4.6.16

Recensione "Quando eravamo Re" o, soprattutto, il racconto dell'estate di 20 anni fa quando, con un ginocchio sfracellato, conobbi Alì (ma, anche, BuioDoc 29)


E' il 1996 e ho 19 anni.
Una settimana prima del mio, devastante, incontro con Alì un mio amico, pazzo e squilibrato -Stefano- si offre di accompagnarmi a casa dal bar, nemmeno 500 metri di distanza credo.
Inconsciamente, accetto.
I 500 metri sono in discesa, e lui li fa a tutto gas, accelerando. Per andare a casa dei miei bisogna svoltare dalla strada principale al viottolo sterrato che vi ci porta.
Stefano non decelera nemmeno quando svolta nel viottolo. Lo sento ridere, io urlo.
Prende un piccolo dosso (la strada sterrata è leggermente rialzata dall'altra).
Voliamo, letteralmente. Atterriamo circa 10, 15 metri dopo, praticamente all'ingresso di casa.
Dal bar iniziano ad accorrere tutti, siamo a 300 metri da loro, è notte fonda e lo schianto l'hanno sentito benissimo. A me mi trovano per terra, la testa a mezzo metro di un cordolo di cemento che, che ne so, magari avrebbe significato, vabbeh, lasciamo perdere.
Lui è dentro casa dei miei, al bagno, a fare versi assurdi mentre tiene sotto l'acqua un gomito in cui i sassi hanno provocato un buco profondo cm, si vede l'osso.
Io ho un ginocchio sfracellato dai sassi e dalla caduta, non rotto però.
Mi portano dentro casa, insulto Stefano al limite del venire alle mani. Lui, invece, continua a ridere.
Avevo un torneo di calcetto 4 giorni dopo. Senza alcun senso ci provo lo stesso a giocare. Dopo 20 minuti il ginocchio comincia a sanguinare moltissimo, mi fa male, mi innervosisco e vengo espulso, l'unica espulsione in circa 20 anni di calcio e calcetto.
Me ne torno a casa, tanto, 3 giorni dopo, sarebbero cominciate le Olimpiadi.

Sono un ragazzo di 19 anni che ama lo sport in modo maniacale, non solo quello praticato, ma specie quello visto, letto, reso statistica. Ne so talmente tanto che più di una persona mi consiglia, già da anni, di andare a Telemike.
Insomma, per me l'Olimpiade è il massimo della vita a quei tempi, senza alcuna discussione, altro che ragazze, macchina o altro.
Ho un ginocchio in quella maniera, un televisore ed un letto.
Ed una telecamera.
Non mi alzo praticamente dal letto per giorni e giorni. Appoggio la telecamera sul comodino, la zoomo sul televisore e riprendo tutte le Olimpiadi, e se dico tutte intendo tutte, centinaia di ore, commentando ogni gara, dal canottaggio all'atletica, dal tiro a volo al pentathlon moderno. Darei tutti i pochi soldi che ho per riavere quelle cassette.
Ricordo ancora le mie urla per il 19.32 dei 200 metri di Michael Johnson. Ricordo che all'uscita della curva non capivo più niente, quello era già 10 metri davanti agli altri. Per i restanti 10 secondi urlo solo "Non è possibile! Non è possibile!". Poi quel 19.32, tempo alieno, che confermerà tutto.
Ma prima di tutto questo mio delirio sportivo c'era stata l'Inaugurazione.
La fiaccola arriva allo stadio, nessuno sa chi sarà l'ultimo che la prenderà in mano, nessuno sa chi sarà colui che accenderà il braciere olimpico.
Poi, appare lui.
Lo sguardo vitreo, fermo.
Il braccio destro tiene la fiaccola, il sinistro che trema.
Tutto il corpo trema in realtà.
L'unico momento in cui Muhammad riesce a bloccare il tremolio è quando tiene la fiaccola con entrambe le mani, come fosse una cura, una medicina definitiva, ad una malattia che di cure definitive non ne conosce, il Parkinson.
Quando tiene la fiaccola con entrambe le mani Muhammad non è più malato. Forse è una delle tante magie dell'Olimpiade questa.
Quel minuto piango come un bambino. Credo che sia stata la volta che io abbia pianto di più per lo sport, Forse solo l'arrivo di Armstrong con le dita che indicano Casartelli lassù nel cielo hanno avuto lo stesso effetto per me.
"L'uomo più forte di tutti i tempi", il più grande pugile di sempre, mi appare per la prima volta davanti come un corpo tremolante che riesce a malapena a tenere una fiaccola in mano. Perchè la retorica a volte ci porta a pensare che l'uomo può battere qualsiasi cosa se è forte e ci crede. Ma quel braccio che trema in quella maniera ci dice invece che no, che a volte a vincere sono loro.



Se ne è andato ieri Muhammad Alì, l'uomo che un tempo si chiamava Cassius Clay.
Appena ho letto la notizia la prima immagine che mi è tornata in mente è quella, lui e la fiaccola.
Ho sentito allora il bisogno irrefrenabile di metter su Quando eravamo Re, per rivederlo e riscoprirlo giovane e forte..
Che buffo, è del 1996, stesso anno di quelle Olimpiadi.
Ed è un documentario meraviglioso.
Un documentario che ha dentro tutto, lo sport, l'umanità, la politica, la lotta sociale, i valori.
Siamo a Kinshasa, capitale dello Zaire.
1974.
A breve si svolgerà il match del secolo, quello tra il "vecchio" Alì e il nuovo mostro dei pesi massimi, il distruttore George Foreman.
Lo Zaire del sadico e sanguinario dittatore Mobutu è riuscito a "comprare" il match. Sarà una vetrina incredibile per questo paese, miliardi di persone vedranno l'incontro.
Il paese viene ripulito dai malviventi, alcuni saranno uccisi, altri imprigionati in carceri sotto lo stesso stadio in cui avverrà il match.
L'attesa è febbrile.
Foreman è flemmatico, parla poco.
Alì è Alì.
Ovvero il solito sbruffone, strafottente, narciso.
Deliziosamente insopportabile.
E anche presuntuoso, volgare, egocentrico, determinato.
Ma anche brillante, spiritosissimo.
"Sono il più grande" dice continuamente. E qualcuno del suo staff pensa che se Gesù Cristo tornasse sulla terra gli chiederebbe l'autografo.
Alì è un attore, un istrione.
Odia l'America bianca, adora l'Africa e i neri. Per questo qua, in Zaire, si sente veramente a casa. Rifiutò il servizio militare negli Stati Uniti perchè a lui, i Viet Cong "non avevano fatto nulla".
Si batte per i diritti dei poveri e degli emarginati. Lui è un Dio ed è atterrato nella terra dove quel Dio può essere più luminoso.
Qualcuno pensa che sia un profeta e la sua parola Il Verbo. Lui sa parlare, ha carisma, ha coraggio. Lui che iniziò a fare il pugile per punire quello che gli rubò la bicicletta.
Foreman è più nero di lui, dice anch'esso di amare l'Africa, ma l'Africa, fomentata da Alì, non lo ama, anzi, lo odia.
"Alì, bomaye!" "Alì, bomaye!", "Alì, bomaye!" ,"Alì, bomaye!"
"Alì, uccidilo!" è il grido che un'intera nazione, prima e durante il match griderà per sostenere Alì.
Prenderanno 5 milioni di dollari i due pugili. Perchè dietro c'è Don King, quello che diventerà il più incredibile, cinico, assurdo manager che lo sport abbia mai conosciuto.
Certo che sentire Alì parlare di tutte queste lotte sociali, urlare a favore degli ultimi, lottare per loro, e poi vedere che incassa cifre che avrebbero aiutato mezzo continente fa strano.
Ma Alì è Alì.
James Brown e B.B.King fanno da meravigliosa colonna sonora nei giorni che avvicinano al match.
Poi, quel giorno arriva.
Sono le 4 di mattina a Kinshasa, perchè l'incontro deve essere in prima serata negli Stati Uniti.
Lo sbruffone Alì forse ha paura nello spogliatoio. Paura, di certo, ce l'ha tutto il suo staff, convinto che Muhammad andrà come minimo a finire la sua carriera di lì a poco, forse, pure a morire.
Poi l'incontro comincia.
Lo vediamo dopo 32 anni ma si avverte comunque una tensione pazzesca. Alì non riesce ad uscire dalla corde, sta là per 8 round a prendere cazzotti.
Foreman comincia a stancarsi, è incredibile che quell'altro sia ancora in piedi.
Poi succede l'incredibile, George va giù.
Mentre tutta l'Africa festeggia arrivano le piogge africane, la stessa notte. Un diluvio che Dio la manda.
Magari gli africani avranno pensato che quel Dio a mandarla sia stato Alì, forse.
Ho pianto di nuovo, 20 anni precisi dopo, nel rivedere questo meraviglioso documentario.
Montato in maniera straordinaria, completo, quasi trascendente.
E quella trascendenza è merito di Alì.
Proprio alla fine un giornalista racconta un aneddoto piccolo ma potentissimo, lui, i complimenti di Alì, l'urina d'emozione che lo fa allontanare e Alì che lo prende in giro appena se ne va.
Ha voluto continuare a combattere fino alla fine Alì.
Oscar Wilde diceva "distruggi ciò che ami prima che ciò che ami ti distrugga".
Alì amava troppo la boxe ma la boxe l'ha distrutto prima che lui ne fuggisse via.
E l'ha reso quello che quel giorno del 1996 reggeva a malapena quella fiaccola.
Abbiamo tremato insieme quel giorno io e lui, anche se, purtroppo, per motivi diversi.
Abbiamo tremato insieme quel minuto.
Poi la fiamma è andata su, il braciere si è acceso.
Cominciano le Olimpiadi e appoggio la telecamera sul comodino.

37 commenti:

  1. Grande e sentito omaggio per una leggenda.

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    1. Non so se ti riferisci al post o al documentario.
      Se fosse il primo ti ringrazio moltissimo, se è il secondo sì, è straordinario

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    2. E allora confermo il grazie mille ;)

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  2. Uno sportivo grandioso ed un personaggio incredibile. Difficile pensare ad altri che pur di portare avanti i propri ideali avrebbero accettato una squalifica così lunga in un momento cruciale della carriera e da campioni del mondo. Che spettacolo deve essere stato assistere a quelle rivalità in diretta.

    Ho trovato su YT questa interessante intervista che avevo visto su ESPN Classics, peccato niente sottotitoli...
    https://www.youtube.com/watch?v=JoHZZVYS0qc

    Grazie per questo ricordo personale e per condividere la passione per lo sport (e l'emozioni delle olimpiadi) che per i profani sembra un po' pazzia :)

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    1. Guarda, io ho visto l'incontro sul documentario in apnea, malgrado sapessi benissimo chi aveva vinto e l'avessi già visto (almeno nel k.o).
      Credo che chi ha vissuto non solo quell'incontro ma tutto Alì dal vivo si sia trovato davanti un personggio di sport senza eguali, così importante che alla fine lo sport diventava quasi marginale

      farei fatica a vedere un'intervista senza sub ma ne ho viste almeno una decina negli anni, grazi mille di averla condivisa ;

      eh, le olimpiadi... una cosa incredibile. Non le vivo più con quello spirito e quel tempo a disposizione, ma restano qualcosa di straordinario


      però se te sei appassionato alle olimpiadi poi non me poi votà fori tempo!

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    2. Ci provo! Sono partiti un po' di recuperi per provare a complicarmi ancora di più la vita! :)

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    3. Dai che ci sono ancora 4 giorni quasi pieni ;)

      fai bene a recuperare, è l'atteggiamento più bello

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  3. Al liceo era un'anticonformista, sinistroide e pure un po' fricchettona.
    Tutte le mie amiche compravano le Hogan, le borse Alviero Martini, i jeans stretti, io, invece, mettevo solo felpe ,jeans con il cavallo basso e Converse, straconsumate, perchè le converse andavano "vissute"; sulla punta bianca il nome del leader dei Nirvana e i lacci di colori diversi.
    Ascoltavo i Nirvana, Marilyn Manson e i linkin park in loop; ero l'incubo di preti, suore, prof di religioni, con le mie domande "inappropriate". Avevo addirittura postulato la non esistenza di Dio; parlavo di politica e di ideali come le ragazzine di oggi parlano di trucchi e scarpe.
    Ero una tosta insomma... vista da fuori, almeno.
    Ovviamente, il mio luogo sacro, il mio rifugio, non poteva che rispecchiare la mia personalità. Sto parlando della mia cameretta.
    I muri erano i fogli di un diario, scrivevo tutto quello che mi passava per la testa e che mi aveva colpito durante la giornata: il testo intero della mia canzone del cuore, l'elogio della follia di Erasmo Da Rotterdam, una frase di Nietzsche contro la chiesa, la prima volta che qualcuno mi spezzò il cuore...
    Per me era una delle stanze più fighe del mondo, ma chi entrava dentro restava inorridito, giuro.
    Quando lo spazio sul muro finì ( c'erano pure una marea di poster), iniziai a scrivere sulle mattonelle del pavimento(quella santa di mia madre non mi ha tirato nemmeno uno schiaffo, ancora mi sembra assurdo!).
    Tra le tante frasi, al centro ,ne scrissi una,letta su un giornale, che recitava più o meno così :

    "Impossibile è solo una parola pronunciata da piccoli uomini che trovano più facile vivere nel mondo che gli è stato dato, piuttosto che cercare di cambiarlo. Impossibile non è un dato di fatto, è un'opinione. Impossibile non è una regola è una sfida. Impossibile non è uguale per tutti. Impossibile non è per sempre. IMPOSSIBLE IS NOTHING."


    Era la frase che leggevo ogni sera prima di andare a letto, e più la leggevo è più mi sentivo forte, in grado di poter far tutto.
    "Impossible is nothing" era diventato il mio mantra negli anni dell'adolescenza, gli anni in cui pensi di poter avere il mondo ai tuoi piedi.

    Solo oggi ho scoperto che questa è una delle frasi dette da Muhammed Alì, ed ho fatto un tuffo nel passato, in quella cameretta incasinata , con i muri e i pavimenti sporchi di uniposca che avevo dimenticato, e guardo la mia camera di oggi, è quella di un altra Rachele, che ha voglia di riscrivere quelle righe, magari su un foglio stavolta ,da tenere vicino al letto, per rileggerle ogni volta che pensa di non farcela.


    Mi piacciono tantissimo questi "ricordi vintage" dei tuoi post sullo sport, fanno tornare indietro anche me :)

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    1. Bellissimo ricordo Rachè, si fa fatica anche a commentare

      ;)

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    2. Rachele io pure scrivevo sui muri , addirittura con le bombolette. Le mie due frasi top erano un estratto da madame bovary e un frase sui confini che non so da dove venisse. Un Giorno addirittura bucai a martellate un pezzettino di parete per imboccare alcune cose, e poi coprii con un poster.
      Quindi insomma ti sono vicino

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    3. Grazie, lo apprezzo;)
      Ci son volute 3 passate di vernice fucsia per coprire quelle scritte e un sacco di soldi per l'imbianchino:D

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  4. Ali Ali Bumaye!
    Un grande film documentario su un grande protagonista del nostro secolo (per chi è nato col 19 davanti) e della boxe eroica che non c'è più.

    In realtà altri sport hanno purtroppo perso questa bellissima connotazione d'altri tempi

    Un film che è sempre sul mio HD!

    By the way il 2016 si porta via un altro mito.....

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    1. Non so se è "colpa" mia, della società, dei campioni o degli sport stessi, ma quasi in tutti quell'astmosfera eroica non c'è più

      intanto, magari, sentiamoci questo gran pezzo di Pacifico

      https://www.youtube.com/watch?v=Ke5tyZ6bBrQ

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  5. Un grandissimo, dentro e fuori dal ring.
    Anche nell'inevitabile sconfitta contro il Tempo.

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  6. ecco in pochi giorni mi sono trovata a commuovermi per due sport che non posso dire di seguire ... ciclismo e boxe.

    però le olimpiadi ... sai avevo anche scritto tempo fa un post sul fatto che non riesco a capire quasi (stupendomene) come non ci si appassioni, come ci sia gente a cui non freghi nulla ...
    per me, sin da bambina, è stato un appuntamento televisivo costante. e da piccola, appunto, nel luogo di villeggiatura in montagna organizzavamo ogni estate le nostre "olimpiadi".

    bel pezzo, as usual. passione, sentimento e ritmo.

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    1. ciclismo come?

      grazie mille Elena...

      grande, la penso come te, è incredibile come la gente possa criticare o snobbare le olimpiadi, una manifestazione così straordinaria che non ha eguali, anche fuori dallo sport

      poi sì, interessi, scandali, sfruttamenti, ci sarà stato di tutto

      ma la portata delle Olimpiadi e i valori che mette in campo sono superiori a tutto

      ovviamente leggerei quel post molto volentieri se vuoi

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    2. Nel senso che non l'altro ieri, ma la domenica precedente, il giro d'italia - che si concludeva a torino - è passato letteralmente sotto casa mia (otto volte per il circuito cittadino prima della volata finale) e dunque sono scesa in strada, ho fatto foto, filmati, e mi sono messa a chiacchierare con i vicini di casa e poi una volta risalita a casa mi sono commossa per Nibali nel corso della premiazione ...

      il "post" olimpico dovrebbe essere fra quelli di agosto 2012 ...

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    3. ma che belle storie di sport che stanno venendo fuori

      è questo lo sport cazzo, che lo capisca la gente

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    4. http://caterpillar.iobloggo.com/archive.php?y=2012&m=08

      per chi volesse leggerlo questo è il pezzo di Elena, quello del suo blog, il blog più vecchio dell'etere credo (2004).
      Il suo blog è un pezzo di storia anche, perchè racconta come era la grafica dell'epoca. Elena non l'ha mai voluta cambiare, trovo questa cosa bellissima e quasi incredibile

      leggendo il pezzo ho capito finalmente che non solo sei una appassionata, ma che te sei una malata di sport, specie calcio

      incredibile

      tutto molto bello ma, ovviamente, non posso non trovare il capitolo più bello l'ultimo

      e vabbeh, già uno non sa come commentare, dopo 4 anni meglio star zitti e basta

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  7. Ciao Caden,
    davvero che bel post, come sai raccontare bene, mi hai fatto emozionare!
    non sono sportiva e non seguo lo sport, ma so chi era Alì, bisognerebbe essere vissuti su Marte per non averlo mai sentito nominare.
    pensa mi hai fatto quasi venire voglia di guardare il documentario!! ;)
    buona giornata
    Yukari

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    1. il documentario con lo sport c'entra, ma è solo una parte marginale

      credo ti piacerebbe Yukari, è un doc che ha dentro tutto, società, costume, uomini straordinari, politica, cronaca, un'epoca

      grazie mille!

      ti si vede anche fuori torneo, bene ;)

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    2. :)
      bè me lo segno allora.
      si provo a vincere la mia ritrosia e a commentare anche altro...
      ciao
      Yukari

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    3. Aahah, dai che l'ambiente è tutt'altro che "impostato".
      Puoi essere profonda, intelligente, cazzona, simpatica, tutto quello che vuoi

      e poi sei anche sotto nick, figurati ;)

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  8. Scopro da qui Il trapasso di Alì .
    Su di lui non aggiungo altro. Sulla boxe invece dico che è uno sport straordinario, duro e speciale. Enormi le potenzialità pedagogiche e bellissime le storie di molti pugili e universi intorno, anche di oggi. Avevo pure preparato un cineforum na volta che ha rischiato di finire dentro il programma dei mondiali che si tennero a Milano qualche anno fa.

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    1. grandissimo Mg

      e allora il pezzo di Pacifico qua sopra con te è veramente perfetto

      boxe, milano, altre epoche, sembra che sia colonna sonora del tuo commento

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    2. uh che bello! eh sì...
      non sono assolutamente uno sportivo come te, ma ho le mie passioni e quando mi pigliano mi infervoro. Tant'è che sono stato a Marsiglia per i mondiali di rugby e mi sono buttato alla ricerca dei luoghi sacri della boxe di quella città chiedendo per strada e finendo in posti molto interessanti!
      Quella volta poi, quasi involontariamente, ho aperto all'amico che era con me una strada specialissima a livello calcistico, sempre a Marsiglia.
      Na storia assurda, per cui lui (al contrario di me appassionatissimo di calcio) è finito il giorno dopo allo stadio gratis a vedere l' OM insieme al capo degli ultrà dell'olimpique

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    3. Tazzi ha ragione comunque, salire sul ring è una roba speciale proprio. Ti cambia.
      Un ultimo grande pugile milanese è Giacobbone, davvero un esempio della milanesità terrona e di quartiere. Grande! https://www.youtube.com/watch?v=fvjkg3sJ0co

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    4. oh jesus scopro ora che è finito all'isola dei famosi pure lui...vincendo. il mondo è bello!

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    5. annoto un'altra storia particolare quando con un'amica, in vacanza a barcellona ci siamo dirette al mattino per visitare la sagrada familia. la coda era lunghissima e uno degli inservienti ci consigliò di tornare al pomeriggio che sarebbe stato meglio. cosìcché io presi la mia amica e le dissi beh ora si va a vedere un'altra cattedrale ... lei mi seguì fiduciosa ... sino al camp nou. senza saperlo, quel giorno c'era la presentazione di Pique. e vuoi non entrare allo stadio - quello stadio - in mezzo a ventimila blaugrana sotto il sole cocente di agosto? certo che no! :)

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    6. Eh, Fragomeni lo conosco bene...
      Ma mica lo sapevo dell'isola, ahah

      l'ennesima vittoria

      quella frase finale di Tazzi sui brocchi mi colma sempre di bellezza.
      Sei talmente innamorato sulla boxe Mg che se ti viene in mente un post sull'argomento sai che qui c'è spazio

      bellissimo il tuo aneddoto, formidabile persino quello di Elena

      hai capito st'Elena... CI disintegra anche sullo sport, almeno ad esperienze mi sa

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  9. Va che squadra! http://video.repubblica.it/rubriche/made-in-italy/made-in-italy-costruire-un-sogno-i-pugili-italiani-dalla-strada-al-ring/246252/246357?video=&ref=HRERO-1

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    1. AHah, grande ;)

      però anche se non sarai d'accordo devo dirti che secondo me il pugilato femminile manco dovrebbe esistere.
      Sarò un romanticone oh...

      per il resto la conferma che questo è uno sport che nasce dalla strada e dalla fame

      ma, insomma, 1000 scuole di boxe in più sarebbero migliaia di adolescenze incanalate e salvate

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    2. Sai che la pensavo un po come te? Maschilisti del cazzo. ..poi però esattamente per i motivi che dice Irma nel video mi sono pian piano ricreduto. Forse fatico ancora un po su sport più violenti, ma lo boxe è grazia come potrebbe non essere femminile?

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    3. Eh, è grazie, ma anche anche pigne nel muso...
      non lo so, vedere due ragazze fare a pugni un pò mi smorza la mia idea di femminilità ;)

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao