5.10.16

Due al prezzo di uno: recensioni "Moonwalkers" e "Hell and Back"

Il primo è una commedia da spararsi tipo adesso su un presunto contatto tra il Governo Americano e Kubrick per girare l'Allunaggio. Sì, ma per una coincidenza a Kubrick non si arriverà mai e le riprese saranno affidate ad un regista obeso hippie.
Un Be Kind Rewind che si mischia con la Storia, ancora più brillante.
L'altro un cartone in stop motion che all'inizio mi pareva bellissimo ma che poi è talmente tanto scurrile, sboccato ed irriverente da farti rischiare di tramutare le iniziali risate in un sottile fastidio o indifferenza.

Moonwalkers

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Sulla presunta regia del -a quel punto- finto allunaggio da parte di Kubrick se ne legge da sempre.
Ed anche il cinema aveva fatto suo il ghiotto argomento. Penso a Room 237 (il doc su Shining) o ad un altro documentario di cui non ricordo il titolo che è, probabilmente -come mi scrisse il lettore che me ne parlò- il più grande mockumentary della storia, almeno per come riuscì per anni, ed ancora adesso, a spacciarsi per vero.
Ma che ne sappia il cinema "narrativo" tout court non si era mai occupato dell'argomento.
Lo fa questo divertentissimo Moonwlakers, un titolo che ha dentro tutte le possibilità per diventare un assoluto cult.
Intanto il soggetto, semplice e geniale. Gli Stati Uniti temono che l'Apollo 11 non raggiunga la Luna. E allora, per pararsi il culo nel caso accada questa nefasta eventualità, contatta l'agente di Kubrick per fargli girare delle scene sull'allunaggio. Se l'Apollo 11 non arriva a destinazione trasmetteranno quelle. Qualcosa insomma va trasmesso perchè anche i Russi stanno per raggiungere la Luna, bisogna anticiparli.
Il problema è che quel giorno al posto dell'agente di Kubrick (un personaggio, come tanti altri, dannatamente divertente) c'è suo cugino, il manager di una squinternata bandaccia musicale che non riempe manco le sagre del pudding. Il ragazzo ne approfitta ed affida il ruolo di Kubrick al suo amico strafattone. Ne succederanno di ogni.
Poi a funzionare alla grande sono i personaggi. 
Quello di Ron Perlman, specie grazie all'interpretazione di questo grande attore, è davvero notevole. Quando è vestito in abiti femminili, dopo aver massacrato un gruppo di omosessuali, è strepitoso.
Anche se il suo trauma post Vietnam, che lo porta a vedere zombie "Charlie" dapertutto, è un aspetto che se all'inizio sembra azzeccatissimo si rivela poi espediente quasi del tutto inutile. 


Ci sono poi il capo dell'Esercito Americano, il sopracitato agente di Kubrick, l'amico fattone e, soprattutto, il regista grassone hippie al quale, una volta capita la truffa-Kubrick, verranno affidate le riprese dell'allunaggio al posto suo. Personaggio devastantemente riuscito, lui e il suo film in bianco e nero ("Rimbalzi"), lui e la sua promiscuità sessuale, il suo egocentrismo e menefreghismo. 
Moonwalkers è una commedia must-see, una specie di Be kind rewind esponenziale (perchè se già bisognava "maroccare" l'allunaggio, adesso bisogna fare il maroccamento (regista scarso) del maroccamento (Kubrick) che mischia momenti divertentissimi, altri trash, altri psichedelici (le droghe abbondano) inframmezzati in una mezza spy story criminale e sanguinaria (e due tre momenti pulp non mancano).
Il cazzotto all'Uomo Blu e il disastro che sarà la scena dell'allunaggio rimangono i momenti forse più alti, insieme a quasi tutti quelli con dentro il regista obeso.
Forse qualche calo di ritmo, forse qualche spunto geniale iniziale che poi si annacqua ma, insomma, tanta bella roba.
E quel finale è davvero splendido, quasi paradossale. Nel film che più di tutti giocava col falso allunaggio si scopre poi che, invece, quel grande passo per l'umanità, l'avevano fatto davvero.

Hell and Back

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Lo trovo per caso su Netflix.
Inizio a vederlo e sono letteralmente rapito.
Ottima stop motion, bellissimi i tratti dei personaggi, grande location iniziale (un Luna Park buio e dismesso, gotico da morire, straordinario), un paio di battute folgoranti e poi, addirittura, mi sparano un "cazzo" e "fica".
Che si vuole di più?
Poi si finisce nell'Inferno e i demoni son bellissimi, e l'idea di come rappresentare le anime straordinaria (delle specie di ectoplasmi tutti uguali, fluorescenti). E le sevizie, fisiche, sessuali (anche esplicite) e psicologiche (e qui c'è uno dei personaggi più belli, il demone che si diverte a dare piccoli dispiaceri alle anime -ad esempio promettendo pizze che non ci sono- finendo sempre con un "Benvenuto all'Inferno".)
Insomma, funziona dannatamente (in tutti i sensi) tutto.

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Sì, ma poi le parolacce continuano a ripetersi troppo spesso, la volgarità diventa talmente alta e frequente che perde la sua forza dissacrante, l'intreccio è labilissimo, la storia di Orfeo (grande trovata iniziale però) serve solo per metter dentro un altro personaggio a cui piace la fregna. Insomma, quello che mi si stava parando davanti come un cartone sconosciuto che avrei consigliato agli urbi e agli orbi si rivela poi un'opera che solo inizialmente pareva autoriale (alla South park per intendersi, scurrile ma "potente") mentre più si va avanti più si rivela come qualcosa che sembra realizzato da dei "bambini" che vogliono divertirsi.
Prese una ad una le situazioni e le battute farebbero ridere di brutto noi maschiacci ma tutte insieme iniziano a stufare anche il più salace di noi.
Orfeo pittore che si vanta dicendo "Già quando sono nato mi sono girato ed ho dipinto la fica di mia madre", che canta una canzone di "quando quell'albero me l'ha messo nel culo" (la sua vicenda ricorda molto Evil Dead), omosessualità e sesso orale citati ogni piè sospinto, angeli da chiavare, donne grasse demoni da trombare, vecchie chiromanti brave con la bocca.
Ma peccato, perchè le scene notevoli sono comunque tante, i demoni fanno pisciare addosso, Il Diavolo è un grande. E le location funzionano.
Insomma, un cartone che ha una cultaggine di 10 punti su 10 ma che commette il grave errore di cacare fuori dal vaso, quel vaso che gli avrebbe permesso di essere, veramente, qualcosa di notevole.


10 commenti:

  1. il toon mi ricorda ted, mi ha fatto ridere ma poi non riesce ad essere anche altro dal suo mood, si parla addosso, doventa senz'anima

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    1. mi sembra che siamo sulla stessa identica lunghezza d'onda qui ;)

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  2. Ma sai che Moonwalkers è lì, appuntato in agenda, da più di un anno e ancora non mi son decisa a vederlo? Direi che devo rimediare dopo quello che ne scrivi -anche se ho letto a salti per non farmi influenzare di più.

    Hell and back invece me lo segno, nonostante la volgarità sembra divertente e ben fatto. A proposito di morte e aldilà, non ricordo più se l'hai visto/hai scritto di quel gioiellino de Il libro della vita. Mi sa di sì, controllo :)

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    1. Secondo me ti piacerà molto Lisa ;)

      no no, hai fatto bene, cerco sempre di spiegarmi un pò nelle tre righe di presentazione, la rece, che poi in questo caso è 1/2, io la leggerei sempre dopo.

      Purtroppo no, mannaggia a me...

      ma te sei sicura che vuoi vederlo? ;)

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    2. Lo aggiungo in agenda, ma come vedi un titolo può starci anni prima di essere visto ;)
      Tu recupera Il libro della vita, che paradossalmente parla di morte in modo splendido!

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    3. Ciao Lisa scusa l'intromissione. per me il libro della vita è un gran film, anzi IL gran film dell'anno. Nel mio blog ne ho detto qualcosa.Ce ne fossero di film che sanno parlare così di morte, di fatto recuperando e riattualizzando le tradizioni archetipiche. Sarebbe stupendo qualcosa del genere snche di più vicino a noi. Ma in Europa le tradizioni di questo genere sono più sotterranee di quanto non accada in Messico ...quindi ci vorrà più tempo

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    4. mi pare l'avevi messo anche nella formazione del controfestval...

      in ogni caso ricordo perfettamente quanto ti piacque e quanto me lo consigliavi anche te

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    5. Infatti facendo cerca nel blog mi era apparso il tuo post, emmegì e non posso che concordare con le tue parole.
      Un modo per approcciarsi ad un tema così difficile davvero equilibrato, anche per i più piccoli.
      Mia sorella che negli ultimi mesi in Messico ha vissuto, ha portato a casa le statuette di Catrina e compagno e gliele invidio un sacco :)

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  3. :-)
    Ho appena visto grazie a Chiarascura un bellissimo film su tradizioni più vicine a noi, the song of the sea, di tomm moore, quello che aveva fatto the secret ok kells

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    1. lo conoscicchio, una sera stavo pure per vederlo ricordo

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