13.7.11

Recensione: "The Hamiltons"

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PRESENTI SPOILER AMMAZZAFILM!


Sono seriamente in difficoltà...
Perchè The Hamiltons, a differenza dei film horror in catena di montaggio di questi tempi, è un film che tenta qualcosa, forse non osa, ma tenta.
Tenta di dare una nuova visione all'abusatissimo tema dei vampiri (avete letto l'avvertimento? no? troppo tardi...).
Tenta di dare spessore psicologico ai propri personaggi.
Tenta di inserire tematiche forti e non banali all'interno della trama, non ultime quelle delle "devianze" (omosessualità, virgolette d'obbligo) o vere e proprie depravazioni (il rapporto incestuoso tra i due fratelli) sessuali.
A metà film sinceramente non c'ero ancora arrivato, anzi, stavo già pensando all'assoluta uguaglianza tra lo pseudonimo dei registi ("the butcher brothers") e
le vicende del film, quelle che almeno apparentemente fin lì sembravano raccontare la storia di alcuni fratelli macellai.
Quattro fratelli per la precisione (insomma, non proprio precisione visto il finale...), ritrovatisi soli dopo la morte dei genitori. Il più grande ha un carattere abbastanza mite ma non riesce comunque a sottrarsi alla sua natura, anzi, è quello che probabilmente si dà più da fare in questo senso (anche se curiosamente, a differenza dei gemelli, non lo vediamo quasi mai in "azione"). Lui è il tipico esempio della persona che si vergogna di ciò che è ma non riesce farne a meno.
In mezzo stanno due terribili gemelli, maschio e femmina, assolutamente cinici e privi di scrupoli. Loro impersonificano la parte definitivamente cattiva di quello che sono. Il più piccolo invece cerca ancora di sfuggire a quello che è il suo istinto, cerca di trattenersi e razionalizzare, non riesce a giustificare il fine (sangue) con il mezzo che i fratelli usano (uccisioni). Ed anche la sua vita, a differenza di quella degli altri, spesa tra Eros e Thanatos, è la vita di un adolescente rinchiuso in sè stesso, un adolescente che fatica a trovare la propria identità, un ragazzo che vorrebbe staccarsi dalla propria famiglia ma è troppo forte il legame con essa per spezzarlo.



Il problema di The Hamiltons è nel dipanarsi della sceneggiatura e nella messa in scena. Troppi i passaggi non sufficientemente chiari ( come fa il più giovane a sopravvivere senza nutrirsi? perchè le ragazze vengono lasciate appese per giorni e non fatte fuori subito? perchè Lenny, il "mostro", viene tenuto nascosto e non è stato cresciuto con gli altri? com'è possibile che in ogni posto dove vanno a vivere, una volta partiti non lascino tracce o ricordi malgrado l'incredibile numero di omicidi, basta il cambio di nome?) , quasi inesistenti gli effetti, confusi alcuni passaggi temporali, regia e fotografia molto acerbe.
La rivelazione poi riguardo Lenny è davvero disastrosa e non nell'idea, ottima, ma nella realizzazione, nella scelta del piccolo attore e nelle crepe che crea a posteriori nel plot.
Però, il vampirismo visto come semplice malattia umana (possono vivere alla luce, ombre sullo specchio etc...) è interessante, io avrei addirittura evitato i 2 canini che si vedono nel finale. The Hamiltons alla fine è un film molto più umano di quello che sembra perchè malattia, problemi famigliari, difficoltà nella crescita e depravazioni sono temi quanto mai attuali.

Insomma, forse è da un verso troppo autoriale per le tematiche affrontate e dall'altro troppo amatoriale nella realizzazione.

Comunque un film diverso e per questo da premiare. E sti fratelli macellai, i registi intendo, meritano un'altra chance.


(voto 6,5)

9 commenti:

  1. Non è la prima volta che sento parlare discretamente dei fratelli - ultimamente Eddy ne ha parlato bene -, quindi direi che è giunto il momento per me di riscoprirli!

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  2. Ok, ok. Tu non leggi la mia rece? E Allora io non leggo la tua (:P) e ci confrontiamo a visione effettuata di questo filmetto che non so dove mi porterà. Se ha solo metà dell'inventiva di "The Violent Kind" allora ci sarà di ché godere... grazie!

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  3. Ah, ma tu non DEVI legger la mia, ti rovineresti completamente il film.

    Poi te l'ho spiegato, non è che non leggo la tua recensione (che scherziamo????), ma tutte quelle di film che non ho ancora visto. In fase di commento devo essere più libero possibile.

    Credo che sia molto diverso dal tuo, questo lento e "sobrio" quanto esagerato e fracassone The Violent Kind.

    *James: fai ancora in tempo a fermarti, non vorrei creare un nuovo caso Shadow...

    Guardati quello di Eddy, è meglio.

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  4. Ahahahaha ma il caso Shadow ancora non è scoppiato! Devo pubblicare prima il post! ;)

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  5. Aho! Stavo a scherzà... ma non mi conosci ancora!!! LoOoOoOoOoL. L'ho letta la tua rece ed è anche buonissima come al solito.
    Però, minchia come costano i DVD noleggio... non lo sapevo...

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  6. Eddy, avevo capito benissimo che scherzavi, ero io che non scherzavo, nel senso che davvero non dovevi leggere la mia recensione. A sto punto il film è bruciato, te l'assicuro. Quel poco (o tanto) di buono che poteva avere, cioè una sorta di climax conoscitivo sulla condizione dei ragazzi, l'hai fatto fuori. Mannaggia...

    *James: prevenire è meglio che curare.

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  7. carino, sicuramente diverso rispetto agli horror a catena di montaggio e per questo meritevole di una visione, se non altro.
    sempre dei fratellini- e Eddy sopra lo conferma- parecchio interessante è The Violent Kind: lascia senza parole!

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  8. Lo ricordo come uno dei migliori horror degli ultimi anni, proprio per la lettura inedita e non banale che si dà del mito del vampirismo, qui usato in un'accezione decisamente più moderna.
    Non è un film perfetto, come giustamente noti anche tu, ma la riflessione sulla possibilità di controllare ciò che definiamo istinto la trovo molto molto interessante.

    Non aggiungo altro perché non ricordo bene i particolari, ricordo però che dopo averlo visto ne rimasi entusiasta e lo consigliai come film assolutamente da non perdere.

    Ciao :-)

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  9. Non avrei mai detto che voi due l'abbiate visto e, più o meno, apprezzato.

    *Einzige: sì sì, lo guarderò a sto punto. Eì da un pò che non vengo a trovarti, domani capito...

    *snowwhite: addirittura? In effetti la materia è interessantissima, però sia la realizzazione che il coinvolgimento emotivo alla fine non sono stati il massimo.

    Molto sopra la media comunque.

    Ciao!

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