alcuni spoiler
Quando un regista risulta così riconoscibile si avverte sempre una strana sensazione. Da un lato c'è il piacere,
anche solo personale, di aver già "immagazzinato" la sua cifra e il suo stile, di esser già riusciti in soli 2 film ad individuare quali sono le caratteristiche principali del suo far cinema. Sensazione che poi porta ad una riflessione più ampia su questa meravigliosa arte che, appunto, fuori da effetti digitali dai film in catena di montaggio, riesce ancora ad essere una disciplina in cui il regista risulta riconoscibile.
Dall'altro lato della medaglia però già con soli due film, praticamente identici, si inizia ad avere la paura che manchi un pò di poliedricità e di inventiva, che si sappia fare, certo benissimo ma una sola cosa.
Resta il fatto che Il Passato, come fu Una Separazione è un'altra grande opera del regista iraniano Fahradi, un mago degli script e delle direzione degli attori. A proposito, che piacere rivedere il Rahim de Il Profeta e la Benjo di The Artist...
Ancora una volta una separazione come tema principale, ancora una volta una straordinaria prova del cast, ancora una volta un film che basa gran parte della sua forza in dei dialoghi magnifici e tremendamente realistici, ancora una volta un uso degli interni quasi teatrale, ancore una volta la sensazione non di un film che prende un pezzo di vita ma di una vita che entra in un pezzo di film.
A Fahradi non interessano trucchetti, colpi di scena o scene madri (anche se a livello metaforico ne sono individuabili più d'una), a lui interessa raccontare una storia anche non notevole, anche semplice e restituirla nel modo più realistico e meno cinematografico possibile.
Anche se, e qui c'è lo scarto più grande con il precedente film, mentre in Una Separazione la semplicità della vicenda era quasi disarmante qui si tinge leggermente di giallo e di thriller perchè tutti i personaggi, e noi spettatori con loro, andiamo alla ricerca della verità, al cercar di capire cosa sia successo e perchè il giorno che la moglie di Samir ha tentato il suicidio.
La magia del film è che in un modo o nell'altro tutti i personaggi possono essere colpevoli e non esserlo. Tahir e Marie con la loro storia clandestina, Lucie con le sua mail, la lavorante con quella bugia. Non parliamo di colpe morali perchè quelle, gioco forza, sono tutte nella coppia fedifraga, ma delle colpe effettive che hanno portato a quel gesto. E il passato del titolo piano piano viene fuori portando in superficie amori probabilmente mai finiti, segreti mai rivelati, azioni mai confessate.
Chi ama chi? E chi deve espiare colpe? Chi deve sostituire un vuoto con un pieno?
Il film lavora su delle sottigliezze psicologiche labilissime, ogni personaggio è allo stesso tempo caratterizzato in maniera meravigliosa ma sfuggente, indecifrabile. Lo è Marie che passa da uomo in uomo per coprire chissà quale disagio, lo è Ahmad, probabilmente il personaggio più "puro" e positivo ma anch'esso con i suoi scheletri nell'armadio, lo è Lucie (una grande nuova attrice) che non ce la fa più a vedere un uomo diverso vicino a sua madre dopo che ha visto andar via sia il suo vero padre che quello che di fatto l'ha cresciuta (Ahmad). Lo è anche il piccolo Fouad, personaggio minore in apparenza, ma forse il più tragico, quello che ha vissuto lo shock più grande. E, forse, quello che sa qualcosa.
Il finale è il vero capolavoro del film, è il finale che già immaginavo e speravo a metà visione.
Quel letto, quella donna.
E lui che torna indietro per farle sentire il suo profumo.
Perchè tornare indietro, perchè? Eppure la situazione sembra incontrovertibile, eppure i medici te l'hanno detto, eppure nemmeno i profumi servono.
Nella risposta a questa domanda c'è quasi tutta la lettura del film.
E in quella mano che leggermente stringe l'altra.
Ma quello che Samir non ha visto e noi, se attenti, invece sì è quella lacrima che scende.
Se tu l'avessi vista Samir sarebbe tutto più facile per te.
Capire cosa fare, dove andare.
O forse tutto più difficile.
Noi l'abbiamo vista, senza il dettaglio, senza esser messa in evidenza, l'abbiamo vista laggiù piccola e lontana.
Va cercata.
Bisogna esser fortunati a vederla.
Perchè è semplicemente magnifica.
( voto 8 )
ne ho visto un paio precedenti alle separazioni, sa fare anche altro.
RispondiEliminain realtà sono tutti film che indagano i rapporti umani, e delle unioni felici c'è poco da dire.
direi niente da aggiungere Ismaele... :)
Eliminala mia la dirò domani...
RispondiEliminaAhia...
EliminaIntanto vengo a vedere se e cosa hai detto de Una Separazione, almeno mi faccio un'idea...
ecco gli altri due che ho visto
RispondiEliminahttp://markx7.blogspot.it/2013/04/shah-re-ziba-asghar-farhadi.html
http://markx7.blogspot.it/2013/05/chaharshanbe-soori-fireworks-wednesday.html
buone visioni:)
ecco il terzo:)
Eliminahttp://markx7.blogspot.it/2012/07/about-elly-asghar-farhadi.html
Eh, ma sai che io finchè non vedo non posso leggere...
EliminaLeggo solo la tua di recensione perchè sono sole poche (e ottime) righe che ti danno un'indicazione senza spoilerarti nè influenzarti troppo.
WOW ora che ho letto desidero tantissimo vederlo e mi è tornato in mente Una separazione che avevo dimenticato e invece è un film incredibile da proporre! :)
RispondiEliminaAllora Bianca vai subito a veder questo.
EliminaUna Sperazione, scusami la cacofonia, era più perfetto ma questo offre di più, esce un pochino dalla magnifica banalità della vita e si spinge timidamente nel thriller psicologico.
Insomma, sceneggiatura senz'altro più attaccabile ma più rischiosa.
Forse lo trovi ancora in qualche cinema (se ci vai, non so).
La cacofonia era "più perfetto", non Sperazione...
EliminaQuello era un errore
Ah ah l'errore non l'avevo neanche notato :)
RispondiEliminaA Forlì ovviamente non lo danno :(
Mi attrezzerò con lo streaming! Mi sono informata un pò e ho letto cose su About Elly.. Effettivamente una storia più pesa dell'altra.. ://
Il regista comunque giovanissimo!!!
Immagino...
EliminaNo, Perugia è una città tendenzialmente di cultura, alla fine se li cerchi questi film li trovi. Ci sono 2,3 cinemini che ci provano ancora.
Fammi sapere :)
Magnifica recensione, anche questa volta la tua sensibilità mi ha fatto amare di più il film.
RispondiEliminaTi ringrazio moltissimo Paolo, mi fa tanto piacere.
RispondiEliminaGrazie...
Recuperato ieri sera in sala.
RispondiEliminaFilm solido ed elegante, che si sviluppa come un'indagine che, come nel precedente, via via rivela (parte de) la verita' al pubblico come ai protagonisti (senza flashback o altri artifici).
Forse un po' monocorde e ripetitivo (quante scene con un personaggio che si allontana, poi si ferma, ci ripensa e torna indietro?), forse troppo simile ad "Una separazione": ma Farhadi si conferma comunque un grande regista.
E poi il finale, magnifico. E quella lacrima! Sono così' contento che tu l'abbia notata... credevo quasi di essermi sbagliato. La tua lettura e' perfetta. Da brividi.
Che un film di due ore poi in un dettaglio lontano di 2 secondi possa racchiudere gran parte del suo valore e, addirittura, quasi farsi dare nuove letture è un miracolo.
EliminaSe uno vede quella lacrima Il Passato è un film.
Se non la vede è un altro film, meno bello e sul quale si possono dire meno cose.
Ma resta una struttura, come giustamente dici, solidissima con un calcestruzzo di parole di prima qualità.
Grazie jacopo sia dei complimenti che dei commenti sempre interessantissimi.
Comunque finale ambiguo (la mano gliela stringe o no?) ed aperto (come anche gli altri che ho visto se non ricordo male). Secondo voi come potrebbe proseguire?
RispondiEliminanon possiamo saperlo amico...
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