28.5.14

Peliculas Para no Dormir (5/6): recensione "La stanza del bambino"

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Dopo 2 anni e mezzo mi ritrovo davanti per caso in tv un episodio delle Peliculas para no dormir, quella rassegna di medio o lungometraggi horror al profumo di paella - una specie di Masters of Horror spagnolo cioè - che ha visto la partecipazione anche di nomi importanti come quelli del duo recchiano Balaguero e Plaza (un film a testa) o del "vecchio" regista Serrador con quello che francamente è l'episodio più imbarazzante, La Colpa, episodio che, se non altro, ha generato un post per me storico perchè l'unico dove finalmente e giustamente sono stato insultato, e nemmeno pochissimo.
Se volete leggere i precedenti episodi li trovate qua.

In questo mi ritrovo davanti un altro nome abbastanza importante, quel De La Iglesia, regista di culto di tanta critica underground, che a me però aveva recentemente abbastanza deluso con quello strano film, oggettivamente per molti versi mal riuscito, che è Ballata dell'Odio e dell'Amore.
Beh, qua si riscatta, girando un  episodio forse inferiore soltanto a quello di Balaguero.
Intendiamoci, i primi 20 minuti mi stavano cadendo le braccia perchè anche ne La stanza del bambino c'erano tutti i disastri già riscontrati nella Ballata, ovvero l'assoluta incapacità di saper scrivere una sceneggiatura, con dialoghi, scene, raccordi davvero assurdi, frettolosi, mancanti di passaggi fondamentali.
De la Iglesia sembra aver fretta, sempre.
C'è un rumore strano in camera da letto? La mattina dopo il protagonista racconta di un fantasma in casa agli amici.
Il marito si arrabbia? nella stessa inquadratura fa pace, così, senza motivo.
Chiede un articolo in un negozio? la ragazza ce l'ha lì sotto, pronto, ed è un articolo pure strano eh, un Babycall, ossia quelle specie di Walkie Talkie per controllare se il tuo poppante dorme bene o no.

Per non parlare di un prologo assolutamente disastroso in cui un bambino fa tutte cose senza senso, prologo che poi si lega al film in un modo misterioso o quantomeno imbarazzante.
Così come è imbarazzante la figura della vecchia, la figura che, appunto, dovrebbe essere (forse) tramite con il prologo.
Del resto i personaggi macchietta a De la Iglesia (come al nostro Argento) piacciono. e manco poco.
Ma che è quella sveglia che c'ha in mano la vecchia e c'aveva il bambino? ma a che serve? ma sticazzi no?
Insomma, c'è tanto di disastroso.
Ma il film ha dentro tante cose così maledettamente buone che alla fine la bilancia pende per queste, senza dubbio.
Ad esempio tutti i video dei BabyCall (sì perchè dopo un pò il protagonista prende la versione più moderna, quella coi monitor), davvero stupendi. E non parlo solo di quelli nella camera del bimbo ma anche di quelli itineranti che fa il protagonista camminando per casa.
E l'idea che quello che il padre vede in video non sia la realtà di adesso ma quella che accadde in passato sarà anche già vista ma è davvero girata divinamente.
Più va avanti più il film funziona.



Le due dimensioni, il dubbio di trovarci davanti ad una specie di Shining in cui i fantasmi del passato condizionano e fanno impazzire il protagonista, la scoperta della possibile schizofrenia, il non rendersi mai conto se tutto quello che vediamo sia vero o finto, beh, c'è tanta roba, il film è tutt'altro che banale.
Certo di troiate ce ne sono altre come ad esempio il personaggio macchietta dell'ex collega che in mezzo ad altre minchiate varie usa il paradosso del gatto di Schrodinger (già visto in Lost e in almeno due altri film che non ricordo) in un modo francamente senza senso.
Poi c'è uno uguale a Pirlo, poi c'è lei che si comporta sempre al rovescio di come avrei fatto e pensato io, poi ci sono tante piccole cose che non vanno ma il film ti cattura, ti inquieta anche un pò ed ha il merito di essere ambizioso, tentare il colpaccio.
E quasi ci riesce.

(voto 7)

8 commenti:

  1. Io penso che sia il migliore della rassegna, forse insieme ad un altro che devo aver rimosso.
    (Certo che comunque gli spagnoli ce l'hanno su con i fantasmi...)

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    1. Ma più che fantasmi sai che ti dico Mind?
      Che ce l'hanno coi bambini.
      Sempre eh.
      Tranne Para entrar a vivir in tutti gli altri 4 mi sembra ci siano bambini o protagonisti o comunque importanti per le storie.
      E ripensiamo a Il Labirinto del Fauno, La Spina del Diavolo ma anche in Rec eh e chissà in quanti altri.
      Sono fissati coi bambini e coi regazzini

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    2. La Madre, The Orphanage...mi sa che hai proprio ragione!

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    3. Oh maria, mi ero dimenticato il mio horror preferito e uno degli ultimi discreti che ho visto al cinema.

      E chissà quanti altri...

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  2. Vergognosamente non ho mai visto nessuna di queste Peliculas ma magari questa e quella di Balaguero le recupero.
    De La Iglesia è una bestia strana, El dia de la bestia (per l'appunto) mi è piaciuto un casino ma per il resto lo conosco poco e un po' mi intimorisce XD

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    1. Non sono niente di eccezionale Erica.
      Ma i due che hai citato una visione la meritano.
      A me è piaciuto moltissimo anche Regreso a Moira (Spettro) che aveva un'aura nostalgica davvero bellissima.
      De la Iglesia credo che tendenzialmente non mi piaccia ma finora siamo a 1 sì e 1 no :)

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  3. Ebbene sì Giuseppe, confermo, questo è un bell'episodio.

    La prima parte per me è eccellente, davvero da brividi, ma quelli seri. Le inquadrature dentro al Baby Monitor e la gestione degli spazi nella casa sono fenomenali, proprio anche considerando il fatto che sono cose già viste eppure funzionano alla grande. Anche l'ambiguità di ciò che si vede e della presunta inattendibilità del protagonista (che è sempre alla base delle buone storie di fantasmi) sono messi in scena alla perfezione.

    Hai ragione tu eh, la sceneggiatura è affrettata, un po' tirata via in certi punti, ma su questi difetti io sono sempre molto tollerante se il resto è ben fatto.

    Anche la seconda parte non è male, sarebbe all'altezza della prima, e in tanti punti lo è, se non fosse per il vero pasticcio, quello dello spiegone. Perché per la miseria tirare i ballo Schrodinger, il suo gatto, le particelle elementari, la meccanica quantistica, l'interpretazione a molti mondi in modo confuso, sciocco, superficiale, incoerente, quando poteva semplicemente lasciare lì solo uno sfumato concetto di realtà parallela?

    E perché inserire quel prologo misterioso e quella figura di raccordo della vecchia pazza, quando alla fine non si raccorda un bel niente? Lo dicevi anche tu a proposito di Bajo la rosa (sempre splendidamente spagnolo), che un buon prologo deve chiudere il cerchio (e infatti lì lo chiude da applausi), e qua invece ti lascia solo con un grande BOH stampato in faccia.

    Insomma, buonissimo episodio, ma anche grandissima occasione persa per fare un episodio davvero memorabile.

    Ti lascio con un quiz: come ha fatto Javier Gutiérrez in 13 anni a invecchiare di 30? Sempre quel maledetto supertelegattone quantistico? :D

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    1. ecco, questo invece non ricordo molto

      spetta che mi rileggo prima a sto punto

      ecco, mi sono riletto

      per prima parte, rileggendomi, spero tu intendi non la primissima, che io sembro distruggere senza se e senza ma

      però leggendoti mi sembra siamo d'accordo visto che esalti le scene col babycall e la presunta schizofrenia di lui

      ahah, ho visto che ho definito ridicola la spiegazione col gatto di shrodinger

      non ricordo nulla ma dal tuo commento mi pare che lo pensi anche te. Mi viene voglia di rivedere quella parte per capire ;9


      e sì, anche te mi dici che quel prologo non ha senso :)

      eh, io credo che de la iglesia tutti i pezzi perfettamente insieme non li metterà mai,troppo cazzone, troppo scarso in alcuni aspetti

      per me eh

      chi cazzo è javier gutierrez, il protagnista? ahah

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due cose

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