31.12.15

Classifiche 2015: I Migliori film dell'anno usciti in sala (20-11)


O.k, quest'anno ho fatto una cazzata.
Ho tolto i voti.
Cioè, rimango della mia idea, quella che un voto, in recensioni come le mie in cui provo a mettere tutto quello che ho dentro e penso di un film, rimane un simbolo numerico svilente che in moltissime occasioni "deve" banalizzare un giudizio in realtà per niente sicuro o comunque più complesso di un incasellamento.
Però ci sono due problemi.
Uno è quello che a tanti lettori interessava il voto, non posso far finta di niente.
Eppure, malgrado questo, avrei resistito comunque.
Ma la dolcissima e amabile rompicoglioni Rachele mi ha fatto notare una contraddizione abbastanza pacchiana. Prima dico che per decidere di vedere o no un film non dovete pensare al voto ma, semmai, leggere la rece. Poi dico però che, secondo me, se proprio volete leggermi dovete farlo sempre dopo aver visto il film, essendo le mie rece molto libere e prive di paletti. Con spoiler insomma.

30.12.15

Classifiche 2015: 26 gioiellini da recuperare (puntata 2 di 2)


Ed ecco la seconda parte della lista cominciata ieri.
In cosa consiste la lista?
Che regole di ingaggio ha?
Vedete quella de ieri, che l'inchiostro costa.
In ogni caso assolutamente per caso mi viene da dire che il "totale" dei film in questa seconda supera sensibilmente quella di ieri.

gimo al dunque, per dilla all'umbra

ribadisco che NON è una classifica ma una lista

TOKYO GODFATHERS  (recensione)


Satoshi Kon è stato un artista straordinario.
E un uomo straordinario.
Potevo mettere anche Paprika ma ho preferito un film meno conosciuto, più piccolo, più umano.
Perchè mi piace pensare Kon qua dentro

29.12.15

Classifiche 2015: 26 gioiellini da recuperare (puntata 1 di 2)


Seconda lista dopo quella "mista" presentata ieri.

Quest'anno ho visto circa 135 film (numero approssimativo venuto fuori usando la parola di ricerca "recensione", non l'ho contate, abbiate pazienza), 45 al cinema e quindi circa 90 a casa.
I prossimi due giorni (volevo fare puntata unica ma era troppo sfiancante e  laboriosa) presenterò 26 film di questi 90 che meritano, secondo me, di esser visti.
In alcuni casi li ho inseriti non tanto per la loro bellezza ma per l'originalità, il loro essere in qualche modo unici.

28.12.15

Classifiche 2015 - Premi Speciali (perlopiù alla cazzo)

Credo che quest'anno mi limiterò a 3 sole classifiche (o liste)

La prima, questa, prende in considerazione tante piccole cose, dalla interpretazioni da ricordare alle delusioni, da alcuni finali rimastimi nel cuore a tanti piccoli premi speciali

Domani ci sarà invece la lista di 20 gioiellini da recuperare tra tutti i film non usciti quest'anno in sala (quindi o non distribuiti o distribuiti pochissimo o usciti negli anni precedenti)

Poi il 30 e il 31 ci sarà, in due puntate, la classifica dei migliori 20 (o 25) film usciti nelle sale italiane nel 2015
le delusioni dell'anno

5 LA INVENCION DE LA CARNE


In realtà ci troviamo davanti ad un bel film. Il problema è che per trama, genere, taglio e origine avevo delle aspettative altissime, c'è poco da fare. Merita comunque una visione


4 THE INNKEEPERS


Era il mio primo approccio a West (dopo un corto nemmeno tanto buono). Beh, grandissima eleganza, regia di alti livelli per un film, però, che non mi ha mai coinvolto, mai interessato. Per fortuna ho ampiamente rivalutato il giovane regista in seguito, con altre due pellicole

27.12.15

Recensione: "Post tenebras lux"


Un film che pur in un'impalcatura quasi del tutto realista sembra possedere un potere particolare, metafisico, trascendentale.
Cosa sono le tenebre di cui parla?
E la luce che ne può scaturire?
Un'opera non per tutti, prepararsi.


Questo film è il tredicesimo su quattordici visto de La Promessa. Credo che non ce la farò a completare e mi dovrò beccare un Twilight.


Vedi la bambina che corre per la pianura bagnata e fangosa.
Intorno a lei cani, cavalli e mucche.
Si diverte come si diverte ogni bambino che fa hoppipolla, che salta sulle pozzanghere.
Eppure quella che percepiamo è tutt'altro che un'atmosfera gioiosa.
Tutto è plumbeo, non solo il cielo, tutto.
Si farà sera, la bimba è ancora sola, chiama il padre, la madre e il fratellino.
Poi arriva la notte, nera come la pece, illuminata solo dagli squarci di un temporale.
Poi, post tenebras, lux.

25.12.15

Recensione "La Isla Minima"


Un noir spagnolo quasi magistrale, come non se ne vedono molti.
Forse eccessivamente onesto per non provare a compiere quel salto di qualità da renderlo grandissimo.
Una lezione di piccolo cinema comunque.



Presenti piccoli spoiler, credo non decisivi.
In ogni caso semmai evitare di leggere sotto ultima foto

All'inizio si sono delle inquadrature dall'alto che son talmente belle che non paion vere.
"Ma sono vere?" faccio a mio fratello vicino a me, un pò per la sopracitata bellezza delle stesse e un pò per il non aver messo le lenti a contatto. In realtà mi manca poco, il film lo vedo bene lo stesso ma, insomma, a volte la differenza tra il bellissimo e il meraviglioso può essere nascosta anche in un grado di diottria.
Poi ci troviamo sotto, dentro a quei luoghi visti prima dall'alto.

24.12.15

Gli altri siamo noi


Oggi avrei dovuto scrivere la rece del notevole La Isla Minima.
Ma, come è giusto che sia e come del resto avevo previsto, sono riuscito a ritagliarmi solo un quarto d'ora di pc.
Li uso per farvi gli auguri, ma non di Natale.
E non per qualcosa contro questo periodo, ma perchè, per usare una figura retorica principe di questo blog, gli auguri di Natale sono solo una sineddoche di quelli che invece vi faccio, quelli di poter vivere la migliore vita che possiate.
Io non so se sto blog andrà avanti ancora un mese o 10 anni, ogni giorno sento il bisogno e l'avvertimento della prima ipotesi e il giorno dopo la speranza della seconda.
Ma a prescindere dal futuro quello che volevo dire è che in questi 6 anni e mezzo l'affetto e la stima che mi avete dimostrato sono stati impressionanti.
Anzi, dimostrato è quasi termine improprio, il vostro affetto mi è esploso tra le mani.
In moltissime delle mie recensioni io non ho parlato di film ma ho usato quella scusa per parlare ad altre persone a me vicine, a me stesso o alla vita.
Ho usato il cinema come fosse una penna e pure il pezzo di carta.
Ma quasi mai il destinatario.
Ecco, magari quei destinatari non saranno stati uno di voi in particolare, o almeno chi non ho mai conosciuto di persona.
Ma anche voi, terze persone, ste cose l'avete notate ed è questa la magia di questo blog, che tutti avete capito l'autenticità dello stesso.
Perchè capisco benissimo che a chi non si fida di me io posso sembrare la retorica fatta persona. Eppure nessuno me l'ha mai contestato.
Grazie.
E anche nei miei fallimenti, nelle mie sconfitte, nei miei problemi, nelle mie mancanze di coraggio e nei miei atti mancati sento che comunque finchè sarò in grado di voler bene in qualche modo sarò una persona realizzata.
Voglio dirvi un'ultima cosa.
Cercate in futuro di credere più nella vostra specie.
Se proprio non ce la fate a crederci in generale cercate di credere in quei pochi esemplari di cui vi fidate.
Credeteci perchè per quante cose possono dire l'unica salvezza dell'uomo può essere solo l'uomo stesso.
E anche quando penserete a cose più sovrannaturali, anche quando crederete che le uniche entità che possano salvarvi siano esseri superiori, anche quando avrete come unico appiglio la speranza che a tirarvi fuori da tutto possano essere gli Altri, ricordate una cosa, quella cosa che anche Interstellar ha provato a dirvi; quegli esseri superiori, quegli altri, siamo noi.



(non c'è bisogno che commenti nessuno, in ogni caso non risponderò. Ci si vede domani col "cinema")

23.12.15

Cinque Horror (o similia) Natalizi da non perdere - I Tesori di Jolly Roger (N°17)


Siccome non credo farò un post ad hoc per il Natale, festa di cui riconosco l'immenso valore e che pure a me piace per certe cose ma, di base, sento molto lontana (se ce la faccio l'unica cosa che mi viene in mente è recensire Babbo Bastardo) vi lascio con Jolly Roger e una puntata natalizia alla sua (ma anche mia) maniera, con 5 film poco in atmosfera col periodo ;)
Avverto la tremenda sensazione che non ce la farò a mantenere La Promessa e almeno un Twilight me lo vedrò

Questo post è un modo particolare di augurare a tutti un Buon Natale 2015, suggerendo la visione di qualcosa di un po’ “atipico” J
Di horror “natalizi” ce ne sono a bizzeffe. Una quantità tale che alcuni parlano addirittura di un sottogenere a sé stante, i “Christmas Horrors”. Film in realtà molto diversi, ma accomunati dalla stessa magia di atmosfere e ambientazioni….che poi è la magia stessa del Natale.

22.12.15

Recensione "Irrational Man"


Un film più interessante che bello che richiama in maniera impressionante Match Point anche se, e qui sta il suo difetto principale, molto più leggero nella confezione.
Il caso, la morale, la vita vera opposta alla filosofia, il gesto efferato per tornare a sentirsi vivi.


presenti piccoli spoiler, giganteschi nelle ultime 4 righe



Un anello colpisce il bordo di una balaustra che somiglia tanto ad una rete di tennis, va su per l'impatto e poi torna giù. La differenza tra il cadere nell'acqua o nel marciapiede è una differenza minima e francamente inutile per l'anello che, essendo oggetto, e perlopiù molto piccolo, di certo non vive le preoccupazioni, le ansie e le disavventure di quei buffi esseri sulle cui dita si trova infilato.

E mai si immaginerebbe, quell'anello, di cambiare il destino di un uomo soltanto in base a dove cadrà.
Chissà se le stesse riflessioni se le farà questa piccola torcia elettrica, vinta per caso ed intuizione in un luna park e finita per caso e colluttazione in questo pavimento.

21.12.15

Recensione "Bronson" - Visti per voi - 12 - Poison


Dopo 8 mesi torna la rubrica Visti per Voi, ovvero lo spazio in cui recensisco, uno a testa, dei film che voi mi avete consigliato/obbligato a vedere.
Qui trovate tutte le scorse puntate e le richieste in corso.
Se non vedete il vostro nome o volete cambiare film commentate qua sotto.
Oggi è il turno di Poison, autodefinitasi "cialtrona" del cinema. In realtà nel suo blog molto di tendenza "Viaggiando (meno) " lei, oltre ai propri viaggi, recensisce i film molto molto bene. Però, sì, ecco, raramente la vedrete partire con pipponi interpretativi come i miei, lei recensisce come fosse una casalinga colta, intelligente e capace di scrivere molto bene.
Questo suo Visto per Lei in realtà l'ha un pò "sprecato" visto che io Bronson avevo sempre voluto vederlo comunque.
Insomma, chiedete cose che non vedrei, che non conosco o che proprio ci tenete a veder recensite.

Come dissi da qualche parte e in qualche tempo non sono un amante del biopic.
Ma proprio per niente eh.
Così come, espandendo il campo dalla singola persona ad un intero periodo, non mi piacciono, generalmente, gli storici.
Eppure quando le storie sono originali e piccole (vedi il magnifico Foxcatcher) o quando i personaggi raccontati non sono grandi personaggi che conoscono tutti ma quasi sconosciuti esponenti di questo circo Barnum che è l'umanità (vedi cose alla Man on the moon ad esempio) allora sì, allora io ci sono.
Anche se, e Bronson ne è solo la conferma, queste storie vivono nel paradosso di "dover" essere raccontate per quanto sono particolari ma, al tempo stesso, qualsiasi sforzo tu farai nel raccontarle non potrai mai raggiungere l'incredibile potenza e cinematografia di quella vita vera.

18.12.15

Io ne Il Buo in Sala, ovvero i miei foglietti al cinema, ovvero uno studio sui geroglifici



Come qualcuno di voi saprà quando vado al cinema mi porto sempre un taccuino per appuntare cose.Sembra esagerato ma tutte le persone che l'hanno provato mi hanno poi confermato come gli sia servito.Impossibile ricordarsi altrimenti scene, passaggi importanti, intuizioni più o meno giuste e, soprattutto, le sensazioni. Le sensazioni vanno messe subito su carta, anche sotto forma si scena o personaggio.Ogni parola che hai scritto poi, in fase di recensione, è un mondo che ti si apre.Come vedrete quasi tutti i foglietti sono di una banalità sconcertante. Perchè semmai poi la profondità la dai scrivendo, ti servono solo parole chiave per ricordare.
Scrivo al buio, quasi a casaccio, molte volte senza nemmeno guardare in giù.
Potrei dirvi che è questo il motivo per cui la mia scrittura è, probabilmente, la peggiore che abbiate mai visto.
Invece no, scrivo così anche in situazioni comode.
La cosa buffa è che, voi direte, "vabbeh, è la sua scrittura, se la capisce lui va bene".
Invece no, almeno il 30% delle cose che scrivo non le capisco.
Fortunatamente recensisco molto a ridosso del film, quindi i geroglifici incomprensibili a volte li decifro grazie a un ricordo o al buon senso.
In realtà questa scrittura rispecchia anche la velocità di  come parlo.
Incomprensibile allo stesso modo.
Insomma, se dovessi trasferire la mia parlantina su foglio questo verrebbe.
Ho recensito 850 film, tutti con foglietti, tutti.
Avrò usato non so quanti blocchi, tutti perduti o buttati.
Oggi ho trovato questo e mi è venuta st'idea.
Almeno avete la prova del disastro che combino

Non riesco ad impaginarlo meglio, o mi aiuta Pietro o niente.


STOP THE POUNDING HEART

Notare al centro a destra HOPPIPOLLA e appena sotto NON SUCCEDE NIENTE.
Del resto appena sopra c'era un SI PRENDE I SUOI TEMPI.

Ad un certo punto c'è un SEMPRE UGUALE che porta a NO (PAROLA INCOMPRENSIBILE) DI DIVENTARE ALTRO, a significare il ripetersi millenario dei gesti e delle vite di quei protagonisti

Noto anche nella penultima riga L'UOMO CHE VERRA' che sta a significare che l'intuizione scritta poi in rece l'ebbi in diretta




17.12.15

Il Crudele Gioco - Scritti da Voi - 51 - Rocco


Tra tanti riferimenti cinematografici e letterari un gran bel racconto di Rocco che mischia richiami del passato in ambientazioni future, sentimenti umani e tecnologie, storie di regni e storie di uomini.
E anche, perchè no, la vita di chi scrive.
A me ha ricordato un paio di film, in realtà quelli di partenza erano altri.
Buona lettura e, come sempre, il blog è aperto a rubriche, racconti o articoli, siamo già a 70 pezzi (considerando Jolly)
Ricordo che I calci di rigore, il post appena sotto, è aperto ancora per molto, passateci

“Il miglior modo per dimenticare una donna è trasformarla in letteratura” - H.Miller

Chiariamolo subito, le circostanze e gli eventi che mi accingerò a raccontare hanno una base fedele solo nella labile memoria di un narratore ormai invecchiato e provato da ogni genere di sofferenze. Di ogni errore, travisamento e allontanamento dalla verità faccio ammenda fin dal principio.
Nella nostra Repubblica la passione per quello strano tipo di gioco aveva letteralmente sedotto i suoi abitanti. Perfino le più importanti scelte pubbliche e politiche erano subordinate e disciplinate dagli accadimenti che si consumavano in quel fazzoletto di terra, su cui venivano consumate le più aspre battaglie agonistiche.
Si diceva che il gioco era stato portato di qua dal continente dai colonizzatori prima della glaciazione, poco si sa in realtà sui suoi inventori, se fosse un gioco già conosciuto dai nostri precursori non possiamo dirlo con certezza. Le regole erano molto semplici. Quindici giocatori per squadra. Una palla. Un cerchio sospeso nel centro del campo di un diametro poco più grande della palla. Vince la squadra che nell'arco di 45 minuti infila più volte la palla dentro il cerchio. Con ogni mezzo.

16.12.15

I Calci di Rigore de il Buio in Sala (N°2)


E' già passato un mese dalla prima edizione dei Calci di Rigore de Il Buio in Sala, credo sia ora di proporne di nuovi no?
Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando trovate qui la prima puntata.
Il voto al limite di Edo ha portato due sfide sulla parità, fatevene una ragione.
Siccome è un gioco demente ma che ha un regolamento ferreo ogni volta lo posterò di nuovo.

Eccolo:

1 Potete votare SOLO SE conoscete, avete visto (nel caso di film) o comunque sapete di cosa parlano ENTRAMBI i contendenti

2 Se votate DOVETE votare in maniera onesta, non premiando per forza il contendente più "cinefilo" o quello più debole tanto per darvi un tono. Insomma, se non siamo onesti qua...

3 Ovviamente, dato il punto numero 1, potete votare da una a tutte e dieci le sfide, insomma, sempre e solo quelle dove avete cognizione di causa

4 Dopo 20 GIORNI riterrò le sfide concluse e comunicherò i risultati

Cominciamo:

MEGLIO...



NATALE SUL NILO  14



NATALE CON PARENTI INSOPPORTABILI  10

PERCHE' ME L'HA CHIESTO E.L.E.N.A E ALLORA IO LO CHIEDO A VOI


YOUTH   6


MIA MADRE  3

ETICA


SI' A SERBIAN FILM  8


C'E' UN LIMITE A TUTTO  10

OMOSESSUALITA'


BROCKEBACK MOUNTAIN  6


LA VITA DI ADELE   6

A CASA...


UN FILM BRUTTISSIMO CON UNA BELLA COMPAGNIA  23


UN GRANDE FILM CON COMPAGNI DI VISIONE ODIOSI  2


MASSIMI SISTEMI


SCARLETT JOHANSSON   17


DIO  4

TRAMA


LINEARE  13



ARZIGOGOLI TEMPORALI E DI MONTAGGIO ALLA ARRIAGA  10

PIANETI AVVERSI


MELANCHOLIA  13



MARS ATTACK 5

POLI OPPOSTI, MEGLIO...


UN TRASH AMATORIALE DI MERDA  11


UN FILM D'AUTORE AFGHANO COI SOTTOTITOLI  10

CAPOLAVORI DEL CUORE


I GOONIES  8


STAND BY ME  7


14.12.15

Recensione: "L'Inquilino del terzo piano"



Un grande thriller psicologico che ne richiama tanti altri sia prima che dopo di lui.
Cinema della minaccia e della follia.
Con un finale che, forse, ribalta tutto.

presenti spoiler giganteschi e letture molto personali, vedere dopo

"Che diritto ha la mia testa di essere me?" dice ad un certo punto monsieur Trelkowski mentre una
dea che risponde al nome di Isabelle Adjani lo sta spogliando.
A parte che trovarsi in fondo al letto un essere sovrumano di quel tipo uno se ne dovrebbe solo sta zitto, ringrazià tutto l'Olimpo e certo non lanciarsi in considerazioni filosofiche, a parte tutto dicevo, credo che quella frase pronunciata dal personaggio interpretato da Polanski sia la vera chiave di questo film, un thriller psicologico quasi superbo.
Polanski, per capirsi subito, è anche dietro la macchina da presa. E sappiamo quanto lui ami il perturbante, il minaccioso, lo psicologico. Senza ombra di dubbio con Hitchcock, Lynch e pochi altri è uno dei più grandi di sempre nel campo.
E Hitchcock richiama molto questo L'Inquilino del terzo piano, specialmente all'Hitchcock di Rebecca, film che vidi in una quasi deserta aula magna universitaria.


Ma torniamo alla nostra frase.
Una testa che è me.
Ovvero una testa che è centro di tutto, una testa che può creare qualsiasi cosa, una testa che comanda tutto il resto.
E se io sono soltanto la mia testa il mio corpo non esiste più, o non riesco nemmeno più a riconoscere quale possa essere.
Ecco, io credo sia veramente incredibile che io abbia visto questo film, per purissimo caso, appena dopo Enter the Void. Perchè se è vero che in quest'ultimo è abbastanza esplicito ciò che succede, una delle possibili letture del film di Polanski, o almeno quella che è venuta in mente a me, è molto simile all'incredibile viaggio del film di Noè.
Una fantasia creata soltanto dalla propria testa (o coscienza, o anima), forse, addirittura, e qui le analogie sarebbero davvero perfette, post mortem.
Dirò di più, anche in questo film potremmo parlare di reincarnazione.
Dico la verità, tutto questo mi è venuto in mente soltanto grazie al finale del film, proprio gli ultimi 20 secondi, altrimenti è una lettura che probabilmente non sarebbe mai saltata fuori.
Tutto quello che abbiamo visto potrebbe essere solo un ultimo sogno (o, come detto, un'esperienza extracorporea post mortem) della morente Simone. Trasferire la propria mente in un altro corpo, proiettarla in un altro corpo, quello dell'ultima persona che è venuta a visitarla all'ospedale.
Tra l'altro lei vede lui vicino alla sua amata Stella, e magari proprio il desiderio di poter vivere ancora una vita vera e di conseguenza quel rapporto con lei portano a quello che ho scritto, torna tutto.

Risultati immagini per l'inquilino del terzo piano

Il grande pregio di questo film è nel darci quindi almeno 3 possibili chiavi. Quella reale, quella fittizia, creata o comunque modificata dalla paranoia di Trelkowski e anche l'altra fittizia creata praticamente ex novo dalla mente di Simone.
Ed ecco qua che abbiamo un film che richiama in maniera impressionante il mio Synecdoche, con questo confondere in una sola persona il maschile e il femminile, questo non riuscire a capire chi sia proiezione di chi.
E c'è anche quel piccolo gioiellino di Calvaire. Nel film di Du Weltz, infatti, una figura maschile veniva scambiata dalla comunità per quella femminile scomparsa. L'unica differenza è che mentre nel film belga questa paranoia, questa trasfigurazione della realtà, era della collettività verso di lui, in quello di Polanski, semmai, è in lui (o, secondo la mia lettura, nella donna morente) verso di loro, l'opposto.
A prescindere da tutto -che alla fine ho scritto tanto senza dir nulla- questo è un film che anche senza tante letture funziona a meraviglia. Una lenta discesa in una paranoia sempre più assoluta e castrante. Cinema della minaccia che ad un certo punto richiama lo stesso Polanski di Rosemary's Baby e il Kubrick di Shining (specie nella scena degli applausi collettivi, un luogo e i suoi "abitanti" che gettano nella follia il protagonista).
E non lo faccio per continuare a mettere riferimenti e link a cazzo, ma a me questo film, (vi giuro che è l'ultimo dell'elenco-rece che ho fatto) ha ricordato moltissimo anche un altro in cui lo stesso Polanski era attore, lo splendido Una pura formalità di Tornatore.
Le atmosfere si somigliano, il ritmo anche. E c'è questa ricerca della verità, molto "trascendentale", unita a quella di capire chi si è realmente.


Ma potrei andar avanti, citare Psycho e tanti altri.
Meglio parlare di questo film, un film di interni, di personaggi ambigui, di piccoli accadimenti sempre più sinistri.
E di scene davvero inquietanti come quella in cui lui vede sè stesso, o quella appena successiva e da posizioni ribaltate (attenzione, nella lettura che dò è perfetto questo campo e controcampo) in cui lui vede lei togliersi le bende o quella specie di rito satanico con tanto di maschera.
Quello che non mi ha convinto del tutto è il vedere la trasformazione di Trelkowski in Simone, e non tanto perchè l'ho trovata affrettata come cosa  il film dura molto e si prende i suoi tempi) ma forse perchè sono io che non mi sono trovato così "dentro" per giustificare l'accaduto.
Anche se, alla luce della lettura che solo il finale ti può regalare, anche questi passaggi sono assolutamente plausibili.
Insomma, una rece pastrocchio piena di altri film citati, chiavi di lettura e poco altro.
Vedetevelo che è meglio.
Anzi, spero che leggiate questo "vedetevelo" dopo che l'avete già fatto.

13.12.15

Recensione: " Rec 4 - Apocalypse"


L'ultimo capitolo, speriamo, di una serie che alla fine serie non è mai stata, quelli che veramente contano sono soltanto i primi due capitoli.
Anche Balaguero in solitaria, come successe già con Plaza, rimane ad anni luce da quei livelli iniziali.
Si può senz'altro vedere ed è sempre divertente scriverne.

Dei poliziotti entrano nell'indimenticabile appartamento. Tutto quello che è successo nei primi due capitoli è, incredibilmente, ancora in fieri, in una scansione temporale dei 3 film davvero portentosa, quasi in tempo reale (si scoprirà poi che Angela è stata dentro 6 ore).
E anche il matrimonio di Rec 3 si stava svolgendo, altrove, in quei momenti.
Insomma, chapeau.
Sì, chapeau un cazzo, che non è che se mi leghi temporalmente in una forbice così stretta 4 film poi abbiamo risolto la questione eh.
Perchè, innegabilmente e "purtroppamente", anche il capitolo solitario di Balaguero, come fu già quello solitario di Plaza, è anni luce lontano dal livello del dittico iniziale.

9.12.15

Catarsi



A 20 anni scrissi molti racconti.
Tutta robaccia.
Questo forse è uno dei due/tre che possono salvarsi in corner.
In ogni caso uno di quelli a cui sono più legato.


La pioggia battente.
Proseguo a velocità bassissima, il collo in avanti per cercare inutilmente di veder meglio.
La strada è dissestata ma è la strada di campagna che mi porta a casa, impossibile evitarla.
Con la pioggia poi questa strada è veramente un disastro, che ti sembra quasi che il fango arrivi fino a te, che se trovassi il coraggio di aprire il finestrino potresti allungare la mano e toccarlo.
Ad un certo punto mi sembra di scorgere qualcosa sulla destra, un colore anomalo nella monocromia di una notte in campagna di pioggia battente.
Ho due macchine davanti a me, proseguiamo a passo d'uomo, letteralmente a passo d'uomo.
La prima passa vicino alla macchia gialla.
La seconda pure.
Non rallentano nemmeno, sempre che rallentare a quella velocità possa avere un senso.
Ma se non rallentano probabilmente quella macchia gialla non sarà niente di che, niente di così interessante  da cercar di vedere meglio.
Sono ormai a pochi metri, cinque forse.
Quella macchia gialla è un impermeabile.
Giallo, di uno di quei gialli che ti sembrano più vicini ad una luce che ad un colore.
Ad un certo punto da sotto l'impermeabile sbuca una mano, appena un metro prima che lo affiancassi.
Braccio teso, pugno chiuso e pollice alzato, inequivocabile, qualsiasi persona si celi sotto quell'impermeabile mi sta chiedendo un passaggio.
E' notte, piove in un modo che in vita mia non avevo mai visto e non so minimamente chi possa avermi chiesto un passaggio, nemmeno se sia una donna o un uomo.
Eppure mi fermo.
Entra dallo sportello di dietro.
Guardo dallo specchietto, sono tesissimo ma al tempo stesso mi sembra di star vivendo un sogno in cui io non ho alcun potere decisionale.
Il mio passeggero si toglie il cappuccio e mi guarda attraverso lo specchietto.
E' maschio, e giovanissimo, non può arrivare a 18 anni.
"Ciao" gli faccio io.
Nessuna risposta.
"Che facevi da queste parti sotto la pioggia, ti sei perso?"
Nessuna risposta.
"Ascolta, dimmi qualcosa per favore, almeno dove devi andare, che devo fare, se hai una casa, dimmi qualcosa"
Nessuna risposta.
Il ragazzino intanto si toglie l'impermeabile, lo ripiega con cura e ad ogni mia domanda si limita a guardarmi, senza cambiare mai espressione.
Resto 5 minuti fermo, con le due mani sul volante.
Una macchina mi supera lentamente nel fango suonando clacson e maledizioni.
Continuo a guardare lo specchietto, a volte mi giro direttamente verso di lui ma ho la fermissima convinzione che quel bambino non mi parlerà mai.
In ogni caso non sento alcun senso di minaccia, non posso far altro che andare a casa e portarlo con me.
Faccio i 10 minuti che mi separano da casa con la sensazione fortissima che quella notte sarà infinita.
Arrivo, arriviamo.
Scendo lentamente dall'automobile e faccio per andare ad aprire al ragazzo ma lui è già fuori e si sta avviando verso casa.
Rimango pietrificato, aspetto di vedere se veramente sta entrando così, senza dir nulla, davanti a me.
Quando è inequivocabile che sia così lo raggiungo, apro la porta ed entriamo.
Si siede sul divano, l'impermeabile gocciolante sulle ginocchia.
Vado in cucina, appoggio i gomiti sul tavolo e cerco di calmarmi, decidere cosa fare, cosa dire.
Trovo il coraggio, prendo una sedia e mi metto seduto davanti a lui.
"Sei muto vero?"
"---"
"Hai fame? Sete?"
"---"
"Hai almeno qualche numero che posso chiamare, hai genitori?"
"---"
Mi alzo, vado in cucina a bere qualcosa, verso un thè freddo anche per lui, torno di là e glielo metto davanti.
Niente, il ragazzo continua a non mutare mai espressione. E continua a fissarmi. Non fissa me, no, fissa i miei occhi, soltanto quelli.
Poi comincia.
Piange.
Piange sempre più forte, fino ad arrivare a vere e proprie urla di disperazione.
Riesce negli spasmi a non smettere mai comunque di guardarmi.
E io non riesco a smettere di guardare lui.
Quello che successe poi non riuscirò mai a descriverlo a parole.
Sta di fatto che ho sentito qualcosa dentro di me che si muoveva, che cercava disperatamente di uscire.
Il bambino piangeva sempre più forte e qualcosa dentro di me se ne andava via.
Catarsi, questa è l'unica parola che mi viene in mente adesso per raccontare.
Catarsi.
Smise di piangere, si avvicinò a me, mi sorrise e mi abbracciò.
E la sensazione che provai in quell'abbraccio è qualcosa di talmente grande che non è trasferibile a parole.
Quel bambino stava abbracciando un uomo nuovo, quello che sono tutt'ora, quello che sono da quella notte.
Senza dire nulla se ne andò.
Mi avvicinai alla finestra, lo vidi allontanarsi rimettendo l'impermeabile e piantarsi sotto la pioggia al bordo della strada.
Passarono almeno una decina di automobili senza che successe niente.
Poi vidi una mano uscire dall'impermeabile.
Aveva scelto.
Quella notte un altro uomo sarebbe stato salvato.
Uscii in strada e vidi la macchina allontanarsi.
Tornai dentro casa con il viso fradicio.
Lo sarebbe stato anche senza pioggia.

7.12.15

Recensione "Enter the Void"


 La "non" recensione di un film unico.

Questo film è il terz'ultimo che sono riuscito a vedere de La Promessa. Ne mancano due, posso farcela.

"Perchè?"
"Perchè avrei paura di cadere nel vuoto" risponde mia sorella sul perchè lei, su quell'aereo, a vedere quanto è bella Tokyo da lassù non ci salirebbe mai.
Nel vuoto devo però entrarci io giusto tra 5 minuti, e quel vuoto, The Void, è il nome di uno squallido locale dove troverò la morte.
Sparato alla schiena attraverso la porta agonizzo nel sangue e nella merda di uno schifoso bagno.
Forse allora il nome di questo lurido locale era un nomen omen che mi avrebbe inghiottito.
Perchè adesso, dopo la morte, entro in un altro di vuoto, in un Nulla che ha la dannazione di sembrar Tutto, vita vera, quella dove facevo finta di sopravvivere prima, pieno di droghe, traumi e dolore.