Un grande film messicano, uno di quei film sui loop temporali e rompicapo mentali impossibili da perdere per un appassionato.
Succedono degli "incidenti", in più luoghi e in più tempi.
Dopo ogni incidente i protagonisti piombano in un loop temporale di 35 anni, imprigionati in uno stesso luogo dal quale è impossibile fuggire.
Grande atmosfera, regia di primo livello e una scelta di location e scenografie superba.
Non mi bastata una visione, ho dovuto rivederlo mezz'ora.
E, per chi l'ha visto, ho provato a tirar fuori una spiegazione di tutto il più dettagliata possibile.
Non so se c'ho preso ma di meglio non sono riuscito a fare ;)
Prima c'è una stupenda inquadratura che risale una scala mobile.
Stesa sulla stessa c'è una sposa, vecchissima.
Come saper creare un prologo di un minuto che già riesce a stupire e incuriosire lo spettatore, lezione N° 1.
Poi parte il film e per la prima mezz'ora ci sembrerà di essere ripiombati nei meravigliosi Ai confini della realtà di decenni fa.
Un poliziotto arresta due fratelli, spacciatori (mi pare).
Escono nella tromba della scale del loro appartamento, pistola puntata addosso.
I 3 cominciano a scendere le scale perchè l'ascensore non funziona (anzi, NON ESISTE, particolare importante).
Arrivano al primo piano, il prossimo nel prossimo ci sarà evidentemente l'uscita.
E invece no, e invece sotto al primo piano si ricomincia, c'è il nono.
Il poliziotto stenta a crederci, in una bellissima scena (mi pare in piano sequenza) scende ancora una volta tutti e 9 i piani.
E non solo dopo il primo ci sarà di nuovo il nono, ma in questo ritroverà i due ragazzi che aveva lasciato lassù, 8 piani sopra.
Bellissimo, The Incident ci ha conquistati già.
Appena dopo siamo in tutt'altro luogo.
Anche fotograficamente il passaggio da un posto all'altro è magnifico, passiamo dai lividi grigi del primo episodio ai caldissimi colori del secondo, ambientato lungo una strada desertica, strada che una famiglia sta attraversando per andare a trovare l'ex marito di lei e padre dei suoi due figli.
Alla guida il nuovo compagno.
Anche in questo episodio c'è un "incidente", ovvero un qualcosa che porta ad una situazione tragica, persino mortale.
Nel primo è lo sparo del poliziotto, nel secondo il grassone che fa cadere l'inalatore per l'asma. In entrambi i casi i due affermano che c'è una forza oscura che li ha fatti "sbagliare", come se non avessero possesso delle loro mani.
E in entrambi i casi, prima, abbiamo sentito un'esplosione.
O.k, mi sto addentrando in una mia possibile spiegazione, spiegazione però che preferisco dare a parte, alla fine.
In questa prima parte meglio parlare del film, a prescindere dalla sua eventuale comprensione o no.
E c'è poco da dire, The Incident è tanta roba.
Forse il suo diventare troppo cervellotico e leggermente ripetitivo lo declassano dallo status di super gioiello ma è indubbio poter dire che film così li vedremmo tutti i giorni.
Girato veramente alla grande, fotografato anche meglio (come scritto sopra il contrasto cromatico tra i due episodi è splendido), recitato molto bene (anche se un paio di attori non convincono del tutto) e, soprattutto, capace di creare un'atmosfera davvero unica, angosciante e interessante insieme.
Io adoro i film simbolici e quelli dove ci sono piccoli dettagli che poi si rivelano importantissimi. Magari ne parlerò meglio nella "spiegazione" ma è giusto anticipare questa cosa, perchè El Incidente in questo eccelle.
Però, tra qualche anno, quando ripenserò a questo film la cosa che più mi sarà restata dentro sarà probabilmente la scenografia.
Quella tromba delle scale piena di 35 anni di oggetti "ripetuti e rigenerati" è magnifica, sia concettualmente che visivamente.
E quello zainetto che diventa quasi un Dio moltiplicatore di pani e di pesci geniale.
E' molto interessante come quasi sempre nel cinema si sia rappresentata una condizione "infernale" attraverso la ripetizione.
Attenzione, non l'eternità tout court (che quella è insita, per forza) ma l'eterno ripetersi delle cose.
In questo senso - anche perchè poi pure questo film ha forti legami col concetto di elaborazione del lutto e di senso di colpa - direi che il grande Triangle è un buon punto di riferimento.
Ma la storia del cinema ne è pieno dell'uso di questo concetto.
Qui però, impossibile negarlo, la resa visiva è tanto semplice quanto geniale e riuscita.
In realtà funziona un pò tutto in The Incident anche se, paradossalmente, più il film svela soluzioni più ci si ingarbuglia.
Non mancano le scene emozionanti (la morte della bimba), fastidiose (il sesso tra i due vecchi) e quelle difficili da decifrare.
Ma il film non cala mai, anzi, ha un'andatura abbastanza imponente anche grazie alla splendida colonna sonora, quasi epica, che ci trascina emozionalmente in più di una scena.
Anche lo spettatore meno attento capisce che il film è metafora di qualcosa di superiore, del resto nello spiegone del vecchio tutto questo ci viene addirittura detto.
Ma è indubbio che per quanto il film provi a spiegar(si)e dubbi restano, anzi, in alcuni casi si ingigantiscono.
E allora proviamo a tirare le fila, almeno per come ci sono riuscito io
Succedono degli "incidenti", in più luoghi e in più tempi.
Dopo ogni incidente i protagonisti piombano in un loop temporale di 35 anni, imprigionati in uno stesso luogo dal quale è impossibile fuggire.
Grande atmosfera, regia di primo livello e una scelta di location e scenografie superba.
Non mi bastata una visione, ho dovuto rivederlo mezz'ora.
E, per chi l'ha visto, ho provato a tirar fuori una spiegazione di tutto il più dettagliata possibile.
Non so se c'ho preso ma di meglio non sono riuscito a fare ;)
Prima c'è una stupenda inquadratura che risale una scala mobile.
Stesa sulla stessa c'è una sposa, vecchissima.
Come saper creare un prologo di un minuto che già riesce a stupire e incuriosire lo spettatore, lezione N° 1.
Poi parte il film e per la prima mezz'ora ci sembrerà di essere ripiombati nei meravigliosi Ai confini della realtà di decenni fa.
Un poliziotto arresta due fratelli, spacciatori (mi pare).
Escono nella tromba della scale del loro appartamento, pistola puntata addosso.
I 3 cominciano a scendere le scale perchè l'ascensore non funziona (anzi, NON ESISTE, particolare importante).
Arrivano al primo piano, il prossimo nel prossimo ci sarà evidentemente l'uscita.
E invece no, e invece sotto al primo piano si ricomincia, c'è il nono.
Il poliziotto stenta a crederci, in una bellissima scena (mi pare in piano sequenza) scende ancora una volta tutti e 9 i piani.
E non solo dopo il primo ci sarà di nuovo il nono, ma in questo ritroverà i due ragazzi che aveva lasciato lassù, 8 piani sopra.
Bellissimo, The Incident ci ha conquistati già.
Appena dopo siamo in tutt'altro luogo.
Anche fotograficamente il passaggio da un posto all'altro è magnifico, passiamo dai lividi grigi del primo episodio ai caldissimi colori del secondo, ambientato lungo una strada desertica, strada che una famiglia sta attraversando per andare a trovare l'ex marito di lei e padre dei suoi due figli.
Alla guida il nuovo compagno.
Anche in questo episodio c'è un "incidente", ovvero un qualcosa che porta ad una situazione tragica, persino mortale.
Nel primo è lo sparo del poliziotto, nel secondo il grassone che fa cadere l'inalatore per l'asma. In entrambi i casi i due affermano che c'è una forza oscura che li ha fatti "sbagliare", come se non avessero possesso delle loro mani.
E in entrambi i casi, prima, abbiamo sentito un'esplosione.
O.k, mi sto addentrando in una mia possibile spiegazione, spiegazione però che preferisco dare a parte, alla fine.
In questa prima parte meglio parlare del film, a prescindere dalla sua eventuale comprensione o no.
E c'è poco da dire, The Incident è tanta roba.
Forse il suo diventare troppo cervellotico e leggermente ripetitivo lo declassano dallo status di super gioiello ma è indubbio poter dire che film così li vedremmo tutti i giorni.
Girato veramente alla grande, fotografato anche meglio (come scritto sopra il contrasto cromatico tra i due episodi è splendido), recitato molto bene (anche se un paio di attori non convincono del tutto) e, soprattutto, capace di creare un'atmosfera davvero unica, angosciante e interessante insieme.
Io adoro i film simbolici e quelli dove ci sono piccoli dettagli che poi si rivelano importantissimi. Magari ne parlerò meglio nella "spiegazione" ma è giusto anticipare questa cosa, perchè El Incidente in questo eccelle.
Però, tra qualche anno, quando ripenserò a questo film la cosa che più mi sarà restata dentro sarà probabilmente la scenografia.
Quella tromba delle scale piena di 35 anni di oggetti "ripetuti e rigenerati" è magnifica, sia concettualmente che visivamente.
E quello zainetto che diventa quasi un Dio moltiplicatore di pani e di pesci geniale.
E' molto interessante come quasi sempre nel cinema si sia rappresentata una condizione "infernale" attraverso la ripetizione.
Attenzione, non l'eternità tout court (che quella è insita, per forza) ma l'eterno ripetersi delle cose.
In questo senso - anche perchè poi pure questo film ha forti legami col concetto di elaborazione del lutto e di senso di colpa - direi che il grande Triangle è un buon punto di riferimento.
Ma la storia del cinema ne è pieno dell'uso di questo concetto.
Qui però, impossibile negarlo, la resa visiva è tanto semplice quanto geniale e riuscita.
In realtà funziona un pò tutto in The Incident anche se, paradossalmente, più il film svela soluzioni più ci si ingarbuglia.
Non mancano le scene emozionanti (la morte della bimba), fastidiose (il sesso tra i due vecchi) e quelle difficili da decifrare.
Ma il film non cala mai, anzi, ha un'andatura abbastanza imponente anche grazie alla splendida colonna sonora, quasi epica, che ci trascina emozionalmente in più di una scena.
Anche lo spettatore meno attento capisce che il film è metafora di qualcosa di superiore, del resto nello spiegone del vecchio tutto questo ci viene addirittura detto.
Ma è indubbio che per quanto il film provi a spiegar(si)e dubbi restano, anzi, in alcuni casi si ingigantiscono.
E allora proviamo a tirare le fila, almeno per come ci sono riuscito io
POSSIBILE SPIEGAZIONE DEL FILM
A volte nella vita accadono "incidenti", ovvero episodi molto brutti, in gran parte casuali, che ci segnano per sempre.
Ora, nel film ne vengono mostrati almeno 4 ma ci tengo a dividerli in due categorie.
Il primo tipo di incidente non è tanto un omicidio ma un inerme dover assistere alla morte di un proprio caro.
In questo senso sono da leggere la morte del bambino sulla zattera, quella della ragazzina e quella del fratello spacciatore.
In tutti e 3 i casi ad assistere quelle morti era presente il fratello delle vittime (non ricordo se nella zattera fosse il fratello ma comunque c'era un legame fortissimo).
Non ci sono colpe evidenti, solo piccole colpe (come il bambino che ha dimenticato l'inalatore o il giovane che ha denunciato alla polizia il fratello).
Fatto sta che ci saranno delle morti (provocate però da altri).
In quel momento questi tre giovani entrano nel primo loop di 35 anni.
Attenzione, il varco spazio temporale ripetitivo non si apre dopo la morte ma dopo l'incidente (il ferimento con lo sparo, la bimba che ansima e non ha l'inalatore etc...). Questo piccolo dettaglio potrebbe essere decisivo per la mia spiegazione finale, quella riguardo le due realtà alternative.
In ogni caso ci sono 3 loop, uno è una zattera che non tocca mai terra, uno è una strada che non finisce mai l'altro una tromba delle scale senza via d'uscita.
Dopo 35 anni però "appare" una via d'uscita, la terraferma e il furgone, la volante della polizia, l'ascensore.
Se quelle persone (che nel frattempo sono comunque invecchiate, anche se in una realtà fittizia) decidono di prendere quelle vie d'uscita non solo si ritroveranno in un altro loop ma diverranno vere e proprie assassine.
Il bambino della zattera diventerà così il principale responsabile della morte della bimba bionda, il ragazzino della strada diventerà il poliziotto che poi sparerà allo spacciatore, il fratello dello spacciatore diventerà il lifter (l'uomo dell'ascensore, si dice così?) che ucciderà lo sposo.
A sua volta, sicuramente, lì comincerà anche il primo loop della sposa, sposa che ha assistito alla morte del marito (la vediamo dopo il ciclo di 70 anni nel prologo).
Insomma, ogni personaggio incontra due loop, il primo dovuto ad un dolore e a un senso di colpa, il secondo dovuto più che altro alla responsabilità di aver ucciso.
Dopo 70 anni (quindi due loop) si muore.
Quando si entra nel secondo loop (quello che si crea attraverso le vie d'uscita) si dimentica completamente chi si era prima per diventare completamente un'altra persona.
Ma ci sono sempre elementi della vita precedente, il pezzo di bambù del grassone, la carta da gioco del poliziotto (ma anche i capelli nella giacca...) e così via.
Tutti i personaggi si ritrovano così imprigionati in due loop, in due incidenti. Ma è bello notare che il primo incidente di uno è sempre il secondo incidente di un altro, in una spirale infinita che si ripete ogni 35 anni. Questo ci richiama anche il gioco di carte MUTUS NOMEN DEDIT COCIS che vediamo all'inizio, trucco di carte (lo trovate su internet) che ha alla base la corrispondenza biunivoca, ovvero quella corrispondenza per cui ad un elemento di un insieme corrisponde un solo elemento di un altro insieme.
E, se ci pensate, il film è tutto qui, un gioco di "coppie" tra due personaggi.
Quando finisce un loop, 35 anni, e si crea un portale di uscita, a chi ha deciso di andar via viene offerto un libricino. In questo libricino c'è la foto della prossima vittima (lo spacciatore, lo sposo) e il modo in cui bisogna ucciderla (la pistola, l'ape). Se ci fate caso appena si entra nel secondo loop si è letteralmente cattivi (guardate il ghigno del poliziotto e quello del lifter) e si compie subito l'omicidio. Appena fatto l'omicidio si torna in sè e ci si rende conto che quel gesto è stato manovrato fa "forze oscure", lo dicono proprio nel film...
Prima c'è sempre un'esplosione, che potremmo leggere come l'apertura di un varco spazio-temporale, quello dove i protagonisti verranno rinchiusi.
Riassumendo
1° incidente (involontario, che genera dolore, pau e piccolo senso di colpa)
1° loop di 35 anni
Si forma una via d'uscita (furgone, volante, ascensore)
Si prende quella scappatoia e si diventa un'altra persona
2° incidente in cui si è esecutori materiali dell'omicidio
2° loop in cui appaiono oggetti della vita precedente
Morte (dopo 70 anni)
o.k, credo di aver fatto un buon lavoro (ho finito tutti i neuroni) ma le domande restano, e tante
Cosa significa tutto questo?
Beh, pare che quando ci accadono avvenimenti troppo brutti (e cosa peggio della morte di fratelli o compagni?), avvenimenti di cui in qualche modo ci sentiamo responsabili, il nostro cervello entri in un vortice di dolore, pentimento, paura, elaborazione del lutto e senso di colpa.
La nostra vita reale continua ma in questo universo parallelo noi restiamo in quel limbo, senza possibilità di una via d'uscita.
Poi, dopo 35 anni (immaginari e paralleli) di espiazione, si forma una via d'uscita ma, paradossalmente, non dobbiamo prenderla.
Perchè prenderla significa diventare un'altra persona e reiterare l'incidente.
Cosa dice il vecchio nello spiegone infatti?
"Ricordati! Tu sei Daniel! non prendere quella volante!"
E' come se dovessimo accettare chi siamo, quello che ci è successo e non prendere facili vie d'uscita
Come si esce quindi da tutto questo?
Non lo so, il film di sicuro ci suggerisce che prendere i portali d'uscita, quelli che ci trasformano in altri, è solo sbagliato, entreremmo solo in un altro loop scatenato da un nostro omicidio
Quindi cosa fare?
Semplicemente non entrare in quel furgone, in quella volante e in quell'ascensore?
Non lo so, il film purtroppo non ci mostra alcun personaggio che resiste alla tentazione, anzi, ci suggerisce l'idea che questa sia una spirale senza fine, una spirale infinita di nuovi incidenti, nuove morti, sempre in un rapporto biunivoco tra due personaggi
Eppure quelle scene alla Mommy ci mostrano una vita alternativa, quella in cui sia lo spacciatore che la bambina sopravvivono, quelle in cui i personaggi che si sarebbero creati (il grassone, il poliziotto) continuano la propria vita per poi morire tragicamente.
La cosa dà molto da pensare.
E' quella una vita alternativa?
Oppure, al contrario, quella è la vita reale, quella in cui nessun incidente è successo?
Anzi, quella in cui nessun incidente ha portato alla morte? A tal proposito ricordo che il loop comincia prima della morte, a suggerirci che forse è solo un nostro universo parallelo dove le cose sono andate male e che quindi quei loop mentali altro non sono che nostre realtà alternative in cui invece la tragedia è avvenuta.
Realtà parallele create dal nostro terrore e dalla nostra angoscia di una possibile tragedia.
Non lo so, pensatevi voi.
Io non ho più forze
7.5 / 8
Credo che riuscire a mettere in fila un discorso di senso compiuto per spiegare sto film sia già di per se un'impresa, ma ci sei riuscito alla grande, non avrei saputo fare di meglio.
RispondiEliminaPassando al film, riguardo alla parte tecnica non c'è bisogno di aggiungere altro, concordo in pieno, davvero un gran bel lavoro, la trovata del rigenerare lo scenario ogni giorno, con annessi cibo e oggetti l'ho trovata davvero una genialata, non potevano trovare un modo migliore per giustificare la sopravvivenza dei personaggi.
Riguardo al loop e alle varie connessioni e conseguenze, tutto ciò che hai spiegato lo trovo corretto, anche se ho notato un dettaglio in più, giusto per mettere un altro tassello.
Prendila con le pinze è una mia teoria e potrei sbagliarmi: quando verso la fine c'è la scena dove si vede come le vite reali dei protagonisti sarebbero andate, sia al poliziotto che al compagno della mamma a un certo punto va a rotoli la vita, il primo va in galera e il secondo finisce ubriaco e solo...entrambi si tolgono la vita...secondo me quel punto di non ritorno a metà della loro vita è proprio dovuto al fatto che il loro alter ego nell'altra realtà ha deciso di andarsene e leggere il libro rosso (infatti le età corrispondono)...quando viene mostrata la vita vera del ragazzo spacciatore, si vede che è felice fino a quando ha l'aspetto del suo alter ego nel loop...poi la scena si interrompe e vediamo lui vestito da lifter pronto a iniziare il suo nuovo compito...segno di un presagio che di li in avanti, la vita del vero lui andrà a rotoli di conseguenza.
Non so se è chiaro, spero di sì, ma ripeto potrebbe essere un'interpretazione sbagliata.
Una cosa che credo è che la scena della sposa finale, sia lei che è morta decidendo di spezzare il loop, il fatto che tenga il blocchetto rosso in mano presumo sia dovuto al fatto che fino alla morte ha resistito alla tentazione di leggere ed andare avanti. (se lo avesse fatto prima, in teoria il libro rosso ce lo dovrebbe avere il suo successore e non lei che è morta giusto?)
In ogni caso film eccezionale, adoro questa roba stile Memento, dove alla fine ci si ritrova a dover ricomporre tutti i pezzi.
ahah, ma è anche vero che c'ho passato du giorni e mezzo a pensacce eh...
Eliminal'avessi scritta subito non avrei tirato fori un ragno dal buco
la scenografia è straordinaria, come creare un qualcosa di grande con 5 oggetti e una location
veramente suggestivo...
cazzo gianluca, ma sai che non ho capito? dopo lo leggo molte altre volte e ci provo...
la scena della sposa è strana...
perchè in teoria quella è dopo 2 loop (70 anni), non sembra proprio poter essere dopo un loop
insomma, ha 90 anni, non 60
questo è strano perchè comunque a 60 anni, in teoria, avremmo dovuto vederla con altre fattezze, non sempre lei vestita da sposa, mi segui? tutti cambiano aspetto, vestiario etc..
sembra quindi che lei sì, non abbia preso la via d'uscita, sia rimasta dove era
però perchè allora quelle scale mobili e non il corridoio dell'hotel?
e quella è la vita reale?
non so, un casino ;)
Ce credo, ci ho messo mezz'ora io a scrivere il commento sopra e ci si capisce poco e niente, se ci avevi messo una giornata e basta per scrivere tutto e anche bene ti facevo una statua.
EliminaComunque sul lato sposa in effetti, le scale mobili mi mandano al bar tutta la mia ipotesi...come dici te potrebbe essere la vita reale, ma allora proprio non trovo che significato possa avere quella scena...tra l'altro è sia l'inizio che la fine di tutto, quindi sicuramente non è buttata li a caso...ma proprio non saprei.
L'altra cosa provo a spiegarla meglio, ma più che una teoria è un'osservazione, che comunque non cambia la tua interpretazione, con cui concordo alla grande.
Allora, più o meno verso la fine vengono mostrate le vite reali dei 3 personaggi principali (poliziotto, compagno di sua madre con la camicia rossa, spacciatore).
Nei primi due casi si nota che ad un certo punto la loro vita va a rotoli per un determinato evento (il poliziotto trova la moglie con l'amante, lo uccide e va in galera - l'altro si lascia con la madre del poliziotto, comincia a bere e non si riprende mai più...entrambi si suicidano).
Per quanto riguarda lo spacciatore ci viene mostrata la sua vita fino a una certa età, poi la scena conclude ed immediatamente ci viene fatto vedere lui che prende l'ascensore, subito dopo aver letto il libro rosso)
Ho notato che nella sua ultima scena di vita reale ha esattamente lo stesso aspetto di quando prende l'ascensore, quindi di quando ha deciso di interrompere il loop.
Anche l'eta del momento in cui la vita reale del poliziotto e del tipo in camicia rossa va a rotoli, corrisponde con l'età di quando i loro alter ego hanno interrotto il loop e letto il libro rosso.
La mia ipotesi è che la loro vita reale vada a puttane, perchè i loro alter ego hanno interrotto il loop e letto il libro e che è proprio quello il motivo, per cui la scena di vita reale dello spacciatore si interrompe in quel modo... come segno che anche la sua vita di lì in avanti si distruggerà, come successo agli altri 2.
Penso e spero di aver reso un po' meglio l'idea.
ma no! io ci ho messo due giorni e mezzo a pensà il film, a scrive c'avrò messo venti minuti, ahah
Eliminadopo leggo tutto
anzi, leggo subito via
Eliminaallora
la sposa è giusto che sia in un altro luogo perchè ha 90 anni, circa 70 più della sposa
quindi è, come tutti, alla fine del secondo loop e quindi non può essere nel luogo del primo
il problema è che, appunto, allora dovrebbe essere un'altra persona e invece vederla vestita da sposa manda in vacca tutto
per questo potremmo pensare che lei non ha preso la via d'uscita, non è diventata un altro. E a quel punto però vaffanculo, doveva stare nel corridoio allora
intanto ci tengo a dire che noi vediamo la vita reale di 4 personaggi, non solo 3
vediamo anche quella di Daniel, con la crescita, la laurea, il matrimonio e tutto il resto
insomma, vediamo che la vita dei due personaggi giovani va alla grande mentre quella dei due di mezza età a rotoli
quelli di mezza età però non sono propriamente persone normali (cioè, non ne abbiamo certezza) ma noi li conosciamo solo come alter ego generati (il poliziotto di daniel, il grassone del bimbo sulla zattera)
ci viene quasi quindi suggerito che in realtà se l'incidente non ha portato alla morte le persone reali proseguono la loro vita felici mentre i loro alter ego avranno una vita brutta che li condurrà alla morte
ho capito cosa dice ma non mi torna
in teoria la vita che andà a puttane non sarà quella del giovane spacciatore ma quella del lifter, ovvero l'alter ego che è diventato
ricapitolando
grassone è un alter ego e vita a puttane
poliziotto è un alter ego e vita a puttane PERCHE' vita bella del bimbo che lo avrebbe generato
lifer è un alter ego e vita a puttane SE come vediamo la vita del giovane spacciatore va bene
insomma, per come si interrompe la vita reale del giovane spacciatorem(vita felice) in teoria sì, quella del lifter andrà avanti e finirà male
ma il problema è capire quale è la vita reale
cioè, se il grassone da vecchio dice a Daniel "tu sei Daniel!! non prendere la volante" e questo invece la prende diventando il poliziotto, allora perchè alal fine ci mostrano la vita di Daniel andata bene?
è quella la realtà? noi in teoria sappiamo che lui ha sbagliato, ha preso la volante e il libretto,non so
un casino :)
ho scritto da cani, ma ormai è andata, ahah
Eliminaper capirsi quando dici che secondo te anche la vita del giovane spacciatore si distruggerà sbagli, nel senso che nel film non vediamo nessuna vita "principale" andare a puttane (il bimbo, il giovane spacciatore) ma solo quelle degli alter ego generati dal primo loop
Eliminainsomma, al poliziotto e al grassone non puoi paragonare il giovane spacciatore ma devi paragonarci il lifter (che, o.k, è un suo alter ego ma non è lui)
Ok ho capito che l'abbiamo interpretato proprio diversamente, mi sono anche rivisto la scena perchè non me la ricordavo benissimo come credevo.
EliminaTu in quella scena consideri separate le vite di daniel/poliziotto e spacciatore/lifter.
Io le ho considerate proprio come la stessa vita, cioè per me poliziotto e lifter sono daniel e spacciatore da grandi anche nella scena di vita reale...probabile che mi sbaglio io
sì, come scrivo in rece secondo me c'è una realtà parallela in cui si creano quegli alter ego e poi la vita reale
Eliminaanche perchè, ti chiedo, come fa ad esempio Daniel a diventare poliziotto sennò? ci diventa nel loop ma nella vita reale non abbiamo alcun elemento per cui diventi quel poliziotto
non so
pace ;)
La realtà parallela è fuori discussione che ci sia, io dico che nella vita reale si vede daniel che si sposa e poi lui diventare padre, sparare all'amante e andare in galera...questo intendo con daniel/poliziotto stessa persona...secondo me è sempre daniel che diventa poliziotto anche nella vita vera.
EliminaDaniel cresciuto e il poliziotto hanno lo stesso aspetto nel loop...presumevo fossero la stessa persona anche nella vita vera.
Scusa se ho divagato, direi che abbiamo "discusso" anche troppo, meglio che mi fermo ahaha
Ciao Giuseppe,
RispondiEliminadato che si tratta della prima volta che posto un commento sul tuo blog mi presento: mi chiamo Giacomo e leggo il tuo blog da 4/5 anni almeno e sempre con enorme piacere. Gli articoli, le recensioni e le risposte che pubblichi mi offrono sempre degli spunti e delle chiavi di lettura stimolanti riguardo al cinema e, perché no, anche su altri aspetti della vita; grazie per la generosità, la pacatezza e il cuore che metti in questo lavoro.
Grazie davvero.
Venendo al film non posso fare a meno di condividere l'interpretazione data nella recensione: la chiave di lettura, un po'come in triangle, sta secondo me nella capacità di elaborare i sensi di colpa di ognuno e come questi di trasmettano di generazione in generazione (perché in fondo 35 anni al giorno d'oggi è il tempo che separa ogni generazione)
Un grosso interrogativo mi è rimasto sul cosa rappresenti il criceto... Perché la nonna di Daniel glielo passa a metà film mentre lui invece lo dimenticherà a terra?
E perché è l'unico a sopravvivere alla fine del film? (140 anni?).
Volevo chiederti se avevi notato quante citazioni, riferimenti e smaccati omaggi alla serie "Lost" vi sono contenuti: l'esplosione che causa i loop temporali, il titolo stesso dell'opera che richiama un episodio della serie, il personaggio di Daniel che da un certo momento in poi indossa una tuta da lavoro (tipo operai Dharma) con su scritto "Hugo" (come il personaggio che chiama tutti 'Coso') e che con i capelli lunghi somiglia in modo impressionante al Desmond della serie, la targa dell'auto che richiama il volo Oceanic 815, un libro scritto da James Sawyer, la capanna di Jacob dell'insegna stradale....
Ma sopra ogni cosa la colonna sonora che in vari momenti del finale ricalca spudoratamente i temi melodici ricorrenti della serie.
E probabilmente ci sono altri riferimenti disseminati.
Tra l'altro in questi giorni sto visionando la serie tedesca "dark" spinto e incuriosito proprio dalla tua recensione... E contenente anch'essa alcuni richiami su queste tematiche lostiane....
vengo a rispondere a gianluca e nello stesso istante che pubblico la risposta appari te :)
Eliminaciao! e grazie di questo tuo primo commento, i primi commenti sono sempre graditissimi specie quando arrivano da gente che ti segue da anni ma non ha mai avuto il "coraggio" di farlo...
complimenti bellissimi, grazie infinite...
guarda, molto interessante il tuo spunto sulla generazione, in effetti è vero, 35 anni sono perfettamente una generazione vissuta, bambini, adulti, vecchi
in realtà mi ricordo di aver letto questi giorni che il numero 35 ha anche un'altra valenza ma me so dimenticato...
essendo una dimensione alternativa si presume che gli animali non invecchino. E in più il criceto rappresenta la metafora dell'eternità (con la ruota, mi ero dimenticato di scriverlo in recensione)
piuttosto l'errore pare un altro, ovvero che ci sono sempre elementi della tua vita precedente (la carta, il bambù) ma in questo caso il lifter non è daniel ma il fratello dello spacciatore. Insomma, come sia finito il criceto in quel primo loop (e di conseguenza rimasto nel loop della sposa) non riesco a capirlo...
mamma mia se l'ho notati, non so come abbia fatto a non metterli in recensione. Io vedo Lost ovunque, figurati...
ma la cosa del titolo non ci avevo pensato! tra l'altro è proprio l'episodio che spiega il loop di Lost...
no vabbeh, ti sto rispondendo parola per parola e mi so accorto che ogni volta tiri fori na cosa geniale rispetto a Lost
ora ho letto tutto e niente, complimenti, hai trovato dei riferimenti talmente impressionanti che direi ufficiali, sono tutti richiami sicuri a lost, 100%
ma pensa te... devo fa legge sto commento a mio fratello
ah, dark è lostianasissima
e lì me sembra de avello scritto però, ahah
Beh... Che dire...
EliminaIn riferimento a Lost le citazioni di sprecano... Ho pensato quasi di aver a che fare con uno spin-off dell'ultima stagione (a un certo punto ho provato a vedere se riuscivo ad intravedere possibilità che la storia del film di svolgesse sull'isola!!)
Però sarebbe riduttivo... La sceneggiatura ci snocciola Delle tematiche esistenziali mica da poco.
Riguardo alla presenza del criceto (si chiama Gamen?) nell'ultimo loop (che per me è il primo loop in ordine cronologico): ha un suo senso... Si trova nella borsa dello sposo.
La sposa vedova sulla scala mobile a metà film donerà l'animale ad un bambino. Io ho dato per scontato che si trattasse di Daniel ma non ne sarei così sicuro....
Potrebbe essere suo padre bambino (che compare poi telefonicamente)...o chissà chi altro... Sta di fatto che poi il topo lo ritroviamo in camera di Daniel!
E in casa di Daniel troviamo tutti gli elementi che passano per la storia: l'auto della polizia giocattolo, la foto della nonna (per me è la vecchia sulla scala mobile anche se non ha molto senso), una ferrovia giocattolo con percorso ovviamente ad anello, le carte da gioco, il disegno fatto da Daniel di tre uomini in barca vicino alla spiaggia, un poster del famoso disegno con le scale di Escher.... Non ho individuato il film noleggiato dalla madre ma scommetterei essere un altro easter egg.
O forse è proprio l'intera vicenda ad essere tutta un immaginazione proprio del Daniel bambino....
L'idea centrale sembra essere quella per cui l'inferno in loop al quale sono condannati in questa dimensione distorta sia ciò che permette agli alter ego nella vita reale di essere felici. La benzina necessaria ad alimentare L'IO EMOZIONALE che passati i 35 non può contare più come prima sulla sola prestanza fisica....
Insomma... Ho aggiunto un po'di confusione all'insieme
Ora ho mal di testa... Ci rinuncio
Ma questo regista messicano ora lo tengo d'occhio
la serie DARK e' un capolavoro assoluto a mio avviso..bisogna vederla piu volte e ne scoprirai dettagli e riferimenti ad ogni fotogramma.. niente e' messo casualmente.. mi ha riportato ai tempi di lost
EliminaSi la serie Dark la trovo appassionante nonostante la tematica abusatissima...Devo ancora terminarla... Come atmosfere ricorda molto Les Revenants....
EliminaMi auguro che la prima stagione sia autoconclusiva perché non mi piace vedere trame stiracchiate come avvenuto con la serie Americana, che comunque in un senso o nell'altro è una serie che fa ancora parlare a distanza di anni...
ci sara' una seconda stagione che dovrebbe iniziare a giugno e dovrbbe chiudere il cerchio di risposte rimaste in sospeso e a quanto pare dovrbbe terminer li..
Elimina...appunto...ho finito di vedere la serie... infatti non avevo letto ancora tutta la recensione sul sito (non lo faccio mai su film non ancora visti). Infatti quando ho capito che sarebbe finita con un cliffhanger ho sacramentato non poco (colpa mia comunque)... comunque realizzato proprio bene sotto ogni aspetto.... Concordo con chi segnala predestination: sorprendente il racconto di Heinlein e forse anche di piu' il film (sicuramente la cosa meglio realizzata degli Spiereg Bros e con protagonista un'attrice - Sarah Snook - che avrei giurato fosse davvero una "predestinata" e invece l'ho incrociata solo su Black Mirror e poco altro)
Eliminaleggo commento per commento e riga per riga e rispondo a rate
Eliminasì sì, incredibile che un lostiano come me non avesse colto tutte quelle cose...
molto interessante quello che dici sul criceto...
però sarebbe davvero strano, noi sappiamo che la prima vicenda è quella della zattera, nel 1949 mi pare. Poi tutto ogni 35 anni, 1983 2018 (all'incirca)
quindi dire che quella è la prima in ordine cronologico mi confonde, prima della zattera? e' anche vero che essendo un film sui paradossi temporali tutto può essere...
piuttosto pensavo più alla presenza del criceto solo come oggetto simbolo del film, su ripetersi all'infinito
insomma, non un oggetto con la funzione degli altri presenti
no vabbeh, ho risposto a quella parte di commento senza aver letto quella dopo. Che dire, complimenti, davvero assurdo quello che hai individuato. E a questo punto l'ipotesi della vecchia-nonna di Daniel si fa sempre più corpo...
dovrei avere la forza di rivederlo
sì, il loop e la vita alternativa servono sicuro come parte emozionale della vita vera, lo dicono anche nel film. Però ancora devo mettere insieme dei pezzi anche se quello che dici mi piace molto. Ma non so come incastrarlo con gli incidenti e le morti
su dark la penso come te, io avrei preferito una stagione e basta ma questo solo perchè ho un brutto rapporto con la fruizione serie
comunque mi sembri proprio un espertissimo dell'argomento...
ah, credo che vedrò l'altro film di Ezban proprio oggi
o magari no :)
Ciao,
Eliminaper non farmi mancare nulla mi sono visto l'altro film di I. Ezban: "i simili"... Purtroppo (o per fortuna!) non un TRIP cerebrale come l'incidente di cui sopra... molto differente... più un divertissment (con tanto di giocosa autocitazione)
E direi che il risultato è comunque godurioso e magari testimonia la volontà di giocare un po' con i generi... specie con il grottesco...
Che ne pensi?
Te lo sei già sparato o avrai intenzione di recensirlo?
guarda, è dalla sera che ho visto the incident che ce l'ho davanti col play pronto per vederlo
Eliminae niente, ancora mai trovato la sera giusta
ma sì, lo vedrò e come tutto quello che vedo lo recensirò :)
buon giorno a tutti.. a chi piace il genere consiglio PREDESTINATION forse uno dei piu bei film sul paradosso della predestinazione insieme a l'esercito delle 12 scimmie , dark la serie netflix e timecrimes.. mi piacerebbe vedere una tua disamina propio su PREDESTINATION
RispondiEliminaeh, lo so, mi chiedono predestination da 3 anni, tutti
Eliminanon so perchè ancora non l'abbia visto ;)
su dark e timecrimes invece trovi le rece, il film spagnolo poi credo di essere uno dei primi ad averne parlato, ad occhio 8 anni fa...
agli altri rispondo dopo, a neuroni riposati ;)
Sul perché dei 35 anni penso che il riferimento sia al "mezzo del cammin di nostra vita " di Dante.
RispondiEliminainterpretazione molto interessante ma qui più che 35 anni di età si parla di intervalli di 35 anni, non so
Eliminae la mezza età, semmai, è a 45, visto che è quella l'età del primo loop (dopo gli incidenti avvenuti minimo a 10 anni, 20 nel caso dello spacciatore)
Cazzo loop temporali lo guardo al volo sai che sono un appassionato, non lo conoscevo!
RispondiElimina"sai che sono un appassionato"
Eliminaeh, come fo a sapello se sei un anonimo, ahah
ammetto, prima di pubblicare il mio commento mi sono letto la tua recensione e tutti i commenti sottostanti ....
RispondiEliminaquesta il mio commento
Loop temporali, ambientazioni contrapposte e quanto mai diverse tra loro, realtà non vissuta vs tempo che scorre, c'è davvero di tutto per farci venire il mal di testa. Tra tanti film visti, il più simile è TRIANGLE, ma anche per i continui riferimenti e citazioni (più o meno esplicite) il messicano EL INCIDENTE è un chiaro omaggio alla serie tv LOST. A parte qualche interpretazione un po' da soap opera, ad impressionare sono la fotografia, il montaggio, la regia, la colonna sonora e tutto l'intero comparto tecnico, ma l'originalità dell'opera è la sceneggiatura. Da oggi EL INCIDENTE sarà spesso da me accostato a Mulholland Drive, almeno per quanto è complicato ricostruirne la logica, la trama.
Prima di tuffarmi nello SPOILER, posso dire senza pudore che questo film è un gioiello raro
di seguito una possibile interpretazione....
Pluto (nome fittizio), da giovane, si ritrova in una situazione che per sua colpa può portare alla morte una persona a lui cara. In quel momento si innesca un "incidente" e si generano 2 dimensioni parallele. Una (che vediamo) in cui il nostro Pluto rimane incastrato in un loop temporale di 35 anni che è l'estensione all'infinito del luogo dove si è generato l'incidente e un'altra (che non vediamo quasi mai) che è la vita reale che prosegue. Nel loop se Pluto si tiene in forma, se va avanti, se non si abbandona, ...la sua vita reale prosegue in "positivo"; ma Pluto questo non lo può sapere. A scadenza del loop (35 anni) si verificherà un evento che permetterà a Pluto di uscire da loop, ma se Pluto deciderà di uscire dal loop, si trasformerà in Pippo (nome fittizio) entrando in altro loop di 35 anni dove questa volta sarà obbligatoriamente il colpevole consapevole della morte di altra persona, ma soprattutto la sua vita reale volgerà al peggio. Quindi Pluto dovrebbe non accettare la via d'uscita dal loop, ma l'avvertimento che riceve è confuso e l'alternativa troppo allettante
boh .... da vedere assolutamente se si è amato LOST e se si ama il genere viaggi/loop temporali e paradossi
VOTO ****
P.S. avevo notato tante citazioni di LOST, ma neanche la metà di quelli trovati nei commenti qui sopra
ovviamente d'accordissimo col tuo commento
Eliminae sì, credo che triangle (penso di averlo nominato anche io ma non ricordo) e lost siano forse i due riferimenti maggiori, uno per il significato l'altro per la struttura e i tantissimi riferimenti
bravissimo stefano, riassunto perfetto della ricostruzione!
non che sia sicuramente quella giusta eh, abbiamo visto che alcuni lettori ne hanno date altre ma mi ci ritrovo tantissimo
comunque dice che per capire meglio the incident bisognerebbe vedere l'altro film del regista, the similars...
"Bisogna immaginare Sisifo felice". Scrive così Camus alla fine del suo saggio filosofico riguardante il suicidio. Questa frase così forte mi è balzata in testa più volte durante la visione. La condanna alla ripetizione eterna e infernale di un gesto totalmente illogico e inumano, come quello appunto di portare un masso pesante da valle a monte, o l'essere insensatamente intrappolati in un palazzo dal percorso verticale eppure circolare, o ancora in una strada priva di inizio e fine, senza possibilità di uscita (a meno che...) e redenzione; e pensare al suicidio come unico vero scacco possibile, unica possibile Fuga all'ineluttabile condanna. E le anime di questo oltremondo così legate e influenti rispetto ai corpi e alla materialità della vita vera. Le anime che devono fare una fatica di Sisifo per rinunciare alla fuga (leggi suicidarsi), per continuare ostinate a scontare una così crudele e Assurda pena. Insomma, ognuno di noi ha il proprio Sisifo interiore, una pena da scontare, anche lontana, anche remota, profonda, inconscia: bisogna allenare il proprio Sisifo ad essere felice e sorridente quando il masso cade di nuovo a valle, ed egli si avvia, per l'ennessima volta, all'ennesima fatica.
RispondiElimina"Bisogna immaginare Sisifo felice"
Eliminapotevi non aggiungere niente ed era il miglior commento 2019 di suo
intanto già di sè il paragone tra Sisifo e le vicende del film è perfetto (io in rete non l'avevo fatto? shame on me semmai)
poi questa frase in cui aggiungi il concetto di felicità a quello di ripetitività lo rende ancora più pertinente
e va a colpire proprio l'aspetto più interessante eppur più complesso del film, ovvero quello per cui quei loop servono al nostro corpo reale per star nel miglior modo possibile
potremmo anche vedere l'uscita dal loop (che a loro pare positiva mentre invece non si dovrebbe fare) appunto come un suicidio
non a caso uscendo diventano altri
vabbeh, ho commentato sulle prime 8 righe e poi dicevi te la stessa cosa ;)
"ognuno di noi ha il proprio Sisifo interiore, una pena da scontare, anche lontana, anche remota, profonda, inconscia: bisogna allenare il proprio Sisifo ad essere felice e sorridente quando il masso cade di nuovo a valle, ed egli si avvia, per l'ennessima volta, all'ennesima fatica."
è la cosa più bella e geniale che abbiamo detto verso questo film
hai rotto il cazzo, ti aspetto a scrivere rece
e se me girano le palle questa la pubblico
Buongiorno a tutti, sono capitato su questo blog dopo aver visto ecercato informazioni su The incident.
RispondiEliminaA me pare una metafora complessa e quasi perfetta della vita delle persone nella società occidentale basata sulla credenza homo homini lupus, che comporta o essere vittime o essere carnefici o la morte.
Nella prima parte della vita solitamente si fa la parte delle vittime, poi avviene una crisi, chiamata anche crisi di mezza età, nella seconda si prova a prendere una rivincita .. molto genericamente.
MA l'autore ci suggerisce una possibile via di uscita rappresentata dalla sposa sulla scala mobile. Io penso che lei non abbia mai seguito le indicazioni dell'agenda rossa e abbia passato la seconda parte della vita fuori dal loop, infatti simbolicamente tiene il criceto nella mano, non nella ruota e giace su una scala mobile che sale; deduco che stia salendo dal fatto che il giovane che prende il criceto dalla sua mano sta scendendo giù.
Per cui secondo me il film è un invito a non cedere alla tentazione di rimanere nella dualità dopo la crisi di mezza età semplicemente ribaltando il proprio punto di vista.
Concludo aggiungendo che per la sposa che sale e interrompe il loop c'é un giovane (probabilmente nel film Daniel) che scende, mantenendo comunque l'equilibrio inalterato.
Poi ovviamente concordo su mezzo Lost preso e portato nel film ��, musiche comprese.
Film bellissimo visto 2 volte di seguito.
ma ste cose le hai tirate fori da solo?
Eliminasemplicemente straordinarie
ho solo scritto di getto il mio pensiero, mentre la mia autostima tralaltro mi suggeriva all'orecchio che fosse piuttosto banale :D Poi in fondo come sempre in tutte le opere veramente artistiche non c'è un unico senso. Ci sono suggerimenti e suggestioni che risuonano ad ognuno in modo diverso
Eliminasì sì, sono venute fuori 5-6 interpretazioni tutte valide anche se te forse sei riuscito a unire tutti i puntini
Eliminabeh, allora prova in futuro a scrivere ciò che pensi ;)
Grande film, appena visto.
RispondiEliminaMi pare abbiate già detto tutto o, comunque, a sufficienza.
Giuseppe, la tua interpretazione e quella di Michele, sono pazzesche.
Fondendole otteniamo un'ottima spiegazione, a seconda che si preferisca la dimensione fantascientifica o quella più umana.
Di una cosa credo di essere certo: la sposa non ha abbandonato il loop, per questo non ha l'abito distrutto e poi va verso l'alto,che sia metafora di ascensione o raggiungimento di una dimensione "più alta"? (Forse qui esagero...)
devo dirti che la sua mi sembra migliore, ahah
Eliminanon so, io l'ho scritta un pò a caldo, la sua mi sembra molto più pensata e analizzata
eh, il bello di questo film è che ogni idea sembra plausibile e pure bella, come questa tua, ahah
Gran bel film!
RispondiEliminaPremetto che questo è il mio primissimo commento su un blog e nasce in primis per risolvere un dubbio.
Il compagno della madre di Daniel ha l'opportunità di uscire dal primo loop dopo che l'uomo che condivideva la zattera con lui gli parla di un furgone (che rappresentava il passaggio alla "nuova vita") ma la mia domanda è, il grassone quando ha conosciuto la madre di Daniel ?
Nel film non viene specificato.
Il grassone subito dopo aver letto il libretto rosso sulla zattera si è diretto verso Daniel e famiglia per poi affrontare il secondo loop? - (Dato che nel caso di Daniel/poliziotto e spacciatore/Lifter il passaggio alle vicende appartenenti alle nuove identità è immediato).
La domanda resta:
"Come possiamo spiegarci la nascita del rapporto tra il grassone e la madre di Daniel e il relativo ingresso nella loro vita?"
Questo non mi torna.
Ho guardato il film solo una volta e avrei potuto pure saltare un particolare o addirittura uno scambio di battute che in realtà risponde a queste domande.
Per il resto filmone.
Ciao!
Eliminadomanda molto interessante ma sono troppo lontano dalla visione per rispondere a questo dettaglio ;)
già il film è talmente assurdo che, vedrai, faticherai a ricordare alcune cose dopo pochi giorni, figurati dopo più di un anno ;)
hai controllato se in tutti i commenti c'è risposta?