3.2.17

Recensione: "La Canzone del Mare"

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Un cartone bellissimo.
E lo è per tutto, per tratto, per colori, per soggetto, per importanza.
Un omaggio alla tradizione, all'oralità, alle radici.
La storia di Saoirse, una dolcissima e piccola bambina che non riesce a parlare.
La ricerca della propria natura, l'altruismo, l'importanza del distacco e della tristezza.
Una perla animata imperdibile

 Spesso e volentieri, magari anche da parte mia, si esagera con la classica frase "questo film andrebbe proiettato nelle scuole".
Come si esagera con l'uso di questa frase allo stesso tempo si esagera poi al contrario, ovvero con il non proiettare mai nulla nelle scuole.
Insomma, una frase che lascia il tempo che trova sia per quanto abusata sia per quanto, vedendo la situazione delle scuole italiane, inutile.
Ecco, però, La Canzone del Mare, questo delizioso, tenero, colto ed "importante" cartone europeo, è veramente uno di quei titoli che, scuole o no, tutti i nostri figli dovrebbero vedere.
E se non bastassero i valori che esso insegna è la sua portata culturale a renderlo grande.
The Song of the Sea è un fantastico omaggio al racconto, alla tradizione, alla cultura popolare, all'oralità, alle radici.
Di un popolo tra l'altro meraviglioso per questi aspetti, quello Irlandese.

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Disegnato con una tecnica magnifica, che val disegno a mano all'effetto pittorico, da qualche aggiustamento, credo, in computer grafica all'uso di colori dalle sfumature straordinarie, La Canzone del Mare racconta la storia di una famiglia isolata in una sperduta ed impervia isola dove il padre, un uomo con un cuore grande e grosso quanto il suo fisico statuario, fa da guardiano del faro.

Proprio le luci del faro, più volte, aiuteranno questa perla animata con i suoi giochi superbi di ombre.
Un'ambientazione suggestiva quindi, scarna ma allo stesso tempo resa viva e vitale da mille dettagli e colori.
Un'isola divisa da una lingua di mare dal piccolissimo paesello sulla terraferma, un luogo apparentemente disabitato (vediamo solo la simpatica figura del traghettatore) che mi ha ricordato un altro cartone indimenticabile, L'Illusionista di Chomet.
Saoirse (che è anche il nome dell'attrice irlandese Ronan) è una bambina di 6 anni nata in un giorno infausto, quello della scomparsa della madre.
E' per questo che il suo fratello più grande, Ben, la odia. 
L'arrivo della sorellina ha significato per lui la perdita della madre, scomparsa in circostanze misteriose.
Saoirse non parla, non l'ha mai fatto.
E' tremendamente attratta dal mare, il luogo dove la madre la partorì.
Un giorno trova un cappotto bianco.
E capisce di non essere una semplice bambina, ma una bambina speciale.

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Potremmo star ore a parlare di un film come questo. Potremmo, anzi, dovremmo, usarlo come spunto, come trampolino, per andarci a ricercare tutte le leggende che racconta, per andare a conoscere le radici, perse nel tempo, di una terra e di un popolo come quelo irlandese.
Perchè è questo a cui deve servire The Song of the Sea, a tramandare, a raccontare, ad affascinare.
La storia delle Selkies, quella della strega Macha, quella dello stesso figlio della strega, il Gigante Triste, e le tante altre leggende raccontate sono un patrimonio dell'umanità, come patrimonio dell'umanità sono tutte le storie di questo tipo.
Vengono da millenni prima di noi e arriveranno a millenni dopo di noi.
Noi passiamo, loro no.
Ma serve sempre che qualcuno le tenga in vita, specie in quest'epoca dove il racconto orale, giocoforza, è ormai diventato un anacronismo.
Perchè poi, come con i grandi Miti, in queste storie ci possiamo trovar dentro tutto l'Uomo, tutte le nostre dinamiche, emozioni e comportamenti.
Ma che bella la storia della Strega Gufa Macha che rapisce le emozioni negative delle creature.
Pensa di far bene ma facendo così le riduce comunque in pietra.
Ed è questo uno dei primi insegnamenti de La Canzone del Mare, un pò lo stesso che ci portò quel capolavoro di Inside Out, ovvero quello che senza tristezza noi non siamo più felici ma semplicemente "non siamo".
E le creature trasformate in pietra da Macha questo significano.
E come fanno a tornar "vive"?
Attraverso la musica della Selkie, attraverso quelle perle di luce che le raggiungono.
Altro non sono che un canto universale, il canto di una loro guida, che può risvegliarle da quello che invece sta all'opposto dell'universalità, dell'altruismo, ovvero l'egoismo della strega che le trasformò in pietra.
Questo è un cartone tenero, dolce, quasi innocuo, ma non solo per bambini data la cultura che ha dentro e le riflessioni che spinge a fare.
Non ultima quella sulla propria natura, sul ruolo che si deve avere nel mondo.
La madre dei due bimbi dovette fare una scelta dolorosissima, abbandonarli e tornare ad essere quello che, in realtà, era sempre stata.
E lo stesso destino toccherebbe a Saoirse che, non a caso, comincia a parlare solo quando indossa il mantello.
Come a dire "adesso sono veramente io, questo è il mio destino".
Tra l'altro quel mare, quel mantello, quel diventare quella creatura, rappresentano un ideale ricongiungimento con la madre.
Saoirse adesso ha sulle spalle un compito. 
E, anche se ha solo 6 anni, fa di tutto per portarlo avanti.


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Ed è così che, piano piano, anche suo fratello comincia a capire. Anche perchè tutto quello che sta vedendo e vivendo non rappresenta altro che quello che sentiva nelle storie che sua madre gli raccontava da piccolo, a ricordare ancora una volta l'importanza dell'oralità in un film del genere.
Io c'ho visto anche tantissimo Miyazaki, specie il suo animismo, questo saper divinizzare e rendere "vivi" gli elementi e le creature diverse da noi.
Le scene del mare sono bellissime, specie quella finale della tempesta.
Ma ci si diverte anche, i tratti dei personaggi sono molto piacevoli, rassicuranti, simpatici.
E il cane Cu è uno spasso ;)
In alcune sequenze non c'è quasi alcuna profondità, proporzione, l'orizzontale e il verticale si annullano tra loro, ad aumentare questa grezza potenza pittorica che il film possiede.
Forse, come capita spesso, ad un prologo tanto bello e ad un finale tanto emozionante, si alternano parti centrali un pò ripetitive e meno riuscite.
Ma le sequenze col capellonissimo Seanchai o quelle nella hanselgreteliana casa della strega sono comunque notevoli.

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E dopo un viaggio sopra prodigiosi cani ventosi si arriverà al finale.
Che porterà ad una scelta dolorosissima.
E a un groppo in gola per lo spettatore.
Due nature, una delle quali deve essere abbandonata.
Chissà cosa sceglierà Saoirse, questa magnifica, tenera e coraggiosa bambina che salvò dalla non vita e dalla tristezza tutte le creature del mondo

12 commenti:

  1. Ne ho già sentito parlare da qualche altra parte, ebbene, nonostante io abbia tanto da recuperare sicuramente vedrò anche questo, perché mi interessa e m'ispira ;)

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  2. Stupendo stupendo stupendo stupendo. Ho pianto come una bambina ma alla fine ero talmente coinvolta da un lavoro così bello che la mia creatività ne è uscita stimolata per giorno!

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  3. Che film magnifico, ho adorato tutto, dai disegni, ai colori, alla storia a quel cane che vorrei tanto.
    Come sempre, ne hai scritto benissimo, e mi hai fatto venir voglia di leggerle, quelle leggende irlandesi da tramandare.

    p.s.: anche se commento poco, e leggo in ritardissimo, ci sono. Il trasloco è una brutta bestia e toglie tempo. Ma ci sono, eh ;)

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    1. infatti domani me le cerco appena ho tempo ;)

      ci sei sempre stata!

      grazie ;)

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  4. L'ho visto su stimolo di Chiara Scura, anche se il regista lo conoscevo già per il suo lavoro -per certi versi simile ma inferiore- The secret of Kells.

    C'è un altro film recente in grado di raccontare bene il mondo dell'incanto della cultura tradizionale, Il Libro della Vita, messicano, più alla Burton.

    Come credo tu sappia, ritengo che la conoscenza della propria tradizione, dei riti, delle storie, dei personaggi e degli archetipi sia un tema vitale, per tutti, ma sì, come dici tu, specialmente per i bambini.

    Integrando quello che hai detto tu, e attendendo un film che illustri storie di luoghi ancora più vicini a noi, c'è una cosa che va messa a fuoco.

    Questa: non è che parliamo delle leggende IRLANDESI o MESSICANE o tibetane, senegalesi, alpine che dir si voglia come di un sistema chiuso, codificato, univoco.

    Tutte le vie, le tradizioni, i racconti, si intrecciano, continuamente. Succede anche con le religioni, per certo con quelle abramitiche, ma è del tutto evidente e molto più fluido nel mondo tradizionale e popolare, quando la spiritualità non è religione, codice, ma solo conoscenza, prima empirica, e solo poi ed eventualmente mi(s)tica e iniziatica.

    La vicenda di Saoirse e di sua madre è la stessa di un altro film visto di recente, When animals dream; ed è la stessa raccontata e rintracciabile in storie, miti fiabe e poi racconti e romanzi di ogni luogo (del mondo o perlomeno, evitando di parlare di ciò che conosco pochissimo, del mondo popolare indoeuropeo).

    Sirene, ondine, meduse, lupe e streghe, a vari livelli e nei modi più diversi, sono la ricchezza, nella sua ambivalenza, del mondo uomo/animale, del materno/femminino, del selvatico e del lunare...

    Sono la nostra storia.

    Quella che ancora possiamo rintracciare in certe vecchie, in certi luoghi, boschi, pietre, torrenti, pitture, musiche, danze, gesti o parole. Quella, in fondo in fondo, del mistero dell'essere, del seme e del grembo materno ecologicamente connesse con i cicli del nostro pianeta e...dell'Universo. Quella dell'acqua sulle stelle, realtà scientifica e mitica al contempo, come ben rappresenta Pablo Guzman nel suo dittico Nostalgia della luce/La memoria dell'acqua.

    E La canzone del mare racconta questo, le nostre tradizioni, le storie su cui si fonda la nostra (locale ma al tempo stesso universale) cultura popolare, nei suoi lati pratici e nei suoi aspetti mitico/magici, in ciò che possiamo e in ciò che ...contempliamo.

    Come per le fiabe; anche in continenti diversi, compaiono figure e narrazioni simili, deità o eroi con caratteristiche e aspetto praticamente uguali, e via dicendo. Film come questo sono rappresentazioni piene, centrate e stilisticamente valide di un approccio al mondo antico, sì, ma che proprio oggi merita tutta la nostra attenzione.

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    1. grandissimo commento Mauro

      vado per ordine

      1 ricordo perfettamente che mi hai parlato più volte de Il Libro della Vita, prima o poi arriverò

      2 perfetta la tua puntualizzazione. E' vero. E perfetto il tuo accostare questo tipo di oralità alla religione.
      Ma è anche vero che di leggende locali, non universali, circoscritte e definite ne esistono tante.
      Pensa a quelle che riguardano i luoghi.
      Che so, per restare in Irlanda pensa a quella sul Selciato dei Giganti. Ecco, quelle storie appartengono ad un solo luogo, ad un solo popolo.
      Poi certo, mi dirai che di storie di giganti ne è pieno il mondo, ma in alcuni casi più che di variazioni su archetipi possiamo proprio parlare di leggende nate ad hoc per un dato fatto o un dato luogo

      3 magnifica tutta la tua ultima parte
      non potevi parlare di questo film e di quello che racconta in maniera migliore, si vede tantissimo quanto tu ami queste cose e quanto le ricerchi

      sì, queste tradizioni sono il trait d'union, la mano che ci lega, al Mondo Antico.
      Sta a noi tenere stretta quella presa

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  5. apprezzo molto che hai fatto questa recensione. film di animazione importante. ce ne fossero!

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    1. E ce ne sono amico mio... Io credo che l'animazione mondiale stia vincendo un decennio, o anche ventennio, straordinario. Da tutte le latitudini, Usa, Europa e oriente. Decine e decine di grandissimi film, non saprei dove cominciare ad elencarli. I più deboli numericamente siamo noi europei ma ci difendiamo comunque alla grande 😄

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    2. sono d'accordo con te. mi ha fatto piacere che questo film ha raggiunto una discreta visibilita, pur essendo ,solo in apparenza,
      abbastanza grezzo. con " ce ne fossero" intendevo appunto anche la parte estetica. magari prossimamente puoi fare una classifica anche sui film di animazione. felice weekend

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    3. la lista sui film d'animazione è un pensiero fisso

      ci penso sempre

      ovviamente ricercando quelli un pò più nascosti, magari non tanto ma, insomma, fuori da Pixar o altro ;)

      prima o poi arriva

      contraccambio!

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

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3 ciao