10.1.17

I Peri-Patetici, passeggiate con mio fratello disquisendo dei Massimi Sistemi ai Minimi Sindacali (6) - Siamo Tornati!!! Una puntata probabilmente pallosissima ma che ci serviva per tornare in pista. Sorprese incredibili, ancora Leopardi!!! ma per fortuna anche Baudelaire, Re Mida e il Sileno, Sam Rockwell, due telecamere e piedi scalzi nel gelo di Natale



Dopo 8 mesi siamo tornati.
(le altre puntante nell'etichetta)
E' questa la cosa più importante.
Probabilmente nessuno di voi arriverà alla fine di questa puntata.
Ma già che l'abbiamo fatta, e a Natale, è importante.
Ieio, VI GIURO PER L'ULTIMA VOLTA, declama ancora Leopardi.
Farà un parallelo tra La sera al dì di festa e Spleen di Baudelaire.
Per finire la leggenda di Re Mida e del Sileno
Ieio darà, come sempre, il meglio di sè nella recitazione a memoria.
Ma ci sono due novità.
La prima è la presenza di due telecamere che portano a un pò di montaggio ma senza che la nostra regola aurea -nessuno stop, tutto in tempo reale- venga infranta.
La seconda cosa ha dell'incredibile.
Siamo a Paciano, il nostro paesino umbro.
Ieio declama Leopardi.
Una signora si ferma ad ascoltarlo.
Incredibile, è di Recanati.
Non so se un recanatese sia mai venuto a Paciano.
Ma che ci sia venuto lo stesso giorno, la stessa ora e gli stessi minuti che un pacianese declama Leopardi (per la prima e unica volta nella storia) ha dell'incredibile.
Secondo me d'ora in poi faremo più puntate.
E magari più "agili"

forse

(P.s.1: co ste cazzo de mani tenute nelle tasche sembro obeso, ahah)
(P.S.2: la mia parlata a 200 all'ora stavolta non sono riuscito ad evitarla in alcuni punti)





44 commenti:

  1. Se siamo tutti d'accordo direi di esonerare Ieio, per la stagione autunno-inverno, dal camminare a piedi nudi.
    Ma il giorno dopo, steso nel letto, con 40 di febbre, vero?
    Per quanto mi riguarda, la puntata più divertente dei peripatetici.
    Un "cazzo ne so" di Giuseppe, alla domanda di Ieio, sul turbamento di Leopardi, che mi ha piegato in 2 dalle risate.
    Molto interessante la storiella dei Sileni, che non conoscevo minimamente. Ho dato un' occhiata su google e non ci sono elementi di derivazione linguistica con la Sila calabrese, quest'ultima deriva dalla parola latina "silva" per essere corretti. Non ho trovato da nessuna parte un richiamo ai sileni, però c'è da dire che esiste una Sila greca, magari c'è veramente un collegamento.
    Non lo so, mi sto addentrando in una selva (per rimanere in tema) oscura con questa ricerca e non riesco più ad uscirne.
    Vabbè, era una curiosità mia.
    Vada per schopenhauer la prossima volta :)


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    1. Effettivamente ho avuto dei fastidi, quali tosse e mal di gola, ma al collegamento coi piedi nudi sull'asfalto ghiacciato non c'ero arrivato!! Grazie per la proposta di concedermi almeno un calzino, anche non sarei più sufficientemente patetico! Circa il Sileno mi fa piacere tu abbia approfondito e riportato il resoconto delle tue ricerche.. informazioni che non conoscevo. Quella storiella è riportata da Nietzsche, mi pare in "così parlò zaratustra".
      1 a 1 per quanto riguarda la prossima, in quanto Asia ha richiesto i presocratici.(io voto Schopenhauer)
      Ciao!

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    2. Quando Tommaso mi ha mandato il video mi ha detto che il top era un certo minuto, ora non ricordo quale

      ho messo ed era la stessa identica cosa che dici te, quel "che cazzo ne so" detto, credetemi, davvero spontaneamente

      riguardo la sila e i sileni non avevi capito che volevo dire nel video, ma forse mi sono espresso male

      mi chiedevo se entrambi avessero, come dice Emmegì qua sotto, etimologia comune (cioè, ne ero quasi sicuro, ma nei video sarò sempre insicuro) non che i sileni derivassero dalla Sila ;)

      però te te sei subito accesa con la Calabria ;)

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  2. Ciao belli
    Sila, Selva, Sileno...La radice è sempre quella. Pure il mio cognome, e la regione da cui arriva, si rifà al bosco, quello sacro addirittura. E' tutto un bosco, o perlomeno lo era!
    La cosa più interessante è Emilio.

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    1. Selva è un cognome abbastanza diffuso dalle nostre parti, soprattutto a Città della Pieve. Di quale bosco sacro parli?
      Lo prendo come un complimento che la cosa più interessante sia Emilio, sono d'accordo è interessantissimo!!

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    2. ...peccato non ci abbia aperto Bruno..

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    3. azzarola, c'ha azzerato con quel "la cosa più interessante è Emilio"!

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  3. Che verità: quando uno è bambino non va turbato!
    E la citazione a Nietzsche con La nascita della tragedia...
    Non mi resta che andare in Sila in ritiro adesso ^_^
    Non c'è niente di più azzeccato: Non c’è niente che ti rende più folle del vivere in una famiglia (cit.)
    Siete fantastici!

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  4. a leopardi gli si raddrizzerebbe la schiena se vi vedesse e vi sentisse!
    bella camminata e bella intensità a dispetto del freddo.
    e poi ... nostalgia di paciano!
    che sarà anche che tutto passa però di lì ci sono passata anche io! :)

    (viva leopardi sempre!)

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    1. E allora anche a Paciano quando uno ci capita ci lascia un pezzettino di cuore..! Bello, Paciano adesso ai miei occhi è come un crocevia per gli amanti di Leopardi.. chissà che non ci sia finito anche lui.. :)
      Ma la schiena di Leopardi è bene che fosse storta, qualcuno direbbe, che sennò non avrebbe avuto l'animo di scrivere quelle cose..!! (io non la penso così.)
      Ciao e.l.e.n.a!

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    2. E' vero, cribbio, ci sei stata te, ahahh

      eh, a settembre te ritocca ;)

      grazie mille!

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    3. ieio anche io non la penso così. serviva un alibi, se così si può dire, per "giustificare" il suo pessimismo.

      sarà che era una giornata bellissima, sarà che giusto per fare uno spuntino ci siamo accomodati ad un tavolo di una macelleria e abbiamo mangiato benissimo, sarà che abbiamo incontrato gente interessante ... altroché se ci ho lasciato un pezzettino di cuore! :)

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    4. giuseppe, eccerto che me ritocca ... non vedo l'ora! :)

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    5. La gobba come alibi per il pessimismo è una genialata

      la signora della macelleria, dopo 25 anni credo, se ne è andata...

      troveremo comunque buoni posti per mangiare

      stay tuned

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    6. Sicuramente troveremo altri buonissimi posti ... peccato però per la signora della macelleria ... ma ti pare mai possibile che abbia già nostalgia di un pezzettino di Paciano che non c'è più ...?!? :)

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  5. ah ... e viva la poesia sempre ...
    (sì, ho visto Paterson e a me è piaciuto)

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    1. io ero tentato ma il trailer (ho visto un trailer!!!!) mi ha messo molti molti dubbi...

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    2. hai visto un trailer???!!!??? noooooooooooo!!!
      quoque tu ... :(

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    3. al cinema l'ho visto, m'han fregato ;)

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  6. domani rispondo

    speravo lo facesse anche ieio

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  7. Considerazione 1
    Nell ‘intro credevo che tuo fratello stesse per dire quei quattro cazzoni che seguono il tuo blog ..tu l’hai prontamente corretto dicendo che non sono quattro ma molti di più! ahaaha!
    Grande!!!!
    Quella telecamera che osa sempre di più ,tuo fratello di spalle che guarda l’orizzonte umbro sembra
    Richard Ashcroft dei Verve.
    Leio li chiama affetuosamente Leopardini ahahah i tuoi lettori un po’ come faceva a mezzanotte in tv la Venere Bianca con noi telespettatori chiamandoci orgasmini miei…ma non recitava poesie.
    Considerazione 2
    Ringrazio per i saluti e ricambio
    Considerazione 3
    Non è colpa delle mani che tieni in tasca che ti fan sembrare obeso hai effettivamente il culo piu’in carne di tutti.
    Si vedono gambe e sederi a iosa sul vostro video è l’unica ragazza che merita un primo piano ha il capotto fino alle caviglie quasi…!
    Considerazione 4
    La prossima esterna (come dice la De Filippi) la devi fare in notturna…alla blair witch project ma quella della parodia di Zelig o Mai dire tv (non ricordo) ,vi inquadratre le narici sgranate in primo piano con tanto di bolla da raffreddore finche decantate qualche poesia…

    Considerazione 5

    Chiedi a tuo fratello se secondo lui Leopardi era veramente pessimista nel suo intimo o invece è stato frainteso ai posteri e interpretato quindi male.
    Ti faccio un esempio la poesia di leopardi che Leio recita (intanto complimenti per quanto è bravo a modulare la voce e per la sua gestualità nell’interpretare i versi) ti colpisce ma probabilmente ti colpisce in maniera diversa se la leggi, quando sei solo te e le parole scritte sulla carta.
    Le parole quando vengono recitate si disallineano da quella idealizzazione che tu ti eri fatto …non so se mi spiego.
    Quei versi che lui recita oltre alla sua bravura sono contaminati/influenzati anche da altri fattori primo su tutti l’ambiente.
    Inteso come luogo.
    Vi chiedo se invece di passeggiare in un misconosciuto , spoglio paese umbro ,ricco di un meraviglioso ma malinconico paesaggio fosse stato Estate invece che inverno e fosse stato piazzale Ceccarini a Riccione alle 22 di sera sulla riviera romagnola quei versi avrebbero sortito lo stesso effetto a me a voi o a chiunque altro?
    Leopardi è morto giovane ,con due tre gobbe , senza un amore ricambiato perche quelle donne che piacevano a lui se le trombavano gli altri e poi cagionevole di salute…ma nonostante questo io non voglio pensare che lui sia il pessimismo perché l’aggettivo negativo stesso non tiene in considerazione quella cosa meravigliosa che è l’amore e che nei suoi versi il poeta ha comunque decantato.

    E Leopardi l’amore come tutti noi seppur nella sua sfiga l’ha conosciuto…magari forse non sempre ricambiato ma l’ha conosciuto.
    Uno che canta gli Inni all’amore non può essere pessimista uno che se la prende con la forza distruttiva della natura ma che riconosce come dalla sofferenza puo’ comunque nascere l’amore non è pessimista.
    Forse in tutti questi anni sui banchi di scuola è quello che gli altri hanno voluto farci credere di lui…. ma lui forse non vedeva proprio tutto nero.
    Considerazione 6
    Sarei curioso di conoscere il racconto di Asia …mi intriga ,credo che data la giovane età e la sua prospettiva femminile sia qualcosa di originale rispetto a quello che già è stato scritto di Leopardi.

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    1. 1 ahah, me ricordo gli orgasmini ;)

      2 dovere

      3 verissimo, pare anche a me. E pensare che hanno sempre detto che ho un bel sedere. E che sono nella fase della mia vita più magro dai 14 anni (sotto i 70 kg).
      Ma hai ragione, pare proprio.
      Eh, già è tanto che ne avevamo una col cappotto...

      4 l'abbiamo pensato tante volte. Il fatto è che ce vedemo solo a pasqua e natale. E ai pranzi poi, magari le cene ;)

      5 dico a Ieio (non Leio) di leggere subito questo tuo interessantissimo punto e rispondere. Sì sì, sulla faccenda del contesto sono assolutamente d'accordo

      6 la mia paura è che se Ieio legge il racconto di Asia poi riparla di Leopardi...

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    2. Il bianco ingrassa. Ti mancano proprio le basi, Giusè :D

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    3. quindi conviene magnà solo il tuorlo, capito

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    4. Ciao, piacevolissimo leggere le tue considerazioni. :) Peppe poi mi ha chiesto davvero di rispondere in particolare al punto 5.. accetto volentieri l'invito con mie personali e naturalmente opinabili osservazioni.(l'intervento non voleva essere così lungo ma ci è diventato un pò per conto suo il disgraziato!) Leopardi credo che infatti si ritenesse più che altro un realista, un pò perchè la parola pessimista implica una sorta di riduzione, ghettizzazione, e il suo spessore non può prestarsi ad essere liquidato in una parola, un pò perchè in fin dei conti sarebbe anche la verità, se con "realista" si intende la persona equilibrata che non si slancia in considerazioni condizionate dallo stato d'animo o dal modo di sentire comune. A chi piace Leopardi non entusiasma essere considerato come uno che ama un pessimista, essendo tale pratica un pò da autolesionisti, e sarebbe ben contento di riuscire a sgravarlo di un marchio tanto negativo. Pur essendo anch'io, come te, tra questi, mi rendo conto che l'impresa di liberarlo completamente dall'indegno epiteto è abbastanza disperata. Il suo pessimismo è iniziato come un semplice, innocuo e "fisiologico" malcontento\malinconia personale che poi negli anni si è espanso fino ad ammorbare l'intero universo\esistenza, procurandosi così l'etichetta di "cosmico": Non è più soltanto la sua vita ad essere priva di uno scopo autentico, ma non c'è la benchè minima possibilità che ne esista una sola di esistenza provvista di tale scopo. l'individuo è in funzione della specie ed esposto ai condizionamenti peculiari della stessa, "naturali" o culturali che siano. La vita individuale non ha alcun valore in sè, ce l'ha soltanto se gli viene attribuito, ma questa attribuzione è arbitraria, auto-inferta, pretenziosa, perchè con la morte dell'individuo questo presunto valore si dissolve nel nulla assieme a lui, così che il massimo che egli avrà potuto\dovuto fare è assolvere ai propri doveri, ossia lasciare ulteriori individui a subire la stessa sorte. Intanto certo almeno prospera la vita diremo, ma senza alcun autentico perchè ne dove in cui andare, essendo l'unico "fine" la mera perpetuazione dell'esistenza. Gli individui partecipano passivamente e inconsapevolmente a questo gioco, come strumenti nelle mani di un musicista sordo che non è Beethoven(ma neanche Bello Figo Gu..) Chi in tutto ciò vuole pur metterci un fine o una speranza è un ottimista, perchè non può farlo sulla base di alcun fondamento. Leopardi invece pretende un fondamento su cui far poggiare le proprie riflessioni, e non può che trovarlo in ciò che è visibile, evidente, che non ha bisogno di esser creduto, ciò che rimane quando si lascia cadere ogni sorta di suggestione(illusioni\ rimedi che dir si voglia). Questo nonostante le suggestioni\speranze siano ben radicate nelle culture sin dalla notte dei tempi, essendo appunto necessarie all'accettazione e perpetuazione dell'esistenza.(Sembra che anche l'uomo di Neandertal seppellisse occasionalmente con ornamenti i defunti.) D'altra parte per l'uomo (solo)ciò che è visibile è incontestabile, e Leopardi non fa che prendere per buono questo assioma, legittimando così la sua (da me supposta) pretesa di esser considerato realista. Tenendo per buone queste ragioni, in Leopardi i termini pessimista e realista si sovrappongono, si fondono, diventano sinonimi, al punto che diventa indifferente chiamarlo con l'uno o con l'altro. Per certi aspetti è interessante notare che Leopardi ha addirittura anticipato quello che poi dirà Darwin, quindi la scienza.

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    5. ...
      Concordo con la tua osservazione sull'amore, e aggiungo che non solo l'amore, da lui considerato come l'ultimo grande desiderio a cui l'uomo a malapena può rinunciare, ma è il genio poetico in generale che ci piace tanto in Leopardi, perchè ha la capacità di elevarci sopra la desolazione pur non facendo altro che cantare la desolazione. E quindi la ginestra, che se ne sta tutta sola in quell'ambiente proibitivo e meschino, emana il suo odore che allieta, conforta, che ci fa dimenticare di essere sopra una colata che ha soffocato e tornerà a soffocare migliaia di vite, e la ginestra stessa.

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    6. Pessimismo ,realismo sono solo etichette e come scrivi te il genio di Leopardi non può essere liquidato in una parola.
      Quei concetti ci sono stati inculcati dalle nostre esperienze sui banchi di scuola ma è con la maturità (non quella che ti da un diploma o una Laurea ) che dovremmo essere riusciti a scollarceli da dosso questi e altri facili clichè.
      Per me l’arte nei poeti sta nei loro scritti ,dalle emozioni che ti fanno provare quando leggi o ascolti le loro opere.
      Non esiste il poeta esiste il testo ,esistono le sue parole.
      Vedi te…mi hai fatto ricordare Leopardi dopo una trentina d’anni che sicuramente non ne sentivo piu’ parlare per disinteresse personale e le cose che ho visto in queste puntate dei peri-patetici son servite oltre a divertirmi guardandovi anche a riscoprire il potere che hanno i versi.
      L’ho fatto senza cercare di ricordare i miei sommari insegnamenti di letteratura italiana anche se inevitabilmente quei versi che tu hai recitato li avevo già ascoltati quando ero ragazzetto sui banchi di scuola ma il peso che ci do ora ,caro Aurelio è sicuramente più ponderato e cosciente di allora.
      E quindi mi viene naturale chiedere a te quanto c’e di tuo quando reciti o leggi e quanto invece è forzato ,dettato dalle infrastrutture,dalle costruzioni che ci sono state date da altri.
      Quanto riusciamo a staccarci dalle etichette e dai clichè ,quanto siamo liberi dai preconcetti?
      Il pessimismo o realismo…a un certo punto mi sembra ti incarti scrivendo che sono sinonimi sono effimeri possono dire tutto e niente ,son troppo piccoli o troppo grandi possono essere il niente della ragione.
      Quando scrivi che il pessimismo Leopardiano è cosmico ti aggrappi a quei preconcetti.
      E’ troppo semplificativo ,omologato come concetto, non ti sembra?
      Scrivi che per Leopardi l’amore è l’ultima speranza forse evanescente di sopportare la desolazione della vita.
      Ma come ti ho già scritto l’amore è una forza positiva vuoi pure ottimista e quindi il poeta accettandola perché concretamente (realisticamente) la vive non può vanificarla non può viverla “male”…secondo me eh..!

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    7. La natura stessa non può essere distruttiva ,il principio fisico sulla conservazione della massa che dice che in natura tutto si crea , tutto si trasforma nulla si distrugge Leopardi da concreto qual è come scrivi te e forse han scritto tanti di quelli che poi lo hanno “biografato”doveva per forza conoscerlo sto concetto.
      La Ginestra vive , profuma sopporta comunque le avversità della natura ,muore e poi ne rinascerà un'altra che probabilmente vivra’ le stesse esperienze di quella precedente ma diversamente nella sua unicità.
      Non siamo nati per morire e basta .
      C’e il divenire , non c’e l’omologazione della specie. come sembra si voglia far pensare a Leopardi.
      IO e te apparteniamo al genere animale ma diversi nella nostra unicità , tu avrai gli occhi marroni io anche tu hai i piedi piatti io no , le mie mani non son come le tue ecc..eppure siamo della stessa specie ,genere ecc..
      Siamo destinati a vivere e morire ma sicuramente in maniera diversa.
      La vita non è un divenire monotono statico sempre uguale ….sempre ripetitivo sempre comunque succube di un disegno infausto .
      La vita è quello che mi trasmetti tu quando reciti Leopardi a piedi scalzi ma che poi differisce ancora quando leggo i versi (purtroppo su un pagina web) del il Di’ di festa che ho appena sentito da te.
      Non sono la stessa cosa perchè hanno sapori diversi , come una nota suonata sulla tastiera centrale del pianoforte e la stessa nota suonata invece un ottava piu’ alta o più bassa.
      Sono note uguali ma hanno sapori diversi e cosi’ è la vita !
      Siamo unici nella nostra diversità anche se siamo tutti uguali e percorriamo la stessa strada ma viviamo esperienze diverse a volte simili ma mai uguali.
      Non esiste la simmetria perfetta in natura , nessuno è lo specchio perfetto dell’altro…neanche i gemelli lo sono.
      Nessuna parte pari del nostro corpo è simmetrica…il mio occhio destro non è uguale a quello sinistro e così via..
      Se nemmeno la natura segue questo schema come può essere ripetitiva , sempre uguale a se stessa, è impossibile ,se ci pensi anche la morte a un certo punto è trasformazione…
      Ciao
      Max



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    8. Ciao, grazie, non avevo visto queste due risposte..!
      per adesso ho letto e rispondo solo alla prima per il timore di dimenticare le cose che ho in mente se leggessi anche la seconda.
      Sono veramente contento se questi video oltre che a divertirti abbiano innescato in te la voglia di rituffarti nella contemplazione dei versi di Leopardi, che oggi finalmente può avvenire in un'ottica più riflessiva, attenta e consapevole. Ti ringrazio per la domanda e vengo a risponderti.
      Quando leggo e imparo questi versi lo faccio in un'ottica in un certo senso riduttiva, perchè prettamente filosofica. Certo suscitano in me delle emozioni positive, come ogni opera d'arte, ma cerco di tenere presente l'animo da cui scaturirono e il senso autentico che dovevano avere per egli.
      Quando le recito cerco di enfatizzare il senso che io ho inteso e vorrei comunicare, ma essendo il linguaggio piuttosto aulico, mi rendo conto che senza parafrasi è impossibile ricevere in maniera immediata il significato...

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    9. ...Circa l'osservazione sui comportamenti credo che non ci sia luogo o situazione dove non ci venga da comportarci secondo linee guida convenzionali. Le circostanze esercitano su di noi una sorta di forza\condizionamento che influenza fortemente le nostre azioni. Ogni scena ha le sue etichette, il suo protocollo. Se è vero che perciò la pura libertà è un'illusione, se è impossibile scrollarci di dosso i condizionamenti, e tra questi i preconcetti, le maniere di pensare comunemente riconosciute come indiscutibili e condivisibili, speriamo almeno che la parte che ci spetta in tutto ciò sia il più possibile vicina a quella di noi stessi. Ma dato che non sappiamo bene chi siamo, dobbiamo trovarcela\sudarcela un'identità. Nella società l'identità predominante, la più visibile, è il ruolo. identificarci con dei ruoli, diventare un ruolo, essere visti dagli altri come attori di quel ruolo, è acquisire una posizione nel gioco. E ogni ruolo si porta poi dietro le sue tendenze, le sue convenienze, la sua aura, i suoi pregiudizi, lusinghieri o indecorosi che siano. Tutto ciò è condizionante. Il ruolo può dare alla persona più o meno affidabilità presso gli altri, quindi ha un potere. E così l'abito, che è la divisa del ruolo. In altre parole. Noi viviamo esclusivamente quello che abbiamo davanti agli occhi e dentro la testa. La cultura in cui fortuitamente nasciamo ci mette davanti le cose e le interpretazioni delle cose, e così ci condiziona in maniera assolutamente irrimediabile.
      Circa l'affermazione sulla fusione in Leopardi dei concetti di realismo e pessimismo da te contestatami, mi sento qui solo di ribadire per rimediare ad una mia mancanza di chiarezza. Se il così detto\etichettato pessimista dice semplicemente quel che vede, lui è realista, mentre gli altri, dicendo non quello che vedono ma quello che sperano, sono ottimisti. Io non considero pessimista Leopardi, figurati se lo intendo pure cosmico! Ma in tal senso lo intende chi ci insegna a scuola le cose, perchè vige un positivismo secondo il quale non è bene insegnare ai bambini che Leopardi parla con cognizione di causa della realtà in cui l'uovo vive\versa. Non vi preoccupate, è un brontolone pessimista e gobbo!
      Circa l'amore tu la vedi\senti come una forza positiva di vita, e chi non la pensa come te tende ad invidiarti. Perchè se non è così, se si vede l'amore unicamente come un semplice e nell'uomo raffinatissimo espediente della natura, teso unicamente all'indurre\costringere l'uomo alla proliferazione, perde quasi tutto di quel che tu gli dai. Il piacere sessuale serve perchè sennò ci sarebbe stato un forte rischio di estinzione, per questo l'evoluzione ha favorito l'insorgere di questo piacevole espediente. L'amore è dunque si pulsione di vita, ma nel senso che è ciò che ci tiene le mani legate e ci impedisce di dire no alla vita.(e se tu mi vieni a dire "meno male", Leopardi ti assicuro che non lo direbbe, perchè la vita non ha infine alcun senso ne speranza.) Leopardi è vero non nega che sia piacevole la sensazione amorosa, ma nega che sia durevole, che sia qualcosa di "sovrannaturale", e che spogliata da ogni fantasticheria significhi qualcosa di diverso da "mettiti con lei, figlia e mantieni i figli finchè non siano abbastanza grandi per figliare." Questo vuole la natura.
      Dio è un gran conforto, è il senso, ma non tutti ci credono perchè non lo vedono, non lo sentono. Invece l'amore lo sentono tutti, e allora tutti ci credono fino alla fine, è l'ultimo conforto a crollare. Anche Leopardi lo viveva, ma senza suggestioni.
      Domani leggerò e risponderò alla seconda parte del tuo intervento. Grazie, so di aver detto cose anche pesanti, d'altra parte si parla di nichilismo. Sono qui in caso tu voglia controbattere.

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    10. Ancora più interessante il tuo secondo intervento. Rispondo cercando di chiarire la posizione di Leopardi, e in generale dell'uomo comune, che sono affini a quella scientifica. Scusa in anticipo per la prolissità ma c'è l'esigenza di essere più chiari possibili.

      Il fatto che la natura venga talvolta intesa come distruttiva(dallo stesso Leopardi) non è una verità di per se, ma un'interpretazione meramente umana, che gli altri animali di certo non avranno. Noi vediamo la nascita, poi la trasformazione\degenerazione, seguita a sua volta dalla dipartita\estinzione. Perciò ci viene la malinconia, la voglia di dire che tutto è distruzione, ma poi subentra la voglia di non crederci, di cercare dei rimedi contro questa ignobile fine, tra cui Dio\salvezza eterna. Solo Dio può essere più forte della distruzione ineluttabile che noi vediamo(accertiamo) e a cui ogni cosa esistente(visibile) è destinata. Ma in realtà è distruzione in relazione a noi che dovremo subirla, quindi è interpretazione interessata. Il nostro piede che cammina verso una meta è distruzione per la povera formica che trasporta la mollica, e ritenere che il mio cammino sia più importante di quello della formica è un pensiero che non ha il benchè minimo fondamento che non sia puramente egoistico\interessato\pregiudiziale\supposto. Al di là dell'interpretazione in realtà non c'è ne nascita ne distruzione, ma solamente “quel che c'è”. Ok, l’esisteza è sottoposta al divenire, ma spogliato di ogni giudizio qualitativo(umano). Alla natura interessa che proliferi la vita, e la vita per proliferare deve rinnovarsi attraverso le generazioni, un altro sistema non è stato trovato in questo mondo. Le generazioni nuove occupano gli stessi luoghi delle vecchie, che intanto si fanno sempre più inadatte alla vita, al punto che poi diventano adatte alla terra e alla marciscenza, anche se intanto hanno lasciato qualcosa di simile a loro che permane. Solo in virtù di questo alternarsi è stata possibile l'evoluzione, perchè altrimenti, se fosse ancora vivo il primo essere acquatico da cui tutti discendiamo, e se questo non avesse mai fatto figli, ci sarebbe ancora lui che nuota, e le terre emerse sarebbero deserte...

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    11. ...
      Rientro dalla divagazione ritornando al cuore di quanto tu dici.
      Se è vero che nulla si crea e nulla si distrugge, è però vero che ciò che ancora non c'è, è da noi inteso come non-esistente. Mio figlio che non ho, non esiste... oppure forse esiste già da qualche parte? Mio nonno che non c'è più, non è che si è completamente annichilito, ma si è trasformato in cenere. In quanto nonno vivente e sensiente è annichilito, in quanto trasformato in cenere c'è. Ma c'è solo la cenere. Mio figlio in quanto vivente e sensiente è assolutamente nulla, ma in quanto spermatozoo(forse) c'è. E così ogni cosa prima non c'è poi c'è, e poi di nuovo non c'è. Quando non c'è, in quanto essere quella-cosa-li, è nulla.
      La meccanica quantistica ardisce oggigiorno ad asserire che "prima" del Big Bang teorizzato vi sia il nulla(quantico). E comunque sia, tenendo ferma l'affermazione di Lavoisier da te esposta, prima del big bang io e te in quanto io e te per come siamo adesso, eravamo nulla, nel senso che la materia non si era ancora trasformata in noi. E prima che Trump divenisse presidente, l’essere di Trump il presidente, era nulla. Se dunque per la legge della conservazione "la totalità" rimane esistente, le parti da cui è composta compaiono e si dileguano.(e per noi ciò significa iniziare ad esistere e smettere di esistere.)

      La ginestra che adesso c'è sul Vesuvio non è la stessa che vide Leopardi, è un 'individualità del tutto diversa. Quell'individualità vista da Leopardi non esiste più. Noi siamo, assolutamente come dici tu, diversi nella nostra unicità, e infatti moriamo, singolarmente, ognuno. Se l'umanità ci sopravvive, a noi non riguarda più un bel niente. Ogni singolo e unico elemento della specie muore, e chi muore è solo servito per produrre chi dovrà morire dopo. L'omologazione riguarda gli individui: tutti gli individui muoiono.(la specie in realtà nemmeno esiste, è un'interpretazione dell'uomo, è nella testa dell’uomo.). Che io e te viviamo e moriamo in maniera diversa cambia ben poco la questione: entrambi viviamo e moriamo, qualunque cosa noi nel frattempo si combini.
      E poi, seguendo ancora il tuo discorso, qualunque sapore abbia la vita, poi finisce, che sia disgustoso o sublime. Dopo che è finito non rimane alcunchè, ne il disgustoso ne il sublime.
      Ancora, la strada che percorriamo, diversa è vero uno dall'altro, non ci porta da nessuna parte, proprio perchè ci porta dalla stessa parte.(qualunque sentiero si percorra li si arriva). Leopardi non parla di simmetria. Di simmetria parlano i preti e i demagoghi semmai. L'unica verità per lui è l'esistenza del divenire. E il divenire è da noi(e da Lui) visto come un continuo trasformarsi per cui i singoli aspetti della realtà non sono sempre ed eternamente presenti, ma iniziano e finiscono. E noi con loro.

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    12. Non sopravvive nemmeno il ricordo ai posteri quindi...?
      E allora che cavolo commentiamo e tu cosa reciti ....se dopo la naturale dipartita fisiologica non rimangono neanche i fantasmi di quello che siamo stati!
      Mha... debbo rileggere di nuovo con calma quello che hai scritto ...ma non mi trovi tanto daccordo da quello che credo di avere capito dai tuoi scritti.
      Comunque grazie per le risposte ai miei commenti e al tempo che ci dedichi.
      Domani cercherò di risponderti con più calma.
      Massi

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  8. Considerazione 7
    Mida e il sileno.
    Quando ho sentito Sileno a me è venuto subito in mente quasi come un associazione involontaria il satiro.
    Ho cercato sul web e in effetti a volte le due parole sono sinonimo.
    Ma se Sileno creatura mitologica dei boschi come il satiro sono la stessa cosa a me in effetti però non torna una parola un aggettivo ,Saggio riferito al sileno.
    Perchè il satiro/sileno e perfettamente l’opposto della saggezza.
    E qui la risposta che da il Sileno a Mida mi sembra più appropriata alla natura sregolata di un satiro.
    Il satiro rappresenta la natura indomita selvaggia anche incosciente ,Mida (l’uomo)è un re ma è comunque schiavo delle convenzioni (regole) e quindi agli occhi del satiro la sua esistenza è vana e quindi gli auspica la morte come soluzione , lui il satiro/sileno che di regole non ne ha (nel bene e nel male) è libero per natura.
    E’ quello che pensa anche tuo fratello?
    Spero di non aver scritto un sacco di stronzate…scusatemi.
    Max

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    1. hai scritto zero stronzate, anzi, proprio belle cose, compresa quest'ultima...

      ti risponderei in maniera più esaustiva ma siccome è come se scrivessi queste cose a due persone (anzi, a Ieio principalmente) è meglio che risponda lui che ne sa molto di più

      vediamo

      grazie!

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    2. Suggerisco la prossima puntata dei Peri e patetici di farla in un pub davanti a delle buone birre.
      Ma va bene anche un osteria.
      Ciao

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    3. Esattamente!!
      Ma non a caso è Nietzshe a riportare questo aneddoto. Quando tu dici che il satiro\sileno è l'opposto della saggezza dici una cosa giusta, ma giusta dal punto di vista di chi ha una concezione apollinea della realtà. A questa Nietzshe contrappone la saggezza dionisiaca, che riconosce nell'esistenza un senso irreparabilmente tragico, eppure non si nasconde da questo ne tenta di edulcorarlo in alcun modo. Questa saggezza vede le cose come stanno e le accetta con coraggio, perchè no? Quindi il celeberrimo Superuomo di Nietzshe -ovviamente di matrice dionisiaca come il sileno- non vuole elevarsi al di sopra della propria "vituzza", non sente l'esigenza di combattere la morte, di sentirsi eterno, ma al contrario si compiace nel riconoscimento dell'evidenza che la realtà sia un flusso diveniente senza senso; e nell'assecondare anzichè contrastare questo movimento, il superuomo dice Si alla vita, pur sapendo che così dice si (anche)alla morte. Allora il saggio non è Mida, che vuole qualche dritta magari per ottenere benefici, per liberarsi dalle pene ecc., ma è il sileno\satiro\dioniso, che dice al re:(parafrasando liberamente): Non ti converrebbe sentire ma se proprio insisti te lo dirò. Non hai nessuno scopo non ti illudere! Sei nato per caso e morirai dopo aver penato. Che vuoi che ti dica, non esiste un meglio per te! non c'è una salvezza! Se non eri nato sarebbe stato il meglio, ma adesso ormai ci sei.. e allora fai quello che ti pare, e poi muori.

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    4. Tutta colpa di Nietzshe quindi!
      Pero’ …”e allora fai quello che ti pare” l’hai aggiunto te ,poi mori è di Nietzshe.
      Stavolta hai edulcorato tu la pillola…ahaaa!!
      Aspettiamo quindi Nietzshe nelle prossime puntate cosi’ imparo qualcosa di nuovo..anche se due parole dedicale pure allo scritto di Asia su Leopardi…son curioso come un gatto a tal proposito.
      Io comunque continuo a preferire la visione Apollinea della realta ,preferisco l’irruenza e la capacità di piegare la vita per soddisfare i propri piaceri e desiderei anche se poi si corre il rischio di finire scorticati vivi come fece Apollo con Marsia quand0 lo sfidò e poi perse.
      Ciao e grazie per il tempo che deciderai di dedicarmi o meno.
      Massimiliano

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  9. Mi devo prendere un giorno di ferie per leggere quello che mi ha risposto tuo fratello!
    Comunque ringrazio entrambi e con calma leggerò.
    Ciao

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  10. Credo di avere capito il tuo punto di vista su Leopardi dimmi se ‘e' giusto.
    Tu non lo consideri pessimista nel senso negativo del termine però siccome ti rifai ad un ruolo dettato da quelle sovrastrutture alle quali avevo accennato in precedenza ti trovi costretto a recitare i versi di Leopardi seguendo quei schemi rigidi dettati dal nostro storico scolastico e culturale.
    Di tuo di più cosa ci metti?
    Per carità già tanto saperlo recitare a memoria con la facilità che lo fai te ..poi scusami se continuo forse a fraintendere , siccome i versi son troppo aulici fai la parafrasi per farli capire a me ma quei pensieri non son tuoi ma di quello che ti è rimasto inculcato da quelle famose sovrastrutture e luoghi comuni che menzionavo su gli altri post..
    E continuo , siccome per te Leopardi come uomo del suo tempo non se la passava bene ( ma questo chi lo dice?) non è il pessimista negativo Gobbo e brontolone da far credere ai bambini però non credendo nell’aldilà (non sto parlando di Dio) cioè in una continuazione della vita oltre la morte è pessimista perché vede il finire della carne senza la possibilità di nessun futuro.

    Per me è tutto sbagliato.
    Alla fine resta il ricordo di quello che si è stati ,le nostre testimonianze la nostra discendenza siamo senza soluzione di continuo (proprio come i sistemi analogici) ,anche il primo ominide ha lasciato una traccia di se che sopravviverà fino alla fine dei tempi..Aurelio siamo eterni anche dopo la morte che tu ci creda o meno qualcosa di noi sopravviverà al tempo.
    Credo che Leopardi se non la pensasse così però ci andava vicino…sono gli altri che hanno inteso male il suo malessere di vivere e la ginestra che vedi ora sul Vesuvio rivive in quella che ha cantato , non è la stessa ma a te e a me e a chi altro vuole fare un associazione sarà sempre quella che ha visto leopardi.
    Il ricordo/fantasma si trasforma in quel fiore e te in quel momento se vedi con gli occhi del cuore non percepisci/vedi la differenza..
    Se invece sei condizionato dalle frasi fatte vedi quello che ti vogliono far vedere gli altri ,vedi un fiore che prima o dopo appassirà,marcirà e diventerà cenere.
    C’e un cosa curiosa che ho letto sul web quando ho cominciato a cercar qualche informazione in più su Leopardi e riguarda la notizia di un libro scritto da una ragazzina, che leggeva l’infinito e altri racconti del poeta e attraverso di questi il poeta prendeva vita e diventava una specie di compagno di giochi di questa ragazzina , quello chè è l’amico immaginario.
    Non ricordo il titolo del libro però mi è rimasto impresso il disegno in copertina : la Ragazzina e Giacomo Leopardi di spalle seduti su un ramo , vicini che guardavano l’orizzonte…alla faccia del pessimismo Leopardiano.

    Mi sa che oramai ne io ne te andiamo da nessuna parte sembriamo un cane che si morde la coda ma va bene così.
    Io ne so meno di te sicuramente e non voglio peccare di saccenza quindi mi tengo quello che penso e mi fa piacere esportelo cercando di rimanere il più possibile umile.
    Concludo con una frase recitata in un “santino” ,da noi si chiamano così quei miniopuscoli che ti lasciano in ricordo di un defunto.
    L'ho letta ieri e ricordava una zia di mia moglie ( bel funerale , stile inglese visto che la zia aveva vissuto la maggior parte della sua vita in Inghilterra e quindi anche bel rinfresco ,hai mai visto quattro matrimoni e un funerale? Ecco na roba cosi'..
    La frase che avevano scelto i suoi figli per ricordarla è questa e credo che calzi a pennello con quello che ho scritto fin'ora .
    Niente nella terra muore finche' ne resta vivo il ricordo …
    (scusami per gli errori ortografici ma non ho voglia di star qua a controllare)
    Ciao e a presto
    Max

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