20.8.16

Recensione "La notte del giudizio - Election Year"


A costo di tornare in sala (estate praticamente senza cinema) si va a vedere anche questo.
Ma tanto la trilogia bisognava finirla.
Tante buone idee, alcune terribili.
Se lo si vede come trash è notevole.
Altrimenti, mamma mia...

Vi prego, fermatevi.
Se devo ammettere che l'idea base della trilogia-Purge era davvero notevole, se devo ammettere che almeno due episodi la saga li pretendeva (cioè, con quel soggetto, dopo l'home invasion un open air ci stava per forza), se devo ammettere che entrambi i primi due film erano tranquillamente sopra la sufficienza, ecco, allora devo anche dire che lì ci si doveva fermare.
In realtà questo Election Year un senso ce l'aveva persino. Perchè concettualmente porta a livelli più alti, estremi, la storia dello Sfogo. Anzi, ai livelli, almeno politicamente, più alti possibili.
Siamo in fase elettorale, si decide chi governerà gli Stati Uniti.
Da una parte c'è lei, una che durante lo Sfogo aveva visto massacrata la propria famiglia (nel buon prologo), dall'altra parte c'è un esaltato stile Trump che, fosse per lui, lo Sfogo lo farebbe un giorno sì e un giorno no.

Sta di fatto che prima del voto arriva la giornata dello Sfogo. E quindi la senatrice Roan, quella contro lo Sfogo, è in grosso pericolo di vita. Perchè tutta la popolazione a favore dello Sfogo vorrebbe farla fuori. Impunemente poi, come lo Sfogo prevede. Ma i pericoli maggiori non arriveranno dalla ggente, ma dai suoi stessi sfidanti per il voto, dai poteri forti...
Quante volte ho scritto "Sfogo"? non lo so, mi sono sfogato.


Election Year è un film profondamente politico. O.k. ovvio, di quello parla nel plot. Ma, insomma, la politica poteva essere anche solo un pretesto, uno scenario. E invece altro che scenario... Si parla della corruzione, della violenza, di come nel nome di Dio in America piace giustificare parecchie cose (la scena della Chiesa è emblematica con tutto il discorso del senatore, le armi bagnare nell'acqua santa etc...). Si parla di come i poveri, i neri, gli emarginati siano le vittime designate. E di contrasto, con la Roan, si mostrano politici illuminati, incorruttibili, puri, politici che, novelli Diana, si mettono a parlare con i poveri, con i feriti, con le minoranze. Un film da un verso coraggiosissimo nel raccontare di un'America immorale e violenta, specie nei suoi più alti esponenti (la figura del senatore opposto alla Roan è quasi horror), dall'altro retorico all'ennesima potenza nel dimostrare come, invece, esistano ancora persone probe che in questo stato credono ancora (non siamo come loro, noi non uccidiamo! lo batterò al voto!)
Insomma, un film affatto banale, molto impegnato. Ma che banalizza tutto con un sopra le righe, con una retorica, con un'esagerazione, con un mandare tutto in caciara che non ce se crede.
La scena sopracitata della Chiesa, con quel prete bianchiccio e malato di mente e quel senatore esaltato peggio di una Wanna Marchi in formissima raggiungono punte di trash come non ne vedevo da anni. Ma, di converso, molto vicino al trash, è anche tutta la parte retorica della Roan.
Ragazzi, ma questo è un soggetto trash, questo è un film trash! mi direte voi.
E certo, mica ci aspettavamo il De Republica di Cicerone.
Ma un conto è esagerare (come il soggetto prevede e come anche il secondo capitolo faceva), un altro è creare una burattinata così.


Ma, proprio per questo, se lo si vede come puro divertimento, questo potrebbe esse anche il meglio film della trilogia.
Perchè di idee e scene trash ma vincenti ce ne son tante.
Quelli che fanno il turismo assassino e vengono in America per uccidere (forse una metafora).
(tra l'altro sti turisti portano ad una scena notevole, quella dove loro mascherati stanno per uccidere senatrice e guardia del corpo)
La superlativa macchina illuminata a lucine di quelle puttanelle invasate.
Alcune torture o uccisioni come la ghigliottina.
Il drone.
Il prete.
Ci si diverte, a volte siamo vicini all'horror ma tanto in un film che manda tutto in vacca ci sta alla grande.
Ma ci sono tante altre cose che non vanno.
La regazzina nera, ad esempio, non era solo da ammazzare sul film, ma da bruciare anche le sue righe di sceneggiatura e uccidere pure l'attrice.
(l'hai avuta la tua merendina zoccoletta? l'ha avutaaa??????????????)
C'è la scena della botola e del tappeto che sfida qualsiasi legge logica dell'universo (ma chi cazzo gliel'ha rimesso a posto il tappeto sopra?).
C'è la storia dell'alimentari che non se regge, di una retorica galoppante.
C'è la strage alla chiesa in cui muoiono tutti come birilli mentre il prete (idolo) più lento di Thiago Motta se ne cammina in mezzo a tutti e va nella sagrestia.
C'è il fascistone capo delle milizie che sembra sto cazzo ma alla fine è un coglione che sbaglia ogni singola mossa e se fa anche ammazzà a pizze.


Ma, soprattutto, c'è la scena più insensata e stupida vista in questi anni di cinema.
La senatrice e Grillo si trovano davanti una specie di ghigliottina orizzontale, insomma, una di quelle che oscillano alla Tomb Raider.
E' all'altezza delle loro teste.
Tensione, bisogna trovare il momento giusto per passare.
Ce la fanno.
Ma bastava abbassarsi mezzo metro.
Capolavoro.

12 commenti:

  1. A leggere in giro, sti film sembrano diventati più che una notte, un dente del giudizio.

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  2. In realtà, non mi è dispiaciuto.
    Gli attori son cani, ma l'idea è molto pungente - e attuale, date le elezioni che così tanto premono agli americani, di questi tempi. Gli avrei perdonato anche il trash, ma non il buonismo finale.

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    1. l'idea è pungentissima, io stesso ho scritto che questo è un film molto coraggioso, sia nell'andare così contro l'america violenta e vendicativa sia nel suo essere così vicino, ad esempio, alla comunità nera.
      Però, appunto, tra trash e buonismo perde tremendamente d'autoralità.
      Ma guadagna in divertimento, forse

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  3. Ho visto solo il primo, giusto un mesetto fa, e gli ho dato un bel 4. Non mi piacque l'idea di un film assolutamente sopra le righe (i tizi mascherati, la "setta" dei vicini di casa) quando si mettono in mezzo decisioni politiche e sociali estreme.
    Il secondo e il terzo li guarderò comunque, aspettandomi poco e niente.

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    1. no no, per carità, allora lascia perdere

      il primo è nettamente il più sobrio, fermate

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  4. Se io c'ho visto Carpenter, sono un pazzo quindi? :)

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    1. nelle intenzioni, nelle tematiche e nella messinscena ci sta alla grande. Anzi, anche più di carpenter volendo, sto film aveva dentro mille cose. Poi nei risultati è un altro discorso ;)

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  5. A me il film, e l’intera trilogia, sono piaciuti, anche se devo ammettere che li ho approcciati senza alcuna pretesa al di là di quella di trascorrere un’oretta e mezza con il cervello disattivato, in compagnia di un film trash, pacchiano, rozzo, irriflessivo , ma a mio avviso divertente e a tratti persino ipnotico.
    Sono pienamente d’accordo con la seconda parte della tua recensione, da sotto la penultima immagine per intenderci (l’ultimo commento sulla lama orizzontale mi ha stroncato), un po’ meno d’accordo con la prima parte.
    Probabilmente la mia è una forzatura, dettata dall’istinto di difendere una trilogia che mi ha intrattenuto e divertito, ma mi sembra che i primi due episodi, ben più dell’ultimo, si prestassero ad una riflessione socio-politica più o meno profonda.
    Sul filo del paradosso, invece, in Election Year tale riflessione, nonostante la trama, mi pare solo accennata, quasi regredita, a vantaggio di un altro spunto: la follia.
    Election Year mi è sembrato infatti un fascinoso inno alla follia, allucinante e allucinogeno, purtroppo sporcato dal tentativo di affiancare (per un’esigenza di ordine?) alcune storielle mal scritte (i due proprietari del market, La Pequeña Muerte).
    Avrei preferito un film più “anarchico”, nella trama e nello sviluppo, con meno personaggi principali e un maggiore spazio al vero protagonista della trilogia, vale a dire lo Sfogo e ai suoi seguaci.
    Anche così, tuttavia, tollerando la sua decina di imperfezioni, ho trovato Election Year un prodotto godibilissimo. E sì, lo rivedrò sicuramente almeno un altro paio di volte.

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    1. ciao tms!

      ah, ma se l'approccio era come il tuo il film è perfetto, concordo.

      molto interessante la tua analisi. Ovvero quella di considerare più politici (o forse più seriamente politici) i primi due capitoli rispetto a questo.
      In effetti è vero che riguardo la parte folle di questo soggetto generale, Election Year sia l'episodio più sfrenato, incontrollabile, pazzo. E sì, la storia del supermarket e di quella donna nera è un feuilleton a tratti insostenibile...

      perfettamente d'accorso su quel "avrei preferito".

      E, ripeto, il mio approccio è stato molto più serio. E se pensi che mi sono già divertito anche così immagina se avevo il tuo ;)

      per me è un 6.5 e un 7 pieno alla trilogia

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  6. Visto anch'io al cinema dopo aver visto i precedenti capitoli... bhe sostanzialmente sono d'accordo sul tutto. Sicuramente il capitolo più politico dei tre, e per me è la forza e l'unica ragione perchè regga la storia, al contrario sarebbe stato il tutto ripetitivo e davvero inutile. Così è un prodotto che chiude bene il cerchio senza pretese e con un buon intrattenimento. Ci sono scene che fanno storcere il naso ma anche altre riuscite, personaggi non completamente riusciti e altri cazzuti e tosti, nel complesso un buon intrattenimento lasciando da parte l'impegnato. Dura dire quale il migliore della trilogia, nel bene e nel male mi sono piaciuti tutti con i loro limiti per un verso o per l'altro. Di sicuro però che si fermino qui, oltre davvero credo sarebbe troppo.

    Voto: 6,5

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    1. sì, esatto, come soggetto secondo me hanno avuto una buonissima idea, una delle poche che poteva portare ad un film diverso in una base "così uguale"

      come dice tms qua sopra è anche vero che magari la cornice è politica ma a livello sociale forse i primi, specie il secondo, erano ancora più incisivi

      come divertimento forse questo è il migliore, anzi, è sicuramente il migliore. Ma continuo a pensare che nel loro "totale" i primi due siano sopra

      però adesso basta, ci vorrebbe un colpo di genio per fare un quarto

      e un altro regista semmai, uno che possa rivoluzionare tutto

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