4.10.14

Il vero Buio in Sala: Il cinema Zenith di Perugia



In un anacronismo ti ci puoi imbattere per caso, in un anacronismo ti ci puoi trovare, un piccolo anacronismo, se osservi bene, lo puoi vedere dapertutto.
Ma a volte in un anacronismo ci puoi anche entrare, finir dentro.
E lo puoi fare salendo le scalette esterne di un vecchio edificio, su quello che pare il cortile interno di un antico monastero.
Sali le scalette, entri dentro e tutto ti sembra come 30 anni fa, quando bambino e poi adolescente ti infilavi in questi cinema dall'unica biglietteria, una biglietteria in cui quasi mai trovavi una bella ragazza col sorriso prestampato ma l'ombroso proprietario o una gentil signora che aveva appena impastato la pizza due ore prima.
E già nella biglietteria il fumo delle sigarette (e qui ben venga il progresso ad averle tolte) ti entrava nelle narici, lo spazio è piccolo, non si respira, dai mamma, entriamo in sala.
E in sala lo stesso fumo che si alzava controluce con le immagini.
Il buio, il fumo, le immagini.
E la sala poi non era un anfiteatro moderno con le luci a led ogni 2 metri,ma una vecchia stanza con logore poltrone.
In alcuni casi, nella maggior parte dei casi anzi, tutto messo al piano terra poi, che se davanti a te si sedeva una signora coi bigodini o col cappello nuovo, oppure uno di quei signori alti che a tutto pensano nella vita tranne che la loro altezza in alcuni casi possa procurar danni, ecco, in quei casi la visione diventava una piacevole sofferenza, un kamasutra cinematografico di colli inerpicati.
Che poi in questi cinema, anche oggi, in questo anacronismo in cui sono entrato, ci vado principalmente per film coi sottotitoli.
E se trovo la signora col cappello nuovo o il signore troppo alto leggerli diventa quasi impossibile.
Ma che vuoi, se entriamo qui è perchè questo ci piace e questo vogliamo vivere, se preferissimo stare in comode poltrone 2 metri più alte di quelle davanti e con il porta-bibita incorporato andremmo altrove.
Ad accogliermi c'è Riccardo, un uomo che 15 anni fa mi sembrava identico a Gary Sinise di Forrest Gump ma adesso, con tutto il rispetto per l'attore americano, gli anni se li è portati avanti meglio lui.
E' qui dal 96 (ma lo Zenith ha più di 50 anni di vita) e circa dallo stesso anno io, con presenze più o meno sporadiche, vengo in questo piccolo cinema appena fuori dal centro di Perugia.
Lo Zenith, nel 1996, veniva da anni di inattività, occorreva ripartire quasi da zero.
E Perugia allora, come del resto anche adesso, era all'avanguardia nel campo cinematografico visto che solo nel centro c'erano almeno 5 cinema.
E così al rinato Zenith, la legge del prima ci siamo noi, stai lì buono, faceva in modo che restassero quasi soltanto gli "scarti" degli altri.
Sì, scarti, chiamali così.
Chè all'epoca non c'erano mica i multisala e quindi il cinema di massa e popolare lo trovavi proprio in quei 5 cinema sopracitati. E così i film che restavano fuori più che scarti erano quelli di nicchia, quelli poco pubblicizzati, quelli che avevano come maggior possibilità di successo il passaparola.
E così un pò per necessità e un pò per una scelta sin d'allora molto precisa il nuovo -che dir nuovo in questa storia poi par quasi un'offesa- Cinema Zenith da quasi 20 anni ormai è tornato la roccaforte del piccolo grande cinema, di quello di qualità, di quello più nascosto, di quello che con fatica cerca spazi in mezzo ai pop corn, di quello, diciamocelo, che alla fine della fiera ci fa ancora essere perdutamente innamorati di quest'arte.
Un cinema però che sembra non piacer tanto ai giovani, perennemente innamorati delle luci abbaglianti di altri luoghi.
E fa dispiacere perchè Perugia è (o forse è stata?) da anni una delle capitali italiane della meglio gioventù, degli universitari.
Ma dove sono sti ragazzi, mi chiedo io, mentre mi ritrovo spessissimo ad essere il più giovane in sala.
Ma dove siete, venite qui, e poi andiamo anche in quell'altri di cinema, che guardare una commedia sbrodolosa e un hamburger non hanno mai fatto male a nessuno, anzi.
Ve lo dice uno che senza i suoi horror, specie quelli scrausi, non sa stare.
Qui e là quindi, ci mancherebbe.
Ma anche qui, che non c'è da vergognarsi, che c'è solo da prenderci un pò la mano con certe cose, abituarsi, aspettare e vedere, che poi se ami il cinema la scintilla s'accende.
E invece ora, come 20 anni fa il pubblico è quasi tutto dai 40anni in su e se c'è qualcuno di 60 anni è perchè era il 40enne che ha cominciato a venire vent'anni fa.
E' dura la vita per certi posti, per cinema che ogni tanto, specie nel pomeriggio, hanno 1,2 spettatori (mi è capitato più volte) ma altre, e non poche, sanno ancora richiamare tantissima gente.
E non è la stessa "tanta gente" del multisala.
Non sarà gente migliore, ma migliore è il posto in cui si trovano.
Un posto dove si può ancora parlare di un film, vedere un 70enne che chiede informazioni a un trentenne, fermarsi un attimo in più e lasciare che l'emozione per quello che si è visto svanisca piano piano, magari davanti a un meraviglioso piatto di pasta nel ristorante aperto quasi 2 anni fa, il Nadir.
Lo Zenith e il Nadir, già.
Perchè qui poi, intendiamoci, di gente importante ne è venuta.
Non solo con i suoi film, personalmente.


E' passato Martone e il suo Risorgimento

Guzzanti, lei, con i suoi zapateri e i suoi terremoti
E Guzzanti, lui, con i fascisti scambiati per marziani
E i Manetti col la bomba nell'ascensore e gli spari neomelodici
E Garrone con i suoi nani imbalsamatori, le sue modelle anoressiche e il suo pescivendolo napoletano che voleva diventare famoso.
E l'Avati di sconfinate giovinezze
E Moretti col suo Papa troppo umano
E Sorrentino col suo uomo nascosto in un hotel impaurito da nulla se non dall'amore
E Gilliam, e il giovane Ozpetek e tra poco frse arriverà Tornatore e chissà quanti altri.


Son venuti tutti qui.

Mica dove ci sono le luci a led, qui.
E qualcuno l'avrà fatto per pubblicità, qualcuno come tappa obbligata di una carriera che stava iniziando ma qualcuno, moltissimi, ci vengono anche essendo diventati quello che sono.
E qualcuno ci torna, vincesse pure l'Oscar.
E' il caso di Garrone, persona splendida (l'ho saputo anche per altre vie) che stranamente si vergogna a parlare in pubblico dei suoi film ("Riccardo, se mi inviti per una partita di calcetto vengo, per parlare no" dirà un giorno).
Ma anche la resistenza non può resistere a tutto.
E così è arrivato il digitale, e così la figura del "pizzaiolo" in sala proiezione non esiste più, premi play e che il Dio digitale te la mandi buona, se va male non si risolve.
Proprio oggi ho trovato fuori dalla porta d'ingresso la gigantesca e ferrosa macchina della proiezione in pellicola, che so, magari la stavano portando via per sempre, non l'ho chiesto a Riccardo.
Ma il mercato detta le leggi e se devi aggiornarti non puoi farci nulla.
Per il resto però tutto è ancora soltanto passione, idee e uomini.
Uomini che organizzano rassegne, corsi scolastici, cineforum ed eventi, moltissimi eventi.
E che insieme ad altre ottime realtà stanno facendo di Perugia una cittadina in cui il cinema d'autore è tutt'altro che morto.
Ma qui siamo comunque in uno spazio che è anche mio.
E se ho chiamato un blog Il Buio in sala un motivo c'è.
E forse è proprio il buio di questo cinema quello dove conservo più ricordi.
Non c'è nemmeno bisogno che ripeschi lontano, bastano questi ultimi anni.


In questo buio ho visto un coreano che alza un martello.

Un funzionario che ascolta vite che non sono la sua.
Un uomo malato terminale che incontra suo padre nella neve.
Un altro uomo che ha paura che arrivi un tornado.
Uno che cerca gli affetti delle persone che non ci sono più.
Una famiglia greca e una finestra da cui buttarsi.
Un massacro raccontato prima da chi l'ha compiuto poi da chi l'ha subito.
Un pianeta che si schianta sulla Terra e una capanna di legno che vorrebbe fermarlo.
Un uomo che costruisce New York dentro un capannone.


E tutti gli altri che verranno da domani.

16 commenti:

  1. Ribadisco che tu devi farci un libro co ste storie!

    Per quanto riguarda la morte del cinema, ne parlavo oggi con un "amico" su twitter: la voglia di andare al cinema è puro intrattenimento, niente di più, se proponi ad un ventenne un film anche vagamente "impegnato" ti ridono in faccia e dicono che se vogliono fatta una lezione vanno all'università. Il cinema non è più arte, è SOLO intrattenimento. Se a questo si aggiunge una distribuzione becera e scandalosa (in italia molti bei film non sono distribuiti, neanche in cassetta) la frittata è fatta. Poi c'è da aggiungere pure che ormai il mondo del cinema italiano sta diventando autoreferenziale e autolodante, chiuso al grande pubblico (come se un film popolare e ben fatto fosse sbagliato) e sempre più snob; e la quiche lorraine è fatta.

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    1. Hai detto tutto.
      Ma non sono frasi fatte, è proprio così.
      Allo Zenith non vedo più un giovane, è pazzesco.
      E, ti giuro, mentre allo Zenith sono SEMPRE il più giovane (a parte quando viene con me Federico) al multisala molto volte sono il più vecchio.
      Si è creata una frattura, una divisione così netta da far spavento.
      I giovani nei multisala (nel quale oltre il cinema hanno panini, vestiti, tecnologia e ragazze da rimorchiare) , le persone più grandi negli altri cinema.
      E, Pietro, non c'è più soluzione, sarà sempre peggio.
      Perugia poi è piena di giovani e vedere che a volte siamo in 2 in sala lo trovo assurdo, possibile che tra 3000 giovani 6,7 non vengono là a veder film?
      non lo so.
      Sulla distribuizione ormai ne parliamo praticamente tutti i giorni.
      E la cosa preoccupante è che sta peggiorando.
      Fino a 5 anni fa trovavo bellissimi film anche nei multisala (in cui andavo almeno una volta a settimana), adesso non c'è più nulla, nulla.
      Se non fosse per gli horror credo che nell'ultimo anno ho visto in multi 2 film.
      Uno è Her.

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    2. a proposito della distribuzione: http://www.visioniproibite.it/news-film-censurati-in-italia-cinema-oltraggio-oscenita/18-cancellata-l-uscita-italiana-di-the-human-centipede

      film del 2010!

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    3. Pietro, ma dici a me del Centipede???

      Cazzo, c'ho fatto na tesi de laurea sulla recensione!

      Specie sul 2

      Viva il Centipede!!!

      Viva i malati! :)

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  2. Il problema non sono solo le multisale. Purtroppo, lo abbiamo detto migliaia di volte, le nuove generazioni non sanno scegliere, non riescono a distinguere la visione in sala da quella privata. Esiste quella maledetta parolina, "streaming", che racchiude tutto: visioni on-demand, pay-tv, cellulare, tablet, pirateria... oggi esistono talmente tanti modi per vedere un film che la sala cinematografica è soltanto uno di questi. E neppure a buon mercato, visti i prezzi. Se noi della 'vecchia guardia' (parlo per me, ho 42 anni) non facciamo qualcosa per 'abituare' i giovani alla visione in sala, i cinema saranno sempre più vuoti. E i primi a chiudere, è ovvio, saranno proprio le care, vecchie sale di città, che poco possono contro i multiplex per i soliti motivi (facili da raggiungere, parcheggio gratis, possibilità di svago alternativo). Ed è chiaro che a farne le spese saranno primi i film d'essai, quelli che non trovano posto nei multisala.
    Non è un caso se adesso, con il digitale, alcuni registi (il primo, credo, è stato Soderbergh) fanno uscire i loro film addirittura contemporaneamente al cinema e in home-video.
    Dicono che è inutile mettersi contro il progresso. Boh, io per adesso non ci voglio pensare...

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    1. Il problema è ANCHE delle multisala. Io in nessuna di esse, che mi onoro di non aver mai frequentato, ho trovato una sala o un giorno a settimana o al mese, dedicato, chessò ai film d'autore, ad un genere o a una corrente. Quelli son supermercati di pellicole (ormai dovremmo prendere l'abitudine a non chiamarle più così, visto che non lo sono) dove non frega una ceppa a loro del cinema (son tutti dipendenti di multinazionali, spesso pure a progetto o comunque a tempo determinato) che devono venderti la maglietta, i popcorn e la cocacola).

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    2. No, ma aspetta, qui c'è stato un misunderstanding Sauro.

      Io non ho scritto, o comunque non volevo intendere, che la crisi dei piccoli cinema sia dovuto ai multisala, assolutamente.
      Basta dire che sono in stra.crisi anche loro, sai quante volte mi sono trovato anche lì in 4,5 persone?

      Io volevo solo dire, e non come sensazione, ma con dat tangibili della mia esperienza e di quella di Riccardo, gestore da 18 anni di quel cinema, che i giovani SE vanno al cinema vanno solo nelle multisala.
      Poi ovvio, internet, diversi valori e interessi e cazzi vari sono la causa maggiore della crisi dei cinema.
      Ma attenzione, lo streaming non è un demone eh, anzi, è un metodo benemerito se usato come va usato.
      Sai quanti film meravigliosi sono riuscito a trovare solo in streaming?
      Probabilmente la maggior parte.
      Se andiamo contro lo streaming è come se dicessimo "l'80% dei film prodotti non deve essere visto".
      No, lo streaming ci salva.
      Ma è lo streaming selvaggio, quello da fast food, quello del prodotto di massa consumato subito ad essere devastante.
      E c'è gente, te lo dico da ex videotecaro, che si vanta di vedere lo streaming di un film da un giorno in sala.
      Ma dov'è la bravura o il merito?
      Che cosa si vince?

      Niente, si perde e basta

      Si perde tutti.


      (comunque alcuni multisala le rassegne, minime e da 4 film al mese, di film un pò migliori ci sono Pietro)

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    3. Non si vince nulla. Hai perfettamente ragione riguardo lo streaming... inteso però nel modo in cui lo usiamo noi amanti del cinema (io, te, i tuoi/nostri lettori), ovvero per recuperare titoli introvabili che altrimenti non vedremmo mai. Però io e te, immagino, anche se troviamo già in rete 'Boyhood', non ci sogneremo mai di vederlo sullo schermo di un pc anzichè aspettare un paio di settimane per vederlo al cinema: ecco, per i giovani questa cosa non esiste... per loro non fa alcuna differenza vederlo in sala o in camera propria. Non è solo un discorso economico, è un discorso culturale, che investe anche il tema delle piccole sale di quartiere: il ragazzo, l'adolescente di oggi, lo studente, intende il cinema come un prodotto di consumo, esattamente come giocare ai videogames o fare una partita a bowling... per questo preferiscono le multisale, che nel 90% dei casi sono ubicate dentro mega-centri commerciale dove chi li frequenta ci va per andare ANCHE al cinema. E se non cerchiamo di convincere 'I nostri ragazzi' (che brutta citazione) a vedere il cinema come un'espressione artistica, non ne usciremo mai...

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    4. Perfetto, ora il quadro è completo e tutto condivisibile.
      No, il prezzo è una scusa, escono tutte le sere e volte solo per una birra spendono quella cifra.
      Sì, il cinema per loro è consumo, non esperienza, hai centrato il punto.
      Perfetto anche l'esempio di boyhood, ci siamo capiti al volo.

      Io ad esempio ho aspettato 2 anni Mud ed ho avuto ragione.
      Certo a volte magari anche io finisco in streaming per un film che poi arriva ma è rarissimo, bene o male so come funziona e chi ha possibilità e chi no.

      No, non c'è soluzione Sauro, nemmeno a provarci.
      Anzi, sarà sempre peggio con l'avanzare della tecnologia.
      Quel mondo è finito e un ritorno è impossibile.
      Speriamo di resistere noi e quei pochi giovani (io ne ho conosciuti solo 2,3 in 6 anni di esperienza diretta-videoteca) che ancora amano il cinema, inteso anche come luogo.

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  3. Voglio vedere Winter Sleep, era ieri o stasera?

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    1. Volevo vedè una sera questo e una Class Enemy.
      Ho visto Il regno d'inverno ieri, ma se lo voi vedè vacce.
      Mangiamo o prestissimo, tipo 6.45 o quando esci alle 11

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  4. Un uomo che costruisce New York dentro un capannone.

    Stai parlando di Synecdoche New york?

    Il coreano che alza il martello? OLdboy? La sparo!
    Massimiliano

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    1. Beh, erano i due più facili da ;)

      noto che il post ha grossi problemi grafici, vedo se posso risolvere

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due cose

1 puoi dire quello che vuoi, anche offendere

2 metti la spunta qui sotto su "inviami notifiche", almeno non stai a controllare ogni volta se ci sono state risposte

3 ciao