29.6.17

Recensione: "El Aura"



Un noir argentino di ottimo livello.
Come un uomo tranquillo, ossessionato dalla rapina perfetta, possa finire in un vortice di criminalità e violenza infinito.
In un' Argentina di grandi spazi, do boschi e fabbriche, l'ennesimo grande film di questi anni sui criminali per caso

Non c'è niente da festeggiare ma oggi il blog compie 8 anni.
Auguri amico mio

Questi ultimi anni mi son capitati sott'occhio parecchi noir/thriller col passo assolutamente lento e strutturato dei drammatici e con protagonisti personaggi che, in realtà, col phisique du role del thriller nulla c'entrano.
Che poi agli amanti dei generi non sai che dirgli, c'hai mille elementi per incasellarli e mill'altri per non farlo.
Limitiamoci, se possibile, a vedere bei film, il genere è giusto uno spunto.
Siamo in Argentina, 2005, e abbiamo il fantastico Ricardo Darin di quel capolavoro che fu Il Segreto dei suoi occhi (successivo).
Fa il tassidermista (scritto bene? non c'ho voglia di googlare), impaglia animali insomma. E' meticoloso come ogni buon tassidermista deve essere. 
In questo prologo possiamo intravedere due cose.
Uno la calma e, appunto, meticolosità del nostro.
Due il rapporto che ha il film con la morte.


Espinoza (lui) c'ha la fissa del colpo perfetto, è convinto che a rubare in una banca, se hai osservato ben bene tutto per mesi, non ci voglia nulla, chi è stato preso o ucciso semplicemente non era preparato.
La moglie l'ha lasciato, soffre di tremendi attacchi epilettici (si sveglia da uno anche nel prologo), attacchi epilettici che lui capisce di stare per avere, due secondi prima. Quel tempo sospeso tra lo star bene e l'attacco il suo medico lo chiama l'aura, un frattempo in cui il mondo di Espinoza si ferma, i sensi si acuiscono e dentro la sua testa entra di tutto, ricordi, odori, immagini.
Espinoza va con un suo collega nella foresta a cacciar cervi.
Da lì ne succederanno di ogni.
Gran bel film questo El Aura, una specie di crime improvvisato che per alcuni versi potrebbe rimandare al bellissimo Blue Ruin o al meno bello La vendetta di un uomo tranquillo.
Espinoza è un uomo che sembra vivere giorno per giorno, dallo sguardo spento, fatalista. Molto determinato sì, ma con quello sguardo e un respirare che lo fanno sembrare in perenne affanno, in perenne momento del cedere.
Quello che succede per sbaglio nella foresta (primo accenno sulla sua difficoltà di uccidere ma anche sulla sua capacità, volendo o no, di farlo) lo porterà in una spirale di sangue e criminale pazzesca. In realtà in questa spirale Espinoza ci sta dentro coscientemente, non è solo vittima degli eventi, anzi, la sua ossessione del colpo perfetto lo porterà a far di tutto per realizzarlo.
Ne nasce un film molto solido, forse un pelo lungo, quasi inattaccabile nell'intreccio però. Anche se fa specie che una persona sedicente gran criminale non spenga il cellulare della persona che ha ucciso.


Grandi interpreti, buona tensione, alcune grandi scene come quella della rapina-massacro in fabbrica sentita tutta attraverso i rumori degli spari.
Davvero ottimi alcuni dialoghi, come quello al casino.
Un film sulla paura di uccidere, sull'essere lupi (come il cane sterminatore di pecore rimanda) o pecore stesse, su come i ruoli molto spesso possano scambiarsi o modificarsi.
Incredibile come Espinoza non abbia mai reazioni, come accetti quasi sempre tutto quello che gli succede (vedi sparo alla testa) ma al tempo stesso sia uno capace di fare quello che fa.
La sequenza in cui prende calci e pugni dall'altro criminale è emblematica, Espinoza non è uno di loro, non è un uomo forte, ma uno che ha una stanca determinazione che, se tutto va bene, potrà portarlo a grandi traguardi (lui che sfiora attraverso la rete il blindato è emblematico).
Noir atipico perchè tutto en plein air, le uniche scene in interni sono soltanto dei semplici raccordi. Ovviamente la foresta la fa da padrona, il fascino del bosco è sempre imbattibile.
Ecco, semmai dispiace un pò che la faccenda dell'aura non abbia l'importanza che uno si aspetti, ma serva solo a caratterizzare il personaggio.
Forse però è proprio il suo essere epilettico, il suo vivere a volte in quel mondo-altro ad avergli dato quel carattere al tempo stesso dimesso, fatalista ma deciso.
Alla fine sarà un massacro.
E tornerà ancora quella tremenda paura di uccidere, tornerà l'immaginazione di riuscirlo a fare (come del resto l'immaginazione gli faceva fare le rapine).
Forse Espinoza, però, ce la farà.
Avremo un finale un pelo troppo affrettato, non del tutto soddisfacente.
Ma l'ultima inquadratura su quegli occhi buoni, quegli occhi buoni in un animale che però è capace di compiere massacri, ecco, è bellissima


16 commenti:

  1. "Gran bel film questo El Aura, una specie di crime improvvisato che per alcuni versi potrebbe rimandare al bellissimo Blue Ruin o al meno bello La vendetta di un uomo tranquillo."

    o viceversa, no? :)

    Bielinski è stato un grande regista e sarebbe stato grandissimo.

    auguri, fra 10 anni acquisterai la maggiore età :)

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    1. Eh, no, per me Blue Ruin è quasi un punto sopra al film di Arevalo ;)

      cavolo, scopro ora che è morto il regista, giovanissimo
      al solito io sono il re delle non informazioni

      l'obiettivo è arrivare a 10 anni, poi secondo me ci penserò tanto se andare avanti

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    2. il viceversa era riferito che El aura è precedente a entrambi quei film che citi.

      "Nueve reinas" gli ha dato l'immortalità cinematografica, almeno quella

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    3. Ah, o.k o.k

      ma no, io quando uso "ricorda" è solo per dare riferimenti a un lettore, non per dire "ispirato" o cose simili

      cioè, potrei recensire un film di Welles e dire che ricorda uno di Nolan per capirsi

      mai sentito, mi informo

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  2. avevo scritto il 22.11-2010:

    Nueve Reinas (Nove Regine) - Fabian Bielinsky

    Un film con un ritmo vertiginoso, una sceneggiatura e una regia che funzionano come un meccanismo a orologeria, mai distrarsi, colpi di scena uno dopo l'altro, attori che recitano, e bene, due parti, ricorda (per chi se lo ricorda) "La casa dei giochi" di David Mamet. "Nueve reinas" è un film che non ti dimentichi. Purtroppo Fabian Bielinsky è morto a soli 47 anni. - Ismaele

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    1. 2010

      sempre sul pezzo sei

      anche solo per la fine che ha fatto dovrei metterlo in lista non tardissimo

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  3. Vorrei sapere dove avete acquistato il film: lo avete visto in dvd o in streaming? Nei negozi di Milano non l'ho trovato, mi hanno detto che non risulta distribuito in Italia.

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    1. l'80% dei film recensiti qua non sono stati distribuiti in italia

      per questo ho anche creato su facebook un gruppo dove condivido film di film mai distribuiti

      e in più di un caso sottotitolati addirittura da noi

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  4. Hiii Caden
    Stasera ho scelto questo film, per inaugurare questi strani giorni di reclusione forzata, mi sembra cosi strano non essere al lavoro e potermi concedere questo spazio di relax.
    Non sapevo nulla e nulla ho voluto leggere prima, volevo una sorpresa anche con rischio. Due ore abbondanti, dici troppe, ma non cede mai la tensione  e la curiosita', sei li sempre pronto a tutto.
    La macchina non si stacca quasi mai da lui, praticamente c'e' sempre e regge benissimo la parte.
    Sembra di essere in quei sogni, dove sai che sei in pericolo e sai pure che puoi interromperlo svegliandoti, ma non lo fai perche' vuoi vedere come va' a finire.
    Bellissimi gli sguardi con il cane, uno specchio per lui  come un daimon della sua vera natura. Anche alla fine, quando lo riprendono al lavoro, pensi che si e' immaginato tutto ma poi la macchina chiude sull'occhio del cane e capisci che tutto e' accaduto davvero.
    Di recente, per caso, ho visto " In ordine di sparizione"di Moland, la stessa curiosita' mi ha fatta rimanere incollata alla storia fino alla fine, certo qui c'e' piu' azione con un effetto assai liberatorio, in entrambi una persona che pare inoffensiva si trova ad affrontare qualcosa di enorme, rispetto alla loro quotidianita', non possono scegliere a muoverli e' un ossessione, uno di vendetta e l'altro di realizzare la sua ambizione criminale.
    Bel film e mi son segnata di recuperare anche "Nove regine" (2000) sempre di Fabián Bielinsky.
    Francesca Basile

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    1. Se devo dir la verità tra i 95 film presentati nel Guardaroba questo è uno dei 20 che ho amato di meno, sono sincero.
      Ovviamente piaciuto (altrimenti non lo mettevo nella mia selezione), e anche non poco, ma senza scintilla

      davvero molto pertinente quel discorso che fai con il paragone tra questo film e il sogno. Del resto lui stesso ci parla a volte di questa zona "mista" tra realtà e non realtà

      il film che dici te mi è smepre interessato, tra l'altro è passato spesso in tv ma l'ho sempre saltato

      anche io voglio recuperare l'altro film, anche solo per la storia tristissima de sto regista morto così giovane (addirittura suicida mi sembra)

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    2. Hii Caden
      Info da http://www.giudiziouniversale.it/recensioni/el-aura-di-fabian-bielinsky
      "Fabián Bielinsky, sofferente di ipertensione, muore a São Paulo, Brazil, per attacco cardiaco a giugno del 2006".
      Buon fine settimana, anche se oramai i giorni sono tutti uguali.
      Francesca Basile

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    3. terribile morte ma, anche se è brutto dirlo, quasi "meglio" di quello che ricordavo io

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  5. ma in Argentina recita solo il bravissimo R.Darin? va beh ... per fortuna è sempre nella parte, solo che alla lunga, appare inverosimile rivederlo in tutti i ruoli. Film di sguardi, riflessioni, di silenzi, ma anche di azione e dialoghi. Il bosco, ambientazione principale e quell' "aura" prima della perdita del controllo hanno molto fascino, c'è anche la rapina, anzi l'idea del colpo perfetto, una mania che il protagonista si porta dietro. Ci sono tante casualità, troppe. I fatti accadono e, per l'evoluzione della storia, ci sono troppe coincidenze forzate (alcune anche fastidiose), ma poi lo svolgimento è quello che deve essere. Compreso il finale inevitabile. Avevo forse un filo di aspettativa in più che, una volta disattesa (in parte), non mi ha fatto apprezzare appieno il prodotto, ma è un buon thriller.

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    1. Fermo restando che nel Guardaroba ci sono tutti film che amo (altrimenti non li condividerei) ecco, inevitabilmente su 100 ci sono quelli che proprio adoro, quelli che secondo me son bellissimi e quelli che valgono

      El Aura fa parte di questi ultimi, diciamo negli ultimi 30 del Guardaroba (i film da 7 abbondantissimo, 7.5)

      trovo il tuo commento, per quel che ricordo, perfetto

      film affascinante e d'atmosfera che però non arriva a livelli altissimi

      (a parte eventuali commenti nuovi mi è rimasto solo Burning)

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