Un film nato per dividere.
Seidl e il suo viaggio nelle cantine degli austriaci.
Tra personaggi bizzarri, perversioni e passioni discutibili, un film che racconta, forse, di quella parte nascosta che quasi ogni uomo possiede.
Quella parte che va tenuta lontana da salotti e cucine.
Giù, senza finestre.
Mi approccio per la prima volta ad un regista-culto come Seidl con la fortuna di non saper nulla di lui, posizione apparentemente svantaggiosa ma che io, invece, trovo sempre molto affascinante e, per certi versi, "pura".
In realtà la volta che io e il "simpatico" regista austriaco ci siamo trovati più vicini è stato con quel gran bel film che è Goodnight Mommy (qui) visto che, alla regia, c'era la moglie di Seidl, Veronika Franz.
Ecco, dopo aver visto quel film, dopo aver visto questo Im Keller, dopo aver letto di Safari in questo blog (e della polemica che ne è scaturita QUI) posso dire che io, se i coniugi Seidl mi invitassero a cena, ecco, troverei la prima scusa possibile, anche un'improvvisa nevicata il 31 di Agosto, per non andare
'Sti due son disturbati forte eh.
Im Keller è un film nato per dividere, c'è poco da fare.
E se ha diviso (credo, poi ne leggerò) e dividerà chiunque l'ha visto (o vedrà) in qualche modo è stato anche capace anche di dividere me stesso.
Perchè se sono davvero tante le cose che ho trovato notevoli, sono altrettante quelle che mi hanno, leggermente o non, infastidito.
C'è poco da fare, quando ho letto il binomio Austria-Cantina il mio pensiero non poteva non andare alla vicenda di Natascha Krampusch,, vicenda che, in maniera abbastanza fedele, ha poi portato a quel mezzo capolavoro di Room.
Non so se l'idea per questo film abbastanza disturbante Seidl l'abbia avuta con la Krampusch, sta di fatto che il regista ha pensato di andare a vedere cosa fanno i suoi connazionali nelle cantine, nei seminterrati. L'idea sembra scontata e banale ma, in realtà, almeno a livello documentaristico, è semplicemente straordinaria. Perchè se è vero che gran arte del cinema horror e thriller (ma non solo) ha fatto delle cantine uno de suoi luoghi preferiti (e in quel "mondo" sì, ormai diventa banale la cosa), è anche vero che poi, nella nostra realtà di tutti i giorni, io un'indagine del genere non l'avevo mai vista.
Credo che l'idea di partenza sia la vera e propria forza del film.
La cantina è luogo simbolo di qualcosa che vogliamo nascondere o che comunque ci piace tener lontano da occhi indiscreti.
La cantina può essere il nostro spazio nascosto, metaforicamente il luogo che rappresenta la nostra parte più nascosta.
Non solo.
La cantina sta in basso, sotto, spesso è buia, piccola e senza finestre. Anche qui la metafora vien da sola. Oltre ad esser simbolo di qualcosa che vogliamo nascondere molto spesso rappresenta un qualcosa di sbagliato, vizioso, qualcosa di "basso" e "buio".
Qualcosa di perverso.
Ecco, Seidl proprio quello ha ricercato, la perversione.
Quasi tutti i personaggi che ci presenta nel film ne hanno una. E se alcuni -vedi il bracconiere con i suoi trofei di caccia (Safari veniva da lontano...)- ci danno da pensare che là sotto essi siano soltanto quello che comunque sono anche nella vita "reale" -quella del salotto e cucina per capirsi- in tutti gli altri casi abbiamo la sensazione che la cantina rappresenti proprio il luogo dove tirar fuori l'io che nel mondo tengono mascherato.
L'anziano nazista e tutti i suoi cimeli del Reich, l'uomo del poligono di tiro, la donna e i suoi bambolotti, tutti i personaggi BDSM del film, ecco, sono loro i veri rappresentanti di quello che Im Keller vuole raccontare, ovvero il far venire alla luce, far conoscere, tutto quello che solitamente avviene sotto i nostri piedi, tutto quello che gente come noi fa di nascosto in luoghi privati, off limits, nascosti.
Il problema che ho avuto io col film è che non si è limitato ad essere un film sulle perversioni, ma un film perverso sulle perversioni.
Nel senso che ho avuto la sensazione che l'occhio della telecamera non fosse semplicemente l'occhio di qualcuno che mostra ma l'occhio di qualcuno che guarda, financo l'occhio di qualcuno che "partecipa".
E se questo crea un problema anche "tecnico", ovvero il trovarsi davanti ad un documentario in qualche modo sceneggiato (cosa che però avveniva anche nei film di Minervini -qui e qui- e, in maniera insopportabile, nel Sacro Gra di Rosi -qui-) il problema principale è che questa partecipazione io l'ho trovata abbastanza complice, se non voyeuristica.
Specie nelle storie legate al sesso (e qui Seidl commette a mio parere il secondo grande errore del film, ovvero inserire tre storie, praticamente la metà, quasi identiche l'una all'altra, storie di sesso, dominazioni, umiliazioni, e tutto quello che l'universo BDSM può nascondere. In un film con un soggetto così accattivante io avrei fatto un "viaggio"a 360°, Seidl l'ha ridotto quasi a mono-argomento), dicevo specie in queste tre storie ho avuto la sensazione che Seidl ricercasse la sequenza o l'inquadratura più morbosa possibile.
Non manca niente, cunnilingus laidi, uomini nudi che leccano pavimenti, ometti dallo sperma facile e prostitute, brutte milf che si fanno sculacciare a culo aperto, pesi da portare sulle palle, di tutto.
Ma tutto sembra apparecchiato da Seidl a suo gusto personale. E portato all'estremo come se a chi filmava la cosa piacesse, anche nei tempi di ripresa, quasi sempre troppo lunghi (e caratterizzati da quadri molto spesso statici).
Eppure l'inizio era stato folgorante.
Il boa col topo e poi quella donna con quel bambolotto che sembrava vero, nei primi 8 minuti avevo l cuore che batteva a mille, ero più teso che in qualsiasi horror o thriller.
Seidl racconta un'umanità abbastanza deviata (anche se probabilmente sono uomini che non fanno male a nessuno e vivono le cose che amano nel modo che preferiscono), perversa, quasi al confine della malattia mentale.
Ed è normale che in una nazione come l'Austria venga fuori anche il ritratto di una popolazione profondamente razzista, xenofoba, maschilista. Gli uomini del film sono praticamente tutti da buttare, dei dementi fascisti che fanno delle armi, del loro potere e del loro "sangue" qualcosa di cui vantarsi.
Del resto tutto il film racconta di "dominazioni", psicologiche, fisiche o sessuali che siano.
E quando -come nel caso della donna e le bambole bebè- non si parla di dominazioni effettive ma di veri disturbi mentali, comunque di dominazione -quella della malattia sulla psiche- potremmo parlare.
Mi aspettavo di trovare un film grottesco, surreale, anche divertente. In realtà quasi mai ho avvertito queste sensazioni (anche se il richiamo al Piccione fa capolino più volte, nei visi, nello stile di ripresa, nel ritratto umano che viene fuori e anche nell'uso della tromba - ma qui trombano anche in altri modi comunque-)
In definitiva un film molto interessante, da vedere senza nemmeno pensarci se avvezzi ad un certo tipo di tematiche.
Un soggetto formidabile che, però, avrei gestito in maniera leggermente diversa.
L'immagine finale resta potentissima.
Una donna in una gabbia poco più grande di lei.
Il non plus ultra della rappresentazione di qualcosa di profondamente sbagliato, perverso, qualcosa che ci imprigiona e ci rende schiavi.
Il dramma di non esser liberi mascherato dall'orgoglio di avere la libertà di fare ciò che si vuole
Ecco, meno male che l'impressione che ho avuto con Safari(senza averlo visto) la ritrovo anche qui. Voyeurismo!
RispondiEliminaE questo a me non piace, perchè finisci con il diventare complice di quello che filmi.
Ps: nella mia cantina ci sono gli insaccati fatti dai miei nonni per farli stagionare.
Ah, anche le decorazioni dell' albero di natale. Quasi dimenticato.
La cosa più perversa sono i fumetti porno di mio padre degli anni 80.
Insomma, siamo una famiglia poco interessante per Seidl.
Il motivo per cui non vedrò questo doc lo sai già.
Aspetta: carne legata, puntali e porno. Se a Seidl glielo dici, magari fa una capatina :)
EliminaCiao Rachele.
EliminaConcordo su tutto quello che hai scritto...io non ho la cantina , ma forse ora nelle case moderne è parte integrante della taverna.
Io non ho nemmeno quella ,in compenso ho la mansarda!
La cantina era quella che aveva mio nonno nella mia vecchia casa dove ho vissuto prima di sposarmi e dove continuano a vivere i miei.
Quella casa è ancora mia e quando era vivo mio nonno c'era una cantina che noi abbiamo sempre chiamato CANEVA e ci tenevamo le botti con l'uva da far vino.
E si, da ragazzino ci nascondevo anche i giornaletti porno.. oltre alle sigarette , che ricordi!
Ma non ho nascosto altro..lo giuro , forse a Seidi non interesserebbe nemmeno la mia di cantina.
Sai la cosa che mi fa sclerare quando si parla di questi film ,questo come Safari è che si continua a considerarli con la parola ipocrita dei documentari..ma non lo sono affatto!
E credo che questo lo sanno tutti e nonostante ciò si continua a cadere nel tranello di considerarli "veri" ,ma sono finti fino all'osso (tranne le uccisioni degli animali purtroppo).
Io non ci credo a quello che mi fa vedere Seidi
,non ci credo che nelle cantine austriache ci siano tipi del genere come vengono raccontati in IM KELLER è tutto finto.
Le perversioni possono anche starci ..come possono starci in qualsiasi film sadomaso porno o meno ma in quelli almeno si ha il corraggio di non chiamarli documentari.
A presto
Massimiliano
No no, certo, capisco che anche senza vedere i film di Seidl uno un'idea se la fa.
EliminaEd è pure piuttosto giusta credo.
Quindi sì, puoi evitare di vedere i film, anche perchè ormai sei troppo incattivita verso di lui, un qualcosa che ti avrebbe dato fastidio 5 diventa 10
no, ma certo, il 90% delle cantine sono per quell'uso.
Seidl analizza quella cantine che, appunto, vengono usare in maniera impropria.
E secondo me poteva trovare anche di meglio eh
Claudio: ahah, hai ragione
Max: mi sono premunito di dire che questo tipo di documentari sono in effetti degli ibridi. Il vero documentario sembra quasi non esistere più a dir la verità.Secondo me tutti i personaggi descritti da Seidl sono realmente "loro", ma è anche vero che la sensazione di sceneggiatura e "teatralità" è forte.
Per questo ho odiato Sacro Gra, osannato da tutti e vinctore addisittura a Venezia.
Non c'è un singolo minuto in cui mi sia sembrato "vero".
In ogni caso negare che nelle cantine non ci possano essere persone che fanno sesso "diverso" non solo non ha senso ma è matematicamente un errore.
E certo che ci sono.
C'è molto di peggio nelle cantine del mondo, molto di peggio..
Più che altro ci sarebbe da chiedersi perché questo sesso alternativo sta gente lo fa in cantina, in Austria non hanno le tapparelle? Però appunto come dici anche nella recensione, il voler richiamare quella vicenda reale non credo sia un' osservazione tanto sbagliata.
EliminaNon conosco le cantine austriache, ma quelle tedesche si, e ti posso assicurare che sono dei monolocali. Cioè, loro non hanno l'idea della nostra cantina, con le botti di vino, gli scatoloni, il salame. Sono proprio dei mini appartamenti e quindi devi vederla come una parte della casa da abitare, dove c' è maggiore privacy
EliminaNo dai Claudio, il fatto che lo facciano in cantina ci sta dai
Eliminae per parecchi motivi
intanto le tapparelle son naturali, sei nascosto
poi perchè ste cantine sono abitabili e quindi puoi destinarle ad un uso
poi perchè nella casa normale ogni volta devi allestire e mettere a posto, in cantina tieni già tutto pronto
poi perchè oltre a non essere visto manco ti sentono
poi per la sensazione di "proibito" che ti possono dare
e tante altre cose. Insomma, sono comodissime per una perversione
Praticamemte la lo concezione di cantina, corrisponde alla nostra "tavernetta"?
EliminaE se uno fa le cose "proibite" in mansarda?
EliminaIo ho una mansarda di 50 metri quadri aperta ,però potrei dividerla con un muro e ricavarci due stanze .
Una per la tortura (ci metto delle belle manette rosa e qualche frustino e una cavallina)
Nell'altra cosa potrei metterci , salami , quarti di manzo appesi con dei catenacci ,un tavolaccio da maccellaio ..dove insaccare i salami...a Seidi potrebbe interessare?
Ahaaaa!
più che a Seidl interessa a me
Eliminaessere torturato ed ogni tanto fare una pausa con un bel tagliere sarebbe il top
Più o meno, Claudio. Poi dipende dalle persone. Tipo il keller di mia zia (tedesca) era stato adibito a stanza per il figlio maggiore, con tanto di bagno.
EliminaPiù o meno, Claudio. Poi dipende dalle persone. Tipo il keller di mia zia (tedesca) era stato adibito a stanza per il figlio maggiore, con tanto di bagno.
EliminaPossiamo metterci daccordo....tu fai lo schiavo.
EliminaAl massimo posso imboccarti con un buon salamino de casada ,sottolineo tagliato a fettine non troppo spesse ...altro non riesco a fare ahaha!
O magari na bona sopressa..
Il vero salame si taglia a fette spesse.Ti mancano le basi, Max. Si vede che sei del nord :D
EliminaFarò un eccezione allora....se a lui piace il salame intero lo può sempre mangiare a morsi.
EliminaCiao Rachele ...quando ti laurei?
Oddio, come fai a saperlo? L ho detto sul blog?
EliminaNe ho parlato in privato con Giuseppe, non ricordo di averlo scritto anche qui... o forse si?
EliminaMa del resto proprio l'esempio della Kampusch dimostra come, volendo, ci si adibiscono abitazioni
Eliminainfatti, forse, più che di cantine dovremmo parlare di seminterrato. Insomma, un piano come gli altri ma sottoterra, tutto qui
nel film uno c'ha fatto un poligono de tiro, certo in una cantina come la pensiamo noi sarebbe impossibile...
il salame tagliato fino sarebbe tortura più grossa di quelle, eventuali, nella stanza adiacente
ma sì, che dovevi studiare per finire l'hai scritto una decina di volte
Eliminatranquilla, Max legge solo files pubblici
Scrivo talmente tante cose sul blog che manco le ricordo alla fine!!!
EliminaComunque il 20 ottobre, Max :)
Tra otto giorni ...brava!
EliminaNon ricordo più in cosa ti laurei ,in scienze cinematografiche?
Scherzo...mi sembra giurisprudenza ,diventi avvocato?
O forse dai miei file pubblici che ho su di te ...non ho capito na mazza di quello che studi!
Comunque in bocca al lupo e prepara nastri e confetti rossi...o è solo un usanza nordica?
^3^3^3<3<3
Giurisprudenza e no, non farò l'avvocato!!! Per carità, finirei per fare la fame conoscendomi. Tra l'altro mi sono iscritta a giurisprudenza con la consapevolezza di non voler fare l'avvocato e in tutti questi anni non ho mai cambiato idea.
EliminaGrazie!!! I confetti rossi si usano anche qui.
Ahahaha, i cuori <3
Comunque sti appartamenti "segreti" ci sono anche da noi, per fregare sull' imu :D
Eliminae anche le orge dentro, abbiamo tutto
EliminaÈ stato anche il mio primo Seidl, e anche se la trilogia del paradiso è lì che aspetta, resta l'unico, come sai, Safari non l'ho volutamente affrontato a Venezia.
RispondiEliminaL'idea di partenza è davvero geniale, spiace sì che ci si fossilizzi solo alcune cantine e ci si salga, mostrando cucine e salotti, ma resta un documentario difficile da dimenticare, per me, nel bene.
quindi siamo pari ;)
Eliminate dici che quelle cucine e salotti erano "di sopra"?
so che lo sembravano ma lo troverei davvero brutta come cosa.
Sì, ho visto anche io la luce di fuori ma ho pensato fossero quelle finestre-lucernario che comunque ci sono in parecchie cantine
sì, difficile da dimenticare ma asoslutamente perfettibile per me
Io di Seidl ho visto solo Import/Export (te lo consiglio) che è letteralmente agghiacciante, veramente una pedata nelle gengive, e debbo dire che lo stile e il modo di riprendere mi piace moltissimo, volevo recuperare la trilogia del paradiso ma da noi questo autore è praticamente sconosciuto. Di questa opera ne avevo letto bene e sarei curioso e voglioso di vederla, Seidl se fosse accessibile per me sarebbe un autore da recuperare nella sua completezza, incrocio le dite giusto perchè la speranza è l'ultima a morire...
RispondiElimina"Agghiacciante" al tempo stesso mi porta verso il film e mi respinge.
EliminaPerchè ancora non riesco a capire che rapporto potrei mai avere con Seidl.
Credo che per una volta mi informerò un pochino prima.. ;)
Dai, secondo me In the basement ha speranze di uscire
mi informo un pò su Seidl via
Esattamente quello che trasmette Seidl nelle sue opere, a momenti ti avvolge e in altri ti respinge, autore asettico e ruvido come pochi ;)
Eliminanon so che fare...
Eliminaandrò dove mi porta il cuore ;)
Seidl è un gran furbacchione, condivido le tue perplessità sulla trattazione di certi argomenti, però nel complesso il film è incredibilmente efficace! A me è piaciuto da matti (come mi è piaciuto anche "Safari", ma questo è molto più graffiante a mio parere). Peccato che i suoi film si vedano solo ai festival e mai al cinema...
RispondiEliminaSauro, su Safari qui è successo un bordello...
Elimina(è nel post su venezia, ma ci vuole un giorno di ferie per leggere)
sì, furbacchione credo ci stia bene, per quanto poco lo conosco
ecco, secondo me poteva essere molto più efficace, l'ho trovato più interessante che efficace
eh, ma ci sta dai, se ci sono film di cui è comprensibile la scarsa distribuzione credo siano i suoi...
non per me eh, ma ci sta
« A me, me pare 'na strunzata » sto film .
RispondiEliminaAggiungo io.
Comunque ti ringrazio di avermelo passato!
Grazie davvero
Massimiliano
Anzi mi correggo "me parso na ..." l'ho visto tutto IM KELLER dal primo demente che canta la lirica alla scena finale con la laida in gabbia...NA STRUNZATA STELLARE (guarda ti ho citato anche la Marini).
RispondiEliminaGrazie comunque, di cuore.
Massimiliano
Almeno hai potuto constatarlo di persona ;)
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