2.4.14

Recensione "L'Impostore" - BuioDoc - 8 -



Notevolissimo.
L'Impostore è un documentario talmente affascinante e sorprendente nel suo incedere che non ha niente da invidiare a un film vero e proprio. In realtà qui siamo dalle parte del docu-drama, di quei documentari cioè, dove insieme ad estratti reali (interviste, filmati etc..) si ricostruiscono cinematograficamente alcune vicende.
Io non riesco a trovargli un difetto sinceramente.
Nicholas Barclay scompare a 13 anni in Texas.
Dopo quasi 4 anni viene ritrovato in Spagna.
Sì, ma è molto più grande di corporatura, capelli scuri anzichè biondi, occhi neri come la pece invece che azzurri, parla inglese con un accento stranissimo. Ma la famiglia lo riconosce lo stesso, è lui.
Storia verissima, incredibile, tremendamente affascinante e a tratti disturbante.
Sin da subito sappiamo che quel ragazzino è un impostore, scelta narrativa coraggiosa e molto "leale" da parte del regista.
Il ragazzo si finge americano, viene portato in una casa famiglia, non apre mai bocca finchè impaurito di venir schedato decide di telefonare negli Stati Uniti in vari uffici di bambini scomparsi e in una sola notte riesce nell'incredibile impresa di acquisire una falsa identità.
E' Nicholas Barclay, e domani sua sorella verrà a prenderlo in Spagna.
Il ragazzo ha in mano la vera immagine di Nicholas e allora si tinge biondo, fa un tatuaggio simile a quello del bambino scomparso, fa di tutto per riuscire nel miracolo di scamparla. Ma è troppo diverso, troppo.
La sorella arriva, lo abbraccia, piange.
Nicholas può tornare dalla famiglia in Texas.
Incredibile.



Il ragazzo racconta che tutti i cambiamenti che ha avuto, tutte le cose che non ricorda del passato, tutto è dovuto alle tremende sevizie, agli esperimenti umani (ad esempio sull'iride degli occhi) e quant'altro che una specie di "setta" di pedofili ha perpetrato nei suoi confronti e di altri ragazzi.
Gli credono tutti, finisce addirittura nei tg.
Può il dolore di una perdita, può la mancanza di una persona cara portarti a credere tutto questo? Quanto abbiamo bisogno di colmare quel vuoto con qualcosa? Quanto purchè di non accettare l'inevitabile siamo disposti a credere nell'improbabile?
Forse sono un pazzo ma mi viene da accostare L'Impostore ad uno dei film più belli che ho visto recentemente, Alpis.
Là una società di attori si metteva a disposizione delle famiglie colpite da un lutto per interpretare il ruolo del defunto. Qua, anche se in maniera del tutto diversa, avviene praticamente lo stesso. Sembrano argomenti surreali ma in realtà sono delicatissimi. Molti si affidano alla religione, altri al vizio, altri ai cartomanti, e c'è anche chi può colmare il proprio vuoto con una presenza sì falsa ma reale, esistente.
E così quel ragazzo diventa una specie di capro espiatorio al contrario, dove uno cioè, il capro, è il simbolo di una condanna, di una colpa, è il responsabile che paga per tutti, qui quel ragazzo diventa il simbolo di una speranza, di una gioia, di qualcosa che si rimette a posto. Entrambi sono "falsi", ma entrambi servono alla "comunità" per motivi opposti.
La vicenda va avanti, polizia, fbi, assistenti sociali, investigatori privati, si vive un'atmosfera simile ad Argo, riuscitissima,anche perchè la parte fiction è girata benissimo. Sono soprattutto i veri filmati però, quello di lui che arriva in aereoporto con la sorella, i tg, l'intervista, a mettere i brividi.



E quel fratello maggiore (del vero Nicholas ovviamente) che viene solo un giorno a trovarlo, lo guarda e gli dice "buona fortuna" sapendo benissimo che non è lui è un racconto breve ma straordinariamente inquietante.
Eppure è tutto lì davanti, è troppo diverso, è troppo strano il suo passato.
Mi viene in mente la parabola del dito e la luna. Solo che qui non solo non si vede la luna e ci si limita ad osservare il dito, ma non si capisce nemmeno che quello è un dito, non so come spiegarmi.
E poi avviene la svolta thriller, magnifica, che forse dà una spiegazione al tutto
SPOILER
Come avevo fatto a non pensarci?
Eppure era troppo assurdo che una famiglia potesse cadere in un trabocchetto così grande.
E se invece non si voleva colmare un vuoto esistenziale ma nascondere qualcosa?
Se quel ragazzo era una manna dal cielo per rimpiazzare qualcuno sparito e sul quale non era meglio indagare?
A questo punto la tematica del caso e del destino diventa primaria. Quel ragazzo impostore su tutte le centinaia di identità che poteva prendere forse ha trovato proprio quella che faceva comodo alla famiglia, quella che li avrebbe coperti.
In un montaggio serrato inizia a venir fuori questa ipotesi mentre finalmente la polizia riesce a risalire alla vera identità dell'impostore.
E' francese, ha 23 anni e non 16 e ha fatto la stessa cosa già centinaia di volte prima.
Brividi.



Si chiama Frederic Bourdin e la sua figura nel finale acquista una pericolosissima ambivalenza. Perchè criminale lo è di certo ma in realtà rappresenta soltanto la storia di un bambino/ragazzo mai amato e senza una vera identità che cerca continuamente altre identità, cerca affetto, cerca amore. E fa "solo" questo, senza direttamente far male a nessuno (il suo sogno è stare in case famiglia).
Il documentario diventa un thriller a cui non sarà mai data (forse) una risposta definitiva.
E alla fine si resta impietriti ma anche affascinati, quasi divertiti di questa farsa.
E di questo incredibile personaggio.

( voto 8)


20 commenti:

  1. Volevo vederlo, ma in città è passato solo per una sera e non ci sono riuscita. Spero di riuscire a recuperarlo comunque.

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    1. Io l'ho recuperato nel solito cinemino miracoloso qui di Perugia.
      Ci vado sempre solo, mi avranno preso per scemo, che poi porto sempre il mio taccuino.
      Ma se continuano a programmare così non si libereranno di me.

      Molto bello, assurdo.

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  2. con i documentari parto sempre un pelo diffidente, però so già che questo mi piacerà...

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  3. io lo recuperai in lingua originale e come al solito mi specchio in quello che dici...che te lo dico affa'!!!! http://bradipofilms.blogspot.it/search?q=the+imposter

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  4. che bel documentario. questo si' che e' con la D maiuscola. ma anche con la Q e la Y a dirla tutta. cosi' si racconta una storia, vera o finta che sia. dovrebbero prendere spunto da questa piccola perla tanti registi molto piu' acclamati. e' un'ottima scrittura, riprese bellissime, e soprattutto ho amato come si fondevano nel montaggio i personaggi veri agli attori, e a loro stessi nelle vecchie riprese. una storia poi che e' interessantissima di suo, raccontata in maniera sublime. davvero una sopresa per me aver gradito e soprattutto seguito cosi' un documentario. ottimo, l'ho visto appea ho letto le prime righe della tua recensione, e il soggetto mi ha subito preso, quindi l'ho visto all'istante. grazie.

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    1. Guarda, ancora mi rimbalza in testa, come ho scritto nella rece non riesco a trovarci difetti.

      C'è una piccola cosa che ho amato da morire de sto Doc, quando a volte mentre parlava qualche intervistato si vedeva la faccia dell'altro, ad esempio molte volte mente parla la sorella di Nicolas sopra queste parole si vede lui che sorride in primo piano, beffardo o quasi imbarazzato, non so come spiegarmi ma c'è questo uso del suo viso con le voci degli altri in sottofondo che è quasi ipnotico, scelta sensazionale.
      E poi la storia viene fuori piano piano, noi sappiamo che lui è un impostore ma non sappiamo chi è, da dove viene, che ha fatto prima fino alle fine, e poi quel dubbio che lui stesso mette e che sembra così plausibile.
      Davvero un gioiello.
      Grazie a te di esseri fidato e aver gradito.

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  5. Dove posso prendere questo documentario???????

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    1. Guarda, non so se è un caso o hai fatto apposta ma è in prima tv proprio domani sera!

      se hai sky è sul canale 118, Ci sarà domani sera ma poi avrà numerosissime repliche

      Altrimenti vai con lo streaming

      questo è ottimo

      http://filmstream.me/index.php/?s=the+imposter

      ciao!

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  6. Daveroooo non lo sapevo perche' uso skj solo per cinema lo guardo subito grazie amico ciao

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  7. Bellissimo documentario ma io mi chiedo come si fa a lasciare libero un individuo del genere dopo quello che ha fatto e che a continuato a fare!!!! Poveri figli chiuderlo in galera e buttare via la chiave!!!!!!

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    1. Ah ah, ma sei sempre te che me lo chiedevi sopra?
      In realtà ne ha fatte parecchie ma tranne in rarissimi casi non ha fatto male a nessuno, è solo una vittima di sè stesso.
      Per me è un grande, mi fa molto più paura la famiglia di quel ragazzo...

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  8. Abbiamo idee differenti a dire che e' un grande!!!! Forse si e una grande merda che prende in giro famiglie che soffrono x il proprio caro!!!!

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    1. Guarda che ti sbagli...
      Le altre volte lui ha semplicemente preso altre identit, senza far male a nessuno.
      Certo, causa qualche problema ma è lui la prima vittima di sè stesso.
      Nel caso specifico del doc sono proprio i familiari del ragazzo scomparso i veri criminali, non lui

      un saluto!

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  9. Ho seguito il tuo consiglio,l'ho visto ieri.
    Inquietante a dir poco. Quando la realta'supera la fantasia,fa venire i brividi.Dal punto di vista tecnico,io forse non avrei svelato subito il volto dell'impostore,ma è un opinione personale,non sono un regista.Ma la storia è tosta.E tiene dall'inizio alla fine,coinvolge.Se tu noti,non so se ti ricordi questo particolare,quando l'hai visto,c'è il filmato originale,dell'arrivo di bourdin all'aereoporto,dove l'attendono la madre e i parenti.E' il sorriso della madre che mi fa paura.A me ha fatto venire i brividi.Un saluto e tanti auguri!!

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    1. La tua idea era quella che avrebbero avuto tutti, anche io.
      Ma forse questa così strana e apparentemente sbagliata, svelare il suo volto molto presto, rende tutto ancora più straniante perchè ti fa vivere tutto il doc sapendo con certezza che quello che stai vedendo è veramente assurdo.
      Insomma, meglio un "colpo di scena" o la sensazione di assurdità che hai per tutto il film?

      mi ricordo benissimo quell'arrivo all'areoporto

      e le tue stesse sensazioni
      Il dubbio che alla fine ti mette il film secondo me è molto verosimile...

      auguri!

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  10. Finalmente l'ho recuperato. Avevo aspettative altissime. Non sono state tradite. Come ormai avrai capito, il tema dell'identità, della sua costruzione, delle sue possibilità narrative, così come il tema della finzione, della messa in scena, della rappresentazione, sono tra i miei preferiti, in ogni loro possibile declinazione. "L'Impostore" si inserisce a pieno titolo in questi argomenti, come "Tre identici sconosciuti", seppure da prospettive diverse. La storia di questo ladro di identità è tanto incredibile quanto coinvolgente. Quante maschere bisogna indossare per essere se stessi? Bella domanda. Tutte quelle possibili, credo. A patto che non si scada nel patologico. Ma dove si situa il confine tra finzione (poesia) e menzogna (non-poesia)? Di certo, a livello individuale, esistono tante risposte quanti individui esistono. Frederic Bourdin, l'impostore del film, ha una frattura profonda, forse insanabile, nella percezione del proprio sé: "da quando mi ricordo ho sempre voluto essere qualcun altro", dice. Ma nella sua ricerca di alterità la menzogna sovrasta la finzione.
    E poi, la famiglia del ragazzo scomparso. Una vicenda dai tratti surreali, quasi grotteschi: mi chiedevo come fosse possibile non riconoscere il proprio fratello, il proprio figlio. Come in "Una storia americana" anche qui, a quanto pare, dobbiamo fare i conti con una "verità" multipla, frammentata e frammentaria, insondabile, probabilmente sfumata per sempre in una serie di bugie cominciata molto prima che questo ragazzo francese irrompesse nelle loro vite. Ognuno con la sua verità, ognuno con la sua impostura. E noi con i nostri perché che risuonano ancora, senza risposte soddisfacenti.
    Il film è girato e montato splendidamente. Ho adorato il modo in cui gli eventi vengono narrati, davvero si respira l'aria purissima del thriller. La sequenza di apertura è formidabile. Così come il sorriso di Frederic che affiora a più riprese durante le interviste. E alla fine dice "fanculo tutti, mi interessa solo di me stesso", mentre una scritta in sovrimpressione ci dice che ha tre figli ed è sposato. E quella buca che il detective (che si chiama Charlie Parker: un nome da investigatore da romanzo hard boiled!) inizia a scavare in giardino, che non porterà forse da nessuna parte. Perché il fondo di questa storia assurda e incredibile è il cuore degli uomini che mentono a se stessi e in quella menzogna edificano il proprio posto nel mondo. Splendido!

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    1. che bello Robè...

      credo sia uno dei documentari a cui sono più legato. Forse perchè lo beccai per sbaglio, addirittura in tv, e rimasi incollato come poche altre volte mi è successo

      a parte la vicenda incredibile è anche il modo in cui viene raccontata, in tutte le sue scelte (temporalità, fiction e realtà, intervista a lui etc...) ad essere straordinaria

      una vicenda che come poche altre ha dentro tutto il caleidoscopio di emozioni possibile, ti diverte, ti stranisce, ti interessa, ti inquieta, ti fa paura, ti fa riflettere

      e poi se a riflettere sei te abbiamo sti commenti ;)

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