15.11.13

Recensione "Noroi" - Horror Underground - 6 -

Torna dopo tantissimo tempo la rubrica che cerca di far uscire dal sottobosco alcuni horror di valore e misconosciuti
(almeno alla massa, difficilmente ai blogger di appassionati). O, se non di valore quantomeno controversi, come accadde con A Serbian Film.
Quasi sempre si pesca in Giappone. Anche stavolta.
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leggeri spoiler

Chi odia i mock stia alla larga, o forse no, un'occhiata la dia lo stesso perchè a mio parere ci troviamo davanti ad uno dei migliori esponenti del genere, uno che davvero ha la credibilità del falso documentario tanto che a volte ci si dimentica che sia soltanto fiction cosa che, per ora, mi è successa solo con Lake Mungo (che mannaggia a me non recensii).
Certo, quasi due ore di un genere indigesto sono ancora più indigeste...
Noroi ha la straordinaria qualità, come il già citato Lake Mungo, di non ricorrere a nessun trucco, nessuno spavento facile, nessuna scorciatoia per metter paura. Semplicemente tiene il suo passo, indaga, racconta incastonando nello stesso racconto immagini, parole, sequenze che non possono che dare una certa inquietudine allo spettatore.
E ha dietro una grandissima sceneggiatura che si muove nel tempo e negli spazi per creare un'incredibile tela di personaggi, luoghi, vicende, temporalità che piano piano cominciano sempre di più ad intersecarsi tra loro.
Ricorda alcuni giochi nippo, ad esempio Forbidden Siren, sia per questa sua trama rapsodica che per una certa atmosfera mista di magia, terrore, male atavico.
Il giornalista Kobayashi realizza documentari sul mistero, è una brava persona e sa fare il suo mestiere. La conoscenza con un'attricetta, una bambina prodigio e un pazzo misantropo, tutti e tre persone dotate della capacità di vedere "oltre" e sentire qualcosa, diciamo medium, lo porterà a un'indagine che solo a metà film avrà un nome, Kagubata, un demone che un paese, ora sommerso da una diga, teneva a bada ogni anno con un rituale. Ora Kagubata è libero.




C'è un uso dei media superlativo, telegiornali, vhs, riprese dal vivo, reality show, altri documentari, c'è di tutto, in una rete grandissima che si regge in piedi alla grande e, come detto, ha tanta verosimiglianza al suo interno.
Lo spettatore può perdersi, è vero, ma alla fine ritroverà la strada. Lo farà però attraverso sequenze da brivido che certo cinema moderno, vedi Wan, si sogna soltanto.
Impossibile negare che ci si appesantisce un pò durante la visione, tra l'ora e l'ora e mezzo il rischio di perdere tutta l'atmosfera in cui il film ti ha coinvolto è alto ma il finale vale l'attesa.
Più si va avanti più lo spettatore comincia a vedere che tutti i personaggi del film, principali o secondari muoiono di continuo (e anche qua, forse soprattutto qua, sta l'eccezionale onestà del film, visto che nessuna morte, a differenza degli altri mock, avviene sotto l'occhio della telecamera, ma viene riportata o dai tg o dagli appunti dello stesso Kobayashi, tutto molto veritiero),si avverte che c'è, e forte, una qualche maledizione (Noroi). Tanti elementi iniziano a ritornare, quella maschera (da brividi ripensare al disegno della bimba nell'esperimento), quelle corde intrecciate, tutto.
Fino ad arrivare al finale, quasi un triplo finale che ha in quello definitivo il capolavoro del film.



Prima ho tremato all'inchino in barca e sono rimasto di sasso alla terribile immagine notturna nel bosco.
Ma gli ultimi 2 minuti, anche qui incastonati perfettamente nella sceneggiatura (capiamo come si è creato l'incendio e tante altre cose) sono strepitosi. Quell'immagine fugace su quel bambino mi ha regalato un brivido come da tempo, forse proprio quando lei vede sè stessa deforme in Lake Mungo, non mi capitava.
E la moglie che va là...
Questo è un film che va diffuso perchè non si è preso una telecamera e si è girato in 5 giorni.
Qui si è scritto, si è costruito, si è creata una struttura quasi incredibile per un mockumentary.
Kagubata, almeno per una notte, vi tormenterà.

( voto 7,5 )

17 commenti:

  1. d'accordo al mille percento anche sul voto: qui trovi la mia opinione, http://bradipofilms.blogspot.it/2012/07/noroi-curse-2005.html

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  2. Due ore di mockumentary? gnapossofà...

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  3. hai detto bene, tra l'ora e l'ora e mezza ci si perde, ma il finale e' bellissimo. brividi nelle scene della barca, dell'auto e durante il finale, quando si intravede il bambino con il volto di noroi (non so se e' stata una mia impressione oppure in qualche fotogramma ha davvero quella faccia). anche quando l'attrice mugugna a casa con la moglie, che si vede di spalle. tutte ottime scene, ben girato e soprattutto ben scritto, inusuale per un mokumentary, ma proprio per questo e' venuto bene alla fine, e' totalmente verosimile.

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  4. Stai scherzando??

    "Quell'immagine fugace su quel bambino mi ha regalato un brivido come da tempo"

    altro che impressione, succede proprio quello!
    Ed è proprio quella fugace immagine a rendere sto film, almeno alla fine, spaventoso.

    Sono contento ti sia piaciuto, non era affatto scontato stavolta.

    Molte scene, come quelle che citi, creano una tensione notevole.
    E la verosimiglianza è grande.

    Ti consiglio, e lì davvero ti può piacer da matti o farti vomitare, The Human Centipede 2.

    Però prima devi PER FORZA passare dall'uno che pur se molto originale non è il massimo.

    Ma il 2 è qualcosa di grosso, poi se in positivo o in negativo me lo dirai.

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    1. caro, ho visto entrambi in ordine. il primo e' ben fatto, mi e' piaciuto come e' stato scritto, alla fine e' abbastanza originale per il genere. ma il secondo e' pura poesia. solo per come e' collegato al primo e' geniale, poi tutto il resto e' incredibile per il genere.

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    2. Grande!

      CI siamo trovati sempre d'accordo ma qui il rischio c'era eh...

      ah ah, pura poesia un film per un film del genere è quasi un ossimoro

      ma hai ragione!

      ma li avevi già visti sì, non è che te li sei visti ste 4 ore?

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  5. ahah no li avevo gia' visti mesi orsono, addirittura quando vivevo ancora a roma.

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    1. Mmm, inizio ad avere più elementi dell'agente segreto Ma7.

      Viveva a Roma... grosso indizio.

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    2. forse mi sono sbilanciato troppo..

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  6. Prendo nota di come si fa un mockumentary, chissà che prima o poi non ne giri uno anche io.
    Grazie per avermi fatto scoprire questo gioiellino.

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  7. Visto solo adesso, ma che film!!!
    L'inquietudine è salita a 2000, e se all'apparenza sembra un film fatto con 3 palanche, sotto sotto rivela una sceneggiatura di ferro nel riuscire ad incastrare tanti piccoli pezzetti di indizi sparsi qua e là; senza spoilerare troppo, il frame del bambino con la maschera di Noroi è un qualcosa da urlo, ma mi rimarrano impressi pure il ritrovamento nel condotto del medium, la faccia davvero pazzesca e spiritata di Junko Ishii, ma soprattutto poco prima della parte finale, quando assistiamo nello stesso tempo alle sequenze del cameraman in auto con l'attrice, e l'inseguimento nel bosco del medium da parte di Kobayashi!
    Lake Mungo, forse per averlo visto per primo, mi ha REALMENTE incrinato qualcosa nella vita di tutti i giorni, ma questo è davvero un gioiellino da non perdere xD!

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    1. siamo d'accordo che quel frame, insieme all'incontro di lake mungo, sono tra i 5 mo9menti più spaventosi degli horror 2000?

      cazzo, citando le altre scene mi hai fatto venire voglia di rivederlo, sono passati davvero tanti anni!

      grande!

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due cose

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3 ciao