parare per almeno metà film.Che ci sia qualcosa di strano è lampante.Si ma perchè?

    Non sono d'accordo invece sulla parte comica, l' ho trovata fuori luogo e spezza questa atmosfera inquietante e misteriosa che è per me il suo punto di forza.(la scena alla stazione di polizia è comunque dannatamente divertente).

    Avrei preferito un finale meno "happy",ma del resto io sbavo per i finali alla 1984(il libro),Brazil e anche quella ciofeca de Repo-man.(son sicuro che hai capito i riferimenti al lavaggio del cervello,scusa per questa stupida precisazione).

    Bravissimi i protagonisti,personaggi "marginali compresi". Girato alla grande con grande attenzione ai particolari.Uno mi sembra che tu non l'abbia menzionato(magari sbaglio):il padre odia i cervi,è contento quando ne muore uno ,ed ironia della sorte perisce proprio per uno di loro.Vendetta animale.

    A me il tema del razzismo non mi ha proprio sfiorato.
    Magari,forse giusto un po nella scena iniziale.




    L'utente un tempo
    conosciuto come
    Negative-Creep.

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    1. è morto il nick? ;)

      sì, è un film che se lo interrompi a mezz'ora dalla fine e ti chiedi "ora che succederà?" potrai dire mille ipotesi

      senza probabilmente prenderci
      e in un horror questo è tanta roba

      sì, sulla parte comica allora siamo in disaccordo

      credo che quel finale sia happy proprio perchè, ancora una volta, vuole sorprendere. Quando tutti pensano che ci sarà la solita storia del negro colpevole ecco invece che non lo è

      a me Repo Men era piaciucchiato ;)

      sì sì, li avevo capiti ;)

      questa cosa del cervo non mi è nuova. Quindi o l'avevo appuntata o non scritta, o me l'aveva detto qualcuno o l'avrò letta

      non lo sapremo mai


      ma hai fatto benissimo a menzionarla qua ;)

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    2. Riguardo i cervi è probabile che sia una contraddizione presente nella cultura americana: progressisti/ambientalisti sì, finché non vieni in qualche modo infastidito tu (un po' come le nutrie da noi, per fare un esempio). Tra l'altro Jordan Peele avendo anche un passato da comico, mi pare, secondo me cita anche uno spettacolo di Louis CK, che esaspera questo paradosso dei cervi . Vi metto il link: https://www.youtube.com/watch?v=uFV7lwqPXA0

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    3. ahah, bellissimo ;)

      tra l'altro avevo visto anche 4,5 degli sketch di Peele, mi piace molto ;)

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  21. L'ho visto stasera. L'intuizione del padre che somiglia a Steve Jobs mentre si vedono i prodotti microsoft è una genialata.. io ci ho visto anche un altro particolare: il fatto che li sia legato ad una sedia con dei legacci di cuoio che ricorda un pò la sedia elettrica.. non sarebbe una sorpresa:ho letto che molti anni fa i neri venivano condannati a morte più facilmente dei bianchi

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    1. beh, hai notato due cose piccolissime ma davvero notevoli...

      bell'occhio ;)

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  22. Finito di vedere ora. Non ci davo un euro, anche perchè Peele lo conosco come attore comico, quindi non m'aspettavo chissà quale prodigio da un film diretto da lui.. E invece.. Figurati che l'ho scelto perchè stasera avevo voglia di vedere un film cagata/leggero.

    Ho sentimenti contrastanti riguardo la recitazione, visto che trovo che ci sia un grande dislivello tra i vari attori. Per esempio ho trovato eccezionale la ragazza, che vedendola nell'arco del film non avrei mai immaginato che potesse quasi terrorizzarmi nella scena in cui parla al telefono con l'amico del protagonista (scusa ma non ricordo i nomi ne dei personaggi nè degli attori..), mentre invece ho trovato che la cameriera nera e il fratellino fossero un po' troppo eccessivi ed esasperati, anche se la cameriera la salvo perchè riesce ad essere inquietante in modo autentico, mentre il fratellino mi sa proprio di "voglio fare lo psycho brillante", e dicendo sta cosa proprio a te ho come una sensazione di deja-vu riguardo il protagonista del Sacrificio del cervo sacro.
    Parlando di cervi, quello investito all'inizio l'avevo visto come una metafora per mostrare la vera natura razzista della famiglia di lei, dove fondamentalmente pensavo che bisognasse sostituire "cervi" con "negri" nel discorso iniziale del padre. Solo leggendo la tua recensione ho collegato che invece aveva a che fare con l'incidente della madre. A volte sono profondo come una pozzanghera! Hahahaha

    Un'altra metafora che ho colto, anche se è più probabile che l'abbia solo immaginata e che il regista se glielo chiedessi mi direbbe "What da fuk man?" sta nel fatto che il protagonista si salva la pelle mettendosi nelle orecchie del cotone, materiale che simboleggia benissimo la schiavitù nera americana.

    Che la fidanzata era complice purtroppo l'ho capito quando è arrivato quell'esercito di invitati alla reggia famigliare. Ho visto troppe volte Rosemary's Baby per non capire che è meglio diffidare di vecchietti ricchissimi e amichevoli. Dico purtroppo perchè secondo me se non avessi avuto quella sensazione da Mia Farrow al maschile che sta per essere inculato per bene, mi sarei goduto molto la scena, per me bellissima, dove lui trova le fotografie di lei con tutti quei ragazzi neri. Anche la scena dell'asta è stupenda comunque.

    Una cosa che mi ha stupito molto e che non riesco a spiegare, è il senso di paura che trasmettono molti attori in determinate scene. La già citata fidanzata quando è al telefono, la cameriera è inquietantissima, il giardiniere (nonno) nell'unica scena in cui parla col protagonista ha degli occhi quasi bestiali, e anche il toy-boy diventa inquietante dopo che gli è stata scattata la foto, concordo con te sul fatto che quest'ultimo sia un bravissimo attore.

    Insomma, in conclusione il film m'è piaciuto parecchio, da rivedere.


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    1. come al solito arrivo un pochino tardi Davide, ma i tuoi commenti meritano sempre tempo ;)

      io invece l'opposto, ho conosciuto il Peele comico dopo aver visto il film.
      E per questo sono rimasto ancora più sorpreso.
      Ma, anche se con processo inverso, anche a te è arrivato sto stupore

      sì, io ho trovato tutti gli attori magnifici SPECIALMENTE la cameriera nera e il fratello, ahah

      anzi, l'ho scritto più votle, considero Landry Jones il più grande giovane attore del momento, una cosa impressionante per me

      sì, vero, ricordo il "problema" che avevi avuto col Cervo Sacro, in parte però superato con la seconda visione in lingua originale ;)

      ahah, no no, anzi, la tua metofora col Cervo era ottima!
      Solo che sì, credo che invece poi sia abbastanza sicuro e "spiegato" che si riferisse al suo blocco nel non voler salvare la madre morente

      la metafora del cotone-schiavitù è non solo pertinente ma geniale

      ricordo che la lessi già detta da qualcuno (non so se qua sopra) ma complimenti per esserci arrivato anche te

      sai? hai ragione, anche io nelle scene che citi avevo intuito il meccanismo. Eppure oh, sarà per la bravura di lei o per la sensazione che potesse esserci un colpo di scena io fino alla fine un margine di dubbio me lo sono lasciato, ero pronto ad ogni evenienza

      io invece non avevo capito la scena dell'asta, me l'hanno dovuta spiegare!

      concordo con l'incredibile inquietudine di alcune scene o personaggi

      io ci metterei anche la corsa notturna del "nonno"...

      bene!

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    2. Grazie, sentirmi dire che i miei commenti meritano tempo da te che mi hai (inconsapevolmente) iniziato al Cinema vero è davvero un piacere.

      Comunque hai dei film da consigliarmi dove Landry Jones t'è piaciuto in modo particolare? Così vedo se in un altro contesto potrò apprezzarlo di più.

      Si, la metafora del cotone qui sopra è stata fatta da altre persone. In genere quando commento qui sul buio evito di leggere gli altri utenti, un po' per non farmi influenzare da troppi pareri e un po' perchè finito un film voglio scrivere di getto. poi dopo con calma mi leggo tutto.

      Io la scena dell'asta l'ho capita solo alla fine, e solo ed esclusivamente perchè mi ha lasciato così perplesso appena vista che mi son detto "mettiamocela in memoria che a fine film cerco di capirla".

      Si, non so come ho fatto a scrivere un commento su questo film senza citare la scena del nonno che corre. Ho avuto la sensazione di paralisi e impotenza che ha avuto il protagonista in quel momento, e non vorrei ricordarmi male, ma mi pare di aver avuto anche una piccola scarica di adrenalina nel sangue. Davvero una scena incredibile.

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    3. ahah, onorato

      guarda, io l'ho adorato in tutte le parti piccole o grandi che ha fatto. E' uno dei pochi attori che con me buca sempre lo schermo e mi emoziona

      get out, antiviral, tre manifesti a ebbing, tyrel, the florida project

      comuqnue quello dove è assoluto protaognista è antiviral

      ora vorrei recuperarlo almeno in byzantium

      sì sì, infatti ho dato per scontato che ti fosse venuta da solo la cosa del cotone, notavo solo come sto pensiero geniale mi era già stato detto ;)

      ah, o.k! sì, allora forse anche io a ritroso l'avevo capita. Io pensavo l'avevi capita live, e invece no, come me ;)

      vero, scena incredibile, vista poche volte negli horror

      e se poi si pensa al motivo, ovvero che correva solo per sentirsi veloce come un negro, è ancora più inquietante...

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  23. Interessante che il patriarca abbia ricordato Jobs.

    Io invece non ho potuto di istinto non pensare (per il tipo di occhiali,per la pettinatura) al Tracy capofamiglia di "Indovina chi viene a cena?"
    Anche la scena al tavolino, all'aperto, con la cameriera di colore seccata e infastidita dal fidanzato non bianco, ricalca una scena madre del film del '67. Una sarcastica e pungente piccola parodia con cui si critica il falso ottimismo e l'illusoria facilità con cui quel film prospettava si potessero risolvere i problemi delle relazioni interraziali: "vedete, dagli anni 60 sono cambiate tante cose, ma non nella sostanza".

    Comunque, get out dallo Spencer Tracy cattivo! :-}

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    1. non ho visto indovina chi viene a cena, anche se so perfettaente che stiamo parlando di storia del cinema

      comunque le cose che dici sono assolutamente giuste

      pensa che quando uscì get out qualcuno in america lo presentò proprio come un indovina chi viene a cena in salsa horror :)

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  24. Devo ringraziare questo film, visto ieri sera, per avermi fatto conoscere questo meraviglioso blog! Mi sono letta tutti i commenti e devo dire che sono interessantissimi! Sono arrivata qui perché da ieri sera una domanda mi frulla nella testa: ma se nei corpi c'è il cervello dell'"ospite", perché sembrano ipnotizzati? Invece leggendo qui e ripensando ad alcune scene, mi rendo conto che di fatto a parlare e ad agire sono i proprietari del cervello, anche se l'effetto risulta un po' straniante. Non so se sono riuscita a farmi capire.
    Comunque gran film, per tutta la visione ho continuato a fare ipotesi su ipotesi, aggiungendo pezzi fino ad arrivare alla verità solo al momento del video-colloquio con il gallerista.
    All'inizio pensavo che i neri fossero ipnotizzati e basta...e per un momento ho pensato che lo fosse anche la figlia, anche dopo la scoperta delle foto. Invece no, è proprio super-psycho anche lei!

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    1. sì sì, è normale che mettendo un cervello in un altro corpo quel corpo, per via di quell'ospite, resta un pò stordito

      insomma, l'unione di due elementi a loro estranei crea quella cosa ;)

      ahah, sì, il film ti vuole mandare in quella direzione ma poi secondo me ha una trovata geniale, impossibile da prevedere

      grazie mille ;)

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