Lost è la cosa più grande che abbia mai visto, cinema, tv o qualsiasi cosa audiovisiva mai esistita.
Non è tanto una questione di qualità (immensa) ma di un'esperienza vissuta anni e anni, indimenticabile, e non più ripetibile in vita mia.
Edoardo nella sua rubrica ce ne parla, come al solito cercando di svelare qualche punto oscuro o interpretabile.
Certo, sono 10 anni che si parla di Lost e dei suoi segreti, sono usciti anche libri, ma magari può essere un piacevole ripasso o uno sprone per chi non l'ha ancora visto
Prima di iniziare quest’articolo è doveroso fare una premessa: Lost, e
tutta la sua tipologia di genere, si ispira nella modalità di realizzazione
alla serie televisiva Twin Peaks, per questo non è affatto rivoluzionario.
Una volta chiarito questo importante concetto possiamo anche inchinarci di
fronte a quella che considero essere LA PIU’ GRANDE SERIE TELEVISIVA DI TUTTI I
TEMPI.
Trama: Jack Shephard è su un aereo diretto da Sydney a Los Angeles: beve un
cocktail, flirta un po’ con la hostess, e improvvisamente l’aereo cade, si
schianta su un’isola, 48 sopravvissuti (72 in realtà)…è l’inizio.
Durante l’arco della sua carriera, J.J.Abrams non si è rivelato un grande
regista, nè a livello di idee, nè a livello tecnico. Eppure questa serie l’ha
davvero azzeccata.
Nelle prime due stagioni è tutto suggerito, lo spettatore non sa mai di
preciso cosa sta accadendo; poi arriva la terza, alcuni arcani vengono svelati,
la serie “cala” un po’ sia di suspance, sia di idee, e così anche nella quarta
e nella quinta stagione, per poi riprendersi appieno nell’ultima, con un finale
eclatante, che in molti però non hanno ben compreso. I personaggi sono
splendidi nelle loro complessità e in come tutte le loro personalità
cambieranno con le esperienze che mano a mano si troveranno a vivere: Jack
Shephard, un medico, il “protagonista”, e il personaggio che comunque funziona
meno, poichè ricalca in un certo senso la tipologia dell’eroe americano,
incorruttibile, sempre misericordioso con chiunque, nonostante le azioni
altrui; James “Sawyer” Ford, un truffatore dal lato comico disposto a tutto pur
di ottenere quello che vuole, ma che col tempo cambierà; Kate Austen, una
fuggitiva bellissima dall’animo nobile; Charlie Pace, ex rockstar e
tossicodipendente prima dello schianto, anche lui cambierà; Sayid Jarrah, ex
torturatore iracheno; Hugo Reyes, strano ragazzo vincitore della lotteria; John
Locke, interpretato da Terry O’Quinn, il personaggio che preferisco, una delle
migliori performance attoriali della storia delle serie Tv, il personaggio più
misterioso tra i sopravvissuti, prima dello schianto paralizzato, ora ha riacquistato
la mobilità.
E oltre a loro molti altri, tutti costruiti con una cura maniacale a
renderli unici nel loro genere, e a rendere Lost una droga, con lo spettatore
un ignaro tossicodipendente in crisi d’astinenza.
La serie tuttavia non è priva di difetti, come del resto non lo era Twin Peaks,
uno su tutti è la rappresentazione del Male come un fumo nero, immagine che non
è affatto efficace. Questo è dovuto in parte al pubblico al quale è destinata
(come per Twin Peaks), ovvero di tutte le età (tant’è che l’hanno trasmessa in
prima serata sia su Fox che sulla Rai).
Non importa comunque, perché più che sulle immagini vere e proprie, questa
serie è basata sul loro simbolismo, ed è proprio questo il punto forte: la
simbologia. Frequenti sono le citazioni alla Bibbia e filosofi, e a indicarlo
sono i nomi dei personaggi stessi: da Jack Shephard (Shepherd nella Bibbia è il
pastore), a John Locke (Locke era un noto filosofo), a Desmond Hume (altro noto
filosofo, David Hume), a Mr Eko (chiaro omaggio al teologo Meister Eckhart e al
grande Umberto Eco) e così è per tutti gli altri.
Ogni azione di per se non è importante in quanto tale, ma in quello che
rappresenta, come già detto per il fumo nero ( il Male), che anche se non è
un’immagine potente, è fondamentale per l’intento del regista, ovvero il
messaggio su cui si basa l’intera serie: il dualismo tra Fede e Ragione.
Tutti gli eventi che lo spettatore vedrà si basano su questo dualismo,
venendo dapprima mostrata una cosa apparentemente inspiegabile, e poi, dopo
qualche tempo, taac, arriva la spiegazione logica e razionale: il fumo
inizialmente verrà creduto un’allucinazione, l’isola fornita di una
inspiegabile “forza” attribuita a un eccessivo magnetismo, i misteriosi
individui che risultano essere scienziati (alcuni nati lì) che ricercano
relazioni tra l’isola e le persone, gli sbalzi temporali dovuti a una
esplosione nucleare, immagini di ispirazione biblica di due fratelli (dei quali
uno ucciderà l’altro per “salvarlo” dal male del mondo), eccetera, eccetera,
eccetera.
Perfino nell’ultima stagione, quando lo spettatore si trova a pensare che ciò
che sta vedendo è tutto ad di fuori della logica e soprannaturale, ecco che il
regista mostra, parallelamente agli eventi lineari, un’altra linea temporale,
dove Jack, evidentemente addormentato, viene svegliato dalla voce del pilota,
che comunica che l’aereo sta per atterrare a New York. Tutti i personaggi sono
presenti sul quel volo, e alcuni a New York a svolgere comuni lavori come
professori, musicisti, fisici.
Anche in questo caso arriva la spiegazione: tutta l’esperienza, le immagini,
gli eventi, tutto è scaturito dalla mente di Jack, per associazione di
immagini, nel frangente in cui era addormentato…ma non è così, è stato tutto
realmente vissuto, gli eventi e i rapporti, e quella che si crede essere la
vera linea temporale che spiega tutto è in realtà una specie di purgatorio,
dove tutti sono finiti, perché, anche se deceduti in anni diversi, dopo la
morte il tempo non ha più importanza. Coloro che hanno instaurato dei legami si
ritrovano, e presa coscienza di ciò, possono finalmente passare nell’aldilà.
Non mi dilungherò oltre, questo è solo un brevissimo riassunto, ci sarebbe
troppo da parlare, e non basterebbe un mese per tutte le citazioni alle quali
fa riferimento, tutti i personaggi, tutte le esperienze mostrate, per cui
finisco qui, ricordando il messaggio: alla fine sulla ragione vince la fede. La
fine non è la fine.
“Scacco matto, Mr Eko” Hugo Reyes
Spero in una puntata su Carnivale
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=yF9Cdb9Hjxg
La prima stagiona per me è veramente ottima,su tutti i fronti specialmente a livello tecnico:regia,fotografia,costumi,attori....
Lost molto bella ma io faccio parte dei delusi a me l'ultima stagione non ha convinto.L' ho trovata frettolosa e non esauriente del tutto
N.C.
Tutti i miei articoli che vedi li ho già scritti da tempo...arriverà anche Twin Peaks, ma Carnivale non l'ho mai vista, prima dovrei vederla...da ciò che so comunque, riprende il concetto di fondo di Lost, che a sua volta riprende da Twin Peaks: il simbolismo per rappresentare il dualismo tra bene e male
Eliminaio azzardo dicendo che a chi ama Lynch non puo non piacere sta serie(poi son solo 2 stagioni purtroppo)
EliminaE si ,se clicchi sul link ci sono i primi 20 secondi preceduti da una delle piu belle sigle mai viste ,dove si, questo dualismo fra bene è male è spiegato subito(troverai un volto familiare...)
Quello che fa la differenza rispetto a Lost ed a molte altre serie è l' altissima qualità(ne causò addirittura la chiusura perchè costava troppo)
Ad un certo punto mi sono perso e ciao...personalmente bella ma non eccezionale.
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