19.1.16

Recensione: "I Origins"


Gli occhi come specchio dell'anima.
O come dimostrazione del contrario, che l'anima non può esistere.
Tra scienza e spiritualità un magnifico film sul destino, sulle coincidenze, sulle porte chiuse e sulla luce che filtra.

Questo film fa parte de La Promessa 2016 (1/15)


presenti spoiler


Gli occhi sono lo specchio dell'anima.
E io mica lo so chi l'ha detto, magari è qualcosa di orale che si perde nella notte dei tempi, magari l'ha tirata fuori un santone, oppure uno scrittore, oppure semplicemente è una cosa talmente ovvia ed evidente che ogni tanto si dice, come si dicono le cose ovvie ed evidenti.
Io non so chi l'ha detto ma credo fortemente che sia vera sta cosa, io che solo dagli occhi riesco a capire, o provo a riuscire a capire, se la persona che ho davanti è un'anima bella, se è sincera, se è vera, se ha sofferto, persino se è intelligente.
Cavolo, eppure son così piccoli gli occhi, e così simili gli uni agli altri, colori a parte.
Com'è possibile in così pochi cm quadrati (sempre se a cm quadrati arriviamo) riuscire a notare, intravedere, cogliere, sentire un caleidoscopio così vasto di percezioni e sensazioni?
Cavolo sì, se l'anima esiste dev'essere per forza in quelle iridi, perchè c'è più roba nascosta dentro un occhio che in tutto il resto del corpo messo assieme,

Ecco, in realtà I Origins, superba opera seconda di uno che aveva già tirato fuori una quasi superba opera prima, Mike Cahill (più giovane de me mortacci sua), dicevo I Origins non parla di occhi nella maniera lombrosiana in cui ne ho parlato finora io, insomma, non si interroga sul fatto se, osservandoli, gli occhi dico, noi possiamo capire che tipo di persona abbiamo davanti ma se possibile va ancora oltre.
E lo fa da due punti di vista.


Il primo è quello di un giovane genio, lo scienziato Ian (un formidabile Michael Pitt), uno che proprio attraverso gli occhi, all'evoluzione degli stessi, vuole dimostrare scientificamente l'impossibilità dell'esistenza di Dio.
L'altro punto di vista, opposto, è quello di chi, come Sofi, la ragazza di Ian, crede appunto che gli occhi siano una delle finestre su qualcosa che va oltre l'uomo.
Buffo no? entrambe le parti usano la medesima cosa, gli occhi, per dimostrare tesi contrapposte.
Ian è uno scienziato, e come tutti gli scienziati sta in una stanza chiusa piena di oggetti, di verità, di fatti incontestabili.
"Guarda quella porta" gli dice Sofi "vedi che filtra un pò di luce?"
"Sì" le risponde Ian.
"Tu hai paura di far entrare quella luce, tu hai paura di capire cosa possa essere quella luce, tu hai paura di uscire fuori dalla stanza"
Eppure a Ian accadono tanti fatti strani. Coincidenze, certo, perchè le coincidenze accadono per forza insomma, un mondo in cui non accadessero mai coincidenze rappresentertebbe una coincidenza ancora più irreale.
Eppure Ian ogni tanto quando accadono ste cose un pò rimane stordito, sta lì e pensa, tutti sti 11 ad esempio, o.k, coincidenze, ma una sbirciatina su quella luce che filtra dalla porta gli viene da darla anche a lui, state sicuri.

Fatto sta che Sofi prova ad insegnargli la spiritualità, che non necessariamente è religione eh.
Ma niente, Ian non sembra cedere, anzi, la prende per ragazzina.
Un giorno la tira a sè in una situazione che apparentemente sembra abbastanza tranquilla.
La tira a sè troppo tardi però, troppo tardi.
Il dolore è insostenibile e a salvarlo c'è di nuovo la scienza, antropomorfizzata sotto forma di Karen, la sua bella assistente.
Karen è geniale quanto lui, una straordinaria ricercatrice.
Ma è donna, adesso pure mamma, e se una è donna e mamma la porta di cui parlavamo sopra, quella ai confini della stanza della scienza, è più pronta a spalancarla.
Ah, o.k, sto raccontando tutto il film, non che faccia male eh, sapete che degli spoiler interessa nulla, ma forse è meglio fermarsi un pochino per dire due cose più tecniche.
Lasciamo quindi Ian e Karen col loro bambino.
Cahill è un grandissimo regista. In soli due film ha dimostrato di curare gli aspetti psicologici dei propri personaggi in maniera talmente maniacale che sì, quando si parla di fantascienza esistenziale ormai il suo nome deve finire in cima alla lista.
In più è un regista che non ama spiegare, i suoi film non sono puzzle da ricomporre, ma un insieme di sensazioni, indizi, silenzi e segni che lo spettatore deve riuscire a far suoi.
Basta prendere i due finali, quello di Another Earth e questo.
Ha cuore, mano, poesia. E sa anche essere coraggioso nel mostrare la tragedia e il dolore.

Risultati immagini per i origins

Lei, la fantastica Berges-Frisby me la ritrovo dopo Alaska in un ruolo paurosamente simile, così simile che il sospetto che Cupellini abbia visto I Origins e scelto lei apposta per quel ruolo è assolutamente fondato.
Anche qui è modella, anche qui è una ragazza capace di innamorarsi in un amen, anche qui del suo passato sappiamo quasi nulla. Addirittura il primo incontro con Ian avviene in un luogo e con modalità praticamente identiche a quelle che accadranno poi con Germano.
Ma torniamo a Ian e Karen.
C'è una scena prima, bellissima, quella in cui lei gli dice di aver finalmente trovato quello che cercavano.
La loro emozione e gioia è infinita.
Ecco, scena banale apparentemente, quando in realtà dimostra come a volte i due mondi, quello freddo e insensibile della scienza e quello caldo e confuso delle emozioni, si possano fondere.
L'emozione della scienza, che bella cosa.
Del resto vale anche il contrario se è vero che alla chimica si paragona a volte l'amore.
Il film cambia.
Perchè alla giovane coppia di scienziati accadono cose che con i loro studi sembrano non appartenere.
"Ci deve essere una spiegazione" dice più volte nel film Ian.
E per cercarla viaggia, viaggia tanto.
Fino ad arrivare in India.


Gli occhi sono come il Dna pensava, unici e irripetibili.
Eppure no, eppure sembrano essere ripetibili, avere copie.
Non solo sembrano ripetibili ma anche esserlo in maniera cronologica, non contemporanea.
Ian vacilla quando vede quella meraviglia di bimba guardare gli occhi sul cartellone, i suoi stessi occhi. E Cahill sa benissimo che questa è la scena madre e per raccontarcela usa il movimento di macchina più bello del film.
Però Ian è uno scienziato e servono test, le sensazioni sono aria fritta.
Il test ci sarà ma non avrà gli effetti sperati.
O forse sì, il risultato è quello che Ian ha sempre sperato.
Perchè la paura di aprire totalmente la porta della camera è troppo forte.
Si torna a casa, si prende l'ascensore.
Ma Cahill non è d'accordo, Cahill vuole regalarci un finale meraviglioso.
E' sempre bello scendere le scale con una bimba in braccio, una bimba così bella poi.
Ma non è da tutti scendere le scale pensando, forse, di tenere in braccio il senso della vita.

48 commenti:

  1. Piaciuto molto. Scegliere "Motion Picture Soundtrack" per la scena finale di un film non è da tutti. Brividoni. Hai mai visto "Perfect sense"? Atmosfere simili. E Eva Green.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sei il quinto, considerando l'ottimo Ink qua sotto, che mi consiglia sto film.
      Sempre restando sulla fantascienza intimista e su Eva Green ho visto Womb, film molto interessante ma strano e irrisolto

      ho sentito i Radiohead in sottofondo per tutto il film, gliel'avevo detto al mio compagno di visione...

      Elimina
  2. Questo devo ancora vederlo, e da mesi sull'hard disk.
    Come Dado, comunque, ti ho consigliato e sempre ti consiglierò Perfect Sense. Me l'ha ricordato un po' anche The Lobster: anche se nel film greco si parlava di quanto inutile fosse l'idea dell'anima gemella, essenzialmene, e con la Green e McCregor del contrario. Ci credo: fortunati loro, ché si son trovati.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ma che fai, correggi i refusi?

      dio bono, ma lo so come scrivi eh...

      mi rendi sempre più interessato a Perfect Sense, addirittura ci hai visto Lobster

      McGregor però

      ahahhahaha

      (da come scrivi sembra quasi stiano insieme davvero, mi informo)

      Elimina
  3. La scena finale è stata un pugno nello stomaco.
    Poche volte mi è capitato di vivere una scena con una tale intensità da far male fisicamente.
    Difficilmente riuscirò a dimenticare quegli occhi.

    E smettila di scrivere frasi bellissime(tipo l'ultima della rece) che qualcuno finirà per chiedermi chi è sto G.A.;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pugno nello stomaco ma bello dai, una botta emotiva semmai

      bella sta cosa che un finale positivo possa far male fisicamente

      o.k, provo a smettere

      te ai tuoi amici fagli un test

      digli, secondo voi ste frasi le scrive

      1 uno scrittore americano sconosciuto e che non si è fatto mai vedere, tipo Salinger

      2 un santone indiano topo Osho

      3 un coglione che fa l'operaio alla Perugina

      poi fammi sapere come finisce il test

      Elimina
    2. Assolutamente bello!
      Un mix di emozioni talmente intense da far male.
      Ritengo il tatto il senso per eccellenza. Gli occhi tendono a peccare di superficialità nei rapporti umani.
      Spesso non andiamo oltre quello che vediamo, semplicemente perchè quello che abbiamo di fronte non ci piace visivamente.

      Una volontaria al test mi ha dato la risposta più ovvia;) assolutamente la terza.

      Ps: Tu lavori con il cioccolato???
      Sarai mica un umpa lumpa? Ahahah xD

      Elimina
    3. Molto interessante quello che scrivi.
      Però ecco, se mi dici che dal tatto invece hai informazioni più grandi su chi hai davanti nopn è che sono tanto d'accordo eh...

      cioè, ci sta che lo consideri il senso più importante ma secondo me nel capire gli altri boh...

      e certo, Nestleè Perugina, una delle più importanti fabbriche d'europa per il cioccolato

      l'anno scorso sono stato anche ai mitici Baci, quest'anno invece scarico direttamente dai camion le fave ci cacao che arrivano dall'Acfrica

      comunque c'è un post molto recente su ntutto questo, si chiama I Miei Tempi moderni

      o.k, test superato!

      Elimina
    4. Non intendevo dire che con il tatto si ottengono informazioni, ma che è quello più importante nei rapporti.
      Non è possibile leggere negli occhi.Non si può capire il vissuto di una persona da questo. Gli occhi riflettono quello che la persona vive il quel dato momento. Se è felice vedrai ilarità, se è triste dispiacere, ma non capirai mai se lo stato d'animo che l'accompagna è lo stesso che ha tutti i giorni della sua vita.

      Io mangerei cioccolata ogni giorno se solo potessi :(
      Perchè non mi hai copiato il link?
      Vado a cercarlo.

      Elimina
    5. No, io invece credo che dagli occhi percepisci a volte anche il passato.
      Come fossero rughe o ferite.
      In almeno due casi nella mia vita io dagli occhi avevo capito tutto.
      Certo, sono sensazionio, perlopiù parziali, ma gli occhi sono la più grande fonte di informazione non verbale per me

      io invece la cioccolata non la mangio

      e anche tanti degli altri operai, ti viene a noia dall'odore

      non l'ho copiato perchè non avevo voglia di cercarlo

      e perchè non volevo obbligarti a leggerlo ;)

      Elimina
    6. Interessante questa tua capacità.
      La persona devi averla d'avanti o basta anche una foto?
      Cosi provi a decifrare anche i miei di occhi xD ahahah
      Curiosa di sapere cosa può venirne fuori xD

      Elimina
    7. No Rachele.
      Non conta che occhi hai, o meglio, non conta solo quello.
      Conta come li muovi ;)

      Elimina
  4. Che bella recensione.
    I tuoi "spoiler", invece di rovinare la sorpresa, non fanno altro che rendere la visione del film ancora più appetibile.
    Come un vestitino di pizzo vedo/non-vedo.
    Ma dove hai pescato la seguente frase?
    "le coincidenze accadono per forza insomma, un mondo in cui non accadessero mai coincidenze rappresenterebbe una coincidenza ancora più irreale"
    Nel caso sia tutta farina del tuo sacco, e so che lo è, Chapeau bas!
    Mi è sembrato di leggere un passaggio di "L'illusione di Dio" di Richard Dawkins.
    Hai mai pensato di riprendere la tua passione per la scrittura?
    Mandi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, la metafora dei "miei" spoiler è la migliore che ho mai letto, mi rincuori...

      Giovanni, io per quello che scrivo sono più talebano di te coi film o coi libri.
      Nel senso che non solo riesco a scrivere mezza frase di altri, ma cerco anche di non prendere mai nessun concetto altrui e poi scriverlo a modo mio.
      E' per questo che non leggo mai una recensione prima di scrivere, non voglio avere in testa nemmeno mezza riga altrui

      insomma, scrivo sempre a tabula rasa e mettendo cose mie

      originali insomma, del tutto

      certo non nei contenuti, ma negli intenti sì

      sta cosa delle coincidenze poi mi è venuta nell'attimo esatto in cui l'ho scritta, s'è formata da sola

      in realtà la penso così ma non l'avevo mai scritto

      intendi per la lettura credo no?

      ci penso ogni singolo giorno, i libri sono stati un amore più forte del cinema, più intenso

      per tanti anni

      grazie amico

      Elimina
    2. Intendevo proprio la scrittura invece.
      Non sono solito ne "invasellinare" ne adulare il prossimo, anzi in questo sono proprio un talebano come dici tu...difficile che faccia un complimento che non sia sentito, come per te è difficile scrivere qualcosa che non sia tuo.
      Secondo me la scrittura è un dono che hai, lo si desume chiaramente leggendo le tue recensioni oppure il breve racconto "Catarsi" che hai condiviso qualche tempo fa.
      Dovresti coltivarlo...magari faresti carriera come Marcello Simoni (in un tuo genere ovviamente, non nel suo). Da bibliotecario a scrittore.....
      Tra una fava scaricata e l'altra, magari, potrebbe capitare anche a te.
      Tornando al tema spoiler....ogni trailer che mandano alla tv o al cinema ha un infinitesimo del tatto in quanto a spoiler rispetto alle tue rece.
      In qualche caso ti mostrano le uniche scene valide del film.
      E' sempre e solo una questione di gusto e di come si dicono le cose.
      Il fatto che il Titanic affondi o che i 300 di Leonida muoiano lo si sa da prima di entrare al cinema.....è come ci si arriva che è importante.
      Tu lasci intravvedere ma non sveli. Dici il cosa ma non il come dando però ad intendere che il come è interessantissimo: questo crea la giusta tensione nel lettore, che è sempre più portato a vedere i film che recensisci e che suscitano il tuo entusiasmo.
      Synechdoche, Kynodontas, Babadock, Interstellar...mica hai svelato più di tanto sulla trama ma di certo hai suscitato in chi ti legge la giusta voglia di vederli.
      E per quanto riguarda la lettura non preoccuparti...la voglia torna come le maree di dolore in Misery. Basta solo aspettare :)

      Elimina
    3. Se esistessero nelle nostre case intere pareti completamente inutili o se esistessero stanze intere dove poter fare ciò che si vuole ecco, sto commento sarebbe uno di quelli che stamperei e attaccherei sul muro.
      Che sarebbe bello avere una stanza piena ci cose belle intorno, che la guardi e senti stima, affetto, divertimento, passione, condivisione.
      Una stanza piena dei vostri commenti più belli.
      Questa stanza non sarà mai.
      Ma c'è questo blog che sarà anche una stanza mobile ma sempre un luogo dove rimangon cose resta.

      grazie

      Elimina
    4. Che bella cosa che hai scritto.
      Credo che sarebbero in tanti ad arredarti la stanza allora. Non vediamo i tuoi occhi ma con le tue parole ti fai voler bene :)

      Elimina
    5. o.k, mi serve un'altra stanza ancora me sa

      chiamo i muratori

      (grazie)

      Elimina
  5. Pellicola che come ti dissi ho visto su Sky e che mi fulminò subito, di una bellezza, intensità, intelligenza, sensibilità imbarazzante. Cahill, esattamente come te, lo adoro assolutamente, come adoro questo genere di film e come adoro Another Earth. E come ti scrissi nel post de "La Promessa 2016", questo è il film che mi ha esaltato di più di quella lista (anche se è uno dei pochi che ho visto), perchè è una gemma nascosta, una perla che ho scoperto proprio perchè conoscevo il regista e che mi ha trasmesso tantissimo durante e a post visione. Tutto è cesellato alla perfezione; attori bravissimi, regia validissima e una storia che per come è raccontata e per la profondità che ha dovrebbe essere più conosciuta. L'occhio, gli occhi, per me sono la parte del corpo forse più importante di tutte, che non potrei fare a meno. Ti permettono di vedere, di orientarti, di essere capito, ti permettono di piangere e quindi esternare emozioni, e poi ci permettono di vedere certi film, che per me sono linfa vitale per questa passione.

    P.S. Ma i voti poi non li dovevi rimettere? Forse li tieni solo per te per orientarti nelle varie liste che farai in futuro? Il mio qui è 8/8,5.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, io non volevo scriverlo per non essere tacciata come cacacazzi, ma Revu ha ragione. I voti dove sono?

      Elimina
    2. Feci un post solo sulla fantascienza esistenziale, non so se l'hai visto ma credo proprio di sì...

      Io appena visto Another Earth scoprii subito I Origins e proprio perchè lo volevo vedere da anni non l'ho mai visto alla fine ;)

      meno male sta promessa

      gli occhi, ho provato a descriverlo in rece, sono senza nemmeno alcun dubbio la parte più importante e significativa dell'essere umano

      senza nemmeno discutere. Anzi, sono l'unica parte profonda, l'unica trascendentale, per questo sì, se c'è un'anima la vedi solo là

      poi tu ne fai anche una perfetta descrizione dell'uso "strumentale" che hanno

      il più bello dei sensi forse

      per rispondere anche a Rachele avete ragione ma ci vorrà tempo a riabituarmi ai voti

      in ogni caso è lo stesso identico tuo, identico

      Elimina
    3. Certo che l'ho visto quel post, la adoro anch'io la fantascienza esistenziale e ho cercato infatti di recuperare tutte le pellicole che non conoscevo, I Origins è un degno film di tale genere.

      Sono perfettamente d'accordo con te su gli occhi.

      Riabituati presto, è bello e interessante confrontarli con te ;)

      Elimina
    4. Beh, più che degno direi, uno dei mejo anzi

      dai su, nemmeno c'è storia, occhi battono tutto 7 a 1

      anche il culo, che forse a 2 c'arriva

      azz, vedi elena qua sotto? con il voto avrebbe saputo quasi tutto senza leggere

      ha ragione Rachele

      una volta su mille eh

      Elimina
  6. L'unica cosa brutta del film è il finale.
    Non il finale ufficiale che è semplicemente stupendo, quello dopo i titoli di coda, inutile per un film del genere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chiama Federico che hai visto il film con me, senti che gli ho detto.

      GFli ho detto "dimentichiamoci sto finale, facciamo finta che era finito prima"

      inutile, banale, quasi dannoso, da pubblico di multisala

      Elimina
  7. ho giusto buttato un occhio (per coerenza con la locandina!) ma non leggo non leggo non leggo anche se la rece - mi par di intuire fra le righe - lasci trapelare che il film è bellissimo e allora aspetto di vederlo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahah, ottima ;)

      no no, ma te fai benissimo, non devi leggere senza aver visto!

      mortacci mia che non metto i voti va

      comunque è un 8 tranquillo

      aspetto conferme o sconferme

      Elimina
  8. Me lo sentivo io che questo era un film da cui potevi trarre una meravigliosa rece...ed eccola qua. Mi hai fatto rivivere l'intero film parlando delle scene più emblematiche ed emozionanti.
    Sono proprio contento che ti sia piaciuto (in realtà lo davo per scontato ;)
    I Origins è veramente un grandissimo film con delle tematiche affatto facili da affrontare, soprattutto alla giovane età di Cahill. In questo lui si dimostra un grande autore ancor prima che regista.
    Ho letto attentamente la tua rece, più di una volta, e voglio ribadirti che sei stato grande, quando si parla di questi film così profondi riesci a formulare frasi, periodi degni di nota. Personalmente ad esempio trovo grande il passaggio in cui scrivi della morte di Sofi, giocando col verbo tirare; o ancora quella tua trovata geniale riguardo le coincidenze, o la frase finale, perfetta e poetica così come le parole spese sull'importanza degli occhi e le loro funzioni. Anche per me la vista è il senso più importante e quello a cui sono più legato, (forse) quello più indispensabile. Vedere, guardare, osservare è ciò che preferisco. E poi sono una fra le parti più interessanti e affascinanti del corpo umano, sembrano quasi essere 'intrusi' sulla pelle che ricopre praticamente il cento per cento del nostro corpo.
    Noto poi con piacere il fatto che anche tu oltre a me (ma credo chiunque abbia visto i due film) hai trovato numerose analogie tra Sofi e Nadine (Alaska); come dici tu, sono paurosamente simili. Io ho notato lo stesso nonostante abbia invertito l'ordine di visione rispetto a te (prima I Origins, poi Alaska).
    Altra cosa meritevole...hai giustamente eclissato, non parlandone, l'assolutamente dissonante "post-finale" (ma davvero pensano che inserendo e coinvolgendo i nomi di 4 persone storiche, il prodotto finale sia più appetibile, migliore o cos'altro? Veramente, non ho capito la scelta :/)
    Penso che questo sia un film oggettivamente migliore rispetto ad Another Earth, pero' io continuo a preferire quest'ultimo, anche se di pochissimo(meno di mezzo voto) almeno in base alle emozioni suscitate alla prima visione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie ragazzo.
      Sì, Cahill è prima di tutto autore, poi regista.
      Ed è anche uno che cerca visi giusti, che ama pochi personaggi e vicende non tanto complesse (per plot). Perchè a renderle complesse ci pensano le caratterizzazioni e le iterazioni, la parte psicologica

      Ti giuro che già i complimenti fanno piacere, quando poi uno "cita" passaggi delle recensioni arriva un grande imbarazzo.
      Sì, quel "tira" l'hai inteso benissimo, bravo ;)

      gli occhi sono qualcosa di incredibile, non c'entrano una sega con tutto il resto. Sono l'unica parte completamente viva del corpo, l'unica che è specchio di qualcosa (o vetro cui guardar sotto).

      Eh, la cosa dei personaggi uguali è tamente evidente che secondo me Cupellini l'ha scelta dopo aver visto sto film. Anzi, forse ha proprio modellato il suo personaggio su questo. Troppe coincidenze...

      il sottofinale è da spettatore di Mistero, da thriller, fa perdere tutta l'atmosfera magica del finale vero

      io ho fatto finta di dimenticarmelo

      sul tuo ultimo capoverso risponderà o stanotte o domani a Rachele che ha appunto commentato Another Earth

      ciao!

      Elimina
  9. Primo commento della mia vita su un blog

    I Origins parla di estremi che si scontrano: scienza e spiritualità, vista e cecità, attrazione e derisione, coraggio e paura.
    Mondi distinti che, nella vita vera, potrebbero e dovrebbero fondersi, come si fondono i colori a generare infinite e meravigliose sfumature.
    Nel film questo avviene, con non poche difficoltà e a caro prezzo: gli eventi si susseguono in un perfetto disegno, fatto di mille colori, complesso come un mosaico e al tempo stesso semplice ma denso di significati come un simbolo stilizzato.

    Ian è razionalità pura, fredda, presuntuosa, quasi irrispettosa. La cosa più intelligente che fa è chiedere a Sofi “Non è che domani te ne pentirai?”, acquistando, lì per lì, da parte della sottoscritta, mille punti.
    Poi pian piano si rivelano i suoi rigorosi schemi mentali, su cui innalza solidi muri di pietra. Qualcuno disse “l’acqua scava anche la pietra”… e di acqua gli occhi di Sofi ne sono pieni.
    Lei è una di quelle donne in cui i contrasti si fondono davvero e creano qualcosa di quasi unico: è fragile e forte, incosciente ma sapiente, delicata e selvaggia; vede ciò che già sa, parla di parole vecchie millenni, ama il buio perché sa essere luce. Il suo spirito è una piccola e preziosa fiammella che nemmeno la morte riesce a spegnere.

    Lui, un po’ per gioco, le dice che le loro anime sono unite da tempo, che i loro atomi si erano già mescolati, ma quando lei non c’è più, rimane solo un qualcosa da dimenticare.
    Dopo sette anni, un matrimonio e un figlio in arrivo, lui quella scintilla la sente di nuovo. L’anima di Sofi è rimasta sotterrata nella sua mente, e basta un profumo per farla riaffiorare. Lei è come i soffioni che tanto amava, che, mentre nessuno li nota, spargono silenziosamente i propri semi al vento, aspettando solo il momento opportuno per germinare.
    E così le piccole crepe nei muri di Ian diventano enormi e le porte socchiuse non possono che spalancarsi.
    Lui non riuscirà a lasciarla andare una seconda volta e non potrà permettersi una seconda volta di aver paura di rimanere “intrappolato con una ragazzina”… ora nel vero senso della parola.
    D’altronde cosa poteva fare “se qualcosa di spirituale aveva dimostrato che le sue convinzioni erano sbagliate?” Solo gli stupidi non cambiano idea.
    Insomma… alla fine la ponderata e razionale scienza, trascinata dalla propria estenuante ricerca del vero, tentando di esaminare e giustificare quello che appare un “errore”, finisce a doversi piegare ad Altro (che, sapientemente e intelligentemente, non ha nome, né icone).

    Questo film per me è stato un pugno nello stomaco, ho vissuto due ore emozionanti e quasi dolorose.
    Poche volte ho sentito questo legame. Poche volte, ammetto, sono stata così rapita da un film.
    Raramente ho trovato in un film così tanti elementi della mia vita… fin troppi. Dal più “banale” legame tra due mondi, scienza (tesi di laurea sulla retina oculare!) e spiritualità, alla più intima, costante lotta con la paura. Mi terrorizza e mi avvilisce l’essere umano (me compresa) che non vuole vedere, sentire, provare, fare, per paura, e si aggrappa, immobile, alle proprie sterili e razionali certezze.
    Gli Ian della vita reale rappresentano il mio eterno e triste nemico.

    L’ho fatta lunghissima… concludo dicendo che per me, se non si fosse capito, è stato un gran film, intriso in giusta misura di simbolismo e richiami spirituali e non (una chicca la famosissima foto della bimba afgana di Steve McCurry, nel bar, molto somigliante a Salomina), nonostante qualche pecca (non ci crede nessuno che Karen è una matricola e il test delle immagini di Salomina è praticamente falsato dai giudizi corretto/non corretto di Grey).

    Ok, ora davvero basta!
    Grazie, ciao! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alla faccia del primo commento... ;)

      sembra quasi che hai condensato in uno tutti quelli inesplosi prima

      come al solito rispondo per punti e leggendo un pezzo per volta, quindi come al solito la mia risposta non sarà coesa, coerente e armoniosa

      1 sul perfetto disegno non ho capito che intendi, forse perfetto inteso come risultato no? perchè abbinato a disegno sembra quasi che ti riferisci a un destino prevedibile

      d'accordissimo sugli opposti

      2 mille punti positivi o negativi? perchè da come scrivi sembrano positivi anche se lo avevi presentato come personaggio negativo (e per molte cose lo è, eccome)

      su lei sono perfettamente d'accordo. Non riesco a capire se e quanto sia forte ma su quanto sia forte il suo animo non ci sono dubbi ;)

      3 la metafora del soffione è notevolissima, complimenti!

      Però io purtroppo non credo che la sua ricerca sia solo la ricerca di Sofi. Non son così sicuro che Ian faccia tutto quello che faccia perchè è riaffiorato un sentimento. Io ci vedo ancora quella parte da scienziato, da uomo che vuole capire. Il suo è un viaggio per sè stesso, per far crollare eventualmente dei muri che ha, per spalancarsi come dici te. Ma credo che Sofi, gli occhi, la bambina, siano un mezzo, non il fine. Un mezzo a cui lui tiene moltissimo eh, ma la sua ricerca è molto più alta, non solo quella di lei.

      L'Altro appare solo negli ultimi minuti, forse addirittura solo nell'ultima scena, per questo ho trovato il finale bellissimo. Io non so se Ian ribalti le sue convinzioni, ma certamente aggiunge cose, le allarga.
      E i dubbi che avrà Ian sono i dubbi che abbiamo avuto anche noi. In questo la sceneggiatura è perfetta

      "Raramente ho trovato in un film così tanti elementi della mia vita… fin troppi. Dal più “banale” legame tra due mondi, scienza (tesi di laurea sulla retina oculare!) e spiritualità, alla più intima, costante lotta con la paura. Mi terrorizza e mi avvilisce l’essere umano (me compresa) che non vuole vedere, sentire, provare, fare, per paura, e si aggrappa, immobile, alle proprie sterili e razionali certezze.
      Gli Ian della vita reale rappresentano il mio eterno e triste nemico."

      sto periodo è così bello e personale che non posso nè voglio commentare

      anche la tesi...

      son troppo contento che sto film ti abbia preso così tanto

      McCurry! gliel'avevo detto a Federico mentre lo vedevo che era la sua foto

      a pensare che è stato in mostra permanente a Perugia per quasi un anno...

      è vero, quella foto è un richiamo fortissimo, l'avevo notata anche io ma ho preferito nicchiare ;)

      dio bono che commento. Scrivi benissimo, non c'è mezza frase, parola o sintassi sbagliata

      e va bene l'anonimo ma in fondo un nick o il nome se pò mette eh

      o almeno il sesso (ma il pezzo su Ian come nemico, solo quello mi pare, ti tradisce)

      grazie a te ;)

      Elimina
    2. Ciao! Si, sono una persona che preferisce ascoltare (o in questo caso, leggere), più che parlare. Solo che quando parlo, poi si nota. Spero per te che sia il mio ultimo commento! Ora, purtroppo per te e per tutti, mi toccherà rispondere.
      Il tuo schema lo stravolgo e rispondo prima alle cose per me più importanti.

      Quindi inizio ringraziandoti e crogiolandomi nei tuoi complimenti! ahahahah
      No, sul serio…

      La ricerca di Sofi o la ricerca di altro, mezzi e fini... sono felice che mi tiri fuori la questione, perché avrei voluto parlarne e non l’ho fatto per non dilungarmi. Per me sono cose da guardare separatamente se vogliamo fare chiarezza.
      Facciamo uno zoom, puntiamo il nostro sguardo e la nostra mente sulla storia di Ian e Sofi.
      Che Sofi non sia il fine di Ian ci credo…è morta, scusa ma c’è poco da fare. Credo però che, dopo sette anni, un uomo non rispolvera i propri ricordi in quel modo (compra il profumo, rivede le foto, fantastica ecc ecc), se non avesse riscoperto qualcosa nella sua mente di, perlomeno, inebriante. Possiamo non dare un nome a queste sensazioni, ma, fosse anche solo per poche ore, quel ricordo, secondo me, diventa più travolgente di ogni sentimento stabile e per questo ho parlato di scintilla.
      Ora allontaniamo lo sguardo, diminuiamo lo zoom, e guardiamo il film nel suo complesso: tutta la storia è un mezzo, la stessa scienza, paradossalmente, lo diventa. Il mezzo non è per Ian, piuttosto per il regista; e il suo fine è raccontare qualcosa di molto più profondo e grande, e far riflettere noi spettatori, se vogliamo.
      Sofi, Ian, Karen, gli occhi, gli esperimenti diventano elementi di una storia che inevitabilmente finisce in secondo piano nel momento in cui si focalizza il messaggio... un po’ come quando da bambini si leggeva una favola e, alla fine, aldilà degli eventi, si manifestava una “morale”, talmente vera e densa da oscurare la storia stessa.

      Il disegno perfetto è fatto di tratti, che rappresentano eventi e dettagli che si delineano, si separano, si intrecciano e si riuniscono. È la storia, è il destino. Oltre ai tratti ci sono le sfumature di colore, che rappresentano per me i mondi che si fondono. È il messaggio.

      Ian Grey:
      uno che ha una modella seduta addosso a gambe divaricate che si chiede: “Non è che domani te ne pentirai?” lì per lì ho pensato , poi decade dieci minuti dopo.
      In realtà devo correggermi. Il suo è un personaggio più complesso di ciò che sembra. Si è superficiali a descriverlo solo come ho fatto io nel primo commento. Il nostro perfetto biologo è lo stesso che non crede al caso (numero 11), che crede all’energia tra corpi e anime, che allestisce una scena da tempo delle mele in metropolitana, che chiede a Sofi di sposarlo… allora chi è davvero Ian Grey? Tutte e due, come tutti, ma lui la forza di far convivere bianco e nero non ce l’ha, non è in grado.
      Il suo lato irrazionale esce fuori con lei, perché c’è lei e, soprattutto, finchè lei non comincia a “intralciarlo” nelle sue cose. Sentendo i bastoni fra le ruote, Ian pensa di indietreggiare, e poi… succede quello che succede. Lui si incamminerà per la sua sicura strada asfaltata. La strada sterrata non c’è più, e tutto sommato, sarebbe stato troppo difficile percorrerla.

      Sofi:
      Forte? Come una roccia. Come tutte le persone che hanno il coraggio di esprimere un’ideale, pur sapendo che chi le ascolta forse non lo capirà mai; come tutte quelle che sanno far vibrare i cuori e incrinare i muri.
      Questo non significa che non abbia le sue fragilità e i suoi punti deboli, come tutti. Ma d’altronde, in un altro film si diceva che la “fragilità del cristallo non è una debolezza, ma una raffinatezza”… e quindi, neanche a dirlo, un milione di punti.

      Concludo… il pezzo personale non è commentabile, ed è utile solo a motivare le mie sensazioni, nient’altro.
      Steve McCurry in mostra a Perugia… lo so bene e, ahimè, me l’ero perso e me ne pento!
      Che sono donna si intuisce dal fatto che ho scritto “me compresa” e “da parte della sottoscritta”, ma conta poco.

      Che dire? Grazie ancora…

      Elimina
    3. Insomma, ci si vede tra 3,4 mesi per un altro commento così mi pare di capire...
      O così o niente.
      A me va bene eh...

      vediamo

      capisco perfettamente il tuo perfetto discorso sul mezzo, ristretto e non.
      In effetti questo è vicino ad essere uno di quei film cosidetti a tesi, ossia quelli che vogliono dimostrare qualcosa. Certo, anche la struttura stessa del film, con la scienza e le sue ricerche, si prestava a questo tipo di scelta. In realtà, di solito, i film a tesi sono più freddi, assomigliano a dei paradigma.
      Qua invece la struttura è molto più complessa, emotiva, viva. Ma che il film abbia un obbiettivo, voglia dimostrare o mettere in luce qualcosa è evidente.
      Sofi è morta sì ma anche un morto può essere un fine volendo.
      Diventa invece un mezzo ma non un mezzo puramente strumentale, ma pieno di cose belle dentro. Insomma, Ian non è certo un mostro, questo "usare" Sofi lo vive molto intensamente, non da scienziato.

      Ian: in che senso non crede al caso per il Numero 11? crede che ci sia qualcosa di trascendentale nella cosa? non ricordo. Mi sembra solo che lui faccia di tutto per credere alla coincidenza (caso) ma sotto sotto sia molto turbato.
      Per me è un personaggio non positivo. Ma nemmeno negativo. E' così. Lui è un buono, uno che sicuramente sa far star bene le persone e uno che probabilmente sa anche emozionare. Ma ormai ha modellato la sua vita e la sua mente in un certo modo, prendere o accettare.
      E' uno di quelli che un pò se la racconta sempre diversa perchè raccontandosela invece per quello che sente equivarrebbe quasi a distruggere sè stesso, quello che ha costruito fino a quel momento.
      Ammettere o scoprire di essere nel torto o di avere annose convinzioni sbagliate è una auto coltellata alla propria vita difficile da darsi

      Sofi: Non so da dove viene la citazione. Quello che è bello di Sofi è il suo modo di dire le cose, affatto invadente, convincente, pesante. Lei ha grazia nel raccontare quello che pensa, Ian no. Anche perchè la grazia non fa parte, quasi mai, della scienza


      non ho capito, sei di Perugia??

      eh, era troppo facile scoprire che eri donna in quel modo, io l'ho scoperto in modo molto più intelligente

      ciao!

      Elimina
  10. Ok, sono d'accordo sulle varie considerazioni.
    Che Grey sia un mostro non l'ho detto, anzi ho fatto un passo indietro rispetto alla prima descrizione. Sul numero 11 forse non si esprime chiaramente, ma sicuramente ne è colpito, forse turbato come dici tu. (Tra l'altro, l'11 assume significati particolari in numerologia).
    La citazione su Sofi è tratta da "Into the Wild".

    No, sono del Cilento, ma a Perugia ho studiato e vissuto fino a pochi mesi. Ogni tanto ci ricapito.

    Sullo scoprire in modo intelligente che sono donna no comment! ahahahah

    Grazie, ciao!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Manuela!

      il fatto che tu abbia scritto Grey anzichè Gray mi potrebbe portare ad una ridda di battute, specie adesso che hanno trasmesso QUEL film in chiaro

      ah, figura di merda, ho visto Into the Wild 2 volte

      se ricapiti a Perugia potresti conoscere il redattore de Il Buio in Sala

      (non farci caso, è una cosa stupida successa su facebook)

      ciao!

      Elimina
  11. Gravissimo. Sarà il condizionamento mediatico di questi giorni.
    Grazie dell'invito.

    Ciao!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dicono tutti così...

      In realtà l'avrai visto e sarà anche uno dei tuoi film preferiti...

      Scherzo eh, ma su sto blog devi sta attenta

      Ciao!

      Elimina
    2. Magari sarà uno dei tuoi, visto che hai notato subito l'errore..
      Devi sta più attento tu, che hai una reputazione da difendere! Ahahahah

      Ciao!

      Elimina
    3. Io e la reputazione siamo, davvero, due rette parallele che non si sono mai incontrate...

      lo ammetto, l'ho visto 16 volte

      ;)

      Elimina
  12. Ho visto questo film qualche mese fa, non lo ricordo così bene da azzardare una recensione, posso solo unirmi al coro sopra: gran bel film! probabilmente costruito apposta per farti inumidire le guance.

    Ciò non toglie che mi abbia colpito per la sua bellezza (fotografia) e per quel senso di amore per l'umanità che ti sgocciola addosso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì Harold, concordo nel dire che forse un paio di scene un pò lacrimifere ci sono, però il film non è senz'altro un film retorico.
      Anche la sua costruzione, così complessa per certi versi, rifugge la retorica.
      Ed è bello che quell'amore per l'umanità di cui parli comunque non cancelli quello per la scienza che, a mio parere, comunque non esce con le ossa rotte da questo film

      è molto equilibrato

      Elimina
  13. Bel film su scienza e Dio, bello , intelligente e originale, però mi ha convinto poco il tema della reincarnazione: sembra che le persone siano più reincarnate e non " collegate" ....

    .....è una piccola sfumatura però è perfino avvalorata dal fatto che il film venga perfino ambientato in India (vedi buddismo).

    Ecco questa mia idea influisce poco sul film, pero io volevo (un po' come la maggior parte della gente) che si parlasse di più della cristianità e non di Dio come un ente puramente astratto e accennato...

    Comunque il film è da otto, però pecca in qualcosa....

    Ho visto che ci sono molte voci di un sequel.....

    La protagonista moglie di Ian l'ho già vista in un altro film molto bello che parla di ecoterrorismo : the east (con Ellen Page).

    P.S.: c'era anche Ethan di lost!!

    Comunque dai i origins sarà fondamentale per il cinema a venire (soprattutto sci-fi).

    A presto, Giacomo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, alla tua età sentire discorsi su questi massimi sistemi è notevole, a prescindere dal fatto di essere d'accordo o no.
      A me piace pensare al film come fuori dalle religioni, cristiane o buddiste che siano. Mi piace pensarlo come ad un qualcosa di prettamente "umano".
      Beh, lei l'hai appena vista anche in Another Earth (arrivo quando posso) ;)

      The East l'ha pure scritto lei, se non sbaglio

      ahaha, mitico Ethan, ogni volta che vedo un personaggio di Lost grandissima emozione...

      hai sentito di un sequel? vedremo!

      Elimina
    2. Si, logicamente bisogna pensare ai film come un qualcosa che ti insegna una morale, qualcosa di umano e perfino semplice (come le cose semplici della vita)...

      ....però a me ha sempre affascinato sapere qualcosa in più di un film : informarmi ,ad esempio, di un tema trattato (nel caso di i origins il gene trovato nell " eisenia fetida", per inception i sogni, per the martian la tecnologia spaziale, per "la grande scommessa" è "wall street " l'economia, per primer i viaggi nel tempo....e così via)

      Insomma vedere "oltre" (il film).

      Aiutandomi con Wikipedia , imdb e delle (soprattutto tue (insieme ai commenti del blog))recensioni.

      Perché un film può sì insegnare, ma dietro ad un film c'è tutto un lavoro fatto....ed è quello che a me piace....

      ....un po' come gli utenti e amministratori di imdb o altri siti che si interessano ai film ed è il loro principale hobby.

      P.S.: recensirai the neo demon demon di Refn e tutti vogliono qualcosa??? Io non li ho visti,ma sono appena usciti quindi forse li avrai visti.....

      Elimina
    3. è molto bello che tu usi i film per imparare cose ed informarti sulle cose, diventa quasi un uso anche didattico

      non tutti i film insegnano qualcosa o meglio non tutti i bellissimi film devono per forza insegnare qualcosa per me (ci sono migliaia di drammatici in tal senso) ma quando lo fanno prendi due piccioni con una fava ;)

      guarda, lascia perdere, sono andato al cinema a vederlo e quello era l'unico giorno della settimana che non lo facevano...

      niente, ormai credo di averlo perso in sala, uff

      dico refn

      Elimina
  14. Bella recensione.. Se solo l'italiano fosse più curato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ti ringrazio :)

      riguardo l'italiano non so far meglio di così, mi spiace

      Elimina

due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao