26.10.14

Recensione "True Detectvive" - Le Serie Tv de Il Buio in Sala

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Appena finito di vedere True Detective, mentre ancora mi scorrevano davanti i titoli di coda e qualche inaspettata lacrima malandrina mi sorprendeva nel volto, mi sono chiesto cosa fosse questa serie.
Cosa sei True Detective?
Che io mica ancora l'ho capito.
Forse una torbida, durissima, tesa, avvincente e complessa storia di vittime e assassini?
Perchè questo sei di sicuro, ossia una serie che ci fa rivivere i fasti dei grandi thriller del passato, una specie di silenzio degli innocenti lungo 8 ore, che poi questo, pensandoci bene, potrebbe essere titolo dello stesso True Detective che su innocenti ridotti al silenzio e di successivi silenzi su questi innocenti ne fa architrave della trama.
Non saranno agnelli veri e propri ma come agnelli sono.
Hai tutto, il fascino della detective story e le tematiche dei miglior dramma, le immagini forti dei thriller più estremi (la prima vittima non si dimentica) e la straordinaria confezione a cui ormai ci stanno abituando le serie.

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L'intreccio è complesso, a volte pure troppo, ma l'averlo dipanato in 3 diverse temporalità è un vero e proprio capolavoro che fa di questa serie una cosa diversa, tutta sua.
Ce n'è per tutti, donne e bambini scomparsi, pedofili serial killer, sette, simboli da interpretare, chiesa e polizia colluse, sparatorie, droga, sesso e alcool, un calderone che straborda di roba, che ce n'è così tanta che a volte ti sembra che non ce la fai nemmeno a sentire i singoli sapori, ce n'è così tanta che in certi momenti ti sembra uscire dal piatto e non hai un tovagliolo per fermarla.
Ma forse non sei questo.
Forse sei un film che è gara di bravura d'attori, di regia, di immagini, una serie che ce la si ricorda per quanto bene è realizzata, per il ritmo, per le riprese.
Ma cosa si può dire ad esempio di Matthew McConaughey? niente, le parole son superflue. Paradossalmente è più facile parlare degli altri, che eccezionali sono lo stesso, come quell'Harrelson che ormai sta studiando per diventare mito vivente e attore cult di 2,3 generazioni, o la Monaghan che son felicissimo di ritrovare, dico personalmente, dopo il Gone Baby Gone di alcuni anni fa. Ma eccellono tutti, e questo ormai per le serie è quasi normalità.


No, invece ci torno su M.MC, che cazzo, perchè come porta lui quello sguardo,quello sguardo che dice tutto, dice vuoto e insensibilità ma allo stesso tempo anche sofferenza e rabbia per qualcosa che si è perso, qualcosa che sta dietro quegli occhi in agguato, come porta lui quello sguardo in giro è roba per pochissimi.
Sembra vuoto e perso e allo stesso tempo pieno di cose, incredibile.
Sulle location quando c'è la Louisiana di mezzo, l'abbiamo detto più volte, è come iniziare a costruire una squadra avendo già Messi.
Gli acquitrini, le lagune, le baracche, le case e le chiese abbandonate, i boschi, le credenze voodoo, il cinema ci sguazza qua dentro.
E alla regia che vuoi dire? che ci regala un episodio, il quarto, che per mezz'ora è quasi film a sè, con quell'incredibile e adrenalinica sottostoria dei motociclisti preceduta poi da quell'eccezionale montaggio alternato sulla preparazione della droga per il colpo,
O la scena dell'arrivo da Ledoux? Quel passare da Rust a Marty, quel colpo che arriva alla testa di Ledoux per qualcosa che vedremo poi.
O le visioni di Rust con l'indimenticabile volo d'uccelli che diventa simbolo o le luci al neon che lo trafiggono.
Ma parlare di sequenze o anche solo di piccoli dettagli che fanno grande la regia ci sarebbe da starci fino a domani.
E allora mi prendo 5 secondi inutili, un gioco di specchi quando Rust esce dalla tavola calda in cui parlava con Maggie, un gioco di specchi che ha del miracoloso.
Ma forse ci stiamo avvicinando alla verità su cosa sia TD.
Forse son proprio i personaggi il suo segreto.

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Come faremo a dimenticarci di Rust ad esempio.
Un poliziotto, anzi un uomo, che è "il Michael Jordan dei figli di puttana", una persona che un giorno ebbe qualcosa ma che adesso quel qualcosa non ce l'ha più e allora vive una vita da completo nichilista che pur nella propria inutilità in un mondo anch'esso inutile ha comunque trovato un ruolo da recitare.
E Marty che ti sembra a tratti un bravuomo e uno stronzo colossale il minuto dopo, uno fragile, l'opposto di Rust, uno che non ce la fa a tenere le cose a posto, non ce la fa a non lasciarsi andare.
Dopo 4 ore di serie ti sembra che sai tutto di loro, che i loro 40 anni non possono avere segreti per te.
E, visto che ci siamo, se TD non celasse il suo segreto proprio nel loro rapporto, in uno dei rapporti di amicizia più intensi, meglio raccontati e complessi del cinema recente?
Qualsiasi cosa facciano i due, anche ammazzarsi di botte e rovinarsi la vita, tu percepisci un rispetto, un'amicizia taciuta, un bisogno l'uno dell'altro, un farsi forza, una stima, un riconoscersi opposti ed allo stesso tempo uguali.
Sì perchè per quanto possano essere diversi questi sono due uomini soli cui la vita sta sfuggendo via.
La vita già, l'esistenza.
E sento che siamo ancora più vicini a capire l'anima della serie.
Perchè forse il suo segreto è nel suo esistenzialismo, nel suo riuscire a parlare di tutto, senza filtri, senza retorica, come prendersi un cazzotto in faccia quasi.
E tutto viene sempre e solo da Rust.


Rust che considera sua figlia morta bambina come fortunata perchè si è risparmiata la vita in questo mondo che non ha un senso, non ha uno scopo.
Rust che guarda migliaia di occhi di vittime di omicidio e crede di leggervi la consapevolezza e la serenità della morte, l'aver capito nell'ultimo nanosecondo di vita che tutto quello che hanno passato alla fine non era niente, non ne valeva la pena, che lasciare quell'esistenza è facile, che tutto è un sogno che facciamo in una stanza sprangata, che basta chiudere gli occhi e tutti gli inutili affanni se ne vanno via.
Rust che considera la religione un virus del linguaggio perchè riscrive tutte le parole che abbiamo in testa, gli dà, anzi, gli impone, significati diversi.
O Rust che considera il tempo come un cerchio piatto, un continuo reiterare gli stessi gesti e le stesse parole.
Marty è a livello filosofico invece personaggio non interessante, piatto, senza teorie, senza pensieri forti, "un tipo normale con un cazzo enorme" si descrive lui stesso. Ma paradossalmente non è personaggio meno complesso, anzi, se diamo a complesso l'accezione di più sfumato e variegato allora lo è anche più di Rust, che invece è una dura lastra di granito, del Niente e del Nulla o.k, ma dura lastra di granito.
Ma ecco che alla fine ho forse capito dove sta il segreto principale di TD, cazzo, era proprio là quando mi ha sorpreso la lacrima malandrina.


Rust fa un errore madornale.
"Era come se facessi parte di tutto quello che ho sempre amato" gli sfugge.
Quello che gli intravedevamo negli occhi gli è ora sfuggito dalla bocca, ormai è fregato, con una sola frase ha rovinato un ruolo e una reputazione, Marty se vuole potrà rinfacciarglielo per tutta la vita.
Ma perchè qui, in questa frase, in questi ultimi 5 minuti credo di aver colto il segreto di questa bellissima serie, o almeno della sua scrittura?
Perchè sentir parlare di gioia persone gioiose a me non fa effetto.
Sentire parlare di felicità persone felici nemmeno.
Sentir parlare di speranza da persone che hanno tutto neanche.
Tutte queste sono meravigliose banalità, come è meravigliosamente banale, e rassicurante, uno sconfinato prato di fiori colorati.
Sono frasi rassicuranti da facebook.
No, il segreto del mondo, e se è segreto del mondo non può non esserlo anche di una piccola serie tv, il segreto del mondo, la forza dello stesso, non è nella bellezza di un prato fiorito.
Ma in un fiore che nasce in mezzo al deserto.
E' vedere uno spruzzo di serenità in un uomo infelice.
E' la ventata di ottimismo e speranza in uno che ha perso tutto.
E' l'improvvisa esplosione di felicità in un'esistenza depressa.
E' il sentir dire "quello che ho sempre amato" in un uomo che mai aveva parlato d'amore e sentimenti ma che anzi li rifuggiva, li odiava, non credeva nemmeno nella loro esistenza.
Oppure semplicemente li nascondeva.

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Sono le lacrime, le lacrime di Rust, che scorrono in un uomo insensibile.
Il segreto è qui, in tutto quello che nasce di bello in posti, luoghi o persone dove sembrava impossibile potesse nascere.
Il segreto del mondo è nelle sue contraddizioni, perchè solo nella contraddizione possiamo riconoscere l'autenticità delle cose.
C'è un cielo nerissimo. Ed è lo stesso cielo di ieri.
Ma Rust, adesso, riesce a vedere le stelle.

40 commenti:

  1. La lacrima malandrina come sempre me la fai scendere tu, maledetto bastardo!
    Una serie magnifica, mi è piaciuta un sacco e mi ha aiutato moltissimo per una cosa che ho scritto. E proprio io, che alle serie tv sono un po' allergico, ho voglia di comprarmi il cofanetto in dvd!

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    1. Ma non è che Giacomino sarà lo sceneggiatore di True Detective 3 ?

      A me puoi dirlo

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    2. Magari!
      Anche se la cosa che vorrei di più è essere il marito di Alexandra Daddario ^^'

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    3. Secondo me tutto vorresti essere tranne che suo marito.
      Passeresti una vita infernale con una in quella maniera.
      Meglio il ruolo che aveva Marty

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  2. Sono alla quarta puntata. Davvero fantastica!!! Una sceneggiatura perfetta ed un McConaughey strepitoso. Diciamo che io ho ancora la fortuna di gustarmi le ultime quattro puntate :P

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    1. Ma te Nico non hai ancora finito e vieni a leggere?
      Ma sei scemo?
      Lo sa che io sono the King of Spoiler!

      Ah ah, credo che a quest'ora hai finito...

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  3. Grandissima serie perchè ispirata e registicamente altra rispetto al solito. Seconda solo a Twin Peaks per quelle "extra" e a Breaking Bad per quelle "classiche". Stimolante forse la lettura di questo: http://www.linkiesta.it/blogs/le-argonautiche/true-detective-un-capolavoro-piu-scientifico-che-cinematografico

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    1. Leggerò assolutamente.
      Dal link intravedo già un nome interessante.
      Anche se non so se "scientifico" sia l'aggettivo giusto.
      Comuqnue sì, è una serie, e l'ho scritto, che ha il suo segreto nel trascendente secondo me

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  4. un piacere enorme leggere sta recensione giuseppe.

    sappi che me la sono proprio goduta perchè ho rivissuto le emozioni che mi ha dato la serie (io l'ho vista ben 2 volte)

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    1. E per me è un piacere enorme ricevere il tuo commento Alessio.

      Ci sentiamo presto


      (un giorno la rivedrò anche io)

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    2. Molto interessante MG ma, per i miei gusti e stili ci sono cose che non mi piacciono

      1 è troppo duro e troppo su un piedistallo, vedi ad esempio i primi capoversi a dir merda di quasi tutto

      2 è troppo citazionistico, dispensatore di cultuta

      3 per me dice inesattezze come ad esempio definire TD senza il suo esistenzialismo una banale storia di due poliziotti. E l'intreccio? e le temporalità? e la regia? e gli attori? e la bellezza delle immagini? e l'atmosfera?

      insomma, tutta la mia stima per un pezzo così ma siamo proprio su due pianeti opposti io e lui

      :)

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  5. Posso dire una banalità? Per me è, semplicemente, la miglior "cosa" vista quest'anno... in assoluto, senza riserve. Personalmente, mi ha ricordato tanto il cinema di Michael Mann: ovvero come riuscire a far diventare indimenticabili storie banalissime (intese come trama). E' un gioco (meraviglioso) di atmosfere, sguardi, rantolii. nebbie, musiche avvolgenti... un mio amico mi ha detto: "Se a McCounaughey hanno dato l'oscar per 'Dallas Buyers Club', per 'True Detective' cosa dovevano dargli, il nobel?"
    Difficile non essere d'accordo.

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    1. Più che banalità è una sintesi perfetta :)

      E sono completamente d'accordo con la tua mini recensione.
      Lo hai recensito?

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    2. Sì, qui:
      http://solaris-film.blogspot.it/2014/08/true-detective-stagione-1.html

      ;)

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  6. Serie stupenda, senza se e senza ma.
    E post ottimo.
    Tra l'altro, hai toccato alcuni temi che avevo toccato anche io.

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  7. bel post che onora una serie favolosa...

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    1. Te l'hai recensito di sicuro che c'hai pure il template, vengo a cercare

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  8. io invece l'ho capito subito che cos'è: una figata!

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    1. E io che ho faticato tanto a trovarvi il senso...

      Era questo!!!

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  9. Una serie che non e' eccessivo definire stupenda.
    Splendidi i due protagonisti (e pensare che un tempo Matthew McConaughey non mi piaceva), grandi prove d'attore e grandi indimenticabili personaggi, storia e sceneggiatura al top (alcuni dialoghi ti scavano dentro), scenografie mozzafiato di un'America sporca (in tutti i sensi), bella la colonna sonora.
    Si capisce di essere di fronte a qualcosa di speciale già dalla sigla.
    Da vedere!

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    1. MMC non piaceva a nessuno, ora l'adoriamo tutti, e c'è poco da dire, la sua svolta attoriale dovuta principalmente a scelte diverse, è stata decisiva.

      Per il resto in poche righe hai detto tutto.

      La sigla già, grande :)

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  10. Ok: sono alla seconda puntata e ci sono già dentro.

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  11. Ciao Giuseppe! Come stai?

    True detective l'ho visto due volte, una in inglese ed una nella nostra lingua, il tuo post ha toccato tutti i punti cardine con la tua solita emozionante scrittura, si vede che lo hai amato e si vede che ti ha lasciato molto, mi fa piacere perché il tuo pensiero sulla battuta nel finale è meraviglioso.

    Rivedendolo e leggendo il tuo post capisco la meraviglia di un finale del genere, una conclusione che si può definire una vittoria, un finale positivo da grande cinema.

    Tu hai descritto bene la bellezza e l'ammirazione che si prova nel vedere la felicità in chi è triste, la speranza in chi ha perso tutto, il fiore nel deserto; credo che storie come queste meritano di essere raccontate perché fanno bene al mondo e, come dici tu, racchiudono il segreto della vita.
    Sono storie che hanno il dovere di essere narrate.

    Però cosa accadrebbe se una storia ci raccontasse la sconfitta di chi cerca l'amore in una vita vuota, in chi cerca gioia dopo anni di solitudine e disperazione, se una storia ci raccontasse la lotta di un fiore che germoglia nel deserto e poi soffre secca e muore perché si scontra con la realtà che ha provato a vincere.

    Perché trovo bellissime e soprattutto utili le storie che lasciano speranza, ma la vita non sempre va così, a volte si può fallire su tutti i fronti, si può vivere un'intera vita di disperazione e sofferenza e credo ci voglia molto coraggio per raccontarlo, ma sarebbe giusto? Una storia che non lasci speranza o insegnamenti può essere raccontata?

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    1. Carissimo Filippo, mi trovi qua e ti rispondo subito :)

      A dir la verità ti avevo risposto anche sul post delle rubriche ma hai fatto l'indiano, come mai? :) :)

      Certo che le storie senza speranza esistono e devono essere raccontate.
      Certo che anche il fallimento, la sconfitta e la disperazione non devono essere occultate ma portate fuori, fatte conoscere.
      Poi lo dici a me che ho tra i miei film preferiti pellicole senza speranza dentro, quasi definitive...
      Ma non perchè mi ci riconosco o in qualche modo, in maniera masochistica, a quello anelo ma solo perchè trovo le storie di disperazione quelle più vere e quelle che, conosciute le quali, ti fanno apprezzare al meglio tutto il bello della vita.
      Vedi, quello che hai scritto riguardo il finale di rece mi ha contro-emozionato, hai fatto un commento bellissimo e la tua "provocazione" è molto intelligente.

      Ma in realtà, se leggi bene, ho scritto una cosa leggermente diversa.
      Non ho parlato di uomini che ce la fanno, di raggiungimento di felicità, serenità e speranza ma ho scritto:

      spruzzo di serenità
      ventata di ottimismo
      improvvisa esplosione di felicità

      quindi non sono punti di arrivo in esistenze tristi e dolorose ma semplicemente attimi, istanti di bellezza.

      Il fiore nel deserto può morire, sì, è vero, anzi, morirà.
      Ma è nato.
      E, in teoria, là non poteva nascere.

      E' lì il segreto.

      In quelle contraddizioni. Se vedi un'esplosione di felicità in una vita distrutta capisci che la felicità esiste.
      Se in un uomo che ha perso tutto lo senti un giorno parlare di speranza capisci che la speranza esiste.

      Per quello ho scritto che le contraddizioni e i fiori nel deserto autenticano le cose belle, le rendono vere.

      Poi quello che viene dopo, il ritorno alla disperazione, la nuova, magari immediata, perdita di speranza, la nuova caduta nell'infelicità, sono passaggi molto probabili.

      Ma te che lo hai visto e chi, in quegli attimi di contraddizione, l'ha provato, ha capito la meraviglia della vita.
      Che le cose belle accadono ed esistono.
      E una volta capito questo oltre ad aver compreso uno dei pochi segreti fondamentali dell'esistenza, una volta capito questo, la vota successiva hai la possibilità che quella cosa accada di nuovo.
      Perchè l'hai provata e riconosciuta autentica.
      E magari ti accorgi che di quei momenti, ora riconosciuti possibili, ne hai bisogno.

      Poi, tutto il resto è vita

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    2. Hai ragione ho frainteso ciò che tu hai descritto come un fiore nel deserto, un istante di bellezza nella vita di Rust.

      Il tuo ragionamento sulle contraddizioni lo condivido pienamente e credo credo come te sia una meraviglia della vita nonchè una tematica efficace per raccontare una storia.

      Però il finale di True Detective è positivo, sotto ogni fronte, Rust trova un amico, Marty anche, il killer è sistemato, loro sono vivi.
      Unica nota pessimista i potenti, gli altri incappucciati del video, sono ancora in giro, ma quelli magari li becchiamo nella prossima stagione.

      Ora voglio provare a muovere una critica alla serie, True Detective ha scavato tanto e bene nella vita dei protagonisti, con i loro lati oscuri, le loro debolezze, la loro forza, le loro idee, la loro famiglia e perché ha lasciato relegato nel male assoluto l'antagonista principale?

      Mi dispiace che il killer sia semplicemente un pazzo di cui sappiamo ben poco, solo che vive in un modo putrido, un vero e proprio incubo vivente, quasi un super cattivo da fumetto che poco ha di reale rispetto alle sfaccettature ed alle contraddizioni dei due protagonisti.

      Ecco in una serie che ha saputo sfruttare e narrare così bene tante contraddizioni, secondo te ha fatto un buon lavoro anche con il suo antagonista?

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    3. Assolutamente, il finale è molto positivo (sempre in mezzo alle difficoltà caratteriali e di vita dei due).
      Anche se ci vuole un amen poi a tornare indietro.

      Filippo, io li ho taciuti, ma i difetti ci sono, eccome.

      Mi riferisco a qualche sviluppo investigativo abbastanza forzato ed esagerato, a qualche personaggio (vedi la bimba catatonica che poi inizia ad urlare, classico, clichè) ad alcuni aspetti importati che poi non vengono portati a termine (il Re Giallo, alla fine, cos'era? a mezz'ora della fine acquisisce un'importanza incredibile, ma poi oltre la congettura che possa essere stato il pedofilo non andiamo) e alcuni passaggi poco chiari, ma quello forse è stato problema mio. Prendo solo l'ultimo, come ha fatto la polizia ad arrivare nel finale? lui aveva trovato un telefono?).

      Come dici te forse alcune cose (tipo il Re Giallo o gli altri pedofili) sono porte aperte per la seconda stagione, certo.
      Anche se io preferirei un'inchiesta completamente nuova.
      Credo.

      Ma la cosa dell'antagonista ha lasciato perplesso anche me.
      Anche fisicamente, lo ammetto.
      Si era creata un'aspettativa fisica e filosofica tale su questo personaggio tale che poi quando lo vedi un pò ci rimani.
      E' vero, quando Cohle lo cerca senti quella voce quasi divina che lo chiama, capisci che non è un semplice contadinotto violento, ma mancano pezzi, troppi.
      La stessa voce, sinceramente, è abbastanza improbabile come cosa. Cohle sente ovunque, sembra onnipotente, ubiqua, non mi ha convinto.
      Credo che alla fine non dobbiamo contrapporre i due detective (caratterizzati da Dio) ai loro antagonisti ma al Male, così, come entità.
      Poi le varie personificazione del male sono più o meno importanti ma secondo me non era una caccia all'uomo, ma a qualcosa di più grande.

      Comunque sono perfettamente d'accordo

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    4. Quella della voce divina non era piaciuta neanche a me, non era male se la serie fosse sfociata nel trascendentale ma gli unici apporti si limitano alle visioni di Rust ed al simbolismo, credo sia troppo poco per incastrare bene una raffigurazione del Male assoluto che si oppone ai protagonisti nello scontro finale.

      Tante serie tv e film propongono gli anti-eroi come protagonisti, personaggi molto veri ed affascinanti, ma che gioia provo nel vedere un antagonista che viene approfondito nella stessa maniera.
      Nessun uomo agisce per pura malvagità.

      Parlando dell'indagine tanti punti oscuri a me sono rimasti, è difficile da seguire, avrei dovuto prendere appunti, segnarmi i nomi, i legami e altro per star dietro ai ragionamenti che li portavano nelle location.

      Ci sono diverse scorciatoie per far andare avanti la storia, come quella della bambina catatonica che hai detto o anche quella del suicidio in prigione dell'uomo che sapeva del killer (si è ucciso dopo una telefonata che ha fatto chi?)


      Infine mi rimane molto incasinato il legame tra killer e governatore (erano parenti, ho capito solo questo) forse è poco chiaro TD forse io l'ho seguito superficilamente. Tu l'hai capito?

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    5. Ecco, stavolta mi son spiegato male io.
      Quando ho scritto che più che ad uomini i due detective si trovavano davanti il Male non volevo dargli una valenza trascendetale.
      Anzi, parlo di un male molto umano e terreno.
      Volevo solo dire che combattevano e si trovavano davanti allo schifo e alla barbarie che un essere umano può raggiungere, dargli un volto, trovare il responsabile alla fine era quasi realtivo.
      Anche perchè poi di una rete si trattava.
      Insomma, non lo vedrei come detective vs serial killer ma detective vs pedofilia.
      Sul fatto che nessun uomo sia puramente e geneticamente malvagio lo firmo col sangue, qualche volta in delle rece ho sfiorato l'argomento ma ho un'idea molto precisa al riguardo.

      Son due le telefonate misteriose, quella che dici te e quelle del finale...

      Sì, praticamente Tuttle era un puttaniere incredibile e la sua era diventata una famiglia allargata ad almeno altre 3,4.
      Erano tutti fratellastri, cugini o comunque parenti di sangue, lo stesso killer e la compagna lo erano.
      Insomma, ancora più schifosa la cosa

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  12. Sapevo che dovevo leggere questa recensione....

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    1. L'importante è l'aver visto sta roba immensa, poi il resto è relativo.
      Mi pare un complimento il tuo e quindi prendendolo come tale ti ringrazio moltissimo ;)

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  13. Come al solito è difficile dire qualcosa dopo una tua recensione. Ti dirò un segreto, di solito vengo qui con un pensiero nella testa da scrivere, poi leggo e mi passa la voglia di scriverlo. Questa serie comunque mi ha coinvolto troppo e quindi scriverò le mie due idee confuse che mi ronzano nella testa. La prima cosa che colpisce è l'articolazione originale dello spazio-tempo:come rivela Rust/McConaughey in una puntata, è come se il tempo non esistesse e tutto fosse spiattellato su una superficie piatta in cui l'incedere degli anni, l'invecchiare, non è così importante quanto la storia, la narrazione e la fatica di arrivare alla meta. Grandi i riferimenti continui a Twin Peaks. Infine la descrizione del male, così vivida ma allo stesso tempo fredda, come la Lousiana post-uragano descritta da Minervini, che forma i suoi abitanti piegati dalle sciagure a sua immagine. Un male arcano, che viene da lontano, figlio del vodoo e delle arti magiche, contro cui si possono riportare solo vittorie parziali e mai definitive, con potenti ramificazioni troppo grandi da combattere per due uomini soli. Tempo fa non so in quale post scrissi che alcuni horror moderni hanno questa caratteristica, non più internamento, ma rimandi a concatenamenti e ramificazioni di potere (congregazioni, governi segreti, poteri occulti, ecc.) ecco, anche in questo caso, credo, siamo di fronte, all'idea che qualcosa di troppo grande agisca alle nostre spalle, qualcosa di insostenibile, che genera una passione degli individui che agiscono e che acuisce la loro e la nostra sensibilità di spettatori, mentre ci svuota in una sorta di fatale acquiescenza.

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    1. Spesso ti passerà la voglia di scrivere ma quando t'armane ce vai giù de brutto eh?

      Mi ricordo perfettamente la cosa del tempo piatto, bellissima

      Bravissimo, siamo davanti a quel male impossibile da sconfiggere, quel male allo stesso tempo visibile dapertutto ma anche quasi del tutto invisibile, più ne scopri le fattezze più capisci che ti mancano più pezzi.

      Forse era proprio il post delle sette, non so, ma ricordo il discorso.

      A me affascina e a contempo impaurisce moltissimo questa faccenda perchè da sempre sono convinto che ci siano ramificazioni del male numerosissime, anche intorno a noi.
      Già ognuno di noi ha una parte oscura, se poi queste parti oscure, all'oscuro, si uniscono allora siamo al vero orrore che può esistere in vita, ossia l'unione dell'essere umano per compiere gesti inumani.
      A me in confronto a queste cose le guerre fanno ridere, le guerre sono aberrazioni delle società e hanno dietro mille motivazioni paradossalmente più "valide" (attenzione, valide in senso ironico) di quello che i piccoli uomini fanno di nascosto.

      Il male che opera all'oscuro (molto spesso con vittime bambine) è il più grande mostro che ha generato l'umanità

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  14. Ultima cosa che mi sono dimenticato di scrivere è quella sorta di iperacusia che predomina lungo tutta la serie. Mi riferisco al rumore della carta delle sigarette che brucia ad ogni "tiro", alla voce di McConaughey, ai groppi in gola quando i protagonisti bevono birra, una cosa simile l'avevo trovata in Amer (spinta ancor più all'eccesso). Questa specie di effetto contribuisce a rendere ancor più vivide e sensoriali le sensazioni e ad instillare negli spettatori una sorta di "eccitazione sensoriale".

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  15. quasi due mesetti fa mi hai detto che non potevo fare cosa migliore nella mia vita...ora che True Detective l'ho visto non posso che ringraziarti. Penso sia uno delle cose più belle che mai vedrò, e non me ne frega che non è 'vero' cinema perché True Detective è un miracolo! Guarda, ora non mi va di star qui a ripete tutti i pregi che hai d'altronde già detto tu(personaggi, attori, regia, fotografia bla bla bla), e pure a condividere gli stessi difett(ucc)i che hai notato tu...ti dico solo che TR è qualcosa di molto raro, se non unico, nel panorama televisivo internazionale.
    Come prima ed unica serie tv non potevo chiede di meglio ;D

    però una cosa la devo dire...ma che divinità è Matthew Mc??

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    1. Guarda, è tslmente meravigliosa sta serie che forse te conviene che rimanga la prima e l'unica.
      Te sei come me, mal sopporterai quelle lunghe, quelle che non assomigliano ai film.
      Provaci ma secondo me come TD non trovi niente.

      Sul resto manco a discute, qui siamo a livelli astronomici

      e lui iper spazio

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  16. sì infatti so sempre più intenzionato a non perdere tempo con le sempre più interminabili serie d'adesso.
    Mi tengo strettissimo questa mia breve parentesi, questa mia toccata e fuga nel mondo seriale ;)

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    1. Più che perdere tempo io è proprio che non ci riesco, non ce la faccio. C'ho provato eh, ma niente.
      Credo che ormai per me sarà così, te sei giovane, sarai sempre più invaso dalle serie, un giorno, giocoforza, ci finirai dentro.
      Certo TD rimarrà uno degli apici, per forza

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  17. ti ringrazio...

    la tua domanda è molto pertinente ma credo ti possa rispondere solo chi l'ha appena vista, io dopo anni è impossibile


    guardando la trama su wikipedia dell'ultimo episodio i dubbi restano, visto che, come dici, è descritto che i telefoni sono tutti fuori uso ma poi alla fine arrivano gli amici poliziotti

    insomma, nemmeno lì è spiegato

    chissà se per sbaglio non passa qualcuno che toglie dubbi ;)

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