14.9.15

I miei Tempi Moderni


Il vagabondo si ritrovava in mezzo agli ingranaggi, vera metafora, se ce n'era una allora, se ce n'è una anche adesso, di quest'uomo ormai stritolato dal progresso, dalle macchine, dagli automatismi.
Eccolo poi nella catena di montaggio, questo centipede umano ferroso che di umano non ha quasi più niente.
Velocità, ripetizione e poi ancora velocità, ripetizione, ripetizione, ripetizione.
77 anni dopo, 2 anni fa, entro in questo mondo.
La cosa che più sorprende all'inizio è l'abbigliamento.
Centinaia di Umpa Lumpa sbiaditi, un completo giallo spento o marroncino chiaro, copritesta, copribarba, giacche.

Anche la ragazza più bella scompare dietro al livellante vestiario. Ne puoi intuire il fisico, ne puoi immaginare la completezza del viso, ma quasi sempre, poi, fuori dalla fabbrica nemmeno riconosci persone con cui hai lavorato fianco a fianco.
Gli uomini poi, forse pure peggio, ancora più uguali, se mi passate il termine.
E stai lì, in catena di montaggio (anche se sarebbe più opportuno chiamarla "linea", visto che noi non montiamo nulla), una delle tappe nel percorso di creazione di quel cioccolato.

Qualcuno sta in cima, dove ne senti l'impressionante odore che poi non ti esce più in tutta la vita, e qualcun altro, come quasi sempre ero io, sta in fondo, dove tutto diventa scatola e pedane.
E poi vai cioccolato mio, vai in giro per il mondo a ricordare quanto ancora questo marchio e questa città sia grande.



Ho faticato tanto. mentalmente dico.
Venivo dal tennis, venivo da un negozio, venivo da lavori di tante parole, tanto scambio, tanta vitalità.
E ora mi ritrovavo in queste 8 ore di identici gesti, di mente divisa in due, quella astratta che se ne va e pensa al cinema, alla vita, alle preoccupazioni, e quelle automatica che invece stava lì, a non sbagliare niente, a far funzionare bene l'ingranaggio.
Ho provato, a costo di sembrare a tanti un alieno, a parlar con tutti, a scherzare, a fare il coglione e a parlare di cinema o di passioni. Ma non ho mai trovato quasi nessuno al caso mio.
E non è questione di "intelligenza" o interessi, anche quello, ma è che quando lavori una vita in fabbrica la tua testa diventa pratica, pragmatica, ancorata alle cose. Diventi un ingranaggio sociale. E questo ha anche moltissimi lati buoni eh, perchè chi ha troppo la testa sulle nuvole soccombe sempre, la vita andrebbe saputa affrontare meglio.
Allora l'unica "capacità" che potevo usare era il mio autismo per i numeri.
"Giuseppe, sono le 9.13, quante pedane avremo fatto alle 11.47?"
"A questo ritmo 7 pedane e 13 pacchetti"
C'era un rallentamento?
"Ragazzi, abbiamo perso una ventina di pacchetti di media, a fine turno faremo 11 pedane e mezzo"
Senza, praticamente mai, aver sbagliato.
Anni e anni di calcoli dei macchinisti e capiturno non servivano più, i tempi li davo io.
Tante brave persone là dentro, tanti lavoratori, pochissime teste calde, pochissimi lavativi.
In un'azienda monstre che è amata in tutto il mondo e ultima risorsa storica di una città che, come tutte, fatica tanto.
Crollasse lei crollerebbe la città.
E allora si resiste e non importa se i baci sono diventati svizzeri perchè l'anima di quel bacio resta perugina.
Che gli svizzeri poi i baci nemmeno li sanno dare.
Quest'anno sono entrato nello stesso stabilimento ma da un'altra porta, con un'altra azienda.
E mi sono ritrovato a guidare un muletto.


E ad alzare, stivare e smuovere sacconi da 1200 kg di grani di cacao.
Terrore puro, specie l'entrare col muletto dentro fatiscenti camion, che ti sembra di crollare giù, e prendi questi sacconi con 1 cm di avanzo su ogni lato, che se sbagli qualcosa li squarci e se si aprono ti crolla il mondo addosso.
Dopo il primo giorno di lavoro ho avuto una crisi di panico tremenda, ai confini del delirio.
Sms di licenziamento scritti e cancellati più volte, il sonno che arriva alle 6 del mattino, la certezza di reggere al massimo 3 giorni.
E' stato buffo il giorno del colloquio, con il capo che dice "so che tra voi c'è un intellettuale" e queste 4 persone che si guardano l'un l'altro e poi, quasi all'unisono, indicano me e dicono "credo sia lui".
Che poi, e chi mi conosce lo sa, io sono l'opposto di quello che si può definire un intellettuale.
La laurea in lettere moderne con 110 e lode ha creato un caso là dentro.
Tutti che mi chiedono perchè, percome, ma che fai qua, sei un professore.
E invece non capiscono che questi lavori che sto facendo non sono un declassamento ma un miracolo, specie ai nostri tempi.
Ho provato a mandare curriculum dove avrei amato lavorare, ma non ho raggiunto nemmeno un colloquio.
E allora sto qua, a dimostrare che anche uno che non sa cambiare una lampadina in casa -true story- può fare lavori, a volte anche meglio degli altri, che non si sarebbe mai immaginato di poter fare.
Sto qua sapendo che se sono qua la colpa non è solo di una società in crisi, di una laurea inutile e di un sistema che non funziona, ma soprattutto mia, che non ho mai lottato fino in fondo per essere altrove.
Sto qua adesso, come ogni anno per soli pochi mesi, con una tuta da lavoro blu al posto del completino da cioccolotai.
A lavorare anche di domenica pomeriggio e di notte.
Sto qua con quel 77 che mi ronza intorno.
77 come il mio anno di nascita
77 come l'anno della morte di Charlie Chaplin
77 come gli anni passati da quei Tempi Moderni ai miei tempi moderni.
Un giorno, magari, trovo qualcosa non dico di meglio, ma che mi piacerà di più.
Ed uscirò dalla fabbrica andando verso l'orizzonte, come i suoi finali.
Con una bombetta, un bastone e un'andatura ciondolante.
Tanto, vagabondo, già lo sono.


40 commenti:

  1. Risposte
    1. Emozionante come un biglietto dentro un Bacio Perugina ;)

      grazie mille

      Elimina
  2. E' il caso di drilo: Chapeau!

    Ti capischissimo.

    RispondiElimina
  3. Mio dio come mi sono rivisto in queste parole. Età diverse ma percorso molto simile e risultati molto vicini. Per fortuna sei uno scrittore con i controcazzi. Mi sento un po' meno solo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'epoca conta poco amico, conta il percorso.
      E sono anche io contentissimo di trovarne tanti simili a me.
      Non è tanto per il "mal comune mezzo gaudio", più un "riconoscersi" perchè chi non è stato abituato fin da piccino a certe cose fa una fatica doppia poi.
      Grazie infinite

      Elimina
  4. ecco io ho fatto il contrario.
    non ho preso nessuna delle 3 strade che avrei voluto, ho abbandonato ben prima (e una delle 3 era lettere classiche). ho scelto la quarta via, la più "facile", che mi permette di fare un lavoro che non posso dire di odiare, ma che sicuramente non faccio con passione, che però non mi dà problemi sul mantenere una famiglia.
    io credo che tu abbia tentato, io non ho avuto il coraggio nemmeno di provarci, e mi sembra sempre troppo tardi per iniziare a cambiare.
    quindi chapeau!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Buffo come si possano avere percezioni così diverse...
      A me, semmai, sembri te quella da elogiare, te che anche se non scelta principale hai preso una barchetta per navigare sull'oceano.
      Io, invece, mi sono solo lasciato trasportare dalle onde e questo è stato l'approdo.
      Ho tentato molto poco, troppo poco.

      Troppi cappelli state alzando ;)

      grazie Tulli

      Elimina
  5. Questo post mi ha ricordato quello che scrissi su Spartacus un paio d'anni fa.
    In realtà, con il passare del tempo, la famiglia e la vita, penso sempre più che un lavoro sia solo un mezzo, e che la passione per quello che siamo davvero faccia la differenza.
    Non tutti i giorni è semplice, ma di fatto finisce per regalare più significato a qualcosa che è decisamente più grande.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Parole santissime James.
      Non devo nemmeno aggiungere altro.
      Sono venuto a lggere Spartacus ma non ho capito a che passo ti riferisci...

      Elimina
  6. Ma chi scrive o sceglie le frasi da metter nei baci?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gigi D'Alessio.
      Li porta la mattina col camion e li scarico io

      Elimina
  7. Difficile commentare questo post, troppo personale. Mi hai emozionato, in generale, e mi hai fatto sorridere con la scena del colloquio. E a proposito: tu sei un intellettuale (proprio perchè "sei l'opposto di quello che si può definire un intellettuale").

    "Tanto, vagabondo, già lo sono.", bellissimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh s', diciamo che di post personali ne ho fatti tanti, anzi, direi tutti comprese le rece, ma questo è personalissimo...

      Però ho visto che in un paio di casi era condiviso.
      Mi piace molto la cosa che hai scritto sull'intelletuale, non la prendo affatto come vera per me ma mi piace molto in generale.

      Grazie, come sempre

      Elimina
    2. Sì, il tuo blog è tutto personale, però questo lo è particolarmente. E' proprio difficile 'inserirsi'.

      Puoi anche non prenderla come vera, ma questo spazio, il blog, è intellettuale nel senso più autentico.

      Elimina
    3. O.k, cedo, accetto anche se nel tuo personalissimi significato il termine di intellettuale.
      Ma ora vado comunque in farmacia a prendere una crema per l'orticaria ;)

      Elimina
  8. C'hai un cazzo di dono tu!
    (La parolaccia è usata come rafforzativo).

    Sempre più felice di aver cercato nel blog giusto quel film che volevo vedere. Sto conoscendo una persona di una sensibilità incredibile, capace di far emozionare e divertire allo stesso tempo ed estremamente intelligente.

    Ps:Sono sicura che in una prossima vita sarai uno sceneggiotore di grande successo:)


    RispondiElimina
    Risposte
    1. o.k, per una volta non faccio battute

      grazie infinite

      son solo contento che t'ho fatto diventà grezzotta alla fine anche a te

      ma quando ce vole ce vole

      ma qua non ci voleva

      Elimina
    2. ovviamente non ho capito a cosa ti riferisci XD
      O meglio, penso di non aver capito...
      eh, l'ingenuità

      Elimina
    3. Che son riuscito a farti dire "cazzo!"

      ;)

      Elimina
    4. Ahahahha dico di peggio, fidati!
      aspetto revenant
      ciao Giusè:)

      Elimina
  9. La domanda sorge spontanea visto la data del post.
    Continui ancora a lavorare in fabbrica o nel frattempo è cambiato qualcosa...?
    Sennò che commento a fare...?
    Scusami se ho letto questo post con così tanto ritardo.
    Max

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sono appena tornato da quel luogo e da quel lavoro ;)

      Elimina
  10. Oltre a Tempi moderni mi viene in mente un altro film con tema la fabbrica però di dieci anni piu' giovane , Metropolis.
    Comunque una cosa e' vera che non sempre si riescono a realizzare i propri sogni ,soprattutto il posto di lavoro ma COME HA SCRITTO QUALCUNO nei COMMENTI IL LAVORO DIVENTA UN MEZZO PER REALIZZARE QUALCOS'ALTRO di più importante.
    Una laurea in lettere moderne la ritieni inutile?
    Hai mai pensato di insegnare....partire con delle supplenze e poi chissa'...?
    O hai mai pensato di andare all'estero se la tua citta' non ti offre abbastanza sbocchi lavorativi?
    E quel “non ho mai lottato abbastanza per essere altrove”..che mi lascia perplesso.
    Spero tu non voglia gettare la spugna....davanti ai tuoi sogni.
    Poi da quello che ricordo tu hai fatto un corso di “cinema” ...vuoi fare lo sceneggiatore?
    Poi te sei pure uno scrittore ….prova a pubblicare un libro..oppure hai mai pensato al giornalismo?

    Un mio amico dopo una serie di lavori precari adesso ha deciso di aprirsi un negozio di frutta..mi ha detto che non ci sono più i problemi di una volta con le licenze.
    Te dopo la videoteca hai mai pensato ad aprire qualcos'altro...magari un edicola /libreria /cartoleria.
    Un altro che conosco ha rinunciato alla sua laurea in economia e commercio per fare il benzinaio.
    Senno' se sei cosi' bravo in informatica come dimostri con questo blog...buttati come realizzatore di siti internet!
    Va ben Giuseppe ti auguro di realizzare tutto quello che ti pare sia che centri il lavoro o meno...poi sai in questi casi come si dice .
    Basta la salute.
    Ma te quando non lavori in fabbrica che fai?...poi il lavoro nella fabbrica di cioccolato potrebbe diventare a tempo indeterminato o è qualcosa (ma non credo dai..va ben i sogni però..) che tu non vorresti a priori.
    Anch'io ho provato a guidare il muletto a 16-17 anni ed è difficilissimo ,ricordo che se giravo il volante in un senso o nell'altro finiva sempre che giravo su me stesso...
    Ciao
    Massi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. 1 sai che incredibilmente non ho mia visto Metropolis? ottima citazione

      2 nel mio caso questo pessimo lavoro oltre che qualche soldino mi serve per sentirmi un minimo "orgoglioso" e più a posto psicologicamente

      3 sì, per come l'ho usata io è assolutamente inutile. Mai pensato di insegnare, non feci nemmeno la SIS (post laurea, per darti l'abilitazione, ora non c'è più). E quando chiedi alla rettrice se la carriera dell'insegnamento era da consigliare mi disse di no, quindi presi la videoteca.
      No, mai pensato di andare altrove per lavoro, preferisco vivere col minimo ma in un posto dove sto bene e ci sono gli affetti che guadagnare il triplo chissà dove
      E' per questo che ti dico che in mezzo a tante cause oggettive di fondo il problema sono io, difficile lotti per qualcosa, mi accontento del minimo sindacale.
      Ecco, forse l'unico sogno era davvero un libro ma è durato il tempo di una mattina ;)

      4 eh, sì, ho pensato di aprire altro ma dopo una brutta esperienza (cioè, bellissima, ma finita male) poi ti blocca

      5 ahaha, io esperto di informatica??? ma se oltre ad accendere il pc non so altro...
      Guarda che per un blog non bisogna far niente eh, sono tutti modelli già pronti, devi solo scegliere. Poi oltre scrivere e al massimo mettere qualche link non devi far altro.
      Io non so nulla di informatica, nulla. E, anzi, odio il ramo

      No, non basta la salute. Serve la salute e un appiglio di serenità. Poi tutto il resto per me non conta quasi nulla, sono solo cose "in più"

      5 non faccio niente... Già questo lavoro di 5,6 mesi l'anno è un miracolo, altro non trovo. E' più facile che passi ad esser disoccupato ora come ora che coprire i restanti mesi

      No, credo nessuna possibilità che diventi fisso. In qual caso sarebbe una scelta difficilissima da fare. Certo se dovessi rinunciare allora sì che dovrei far di tutto per cercare altro, il rischio sarebbe troppo grosso

      per fortuna non ho affitto e bollette da 30 euro mensili (casa di 35 metri), mi basta. Non compro nulla, nè vestiti nè cellulari, nè niente. Ho una macchina del 96.
      Mi accontento del minimo in tutto, per me tutte ste cose sono inutili.
      A me me basta la serenità, cerco quella

      eheh, sembra difficilissimo ma è tutta una questione di pratica ;)

      Elimina
  11. Sei anni luce da me....scrivere che se ti capitasse l'occasione di passare fisso dove lavori ora per te sarebbe una scelta difficile se accettare o meno mi lasci a bocca aperta.
    La serenità è un utopia..forse sei un tipo pacifico da quello che scrivi ma la serenità e tutta un altra cosa , secondo me non esiste.
    Max

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il posto fisso ormai in fabbrica non esiste

      al 10% che me lo proponessero devo pensarci, per la serenità di cui sopra una vita in qelle condizioni non so se ce la faccio

      ovviamente in quel caso farei di tutto per trovare altro

      se non c'è altro impossibile non accettare

      per me esiste, eccome. Difficile raggiungerla ma c'è ;)

      Elimina
  12. Sai scusami se torno all'attacco con l'idea del libro.
    Ma la difficoltà nel realizzare questo tuo sogno dove sta?
    Non credo sia un problema di creatività quindi ipotizzo sia una questione economica.
    Un po' come con la musica se tu avessi i mezzi riusciresti ad autoprodurti...guarda che caso ho cercato produrre per la questione delle doppie ( mi vergogno quasi a dirtelo a te che hai 110 e lode in italiano)e mi è uscito autoprodursi (convinto ci volessero due d..ahaha!)un libro.
    Publishin on line ecc.fai un preventivo scopri come pubblicare il tuo libro su piu' di 4500 librerie...ecc!
    Venendo al sodo se è una questione di soldi potresti sempre fare una coletta sul web per finanziarti no?
    Tipo quando chiedi i soldi per la realizzzazione dei corti , a proposito volevo contribuire per quello ispirato alle canzoni della Consoli ,ma son arrivato tardi.
    Quell' altro di Dante me pareva na strunzata quindi...ho glissato.
    ma se tu facessi na roba del genere per finanziarti il libro io sarei contento di aiutarti e penso tanti che seguono questo blog.
    Pensaci
    Max

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sei una carissima persona Max

      davvero, non so che dirti

      magari il problema fosse i soldi.
      Ma, come ho cercato di far capire nel post e nelle risposte, il problema sono io

      non cerco e voglio alibi

      servono capacità, coraggio, intraprendenza

      credo di averne poco di queste caratteristiche

      e sai che anche io penso che se facessi un crowfounding un aiuto dal blog lo avrei?
      L'affetto vostro è evidente

      ma non ce n'è bisogno per fortuna di aiuti economici, i miei progetti si fermano sempre prima

      ciao e grazie ancora ;)


      (no no, vogliamo tutti Go Dante Go Go!!!)

      Elimina
    2. Prima mi scrivi di non fare il coglione poi mi dici che sono una carissima persona....devi far pace con il cervello carissimo Bepi😀😀😀
      Max

      Elimina
    3. Ma assolutamente no!

      In umbro "non fare il coglione" è un attestato di stima. Significa dai, non fare lo stupidotto che non lo sei...

      Elimina
    4. Anche in veneto " fai pace con il cervello" è un attestato di stima ahahah!!!

      Elimina
  13. Un giorno,tanto tempo fa,a casa di un famoso giornalista/scrittore versiliano,Manlio Cancogni conobbi un tipo dall'aria furba con barba e baffi,dall'andamento lento ma non insignificante e dal sorriso allungato nel tempo. Si chiamava Ambrogio,tanto per rimanere in tema coi cioccolatini,ma non faceva lo chauffeur ma solo l'esploratore. Fogar,al momento dei saluti, mi diede un poster,una foto al polo con il cane Husky Armaduk,con scritto"Auguri per la vita che è fatica ma anche festa".Poi un minimalista bigliettino con una frase semplice,di quelle a cui dare importanza solo nel momento in cui le leggi,eppur dalla insostenibile leggerezza che crea emozione:"nella vita non bisogna fare sempre quel che ci piace ma far piacere quel che si deve".Così,di rimando,il mio pensiero ha abbinato il post di Giuseppe con il foglietto di Ambrogio. Hai una dignità che sorprende la vita caro Armellini è un talento visionario, misto ad ironico pragmatismo,che impressiona come Monet con le sue tele. Non smettere mai di scrivere poichè qualsivoglia cosa farai in futuro avrai sempre un tesoro,dentro,di cui pochi possono disporre avendo il coraggio di esternarlo agli altri.Punto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E a sto punto io invece mi farò un biglietto da tenere a casa con questo tuo commento

      al quale preferisco non aggiungere niente

      grazie Vieri

      Elimina
  14. Si ma magari se ci associ anche qualcosa di prettamente pratico e terra , terra come far fruttare in termini economici questo talento visionario...non stona mica eh..!
    Tanto per tornare con i piedi per terra.
    Ps. questo non tenerlo a casa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. utopie ;)

      Ah, il mio problema semmai è proprio tenere troppo i piedi per terra...

      Elimina
  15. Io li chiamerei sogni...e a volte possono realizzarsi l'importante è crederci e non gettare mai la spugna.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se solo la ritrovassi quella spugna...
      Ma l'ho gettata troppo lontano

      Elimina

due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao