20.5.16

Recensione: "Sightseers" (Killer in viaggio)


Una commedia nera la definirebbe qualcuno.
In realtà un road movie al sangue cinico come pochi, cattivo, caustico, quasi inumano nel suo personaggio principale.
La conferma definitiva e incontrovertibile di quanto io ami Wheatley.

In attesa trepidante di High Rise (qualche informatore mi ha dato speranze su una possibile uscita in sala) sono riuscito finalmente a vedere un altro Wheatley.
Per dire subito le cose come stanno io adoro Wheatley.
Lo adoravo già solo con Kill List.
Lo adoravo ancora di più dopo averci aggiunto A field in England.
Lo adoro quasi alla follia dopo aver visto anche Sightseers (posso rifiutarmi di scrivere Killer in viaggio? sì credo).
Ma cosa mi piace da morire di questo giovane regista inglese?
Tutto.

Lo stile innanzitutto. Grandissima padronanza del mezzo, uso dell'inquadrature perfetto, una fotografia pazzesca. Ragazzi, Sightseers fotograficamente è impressionante. E dispiace che magari per colpa di una locandina sbagliata e del solito immondo titolo italiano uno pensi a tutt'altro film e magari non se ne interessi per niente.
Amo poi la sua pazzia.
Presente già in Kill List (penso sì alle scene impressionanti di violenza ma specialmente a quel finale a suo modo indimenticabile), straripante in A field in England (con quei 10 minuti psichedelici pazzeschi, pazzeschi) , confermata in quest'altro film.
Wheatley è un pazzo, un visionario, uno che vede oltre e mostra oltre. Mantenendo però uno stile inconfondibile.
Un'applicazione della sua pazzia (ma anche del suo stile) la possiamo notare nell'uso del montaggio, quasi sempre in alternato, doppio o triplo. Non arriviamo a montaggi pazzi come quelli di A Field in England ma a volte ci avviciniamo. Ci sono almeno due sequenze montate talmente bene (e aiutate da un'ottima colonna sonora) che sfiorano quasi il lirismo cinematografico.


Ma quello che considero il più grande merito di questo regista è il suo sapere mescolare i generi.
Ogni suo film è tante cose, non incasellabile. Ogni suo film sono, se va male, due generi mescolati tra loro, a volte pure di più. E' un alchimista Wheatley e in un'epoca cinematografica di catene di montaggio abbiamo tanto bisogno di alchimisti.
Sightseers qualcuno lo definirebbe commedia nera. Ci mancherebbe, va bene.
In realtà io credo che la parte nera sia enormemente più presente ed efficace di quella "comica" o dissacrante.
Dirò di più, questo per tematiche è il film più nero di Wheatley, il più cattivo, il più estremo.
Del resto Chris, il personaggio principale, è una delle persone più malvagie, inumane e violente dell'ultimo cinema.
Misantropo, probabilmente misogino (che sembrerebbe metonimia della misantropia ma non è sempre detto), cinico, cattivo.
C'è una scena, anzi, nemmeno una scena, ma un suo parlare sotto altre immagini, che secondo me è il manifesto migliore di quello che lui è. Parla agli alberi dicendo loro che non sono cattivi, che loro non licenziano persone, loro non sono schifosi come gli uomini. Messa quasi all'inizio del film questa frase sembra quasi comica. In realtà è la squallida base mentale di Chris.
Si è fidanzato con Tina, una 36enne completamente soggiogata e succuba della madre. Decidono di partire (con le maledizioni della madre di lei) per un giro turistico (da qui il titolo del film) tra le bellezze dell'Inghilterra, che siano piccoli musei sconosciuti o luoghi naturali non troppo battuti (e che belli in tal senso i titoli iniziali...).


Ed è qui che Wheatley può approfittarne per esaltare la sua notevolissima cifra estetica. Campi verdi, abbazie, dirupi, caverne, rocce alla Stonehenge, la location finale. C'è da stropicciarsi gli occhi per la bellezza di certi luoghi. Specie in questi frangenti la bellezza fotografica del film (superiore al 90% di tanti film "seri") viene fuori. Le luci, mamma mia che roba. La scena del fuoco degli "sciamani" nel camping ricorda moltissimo quella della setta in Kill List. C'è da vedere, star zitti e godere.
Chris ama tutto, i luoghi, gli alberi, i musei. Ma odia l'uomo.
Lo odia così tanto che bastano gesti quasi da nulla, come una carta caduta in terra e lasciata lì, come un frase sbagliata, come un rimprovero, per scatenare la sua furia omicida.
Ogni volta il motivo è diverso, che sia un fastidio etico (la carta), l'invidia (quello che ha scritto 3 libri), il nervosismo (quello della cacca del cane), quello che vuoi, ma tutto può essere una miccia che accende la sua misantropia, il suo odio.
E' una persona dallo squallore unico, anche perversa sessualmente. Infido, pericoloso, incapace di emozionarsi se non davanti ad un museo.
Ma lei è innamorata. E anche lei de capoccia non sta tanto bene (attenzione, è una ragazza completamente bloccata mentalmente per colpa della madre, madre che, anche un secondo prima della partenza, la apostrofa come un "incidente"). E quindi un pò per non perderlo, un pò per gelosia, un pò per pazzia condivisa, comincia a fare quello che fa lui.
Ne esce un on the road al sangue di un cinismo pazzesco. Meno male che il film mantiene sempre una certa aura grottesca, altrimenti c'era da starci male. La morte del cane nel passato, alcuni dialoghi, alcune scene come quella, fantastica, della matita gigante o quelle della madre che fa finta di morire (recitando solo per sè stessa), ci sono tanti di momenti dal forte umorismo che non solo smorzano eventuali tensioni ma rendono il film molto più leggero di quello che in realtà è.
Non ci troviamo certo davanti ad un gioiello senza difetti, anzi.
Più di una volta il film ha cali di ritmo e alla fine il suo giochino diventa un pò schematico e prevedibile.


Le scene di violenza, come sempre con Wheatley, sono molto forti, anche quando avvengono fuori campo. In particolare tutte le 5,6 morti del film avverranno tutte (tra altri motivi vari) per fracassamento del cranio (e chi ha visto Kill List sa...).
Eppure verso la fine c'è quell'album che un pochino ci dà da pensare.
Quel disegno, in una mente come quella di Chris, sembra molto strano.
Ed è incredibile come questa scena e il finale del film richiamino tanto un altro film ed un'altra coppia. Anche lì un disegno, anche lì un sogno.
Cambia solo la location, qua una specie di acquedotto-ponte antico, là le Cascate Paradiso.
Cambia anche che nell'altro film quel sogno qualcuno non l'abbia potuto vivere chè la morte, dolcissima e straziante, è arrivata prima.
Ma tanto, come dice qualcuno, erano solo cartoni animati.

( voto 7.5)

44 commenti:

  1. Pierluigi Tronchetti20 maggio 2016 alle ore 15:08

    "Riguardo all’amore, la parte irrazionale di me è convinta che esso esista, e a volte, in questi anni, ho anche creduto di averlo incontrato. A tutti coloro che mi chiedono come faccia ad essere così sicuro della sua esistenza, in un mondo sempre più avido di sentimenti, io rispondo sempre:- perché è ciò che vedo ogni volta che guardo i miei genitori-.Purtroppo però, alberga in me anche una parte razionale, quella parte che ti spinge a supporre che l’amore sia in realtà solo una parola e come tutte le parole e' destinata ad essere spesa, il più delle volte, con superficialità e banalità. Se a pronunciarla siamo noi o chi ci sta vicino non importa, perché credo comunque che il suo suono doni un’istantanea sensazione di appartenenza, più dettata da una semantica che da un naturale ed emotivo desiderio di spiegare l’emozione suscitata dalla chimica della persona che ci sta accanto." Inizio questa disamina citando una mia frase ,nata spontaneamente in occasione di un riavvicinamento, dopo molti anni, di una persona che un tempo avevo creduto fosse importante(una ex), proprio per chiarire il mio modo di vedere e vivere un sentimento bello quanto controverso come l'amore. Amore di cui dovrebbero forgiarsi tutte le coppie. Già, la coppia! Nel film Killer In Viaggio è proprio la coppia il fulcro portante dell'intera sceneggiatura, rivisitata in chiave trash/pulp e condita con un certo black humor che dona al tutto un retrogusto di british comedy. Le bizzarrie con cui l'occhio dello spettatore dovrà convivere lungo tutte le vicissitudini dei protagonisti, sono direttamente proporzionali alle bizzarrie anatomicamente proprie di una qualsiasi coppia. Lo sceneggiatore ed il regista infatti, sono riusciti ad inscenare una sorta di biopsia che tenta di mettere a nudo le dinamiche che si instaurano tra un maschio ed una femmina all'interno di un rapporto sentimentale.

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    1. Pierluigi Tronchetti20 maggio 2016 alle ore 15:09

      Dinamiche i cui esiti offrono una chiave di lettura univoca e decisamente negativa. La morte( o omicidio), seppur palesata in tutta la sua brutale materialità, è in realtà la metafora dell'ostinata chiusura, soprattutto agli albori, che la coppia ha nei confronti del mondo esterno. Un mondo che dall'interno appare malato e vacuo, orrido a tal punto da doverlo far uscire di scena al più presto per scongiurare qualsiasi pericolo di contaminazioni sociali altamente dannose. Eppure è proprio nel nido d'amore,in questo caso un camper(mezzo di locomozione metaforicamente usato per rappresentare il veicolo con cui una coppia raggiunge le tappe della propria evoluzione/involuzione), che i membri dell'equipaggio amoroso snaturano e distorcono il proprio modo di essere, indossando una maschera plasmata di ipocrisia e uno scudo atto a proteggere l'esclusività del proprio rapporto. All'inizio, la passione, l'attrazione e il sesso, innescano un processo di accettazione assoluta l'uno dell'altro. Ecco che allora investire un uomo( per altro la regia ci mostra chiaramente la volontarietà dell'episodio) viene inequivocabilmente rielaborato come un'incidente di cui,per il partener, il colpevole diviene il malcapitato, reo paradossalmente di essere stato lui a finire volontariamente sotto le ruote. Se ci pensiamo bene, nelle prime fasi di un rapporto, si tollerano passivamente cose che in una situazione emotivamente normale non saremmo mai in grado di accettare. Facciamo sì che il nostro coinvolgimento superi la nostra razionalità, siamo in balia di eventi a cui diamo,nonostante tutto, ogni giustificazione possibile. Il secondo passo è la proiezione della coppia nel mondo, ovvero l'identità che questa avrà a dispetto degli individui che vivono all'esterno di essa.

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    2. Pierluigi Tronchetti20 maggio 2016 alle ore 15:11

      Un'identità più ideologica/utopistica che concettuale/realistica, inerente la progettazione di come sarà il loro futuro come coppia e la non accettazione di ciò che gli altri,da fuori, potrebbero non approvare in merito alle scelte intraprese assieme. Spesso tale proiezione raccoglie spunti presi in prestito da altre coppie, dando luogo ad un processo emulativo:vivremo in una casa come la loro, prenderemo un cane come loro ecc..! A tal proposito, anche se di indubbia esasperazione, il secondo omicidio calza a pennello. Oltre ad aver "punito" la denigrazione relativa alle considerazioni critiche sul pessimo buon gusto ("cianfrusaglie come arredamento" e "patatine date al cane"), qui si è acquisito anche frammenti dell'identità dei malcapitati,rubandogli il cane e persino la fama dei tre libri pubblicati, dando così luogo al processo emulativo di cui sopra. Una menzione particolare la lascio alla macchina fotografica sottratta allo scrittore, scrigno di vicissitudini e ricordi emozionali intimi, e non a caso destinata a promuovere le prime avvisaglie di guerra all'interno della coppia stessa, in quanto mostreranno un vissuto di cui l'altro non era stato precedentemente erudito(nella normale vita di coppia, spesso i frame provenienti dal passato, al loro riemergere, originano incomprensioni, equivoci e gelosie). La terza tappa potremmo definirla semplicemente come quella della complicità. La complicità è forse il momento di maggior coesione all'interno della coppia. Le azioni sono da ambo le parti esplicate alla luce del sole. La propria natura è finalmente a nudo, condivisa in tutto e per tutto con la persona che abbiamo accanto. Ad espressione di ciò, nato per futili motivi, è il terzo omicidio , commesso con crudeltà ed efferatezza senza l'attenuante menzognero dell'incidente, e con la complicità di un alibi inossidabile offerto dal\la proprio/a compagno/a.

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    3. Pierluigi Tronchetti20 maggio 2016 alle ore 15:12

      Da qui in poi la strada intrapresa dalla coppia sarà tutta in salita poiché, gelosia prima, e il desiderio di libertà poi, inizieranno dall'esterno a minare quello che è ormai un guscio sempre più sottile, fragile e soprattutto vuoto . Un litigio dopo l'altro accompagnerà la coppia lungo il barato del burrone del non ritorno, ovvero l'ultima tappa di un rapporto che, al pari di un viaggio vacanziero, risulta sempre troppo breve. Il desiderio di un matrimonio di lei, rappresentato dall'assassinio della ragazza che avrebbe dovuto sposarsi(uccisa, non per la gelosia verso le effusioni con il proprio compagno, ma per quel velo che inevitabilmente le porterà via)e il desiderio di libertà di lui, rappresentato dall'incontro di quello che diverrà un amico, (personificazione della possibilità di esplorare nuovi orizzonti nel prossimo futuro, o più semplicemente, desiderio di avere uno spazio tutto proprio che esuli dalla "gabbia" sempre più angusta offerta dall'abitacolo di un "camper"), saranno il preludio dell' inevitabile dissoluzione di ogni tentativo di felicità( ad ogni costo) condivisa e che aveva fatto da collante sin qui. Nonostante gli ultimi disperati tentativi di respingere i fattori esterni(l'uomo \amico che finisce nel burrone), nonostante tutti i buoni propositi di amarsi per sempre, la coppia ha esaurito il proprio carburante e sebbene non riesca ancora ad ammetterlo,benché non riesca ancora a togliere la maschera, essa non ha ulteriori possibilità di poter proseguire oltre. L'amore ormai sembra essersi definitivamente bruciato(il camper viene dato alle fiamme), anche se la percezione di ciò è attenuata dalla non accettazione della parola fine imposta dall'irrazionalità dei sentimenti.

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    4. Pierluigi Tronchetti20 maggio 2016 alle ore 15:13

      Ma come sovente accade in ogni storia che si rispetti, c'è ancora un colpo di scena a far capolino dalle estremità del ponte che separa i nostri protagonisti da un nuovo capitolo del proprio vissuto. Questo capitolo è l' amaro epilogo con cui, presto o tardi, tutti noi abbiamo dovuto fare i conti. Persi come eravamo a contemplare il tempo trascorso insieme a chi ci ha amato, e a chi abbiamo amato, incuranti ed incoscienti dinnanzi ai continui segnali di pericolo, abbiamo dovuto imparare nostro malgrado che qualcuno in una storia d'amore resta comunque sempre in piedi, lasciando precipitare l'altro verso una morte certa...una morte interiore, senz'altro non meno dolorosa di quella fisica e terrena. Ma in fondo, checché se ne dica , e i Frankie Goes to Hollywood l'avevano persino "immortalato" nel titolo di una loro famosa canzone, anche questo e' "il potere dell'amore".

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    5. Sai dei complimenti che ti faccio da anni, non ultimi quelli uno o due giorni fa su The Descent.
      Quindi manco so più che dire. Ed ogni tanto tra le tue righe provo a estrapolare qualcosa per fare il commento del commento. Qui non riesco a dir nulla, mi hai steso.
      Spero che sta cosa comunque l'avevi già scritta, perchè se sei andato a memoria mi fai paura.
      L'uomo delle metafore, dei sentimenti e delle letture superiori ha colpito ancora



      ma sta cazzo de rubrica non la vole fa

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    6. Interpretazione e autocitazione meravigliose (indescrivibile quella frase riguardo i genitori). Complimenti

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    7. Pierluigi Tronchetti27 maggio 2016 alle ore 11:49

      31.3.2014 , non ti spaventare quindi ;-)... queste altre " due righe" giungono effettivamente dal passato. Nella fattispecie proprio da questa data, anche se devo ammettere che , nonostante non sia certo uno dei miei film preferiti, ne ho ancora un nitidissimo ricordo. Non sai(o meglio, a questo punto dovresti saperlo) quanto mi facciano piacere i tuoi complimenti. Il perché e' facilmente intuibile dall'alta considerazione che ho di te. Ti ho infatti sempre reputato una persona competente, intellettualmente onesta e ,più di tutto, ricca di un'umanità disarmante. Sai, inoltre, che sono rimasto davvero lusingato quando mi hai proposto quella rubrica e lo sono ogniqualvolta scocchi una freccia che me ne ribadisce l'invito. Ti giuro ( per quanto riconosca che il significato di una parola così pretenziosa venga notevolmente depotenziato in questo mondo virtuale) che l'entusiasmo con cui ho cavalcato la tua "offerta" mi avrebbe immediatamente indotto ad accettarla senza remore alcuna. Ma e' il mio modo di essere, purtroppo, che mi ha disarcionato violentemente dalla sella di un'idea di innegabile fascino ed attrattiva. La verità è che prendo tutto troppo sul serio! Memore di aver errato, ho deciso che mi sarei impegnato al fine di non deludere più nessuno. Un patto con me stesso, magari incomprensibile, e a cui, per altro ,ho dato valenza qualunque sia il valore della posta in gioco. A dire il vero sono sempre stato troppo riflessivo. Riflettere e' importante, e' indubbio, ma dinnanzi all 'inesorabile incedere del tempo, ogni istante perduto a pensare , si tramuta in una distanza quasi incolmabile per poter essere recuperata, nel vano tentativo di raggiungere un'occasione ormai irrimediabilmente giunta al tramonto . Non importa quanto tu corra, quel momento e' già evaporato, e l' affanno percepito in quell' inseguimento impossibile, e' in realtà la reazione metabolica che ,con il senno di poi, assume la fisionomia di un malinconico rimpianto. Perciò, pur conscio di tutto questo, non sarà di certo la fiamma dell'entusiasmo a far propagare il fumo sino ad accecare gli occhi della mia razionalità, finanche dovessi pentirmene! Quel fuoco, ahimè, dopo aver arso l'illusione di mostrarsi come un eterno momento, non potrà che consumarsi rivelando la sua vera natura di effimero istante. Se da parte tua ci sarà ancora la disponibilità che mi palesi adesso, stai pur certo che quando ti dirò di sì sarà per non deluderti e non per offrirti una disponibilità concessa dall'entusiasmo vissuto sul momento. Sarà per un impegno concreto. Impegno in cui non farò mai venir meno serietà ed onestà. Ora, devo ammetterlo, per alcuni motivi che conosci e per altri di cui non ti ho parlato, sarei troppo discontinuo e non potrei essere garante di quanto la parola data dovrebbe impormi di essere. E per me la parola conta! Sempre e comunque. Ti ringrazio del " posto in superficie" che mi hai concesso(e non so se puoi immaginare cosa significhi per me un Grazie!) , ma sappi che, ogni volta che tu leggi e apprezzi ciò che io scrivo(quindi le mie due righe), la superfice mi appare lontana, lontana. Piccina, piccina. Vedi caro Giuseppe, da lassù e' così che si percepisce il pianeta terra ;)

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    8. Pierluigi Tronchetti27 maggio 2016 alle ore 12:18

      Manuela ti ringrazio tantissimo dei tuoi complimenti. Consapevole del poco tempo che ho(giorni di 36 ore no eh!) e del rischio di dilungarmi come mio solito, sappi solo che l'esempio che i miei genitori mi hanno dato, sia come coppia, sia come etica e morale, sono un fardello pesantissimo da portare ed il pericolo di deluderli , pur cercando di fare sempre del mio meglio, e' sempre dietro l'angolo. E ribadisco: Loro per me, sono un esempio davvero difficilissimo da emulare. Ma anche fonte di ispirazione per continuare a vedere il mondo con gli occhi dell'incanto. Complimenti vivissimi a te per le locandine, davvero splendide e particolari. Tu pensa: Quando gli amici mi chiedono un consiglio su film da vedere , tramite wathapp, invio loro proprio la locandina della pellicola che mi sento di suggerire. Ma "originali" come le tue non le ho mai trovate. Anzi perdona se sfacciatamente te ne rubo alcune;)

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    9. Ahah, in questa risposta sei stato incredibile. Per dirmi una cosa di tre quattro righe sei riuscito a tirar fuori un altro dei tuoi grandi "pezzi" che, alla fine, parla un pò di tutto.
      Pierluigi viene sempre fuori anche se deve solo dire "grazie dell'offerta, penso un giorno di poterla accettare ma per adesso non posso"

      vabbeh, sempre bellissime parole le tue

      ma io stringatamente ti rispondo che la rubrica non decade mai, finchè il blog esisterà chiunque potrà averne una. Semmai la differenza tra te e la maggior parte delle persone che hanno scritto qua è che a te l'ho offerta proprio io, gli altri di norma me l'hanno proposta.
      Comunque l'impegno caro Pier non esiste. L'impegno al massimo è dire sì, poi non c'è alcuna tempistica. Un pezzo ogni 25 giorni? uno ogni 4 mesi? ogni 2 mesi? va bene tutto. Ma va bene anche non avere alcuna rubrica eh, anche se vuoi mettere rece singole scollegate va benissimo. L'unica cosa è che magari uno le scrive apposta per qua, non le copia incolla da altri posti dove le ha messe, altrimenti non ha senso

      e poi semmai della superficie ce ne freghiamo, è bellissimo anche discutere qua, sottoterra

      ciao!

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    10. Ciao Pierluigi, scusami davvero per il ritardo...
      Riguardo le locandine, ti ringrazio, ma io mi sono impegnata solo a ricercarle, sceglierle e metterle insieme. A volte c'è stato l'imbarazzo della scelta, per alcuni film ne esistono tantissime versioni (più o meno "ufficiali", eh!), tutte estremamente belle. In ogni caso, sapere che sono a disposizione di tutti e che qualcuno ha voglia di conservarle o inviarle agli amici è solo un piacere.

      Parlare dei propri genitori non è sempre facile... sentirne parlare così bene e con tale rispetto è anche raro. Credo di capire perfettamente quello che pensi. I miei genitori, e forse, prima di loro, i miei nonni, sono stati per me l'esempio della coppia salda, complice, che, nonostante gli sbagli e le incomprensioni, regge sulle spalle tante cose, rimanendo sempre unita. Io comprendo il tuo fardello e le tue paure, perchè li sento anch'io. Ma ho anche capito, nel tempo, di essere quella che sono grazie a loro, ma anche grazie ai miei sbagli e alle mie scelte. E' difficile essere all'"altezza" e lo è altrettanto mantenere puro quell'incanto. Da come scrivi, credo che tu abbia la capacità e la sensibilità per farlo :)

      Ciao!

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  2. Posso esprimere il mio illuminatissimo parere?
    Che merda.
    Spero di non essere stata troppo tecnica nel giudizio...

    http://viaggiandomeno.blogspot.it/2013/06/killer-in-viaggio.html

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    1. AHah, grande ;)

      ho letto tutta la rece e anche i commenti.
      Buffo come poi in base alla recensione del blog si formino sotto commenti diversi.
      Qui tutti a darmi ragione, là quasi tutti a darti ragione, ahaha

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  3. ADORO Wheatley, ogni suo film deve essere visto, in pochi anni ha trovato un suo stile personale inconfondibile. Uno dei pochi in grado ancora di meravigliarmi e di farmi porre domande.. http://www.cumbrugliume.it/2014/04/12/killer-in-viaggio-due-normali-assassini/

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    1. Mi piace che anche te hai usato il verbo adorare...

      Guarda, alla fine ancora sto regista secondo me il suo capolavoro non l'ha fatto. In ogni film qualcosa da ridire ce l'ho avuta. Ma la cosa che adoro è quanto sia diverso, quanto sia personale, quanto sia interessante. E la mano che ha.
      Quando dici che i due sono anche troppo credibili in quella parte ti dirò una cosa che forse a sto punto ti inquieterà.
      Hanno scritto la sceneggitura proprio loro due...
      AHah, pensa te, c'hai visto giusto forse

      grazie del link, ciao!

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  4. Grandissimo film questo...se non amassi così alla follia quel Kill list, questo sarebbe il mio preferito di Wheatley.
    Visione nerissima, cinica ma dotata anche di uno humor potentissimo. Grande sei stato a sottolineare la fotografia eccelsa ma anche la mano di Wheatley veramente notevole (l'uso dei ralenty è azzeccatissimo).
    Meravigliosa la colonna sonora (the power of love nel finale è qualcosa di unico) e le interpretazioni dei due protagonisti, fantastici!!

    Io High Rise l'ho scaricato coi sub ita impressi. Certo che se da qui a qualche mese esce in sala, approfitto ;)

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    1. Io ci devo riflettere...
      Credo che a tratti ogni film possa essere il mio Wheatley preferito ma nel complesso sì, metto anche io Kill List al primo posto.

      No no, la mano del regista è portentosa. E credo che anche la fotografia sia tanto merito suo, sono pochi i direttori di fotografia così grandi ed importanti che "fanno da soli", scavalcando il regista. Quelle immagini per me l'ha pensate Wheatley.

      Stessa cosa, aspetto quei 3,4 mesi va ;)

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  5. Alcuni momenti sono geniali e incredibili (la morte del cane è da applausi) però ho avvertito troppo la ripetitività.
    Nel bene e nel male Wheatley, insieme a Refn e pochi altri, è uno dei pochi autori degli ultimi anni che mi sembra abbia sempre qualcosa di interessante da raccontare.

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    1. hai detto tutto, è quello che dicevo qua sopra a Michele Borgogni.

      e anche sulla ripetitività concordo, infatti l'ho citata come difetto principale del film

      insomma, d'accordo su tutta la linea

      (anche su Refn. Ci metterei anche RUmley e qualcun altro)

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  6. Per non dimenticare la lotta per la supremazia del posto al camping!

    Anche io sottolineo il finale con the power of love!

    Ehmm se ti dico che High rise l'ho visto al tff... mi uccidi?!? ;)

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    1. machcè, ti dico solo che sei una grande

      e che è grande il Tff

      ma sbaglio o non hai votato

      movete

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    2. Vado vado ... a fare il mio dovere di cittadina e blogger!

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    3. Te lo scrivo anche qua perchè magari hai notifiche più comode.
      Ma dai a tutti i film 1 punto oppure sono in ordine gerarchico?
      scusa ma è molto importante ;)

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    4. Ciao e.l.e.n.a e amici d ogni dove. Ma com è high rise??

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    5. elena ci è scomparsa mannaggia...

      me sa che a sto punto high rise in sala ci sono sempre meno speranze (ma aspetto). Perchè, per il resto, c'è in streaming hd da tempo...

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  7. visto tempo fa ma io ho il ricordo di una lei mica tanto succube. non solo per il finale eh, ma anche durante il film, la mia impressione era che alla fine, dei due, in quanto a insanità, lei stava messa mica tanto meglio. anzi!

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    1. "E anche lei de capoccia non sta tanto bene "

      credo che siamo d'accordo, ahahha

      un'insanità molto diversa ma paradossalemtne ancora più inquietante. Perchè lui era quello, o.k, pazzo ma inquadrabile, lei invece pò esse tutto, tutto. Un pongo de pazzia

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    2. eh ma intendevo che secondo me lei è peggio :)

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    3. Sì sì, ma infatti, come dicevo lei è ancora più instabile mentalmente. Lui è solo un pazzo assassino, lei un magma che può trasformarsi in tutto. E quindi ancora più pazza forse

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  8. Lo abbiamo visto dopo aver letto la tua recensione e ci è piaciuto molto. Ora dovremo recuperare gli altri film di questo bravo regista.
    La colonna sonora è davvero pazzesca.

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    1. Bene! in effetti ho colpevolmente parlato pochissimo della colonna (come mio solito)...

      bellissima

      recupera Rachel, sono altri due film interessantissimi. Entrambi nel finale hanno la capacità di diventare altro

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  9. Di Wheatley ho visto solo Kill List e diversamente da te non mi ha fatto impazzire, mi ha disorientato da matti ma non colpito al cuore, lo dovrei rivedere probabilmente. L'altro suo A Field In England ce l'ho pronto ma lo devo vedere, prima vedrò quello poi mi butterò su questo e ovviamente ti farò sapere di tutti e due con la speranza di non rimanerne deluso ;)

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    1. Ah, ma anche a me ha disorientato da matti e non colpito al cuore ;)

      solo che mi ha affascinato moltissimo ecco, a te no

      e per una volta!

      ahah

      mmm, a sto punto ho grossi dubbi anche con gli altri due

      ma aspetto molto incuriosito... ;)

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    2. Eccomi come detto, e confermo che Wheatley anche dopo quest'opera mi piace moltissimo. Qui è diverso rispetto alle altre due ma è davvero riuscitissima come black comedy puramente british. I momenti esilaranti e cinici non si contano, le venature horror/splatter nemmeno e gli attori giocano su una sceneggiatura (tra l'altro scritta proprio da loro due!) di ferro, senza sbavature e davvero ficcante e pungente. Piccolo gioiello da consigliare a tutti e Wheatleyda ora in poi ha tutta la mia attenzione per il futuro ;)

      Voto: 7,5

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    3. Insomma, il film decisivo per decidere è andato molto bene ;)
      Non ne ero per niente sicuro.
      Meno male, sarebbe stato un peccato non essere un wheatleyano ;)

      sì sì, di difetti praticamente non ne ha, come black comedy cattiva, molta cattiva, c'è poco di meglio negli anni 2000...

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  10. Film che mi è piaciuto molto... grottesco al punto giusto !
    Fantastica la scena della matitona :)

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    1. ahah, sì

      sul grottesco ti consiglio alla grande Wrong di Dupieux

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    2. Lo avevo in lista ! Facile allora che sarà la mia prossima visione visto il tuo consiglio ;)

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    3. e semmai fammi sapere ;)

      (magari in quella rece proprio)

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  11. Finalmente anche io, dopo innumerevoli rinvii, mi sono deciso a vederlo, spinto dalle buone recensioni e dalla giusta durata.
    Non starò molto a dilungarmi perché è già stato scritto tutto, bel film, fresco, divertente e cattivissimo che mi conferma quanto di buono visto in "Kill List".
    Bella anche la regia e l'ambientazione, insomma consigliato.

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  12. è solo il quarto che vedo e Ben è davvero bravo, una sicurezza.
    domani ne scrivo, anche se hai già detto quasi tutto tu, quasi...

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    Risposte
    1. ti sembrano pochi 4???

      son praticamente tutti i suoi ;)

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao