20.2.17

Recensione: "Darling"

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Pieno di clichè, tutto visto e rivisto.
Ma con un grande stile, un uso del sonoro pazzesco, un montaggio superbo e un'attrice perfetta.
Tutto quello che può rendere, anche senza plot, un film veramente grande.
Pazzia? Demoni mentali o non mentali?
Tra Shining e Polanski un piccolo grande film

questo film fa parte de La Promessa (2 su 15)

presenti spoiler dopo la metà

Può un film senza la minima originalità di trama, pieno di clichè, senza alcun snodo narrativo interessante essere un gran film?
Darling è la dimostrazione di come il cinema possa essere tante cose e di come anche solo alcune di queste tante cose possano sopperire alla mancanza di altre.
Appena finito di vedere mi sono fiondato subito nella filmografia del regista, tale Mickey Keating, rendendomi conto che o questo l'ha girato suo fratello oppure il contrario, è suo fratello (che non so nemmeno se ha) ad aver girato gli altri.
Fa specie infatti che un regista capace di tirar fuori Darling abbia fatto quell'altra robaccia.

Ma tant'è.
Bianco e nero.
Scelta stilistica al massimo, non c'è che dire.
Ma del resto alcune delle inquadrature e atmosfere di Darling mi hanno riportato a quell'espressionismo tedesco di cui io, ventenne che giocava a fare il cinefilo, si cibava ormai mezza vita (mia) fa.
Valga per tutti l'inquadratura che, da sola, rende il film già una spanna sopra.
Questa.

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Proporzioni quasi irreali, straniante, claustrofobica.
Magnifica.
Quella laggiù in fondo è la solita porta chiusa e inaccessibile (clichè) di una grande casa lugubre (clichè) dove i vecchi proprietari chiamano a fare da governante una giovane donna (clichè).
Solo per restare a visioni recentissime è quindi all'incirca la stessa trama che abbiamo già visto con risultati grandissimi in The House of the Devil (e, caspita se non avrebbe potuto essere lo stesso titolo qua) e discreti in The Boy.
La giovane donna, di cui non sappiamo il nome (Darling diventa quindi il suo nome nei titoli perchè così la chiama al telefono la padrona di casa), si ritrova in questa casa dove, sin da subito, a confermare i clichè su clichè del film, inizia ad avvertire una strana atmosfera.
Del resto (altro clichè) si racconta che quella casa sia infestata e che la precedente governante si sia buttata di sotto, impazzita.
Si butterà anche lei?
Ecco, se da queste prime righe può sembrare che io parli male di Darling in realtà quello che mi sono ritrovato davanti è un gran bel film, per un tempo addirittura sontuoso.
Ed è merito di tante piccole componenti.
Intanto c'è una gestione delle inquadrature pazzesca.
Prendete le prime 20.
Hanno tutte una centralità incredibile, che nemmeno Wes Anderson.
Anche quelle che paiono più sghembe (vedi il piano cottura) hanno l'elemento centrale sempre al centro (il fornello acceso).
Davvero notevole.
Poi c'è un sonoro pazzesco, disturbante, straniante che a me ha ricordato moltissimo Shining.
Ma del resto il capolavoro di Kubrick rimane il riferimento continuo di questo film che, però, mi ha richiamato moltissimo anche il miglior Polanski, vedi ad esempio L'inquilino del terzo piano.
Inquadrature e sonoro quindi, e abbiamo già un film che per la prima mezz'ora ha un'atmosfera veramente pazzesca.
Ma non basta.

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E' infatti il montaggio il vero protagonista del film.
Velocissimo, pieno di singoli frame che ci mostrano la protagonista al limite della follia.
Si raggiunge quasi la psichedelia per alcune sfocature, distorsioni e per questa sopracitata velocità di montaggio.
Il riferimento più vicino è, per me, il finale di A Field in England, altro film in bianco e nero del resto.
E poi c'è lei, Lauren Ashley Carter, una magnifica attrice che pare la copia sputata, anche per look e trucco, della nostra Carmen Consoli.
Il film oltre al sopracitato montaggio, sonoro e stile di regia, si basa tutto sul suo volto, praticamente in camera per tre quarti della durata.
Ho trovato straordinaria in tal senso la scena del bar, il dialogo con lui. Un volto perfetto, bello ma insidioso, al tempo stesso dolce me enfio di una parte pazza che sta per venir fuori.
Specie nella scena del truccarsi mi ha ricordato la protagonista di un'altra perla in bianco e nero, A Girl walks home alone in the night.
Ed è proprio la pazzia di "Darling" (inteso come ragazza) quella sottile linea rossa che ci può far leggere il film in un senso o in un altro.
Perchè se è vero che la trama è banalotta è anche vero che questo è un film "difficile", sicuramente a più interpretazioni.
Quella che io trovo più interessante è capire se sia stata la casa a far impazzire lei oppure la pazzia pregressa di lei ad aver reso la casa un luogo demoniaco.
Chi ha influito su chi?
Il dubbio lo mette la telefonata finale, bellissima, quella in cui si intuisce (credo, almeno) che quella ragazza sia una malata mentale in cura da qualche medico, presumibilmente quel dottor Abbott che viene nominato.
Lo stesso dottore che ad un certo punto compare sulla carta di identità dell'uomo che la ragazza uccide. 
Quell'uomo che lei vede come "colpevole" di qualcosa che le ha fatto in passato. Sì, ma c'è la sensazione che lui sia solo un capro espiatorio, una persona che sostituisce un'altra.
In questa commistione di due realtà, in questi incroci di personaggi reali confusi per altro, in questo sdoppiamento di personalità, impossibile non citare anche Shutter Island.

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Restando alla pazzia questo è anche un film sul celeberrimo "sentire le voci".
Ma queste voci sono quelle della pazzia o veramente quelle del Diavolo?
Non è un caso che molte volte i problemi mentali delle persone vengano chiamati demoni.
Il film, in questo senso, lascia pochi dubbi visto che è diviso in capitoli nei titoli dei quali la presenza demoniaca è assolutamente esplicitata.
Però, ecco, a me piace pensare anche che sia lei ad aver creato questo mondo, che questo inferno sia l'inferno presente nella sua testa.
Peccato, in questo senso, la scena nei titoli finali, scontata, banalotta e che rovina un pò questi miei dubbi esposti finora, dando sicuramente più importanza alla casa che al resto.
La seconda parte, quella dell'omicidio e del post omicidio (con alcune scene fortissime che richiamano, tra gli altri, a Cold Fish) è secondo me un pò più debole.
Ma questo deriva dalla mia assoluta passione per il non visto, per la semplice "atmosfera carica di", che a mio parere quasi sempre vince sul mostrare e sull'aggiungere.
Ed è per questo che ho adorato il "togliere" più importante del film, quel non mostrare cosa ci sia dietro la porta in fondo allo stretto corridoio.
Lo sguardo di lei è pazzesco e a me basta questo, per il resto mi piace usare l'immaginazione.
Stupenda la città capovolta, simbolo, se ce n'è uno, della dimensione infernale del film.
E, per tornare alla psichedelia di cui sopra, notevole la scena di lui che si rialza dalla vasca e va in camera da lei.
Un film dal grandissimo stile quindi, per buona parte molto insidioso e disturbante.
Forse ha il difetto di andare un pò in calando e di non aggiungere nemmeno una nota originale al suo plot.
Ma questa è un'opera da far vedere ai giovani registi per fargli capire quanto si può andare in alto anche avendo alle spalle una scrittura debole.
Daje


11 commenti:

  1. Cavoli se ispira! Il fotogramma di lei davanti a quella porta lo avevo già notato ieri su fb e tanto basta per invogliarmi a reperire il film, sicuramente. Inoltre quanti accostamenti a grandi film, leggendo mi sono immaginato anche un altro memorabile Polanski, quello di "Repulsion", nel delineare la discesa nella follia... Mi hai incuriosito :)

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    1. Eheh, dopo lo scambio su fb direi che ci avevi leggermente preso con Repulsion...

      forse pure troppo

      devo pareggiare i conti

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  2. e niente, un'altra volta in completo accordo...grande film, semplice ma di gran impatto. Le inquadrature colpirono tantissimo anche me...infatti feci una decina di post su facebook ahahah D'accordo anche sulle analogie coi vari film citati ;) L'attrice poi è quella che fa la figlia in The Woman di McKee! Bravissima!
    Guardati se riesci anche The eyes of my mother, so curioso della tua opinione. Anche lì b/n 'fighissimo', inquadrature da paura, qualche cliché, ma a me ha detto poco poco. Darling invece lo adoro <3

    P.s. (SPOILER) il premio per la scena top comunque la vince a mani basse quella dove lei apre la porta e lo spettatore, attraverso le sue smorfie, è libero di immaginarsi di tutto! TOP!!

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    1. direi che sulla scena preferita siamo in leggero accordo...

      "Ed è per questo che ho adorato il "togliere" più importante del film, quel non mostrare cosa ci sia dietro la porta in fondo allo stretto corridoio.
      Lo sguardo di lei è pazzesco e a me basta questo, per il resto mi piace usare l'immaginazione."

      e dire che, secondo me, sarà la scena meno sopportata dalla maggior parte della gente ;)

      eheh, hai praticamente fatto post con tutte le immagini esistenti del film visto che son pochissime...

      ma te forse le catturi dal tuo video, quindi c'entra poco so discorso

      sì sì, il fatto che abbia visto questo non esclude assolutamente l'altro, ci mancherebbe...

      l'unico piccolo difetto di Darling, oltre a non avere un solo passaggio originale, è questo secondo tempo più da slasher che da film sul Male. Ho preferito il primo

      per me siamo sull' 8 --

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    2. Eh già, il non-detto, il non-mostrato, danno fastidio alla maggior parte degli spettatori. Io ritengo invece sia più bello, hai più 'libertà'...e poi vogliamo parlare del fascino del mistero, delle domande senza risposta -che in fondo fanno parte della Vita-? Boh, io ho sempre pensato che il pubblico, al Cinema, ricerchi qualcosa di assolutamente razionale, spiegabile, forse proprio per 'staccare' un attimo dalla Vita.

      Vabbe tornando a Darling...anche per me siamo sopra il 7 e mezzo e poco sotto l'8, e che la prima parte risulti essere un po' migliore della seconda ;)

      (Comunque si, le immagini le catturo dal mio video)

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    3. Esattamente...
      Ma del resto le polemiche feroci riguardo Lost questo riguardavano.
      Milioni di persone che volevano risposte, poche migliaia, con me, che adoravano non averle avute (ma avere tanti elementi per darne di possibili)

      questa scelta di Darling è superba e sì, è la miglior scena del film

      anche perchè poi a me è piaciuto dare due interpretazioni, pazzia pregressa o presenza del Diavolo, e con questa scelta rimangono ancora più in piedi

      sei molto buono con le motivazioni che dai a chi cerca le spiegazioni

      ma mi fermo qua ;)

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  3. Del regista ho visto solo Carnage Park, ma posso dire che mi sta simpatico a prescindere. Un ventenne che diventa regista Horror indipendente si tempi odierni deve avere una passione veramente grande, nonostante da quel che hai detto sembra aver fatto tanto patume.

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    1. ah, quello non ci son dubbi ;)

      poi io ho giudicato su altri giudizi, dovrei vedermeli quei film ;)

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    2. Guarda Carnage Park a me ha divertito un sacco, non l’ho trovato schifoso, anzi.

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    3. Con tutti i da vedere che ho si devono allineare 6 pianeti per vederlo ;)

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    4. È un film che comunque puoi fare tranquillamente a meno di vedere

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao