10.12.17

Recensione: "1922" - Su Netflix -

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Non è una nuova rubrica ma ho pensato comunque di raccogliere tutti i film originali Netflix insieme.

Piacevolmente sorpreso.
1922 è un thriller rurale con venature horror che ha il grande pregio di far prevalere la parte psicologica e "sommersa" su quella visiva e spettacolare.
Un adattamento da Stephen King che sembra ricordare però più Poe che il Re dell'Horror.
Tra omicidi di comodo, sensi di colpa, topi, fantasmi, figli segnati dal dolore, pazzia e solitudine un bel titolo che, per quel che cerca, fa benissimo il suo lavoro


Ma siamo sicuri che 1922 sia tratto da Stephen King e non da Edgar Alla Poe?
O.k, sì, siamo sicuri.
Ma non posso non pensare che il grande scrittore americano non si sia largamente ispirato all'ancora più grande scrittore della prima metà dell' 800.
C'è veramente tutto di Poe, il racconto in prima persona, le ossessioni, i sensi di colpa (cos'è 1922 se non un cuore rivelatore moltiplicato per 10 ?), i topi, i corpi dell'amata che ritornano, la tremenda base psicologica, i luoghi chiusi, la pazzia sempre crescente.
Un horror intimo, poeiano appunto, davvero convincente.
Non avrei mai pensato che l'ennesimo adattamento di un racconto di King, perlopiù realizzato appositamente per Netflix, avesse potuto portare ad un risultato così buono.
Niente da strapparsi i capelli, intendiamoci, ma un prodotto onesto che ha un grandissimo pregio, privilegiare l'aspetto psicologico a tutto il resto.
E in epoche di adattamenti grossolani e maldestramente spettacolari c'è da fare un applauso.

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Siamo nel 1922.
Classica famiglia di campagna americana, la casa, il capanno, il campo di grano, le mucche.
Il padre (un ottimo Jane) non ha alcuna intenzione di vendere la sua "roba", sua moglie sì, attirata dai tanti soldi e dalla possibilità di andare in città.
Il figlio sembra stare più dalla parte del padre, ama lavorare in campagna e poi l'amour, l'amour fou, lo colpisce per la sua coetanea vicina di casa. Il padre ne approfitta per plagiarlo e, visto che la moglie non fa un passo indietro, decidono di ucciderla.
Ne nasce così un thriller rurale molto interessante, forse sì un pelo televisivo, ma girato, scritto e interpretato con gran cura.
E con grandissima cura sono anche gestiti i rari, ma efficaci, momenti più strettamente horror, come il terribile omicidio iniziale (terribile perchè da lavoro pulito che doveva essere si trasforma in un confuso e inumano massacro), la prima scena del pozzo (lei e i topi) e le da lì in poi non rare scene di "fantasmi", ovvero i tremendi sensi di colpa che distruggeranno l'uomo, a volte rappresentati dai topi (ha visto questi divorare la moglie) a volte dal cadavere della moglie stessa, a volte, per non fargli mancare nulla, da entrambi.
Sì, ma non pensiate che queste parti rappresentino il fine ultimo del film. No, perchè, come dicevo, 1922 riesce a non svaccare mai, a raccontare la progressiva pazzia e solitudine dell'uomo (bellissime le scene nella tormenta e con la casa ormai a pezzi, ancora Poe...) e a darci la sensazione che la parte più subdola e "astratta" sia più importante della visiva.
Ci sono anche ottimi dialoghi come quelli all'arrivo dello sceriffo (davvero da cuore rivelatore, lui continua a dirgli del pozzo come quasi, inconsciamente, voler farsi scoprire) o quelli tra padre e figlio.


Un film che racconta di come un gesto terribile poi, a cascata, porti piano piano a conseguenze devastanti, come se fossimo davanti ad una specie di maledizione che, in realtà, maledizione non è visto che ogni azione e reazione presente nel film ha matrici assolutamente umane.
Quella famiglia è ormai segnata, quel figlio che fu costretto ad uccidere la madre è ormai segnato.
Qualsiasi azione, qualsiasi gesto, qualsiasi tentativo di cambiare le cose sembrano inutili, il film andrà verso un prevedibilissimo ma assolutamente coerente finale in cui nessuno si potrà salvare.
Belli i campi lunghi, belle le atmosfere, ottimamente realizzate le sequenze gore (penso allo schiacciamento del topo) in un film che forse ha il difetto di non decollare mai verso qualcosa di più grande ma dimostra come, senza strafare, si possano fare ancora bei thriller.

7

4 commenti:

  1. Gran bell'adattamento, non perfetto ma funzionale e recitato benissimo soprattutto da Jane.
    Concordo.

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  2. A me non è piaciuto particolarmente.
    Non saprei il perché.
    Forse dovrei leggere qualcosa di Lovecraft per capire meglio il groove del film.
    Non son tanto d’accordo con la tua interpretazione della figura del padre.
    Per me non si è mai pentito di aver ucciso la moglie.
    Di aver coinvolto il figlio si...ma l’ha pure detto.
    D’altronde lei nella scena dove è ubriaca si rende abbastanza odiosa.
    Dicono che il vino fa dire la verità e lei confessa di non aver mai voluto veramente suo figlio.
    Ci leggo una strana legge del contrappasso come filo conduttore di 1922
    L’uomo ha ucciso per avere quella terra e alla fine gli tocca venderla perché gli eventi sono precipitati ...e lo desidera senza rimorsi.
    Ma ormai la terra è dannata e la compra il suo peggior nemico , il diavolo se vogliamo .
    Si realizza il progetto che voleva sua moglie anche dopo averla uccisa per provare ad impedirlo.

    Ho sofferto tanto quando la vacca ( non la moglie) è caduta , cioè l’han fatta cadere nel pozzo ..pora bestia!

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    Risposte
    1. non so, ora non ricordo perfettamente il film ma di solito i film dove c'è il fantasma di chi hai ucciso che ti perseguita molte volte rappresenta un senso di colpa, un demone da cui non ti liberi
      non dico che non voleva ucciderla ma che il gesto che ha fatto l'ha portato alla dannazione, a maledirlo quello stesso gesto

      sì, ricordo uan donna particolarmente odiosa ;)

      sì sì, credo che la tua lettura-riassunto sia perfetta

      "la vacca (non la moglie", ammetto di aver riso

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