Fa ridere quel clown. Guarda il naso rosso, la guance rubiconde, il sorriso gigante. Guardate quel buffo cappello e come riesce a sprizzare l'acqua dal farfallino. Guardate quelle scarpe che non finiscono mai e come ci inciampa. Straordinario. Guardate tutto questo, guardate, ridete, ma io non ne ho voglia. A me sembra che quel clown non sia felice, a me sembra che abbia sofferto, che dietro il sorriso disegnato ci siano denti serrati, che dietro quegli occhi colorati ci siano lacrime, che dietro quel vestito arlecchineo e ingombrante ci sia un corpo vecchio, malandato.
Tutto questo mi ha suggerito Bubba Ho Tep, un film che è molto più di quello che sembra, che ha un vestito sfarzoso, tempi comici, storia barocca, ma un'anima triste. E bellissima. La vecchiaia, la solitudine a cui porta, la tenerezza dell'amicizia in là con gli anni, l'importanza delle piccole cose, dei piccoli oggetti che ci ricordano fasti, amori e gioie passate, la malattia, le piccole soddisfazioni o meglio le grandi soddisfazioni dovute alle minime cose . E poi nella figura decadente e decadentista di Elvis parliamo del declino, della fine della fama ma poi, meravigliosamente non rimpiangiamo tanto quella fama, quel successo, ma al contrario avremmo voluto evitarlo, avremmo voluto essere persone normali, avremmo voluto stare più tempo possibile vicino a nostra moglie e nostra figlia.
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Straordinario l'Elvis nato dalla penna di Lansdale, un uomo che per un destino forse autocreatasi si ritrova vecchio e solo in una casa di riposo. Il Re è sceso dal trono, e soffre come e più dei suoi vecchi sudditi. Ma tolti i lustrini acquisisce un'altra regalità, quella dell'anima. E con lui in un processo quasi mimetico si accompagna Bruce Campbell, l'attore che mai più ha raggiunto la fama avuta a trent'anni. Bruce è Elvis, il suo doppio come Rourke era Randy "The Ram"in the Wrestler. La vita non è sempre sulla cresta dell'onda, specie se quella cresta aveva le dimensioni di uno tsunami.
Togliete quella mummia, togliete gli orpelli, perchè Bubba Ho tep non è quello che sembra. Bubba Ho tep è una splendida riflessione su noi e sui nostri ultimi anni, sulla morte e sulla vita vissuta male, sulla mancanza di affetti e sulla chiusura del palcoscenico, sulla pazzia e tenerezza di un vecchio nero convinto di essere Kennedy e, all'opposto, di un uomo che è davvero Elvis ma, forse, non vorrebbe mai esserlo stato.
( voto 7,5 )