16.2.17

Recensione: "Maelstrom"

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Alle radici del regista del momento, Denis Villeneuve.
Finalmente arrivata da noi la sua opera seconda.
E che dire, Maelstrom è un film bellissimo, psicologicamente magistrale.
In una cornice allucinata e terribile di pesci maciullati abbiamo la storia di Bibiane, dei suoi sensi di colpa, della sua lenta discesa verso l'abisso, dei suoi incroci col destino e, forse, di una possibilità di rimetter la testa fuori.

presenti spoiler

E scoprire così che Villeneuve, grande, lo era sin dall'inizio.
E' un pò un errore comune quello di aver considerato Polytechnique il suo film d'esordio. Per anni l'abbiamo pensato in tanti.
E invece, piano piano, più il regista canadese diventava grande, anzi, grandissimo, più iniziavamo ad avere curiosità ed informazioni su di lui.
Per poi scoprire, chi prima chi dopo, che c'erano due film praticamente sconosciuti come sua opera prima e seconda.
Introvabili tra l'altro.
E adesso quei film sono arrivati anche da noi.
E il secondo di questi, Maelstrom, è bellissimo.

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Quello che fa specie è scoprire che Villeneuve ne ha curato interamente la sceneggiatura, lui che praticamente l'ha sempre affidate poi -al massimo collaborandovi insieme- a mani esterne.
Perchè lo script di Maesltrom è un grandissimo script, denso, psicologicamente perfetto, pieno di incastri e con una cornice a dir poco allucinante.
Ecco, in Maelstrom sembrano esserci abbozzati tanti dei temi e degli stili che Villeneuve porterà poi nei suoi film più grandi.
Il fratello e la sorella di Incendies, la piccola vicenda che diventa quasi Mito sempre di Incendies, i dilemmi morali ed etici di Sicario e Prisoners ma soprattutto una densità psicologica pazzesca, quel continuo stare a galla tra sanità e pazzia, che sarà poi fulcro di Enemy.
Eppure se proprio dovessi dare dei riferimenti che riassumano perfettamente questo Maelstrom io direi che sembra un 21 grammi girato da Trier.
Del capolavoro di Inarritu riprende molto delle dinamiche (incidente stradale, morte, conoscenza tra il parente di chi è morto e l'incauto assassino. E potremmo anche collegare il ruolo di Penn a quello del ragazzo di Maelstrom volendo. Tra l'altro lei somiglia molto alla Watts) e una certa atmosfera carica di dolore.
Ma, non solo, ne riprende anche una sceneggiatura a incastri (anche se più soft di quelli di Arriaga) e un senso pazzesco del destino.
Ma tutto sembra poi messo in una cornice che a me ha ricordato tantissimo Trier.
Vuoi perchè il mondo scandinavo, benchè il film sia ambientato in Canada, è molto presente, vuoi per una certa grana fotografica, vuoi per anche una lievissima carica umoristica in alcuni passaggi (penso al collegamento della perfetta scena del polpo coriaceo, quella in cui si scopre che il pesce non era di qualità proprio perchè era morto il pescatore ucciso da Bibi) ma, soprattutto per quella allucinante cornice del mattatoio dei pesci, così assurda, tetra e surreale (mi ha ricordato molto quella dei down di The Kingdom), per l'uso di voice off che racconta e di didascalie.
Insomma, una via di mezzo tra gli arzigogoli di script e il verismo di Inarritu e la sperimentazione trierana.

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C'è un pesce tremendamente maciullato che, in una location infernale e splatter, ci racconta una storia. Praticamente, se ci pensate, è la stessa cornice che avrebbe potuto esser presente in Incendies volendo, un'escamotage che dà alla storia che vedremo un'aura universale, mitologica, paradigmatica.
Come se quello che vedremo fosse una favola nera che va al di là delle strette vicende raccontate.
Ed è la storia di Bibiane, una giovane donna (interpretata dalla bellissima e formidabile Marie-Josèe Croze, vista tra l'altro nello splendido Non dirlo a nessuno), dicevo è la storia di una giovane donna e della sua lenta, lentissima discesa psicologica verso l'abisso.
Il film si apre con un aborto (non sappiamo nè perchè nè di chi fosse il figlio) e questo marchio di senso di colpa non si toglierà di dosso a Bibiane per tutto il resto del film.
Anzi, in rapidissima sequenza i sensi di colpa di Bibiane diventeranno parecchi altri.
Su tutti l'aver fatto perdere all'azienda di famiglia un mucchio di soldi e l'aver involontariamente investito un uomo, causandone la morte.
In appena un giorno o due Bibiane ha dato la morte volontaria al suo futuro bambino, quella involontaria ad uno sconosciuto e ha perso il lavoro.
Tra l'altro ognuno di questi aspetti rimane segreto, suo e di pochi altri. E il senso di colpa segreto, quello che non puoi condividere con nessuno, è forse ancora più assassino.
Parte un film che per almeno un tempo è davvero straordinario.
Si respira fatalismo dietro ogni porta, c'è angoscia, una sensazione di apnea, di asfissia, il dramma della protagonista (eticamente e moralmente persona certo discutibile) è vissuto dallo spettatore in maniera perfetta.


E poi si torna ogni tanto in questa cornice pazzesca e straniante di sangue, decapitazioni di pesci e maciullamenti.
Con questa voce che racconta che sembra saper tutto, che sembra volerci dire che quello che vedremo, forse, è un insegnamento, che tutto alla fine ha una morale.
I pesci cominciano a spuntare dapertutto, anche nel film "normale".
Pesci, acqua e quel titolo, Maelstrom, che la dice lunga.
Sì, perchè con una simbologia perfetta che alla fine collassa tutta insieme il film racconta di mare, di pesci, di Norvegia (l'uomo che lei uccide è norvegese) e proprio in Norvegia è quel gorgo che dà il titolo al film, quel Maelstrom, che non è altro che l'abisso nel quale sta finendo la protagonista, sempre più giù, sempre più giù.
E se la sua fine sembra legata alla Norvegia così lo sarà anche la sua salvezza.
E non è un caso che il figlio dell'uomo ucciso, anche lui norvegese, di professione faccia il sub, il sommozzatore, sia quindi l'uomo perfetto per riportar su a galla una donna che sta lentamente affogando.
E che in realtà, di affogare, ha rischiato davvero, lei dentro quella macchina che rappresenta il suo senso di colpa (anche qui mi ricorda 21 grammi) quella macchina che prima si prova a lavare e poi a far scomparire come fosse una coscienza.
Ma la vita ha dato una seconda chance evidentemente a Bibiane.
E questa seconda chance avrà un vestito realizzato perfettamente da un sarto Destino.
L'incontro che sarà fulcro della seconda parte del film (per me più debole, prevedibile e classica) sarà al tempo stesso un modo per fuggire via dall'incubo ma anche, paradossalmente, per entrarvi ancora più dentro.
Quel figlio della persona uccisa è il gorgo finale, insieme beffa tremenda e insperata speranza.
E il fatalismo del film diventa sempre più grande con quest'uomo la cui madre annegò, con quest'uomo che doveva prendere un aereo in cui, si saprà, moriranno tutti.
Ed è lei ad averlo salvato da quel volo, lei che forse, adesso, ha un pò pareggiato quel conto terribilmente in perdita col fato e con la propria coscienza.

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"Sei un angelo" le dice lui 
"Ti Amo" le dice sempre lui la sera stessa che l'ha conosciuta, perchè i sub sono uomini da decisioni prese in fretta si sa.

E però è quello l'angelo che gli ha portato via un padre e che fino a quel momento ha fatto finta di nulla.
Ma per uscire finalmente dal Malstrom, per poter riportare la testa fuori, la verità va detta.
E porterà ad una crisi, e porterà ad una scena magnifica, simbologicamente perfetta, quella delle ceneri gettate addosso a lei, a chi l'ha causate.
Ma un'aspirapolvere pulirà tutto.
E poi sarà una nave, là in Norvegia, là proprio nel pezzo di mare preciso dove è nata la leggenda del Maelstrom.
Ma il mare è calmo, la nave procede tranquilla, c'è un abbraccio.
Perchè il Maelstrom di Villeneuve non è un luogo fisico ma mentale.
E una donna è riuscita a venirne fuori.
Rimane ancora un pesce maciullato che, forse, vuole dirci non solo la morale di questa favola nera, ma il senso stesso della vita.
Ma come accadde a Caden Cotard questo senso, questo nome dello spettacolo, non potrà esser detto.
E stavolta il "die" è una mannaia sulla testa



30 commenti:

  1. letta tutta d'un fiato. Bella! in fondo concordo praticamente su tutto...sulla prima parte superiore alla seconda (all'inzio infatti avevo pensato a un 3.5 /5 ), su 21 grammi...me l'ha ricordato anche a me parecchio, sulle analogie con i film successivi di Villeneuve e sulla bravura e bellezza della Croze da me vista nel bellissimo "Lo Scafandro e la Farfalla", oltre che in parti più piccole in "Munich" di Spielberg e in "Calvario", ma soprattutto, tra l'altro l'ho appena scoperto, è una delle tre (ed uniche) protagoniste del Capolavoro apocalittico, universale, divino di Hussain, "Ascension" :O

    a me però non è riuscito a coinvolgere emotivamente quanto speravo...e per me le emozioni sono (quasi) tutto :)

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    1. Pensa che Calvario stato per vederlo ieri sera...
      E' saltato ma arriverà prestissimo

      mai sentito Ascension!

      sì sì, ma confermo anche io che l'empatia non si crea, è tutto molto più psicologico che emotivo

      poi anche quella cornice certo non ti aiuta per creare un'atmosfera emozionale, ma rende tutto un pò... particolare

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  2. quando l'avevo visto avevo scritto:

    "un film che non ti dimentichi, una sceneggiatura con gli incastri perfetti, bravi gli attori, un film che non ti annoi, un film che consiglio di sicuro.
    Denis Villeneuve è davvero bravo"

    quando faremo una gara a chi fa la recensione più corta?

    scherzo, naturalmente :)

    ritrovo il film nella tua recensione, come spesso succede.

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    1. Ma te l'avevi visto prima che diventasse famoso?

      prima ancora di Incendies?

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    2. prima Incendies poi Polytechnique poi Maelstrom, sempre nel 2011

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    3. ah, quindi con quel "è davvero bravo" sei stato anche troppo trattenuto...

      mi sembrava più una frase da visione prima ;)

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  3. E bravo! Era nella mia lista della promessa e mi hai fregato sul tempo, ma ce l'ho già da un po', manca poco e ti dico anche il mio giudizio, intanto non leggo ;)

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    1. Ahah, non mi ricordavo fosse nella tua lista

      bene!

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    2. E come anticipato ti ho seguito al volo e visto anche io.
      Il film è bello e merita alla grande una visione, vi si trovano già tante particolarità che poi il regista porterà all'interno delle sue pellicole più famose, da "La donna che canta" alla sua personalissima trasposizione di Saramago in "Enemy".
      Bella la tua recensione, ma serve ripeterlo? :)
      E ora "Un 32 août sur terre" per completare Villeneuve e bollare il mio n°12 dei 20 titoli promessi (ero stato abbondante ma sto andando più che bene)

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    3. No, te le promesse non devi farle, le devono fare solo quelli che, come me, faticano a vedere i film che vogliono vedere ;)

      avevo già letto il tuo perfetto commento (anche più dettagliato) su fb, sono perfettamente d'accordo!

      e a sto punto anche io dovrò vedere l'opera prima

      e avrei tutto Villeneuve ;)

      (anche se Blade Runner, non avendo visto il capostipite, non potrò vederlo per adesso)

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  4. Ciao Giuseppe
    Una domanda...non centra niente con il film ma è una mia curuosità.
    Dopo quanto i film che recensisci tipo questo Maelstrom li inserisci anche nella tua lista di film recensiti?
    Se cerco maelstrom ad esempio su "tutti i film recensiti" non lo trovo...!
    E' una logica di organizzazione di questo blog...o cos'altro, mi capisci? Poi ne approfitto di questo spazio per segnalarti un film che trasmettono domani alle 21 su Rai 5 si chiama MEDUSE ,mi sembra interessante è un film del 2007 ,lo conosci?
    E' di Shira Geffen e racconta di tre storie con poche cose in comune fra loro (tranne il mare) ambientate nella Tel Aviv di oggi.
    Non lo trovo tra i film recensiti....
    Ciao
    Max

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    1. No, domanda legittima

      Ogni film che recensisco va in Tutti i film recensiti

      purtroppo però non è un programma che fa ste cose ma io...a mano

      e quindi non lo aggiorno film per film ma ogni mesetto

      insomma, i film appena recensiti a volte non ce li trovi, devo ancora metterceli

      Meduse invece non l'ho visto nè reensito. Me ne parlavano bene già in videoteca, confermo

      ma oggi faccio 14-22 in fabbrica... :(

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    2. Registralo...buon lavoro per oggi pomeriggio
      Max

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    3. Eh, ormai non c'ho ripensato

      ma c'è sempre lo streaming nel caso ;)

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  5. L'ho registrato io..se vuoi te lo mando per mail...ciao
    Massimiliano

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    1. TRADUCI : che vuol dire?
      Si grazie mandamelo o no prego...registraci pure sopra "UPS"?
      Stasera alle 20.00 il film è pronto per essere cancellato dalla chiavetta usb....ti avverto!

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    2. Ma no, certo che non devi mandarmelo, si trova in streaming tranquillamente, ridevo pensando che tu scherzassi

      vai con un posto al sole ;)

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  6. Visto ieri,grazie per averlo messo Giuseppe,l'avevo cercato invano in rete.
    Il mare, le onde, il destino, il dolore, a me Bibiene ha ricordato molto Bess, la protagonista de " Le onde del destino" di trier.
    Naturalmente piu' fortunata, visto il finale del film di Trier...pero' c'è questo cammino comune attraverso il dolore, che me le ha fatte mettere sullo stesso piano.
    Inarritu, Von trier, mi avevano sempre colpito per un certo livello di profondita' spirituale nei loro film, forse non uso i termini giusti... ma quella scena bellissima, dove la protagonista piange a letto, abbracciata al figlio dell'uomo che ha ucciso? Ora sono felice, ma non me lo merito, perchè ho fatto del male... e poi il finale sulla barca...
    Merci monsieur Villenueve!

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    1. grande accostamento Paolo...

      ed è vero, questo primo Villeneuve sembra un Trier fatto e finito, e non solo per quello che dici te (mi sembra lo nominai anche io in recensione).

      Poi, da Incendies, Villeneuve è andato in una dimensione meno intima, più cinematografica, ma comunque, per me, sempre terribilmente profonda

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  7. Finito di vedere un attimo fa.
    Bel film ma attrice tanto brava quanto odiosa... sinceramente speravo non ci fosse il solito happy ending tanto caro ai transoceanici.
    Poco credibile.
    Per me la scena finale sulla barca è il momento più basso del film, prevedibile (nel senso di telefonato da molti minuti prima) e buonista, ha ridotto il voto da un 8 ad un 7.
    Ed era partito così bene.....
    Beh non tutte le ciambelle riescono col buco, e Villeneuve si è rifatto dopo.

    Mandi Mandi

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    1. Beh, però un film che a 5 minuti dalla fine era un 8 credo sia comunque una ciambella col buco ;)

      eh, ora non ricordo perfettamente le dinamiche ma sei stato molto convincente ;)

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  8. Mi è piaciuto a metà, ma proprio nel senso letterale di metà, che significa che ho smesso di apprezzarlo dopo la prima parte. Bellissimi gli incastri di storie e personaggi, e le varie metafore sparse in tutto il film, e ho adorato anche la dimensione molto intima della prima parte, Bibi che affronta tutto in segreto, soffre, sente la colpa, la paura, tutto da sola. Bellissima e densissima la scena nella fermata della metropolitana. Dal "tuffo" nel fiume in poi per me il declino. Tutta la componente intensa della prima parte è sostituita da un succedersi di eventi stucchevolino e prevedibile (la scena delle ceneri, piuttosto forte, é l'unica che spezza) e il finale un po' nauseante per me, se mi passi il temine.

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    1. Ti ho detto che preferivo risponderti qua per poi fare la figuraccia di dirti che, incredibilmente, ricordo davvero poco

      dico incredibilmente perchè degli altri 8 film di Vileneuve ho stampate in testa quasi tutte le scene. E questo l'ho visto anche da poco...

      però il tuo commento è così competente e ben scritto che tendo a fidarmi, anche se dovrei rileggere la recensione per vedere dove concordiamo o meno

      ora mi sfugge anche sto finale nauseante, a meno che non intendi la parte del pesce ecco, non quella strettamente filmica ;)

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    2. Grazie mille, apprezzo tanto il complimento.
      Prendi con le pinze quel mio giudizio finale... nauseante nel senso di deludente, insapore, per me è in questo caso la naturale evoluzione dello stucchevole e mi riferivo proprio al finale del film, la scena in barca. Ora, io non sono un'amante dell'happy ending a tutti i costi, e purtroppo qua sia il finale che varie scene precedenti sono per me accostabili più a una commedia romantica che al film che stavo guardando fino a 3/4 d'ora prima, non so se mi spiego.
      Leggendo la tua rece direi che siamo d'accordo sulla superiorità della prima parte, ma credo tu abbia apprezzato di più la rinascita della protagonista che a me ha invece fatto cadere le braccia :)

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    3. beh, mi sono riletto e direi che concordiamo perfettamente ;)

      "Parte un film che per almeno un tempo è davvero straordinario."

      "L'incontro che sarà fulcro della seconda parte del film (per me più debole, prevedibile e classica) "

      cavolo però, quindi nauseante era riferito al finale vero e proprio del film, ci sei andata leggera, ahah

      quello che dici, ripeto, è molto interessante. E anche io amo più i film radicali. E' anche vero perà che sono un uomo molto legato alla speranza e alle cose belle e quindi, alla fine, spesso mi fregano anche nella visione di un film

      probabilmente anche io ho molto meno apprezzato quella parte senza però avere sta sensazione di commedia romantica. Altrimenti avrei scritto le tue stesse cose

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    4. Haha si, forse ho usato un termine un po' troppo forte, lo ammetto. I lieti fini e le svolte speranzose mi piacciono quando sono ben amalgamate con il resto, qua il cambio di registro del film è stato invece deludente. Era una visione da fare comunque, quindi grazie, e continuo con il recupero di quello che mi manca di Villeneuve.

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    5. sì sì, ti sei spiegata benissimo

      difficilmente lo rivedrò ma se lo faccio cercherò di farlo in quest'ottica

      sì, recupera tutto, senza che debba costringerti a "mancano 7 giorni" tipo The Ring

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    6. Mi vedo in totale sintonia con Jasmine

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    7. beh, ma anche io, rileggendomi, sono con voi, seconda parte molto più debole

      poi lei è stata molto più brava e secca a dirne le motivazioni. E poi si sa, io son buono, quando parto con una recensione per parlar bene di un film poi i difetti li scrivo al massimo in una riga ;)

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3 ciao