4.1.14

Recensione "Ratatouille" (anche se poi diventa tutt'altro)

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Quando ho visto per l'ennesima volta Ego assaggiare la ratatouille, trasposizione, se ne esiste una nel cinema,
della madeleine proustiana, quando l'ho visto assaggiarla, tornare indietro al bambino che fu e poi ritornare ancora all'uomo che è, quando ho visto cadere quella penna a terra ho capito due cose.
La prima, banale, è che Ratatouille è un autentico capolavoro.
La seconda sensazione/rivelazione, questa sì più intensa ed elaborata è che la Pixar arriva a queste punte straordinarie di emozione in un modo così semplice, sobrio, essenziale da rasentare la perfezione.
Questo ho capito, la Pixar ti arriva al cuore per sottrazione.
Quel flashback di 10 secondi poteva essere di un minuto buono, qualcuno avrebbe inserito un dialogo tra il bimbo e la madre, avrebbe allungato la sequenza facendo ripulire il piatto, avrebbe aggiunto lacrime al personaggio. La Pixar asciuga tutto, anche quelle lacrime eventuali, è essenziale. Assaggio, occhi sgranati, flashback indietro, la mamma gli porta il piatto, assaggio nel passato, stessi occhi sgranati, ritorno nel presente.
L'essenzialità della perfezione.
E questo ho capito, la Pixar quando raggiunge questi livelli usa sempre questo metodo, sempre.
Aggiunge emozioni sottraendo, asciugando, mostrando il minimo.
Le mani di Wall-e e Eve che si toccano.
I giocattoli che si prendono per mano nella discarica di Toy Story 3.
Le brevissime scenette di vita vissuta in Up.


La bimba che non trova Sully nella sua stanza in Monsters & Co.
Non c'è mai una sequenza che ricerca le lacrime facili costruendo chissà che, non ci sono scene madri elaborate, non c'è mai pacchianeria, retorica, architettura di emozioni.
C'è sempre una semplicità, una poesia, un esser piccoli pazzesca. Come dicevo, un'essenzialità unica.
Poi si fa caciara nelle scene divertenti, in quelle avventurose, in quelle dinamiche, lì sì che tutto straborda e che si esagera. Ma perchè è giusto così.
Il cuore però te lo toccano a voce bassa, accarezzandoti.
Che poi Ratatouille è praticamente perfetto in tutto, non ha i tremendi cali di qualità tra primo e secondo tempo di Wall-E e Up ad esempio (il primo tempo di Wall-E per me è il massimo dell'animazione non nipponica di sempre), non ha momenti di stanca, non ha personaggi inutili.
E' divertente, interessante, malinconico, poetico, pieno di personaggi riuscitissimi.
Ma ormai sto post non è riuscito a parlare come meriterebbe di Rataouille e adesso non c'è più tempo.




E allora meglio parlare del secondo segreto della Pixar.
Quello del fallimento.
La Pixar, o alameno quella più lontana possibile dalla Disney, non parla di per sempre felici e contenti, non crea finali che coronano i sogni dei protagonisti. Insomma, fuori da principesse varie, la Pixar sa cos'è il fallimento del sogno.
Quello che fa chiudere il ristorante a Linguini.
Quello che non rende importante la casa sulle cascate Paradiso ma altro che verrà poi.
Quello dei giocattoli che lasciano per sempre Andy.
Quello di Wazowski che vede frantumarsi tutti i suoi sogni di diventare Spaventatore.
Non c'è mai il gran finale, mai.
Ma la trattoria di Linguini, le ultime foto di Carl sull'album, il cuore di Andy nel regalare quei giocattoli a quella bimba e l'amicizia di Sully e Wazowski ci danno tutti un unico e magnifico insegnamento.
Non vedere realizzati i nostri grandi sogni non ci rende piccola la vita.
Ma è vedere realizzati quelli piccoli che ce la rende grande.

( voto 9 )

20 commenti:

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    1. Ti ringrazio tanto Mari. Mi sa devo metterti in blogroll, sto cercando di recuperare tutti quelli che avevo dimenticato

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  2. "Ma è vedere realizzati quelli piccoli che ce la rende grande"oh dae soo sei un poeta!

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  3. ah giuse', che dire... io per tutto il film pensavo solo: minchia, che schifo un topo in cucina!

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    1. Ah ah, allora alla fine quando cucinano tutti insieme avrai vomitato la cena...

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  4. Da amante della Pixar -non a caso la mia seconda tesi è tutta su di lei e sul suo lavoro- complimenti per le bellissime riflessioni :)

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    1. Beh, detto da una che ci ha fatto la tesi sulla Pixar è un complimento non da poco.
      Spero che in qualche modo condividi Lisa.

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    1. Complimento bellissimo ma sbagliato. Se loro sono essenziali io sono tutto l'opposto, carico le recensioni a dismisura, esagero sempre. Ma lo faccio in assoluta buonafede. Grazie Pietro però.

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  6. ho scoperto x caso questo blog e me ne sono innamorato: questa recensione come tante altre lette è da applausi....in piu' si avverte quel non so che che ti fa dire: questo oh dae deve essere proprio una brava persona. Complimenti ancora, Enrico.

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    1. Parole troppo belle Enrico, ti ringrazio tanto.

      Grazie ancora, Giuseppe.

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  7. In quella scena c'ho avuto i lacrimozzi, davvero davvero.
    E se ci ripenso MAMMAMIA! capolavoro, capolavoro, non solo per quella scena, tutto il film è poesia, hai praticamente scritto quello che pensavo dopo averlo visto.
    Anche i contrasti sono fantastici, il topo che assapora e l'altro che ingurgita completamente incapace di cogliere la poesia del cibo , anche sforzandosi, ma anchi molti altri temi presenti fanno riflettere.davvero meraviglioso, meriterebbe una recensione tutta sua.

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    1. Non piangere su quella scena è un cosa molto brutta :)

      ti ringrazio per aver vissuto le stesse sensazioni

      ci sarebbe da scrivere tantissimo, in realtà la sua recensione doveva esser questa ma poi sono partito per la tangente :)

      a presto

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    2. ... che poi, mahari, per scoprire persino i propri 'sogni piccoli' ci vuole mzza vita (e capire così che forse proprio così piccoli non sono, ma abbastanbza grandi da riempire l'altra metà) :) complimenti per la recensione (parola tecnica che in questo caso mi sembra persino riduttiva)

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    3. Ciao Giovanni!!
      Questi mesi avevo perso tutti i più grandi commentatori (Myers, Erika, te).
      Meno male che almeno uno si rifà vivo, non dico per me ma perchè almeno non mi preoccupo.
      Perfettamente d'accordo su quello che dici, anche perchè tra grandi e piccoli a volte non c'è proprio differenza.
      Grazie...

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  8. Quando ho visto Ego assaggiare la ratatouille ho avuto i brividi, ho provato una profonda commozione, ed è stato confortante leggere la tua recensione e scoprire che quella scena, l'hai elencata subito nelle prime righe. Mi fa sentire normale, a volte credi sia assurdo che anche un semplice film d'animazione possa farti provare certe sensazioni, ma succede, succede sempre, l'animazione è una magia per me, tocca corde sensibili risveglia la tua parte più tenera e mi sono ritrovata a ridere in quella bolla di serenità e relax.
    L'avevo visto anni fa e avevo voglia di rivederlo, non lo ricordavo per nulla, un piccolo capolavoro!

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    1. no no, anzi, credo che quella scena sia unanimamente considerata una delle più belle ed emozionanti del mondo dell'animazione recente, la citano veramente in tanti...
      io visto 3-4 volte e ogni volta lo trovo stupendo

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due cose

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3 ciao