14.1.17

Recensione: "Shine"

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Dopo 20 anni vedo finalmente Shine, un film di cui tutti mi parlavano.
Francamente, mi aspettavo di meglio.
Biografico troppo prevedibile, troppo confezionato, privo di sporcizia e asciuttezza, Shine è comunque un bel film, ma figlio di certi meccanismi con i quali io faccio sempre una tremenda fatica.
Un Rush in un personaggio un pò stereotipato e sopra le righe, ma sempre grande

Da tempo incalcolabile, probabilmente dalla sua uscita, 20 anni fa, il nome di Shine mi è stato sbattuto contro non so quante volte.
Nella vita normale, in videoteca, in rete, questo era uno di quei grandi cult che, per vari motivi, non ero riuscito mai a vedermi.
Lo passavano oggi in tv, finito appena un'ora fa, e ho deciso, finalmente, di colmare questa lacuna.
In realtà se prima del film mi fossi soffermato sulla filmografia di Hicks avrei capito che questo qua non era un tipo di cinema nelle mie corde.

La Neve cade sui cedri
Sapori e Dissapori
Ragazzi miei
Le parole che non ti ho detto

ecco, leggendo i titoli avrei capito sin da subito che tipo di approccio stilistico e contenutistico poteva avere questo regista.

Se poi ci sommate il fatto che Shine è in tutto e per tutto un biografico "classico" (che quelli che escono dagli schemi piacciono anche a me) ecco che avevamo la miscela perfetta per farmi ingoiare un boccone amaro.

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In realtà non è stato del tutto così, Shine mi è piaciuto ma, indubbiamente, siamo lontanissimi dal capolavoro che è per qualcuno e anche dal grande film che è per quasi tutti.
Sceneggiatura tremendamente classica, narrazione prevedibile e anche molto ripetitiva, uso della colonna sonora emozionale ad ogni piè sospinto (ma, mi dico io, un film che parla della musica e di un pianista non poteva limitarsi alla musica diegetica?), rischio continuo dell'agiografia, regia abbastanza invisibile.
Di difetti, diciamocelo, ce ne son tanti.
Shine è un film figlio di un certo tipo di cinema degli anni 90 in tutto e per tutto.
Tra l'altro è molto curioso come venga universalmente ricordato per la prova da protagonista del grande Geoffrey Rush quando, in realtà, la parte del passato è più lunga di quella dell'oggi e il minutaggio di Noah Taylor (attore che per me buca sempre lo schermo) è, almeno a mia sensazione, più lunga.
Questo non toglie niente all'interpretazione di Rush, che è sì effettivamente notevole anche se, per sceneggiatura, un pò troppo sopra le righe, di quelle che a me meno piacciono.
Incredibile ricordare però come un grandissimo attore come lui abbia praticamente debuttato al cinema ad addirittura 45 anni, quanti ne aveva in questo film.
Storia vera di un pianista talentuosissimo ma mentalmente instabile (come se fosse una cosa non frequente...) Shine è un bel film che va dritto per la sua strada in maniera rigorosa, regalando belle sequenze (la vasca, il salto nel cielo blu che porterà alla locandina - scena che richiama l'incipit di Billy Elliot- il famoso concerto del Rach 3 con quel misto di sudore, pazzia, ralenti, musica e fotografia in controluce) ma dando l'idea di una narrazione sin troppo piatta e stereotipata.


Tutto il film (come del resto tantissime delle nostre vite) si basano sul rapporto tra David Helfgott, il pianista, e la famiglia, nella fattispecie, nel nostro caso, la figura del padre.
Un padre castrante, duro, totalizzante.
In realtà, però, è anche un padre che in qualche modo ama il figlio, che lo aiuta, che spera il meglio per lui, ma completamente accecato dal concetto di vittoria e sconfitta, successo e insuccesso, idee che poi resteranno appiccicate per sempre alla mente di David, deturpandone la psiche.
Impossibile non notare infatti una grandissimo attaccamento del padre verso David (non c'è una singola scena che dimostri un distacco o una indifferenza) ma questo "amore" è completamente imbastardito, mutato e imbruttito da un egoismo e una chiusura mentale impressionanti, probabilmente dovuti ad una infanzia, quella del padre, ancora più dura di quella che sta regalando a suo figlio.
In ogni caso il rapporto tra loro due sarà fil rouge dell'intero film, anche a distanza, anche quando, finalmente, David se ne fuggirà da casa per andare a Londra.
Pare semmai troppo affrettato un passaggio chiave di sceneggiatura, quello che porta, da una sequenza all'altra, David all'opera nel concerto del Rach 3 all'elettroshock della scena successiva.
E' vero, nella sopracitata sequenza del concerto, il regista era stato bravo a descrivere una certa pazzia incoming, ma forse si potevano mettere in mezzo molti più passaggi.
In ogni caso, se nella prima metà Noah Taylor è bravissimo ma il film ad un certo punto rischiava davvero di stagnarsi poi, nell'ultima mezz'ora, Rush riesce a risollevarlo e dargli quel qualcosa in più di umanità, dolore e malinconia che serviva.
Sicuramente più genuino ed asciutto dei lacrima movie o dei film romantici che invadono da 20 anni le nostre sale, Shine rimane comunque un prodotto che avrebbe avuto bisogno di maggiore sporcizia, meno prevedibilità e qualche uscita da certi facili meccanismi che, ahimè, se è vero che funzionano sempre è anche vero che poi, chi poco li sopporta, li riconosce all'istante

12 commenti:

  1. Visto su per giù 5 o più anni fa, quando vedevo i film principalmente per le interpretazioni dei grandi attori ahahaha (come si cambia col tempo) Comunque la ricordo come una piacevole ed emozionante visione (e il fatto che mi ricordo molte scene dopo un migliaio di visioni post-Shine, ne è la prova ;), con dei bravissimi Rush, Taylor (rivisto poi nell' eccezionale Red, White & Blue di Rumley)e Mueller Stahl (grandissimo anche nella promessa dell'assassino di Cronenberg). Molto probabilmente ad oggi non lo vedrei mai, sono quindi contento di averlo visto quando ero più propenso a certi film. Mi trovo quindi d'accordo con quanto da te scritto.

    Io invece sto pomeriggio so andato a vedere Silence di Scorsese...beh mi auguro non te lo perda ;) Qualche giorno fa invece ho visto Paterson di Jarmusch...quello so sicuro ti piacerebbe ;)

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    1. ovviamente anche io volevo citare Red, White & Blue, non l'ho fatto proprio perchè per una volta avevo uan rece senza link e non volevo perder tempo a crearne uno ;)

      Eh, proprio ieri mi hanno detto de sto Mueller Stahl nelle promessa dell'assassino (che non ho visto).
      E mi hanno detto che lì suona il violino.
      Sarebbe incredibile visto che il suo persoaggio su Shine è un padre a cui da piccolo i suoi genitori non hanno permesso di suonare il violino.
      Episodio che cita nel finale anche come giustificazione del suo rapporto con David

      sì, ti piacerebbe molto meno oggi

      nemmeno a farlo apposta, in un altro post ho appena scritto che volevo andare a vedere Silence tra oggi e dopo domani ;)

      ah, davvero mi piacerebbe Paterson? ho visto il trailer per sbaglio e ho arricciato il naso...

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    2. beh sì non avevo dubbi, so benissimo quanto hai amato il film di Rumley ;)

      Pensavo l'avessi visto quel Cronenberg...devi recuperarlo assolutamente!
      Cavolo sta cosa del violino in Shine non la ricordavo...sarebbe davvero incredibile :O

      Vabbè su Silence ci risentiamo dai ;)

      Ah, a sto punto non lo so più se ti piacerebbe ahaha No dai, rimango abbastanza convinto che secondo me fa per te...ovvio niente di che eh...per me pure stiamo sul 7/7.5, però è così poetico e semplice e umile il film quanto il personaggio principale, che è difficile non amarlo. é anche parecchio simbolico, bellissimo!

      Poi ieri ho recuperato Sully...beh niente da dire, il buon vecchio Clint non la perde mica la stoffa da grande regista. Certo siamo lontani (e già me ne ero accorto con American Sniper) dai tempi di Million Dollar Baby o Mystic River...Mi ha sorpreso però con Sully, ha scelto un modo convincente per raccontare l'accaduto. Ora mi vado a legge la tua rece ;)

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    3. Me l'ha fatta notare un'amica.
      Lei ha visto 4,5 volte La Promessa. Quella sera mette per sbaglio Shine e riconosce l'attore. E lo sente parlare di un violino. E lei se lo ricordava proprio per un violino, incredibile

      Su Silence la mia l'ho detta anche se avevo almeno il doppio di cose da dire, potevo fare un mio record di lunghezza...

      La mia paura con Paterson è che un film che parli proprio della poesia possa far perdere...poesia

      a me la poesia piace rintracciarla nelel cose dove non è manifesta. Ma non ho visto il film, quindi vado a casaccio...

      ah, t'è piaciuto, bene..

      sì sì, almeno una spanna sotto i film che citi però con quel poco materiale era difficile far meglio...

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  2. Siamo in overdose di romanzatura, non posso negartelo, ma è uno di quei casi in cui l'attore - qui un monumentale Rush - ti rende il film magico, praticamente da solo...

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  3. Visto incuriosito anch'io dalle lodi che si sentono e leggono in giro qualche anno fà su Sky e debbo dirti che sono completamente d'accordo con te con l'introduzione iniziale che fai. Anche se non mi ricordo esattamente i difetti che gli imputai ricordo bene che il film non mi prese, piuttosto prevedibile e poco emozionante, l'interpretazione di Rush è indiscutibile ma per me fu troppo poco per reputarlo riuscito fino in fondo, sul genere per me ce ne sono molti migliori :)

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    1. ah, vedi, siamo d'accordo anche per i "ni", mica facile....

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  4. A mio avviso un film trascurabile su un pianista neanche tanto eccezionale se paragonato ad altri suoi contemporanei

    Unico vero grande protagonista del film è Rachmaninov in un ruolo che però non gli rende grazia, in quanto troppo relegato a sfornatore di opere per pianisti con la sindrome del pene piccolo.
    La competizione basata sugli aspetti tecnici di un suo componimento che per gran parte del tempo trascura la bellezza melodica dello stesso mi da noia.
    Musica classica da competizione per gli Usain Bolt della tastiera....così non dovrebbe essere.

    "Il ragazzo non è pronto, suonerà prima Mozart poi Chopin e poi il Rach3"....cos'è, campionato, champions league e coppa intercontinentale? Ma dai.......roba alla Karate kid

    E' un film progettato per commuovere e compiacere lo spettatore medio americano che conosce la musica classica solo perchè jingle di una pubblicità, per il quale il massimo della musica è il volo del calabrone di Rimski Korsakov perchè è un pezzo per stabilire record di velocità con qualsivoglia strumento.
    Io ho trovato il film a tratti odioso in questo.
    Non basta la monumentale bravura di un attore come Rush a salvare un opera fatta di clichè.
    Padre padrone, artista tormentato, la caduta, la resurrezione, la storia d'amore che vince le difficoltà etc etc.
    é quasi odioso quanto cinderella man nel cercare di strapparti empatia per il personaggio del protagonista
    Vi sono film su vite di musicisti meglio di Shine ma non conosciuti perchè non blockbuster.

    Io lo definirei una Hollywoodata strappalacrime.
    Per me è un No su tutti i fronti.

    Ribadisco però che ciò che ho scritto è solo la mia modesta opinione

    Mandi Mandi

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    1. Giovanni, grndissimo commento

      in realtà siamo molto vicini eh, a me manca la tua "rabbia" e la tua competenza sull'argomento

      però avrai visto che, tolta l'acredine e le considerazioni tecniche, i difetti di cui parli sono anche gli stessi, enormi, che ho trovato anche io

      sì, una delusione, lo ammetto

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  5. Scusa la veemenza del mio commento; come avrai capito l'argomento mi è caro e proprio non mi va giù il modo in cui musica di tale bellezza sia stata svilita al fine di creare un film che di questa bellezza non ha, in fin dei conti, carpito nulla.

    Si, ci troviamo sulla stessa linea di pensiero, solo che il mio modo di esprimerlo è meno "elegante" del tuo.

    Così come un grande pianista non è colui che meramente esegue un componimento nota per nota, indipendentemente dalla difficoltà tecnica, ma lo interpreta, gli offre un sincero plauso attraverso il suo talento, così un film che viene definito grande non si limita ad essere una serie o un elenco di eventi, consequenziali, che abbiano scopo di compiacere i ben pensati...

    Shine è il compitino per casa eseguito con l'obiettivo di vincere un premio; progettato per tale scopo. E per farlo utilizza ogni espediente che possa funzionare.
    Credo che tu capisca cosa voglio dire....

    Non è il mio tipo di cinema....mi ricordo che al tempo uscii dal cinema rattristato; proprio non comprendevo le lodi tessute dalla gente intorno a me.
    Evidentemente progettato per una sensibilità diversa dalla mia.

    Mandi Mandi

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    1. ma la tua veemenza era splendida, ci mancherebbe

      lo era proprio perchè si capiva la tua passione per la musica classica e, di conseguenza, la rabbia per certe cose

      senza quella tua passione magari la pensavamo allo stesso identico modo sul film, ma io non ho la competenza per notare e incazzarmi anche d'altro

      comprendo e in larga parte condivido tutto il tuo commento

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