Un film che parla della guerra serbo-croata senza mostrarla mai realmente.
Quello che racconta sono le storie -nel 1991, nel 2001 e nel 2011- di tre coppie che per diversi motivi non possono vivere quello che vorrebbero.
Opera enorme.
presenti spoiler
1991 L'amore prima dell'inferno
Il sole è alto e sembra quasi avvolgere Jelena ed Ivan, stesi sulla spiaggia in una calda e apparentemente tranquilla estate slava. Si guardano negli occhi, si toccano un pò, rotolano e scherzano come tutti quelli che possono amarsi su una spiaggia solitaria.
Dice che vogliono andar via, a Zagabria, "in città", che forse, dove sono loro, la situazione tanto tranquilla a questo punto non è.
Arriva il loro amico per fumare qualcosa, Jelena va a fare un bagno al mare, il primo bagno di un film in cui quasi ogni luogo ed ogni gesto sarà visto e compiuto per tre volte.
Passano dei militari, la giornata sembra meno assolata di prima, si torna a casa.
E si scopre che Jelena e Ivan sono una specie di Giulietta e Romeno, qualcuno è serbo e qualcuno è croato, chi sia chi alla fine poco importa. Tanto quando guardi un film in cui ti appare una data, "1991" e vedi che qualcuno è serbo e qualcuno è croato non ci vuol poi tanto a capire cosa sta per succedere.
Ma ancora non succede nulla, siamo solo all'anticamera dell'inferno. E magari, andando a Zagabria, domani, poi staremo tranquilli.
Epperò c'è un fratello di mezzo, quello di lei, che non sopporta che la sorella stia con uno di loro.
Siamo alla spiaggia, siamo al chiosco, quel chiosco che è uno dei luoghi uni e trini del film. Suona la banda del paese senza sapere che 20 anni dopo invece in quello stesso luogo ci sarà un delirio al ritmo di musica house. Senza sapere che tra i clarinetti e le trombe di adesso e i d.j della house che verrà, in mezzo, ci sarà la guerra.
E niente, Jelena vien portata via a forza, Zagabria è lontana.
Mica nessuno ha mai capito cosa sia l'amore, quali le parole che possano rappresentarlo, quali i gesti che possano esaltarlo. Certo è che farsi km di corsa a piedi senza fermarsi mai e poi suonare una tromba per farsi sentire da lei, ecco, Ivan forse un modo per rispondere a queste domande l'ha trovato.
Il problema è che il Don Rodrigo di questa storia si chiama odio, si chiama guerra.
Una ragazza piange di disperazione.
2001, La ricostruzione e le ferite
I luoghi son gli stessi. Solo che non c'è più nessuno, i tetti sono scoperchiati, i muri divelti, gli uomini scomparsi.
Natasa torna con la madre alla casa natia, o a quel che resta di essa.
In quella casa morì a soli 17 anni il fratello, uno dei tanti del resto che fecero la stessa fine tra il 1991 e il 1995. La casa è sgarrupata, direbbe un guaglioncello napoletano. Natasa e la madre il napoletano non lo sanno, ma gli occhi ce l'hanno anche loro. E sì, è sgarrupatissima.
Sono due donne, e questi son lavori da uomini, da uomini che sanno fare un pò di tutto tra l'altro, muratori, falegnami, carpentieri ed artigiani.
Quell'uomo che sa far tutto è Ante.
Caspita, Ante è identico ad Ivan, vuoi vedere che...
E no, Ante dice che vive con la madre, Ivan invece aveva solo il padre, non può essere lui.
Oddio, ma anche Natasa assomiglia paurosamente a Jelena.
Il cuore di chi scrive si ferma per la prima volta, che a volte la bellezza delle cose e delle scelte gli fa questo effetto, gli blocca il cuore.
La madre fa subito amicizia con Ante, ragazzo d'oro tra l'altro.
Natasa non sopporta la cosa e fa di tutto per disturbarli, per disarmonizzare armonie che secondo lei non devono esserci.
Perchè Ante è croato e lei serba, come del resto 10 anni prima lo erano altri due ragazzi che così tanto gli somigliano.
Questo è un episodio capolavoro (anche registicamente, con quello sguardo della macchina da presa che sembra andare in tutte le possibili feritoie che trova).
Le ferite sono ancora aperte, l'odio è ancora vivo. Ma questi son ragazzi, giovani, impauriti e soli. E se l'odio etnico allontana c'è qualcosa di molto più puro che in qualche modo avvicina Jelena ad Ante, il desiderio. Viviamo mezz'ora che sembra tratta da La vita di Adele (lei del resto in questo episodio ha quel look), una mezz'ora di piccoli gesti scostanti che convivono con piccoli gesti carichi di un desiderio atroce.
Prima c'era stata la visita a quella spiaggia e a quel chiosco, ormai abbandonato, che avevamo visto nel primo episodio. E c'era stato un secondo bagno nel mare. E le urla di lui che prova a convincere lei che non per forza esistono storie di sole vittime e carnefici, che vittime, in questa storia, lo sono quasi tutti.
Poi tornano a casa e parte una danza erotica lunga giorni. Lui che sega il legno, lei che tocca il mestolo in quella maniera, lui che pialla, lei che incrocia le gambe, i piedi che strusciano sul muro. Sentiamo e vediamo trasudare sesso anche se i due ragazzi nemmeno si sfiorano. Poi, inevitabile, arriverà, e sarà rapido e selvaggio.
Ma l'orgoglio a volte è più forte di tutto il resto.
E lei piangerà per la seconda volta, e lo farà in quello stretto vicolo. Un pianto diverso da quello che 10 anni prima fece quella lei in realtà non lei, il pianto di chi combatte una lotta pazzesca dentro di sè. Ma, anche stavolta, la guerra, non con una pallottola, ma con un ricordo, avrà la meglio
2011, Lo sballo del dimenticare
Ah, com'è lontana la guerra...
Ormai il borgo è ricostruito, la gente è felice, scorre alcool, compare droga.
Stavolta è lui a tornare. Lui che è uguale a lui e lui ma non è nè lui nè lui.
Tutti i suoi amici non vedono l'ora di spassarsela al Sunshine, il mega rave che si terrà quella notte sulla spiaggia, quella spiaggia, quella dove 20 anni prima la banda suonava e un uomo con la tromba cominciò a correre.
All'inizio pensiamo che Luka, questo il nome del ragazzo, sia pensieroso perchè deve tornare a salutare i suoi genitori, con i quali ha un rapporto molto conflittuale.
Li va a trovare. Nel tragitto vediamo una lapide, c'è scritto il nome di un certo Ivan, morto nel 1991. Chissà, magari suonava una tromba. L'incontro finisce freddo e stanco, in malo modo.
In realtà poi scopriamo che quel male oscuro che l'avvolgeva, quell'ombra aveva a che fare con una lei, e con cosa sennò. E quando lui bussa sappiamo già che volto ci comparirà alla porta.
Marija lo accoglie malvolentieri in casa, la rabbia è palpabile.
Lui prova a giustificarsi, ma che cosa vuoi giustificarti, quello che hai fatto non si perdona così in 5 minuti.
Va nell'altra stanza, può vederlo, ma poi deve uscire.
Avremo il terzo pianto di lei, ancora un pianto diverso. Un pianto d'amore e rabbia, un pianto di sfogo.
A lui non resta che andare al Sunshine. E impasticcarsi, per dimenticare.
Ma del resto quella festa quello rappresenta, il simbolo di una generazione che ormai se ne frega e vuole dimenticare quello che è successo.
Ancora un bagno nello stesso mare, al buio stavolta.
E mentre lui va sott'acqua ne approfitto per scrivere qualcosa, davvero, del film.
Uno di quei film che ti entra nel cuore e nella testa, non in quella di tutti credo, nel mio cuore e nella mia testa, probabilmente al di là di ogni merito. Uno di quei film che trovi perfetti, inattaccabili. Parla della guerra senza mai mostrarla. Parla solo di quello che la guerra comporta. E nemmeno di quello che comporta ad un intero paese, ma a tre coppie di giovani.
Prima è l'odio di altri a dividerli, poi quello provato da uno di loro due stessi, poi l'orgoglio di un abbandono inaccettabile.
Ci sono due madri straordinarie nel film, quella che piangendo dice alla figlia "vai da lui" e quella del secondo episodio.
Ci sono due giovani attori meravigliosi.
E c'è questa scelta pazzesca di usare sempre gli stessi attori per "lui" e "lei". Perchè questa storia è universale. E loro, novelli Adamo ed Eva, rappresentano gli amanti tutti, in ogni luogo, in ogni tempo.
Ci sono tutti i sentimenti che possono stare, sempre che ne esista uno, nello spettro dei sentimenti.
Anche la speranza.
Lui esce dall'acqua, forse là sotto ha avuto un'immagine di lei.
Il sole è alto, l'alba, sunshine.
Torna in quella casa, si siede.
Ci sono tre minuti di un'intensità pazzesca dove praticamente non succede nulla, solo lui e lei.
Poi non importa se sia passata una sola pazzesca notte, non importa se sia passato un mese, un anno, 5 anni, 10 anni, 20 anni. Già, 20 anni. Non importa quanto sia passato.
Perchè la porta, finalmente, adesso, è aperta.
Ho visto il trailer e sembra bellissimo, wow !!!
RispondiEliminaVediamo un po' se da qualche parte si trova, magari più in là visto che è appena uscito.
Pensa che non riesco a vedere i trailer manco dopo aver visto il film;)
Eliminasperiamo che renda
oh, io son d parte, per me finora forse è il film dell'anno. Ma mi rendo conto che è assolutamente personale come valutazione. Comunque qui sta andando talmente bene che l'hanno prolungato di una settimana, provo a fargli pubblicità
Ma come scegli i film da vedere?
EliminaNo trailer, no trama, no immagini :/
Ahahah
Nono, ci metto la mano sul fuoco sul fatto che sia un film bellissimo. Amore e dramma, che vuoi di più?;)
Ormai nella mia testa c'è una rete di informazioni che mi avanzano. Attori, registi, paese di provenienza, titoli, locandine, suggestioni.
EliminaQuasi mai prendo fregature.
Istinto e un minimo d'esperienza.
Poi i film che mettono qua son sempre di livello.
Tra l'altro ringrazio dio di non aver letto manco una riga di questo, perchè la cosa che m'è piaciuta di più e m'ha sorpreso in realtà l'avevano scritta tutti, compreso io adesso.
L'avessi saputa prima mi sarei perso una belle emozione ;)
Ho letto solo 1991 da te e visto il trailer, spero di non essermi rovinata niente
EliminaPurtroppo non posso saperlo, è una cosa che dal trailer potrebbe tranquillamente venir fuori, anzi, è quasi inevitabile. Se così fosse ringrazio ancora di non vederli mai
Eliminanon cercare cose altrove comunque, è una cosa piccola, manco fa parte della trama, ma è una di quelle che per me rendono il film grandissimo
forse lo vedrò stasera, per cui non leggo niente!
RispondiEliminaNon ce provà nemmeno a legge, te taglio la mano te taglio
EliminaBellissima recensione di un bellissimo film!
RispondiEliminaPoteva essere muto per quanto è magnificamente raccontato, con le luci, col linguaggio dei corpi delle persone e dei luogi.
Hai perfettamente ragione ora che ci penso. Il secondo episodio poteva essere tranquillamente muto. Forse pure il terzo. Meno il primo che ha troppe dinamiche che uniscono più persone
Eliminaè un film straordinario. E anche cinematograficamente.
Il secondo epsidoio poi è incredibile. Ora che ci penso tutte quelle inquadrature da buchi, feritoie e squarci sono pendant con quello che racconta, ovvero una storia di desiderio in cui quasi come un occhio indiscreto cerchiamo di spiare ogni piccola cosa o gesto
Questo film mi ha bruciato.. Come il sole alto di mezzogiorno brucia la pelle troppo bianca di una persona addormentata sulla spiaggia.
RispondiEliminaNegli anni '90 ero felice di tornare a casa da scuola perché c'era il mio cartone preferito su Bim Bum Bam e perché mia nonna mi preparava lo zabaione montando il bianco dell'uovo con lo zucchero. In linea d'aria eravamo a 400/600 km. Si sa troppo poco delle atrocità successe e troppo poco se ne fa memoria.
Che grande film e che grande dolore.
Il Rave finale più che una liberazione dalla guerra, l'ho vissuto come una "nuova guerra".. Una nuova e diversa maniera di annientare la persona.
Non sto neanche a dirlo lo shock dei personaggi che arriva con la seconda storia.. Che sono loro ma non sono loro.. Perché "ognuno è tutti" per citare il nostro vecchio Charlie K. Fortuna che anche io non guardo trailer e non mi informo al dettaglio! Non avevo letto neanche te! E' una cosa che va scoperta così, lasciandoti smarrire e sopraffare..
Lei è grandissima.... Davvero crea tre persone diverse, se non fosse per l'evidenza di lui, lei non si direbbe la stessa.
Devo dire che il secondo episodio mi ha fatto fare più fatica.. Visto che avevo mio padre alla sinistra! Però si.. Di una tensione quasi thriller, a sentire parlarne te lo rivaluto!
Tornare a casa in auto da sola è stato un macigno di pensieri.. E ora mi addormento con la nostalgia di quei capelli biondi di lei, all'inizio così giovane e innamorata.. Che non tornano più, che diventano e restano scuri. Ma penso anche, nel silenzio della mia casa a quest'ora..che gli uomini si sanno sparare addosso, ma sanno anche lasciare le porte aperte, così come le loro ferite, nella speranza che qualcuno possa entrarvi per risanarle
Che buffo, anche a me la nonna faceva lo zabaione... Una cosa buonissima e "pesissima", un pranzo e una cena praticamente.
EliminaNon lo mangio da allora...
Eh sì, vicinissimi a noi eppure così lontani. Io, senza ipocrisia, sono il primo a dire che alla fine faccio (facevo) solo finta di interessarmi molto, finchè le cose non ti toccano restano poco più che news
2 Ah, interessante la lettura del rave ;) no, per me significa che ormai quese generazioni non hanno nemmeno pià quei ricordi, che pensano solo a sballarsi. Non tanto una liberazione ma proprio una generazione che dimentica e vuole dimenticare. E per farlo usa anche questi metodi
3 ecoc, vedi? tu immagina che spreco sarebbe stato aver visto il trailer o letto trame e commenti. Invece è una delle emozioni più belle del film. Col mio amico ci dicevamo "è lui? è lei?" per almeno 10 minuti. Bellissimo
Ed è vero, con lei è stato molto più difficile. Cioè, ne eravamo sicuri perchè se il regista ha fatto st'operazione doveva averla fatta così, non a metà. Altrimenti era difficile capirlo con lei...
Ci sta alla grande la cosa di Kaufman. Con altri significati magari, ma molto simile
eh, quegli uomini che lasciano la porta aperta sono gli stessi che 20 anni prima di sparavano. Anche per questo ho chiuso la rece così.
Molto bella la cosa dei capelli, è vero
ciao!
cadencotarde!!!
RispondiEliminail trailer (visto al cinema) è senza parole e quel silenzio dice già molto. (e mi ha indotto ad andarlo a vedere).
RispondiEliminaE' un film di grande pulizia stilistica, di luce e di penombre che i protagonisti hanno attraversato loro malgrado.
Mi ha colpito il soffermarsi sulle nuche dei personaggi come una soggettiva del passato che sembra non abbandonarli, anzi, stargli addosso e incombere sulle loro vite.
(una guerra anomala e per certi versi, se possibile, ancor più brutale in cui il nemico non è un vero e proprio invasore esterno che alla fine si potrà ricacciare indietro, ma è quello che fino a ieri era il tuo vicino di casa e che, alla fine, al netto dei lutti di ciascuna parte, continuerà ad esserlo).
No, spetta, io e bianca non parlavamo di sonoro come rischio sul trailer ma, lo hai visto, te lo puoi immaginare ;)
Eliminaquesta lettura sulla pseudosoggettiva è molto interessante, non mi era passata affatto sulla mente. E' anche vero che, specie a inizio episodi, l'indugiare sulle nuche serve anche a prolungare quella cosa di cui sopra, a non mostrarla subito. Se c'hai fatto caso anche le due amiche dell'autostop vengono mostrate "per bene" solo dopo un pò. Una ha anche il fisico di lei, secondo me il regista voleva lascaire una decina di minuti di dubbio
quella che hai fatto è la descrizione delle guerre civili, terribili
ma alcune almeno hanno odi millenari (tipo le tribù), qui ci troviamo davanti a persone che, come dici, in poco tempo diventano da compagni a carnefici gli uni degli altri
No, no neanche io pensavo a quello, quanto piuttosto a quello che diceva Patrizia, che avrebbe potuto essere muto da tanto sono potenti le immagini.
EliminaPoi se devo dirla tutta e a rischio di diventare ripetitiva e pedante, c'è un difetto (non intrinseco al film, beninteso, ma alla pur lodevole distribuzione) ed è quello della voce femminile che ho trovato monocorde e priva di sfumature se così si può dire. Ok, sono fissata, lo so...;)
Sulla sorpresa dello svelamento degli stessi volti, diciamo che questa viene meno vedendo il trailer perché i volti ed i frammenti delle storie sono assemblate in un mix che non rispetta la cronologia e dunque il "trucco" si capisce.
Comunque, a ripensarci a freddo, riconfermo: grande film!
Eh, ma io e Bianca proprio questo dicevamo. Dal trailer era quasi inevitabile che venisse fuori la cosa degli stessi volti. E, non per fare il "furbo" eh, ma ti assicuro che quella è stata forse l'emozione più forte che ho provato nel film, me ne sarei privato altrimenti ;)
EliminaAH, ora ho capito perchè parlavi del silenzio, hai ragione ;)
sai che non mi ricordo la voce di lei?
Ma mi fido.
In ogni caso lo rivedrò e ti farò sapere
ahaahha, Giulietta e Romeno è incredibile, non se se riuscirò a correggerlo ormai ;)
Non lo correggere! Ci sta un sacco
Elimina;)
non lo farà, le imperfezioni generano bellezza, come sui volti delle donne
EliminaAh e tanto per ingarbugliare un po' di più le etnie, il tuo refuso Giulietta e Romeno, è fantastico!
RispondiEliminaSole Alto è un'opera che ci racconta la guerra, quella dei Balcani, attraverso l'amore. L'amore, il sentimento, il sesso o il rapporto relazionale di tre coppie tra il 1991 e il 2011, tre decadi cruciali di un conflitto mai cicatrizzato di una guerra che ha generato odio, gelosie, disprezzo e morte in un paese dilaniato dall'interno e che ha portato solo distruzione e case diroccate come gusci rotti di uova gettati nella spazzatura. Ma forse è proprio il sentimento più forte e potente di tutti, quell'amore, che dà possibilità di un futuro migliore, che fa riflettere e pensare che tutto probabilmente è stato sbagliato, se solo ci fosse stato un pò più di sensibilità e amore probabilmente le cose potevano se non essere diverse, almeno essere viste e affrontate da una prospettiva altra. Quell'amore che le tre coppie cercano o hanno perduto disperatamente e che tra pianti disperati e sesso selvaggio può far lasciare aperte porte che con tutta probabilità in passato sarebbero rimaste serrate.
RispondiEliminaMatanic rappresenta su schermo in modo insolito e originale questa guerra di cui ancora oggi si sente parlare e lo fa con il coraggio di far interpretare agli stessi attori tre coppie diverse negli stessi luoghi, che dona all'opera una marcia in più, un guizzo che la eleva e che la rende meritevole di essere vissuta su schermo. La scene da ricordare sono diverse e tutte di una forza espressiva quasi dirompente, con una coppia d'attori perfetti. Parlare di un soggetto e mai mostrarlo realmente se non in un solo scoppio di fucile (e tra l'altro casuale) è un grandissimo merito, far vedere le conseguenze di un conflitto in certi casi è più potente e incisivo di far vedere il conflitto stesso, e questo è uno di quei casi.
Voto: 8,5
P.S. Mi avevi accennato che mi mancava da vedere forse il più bel film per te dell'anno, e io ti risposi che se avevo capito qual'era mi mancava poco dal vederlo, ecco a questo film mi riferivo ;)
Eh sì, m'hai fregato, c'hai chiappato davero..
Eliminauna delle tue migliori mini recensioni, se non la migliore
sì, la faccenda dei due attori usati sempre è secondo me quello che rende sto film, per me, un capolavoro
altrimenti sarebbe stato solo un grandissimo film
questa originalissima scelta, oltre a quella di parlare della guerra e dei suoi effetti senza mostrarla mai ne fanno un film quasi unico sull'argomento
questo lo voglio veramente rivedere
Bellissima la tua recensione, perfetto il commento di Revu, emozionante quello di Bianca.
RispondiEliminaIl film, però, piaciuto poco. A tratti ( tipo tutto il secondo episodio) quasi ( togli quasi) annoiato.
L'ho trovato poco coinvolgente, emozionante, incisivo.
Sarò diventata insensibile io?
Però mi è piaciuta molto la scena finale e quello che vuole significare: una porta aperta come metafora di un cuore che si apre di nuovo, un cuore che è rimasto chiuso per troppo tempo. Per Odio, orgoglio, paura.
Le porte si aprono per far entrare, accogliere le persone, così come i cuori per accogliere l'amore.
OMNIA VINCIT AMOR
eeeeh sono una romanticona che scomoda pure Virgilio
Figurati che per me, ma l'hai letto, è il più bel film dell'anno (poi magari a fine anno ci rifletto meglio e cambio, ma siamo lì).
EliminaNon si può andar contro alle proprie sensazioni, se te hai avuto queste sono quelle giuste
no no, che romanticona, è la lettura giusta e l'hai descritta perfettamente
comunqua la sorpresa sugli attori me l'hai rovinata tu, qualche giorno fa, con il commento a Revu. Ho evitato tutti i commenti su sto film, mi arriva la notifica, apro e gli occhi mi cadono proprio su questo: "sì, la faccenda dei due attori usati sempre è secondo me quello che rende sto film, per me, un capolavoro". Non so ste sta cosa mi abbia rovinato un po' il film, nel dubbio ti do la colpa ;)
EliminaBeh, se io personalmente avessi saputo prima questa cosa avrei dato al film due punti in meno.
EliminaScoprirlo durante il film (cioè, piano piano, all'inizio ti sembra, poi ti sembra proprio, poi ne sei sicuro) è stata una cosa meravigliosa per me
si, te lo sei rovinata, mi dispiace ;)
Ciao,ricomincio da qui.Beh vicino.Da dove abito a Ferrara ci saranno circa una cinquantina di km,forse.Ferrara è carina.La città più vicina a me è Forlì,anche Imola
EliminaIl mistero della bambola dalla testa mozzata è un horror del 1968.Di questo tipo che si ritrova a passare la notte in un questa casa e le persone che vi abitano e cioè madre con due figlie,non sono quelle che sembrano.Ho letto un po'la trama.E un'altro film è (non so se l'abbia mai citato) Ma come si fa ad uccidere un bambino.Film spagnolo del 1976.Anche quello non riesco a vederlo.Una volta guardavo Cineblog,ma credo non si veda più.
Di Forlì siete un bel gruppetto, te, la Bianca, la Dolly, magari il prossimo raduno venite insieme
Eliminail primo film, come ti dicevo, non lo conosco. Il secondo invece sì, è un gran cult.
E mi causò una bella lite con un lettore perchè presi in giro il suo regista, Serrador. Ma in un altro film
:)
EliminaForlì'è vicinissima.saranno 14 o 15 km da Faenza.Ma se il prossimo raduno si farà l'anno prossimo ai primi di settembre,potrei farcela,perchè avendo una bancarella e mercati e fiere ho dei periodi che proprio farei fatica.Ricordo comunque che il "Mistero della bambola dalla testa mozzata",veniva trasmesso ogni tanto in tv,negli anni 85,86.Io avrò avuto tipo,nove o dieci anni.Ma non ho mai avuto il coraggio di guardarlo.
RispondiEliminaIl film spagnolo sì deve essere tosto.Anche perchè,se un film del genere uscisse ai giorni nostri,non farebbe una piva,ormai di cattiverie e di conseguente divertimento,nel ferire chi è più suscettibile,se ne legge a iosa.Ma nel 1976,penso che fu tosta l'idea di creare un ambiente,soffocante.subdolo,con bambini,bambine che uccidono e si divertono nel farlo.E il bambino dovrebbe rappresentare l'innocenza.Anche nel Presagio Gregory Pecknon non riesce a uccidere il figlio adottivo figlio del diavolo e si uccide,perchè forse prendendo appunto spunto dal titolo del film prima citato,come si fa ad uccidere un bambino.
sì, penso a settembre, ma che ne so, deciderò al volo ed estemporaneo come l'anno scorso...
Eliminasì sì, il film di Serrador colpì moltissimo all'epoca, ed è rimasto un cult poi forse per questo
beh, la saga Omen (da cui il presagio) è storia dell'horror
Che poi ci furono i vari sequel:La maledizione di Damien,Conflitto finale (mai visto) e il Presagio 4.
RispondiEliminaSì sì, per quello ho parlato di saga ;)
EliminaMa ieri ho provato a cercare il film sulla bambola con il titolo originale.Pure lì nulla,ma ho visto una scena,di questo tipo che viene tramortito e due donne ( due sorelle) vogliono buttarlo nel fuoco,non riuscendoci per fortuna,perchè intervengono due donne, una giovane(la terza sorella) e una più anziana.Ma la donna in realtà è un uomo e cioè il loro padre.Erano comunque le scene finali.Peccato fosse in lingua originale e ho capito poco,ma la scena finale posso dire che è da brivido,perchè il malcapitato è in auto con la sorella salvatrice e lui dice qualcosa e lei si volta e ha uno sguardo mi viene da dire diabolico.
RispondiEliminaBeh, direi che finale da brivido, due "sorelle" e donne simili ad uomini è anche quello che direi, per tornare a sopra, riguardo La casa delle finestre che ridono
Eliminasicuramente il film lo conoscerà Giorgio, il curatore della rubrica Boarding House
magari lo sento presto
alla prossima! ;)