15.7.17

Accecarsi dal sole, accecarsi di vita


Vedo le persone sulla spiaggia.
Bimbi che fanno castelli, bimbi ancora più piccoli che glieli distruggono, madri che pensano solo a prendere il sole, padri che leggono giornali che svolazzano.
Sono lì, a nemmeno 20 metri da me.
A 20 metri da me tutto è sereno, la noiosissima vita della spiaggia procede tranquillamente.
Nessuno in acqua, solo io.
Perchè il mare è mosso, tremendamente mosso.
Non ricordo perchè ero rimasto là, lontano, solo. 
Probabilmente stavo nuotando sott'acqua, come piace fare a me, io che ai bei tempi facevo una piscina intera con il corpo attaccato al fondo.
Sta di fatto che sono solo, il mare è mosso e incredibilmente a 20 metri da me tutto è normale.
Sono in panico, l'acqua mi sommerge ogni 2 secondi.
C'è mio fratello Marco Aurelio sulla riva, lo vedo, forse mi sta cercando con lo sguardo.
Marco Aurelio per noi è Ieio, sin da piccoli.
Due sole sillabe, il nome più veloce del west.
Eppure quando urlo questo nome ricordo ancora che faccio solo in tempo a dire "Ie.." prima che lo "...io" lo finisca sott'acqua, travolto dall'ennesima onda.
Provo ad urlarlo almeno 10 volte ma inizio a perdere conoscenza.
L'acqua mi entra in bocca, mi ritrovo sempre giù.
Quando la testa torna su vede sempre la stessa cosa, decine di persone che continuano la loro vita senza accorgersi che un bimbo di 12 anni sta morendo davanti loro.
Ricordo una disperazione infinita, ricordo le lacrime miste all'acqua.
Ricordo anche il momento della rassegnazione, quello in cui decido di non urlare più e smettere di muovermi.

Sono a riva.
Ieio mi ha sentito.
Ha solo un anno più di me ma è riuscito a salvare un bambino in quel mare.
Mi spingono sulla pancia per farmi sputare acqua, tutte quelle persone fino ad un attimo prima tranquille adesso sono su di me, in cerchio.
Alla fine mi risveglio.
Ho il sole accecante sopra di me.
Mi accarezzano, mi spiegano, mi dicono tutto.
Ma io ricordavo ogni singolo istante, ogni singola cosa fino a quando decisi che potevo morire, che potevo smettere di lottare.
E lo ricordo ancora, 28 anni dopo.
Fu la prima delle 3 volte che ho rischiato di non esserci più.
Ma quello che ricordo adesso è solo il sole accecante, perpendicolare a me.
E' la sensazione incredibile di essere ancora vivo.

Sono vivo.
E sono forte.
Che il sole mi accechi ancora.

24 commenti:

  1. Caspita che fratellone che hai, il mio col piffero che sarebbe venuto. A sto punto dicci le altre 2 che son curioso :-). Ciao

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    1. Un incidente stradale con 4 ribaltamenti completi. E verticali.

      La terza resta con me

      sì, gli devo la vita

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    2. Sei richiesto sul set di Squadra Speciale Cobra 11

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    3. E devi vedere con che nonchalance sono uscito dalla macchina ribaltata, dal vetro.
      Mentre mio fratello (che era la macchian dietro di me, stavamo andando a giocare a calcio a 7) correva verso di me pensando che ero morto.
      Sono uscito e ho detto "andiamo a giocare lo stesso vero?"

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    4. A me successe solo un rischio morte, da piccolo: un pezzo di dama in gola, che mio fratello ha fatto saltar fuori alzandomi i piedi e dandomi una manata sulla schiena.
      Ricordo chiaramente che in quel momento, senza poter respirare e mentre mi si incasinava la vista, ho pensato: "E questa è la fine di Edoardo Lu.."
      Buffo.
      La cosa che ho detto subito dopo invece è stata: "non dirlo alla mamma"

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    5. delle mie 3

      una, lo avrai letto, sapevo che stavo per morire. Anzi, l'avevo accettato. Tipo te

      una, l'incidente, non mi sono reso conto di niente, accade in 5 secondi

      una è tutta un'altra cosa

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  2. Ma io l ho già letta, che è un deja vu? :/

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  3. Wow.. il sole è più sole e la vita è più vita se credi di morire e invece resti vivo

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    1. Non c'è niente di più vicino alla vita che lo sfiorare la morte

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  4. AH.. e io che credevo stessi leggendo la recensione di un nuovo film, ho pensato fra me e me...però SE RIPRESO!e invece è un tuo "nuovo" racconto (anch'io lo avevo già letto qua da qualche parte nel blog .....SEI COME VENERE CHE RI-NASCE DAL MARE!
    Bravo Bepi

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    1. No, bravo Ieio ;)

      eh, ieri m'è presa così, mi sento forte

      un vuoto enorme ma tanto forte. E mentre dormivo ho ripensato a sto turning point della mia vita

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  5. Debbo ancora guardare i suoi Ultimi peri ...naltra cosa che sto caldo e afa mi han fatto dimenticare..comunque bravo lelo!
    Ieio
    😀

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    1. tanto tranquillo, la vedrai di sicuro prima che ne facciamo un'altra...

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  6. Sette vite. Io più facile. Mi fratturo solo. ;)

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  7. Pierluigi Tronchetti23 luglio 2017 alle ore 12:50

    “Fu la prima delle 3 volte che ho rischiato di non esserci più.” Non molto tempo fa, mentre con la mia auto stavo percorrendo un tratto morfologicamente costituito da disconnessione del manto stradale, e da un’ infinità di curve che impossibilitano di procedere a più di 30km/h, si manifestò un increscioso episodio: mi esplose -letteralmente- un pneumatico. Tutto ciò, proprio al cospetto di uno dei numerosi tornanti in cui, se possibile, e' imperativo ridurre ancora più drasticamente la velocità. Fuori l’ oscurità regnava sulla luce, faceva freddo e pioveva; come mia consuetudine avevo dimenticato il cellulare e se tutto ciò non bastasse ,ero persino imperdonabilmente in ritardo. Un mix letale di futili motivazioni queste, ma che irrazionalmente avevano catalizzato la mia rabbia a tal punto che l'evento cardine appena occorso fu repentinamente eclissato. Cadeva la pioggia nella solitudine di cui si plagiava quel lembo di strada, così sperduta e poco trafficata da rendere insperato il transito di qualsiasi creatura bipede pensante . E più il cielo piangeva ,e meno io riuscivo a lavare via quella spiacevole sensazione di negatività che in modo incontrollabile ti rende tanto inutilmente adirato . Goccia dopo goccia me la sentivo scivolare addosso; ora fitta, ora sottile e nebulosa, come un metronomo impazzito dettava implacabilmente i tempi del mio ritardo. Confesso che mi ci volle un po’ prima di tornare nuovamente ad assumere la fisionomia di un essere senziente. Ma quando ciò accadde, realizzai che ogni singola goccia di quella pioggia che avevo incontrato durante quell'esperienza, quel sentirmi fradicio e intorpidito dal freddo, erano l'inequivocabile e tangibile segno che nel mio corpo albergava e ardeva ancora la scintilla della vita. Conscio del vizio della velocità che mi affligge fisiologicamente infatti, compresi che “se” quella deflagrazione pneumatica fosse avvenuta anche solo due/ tre km più avanti, dove le strade cominciano a civilizzarsi e il piede diviene sempre più opprimente sull’acceleratore, chissà “se” avrei avuto l'energia vitale per recriminare ed inveire contro pioggia, buio e freddo. È stato in quel preciso istante, edificato sul costrutto di un improbabile binomio brividi / illuminazione, che nella mia mente è balenata l’anacronistica immagine dell’ Insert Coin, tanto in voga negli anni dei cabinati che campeggiavano in tutte le sale giochi che potevano ritenersi tali. - “Fu la prima delle 3 volte che ho rischiato di non esserci più”-. L'eco scaturito dalle tue parole non può che immolarsi prepotentemente a loop nei miei pensieri, certo del fatto che da qualche parte, disseminati lungo il tuo percorso, ci siano stati altri momenti in cui tale rischio- agghindato con abiti molto meno eclatanti rispetto a quelli da te citati-ha incrociato i tuoi stessi passi. Spesso, durante tutto il corso della nostra esistenza, siamo vittime di vicissitudini potenzialmente pericolose. Sono frangenti temporali impalpabili, inconsistenti, ne percepiamo a malapena la fatiscente presenza, distratti come siamo a contemplare la vacuità di ogni altro pensiero laterale che, sfiorandoci, ci obbligano ad esternare le emozioni più disparate e contrastanti esalate da quel determinato momento. Eppure, quello che abbiamo inconsapevolmente vissuto, è stato inequivocabilmente un altro provvidenziale Insert Coin , un gettone con cui la vita , inspiegabilmente, ci ha permesso di andare avanti. Di continuare a vivere. Solo che siamo troppo ciechi e imprigionati nei nostri schemi mentali per riconoscerlo, per vedere oltre ciò che la frustrante limitazione del nostro essere “semplicemente “ umani, ci tiene invece celato.

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    1. Pierluigi Tronchetti23 luglio 2017 alle ore 12:51

      E così , grazie a quella monetina, ripartiamo da quel checkpoint, dimenticando quell’istante antecedente, quella svolta nel livello di gioco che avrebbe potuto condurci irreparabilmente ad un rocambolesco Game Over, e che solitamente si disperde per sempre nell’oblio delle cose mai accadute, oscurato e surclassato interiormente dalla nostra reticenza ed estrinsecato attraverso un laconico, minimalista ed ingrato “se”. Si perché nella dozzinale amministrazione dei “se” con cui ci sentiamo perennemente in credito, in quell’erroneo e persistente arrotondamento per difetto dettato dal nostro essere matematici poco inclini all’ obiettività, ogniqualvolta, alla stregua di superstiziosi marinai, ravvisiamo il Giona in ogni avversità enfatizzandola come tragica sciagura , dovremmo ricordarci di tutti quei “se” che, a ritroso nel corso del nostro peregrinare, hanno giocato a nostro favore, e conseguentemente di tutti gli Insert Coin che ci hanno permesso, e che ci permetteranno, di continuare questa splendida e meravigliosa partita, così avvincente, quanto incerta, che è la nostra vita.

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    2. Ogni volta che ho rischiato di morire.
      Ogni volta che sono stato da cani, come adesso.
      Ogni volta che sono stato sconfitto, umiliato, distrutto da qualcosa.
      Beh, poi ho amato sempre di più la vita

      e forse proprio adesso che vivo uno dei momenti più dolorosi, vuoti e pieni di difficoltà di sempre mi sento così forte, vivo e pieno di gettoni come non mai

      la parte più bella del vidoegame deve ancora arrivare

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    3. Anche perchè due mesi e mezzo fa ho ucciso il Boss che non riuscivo a superare da 4 anni.
      Ero fermo sempre allo stesso livello.
      L'ho fatto fuori, sono al livello successivo.
      E tra tutte le difficoltà di questo nuovo mondo che mi si è creato mamma mia quanto è bello esserci comunque arrivato

      vediamo se raggiungerò la principessa in fondo

      anche se, a differenza di mario, io di idraulica capisco niente

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  8. Pierluigi Tronchetti23 luglio 2017 alle ore 13:57

    ....di solito lo danno a me del Boss di fine livello....
    In questa sede non mi addentro oltre!!
    In settimana ti chiamo così, se non sono di disturbo, ci accordiamo per il giorno! Oh, non mi dire quando vuoi eh!;-)
    Un abbracccccioneeee

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    1. Ti avrei risposto volentieri quando vuoi ;)

      ma invece c'è il rischio, lo so a giorni, che ricomincio in fabbrica ad agosto

      non ci voglio nemmeno pensare

      se sarà così sì, dovremmo accordarci bene...

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao