13.10.19

Recensione: "Starlet"


Terzo film di Baker che vedo (oltre a The Florida Project e Tangerine) e terza volta che ne rimango quasi incantato.
Più che altro è davvero impressionante notare come i 3 film si somiglino, come a Baker piaccia raccontare queste storie di sobborghi in cui ci sono persone così dolci e sbagliate.
E lo fa con "non-sceneggiature" in cui accadono anche cose inutili, altre incidentali e altre strane, a formare personaggi difficilmente definibili ma sempre amabili.
La storia di una ragazza che, per sbaglio, ruba migliaia di dollari a una vecchia.
E che per questo motivo diventerà la sua migliore amica.
Sembra la storia di un senso di colpa ma in Baker niente è mai sicuro, i suoi sono film in cui siamo noi a dover decifrare azioni e personaggi.
Delizioso.

E così il mio casuale viaggio a ritroso nella filmografia disponibile di Sean Baker (i suoi primi 3 film sono al momento introvabili o non hanno sub ita) è finito.
Buffo come abbia visto le sue 3 opere con tre fruizioni diverse, una al cinema - The Florida Project -, una su Netflix - Tangerine - e una, giocoforza, presa dalla rete, questo Starlet.
Anche se l'ordine in cui l'ho visti è perfettamente inverso alla loro uscita è facilissimo notare la straordinaria coerenza tematica e stilistica di Baker, coerenza talmente netta e lampante che, in futuro, non mi stupirei di usare espressioni come "à la Baker".
L'ormai 48enne regista indipendente americano (tra l'altro bello come un attore e apparentemente molto più giovane) ha delle caratteristiche talmente peculiari da farci pensare alla sua filmografia quasi come a un progetto unico.
Progetto in cui il regista vuole raccontare vite piccolissime, laterali, quasi sempre di sobborghi (non è tanto un regista di periferia quanto di sobborghi anche di grandi città).
Ma non è solo il soggetto a renderlo riconoscibile quanto il come realizza Baker i suoi film.



E lo fa con "non-sceneggiature" in cui niente è importante e tutto è importante, in cui avvengono anche cose che non hanno sviluppi (aspetto che in teoria è un cancro delle sceneggiature), oppure altre così, incidentali, quasi per caso. Se è vero che ormai i documentaristi sono sempre più legati ad un minimo di finzione (i doc di oggi sono in minima o buona parte sceneggiati) qui siamo nel caso opposto, ovvero alla presenza di un regista di fiction che usa le metodologie del documentario, ovvero quelle della mimesi con la realtà, del racconto anche del nulla, dell'assenza di eventi traumatici o di turning point, dell'osservazione di come può essere meravigliosamente semplice e casuale la vita.
Ma c'è di più, se i soggetti si assomigliano e anche il modo di "riprenderli" lo fa, c'è anche un altro aspetto che lega i 3 film di Baker in modo indissolubile, ovvero i personaggi.
Baker crea SEMPRE dei personaggi deliziosi, anche quando questi compiono cose non tanto belle o sono persone molto discutibili.
Nelle tre opere sono tanti i personaggi che di buono non hanno poi mica tanto, anzi, sono personaggi "sbagliati", persone che commettono un sacco di errori, hanno una marea di vizi, fanno cose non condivisibili. Eppure finisci per amarli praticamente tutti perchè il primo che li ama è proprio Baker. 
Un pò la cosa che accade con i personaggi di Dolan, amabili perchè amati dal regista.
E in questo Starlet, come già avvenne con i protagonisti di Florida e i trans di Tangerine, accade la stessa cosa.
Arriviamo quasi al paradosso di "voler bene" ad un personaggio davvero insopportabile e senza una minima qualità, come Melissa, l'amica della nostra protagonista.
Immatura al limite del patologico, una bambina di 8 anni nel corpo (bellissimo tra l'altro) di una 25enne, una che proprio non ci arriva alle cose e che non sa andare più in profondità del piangere per l'unghia che le fa male.
Fino a quando non va a sputtanare Jane a casa di Sadie (l'anziana) sto personaggio così stupido e negativo a me stava addirittura simpatico, specie nelle sue bambinesche sfuriate. Ma anche il suo ragazzo, altro 35enne che oltre a canne e XBox non va oltre, è un personaggio a cui non vuoi male, molto bakeriano.
Ma del resto lo stesso film parla di una vicenda apparentemente non etica di cui, però, percepisci quasi soltanto il lato buono della medaglia.

Jane, la nostra splendida protagonista (che ti rimane addosso quasi quanto la madre di Florida Project) trova almeno 10000 dollari (ma forse più) in un thermos (molto simpatica la discussione su thermos-vaso) comprato nel mercatino casalingo di un'anziana.
La ragazza non dice niente dei soldi alla legittima proprietaria (erano del marito allibratore) ma per una sorta di "senso di colpa/dovere etico" decide di diventare la migliore amica dell'anziana, passando il tempo con lei ed aiutandola in tutto.
Nel frattempo, comunque, sperpera parte dei soldi in cazzate e vezzi, è del tutto incoerente.
Ne nasce così un personaggio al tempo stesso "completissimo" ma di cui non riesci a capir nulla. Jane fa cose, Jane spende soldi, Jane è dolce con la vecchia, Jane accompagna l'amica per protestare col suo capo e, in un secondo, gli "ruba" il lavoro.
Lo spettatore non riesce ad inquadrarla, mai.
Come nello stile di Baker accadono tante piccole cose in cui non c'è bisogno di dare spiegazioni, è semplicemente la stessa vita che accade.
Non pensa mai ai ragazzi, è tremendamente acqua e sapone ma poi la vediamo anche con gioia e perversione girare un porno, sembra a volte anaffettiva ma poi fa cose per l'anziana meravigliose.



Su tutte la scena emozionantissima  della sala Bingo, quella in cui Jane compra tutte le cartelle che può perchè ha scommesso con l'anziana che se fa bingo la porta a Parigi (e poi, bellissimo, sarà l'anziana che per la prima volta in anni vincerà una partita).
Un personaggio davvero straordinario quello di Jane, contraddittorio come pochi ma al tempo stesso dolce e amabile.
Baker poi nei suoi film non è mai retorico, si ha sempre la sensazione che i suoi personaggi abbiano dentro una grande sofferenza ma non ce la fa mai vedere nè ci spiega da cosa derivi. Sono tutti personaggi senza passato ma di cui percepiamo che in quel passato ci siano stati molti traumi.
Proprio per questo il finale del film - ci torneremo - è di una grazia e sensibilità impressionanti.
Il film è bello da vedere, ha i soliti colori pastello amati dal regista (anche se qui in tonalità non accese come in Florida), sfrutta le strade, i tramonti, le albe, tutte cose che vediamo sempre nei suoi film.
La storia è talmente esile e alcuni accadimenti così "inutili" che a volte un pochino di calo di ritmo e d'attenzione lo provi. Non siamo ai livelli di Tangerine in cui veramente si avvertiva ad una quasi totale assenza di sceneggiatura ma siamo lì.
Il rapporto tra Jane e Sadie è magnifico (ma anche quello con Melissa è raccontato alla grande) e ci sono scene "sotto le righe" davvero emozionanti, come il ritorno allo zoo dopo 50 anni, la scomparsa del cane (ah, a proposito, Starlet è il cagnolino, maschio ma con nome da donna, quasi il preannunciarsi di Tangerine), la già citata scena del Bingo, l'amore di Sadie per Parigi, città che non ha mai visto.
Ci si diverte anche specialmente grazie al personaggio dell'anziana, a volte veramente graffiante.
Non sappiamo perchè Jane arrivi anche al punto di volerla portare a Parigi, fargli coronare quel sogno. Non credo che sia solo il vertice del suo senso di colpa, e non credo nemmeno che derivi dall'aver raggiunto un'amicizia così profonda con la vecchia.
O meglio, oltre questi due aspetti sembra la solita, improvvisa e quasi casuale decisione della ragazza, una ragazza che non riusciamo mai a capire quanto sia felice (sempre se lo sia) o serena.
Sembra quasi un regalo a sè stessa, per sentirsi meglio e forse il fuggire da un ambiente che sembra non voler perdere (lotta sempre moltissimo per mantenere quella stanza dal pappone) ma al tempo stesso sarebbe disposta a lasciare in un amen, come è suo carattere.
E arriviamo al magnifico finale, perla di sceneggiatura.
Sadie viene a sapere dei soldi rubati e di come, forse ,ogni azione di Jane sia stata fatta solo per espiare un senso di colpa, non per affetto.
La vecchia è triste ma non dice niente e decide di andare a Parigi lo stesso.
Fa fermare Jane al cimitero dove è sepolto suo marito. 
Ma questa volta non scende lei, fa scendere la ragazza.
Quello che vedrà la ragazza la farà restare di sasso.
Lo spettatore non capisce, poi, solo alla fine, la macchina da presa ci fa vedere cosa ha visto Jane.
Una vita che se ne è andata a 18 anni.
Sadie era rimasta ferita da quello che ha saputo di Jane. 
E la sua "vendetta" è stata di una dolcezza impressionante.
Ecco, ora ti faccio vedere veramente chi sono io, ti faccio vedere quello che ho perso.
Decidi tu adesso se vuoi davvero volermi bene o farmi del male, questa sono io.


12 commenti:

  1. Bello bello. Piaciuto tantissimo anche a me.

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  2. l'ho visto anni fa, è piaciuto molto anche a me xD

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    1. mi sembra che i sottotitoli italiani siano usciti solo l'anno scorso ma poco cambia :)

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  3. forse perché l'ho beccato su cb01, cmq il film che ho visto era coi sottotitoli, e l'ho trovato delizioso xD

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  4. Asa Akira e Manuel Ferrara a metà film mi hanno colpito. Sono forse i due attori porno più pagati d'America. Ho apprezzato tanto questo film perchè spesso quando guardiamo i porno ci immaginiamo gli attori come macchine da sesso, invece ovviamente sono dei poveri cristi come noi...Giuseppe posso azzardare una cosa? Penso che il personaggio principale sia Starlet.

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    1. stranamente avevo riconosciuto lui (mi pare che fu intervistato da le iene) e invece lei mai sentita

      dici? boh, non è che sei condizionato dal fatto che l'ha messo come titolo? :)

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    2. Si si ovviamente ho detto una cazzata. Mi piacevano tanto i primi piani del cane quando dormiva....mi mettevano tanta tranquillità...

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    3. ahah, e io che mi stavo arrovellando sul cercare di capirti ;)

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    4. Giuseppe non fare caso a quello che scrivo.... non sono per niente un esperto di cinema...amo solo i film che mi rimangono impressi e che cambiano il mio modo di vedere il mondo per un pò... e quel modo di dormire del cane per me era bellissimo..ma so che per altri potrebbe essere stato insignificante e per nulla necessario allo svolgersi del film...ciao TVB

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  5. Condivido parola per parola. Mi ricorda Carver appostato su un gradino apparentemente più basso della società. Il finale lascia senza parole con le lacrime agli occhi, mi è rimasta appiccicata per giorni.

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    1. bellissimo il riferimento a Carver che, ahimè, non ho mai letto però ;)

      e capisco benissimo l'emozione che hai provato nel finale...

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due cose

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3 ciao