8.4.18

Recensione: "Suntan"

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L'ennesimo grande film della nuova cinematografia greca.
Kostis è un medico schivo e buono che arriva a lavorare in un'isola greca davanti Paros.
Un'isola morta d'inverno ma che diventa paradiso dello sballo e del sesso d'estate.
Quasi per caso Kostis diventa amico di un gruppetto di giovani turisti. Specie di Anna, l'unica ragazza greca del gruppo, bellissima giovane che instaura con lui un rapporto molto ambiguo.
Rapporto che andrà sempre più a fondo e che porterà Kostis dentro un'ossessione dalla quale non riuscirà più ad uscire

presente SPOILER grandissimo dopo ultima immagine

Suntan sembra cominciare da dove finiva un altro bellissimo film greco (tra l'altro l'ultimo che ho visto), Chevalier della Tsangari.
Ancora una nave, ancora il mare, lo stesso attore (che lì si perdeva in mezzo agli altri) in un ruolo praticamente identico a quello del film della Tsangari.
Kostis è un medicozzo ultraquarantenne, schivo, buono, apparentemente -e anche nei fatti- non un luminare.
Finisce, non si sa come, nell'isola di Antiparos che - come nome vi annuncia in modo perfetto- è piccola isoletta davanti Paros.
Ci arriva d'inverno, nel periodo natalizio, che nella sua stanza c'è anche un Babbo Natale che prova timidamente ad illuminare e rendere meno silenziosa e deprimente la cosa.
L'isoletta d'inverno è un mortorio, una specie di grande bar dove uomini bevono e parlano di fica nell'attesa che poi, l'argomento di cui parlano, arrivi d'estate.
E ad Antiparos, di quella cosa, ne arriva tanta, tantissima. E non solo ne arriva tanta ma questa è un'isola senza inibizioni, in cui in spiaggia ragazzi e ragazze se ne stanno nudi senza problemi, falli, tette e vagine al vento.
Un'isola dello sballo e del divertimento insomma, con a disposizione tante spiagge e una popolazione autoctona (solo 800 abitanti) che è troppo esigua per potersi sentire turbata.
Turbata un cazzo, viene da dire, non vedono l'ora arrivi l'estate per poter lustrarsi gli occhi e fare, finalmente, qualche affare (si lavora praticamente solo 3 mesi l'anno).

Risultati immagini per suntan film

Succede una cosa .
Succede che nella piccola clinica di Kostis arrivi una bellissima ragazza (greca ma comunque in vacanza, non di lì) che ha avuto un piccolo incidente col quad.
La ragazza è accompagnata dai suoi 4 amici stranieri, un gruppetto di bei ragazzi e belle ragazze completamente fuori di testa. In quei 5 minuti in clinica succede di tutto. Il timido Kostis è travolto dall'esuberanza del gruppetto (molto promiscuo tra l'altro, tutti vanno con tutti, senza differenze di genere) e, soprattutto, è stuzzicato da Anna (la greca) che con affetto e malizia scherza con lui.

Sta di fatto che i 5 invitano Kostis ad andare in spiaggia con loro. Lui ci va. Da quel momento la vita del mansueto dottore verrà stravolta, per sempre.
Il giovane regista Papadimitropoulos (che, se ho letto bene nei titoli, è il ragazzo bassino che nel film dà la festa nella sua piscina) è qui alla sua terza opera.
E realizza un film di grande misura (malgrado tutto lo sballo che c'è dentro) e di grandissima cura psicologica (e non so se nel suo essere quarantenne, non bello e di isola greca ci sia qualche connotazione autobiografica).
C'è un grande gusto per l'inquadratura, un perfetto uso della magnifiche location, una pop ma superba colonna sonora (praticamente tutta diegetica visto che i nostri passano da un locale all'altro) e, soprattutto, una grande capacità di non farsi prendere la mano, di raccontare con calma le cose, di farle montare, di aggiungere piano piano kg e kg di carica psicologica.
Purtroppo c'è da dire che Suntan (che significa "abbronzatura", e in italiano questo gioco di parole con "abbronza" e "sbronza" è perfetto nel film) nella sua parte centrale appare film troppo ripetitivo. Di certo la vita dei nostri protagonisti, molto di routine, e le ambientazioni -clinica e spiaggia- non aiutano nei cambi di ritmo ma forse si potevano mettere più diversivi.
Ma torniamo al film.



Kostis (grandissimo attore) è cicciottello, bianco di carnagione, peloso, bruttino. E vederlo in spiaggia in mezzo a quei bellissimi e giovani corpi nudi, maschili e femminili, fa davvero effetto. Ma non dobbiamo limitarci all'effetto visivo, dovremmo andare più in fondo. Perchè quell'incredibile contrasto tra Kostis e quei ragazzi è proprio la dimostrazione, anche visiva, dell'assoluta assurdità del tutto e di come tutto quello che accadrà di lì in poi sia frutto di una ossessione e di un'incapacità di "vedere" le cose pazzesca.
Kostis diventa la mascotte del gruppo, è quello che compra e porta le birre, si ubriaca con loro, accetta molto volentieri le avances. La sua testa è ormai completamente tutta lì, in quel gruppo di ragazzi, in quei culi e in quelle tette. In clinica fa stancamente il suo lavoro, manda via una vecchietta perchè vuole chiudere per andare in spiaggia, si limita a dire ad ognuno "va tutto bene, prendi questo farmaco".
Davvero bello lo stacco, anche notturno e diurno oltre che di luogo, tra le spiagge, i locali e la clinica di Kostis.
 Poi accade una cosa che rappresenterà l'inizio della fine.
Fino a quel punto anche noi spettatori eravamo convinti che Kostis per quel gruppo di giovani, e per quella ragazza in primis, rappresentasse poco più di una mascotte, un simpatico ometto col quale scherzare, divertirsi, farlo sballare e farci un pò i cretini. Invece Anna lo va a prendere perchè vuole passare un pomeriggio con lui da soli, in una spiaggia isolata. Chissà cosa sta passando nella testa di quella ragazza. Fatto sta che non fa quella cosa per farcelo credere, per umiliarlo. Al contrario, si comporta in modo dolcissimo e niente, ci vorrebbe far sesso davvero. Ora non ho capito se Kostis "finisca" subito o perda l'erezione, fatto sta che dopo una brevissima fellatio ci sarà un ancor più breve coitus. E Anna, la ragazza, è dolcissima anche adesso, atteggiamento molto sorprendente in effetti.
 Perchè se prima pensavamo che lui potesse essere solo un giocattolo e poi magari invece un'occasione per fare un pò di sesso strano - "sbagliato" - quella sua reazione ci dimostra invece un profondo affetto o, comunque, un profondo rispetto per lui.
I due tornano al paese, si salutano.
Per Anna è tutto finto lì, per Kostis comincia l'incubo.
L'uomo è ormai ossessionato da Anna e da quello che è accaduto.
Cerchiamo di analizzare la cosa perchè la forza e bellezza di Suntan è tutta qua.
Kostis è un uomo per nulla attraente, sia fisicamente che come atteggiamenti (in questo senso molto bello il contrasto con quel greco scopatore incallito che prova a portarlo a fica ogni volta).
Molto probabilmente è vergine. Alcune sue frasi come "sentimentalmente ho avuto molte delusioni", l'impaccio con cui non riesce nemmeno a baciare e un pò tutto ci danno questa sensazione.
Siamo in presenza di un uomo completamente analfabeta sia sessualmente che affettivamente.
Praticamente la vittima perfetta per impazzire.

Perchè un uomo bruttino, peloso e "trasparente" che di punto in bianco si vede non solo voluto bene, ma corteggiato e chiamato per far sesso da una bellissima ventenne, uno, ripeto, probabilmente vergine di sesso e d'amore che, senza preparazione, senza passaggi intermedi, senza altre esperienze, si ritrova tra le mani e nel cuore quel corpo e quel viso, può tranquillamente impazzire. In questo il regista è stato bravissimo nello scegliere attori, nello scrivere personaggi, nel tessere dinamiche.
L'ossessione di Kostis apparirà allo spettatore come assolutamente "giustificata". Ma se appare giustificata "dentro" lui di certo quello che di lì in poi prova a fare ha dell'assurdo.
Kostis per 5 giorni non vede Anna.
Poi scopre che era andata a fare una vacanza nella vacanza. Quando torna l'affronta e le fa una scenata di gelosia. 

"Dove sei stata? Perchè non me l'hai detto? Hai scopato vero?"

ecco che un uomo fino a 7 giorni prima handicappato sessuale e relazionale, con solo qualche flirt e un tentativo di sesso, diventa quello che quasi sempre sono gli uomini, esseri umani che si credono possessori delle donne.
Attenzione, l'atteggiamento di lei è tutt'altro che encomiabile, ha giocato con lui, ha fatto la troietta, non ha ragionato. Ma, e torniamo a quella spiaggia solitaria, quella ragazza sembrava comunque avere un sincero affetto.
Sta di fatto che Kostis è ormai impazzito per lei.
A lavoro va sempre peggio, il paese inizia ad odiarlo (bellissima la scena al supermercato), ormai hanno un dottore che oltre a bere e sballarsi (e tutti poi l'hanno visto con la ragazzina) altro non fa.
Ma Kostis ormai è andato, ha l'arroganza (probabilmente non caratteriale ma figlia di quegli incredibili eventi) di sentirsi indispensabile e importante per Anna. E ormai, dopo 42 anni vuoti, l'essersi sentito vivo per 3 giorni lo portano a pensare che non può più tornare indietro.
Il sindaco, in un'altra ottima scena, gli dice di andarsene.
Kostis ha ormai il cervello in pappa.
Anna, questo nome palindromo poi, che ti riempie ancora di più la testa perchè anche se provi a leggerlo al contrario sempre lei rimane, Anna è l'unica ragione di vita per lui.
Arriviamo così al finale.



Finale abbastanza prevedibile, anche se lo spettatore si chiede continuamente non se avverrà qualcosa ma come avverrà.
E il regista sceglie uno de modi migliori.
La siringa (mortale?) perchè lui è un dottore.
Quel prenderla in quel locale dove poco prima era stato sbattuto fuori. Tra l'altro durante lo stesso brano con cui aveva fatto lo scemo pochi giorni prima facendo divertire tutti.
Quel corpo buttato fuori dalla finestra.
E quella terribile (ma bellissima) inquadratura di lei che striscia in quel viottolo, trascinata da lui.
E poi la clinica.
Ed ecco che in un solo gesto lo spettatore potrà avere ancora nuove letture. Quel corpo messo sul lettino, nemmeno il tempo di appoggiarlo e lui si spoglia e spoglia lei. 
Terribile. 
Eccola la firma del cinema greco, prima o poi doveva arrivare anche qua.
Capiamo in quel momento quanto allora l'ossessione puramente sessuale fosse quella principale. Nessun amore, nessuna voglia di nuova vita. Kostis era stato infettato dalla libido, Kostis era stato drogato da quel corpo, da quel pomeriggio nella spiaggia deserta, da quei baci. Probabilmente anche dalla sua cilecca.
E ora ha questo corpo inerme, finalmente SUO come suo pensava ormai fosse.
Ma in pochi secondi l'uomo che un tempo era Kostis subentra al mostro che quella ragazza, involontariamente (anche se con poca coscienza) aveva liberato.
Kostis torna il timido uomo che era. E inizia un pianto ininterrotto.
Ma ormai è troppo tardi, ormai non si torna indietro.
Ormai in quella tragedia, in quel dolore, in quell'inferno non ci sono ferite che possono essere curate, non ci sono squarci che punti di sutura possano chiudere.


7.5 / 8

32 commenti:

  1. Visto qualche tempo fa e, come spesso mi accade per i film che arrivano dalla splendida Grecia, mi è piaciuto.
    Questo è un film che ricordo anche a distanza di tempo. E non mi accade spesso.
    Felice di averne trovato un tuo articolato commento.

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    1. guarda, ne parlavo ieri con un amico

      Suntan è uno di quei film di cui credo anche tra 5,6 anni ricorderò tutto, come dici te

      Ci sono film anche più belli o che piacciono più che però ti dimentichi presto, o almeno tante scene

      sarà questo suo essere particolare, sarà che tante scene so ripetute, sarà che le due scene più forti sono incredibile, però son sicuro tra anni ricorderò tutto

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    2. Idem, idem, idem!
      Grazie delle immancabili risposte.

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    3. al contrario, grazie a te (voi) che commentate ancora nel blog visto che ormai la gente o non commenta o lo fa su facebook

      io sono legato a qua sinceramente ;)

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    1. bello e terribile;
      il trascinamento della preda, mutatis mutandis, mi ha ricordato la scena di Dogman

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    2. vero!

      anche se i ruoli sono quasi ribaltati, in uno il forte trascina il debole (ed è un semplice odioso femminicidio), nell'altro invece ci sono molte più valenze e volendo anche metafore. In ogni caso è il debole che porta il forte

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  3. mi fa piacere tu abbia apprezzato Suntan... sapevo essere nelle tue corde..

    ieri sera seguendo i tuoi consigli dal blog ho visto Wind River, veramente spettacolare .. non ricordo di aver mai avuto la pelle d'oca cosi tante volte come per questo film, emozionante , violento, intenso..

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    1. Al cinema?

      in ogni caso poco cambia. Film bellissimo che, ahimè, mi pare stia passando un pò troppo sotto silenzio. Ma se in sala non funziona nemmeno un film così allora mi chiedo davvero cosa vuole la gente

      grazie ancora per Suntan

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    2. Come ho fatto a perdermi il tuo commento su Wid River?
      Visto tempo fa sottotitolato e rivisto di recente.
      Veramente tanto ben congeniato da mantenerti in sospensione fino alla fine e anche rivedendolo non cala questo effetto. Mi piacerebbe leggere il tuo commento, Com'è che non lo trovo?

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    3. Eh, perchè l'ho visto al Torino Film Festival e allora ho fatto una recensione "a metà", insieme ad altri film

      in ogni caso il metodo migliore per trovare i film è il caro vecchio archivio

      vai su "tutti i film recensiti", ordine alfabetico e lo trovi ;)

      o sennò lo trovi a destra nell'etichetta "torino film festival 2017"

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    4. no..visto a casa .. con cuffie e sottotitoli .. spettacolo..

      tornando a Suntan , devo trovare altri film con l'attore protagonista, mi era già piaciuto moltissimo anche in Chevalier... è veramente un grande attore, anche se come dici tu ha nei 2 film parti simili.. se scovo qualcos'altro di interessante con lui t aggiorno..hi hi

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  4. Grandissimo film da vedere assolutamente. Lo spirito greco non tradisce

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  5. Molto bello SUNTAN, a questo punto sono curioso di vedere Pity di Babis Makridis, dove partecipa il protagonista.

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  6. ragazzi,qui siamo a livelli davvero ammirevoli.
    Mi sono immerso totalmente,e volontariamente,nella parte di Kostis,per sentire dentro tutto quel suo essere emarginato,quell'essere amato ma poi scaricato,quell'essere ossessionato fino al punto di volersi dichiarare davanti a tutti verso Anna,piangendo (la scena più commovente del film)...il risultato è stata un emozione che non credevo.
    Poi,per quanto riguarda il film in generale,mi è piaciuta la regia...inizialmente,prima del titolo SUNTAN che appare sullo schermo,la regia è ferma,piani sequenza con la macchina che riprende un sol punto...pieno stile Haneke insomma....e dopo inizia a muoversi,dietro al protagonista,in mezzo a quei corpi...perchè la routine è stata sfrangiata,le cose hanno iniziato a cambiare,ed ecco che dopo la calma,arriva la tempesta che porterà in Kostis molti stati d'animo: ascesa,interesse,ossessione benefica,amore,gelosia,discesa alla pazzia,tragedia,ricongiungimento con la calma iniziale (e difatti l'ultima scena è una sequenza,di nuovo ferma,di nuovo alla Haneke,di nuovo greca)....
    applaudito senza fine,non me ne rendevo conto :)
    .................
    ovviamente lo consiglio a tutti quelli che non lo hanno visto

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    1. è difficile per noi uomini dire quanto capiamo Kostis, quanto in parte o totalmente riusciamo a entrare in quel personaggio

      è difficile e coraggioso

      chi lo accusa e basta secondo me pecca di onestà intellettuale, semplicemente

      molto interessante l'osservazione che fai tra la stasi della regia e il suo successivo dinamismo
      se ci pensi è un cambiamento che è molto simile a quello che avviene al protagonista...

      cavolo, ho fatto questa osservazione di identità regia-protagonista e poi vedo che l'avevi fatta, e pure meglio, anche te, ahah

      analisi perfetta...

      e, anzi, mi dispiace non averlo pensato io, sono invidioso

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  7. il cinema greco ultimamente è tra i miei preferiti in assoluto. Capace come pochi di raccontare la realtà, la crisi dei valori, degli affetti, l'animo umano, l'aridità delle persone. "Suntan" non si distacca dal filone, anzi qui è tutto molto materiale, credibile, sincero, non c'è bisogno di metafore, qui vediamo quello che è, ovvero una crisi di mezza età di una persona comune, non realizzata, debole come lo sono molte altre, incapace di gestire l'emozione, inadeguato per quello che è quel momento specifico. Purtroppo "kostis" è uguale a tante, tantissime persone, anche fanciulle, anche adolescenti, che nella vita ho incontrato o conosciuto. Purtroppo queste persone sono vittime, ma involontariamente possono diventare carnefici. Ci sono anche loro, ma il mondo attorno li travolge. Il film? nessuna sorpresa purtroppo, ma è giusto così. Il finale ha un incremento di ansia che solo alla fine si stempera un po'; questa scelta corretta però mi ha tolto qualcosa.
    VOTO ***+

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    1. te rendi conto?

      ce siamo conosciuti che de greco oltre la feta e il sirtaki me sa conoscevi poco

      e, anzi, pensavi che eravamo snobbettini a parlà sempre de sto cinema greco

      questa che dici è una grande vittoria e una cosa che me fa un immenso piacere

      molto pertinente e interessante (e "maturo") quello che dici su Kostas, molti lo hanno odiato e considerato un mostro ma secondo me c'è un pò di ipocrisia in questo (specie se le critiche venivano da uomini)

      è un film scomodo, come piacciono a me

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  8. comunque per me lei non è morta. Non credo che Kostis la volesse per se per un'ultima volta.

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    1. per me sì amico

      ma che abbiamo ste due sensazioni (sia visive che di sceneggiatura) così diverse dimostra quanto sia riuscito il finale

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  9. Condivido la recensione, tranne in questo punto "capiamo in quel momento quanto allora l'ossessione puramente sessuale fosse quella principale. Nessun amore, nessuna voglia di nuova vita." Non credo che la sua fosse ossessione puramente sessuale, come ogni persona folle "d'amore", credo volesse l'amata per sè e volesse stare con lei, aprirsi, lasciarsi andare. Lo dimostra quando prova a parlarle delle delusioni della sua vita sentimentale.
    Il negarsi di lei, la presa in giro, lo manderanno letteralmente fuori di testa . Credo inoltre sia un film decisamente scomodo, in quanto mostra che i mostri spesso non nascono tali, ma sono il frutto della spietatezza della Società.
    Film che dá un sonoro schiaffo al femminismo, alla faccia del patriarcato..

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    1. quoto tutto, gran bel commento

      però attenzione, quando mi citi

      "capiamo in quel momento quanto allora l'ossessione puramente sessuale fosse quella principale."

      scrivo appunto principale, non escludendo altri piccole ma disperate necessità

      poi se invece in testa avevo in mente solo quello (dovrei rilggermi) hai fatto bene a mettere le cose a posto ;)

      film non scomodo, ma direi scomodissimo

      e non solo per quello che scrivi ma anche perchè, inutile negarlo, quello che ha vissuto Kostas è un qualcosa che avrebbe messo in crisi qualsiasi 40nne come me

      chi lo nega mente

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    2. Il punto a mio avviso è che l'ossessione principale non è quella sessuale, ma quella sentimentale, con tutto ciò che ne consegue. Il suo atteggiamento è quello di un goffo innamorato e come tutti gli innamorati alla prima esperienza, prova un fortissimo desiderio sessuale, ma anche tutto ciò che costituisce il corollario dell'innamoramento.
      Fosse stato principalmente desiderio sessuale il suo, si sarebbe accontentato della donna che ad un certo punto gli pratica una fellatio.
      Aggiungo a ciò che hai scritto in chiusura, che è scomodissimo anche perchè mostra una realtà che non si vuole vedere: la rivoluzione femminista ha indebolito fortemente la figura maschile che invece la "propaganda" deve dipingere sempre come privilegiata e tiranna. In realtà è pieno di Kostis (vedi incel), uomini non all'altezza degli standard femminili e quindi privati di una vita sessuale/sentimentale.
      Ed è scomodissimo perché, seppur condannandolo, è impossibile non empatizzare con lui (almeno noi uomini che, chi piú chi meno, siamo passati attraverso certi stati d'animo). Non è il classico serial killer dei film brutto e cattivo che tutte le femministe che si rispettino vorrebbero, ma è un danno collaterale della società post femminista, è qualcosa che le richiama (richiamerebbe) a farsi un esame di coscienza, cosa di cui fanno volentieri a meno.

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    3. Sì sì, ti sei spiegato perfettamente e impossibile contraddirti, quanto siano le percentuali lo sanno solo gli sceneggiatori ;)

      che poi a volte la cosa nasce in un modo poi va nell'altro e viceversa, dipende quali pulsioni diventano più forti, l'essere amato, il sesso, il bisogno dell'altro

      alcune cose nascono male e poi viene il bello, altro il contrario

      sì sì, la tua disamina sociale è molto itneressante
      kostis è un incel (anche se non del tutto magari, non ha l'odio per le donne se ricordo)

      perfetto il tuo ultimo paragrafo, il riassunto migliore e più onesto che si può fare

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  10. Nel povero Kostis mi ci sono completamente identificato, ed ho 51 anni ! Forse con un briciolo di esperienza sessuale-relazionale in più... ma gli esiti rimangono quelli. Chi poi non perderebbe la testa per una dea con la metà dei tuoi anni per giunta disinibita sessualmente ? Certo lei ci gioca a fare la troia (lo dico senza offesa), è ambigua ma... se lo può permettere; Kostis paga il dazio della sua mancata presa di coscienza e di una gioventù ormai lontana anni luce con le sue promesse fasulle, piaccia o no è un adulto a livello anagrafico ma nell'animo rimane adolescente, imbranato e ingenuo, privo di riferimenti, isolato tanto nella vita quanto fisicamente sopra un'isoletta del mare Egeo.

    Film come questo ristabiliscono i parametri della narrazione quotidiana togliendo ipocrisie e giustificazioni. E' un ceffone pedagogico a mio avviso, crudo e disincantato, poi ognuno può ravvisare la chiave interpretativa più consona ai propri vissuti.

    Ottima recensione, equilibrata, attenta, puntigliosa (traspare l'onestà intellettuale, una rara virtù di questi tempi)

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    1. primo tuo commento (deduco dall'essere anonimo), davvero bello

      soprattutto in quello che elogi a me, l'onestà intellettuale

      chi considera Kostis solo un mostro è qualcuno che non ha il coraggio di guardarsi dentro

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  11. Ho amato davvero molto Kostis, per il quale ho provato sincero affetto. Quei suoi sguardi vuoti, privi di slanci vitali, durante l'inverno. Quel suo passato, di cui non conosciamo nulla, se non che sia stato segnato da "solitudine" e "inferno". Soprattutto: quel suo sorriso, quegli occhi che si aprono, quando incontra Anna. Rinasce in quell'istante. E ho amato anche Anna, e la sua aggressiva giovinezza, la sua indomabile luce. Un film davvero splendido. Kostis e Anna indimenticabili. E quel finale, così stordente. Da amare.

    Ho scritto qualcosa a proposito di Suntan:
    https://www.filmamo.it/robertoflauto/recensione/suntan

    Un abbraccio, Giuse :)

    RispondiElimina
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    1. Recensione stupenda, una delle tue più belle

      "Ko­stis – che pro­ba­bil­men­te non è mai sta­to in in­ti­mi­tà con una don­na – muo­re nel mo­men­to esat­to in cui gli oc­chi lu­mi­no­si di Anna os­ser­va­no i suoi (in­ce­ne­ren­do­li)"

      è tutto qui

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due cose

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3 ciao