7.5.12

Recensione: "L' imbalsamatore"



Quando hai una videoteca ci dovrebbe essere una regola ferrea.
Riportare a casa SEMPRE un film.
Se lo vedi bene, altrimenti pace.
Sì, perchè se ti assale la voglia di cinema alle 20,28 e 34 secondi, quando ormai sei tornato a casa da 5 minuti poi sei costretto a cercare come un rabdomante un film in tv oppure affidarti al tuo mobiletto dei dvd.
Ma la tua collezione ha questi problemi:

1 il 36% dei film li hai regalati o prestati (che poi per il ricevente "prestati" sia significato "regalato" è un altro discorso)
2 il 29% li hai portati in videoteca per farli vedere
3 del restante 35% ne hai visti il 98%

sto per prendere così in mano (per l'ennesima volta) il film da cui ho preso il nome,il sommo Old Boy, quando l'occhio mi cade su L'Imbalsamatore, un noir italiano di una decina di anni fa,opera quarta ma per il grande pubblico sostanzialmente prima di quel Matteo Garrone che conquisterà poi il mondo, a mio parere con pieno merito, con quel filmetto sconosciuto chiamato Gomorra.

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Prendete un post-it.
Attaccatelo sul frigo.
Ecco, in quello spazietto potrebbe entrare la sceneggiatura del film.
E, malgrado questo, siamo davanti ad un piccolo gioiellino.
La magia de L'Imbalsamatore sta nella torbida, ambigua e ferale atmosfera che riesce a creare, davvero un piccolo miracolo.
Prendete un nano con una forte latenza omosessuale, un bel giovine alto un sacramento e la bella pollastrella che si mette in mezzo.
E fateci un film.
Garrone racconta la storia di uno stranissimo triangolo riuscendo nell'incredibile impresa di dare un taglio da thriller a delle vicende in realtà abbastanza banalotte.
Merito soprattutto della strepitosa interpretazione di Ernesto Mathieux, magnifico caratterista napoletano affetto da nanismo.
Il suo imbalsamatore è qualcosa da scuola di recitazione, ambiguo, perverso, fintamente accomodante, clownesco, viscido e tremendamente pericoloso. Con una risata poi che dà letteralmente i brividi. Personaggio scritto da Dio e interpretato da titano.
Tutto il film si regge su di lui, sulla sua (non) recitazione così naturale, talmente verosimile da infastidire anche lo spettatore che piano piano comincia a odiarlo davvero profondamente.
Che poi, guardiamoci in faccia, la coppia (un giovane attore napoletano molto bravo, poi praticamente scomparso dalle scene e la pessima, ma bona, Elisabetta Rocchetti, al punto più alto della sua carriera) gliene fa davvero di tutti i colori, se non fosse così forte il viscidume che il nano trasmette dovremmo parteggiare con lui.
Garrone racconta le vicende senza fronzoli, cerca il naturalismo il più possibile, evita scene madri e prova, riuscendoci, a creare un climax ascendente che lo porti al finale.

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Dialoghi molto ben scritti, tutti incentrati a creare una tensione tra i personaggi-e di 
conseguenza allo spettatore- che porti a un qualche punto di rottura da parte di qualcuno. Il dialogo sul campo di golf tra la Rocchetti e Mathieux in questo senso è davvero incisivo e splendido è anche il tesissimo clima che si viene a creare nella casa a Cremona quando il nano va a trovarli.
La storia laterale della camorra lascia alla fine il tempo che trova, sono sicuro che la sensazione di pericolosità d Peppino Profeta (il nano) sarebbe rimasta la stessa anche senza di essa.
Il climax porta così al finale, Mathieux che gioca con la pistola è grandioso, poi avviene quel che deve avvenire.
Bravo Garrone.
Bravo perchè hai dimostrato come con un abbozzo di idea, un paio d'attori come si deve e la capacità di creare atmosfera con poco si può ancora portare a casa qualcosa di veramente buono.
Poi verrà Gomorra.
Ma quella è un'altra storia.

( voto 7,5 )

16 commenti:

  1. Ciao Oh dae-soo. :-)

    Dopo L'Imbalsamatore e prima ancora di Gomorra c'è Primo Amore, per me, ad oggi, il migliore di Garrone. ;-) Film che ti consiglio assolutamente perché secondo me, conoscendo un po' la tua sensibilità, ti piacerà.

    Comunque concordo, L'imbalsamatore è un piccolo gioiello, molto lynchiano, oserei dire (nel senso di volutamente Lynchiano).

    Un saluto.

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    1. Cavolo Bianca, ma lo sai che quel film l'ho sempre voluto fortemente vedere e me ne sono sempre dimenticato?

      Ricordo che tentai addirittura la visione al cinema, poi, puff, mi è uscito dalla capoccia.

      Recupero doveroso direi.

      E' vero, Lynchiano, ma credo che la figura del nano in questa affermazione sia troppo decisiva...

      ciao!

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  2. Primo amore merita, anche per me superiore a Gomorra.
    Questo, comunque, resta un piccolo gioiellino.

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    1. Grazie della conferma James per Primo Amore.

      Ma davvero, non ho capito perchè poi non lo vidi mai, mi interessava da matti.

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  3. primo amore è bello e terribile. e quando finisce odi gli uomini.

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  4. "L'imbalsamatore" l'avevo visto al cinema, uno di quei film che esci vinto dalla potenza della storia e da come ti viene raccontata.

    e poi è un mestiere che ha dato molte cosa buone al cinema (penso a "El aura", di Fabien Bielinsky)

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    1. Non lo conosco Ismaele, adesso mi informo.

      Film davvero potente, è vero.

      Ciao!

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  5. ...altro film su cui poter scambiare due chiacchiere perchè visto da entrambi..

    ...a suo tempo io lo giudicai uno dei migliori italiani degli ultimi anni specificando però ...avrebbe potuto essere...vabe' ...davvero interessante comunque, in particolare sono d'accordo con ciò che dici sul fatto che pur partendo da un abbozzo di idea ha sviluppato un lavoro splendido ; morbosità solitudine e perversione descritti benissimo, e senza ombra di dubbio gran parte del merito va all'interpretazione di Mahieux !!!!
    Purtroppo bisogna stendere un velo pietoso sulla Rocchetti.....mentre Manzillo / Diego io l'ho trovato proprio inadeguato , non fuori parte , inadeguato nel senso che per un personaggio simile sarebbe servito un interprete del calibro di Mahieux per poter esprimere pienamente i tormenti di quel ragazzo e ne sarebbe saltato fuori un bel soggetto...
    ho poi saputo che di fatto Manzillo fu contattato in quell'occasione ma di fatto era un modello e questo dovrebbe bastare a giustificare l'inadeguatezza ...mah...in sostanza il film ne ha risentito tanto secondo me....peccato perchè sai com'è ...se un film ti soddisfa poco nel suo complesso spiace meno un particolare ..in questo caso ha fatto una gran differenza .

    Ciao

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    1. Sì sì, quasi del tutto d'accordo.
      Il film senza Mathieux non sarebbe stato nemmeno lontanamente il film che è stato, sicuro.
      Io direi addirittura che il film è Mathieux e il suo personaggio, ogni scena o avvenimento che non lo contempla non conta.
      Per il resto la Rocchetti poi negli anni è diventata uan specie di icona dell'attrice cagna, non si è evoluta.
      L'hanno fatta lavorare i manetti per mostrare il suo, notevole, culo e poi ricordo poco altro.
      Il ragazzo invece a me piacque proprio per questa sua inadeguatezza forse, mi parve molto molto naturale, senza tecnica. E di solito apprezzo ste cose. Certo, poi se non hai la tecnica puoi fare un film o due, e su persnaggi ad hoc, altrimenti naufraghi

      atmosfera magnifica, ricordo che Mathieux mi metteva una tensione assurda...

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    2. .ecco ora con la tua considerazione sul ragazzo ..Manzillo.... hai toccato un tasto importante ed interessante su cui torneremo perchè è proprio ciò che spesso ho notato nel cinema degli ultimi tempi , attori non professionisti che magari su personaggi appunto ad hoc riescono ad esprimersi adeguatamente poi naufragano e l'errore è senza dubbio di chi li seleziona e del regista ....
      ....si Mathieux rese davvero l'idea di inquietante , disturbante...!!

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    3. Assolutamente...
      I non professionisti funzionano solo con ruoli specifici, anzi, con ruoli praticamente improntati su loro stessi. E magari con un resgista dietro che ci sa fare e Garrone in questo, pensa a Gomorra, è un fuoriclasse.
      Poi se escono dal loro nido cadono a terra senza nemmeno provare a volare

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  6. Ciao Giusè, già lo sai che appaio a caso e quasi sempre a distanza di secoli dalla data di uscita dei film.
    Ad ogni modo, ho letto molti pareti negativi sul personaggio dell' imbalsamatore, sul suo viscidume e sul suo essere inquietante.
    Io non l'ho odiato nemmeno un secondo.
    È un personaggio eccezionale.
    Certo un po' inquietante lo è, soprattutto nel ghigno, ma nel complesso a me fa più pena e tenerezza, che disgusto.
    È così complesso, così cinico, eppure così debole, vittima dei vizi e delle carenze, del dolore.
    Così dannatamente umano.
    Lo stavo dicendo ora ad un amico.
    Una persona abituata alla solitudine, cinica, che vive circondandosi di bellezza superficiale ed effimera (un ghepardo imbalsamato ed una prostituta non sono poi così diverse, da questa prospettiva, sono entrambe bellezze costruite o pagate, artificiali ).
    Sugli stessi criteri estetici, questa persona ad un certo punto si innamora, di un amore viscerale, profondo, totale, vero.
    È l'amore di padre, di amante, di mentore, di amico intimo e complice.
    Eppure forse è anche qualcosa di più, è l'amore travolgente di un critico d'arte verso un quadro. L' amore morboso di chi si nutre della bellezza, ne ha bisogno, probabilmente perché impersonifica quello che lui stesso avrebbe sempre desiderato essere.
    Sentimenti che lo legano in modo così forte che lui ne è dipendente, non ha scelta, tanto da autoinfliggersi il dolore di vederlo felice con un'altra (che ovviamente detesta) in casa propria, pur di poterlo vedere.
    Straziante.
    Fantastica la scena in cui è sullo yacht, di fronte al boss e alla moglie, ed il solo ricordo di quel giorno in barca col ragazzo lo fa scoppiare il lacrime.
    Il tutto nel non detto.
    Commovente il modo in cui inizia a dire città e Paesi quasi a caso, pur di trovarne uno (Cuba) che possa smuovere, anche solo minimamente, l'interesse del ragazzo.
    Il modo in cui gli salta in braccio quando lui fugge dalla casa della ragazza, lo raggiunge in hotel e gli appare col suo sorriso migliore, dicendo solo "quindi, Cuba?"
    Ogni azione di Peppino è esclusivamente devoluta ad attirare il ragazzo, a farlo felice, a dargli motivi per stargli vicino.
    E forse si, anche un po', comprarlo.
    Ma in fondo non è ciò che ha sempre fatto, rubare e comprare compagnia e bellezza?
    Il perenne tentativo di portarlo a sé è commovente e drammatico, un continuo atto d'amore, folle e, a tratti, disperato, come quando giocherà le ultime carte agitando una pistola.
    Per quanto lo si possa odiare, lui in realtà non fa male a nessuno, non è davvero così negativo.
    Avrebbe la possibilità di liberarsi della ragazza, potrebbe vendicarsi anche del ragazzo, sentendosi tradito e ferito, eppure non lo fa.
    Alla fine lui è vittima della sua debolezza, del suo culto della bellezza
    Ad ucciderlo sarà proprio l'opera d'arte che più ha amato, che gli appare talmente perfetta da nascondergli l'evidenza, ovvero la pochezza emotiva, la superficialità, l'immaturità, forse anche un pelo di opportunismo, che quella bellezza effimera porta con sé, indefinita e modellabile.
    In definitiva, un personaggio eccezionale interpretato un una maniera maniacale ed impeccabile.
    Una prova di altissima recitazione.


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    1. straordinaria "controlettura" psicologica di un personaggio Antonio, senza parole ;)

      ricordo perfettamente ogni momento, sensazione o scena che dici (l'ho rivisto 3 mesi fa), rimango con le mie sensazioni (quelle non si cancellano) ma solo poter rileggere tutto alla luce di quello che scrivi è molto bello

      quello che resta di sicuro è che la prova di Mathieux è mostruosa, e forse anche questa duplice interpretazione lo conferma

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  7. Mathieux è incredibile, una cosa fuori dal comune.
    Generalmente mi piacciono i film con personaggi molto caratterizzati, trovo mettano a proprio agio gli attori e gli rendano la vita più facile (se evitano il rischio stereotipo, certo).
    Non è un caso che gente come Tarantino, riesca a riesumare cadaveri e renderli così vividi, così veri.
    Oppure mi viene in mente Melancholia e la prova di Kirsten Dunst.
    Qui ho la sensazione che non sia un personaggio caratterizzato ad essere rappresentato da un attore, piuttosto che il personaggio nasca dall'attore, lui non lo ha interpretato, lui gli ha dato vita, lo ha messo al mondo.
    La sua complessità infatti cresce durante la vicenda, ma le sfumature che se ne percepiscono non risultano mai frutto di espedienti, dialoghi forzati o una narrativa creata a tal fine.
    C'è lui e solo lui, i suoi ghigni,i sorrisi compiacenti, il suo linguaggio del corpo, ci parla con gli atteggiamenti.
    Ci dice tutto anche solo facendo un passo verso il ragazzo, aprendo le braccia, con un'occhiata.
    Per me mostruoso.

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    1. essere un nano ti fa vivere una vita diversa dagli altri, per forza

      mathieux ha messo dentro quel personaggio non solo la sua arte ma anche la sua vita credo

      come dici te ogni sua espressione trasmette qualcosa, poi che a me abbia inquietato a te abbia suscitato "compassione" o empatia è solo bello

      io credo lo dissi all'epoca e lo confermo adesso dopo averlo rivisto, siamo davanti ad una delle intepretazioni più incredibile del cinema italiano recente

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