29.5.15

Recensione "Il Racconto dei Racconti"

Ma che strano film questo Racconto dei Racconti.
E che strana questa scelta di Garrone, regista meraviglioso che ho amato sempre ed ovunque.
Poi c'ho pensato e in effetti, forse per un caso o per una banalissima e insulsa mia intuizione, c'era qualcosa che poteva lasciar presagire tutto questo.
Ed era un continuo "allargarsi" dei suoi film, una necessità di un respiro sempre più ampio.
Dai primi due film da camera (il "mio" Garrone, quello che conosco, comincia con L'Imbalsamatore), dove in maniera sublime il regista romano  nel chiuso di poche stanze e in storie intensamente circoscritte seppe parlare di ossessioni, tensioni e drammi, passò poi a Gomorra, iniziando a raccontare anche il fuori, la gente, ma sempre con un certo taglio abbastanza essenziale, claustrofobico, l'unico che poteva restituire al meglio la forza della morsa camorristica. Poi con Reality ci si allarga ancora di più, e lo fa la stessa regia, diventando più libera, più "cinematografica", in una vicenda che partiva anch'essa "solo" da Napoli sì, ma aveva la forza e la necessità di mostrarsi universale. E adesso si cresce ancora di più, aumentano gli attori, aumentano le concessioni di regia, aumentano gli spazi, e tutto questo aumentare forse aveva bisogno, per starci dentro, del genere illimitato per definizione, quello del fantasy.

E io faccio fatica a capire chi massacra il film, che già la vita è tanto difficile e piena di pensieri sul cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa fare e cosa non fare, e quando abbiamo delle piccole certezze tendiamo sempre a complicarci la vita. Paradossalmente la critica la capisco più con Sorrentino, regista sì oggettivamene superiore alla media (parlo proprio di mise en scene) ma che a causa di una diffusa invidia del pene (non freudiana, letterale) rende l'attacco personale alla fine abbastanza comprensibile.



Invece qui abbiamo un italiano che ha il coraggio di fare un fantasy, genere sconosciuto alle nostre latitudini, di farlo anche compiendo un'operazione culturale in fondo (recuperando fiabe seicentesche), non solo, fare un fantasy quasi privo di effetti speciali e con location vere, italiane (seconda operazione culturale) come fece in modo impressionante quel gioiello di The Fall, e noi gli diamo contro lo stesso.

Ragazzi, questo è amore per il cinema, per il racconto, per i luoghi, per la fascinazione.
E riconosciamolo cavolo perchè è una certezza, non qualcosa di opinabile.
Ecco, però, riconosciuto questo, ossia la grandezza, originalità, importanza e coraggio dell'operazione poi è anche giusto andare più nel merito, ci mancherebbe.
E, a mio parere, questo, per quanto possa essermi piaciuto, è il Garrone minore.
Credo che ci sia di base anche una mia avversione per il genere ma sta di fatto che io resto più coinvolto dalle due stanze di cui sopra che da 3 regni con tanto di boschi, strapiombi, fiumi, castelli e grotte.
Ora, come al solito, non ho ancora letto recensioni nè altro sul film, ma i rumors uno li sente e li vede anche non volendo e chi ha parlato di difetto nella frammentarietà del tutto mah, secondo me ha detto una cosa priva di senso.


Se di 50 fiabe ne prendi 3 (credo anche rimaneggiandole un pò o prendendo spunto anche da altre) come fai poi a realizzare un film perfettamente coeso e narrativamente lineare? Non lo è proprio il progetto... Anzi, secondo me Garrone riesce anche a darla questa omogeneità, intanto scegliendo tre storie

ambientate negli stessi luoghi (non è un caso che ci siano due scene di raccordo tra i tre episodi, il funerale e l'incoronazione, perfettamente plausibili) e in più lavorando su tematiche molto simili, tanto che, se volessimo, potremmo parlare di tematiche uniche per tutto il film.
Il problema semmai è alla base, ossia l'essenzialità delle storie, il loro essere tutt'altro che complesse, niente più che discrete novelle piene di passaggi molto discutibili, concessioni al non reale molto marcate e plot abbastanza basici. Incantesimi a cazzo, figli gemelli, principesse che vanno via,
qualche mostro e via dicendo, niente di trascendentale. Eppure c'è la sensazione che queste storie così poco elaborate (o elaborate in modo troppo libero, tipo il gigante che cade nello strapiombo ma non more, poi torna su e more accoltellato) nascondano una certa potenza sotto.
A me più di tutte ha colpito quella delle due sorelle perchè c'ho visto tantissimo del mondo attuale, cosa sorprendente per un testo seicentesco. La dannazione e la tenerezza del sentirsi brutti, la ricerca della bellezza, l'improvviso cambiamento psicologico che il successo estetico regala, ma anche la caducità del tutto. Ecco, sinceramente il film emozionalmente non mi ha mai coinvolto ma se l'ha fatto una volta l'ha fatto nelle tenerissima difficoltà delle due sorelle nel sentirsi brutte, il non volere farsi vedere, il loro stare nascoste sicure che il mondo fuori resterebbe orripilato, ma anche il desiderio di essere amate ed accettate.
Ed è forse proprio nel loro episodio che viene fuori prepotentemente quello che a me è sembrato il trait d'union più evidente tra i vari episodi, ossia il tema della pelle.
La pelle di lei raggrinzita, quella poi "cambiata", la pelle da scorticare della sorella, ma anche la pelle dei due gemelli albini, quella del mostro marino aperto, quella della pulce da indovinare (nella scena forse più godibile dell'intero film), quelle appese nella grotta dell'orco, c'è poco da fare, è un elemento onnipresente. Come quello del doppio o delle coppie (i gemelli, le due sorelle, ma anche la principessa e il padre, la regina e il figlio, Cassel e la sposa), il film procede quasi sempre due a due. Ovviamente ci saranno dietro letture che affonderanno nel mito ma, con me, lo sapete, non aspettatevi mai pillole culturali, solo impressioni viscerali.

Mi è piaciuta molto anche la scelta di Garrone di girare scene al confine con l'horror, perchè ho sempre pensato che questo, nelle fiabe, sia un aspetto sempre troppo poco accentuato.
In realtà registicamente Il Racconto dei Racconti non è un gioiello, ma nemmeno vuole esserlo. La forza maggiore la trae dalle straordinarie location (reali) utilizzate e dalla cura nel cercare di ottimizzarle al meglio.
Ho amato, lo ammetto, l'opaca e visivamente bellissima sequenza del palombaro e del mostro marino e tutta quella fuga dall'orco, con quei circensi che attraverso la loro arte, la fune, il fuoco, cercavano di salvare la ragazza.
Ho trovato un pò pacchiana la storia della pulce, almeno nella sua prima parte.
E questo film, che è anche un film di ritorni (il ritorno della principessa rapita dall'orco, quello della vecchia diventata giovane, quella del principe albino), un film di morte, un film di sangue e destino e un film di umanità repressa dal potere (molti personaggi non possono vivere le emozioni perchè imprigionati in un ruolo), questo film dicevamo, finisce con qualcuno lassù, più in alto possibile, in un perfetto equilibrio, al centro della corda da un lato e dell'inquadratura dall'altro.
Ancora una volta, dopo Reality, Garrone finisce un film guardando su, nel cielo.
E sotto c'è sempre qualcosa che ha a che fare con l'illusione.
Che sia una casa o un castello poco cambia.


38 commenti:

  1. In fondo è un racconto della pelle ( la pelle dell'insetto, la pelle tirata della vecchia, la donna senza pelle) mi sembra un'ottima intuizione. E forse questa è la più grande lezione delle favole, che tutto accade in superficie, sulla superficie della pelle appunto, nessun rimando recondito, solo giochi arbitrari del caso e di forze magiche. Paradossale che con una vena esistenziale sia a dirlo un altro grande napoletano, Curzio Malaparte: "Si crede di lottare e di soffrire per la propria anima, ma in realtà si lotta e si soffre per la propria pelle. Tutto il resto non conta."

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    1. L'unica cosa che mi sento di dire, come dicheno a Roma è:

      mettece na pezza

      (che poi sempre di una sorta di pelle si tratta)

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  2. Ho letto per ora solo l'inizio dlela tua rece, condivido la i nutilità del complicarsi la vita su falsi problemi come la resa di un film - anche se, ragionar di arte e di espressione non è cosa senza importanza, altrimenti blog meravigliosi coime il tuio non esisterebbero neppourer. per ora, mi limito a dire che LO CUNTO DE LI CUNTI, a me non può non far tornare in mente le FIABE ITALIANE di Italo Calvino, ce si abbeverò a questa fonte, tra le altre favolistiche. :)

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    1. Assolutamente... (riferito a Calvino)

      in realtà il mio "non complicarsi la vita" è riferito a ricercar difetti anche dove oggettivamente non ce ne sono (intendo alcuni aspetti del film) oppure condannare operazioni meritorie

      per il resto grazie, e a proposito de Lo Cunto m'è venuta na voglia...

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  3. Stavolta mi trovi perfettamente d'accordo. Anche io non amo il genere fantasy e tuttavia il film mi ha, in alcuni punti, incantato più che coinvolto. Ho sentito dire in giro "Belle la scenografia, i costumi però...". Non è un film calligrafico, la scelta delle location (bellissime) autentiche , italiane, danno un sapore particolare al film. Tanto è vero che risultano del tutto fuori posto i mostri, soprattutto quello che vuole divorare i "gemelli", mostri rambaldiani a effetti speciali. Avrei preferiti draghi e mostri di carta, meno tednologici, magari ispirati ai draghi del San Giorgio dei vari pittori del '600. La pelle. Benissimo, Ma anche la carne ( il cuore, gli animali essiccati nei sotterranei del castelllo) il sangue, il desiderio frustrato. Il Barocco insomma.Omeglio l'altra faccia del barocco artistico che conosciamo..Bellissimi ( ma è un dettaglio) i titoli di coda.

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    1. In realtà le 3 volte che hai commentato quest'anno eri sempre d'accordo (qua, sorrentino e foxcatcher), quindi il tuo "stavolta" è riferito a tutte le volte che non l'hai fatto perchè eri in disaccordo

      (ma poi, un bastian contrario come te commenta solo quando mi dà ragione? voglio lo scontro!)

      grande idea la tua, e la capisco. Il mostro comunque era la madre, l'avevi notato no? (te lo dico perchè del mio gruppo di 4 un ragazzo non se ne era accorto). A questo proposito mi hai dato lo spunto per avventurarmi in una piccola ricerca, che forse faccio già stamattina

      sì sì, tutto quello che dici, del desiderio frustrato ad esempio ho fatto velocissima menzione nelle ultime righe
      la carne se vogliano c'è anche molte altre volte, sia in senso fisico, di cibo (quella alla pulce, quella nella tana dell'orco) sia in senso metaforico e voluttuoso

      sai che non mi ricordo i titoli? li ho visti ma forse chiacchieravo :)

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    2. E' vero. Non sono stato mai in disaccordo. Ma forse anche perchè non vedo certi film che a te piacciono e che io stroncherei a priori. I titoli erano graficamente molto belli perchè scorrevano insieme a immagini e colori molto particolari.

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    3. Ah. Se vieni a cena martedì non portare niente ma esigo che tu veda "Quarto potere".

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    4. Oh, non sono mica uno Zulu eh...
      Quarto Potere certo che l'ho visto.
      E, anche se non c'entra una fava, pure il Quinto.
      Il Sesto no, che a quei livelli credo si va nel territorio della Marvel.

      Certo, per poter essere d'accordo o meno bisogna confrontarsi su visioni comuni.
      Poi in tanti generi non ci troviamo. Anche se quella del mio legame all'horror è un pò una leggenda metropolitana, ne ho visti 4 "puri" in tutto l'anno finora, meno di uno al mese.
      Anzi, devo ricominciare!

      (quindi cambia titolo, se dobbiamo vedere un film preferisco uno nuovo)

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  4. cose contro: a garrone critico il fatto che non sia riuscito a coinvolgermi. guardando un film di questo tipo, e soprattutto da un film suo - cheddiavolo! - mi aspetto di attendere la scena successiva con il fiato sospeso e invece la lentezza delle immagini (voluta? ok, sicuramente scelta registica ma a me non è piaciuta) smorzava ogni possibile coinvolgimento. mi aspetto una certa attenzione per le inquadrature e invece non ho notato guizzi particolari (e il mio termine di paragone non sono altri registi, ma garrone stesso nei suoi film precedenti), è un film estremamente tradizionale. mi ha abituata a una recitazione coinvolgente e invece ho trovato degli attori che mi davano l'impressione di recitare solo perché ok, è il mio mestiere e lo devo fare. (avrei però voluto tantissimo assistere alle riprese della scena in cui cassel si limona il dito! :D) ci può essere un problema di doppiaggio, non so, ma anche a livello di espressività, ho visto decisamente di meglio. dai, il clisscè (licenza poetica) della madre italica, possessiva ed estrema, o del "maschio latino" dirompente non possono risolversi con uno sguardo vuoto o con lunghi capelli.

    cose pro: le locations (ovvio) e lo spezzettamento delle storie. a me è piaciuto. forse è la cosa che ha salvato il film dalla noia completa.

    a riassumere: mi sembra un film dalle potenzialità sprecate. o è solo che ci aveva abituati troppo bene?

    (e cmq in giro trovo solo recensioni positive quindi è molto probabile che sia io a non avere capito niente :D)

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    1. allora

      1 non ti ha coinvolto? nemmeno a me, l'ho scritto. Solo in qualche sequenza delle due sorelle e un pelino in quella dell'orco

      2 la regia senza guizzi? anche qui ti dò ragione e, in parte, l'ho anche scritto (il passaggio del film visivamente non eccelso, quando parlo delle location)

      3 sugli attori invece non ho fatto menzione qua (ma ci ho discusso con gli amici) proprio perchè non lasciano nula, sono solo funzionali. Forse è la figlia der nano quella che dà qualcosina in più, ad esempio l'ho trovata magnifica nel suo ritorno, lorda e con quello sguardo.

      i pro sono gli stessi che ho citato io

      come vedi siamo perfettamente d'accordo

      anche sul fatto che il miglior garrone è altrove, ma qua era troppo fuori dal seminato

      alla fine a me è piaciuto, quanto non lo so, ma sempre considerando il genere. Insomma, se guardo solo al fantasy, e lo paragono con gli americani posso anche dire che mi è piaciuto molto. Se vedo solo al film non posso dire la stessa cosa

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  5. A me invece un film che non ha convinto per nulla. E va bene l'osare, 'amare il cinema e tutto quanto, ma credo che questa non possa essere una scusante. Se quello che ne esce è un film poco convincente, a mio modesto parere il giudizio resta negativo. Se ne può apprezzare lo sforzo, ma nulla di più.
    A me proprio non ha trasmesso nulla. Regia davvero televisiva, situazioni poco credibili (anche nel contesto fantasy) e nessun raccordo fra le tre storie, raccordo che a mio parere poteva essere reso possibilissimo anche per via di un titolo così altisonante.

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    1. Ma io non ho detto che debba essere una scusante, solo una cosa oggettiva da riconoscere.
      Una volta riconosciuta quella poi inizia la vera analisi soggettiva e comprendo benissimo ogni cosa che dici della tua, anche se ovviamente non la condivido, o quantomeno non in questo modo così categorico...

      ma poi con un fan del Fantasy come te (cinematografico o letterario) Garrone partiva battuto in partenza credo ;)

      (fidati, il raccordo c'è anche troppo, leggendo lo cunto de li cunti è veramente tutto completamente scollegato, 50 novelle senza un minimo filo conduttore, se non la cornice decameroniana del racconto. Volevo fare un post sull'argolemto oggi ma per problemi tecnici credo salti)

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    2. Una critica che non riesco a capire e trovo debolmente generica è "regia televisiva" (giudizio che ricorre periodicamente nei commenti sui film).
      Anche perché ultimamente nelle serie tv si vedono regie con storie di altissimo livello.

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    3. Sì sì, hai assolutamente ragione Lucien ma credo che hai capito perfettamente a cosa alludesse Jacques. Per "regia televisiva" si intende quella della tv in senso "piccolo", non quella delle serie. Ormai è un'espressione che ha radici nel passato e che in effetti andrebbe rivista. Insomma, ormai è da intedersi più a trasmissioni e salotti che alle ficion. Anche se secondo me come espressione rende sempre dannatamente bene l'idea, riassume tante cose

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  6. Io sono stata totalmente rapita, invece, proprio perché non è un fantasy, ma un racconto di fantasia. Un racconto che contiene tre storie, scollegate perché ognuna marcia per sé, ma unite dall'ambientazione e immensa e da un paio di scene semplici e essenziali. Mi ha rapita e coinvolta immediatamente perché nel mondo delle fiabe ci sto comoda e a mio agio, e credo che in tal senso Garrone abbia fatto un'operazione straordinaria. Io non sono nessuno, ciò che dico è totalmente personale, quando parlo di emozioni. Perciò capisco il tuo punto di vista. Ma come dici anche tu, chi lo critica selvaggiamente e con una certa spocchia e sarcasmo fuori luogo, trovo lo faccia ingiustamente. Una volta tanto che un ottimo regista si cimenta con qualcosa di diverso (ma veramente diverso, perché lo voglio sottolineare: non è un fantasy in senso stretto) e lo realizza in modo visivamente e tecnicamente eccelso, si dovrebbe andarne fieri. Non serve necessariamente adorarlo alla follia, ma apprezzarlo sì. Ma in Italia siamo così, per cui nessuna novità.
    Credo che all'estero andrà alla grande, come è giusto che sia.

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    1. Ma che bello questo entusiasmo e che bello leggere due pareri così discordanti uno dietro l'altro...
      Io nella valutazione globale sono molto più vicino a te Silvia, in quella emotiva molto di più a Jacques (o Ciku).
      Alla fine sono un pò nel mezzo.
      Per me questa è stata una grande operazione e molto coraggiosa ma rimango dell'idea che debba essere un unicum per Garrone.
      Non sono del tutto d'accordo sul tecnicamente eccelso, credo che l'eccellenza "tecnica" di questo film, il suo lato visivamente migliore, siano le location, e lo straordinario lavoro che ci deve essere stato dietro nel trovarle e valorizzarle. Per il resto per fotografia e riprese tutto buono ma niente di meraviglioso per me. Anche se la scena del labirinto, quella del palombaro, quella di lei che fugge dall'orco e un altro paio mi sono piaciute moltissimo

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    2. Per me è stato visivamente incantevole soprattutto per la fotografia, l'aver sfruttato il nostro territorio lo ha certamente avvantaggiato, ma il lavoro di Suschitzky (che non è proprio il primo stagista di passaggio) l'ho trovato curatissimo. Le scene che citi tu in primis, ma non solo. Salma Hayek che mangia il cuore, l'arrivo della vecchia scorticata (che può competere benissimo con Martyrs), il corpo avvolto dalla folta criniera rossa di Stacy Martin immerso nel verde dei boschi, tutta la sequenza del funerale e il finale che, personalmente, mi ha estasiata. Ecco, io ci ho visto una certamente azzeccata scelta di location (le Grotte dell'Alcantara in Sicilia le ho viste coi miei occhi e sono magiche), ma anche un ottimo lavoro tecnico, nella fluidità e nella raffinatezza delle immagine.
      Però magari sono io che l'ho visto con gli occhi a forma di cuore, ehehhehe. Ma io sono felice, davvero tanto, che Garrone abbia fatto questo film.

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    3. No no anzi, inizi a convincermi!

      ahah

      no, allora se citiamo Martyrs io ho trovato ancora più bella la scena di Viola che torna con la testa dell'orco. Se devo scegliere un frame del film è quello per me. Ma hai ragione, di affascinanti ce ne sono tanti. Credo che a volte il coinvolgimento aiuti anche a veder meglio altri aspetti. Se entri in empatia anche la fotografia la vedi diversa, come essere innamorato di una ragazza e vederla con un'altra luce, con un'altra pelle

      non scrivere più altrimenti divento superfan del film

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  7. Sono scettico, come per Sorrentino.
    Spero di poterlo vedere presto in modo da fugare ogni dubbio.

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    1. Comunque sei riuscito a non vedere nè Sorrentino nè Garrone ancora, in qualche modo ti fa onore ;)

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  8. Anche a me manca insieme a Sorrentino. E' un periodo davvero pessimo. Spero di farmene un'idea presto perché sembra terribilmente il mio genere.

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    1. No Giulietta, non fartene un'idea, sai anche troppo.
      Con i film si va, e basta, ne godrai di più.
      Quindi vai, non c'è altro da fare ogni volta, andare ;)

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  9. io questa volta passo, il genere non riesce davvero ad appassionarmi... sono certa che Garrone se ne farà una ragione! :)

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  10. Una delle recensioni migliori che ho letto. Non ho scritto del film ma potrei tranquillamente prendere la tua recensione, modificare un po' le parole :D ...e il gioco è fatto: quello che vorrei dire l'hai detto tu. Bravò!!!

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    1. Fuor di battuta, anche chapeau: quella della pelle è davvero un'OTTIMA intuizione. E te ne ringrazio perché non l'avevo notato!

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    2. Ma io l'ho notato per puro caso.
      Nel taccuino degli appunti durante il film avevo scritto 5 volte la prola pelle, quindi mi son creato la tematica senza quasi volerlo ;)

      Grazie mille stefano...
      Guardando gli orari ci siamo scritti in contemporanea, te qua e io su un tuo Louisiana (non sul tuo blog però)

      ;)

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  11. Visto ieri e l'ho trovato, a sorpresa, meraviglioso. Non nel senso di bellissimo o perfetto, perché ha piccoli difetti e scene che non sempre si amalgano tra loro, ma il Garrone cantastorie sa andare davvero alle radici della meraviglia stessa. Magnifica la giovane attrice, la principessa data in sposa all'orco da papà Toby Jones, che per me mette in ombra la Hayek e Cassell, annunciati fiori all'occhiello. E quell'immagine finale, come dici anche tu, è il simbolo di questo film, in mezzo a tante scene significative - la cena a base di cuore, la corsa nel labirinto, il salvataggio da parte dei circensi, il ritorno a casa nel sangue. In equilibrio, senza cadere. Bellissima la tua analisi, il filo rosso che hai trovato nelle storie. Mi ero concentrato, più che altro, sulla voglia di possesso dei personaggi che li rodeva dall'inizio alla fine, tutti quanti. Ma il film, effettivamente, era pieno di simmetrie curiose. :)

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    1. Mi piace molto questo tuo entusiasmo, in realtà a me l'entusiasmo piace sempre, anche su cose che a me non hanno dato le stesse emozioni.
      Odio invece le fredde analisi.
      Ma te so perfettamente come la pensi.
      Sì, l'ho scritto, lei è di gran lunga l'MVP del film.
      Abbiamo citato le stesse scene, bene ;)

      Ti ringrazio moltissimo ink e sperando tu ne abbia scritto verrò a leggerti prestissimo (ora devo scrivere una rece di un film che, mi pare, tu abbia bastonato -ti ricordo che vedo solo il voto prima di scrivere).

      A te che sei appassionato di letteratura forse possono incuriosire le "puntate" che ho fatto sulla differenza tra novella e trasposizione garroniana.

      A presto!

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    2. Le ho adocchiate, ma non ero passate a leggerle perché non avevo ancora visto il film. Recupererò. Mi sa che è It Follows, no? Ma è piaciuto a tutti, quindi ti perdono se è piaciuto anche a te. Però spero mi spiegherai tutti quei vuoti e quelle incongruenze... Io, proprio da lettore, non le ho tollerate!

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    3. Ahah, mentre mi scrivevi qua io avevo appena pubblicato la rece, andato a leggere la tua e commentato ;)

      sì, ti capisco perfettamente

      ma a volte il come e l'atmosfera ti fanno chiudere un occhio su tante cose...

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  12. Per quanto mi riguarda Garrone non ne sbaglia una; potrebbe anche fare un film sul Grande Fratello e verrebbe fuori comunque una meraviglia... (Ma come sono simpatico!?!?)
    Non parlo di tecnicismi ne simbologie perché ci avete pensato già voi con recensione e commenti e di certo ve ne intendete più di me. Ma dico solo che era tanto che guardando un film mi sono ritrovato a sperare che durasse il più possibile; e bisogna anche tenere da conto che ho iniziato a guardarlo molto tardi e stamattina avevo l'alzataccia alle 5:30, situazione che generalmente mi porta a sperare che un film finisca subito.
    E non mi vengono in mente molti altri registi che mi lascino a fine film una sensazione mista di gioia e tristezza. Tristezza perché come al solito Garrone e un maestro col dramma. La ragazzina stuprata dall'orco, il mostro-vampiro che guarda Elias rifiutandosi di attaccarlo (e poi scopriamo perché) e quella vecchina così fragile e triste che vorrebbe tornare giovane mi ha davvero devastato. Gioia perché guardo il film e penso che l'ha fatto uno che viene dal regno dei cinepanettoni e dei film pseudo-impegnati che nessuno va a vedere. Capisco le critiche ma per me questo film è una meraviglia.

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    1. Scusa gli errori grammaticali (era tanto che guardando un film NON mi ritrovavo ecc ecc) ma sono a lavoro e digito dal cellulare.

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    2. spero de risponde entro stasera :)

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    3. no, la battuta sul film sul Grande Fatello è epica, altrohcè (che poi sa? io ne ho 3,4 suoi preferiti ma se mi puntassero una pistola alla testa forse direi Reality)

      molto bella la cosa del "desiderarne ancora"

      vero, capita molto raramente. Che poi è una questione molto interessante pechè paradossalmente anche i film che si amano di più si amano proprio perchè durano in quella maniera o finiscono in quelal maniera

      per capirsi credo che nessuno dei 10 film che più amo avrei voluto che durasse di più, è da 10 proprio per quello che è stato

      invece con i libri capita spesso

      s', Garrone è un regista molto profondo ma mai retorico. Lui ama gli ultimi, le storie piccole, i piccoli drammi personali. E li rende sempre al tempo stesso fastidiosi e poetici. Non ammicca allo spettatore ma emoziona

      per me Il racconto dei racconti è un film imperfetto, non una meraviglia

      ma una meraviglia è il fatto che Garrone abbia voluto farlo

      come del resto sento che direi le stesse cose, ad esempio, con Il Primo Re di Matteo Rovere

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao