21.2.23

Recensione: "Creators : The Past" - La Doppietta di Vieri - Rocco's House - Su Prime - Gli Abomini di serie Z e fosse per me lo metterei anche nella rubrica della mad..., no via, meglio me trattengo

 

Il crossover che tutta Italia aspettava, l'incrocio tra La Doppietta di Vieri (la rubrica quando Vieri me viene a trovà da Firenze e vedemo due film in una sera) e Rocco's House (ossia quella dei film visti a casa de? indovinate) non poteva esse celebrata meglio che con la visione di un film cult di cui si parla da 4 anni ma che quasi nessuno, fino ad adesso che maremmaiala è su Prime, era riuscito a vedè, ovvero Creators : The Past(iccio).
Un film fatto da complottisti, gente che crede a Nuovi Ordini Mondiali, gente che crede ai rettiliani, gente che crede de esse aliena (seriamente eh) e che in uno sci-fi mastodontico ce propinano, senza che si capisca letteralmente una sega, tutte le loro teorie da lesionati mentali.
Non c'è ironia, non c'è divertimento (dico in chi il film l'ha fatto, nello spettatore sì), sono proprio seri.
Ma, oltre all'altra migliaia de cose, solo per prendene una, come se pò considerà serio un film dove nascondono la boccetta (sfera) per dominà il mondo dentro un'arancia del Carnevale di Ivrea e poi la tirano sul muso a uno?
Ma andate affanculo via

Ma come se fa dico io a fa pagà una pizza normale, perdipiù su una pizzeria scrausa de 5 metri quadri che le fa principalmente al taglio, dico, come se fa a fa pagà su una pizzeria così, con ingredienti tra l'altro pessimi e insapori, una pizza 11 euro?
Cioè, a Perugia ormai a quel prezzo mangi quelle gourmet con sopra ogni ben di Dio, dio santo.
Boh, forse la simpaticissima (son serio) signora pizzaiola sapeva che poi avremmo visto il MITICO Creators e allora c'ha voluto già mandà in mood de malemale misto a incazzatura.
Chè io poi sto film lo aspettavo da 4 anni, da quando fu presentato in pompa magna come (leggete nel poster...) e anche come un film che avrebbe cambiato la vita delle persone, avrebbe detto la verità e cambiato le leggi del cinema.
Ma seri eh! Cioè, dietro Creators non ci sono persone normali, autoironiche e che si sono divertite ma LESIONATI MENTALI SERI che credono ai Rettiliani, agli alieni che dominano il mondo, al Nuovo Ordine Mondiale e altre cazzate varie.
Anzi, colei che sto film lo ha scritto e prodotto (ed è anche la protagonista del film, ovviamente) se considera essa stessa n'aliena e c'ha un canale you tube dove parla de ste cose.
E io 4 anni fa li vedevo i suoi video, me ce divertivo e, proprio a causa de quelli, non vedevo l'ora de vedè Creators.
Ora, invece, una volta visto, vorrei cavamme gli occhi.
Perchè che era brutto brutto lo sapevo, ma che fosse così insopportabile no.
Meno male eravamo in 6 e quindi ce l'abbiamo fatta, anche ridendo a tratti parecchio, ma se fossi stato solo avrei tolto dopo, giuro, 45 secondi.
Perchè i primi 45 secondi c'è una voce fori campo che spiega delle cose e, letteralmente, non ce se capisce una sega.
Ho iniziato a prende appunti e niente, tempo 12 secondi ho posato la penna.
Niente, un'accozzaglia de cose senza senso, Creatori, pianeti, lens, alieni sulla terra, rettiliani, chiesa, vicende nel 1300 e altre di adesso, un casino senza precedenti in cui l'unica cosa che se pò fa è disse "Ok, non seguo più nulla, lascio che le immagini me scorrano davanti e arriverò in qualche modo alla fine"
Con tanta tanta fatica.
Io ora vorrei davvero dirvi la trama di Creators ma, senza alcuna ironia nè voglia de prende in giro solo per partito preso, ve lo giuro, non c'ho capito NIENTE.
E quando dico niente è niente.
Ma la cosa più inquietante è che è passato solo un giorno e mezzo e già non ricordo - a parte le scene più comiche - quasi mezza scena.
Ad esempio, come finisce?
Boh.
Quindi è per me impossibile fare una recensione sì scema, ma al contempo lineare e sensata, posso solo dà qualche flash.

- All'inizio ce sono sti 8 Creatori, 3-4 parleranno sempre (quelli mezzi umani nelle fattezze) ma poi ce sono altri 4 quasi del tutto alieni e brutti che invece stanno lì zitti senza dì mai na parola. Se vede che ormai la storia de sti complottisti era con 8 e quindi li hanno creati e messi lì, per fa tornà i conti

Ecco, son questi quelli inutili



- A proposito de conti uno dei Creatori vi giuro che è uguale a Ugo Conti, ma così uguale uguale che abbiamo fermato il film e cercato notizie in rete sul cast, senza però leggere il su nome. Ergo, non era lui.

- Lei, la Fiani, la "capoccia" de tutto sto progetto, quella che - realmente - se crede un'aliena e ha scritto e prodotto sto film è bona.

Nel film c'è addirittura la partecipazione di DEPARDIEU.
Ora, è facile immaginà che per convincelo glie hanno dato 7 fiaschi de vino e una notte a testa con tutte le femmine di topo presenti nel film.
Il grande Gerard ha accettato, chiamalo scemo...
Che poi interpreta una figura importante della Chiesa (non me dite quale che non se capisce niente) e che Depardieu interpreti una figura importante della Chiesa fa già ride de suo.
Sarà per quel "Dieu" finale sul cognome, forse.

- Il film è uno sci-fi, infarcito per almeno metà del tempo da effetti visivi magniloquenti de spazio, pianeti, luoghi strani, fasci de luce etc...
Intendiamoci, non sono manco fatti male gli effetti eh, ma è tutto talmente pacchiano che anche gli effetti belli diventano insopportabili.
2001 Odissea nello strazio

- Il film a tratti ha una buonissima fotografia e anche un buon gusto dell'immagine e delle inquadrature. Questo avviene specialmente nei 3-4 inserti "da cartolina" (quello de Venezia, quello della figliola che canta e un altro paio) che col film, come del resto tutto il... resto, non c'entrano niente col resto. Ora voglio un arresto pe sta frase


- C'è una scena dove Depardieu me sembra preghi e fa un monologo. A faglie da colonna sonora un giovane prete che nell'altra stanza sona il piano, così, lo sona proprio per fa da colonna sonora a Depardieu, magnifico.

- Ad un certo punto nel film, anche qui quasi completamente a caso, fa la comparsa BIGLINO! Molti di voi lo conosceranno, uomo di profonda cultura (ha ritradotto in maniera completamente diversa la Bibbia) ma dalle idee particolarmente strambe. Perfette, però, nella cornice di Creators. 
Nel film c'è una sua marchetta con un'intervista e anche i suoi libri messi in bella evidenza, uno spettacolo!

- Ad un certo punto nel film compare un bambino, i miei amici mi hanno detto che sia una specie di Gesù ma io non ho capito nulla. Porello, il dialogo che ha con l'altro bambino nel tablet è da harakiri, per fortuna le pizze ce le avevano già tagliate perchè se avevo ancora il coltello in mano me sa sta recensione non sarebbe mai stata scritta. Ed era solo meglio

- Nel film è importante una sfera, una "lens". Non ho capito a che serva (ragazzi, vi prego, guardare il film perchè quando dico continuamente "non ho capito" non mi sto atteggiando, solo vedendolo potete (non) capire). 
Come inserire questa Lens nel nostro mondo terreno?
Ecco, i Creatori, esseri soprannaturali che governano altri pianeti, la infilano DENTRO UN'ARANCIA del Carnevale di Ivrea e poi qualcuno la tira sul muso di un ragazzo. E niente, in due secondi per un'arancia sul muso arriva l'ambulanza e partono a sirene spiegate (ecco, le sirene sono spiegate, il film per niente...). Come un film che parla di 8 pianeti, di super poteri, di governatori del Mondo e del Tempo si sia trovato con un oggetto potentissimo nascosto dentro un'arancia de Ivrea, in Italia, non se sa.

- Ah, no, spetta, scrivendo me so ricordato la faccenda de Gesù. Cioè, non è che ho capito qualcosa ma me ricordo una scena dove se vede lei (era lei?) che entra dentro il Santo Sepolcro dopo che Gesù è morto e lo fa uscì.
Perlamordelamadonna, in tutti i sensi

- La scena CAPOLAVORO.
La bella ragazza ricoverata in ospedale (non me chiedete perchè è ricoverata che non me ricordo) deve fuggì dallo stesso ospedale (dove i medici sono Rettiliani, con gli occhi neri) insieme al bel giovane biondo che cantava le canzoni al centro de igiene mentale.
Ecco, che succede? Che questa scopre de avè dei grandissimi poteri e allora mentre corrono lancia davanti a sè un fascio di potenza per aprì la porta che c'hanno davanti.
Lei lancia sto coso e in effetti la porta se apre.
Ma è una porta scorrevole de quelle a sensori, ad apertura automatica.
Lei APRE CON UN FASCIO DE LUCE UNA PORTA CHE SE APRIVA DA SOLA.
Incredibile che dopo questa cosa siamo voluti ancora andà avanti.

- I due poi sono a casa de lei (o de lui) e, boh, lui è dietro di lei ma poi le sbuca da davanti in basso. Oddio, non so come spiegallo, dovete solo vedella.

- Ora partono 10 minuti pazzeschi.
Il bambino di cui sopra, quello col tablet, non me ricordo perchè ma finisce nella sala-capoccia dei Creatori.
O era nella cripta?
Poco importa. Sto bambino diventa un adulto in due secondi ma all'inizio ha ancora la voce del bambino. E ve giuro che vedè quell'omone che parla con quella vocina è qualcosa di inestimabile.
Incredibilmente poi non è che quando la voce diventa da omo le cose migliorano, anzi, peggiorano.
Uno dei Creatori (perdonatemi ma non ricordo il ruolo di nessuno di essi nè un briciolo di trama) glie dice che deve andà nella Terra a fa una cosa.
Ecco, mentre l'altro lo ascolta scacciandosi da intorno le mosche (cioè, in realtà credo scacci le lucine de quel mondo magico, ma perchè???), mentre l'altro lo ascolta questo glie dice quello che deve fa nella Terra e, vi giuro anche qui, abbiamo dovuto mandà indietro 4 volte il dialogo perchè è pazzesco.
E' come se uno ve dicesse: "Ora vai sulla strada, poi giri a destra, poi dopo 3 metri troverai un mazzo di fiori in terra e giri a sinistra, poi passerà un gallo urlando in perugino e te ti fermi un attimo e lo trovi un gran bel gallo e poi fai due passi indietro ma a passi di tip tap, mi raccomando, e poi canti la canzone de Tananai a Sanremo e poi prendi la vietta a sinistra, quella dove c'è la cacata del cane Umberto, e lì troverai una buca di cui però non ti devi interessare perchè in realtà tu quella buca nemmeno la vedi perchè è una buca piena di terra e quindi non è nemmeno una buca e allora te andrai altri 8 metri indietro e dopo aver detto buongiorno al quarto vecchietto della panchina di sinistra di Deruta, ma attenzione, solo al quarto, perchè gli altri 3 sono Creatori di cui uno somiglia a Ugo Conti, te allora vedrai un luccichio a nord ovest e quel luccichio è una coppa d'oro, ma non ci andare, non devi prendere quella, non ci interessa, piuttosto adesso vai 12 anni in avanti e vedi il derby Perugia - Ternana del 2035 e te vedi che il Perugia vince 3 a 0 e uno dei marcatori è Luigino, il figlio de Mariuccio, che è il nipote del vecchio che hai salutato prima, ma questa è solo una coincidenza, e ora te torni indietro e sapendo il risultato scommetti quella partita ma purtroppo morirai prima del passare di questi 12 anni e allora sì, ora vedi quella spada conficcata in terra lì sulla strada verso Todi? ecco, prendila"
Questa, facilitandola un pò, è la spiegazione che dà il creatore al bambino diventato omo.
Che poi nella scena dopo semplicemente cammina 41 secondi e prende una spada in terra.


- Verso il finale, anche qui non ricordo come, ce ritroviamo nell'Inferno de Dante, con tanto de Caronte. Che poi voi me dovete dì come se mischiano Dei, Alieni, Rettiliani, Chiesa, Inferno dantesco, cioè, su sto immaginario esiste tutto e il contrario de tutto.
Ci sono altri minuti stupendi che fanno concorrenza al finale de La Casa di Jack.
Io poi, e ve lo giuro per l'ultima volta, non ricordo NIENTE.
Non ricordo come finisce sta vicenda sull'inferno, non ricordo come finisce quella del 1330, non ricordo se succede qualcosa là sopra nella stanza dei capoccia dei Creatori.
Non c'ho manco mezzo appunto riguardo sto finale, forse stavo a tirà i piatti delle pizze.
Basta.

Ah, essendo La doppietta de Vieri abbiamo visto, anche se stancamente, un altro film.
Molto carino, fatto con zero budget, mi sembra irlandese.
La classica storia di piccole comunità, sette e credenze.
Piccolo, recitato bene, con 3/4 scene davvero belle.
Si chiama Brackenmore.
Niente di che, ma per passare un'ora e 20 va più che bene.

16.2.23

Recensione: "Everything everywhere all at once" - Passeggiate, il cinema della poesia - 23 - di Roberto Flauto

 

In tanti (ovviamente sempre tanti per un mondo minuscolo come il mio - 8 ? -) mi avete chiesto "L'hai visto Everything bla bla bla? Hai recensito Everything bla bla bla?
Ho una bella notizia per voi.
Ancora non l'ho visto.
Ma l'ha visto e ne parla nel blog l'amico Roberto, quindi per voi è solo meglio.
Peccato non poter leggere la sua recensione, recensione che già solo impaginandola (ah, a proposito, dopo la "bibliografia" continua ancora eh!) mi rendo conto che sarà bellissima e geniale come sempre, un vero - e lungo - viaggio.
Ecco, voi fatelo invece, leggetela.
E a sto punto io so sollevato, me dò 3 anni per vedello.


"Una storia mortale di granelli venati d’autunno
persi tra le distorsioni spaziotemporali
dell’effimero viaggio infinito
verso l’immenso primordiale dell’amore eterno."


Parte 1:
IO EVERYTHING

Chiusi gli occhi, li riaprii. Allora vidi l’Aleph.


Noi percepiamo nella poesia la vera natura della materia. E ne perce­piamo anche l’inafferrabilità, l’oscurità, il vago e l’indefinito – che sono, o forse sembrano, almeno per ora, un suo tratto ineliminabile. Sto dicendo che alla base di ogni conoscenza umana vi è un atto di fede. Sto dicendo che il visibile è permeato di invisibile. Sto dicendo che i fantasmi sono ovunque, colmano l’universo. Sto dicendo che ogni cosa è possibilità, perché tutto si compie nel momento in cui Orfeo si volta: e non guarda più la luce e non guarda ancora Euridice. Infatti la struttura della materia – che si replica nella struttura della poesia – mantiene un tasso di incertezza inquietante. Non c’è niente di definito e definitivo, tutto appartiene al rango del possibile. I fantasmi danzano senza sosta. La materia della poesia che è poesia della materia umana: perché siamo galassie inconsapevoli. L’universo che ci abita si espande più velocemente, caoticamente, tremendamente, violentemente, meravigliosamente, paurosamente dell’universo che abitiamo. Non guardiamo più la luce, non guardiamo ancora Euridice. Tutto può accadere. Sta già accadendo. È già accaduto. Sta per accadere. L’incertezza (della bellezza). La bellezza (dell’incertezza). La poesia, come dice Wislawa Szymborska, nasce da un incessante non so. È così. Il caso e la necessità. Il nome di ogni cosa. Le lavanderie a gettoni. Le dichiarazioni dei redditi. I salti quantici. Tanto che un fisico premio Nobel come Gerardus ’t Hoof ammette «Come stanno le cose io non lo so». Se queste sono le conclusioni relative alle forze che agiscono la materia, che cosa dire della poesia? Che quella incertezza è la sua ricchezza e la sua forza, quella oscurità è il suo cuore pulsante. Noi vi siamo dentro. Siamo il cuore di tenebra. Una pietra del mesozoico. Un sasso con gli occhi disegnati, su un pianeta sconosciuto. Un’impronta nella neve. La poesia è la forma della materia che rappresenta sé stessa. Questo è il fare del fare, ovvero poiéin. Questo è l’essere dell’essere, ovvero che fine fa il mondo quando chiudo gli occhi?
Io sono tutto e tutto sono io.
E allora non ci resta che raccontarci storie.

C’era una volta. Devo compilare questi moduli. E c’era pure un’altra volta. La dichiarazione dei redditi. Tanto tempo fa. Odio la burocrazia, non ci capisco niente, sono un analfabeta dei documenti, dei modelli prestampati, delle caselle da spuntare. Tantissimo tempo fa, all’epoca delle costellazioni da pozzanghera. Nome in stampatello? Sono già in difficoltà. Vogliono sapere da me come vanno le cose. Tutti mi guardano. C’erano i dinosauri quando io ero piccolo? ROBER… aspetta, com’era? C’erano milioni di dinosauri, lo so perché ero uno di loro. Sono morto diciassette volte. Si sono accorti che ho lo sguardo perso nel vuoto. Mi conviene dire qualcosa. “Questa è la mia nuova penna”.
Chiudo gli occhi per un istante. Li riapro.
Sono in un’altra dimensione. So che cosa devo fare.

Mi sveglio accanto a lei ma lei è già andata via. È tardi (ma come può essere tardi per chi non ha niente da fare?). Fuori piove solo per me. Una colazione caotica. Una lavanderia a gettoni. Un amore che forse sono io che mi sono addormentato altrove e lei è sempre stata a casa.

Sì, lo so, l’universo dipende da me. Io sono tutto. Però il fatto è che ho da fare. Devo salvare il mio procione, ma ho paura che sia finita, non riesco a correre. Ho mal di testa, male di galassia.

Ho sette anni. Sfoglio un vecchio atlante. Mangio un pomodoro. Conosco tutte le capitali degli stati, i nomi dei fiumi, l’altezza delle montagne. Disegno, salto, corro, leggo, piango senza motivo, anzi no: il motivo è che mi manca mamma. Lei corre da me e io la abbraccio forte.

Certo che sto ascoltando. Guardi mi serve più tempo, devo parlarne con il mio commercialista. Sa, io non ci capisco molto, sono un semplice operaio. Non ho mai studiato, non mi è mai piaciuto. Però a volte penso a come sarebbe stata la mia vita se avessi letto, letto davvero intendo. Come sarebbe stata la mia vita, come avrebbe girato il mondo, come sarebbe stato l’universo, se io avessi saputo quanti amanti ebbe Caterina II di Russia? E se avessi letto il carteggio tra Hugo von Hofmannsthal e Edgar Karg? E se avessi ascoltato in loop, tipo sette ore al giorno, per ventiquattro settimane, The Maid We Messed di Matt Elliot? E se avessi galleggiato sul Mar Morto, se avessi presentato una ricerca sulla letteratura come strumento di valorizzazione sociale del territorio a un congresso internazionale di sociologia urbana, se fossi stato capace di progettare algoritmi e usare i linguaggi di programmazione più raffinati, se avessi letto Emily Dickinson appena sveglio ogni giorno della mia vita, se avessi capito davvero che “si nasce senza esperienza, si muore senza assuefazione”, se fossi stato chiunque altro, se avessi visto l’Aleph, se avessi amato vedere film e scriverne recensione che in realtà sono racconti e flussi di coscienza, se fossi stato Qfwfq, se avessi saputo guardare veramente Bonjour Monsieur Courbet, se non sentissi nevicare le cose continuamente dentro di me. Come? Ah, sì, certo che la sto ascoltando. La prego, mi dia qualche giorno ancora. Grazie davvero, lei è molto gentile.

Continuo a viaggiare senza tempo, perché io sono il tempo (io sono tutto). Mangio i pettirossi, le bacche e i fiori del male. Chiudo gli occhi per un istante. Reclino la testa. Sono di nuovo altrove e qui e ora e ti vedo mentre mi dici che è finita e io so che è colpa mia ma non riesco a dire niente perché sono in un altroquando ma ti prego almeno aspettami ancora per un istante il tempo che io salvi l’universo anche se non ho più niente solo parole e zero punteggiatura e comincioaperdereanchelospaziotraleparolealloranonmirestache.

Closure. Sangue tra i margini.

Elzenveiverplatz, a tutti voi, ve lo auguro di cuore.

Sono una star. Stasera mi esibirò di fronte a centomila persone. La mia immagine è ovunque. Tutti mi adorano. Mi desiderano, mi invidiano. Mi odiano. Le luci, i fiori, la musica, i colori. Tutti applaudono. Mi guardo intorno. Lei non c’è. Chissà come sarebbe andata se quella volta, da ragazzi, avessimo osato amarci. Lo spettacolo è finito, cala il sipario. Sono stato splendido. Esco nel vicolo, ho bisogno di aria. Nel vicolo trovo lei. Parliamo, stiamo in silenzio. Forse, accenno, ormai è troppo tardi. Forse, confessa, non è ancora infinita.

Sto correndo più che posso, ma non riesco a raggiungere il mio procione. Sono stremato. Le tue mani tra i miei capelli. Guidami l’esistenza. Sogna con me. Brucia con me. Cado, aiuto, ho paura, il cuore mi batte forte dum dum dum dum dum dum dum dum and now we killed a raccoon, we are using your body like it’s a machine gun, now we are shooting some fish, our friendship is blossoming, let’s eat the stuff we killed, now we started a fire, I have to admit I’m enjoying your company, are we falling in loooooove?

Sto nascendo in questo momento. Vedo il volto di mia madre segnato dal dolore. Sono vecchio e ascolto una musica carica di mostri in un insensato pomeriggio di autunno.

Maionese. Suono il pianoforte con i piedi. Avete presente quella breve sensazione di spaesamento che si prova quando vedi una persona che conosci appena, ma fuori dal suo contesto abituale? Tipo quando vedi il tuo benzinaio alla posta. Ecco, in quegli istanti fioriscono universi sconfinati. Infatti io sono un acrobata circense con doti da contorsionista e in questo momento sono sospeso per aria.

[“Nel mio mondo sono tutti dei pony e mangiano arcobaleni e pupù di farfalla”.]

No, aspetta, ti prego. Non andare via. Forse… Non so… Mi dispiace, mi dispiace. Ho fatto un casino…

Mi sveglio accanto a lei e tutto è blu.

Di mondo in mondo, mondo le mie colpe.

Chiudo gli occhi. Qualcosa di inatteso, inusuale, improvviso, un gesto catastrofico, una frazione di secondo per lasciarmi possedere dall’io che non sono. Attraverso specchi e lascio impronte sull’acqua.

Io sono tutto e tutto sono io, così mi ha detto la persona che amo, ma io non sono niente e non so fare altro che passeggiare.

Devo preparare la festa per questa sera. Canteremo, balleremo, suoneremo, gioiremo, finiremo.

La lavatrice si è mangiata i soldi. Allora questi moduli, signor Flauto? L’inganno del tempo. Sì, li sto compilando, sto raccogliendo tutto il necessario, saranno pronti tra qualche giorno. L’oblò da cui filtra la luce del mondo. Lei è davvero molto gentile. Preparare la colazione, un altro passo di danza. No, non so come dirlo. È impossibile. È impossibile perché hai paura. È tutto finito. È tutto finito? È tutto infinito. È tutto indefinito. Niente luce, niente Euridice. La possibilità. Guardi, funzionava fino a stamattina, ora controllo. I dinosauri. Ma da chi devo salvare l’universo? Ma io non sono capace di niente. Scivolo nel fango gelido, sono il capitano della galassia, riparo lavatrici e cuori infranti, è tutta colpa mia, ho creato la poesia che ha creato il mondo, sono solo solo solissimo, mamma abbracciami, un diplodoco, maionese e ketchup e senape e un vecchio film in bianco e nero in televisione, le cose da accettare o peggio ancora da comprendere o molto peggio ancora da amare: amore a forma di moglie, figlia, famiglia e frammenti di incontenibile blu.

14.2.23

Recensione: "Gli spiriti dell'isola - The Banshees of Inisherin" - Cinema 2023 - 4

 

Un film sulle guerre civili, che siano di due popoli o solo di due persone, un film sulla noia e sull'impossibilità di evaderne, un film sull'intelligenza e sulla stupidità, sull'egoismo, sulla necessità di staccare, sul desolamento e isolamento dell'individuo in una cornice di desolazione e isolazione dei luoghi, un film sulla rassegnazione, sull'atavico analfabetismo e inconsapevolezza dell'esistenza di cose al di fuori dallo status quo che viene vissuto e, all'inverso, sulla "sensazione" che un altro mondo e un'altra vita siano possibili, un film sul senso della vita o sulle cose che almeno possano darle un senso ma, soprattutto, un film che in maniera radicale, tragica, tremenda e inarrestabile racconta di come a volte le cose debbano raggiungere le loro estreme conseguenze per poter avere termine, di come una palla di neve lanciata in cima alla montagna potrebbe facilmente essere subito fermata ma, in qualche modo, per masochismo, orgoglio, inerzia e maldestra curiosità, si ha la invece voglia e la "necessità" di vederla rotolare fino in fondo e solo poi, davanti al disastro che quella valanga ha procurato, avere la lucidità di capire quello che è successo.
Quando i danni ormai sono enormi e forse non più recuperabili.


PRESENTI SPOILER SIN DA SUBITO

Il corpo del ragazzo viene recuperato nel lago.
Viene tirato fuori con un bastone.
Sembra una scena sì importantissima, sì dolorosissima, sì significativa (quel ragazzo si è ucciso per tante ragioni, le vedremo) ma pare comunque "solo" una scena narrativa, come avrebbe potuto scriverla chiunque.
E invece no.
E invece un'ora prima quel terribile padre poliziotto era entrato in una drogheria.
E all'insopportabile droghiera (basta spostare una "i") che voleva assolutamente avere delle "notizie" dal paese (in una scena al tempo stesso irritante e divertentissima, come tante nel film) quel poliziotto, molto probabilmente inventandosi le cose, aveva detto, anche con disprezzo, che avevano ritrovato un 29enne suicida nel lago.
Esattamente quello che accadrà poi con suo figlio.
E quel figlio, ragazzo sottilmente ritardato e dall'animo puro come spesso i ritardi possono aiutarti a mantenere (più capisci della vita, più comprendi le cose, più vivi il mondo più perdi purezza, è inevitabile), a inizio film si era chiesto "A cosa potrà mai servire un bastone del genere? Forse a prendere cose lontane come questo bastone".
Ecco, ora voi capite la differenza che c'è se a scrivere film ci sono quelli bravi oppure uno come McDonagh, che non è fa parte di quelli bravi, ma degli illuminati.
Una scena di pochi secondi che, se lo spettatore riesce a incastrare le cose, rimanda a due dialoghi ascoltati distrattamente un'ora prima, e lo fa in un modo nascosto e al tempo stesso struggente.
Come se non bastasse non solo i due collegamenti sono splendidi ma riescono ad acquisire anche significato, il massimo che si può chiedere alla scrittura.
Perchè quel padre abominevole, per larga parte causa dei disagi del figlio, con quella notizia inventata e detta con sarcasmo (e attenzione, il sarcasmo fa diventare tutto ancora più doloroso) preannuncia come morirà il proprio figlio. E in un film fortemente realistico ma con mille aspetti simbolici quella frase diventa straordinaria, la frase di un uomo che senza rendersene conto sta uccidendo il proprio figlio e, inconsciamente, lo capisce a tal punto persino da preannunciarlo, in una specie di senso di colpa "anticipato".
E, all'opposto, quel ragazzo dal destino segnato sembra già "immaginare" o presagire il modo in cui sarà recuperato il suo corpo.
Come quindi il padre preannuncia la sua colpevolezza il ragazzo preannuncia il suo martirio.
Capite che se ho preso questa piccola scena del film è perchè, a mio parere, emblema dell'intera opera, un'opera eccezionale, dai mille rimandi e che, in una cornice fortemente realistica, è in realtà uno straordinario testo simbolico, quasi un Mito greco se vogliamo, che richiama altri grandi pellicole del recente passato, come ad esempio Il Sacrificio del Cervo Sacro, Athena ma anche l'appena visto Speak no evil.

Forse "Gli spiriti dell'isola" non sarà il miglior film di McDonagh (ma forse sì...) ma di sicuro è la sua opera più malinconica (anche se malinconiche, in qualche modo o in quale personaggio, lo sono tutte), cupa ed "importante".
Un film che a differenza dei precedenti più che farti riflettere sulle cose della vita ti porta a farlo con quelle dell'esistenza, sempre che io possa concedermi questa distinzione.

Padraic e Colm sono due eccezionali amici, così vicini e legati che i paesani, talmente abituati a vederli sempre insieme, si preoccupano e sconcertano sin dal primo istante che vedono Padraic solo alla locanda.
Perchè quel giorno, senza alcun motivo (o meglio, senza alcun motivo ma con un grande Motivo) Colm non ha più voglia di stare insieme a lui.
Ha bisogno di star solo, ha bisogno di comporre la propria musica, e le ore passate con quel sempliciotto di Padraic lo annoiano.
Padraic non riesce a capacitarsene e proprio l'assenza di un motivo banale e scatenante lo mette ancora più in crisi.


Gli spiriti dell'isola è uno dei film semplici più complessi che io ricordi.
Un'opera che parla di tutto mettendo davanti la faccia di chi non vuole parlare di niente (così che il film diventa anche una specie di "sineddoche semantica" con lo spettatore, visto che come nel film si parla di banalità in contrasto a cose interessanti così lo spettatore sta assistendo a cose banali che nascondono cose interessantissime, una specie quindi di "contenuto per contenitore" tra diegesi e significato).
Un film sulle guerre civili, che siano di due popoli o solo di due persone, un film sulla noia esistenziale e sull'impossibilità di evaderla, un film sull'intelligenza e sulla stupidità, sull'egoismo, sul desolamento e isolamento dell'individuo messo in una cornice di desolazione e isolazione dei luoghi; un film sulla rassegnazione, sull'atavico analfabetismo e inconsapevolezza della possibile esistenza di cose al di fuori dallo status quo e, all'inverso, sulla "sensazione" che un altro mondo e un'altra vita siano possibili; un film sul senso della vita o sulle cose che almeno possano darglielo quel senso ma, soprattutto, un film che in maniera radicale, tragica, tremenda e inarrestabile racconta di come a volte le cose debbano raggiungere le loro estreme conseguenze per poter avere termine, di come una palla di neve lanciata in cima alla montagna potrebbe facilmente subito essere fermata ma, in qualche modo, per masochismo, orgoglio, inerzia o maldestra curiosità, si ha la invece voglia e la "necessità" di vederla rotolare fino in fondo e solo poi, davanti al disastro che quella valanga ha procurato, avere la lucidità di capire quello che è successo.
Quando i danni ormai sono enormi e forse non più recuperabili.

Siamo in una minuscola isola irlandese, nel 1923.
Sulla terraferma, ben visibile dalla costa, sta imperversando una guerra civile, in una terra che anche nel secolo successivo non avrà mai pace.
La comunità di Inisherin è minuscola, poche decine di persone, perlopiù tutti uomini.
Talmente piccola che la faccenda di due amici che non si parlano più diventa una tragedia collettiva, una cosa impossibile da non notare e da non ritenere" importante".
Sin da subito c'è questo (non)senso grottesco che ci fa capire quanto tutto quello che vedremo sarà al tempo stesso reale e simbolico, come se ogni personaggio oltre al proprio corpo possedesse un ruolo e una funzione.
Il luogo è bellissimo ma tremendamente desolato (e già per alcuni film ambientati nella meravigliosa Islanda avevamo detto come molto spesso la desolazione dei luoghi porti sì ad una esaltazione della Natura ma anche alla desolazione di chi li abita. Molti di noi restano affascinati da luoghi simili ma poi, alla fine, non resisterebbero più di due settimane).
In più qui siamo in un'isola e quindi l'isolamento, effettivo e dell'anima, è ancora più marcato.
Il tempo scorre lento, niente succede, la vita è solo un continuo ripetersi.
Colm ad un certo punto se ne rende conto e, di punto in bianco, sente la necessità di allontanarsi da quel banale scorrere del tempo (perlopiù passato banalmente col suo banale amico) e, in là con gli anni, dedicarsi quindi alla Musica, cosa che a differenza dei rapporti interpersonali è poi capace di eternizzarsi e restare.
Padraic, uomo privo di cultura e senza l'intelligenza per avere ambizioni, non riesce a capire questo allontanamento, non ha nemmeno le armi culturali per farlo (perchè quella di Colm è una scelta profonda ed esistenziale, e in quell'isola il profondo e l'esistenziale attecchiscono malissimo) e allora, maldestramente, prova continuamente a recuperare ma, più lo fa, più le peggiora le cose, portando tutto a conseguenze terribili.

Innanzitutto è stato bellissimo ritrovare tante cose di McDonagh, specie del suo ultimo grande film, Tre manifesti a Ebbing.
Ogni personaggio visto in "Banshee" in qualche modo sembra ricalcare uno del precedente film.

9.2.23

Recensione: "Bussano alla porta"- Cinema 2023 - 3

 

L'ultimo Shyamalan, dopo quel guilty pleasure - orribile ed affascinante - di Old, è un gran bel film, specie per il grandissimo soggetto (tratto da un libro, ma il film nel secondo tempo prenderà strade molto diverse).
Quattro persone bussano alla porta di una casa di campagna dove vive una coppia omosessuale e la loro figlia adottiva.
Dicono loro che il mondo sta finendo, arriverà l'Apocalisse (e che io abbia visto il film prima di quello che è successo in Turchia e Siria mette i brividi), e solo col sacrificio di uno di loro 3 tutto si fermerà.
Uno di quei concetti che io adoro, quello per cui l'umanità è come se fosse un'unica grande anima e anche solo l'amore di due persone può salvare tutto il resto del genere umano (a tal proposito vi consiglio di vedere - anzi, ascoltare - la miniserie capolavoro Calls). 
Un film che funziona, intrattiene, sottilmente emoziona pure.
Però, come quasi sempre nei film di Shy, le magagne ci sono, specie quel suo non riuscire a "star zitto" e doverci spiegare le cose a paroloni.
Ma io ti voglio troppo bene M. Night.
E sempre te ne vorrò

PRESENTI SPOILER

Mezzo Off Topic N° 1

Fa davvero impressione vedersi questo film e poi, il giorno dopo, nel mondo si è verificato uno dei terremoti più devastanti di sempre. E' strano, è inquietante, fa riflettere

Mezzo Off Topic N° 2

Al The Space di Perugia ci hanno fatto fare una cosa strana, e molto bella.
Siccome il film parla di "scelte" ci siamo ritrovati all'entrata una ragazza che ci ha fatto fare una scelta, ovvero inserire il nostro cellulare dentro una busta sigillata e, se alla fine del film l'avessimo riconsegnata ancora sigillata avremmo vinto un premio.
Ci siamo riusciti tutti e sei anche se durante i 10 (dieci dieci eh, col countdown) minuti di pausa dopo il primo tempo è stato straniante e quasi "difficile" non aprire la busta e prendersi lo smartphone. E' stato davvero bello vedere una sala praticamente senza cellulari.
 Questa piccola prova di "forza" è meno stupida di quello che sembra, andrebbe veramente proposta sempre e ovunque.
Poi il premio era piccolo ma tant'è, alla fine il vero premio era comunque il piccolissimo orgoglio di poter fare a meno dello smartphone (specialmente, ovvio, durante l'intervallo).

E ora il film.
Io adoro Shyamalan
.

Molti dicono che i suoi film o li ami o li odi.
E, di conseguenza pure lui, o lo ami o lo odi.
Credo che in questo caso, almeno per quanto mi riguarda, dovremmo dire che Shyamalan o lo ami o ti delude, come del resto possono deluderti anche i grandi amori.
Però no, non lo odi mai, anzi, quasi gli vuoi più bene quando fa cose brutte brutte (ma alla fine brutti brutti sono solo i due film che ha fatto su completa commissione, non come autore puro) o, quando anche quando fa cose belle, ha idee belle o gira bei film spesso li sabota del tutto con esagerazioni, passaggi kitsch, spiegoni non voluti, grossolanità.
Ecco, Shyamalan è uno che tutti tutti i pezzi insieme non li mette quasi mai.
Eppure, ma inutile che dica sempre le stesse cose visto che l'ho fatto per ogni film suo che ho recensito, eppure è un autore eccezionale, unico, riconoscibile e che, nel suo piccolo, pur tra mille sporcature, nella piccola storia del cinema degli ultimi 20 anni c'è con tutte le scarpe.
Anche Bussano alla porta, film molto bello e shyamalanesco come non mai, di quei difetti che ti dici "ma perchè M.Night provi a rovinar tutto, perchè????" ci sono più d'uno.
Eppure è un film che ti godi alla grande in sala e che, quasi quasi, ti andresti anche a rivedere.
Dico subito che io dell'evidente allegoria biblica non parlerò sia perchè, ne sono sicuro, ne avranno già scritto saggi su saggi sia perchè - chi mi legge lo sa - qua non si fa nè cultura nè divulgazione, è semplicemente lo spazio di qualcuno che racconta di film e di quello che ci ha visto dentro, quello che significano e le emozioni che ha provato.

Siccome Shyamalan è uno che ama inventarsi ex novo le storie mi ha incuriosito leggere nei titoli di testa che fosse una sceneggiatura derivata da un romanzo.
Sono andato a vedere di che parli questo romanzo e sì, a leggere wikipedia, la prima parte è assolutamente identica al film ma la seconda se ne discosta totalmente. Ed è proprio in questa seconda parte, infatti, che il film diventa - coi pregi e i difetti del caso - perfettamente aderente ai vestiti di Shyamalan, tanto da poterlo considerare, alla luce di tutto, quasi un film completamente suo, o comunque una sua visione di un testo precedente (ripenso ad esempio all'Enemy di Villeneuve, così simile ma al contempo così lontano dal testo di Saramago).

Dico subito che a me il concetto alla base del film, quello per cui l'umanità sembra essere un'unica grande anima per cui anche l'amore singolo di due persone (o in questo caso il sacrificio d'amore) può salvare tutti gli esseri umani, è un concetto che adoro, che mi stimola, che mi emoziona.
Ogni tanto camminando per strada e vedendo due anziani abbracciati penso che quell'amore non sta salvando loro, ma in quel momento sta salvando il mondo intero.
E che questo concetto sia portato in scala così grande (un essere umano = intera umanità) lo trovo straordinario.
Certo, può avere derive esistenziali e complessissime come ad esempio in Synecdoche New York (dove, appunto, la sineddoche stava anche a significare "uno per tutti") o altre più di genere, apocalittiche, come in Bussano alla porta.
Ne approfitto sull'argomento per consigliarvi una miniserie pazzesca, Calls.
Non vedrete niente, se non frequenze di suoni.
Sentirete solo telefonate e voci.

5.2.23

Recensione: "Speak no evil" - Rocco's House

 

Può un film che parte da un presupposto completamente inverosimile (nel senso peggiore del termine, ovvero con un vero e proprio errore macroscopico) esser comunque bellissimo?
Sì, perchè io di film come Speak no evil ne vorrei ancora, ancora e ancora.
Speak no evil, al netto dei difetti di cui parleremo (e so già che saranno difetti diversi da quelli che molti altri hanno visto) è grandissimo cinema del disagio, della minaccia, della paura sottile, del fastidio.
Un film che ha bisogno di esser letto, e ognuno lo farà con la propria esperienza, la propria psicologia e la propria sensibilità, come è giusto che sia.
Perchè i comportamenti dei suoi protagonisti vi sembreranno a volte sbagliati, inverosimili e privi di senso.
Eppure potrebbe non essere così,
Provo a dire perchè.

(purtroppo la recensione è stata scritta in una settimana, in 3 mezz'ore diverse e distanti tra loro. Quindi, se vi sembrerà ancora più caotica del solito, e magari in alcuni momenti ripetitiva, è perchè non avevo voglia di riprendere perfettamente il filo del discorso)

PRESENTI SPOILER DOPO IMMAGINE CHE URLANO INSIEME




Mannaggia, dico io.
Perchè un film come "Speak no evil", con qualche accortezza in più, poteva finire di diritto in quella ristretta cerchia di filmoni straordinari misconosciuti che uno non si dimentica più, quel club, per capirsi, dove metto roba come Possessor, November o il recentissimo visto You won't be alone.
Eppure questo bellissimo film danese è penalizzato da - almeno - un peccato originale non superabile e qualche altro peccatuccio minore qua e là, cose che per quanto mi riguarda non
 rovinano completamente il risultato, eh, ma incidono sulla grandezza assoluta del film.
Siamo in Italia, nel - da me ben conosciuto - entroterra toscano, luoghi magnifici con i borghi e le colline tra i più belli d'Italia.
Una famiglia danese e una olandese sono ospiti dello stesso resort.
Fanno amicizia, passano qualche giorno insieme, poi tutti a casa loro,
Senonchè un giorno i danesi riceveranno un invito a passare un week end dagli olandesi.
Ecco, non torneranno più.

Speak no evil, al netto dei difetti di cui parleremo (e so già che saranno difetti diversi da quelli che molti altri hanno visto) è grandissimo cinema del disagio, della minaccia, della paura sottile, del fastidio. Uno di quei film che alla fine stigrancazzi se non tutto torna (nel qual caso sarebbe stato sicuramente un piccolo capolavoro di genere), l'atmosfera vissuta è stata eccezionale lo stesso, quindi "grazie così" e "magari sempre" aggiungo io.
Tutto quello che avviene dal momento in cui la famiglia danese arriva a casa degli olandesi è talmente disagiante, e in modo così sottile, nascosto e intelligente, che compensa tutti gli errori "razionali" che troveremo poi.
Tafdrup - il regista - riesce a calarci in un horror psicologico che riesce ad esser tale anche quando nei significanti, nelle cose che mostra, sembra mostrare tutt'altro.
Questo grazie ad un magnifico lavoro sugli attori, sui dettagli, sulla colonna sonora (ad esempio immagini luminose e festose iniziali sono accompagnate da suoni e musiche disagianti, veri e propri - secondo me perfetti - spoiler di quello che vedremo).
Più vediamo cose apparentemente normali più, però, di pari passo insieme ai danesi, il nostro fastidio sale sempre di più, la paura serpeggia, l'inquietudine fa capolino.
Certo, a volte i segni che sotto si celi qualcosa di terribile son tangibili (vedi ad esempio la splendida scena dell'urlo muto del bambino senza lingua - tra l'altro scena scelta per l'immensa locandina -) ma quasi sempre il terrore sta dietro piccole cose o piccoli comportamenti che, normalmente, in situazioni meno "dense", sarebbero del tutto innocui, come la battuta del capofamiglia olandese su come Luoise fosse la cosa più bella della Danimarca, come il ballo abbracciati degli olandesi, come il conto non pagato, come il letto per la bimba troppo piccolo e basso, come loro che parlano olandese cosicchè gli altri - e noi con loro - non capiscono.


Insomma, vero cinema del disagio, quello che probabilmente più amo.
Di cose ne accadono tante altre, come lui (bellissimo che non ci sia certezza che sia lui ma noi siam sicuri, e questo è merito della sceneggiatura, che sia lui) che lava tranquillamente i denti mentre la moglie dell'altro fa la doccia, come sempre lui (vero ed eccezionale protagonista del film) che li scorge mentre fanno sesso, fino ad arrivare a quella che è forse la scena madre del disagio, ovvero la bambina portata a dormire a letto con gli altri, perlopiù nudi (ma anche questa scena ha un eccezionale contraltare morale, perchè alla fine mentre la bimba chiedeva aiuto di notte i genitori, pur sentendola, continuano a far sesso, quasi una scena da senso di colpa da incipit di Antichrist).
Questa scena porta i danesi, legittimamente, a fuggire.
E il film, fino ad allora perfetto, inizia a presentare situazioni molto opinabili.

1.2.23

Mega Sondaggio Miglior Film distribuito in Italia nel 2022 - I RISULTATI FINALI




E' stato l'anno dei record.
178 film votati, 119 persone votanti (record precedente 113).
Non posso che ringraziarvi.
Avrei voluto fare un lungo commento a questa classifica ma, semmai, farò un post a parte, sono troppo stremato :)

Bando alle ciance quindi e vi lascio subito alla classifica seguita poi dalle solite statistiche!
Ah,a fianco di ogni film specifico tra parentesi il numero delle menzioni ricevute, quindi se non vedete alcun numero significa che ne hanno avuta soltanto una.

PER FAVORE, se trovate errori (titoli di film, punti che non tornano,etc...) segnalatemeli

171° 2 punti
Quel giorno tu sarai
Tromperie
Il gatto con gli stivali
Niente di nuovo sul fronte occidentale
Gli alberi della pace
Notte Fantasma
CODA - I segni del cuore
Jaula

162° 3 punti
Il metodo di Phil Stutz
Bullet Train
Santa Lucia
Princess
The Fall (Le Cascate)
Windfall
The Outfit
Prey
Run sweetheart run

151° 4 punti
The tender bar
Ninja Baby (2 segnalazioni)
Fuoco Fatuo
Bentu
Vetro
Aloners
Pleasure
Matrix Resurrection
Dal pianeta degli umani
Slumberland
Cip e Ciop : agenti speciali

144° 5 punti
Addio Signor Haffmann
Tra due mondi
L'Angelo dei muri
EO
Il Legionario
Only the animals - Storie di spiriti amanti
Una madre, una figlia

130° 6 punti
Hatching - La forma del male
Deep Water
Ahed's knee
Mother Love
Destello Bravio
Nel nostro cielo un rombo di tuono
Bad Roads - Le strade del Donbass
Photocopier
True Mothers
Il Colibrì
The Great Buster
Adorazione
L'arma dell'inganno
The Boy The Mole The Fox and the horse

123°  7 punti
Il ritratto del Duca
Maigret
La figlia oscura
Illusioni Perdute
Diabolik - Ginko all'attacco!
RRR (2)
Kurdbun - Essere curdo

121° 8 punti
Cyrano (2)
Causeway (2)

115° 9 punti
Moonlit Winter
King Richard - Una famiglia vincente
Fresh
NIne Days (2)
Monica (2)
Darkling

110° 10 punti
Margini (2)
Alì e Ava (2)
Ambulance (2)
The Adam Project (2)
Lunana - Il villaggio alla fine del mondo (2)

103° 11 punti
John and the hole
Fall (2)
Entergalactic
L'immensità
Io sono l'abisso
Piove (2)
Gagarine - Proteggi ciò che ami

98° 12 punti
La ragazza della palude (2)
Glass Onion (2)
My Policeman (2)
Macbeth (2)
Un anno, una notte (2)

97° 13 punti
La Ragazza ha volato

94° 14 punti
Love Life (3)
Il corsetto dell'imperatrice (3)
Broker - Le buone stelle (3)

87° 15 punti
Full Time (3)
Amsterdam (3)
L'accusa
Against the ice
After Yang (3)
Finale a sorpresa (3)
The Alpinist

86° 16 punti
Red Rocket (4)

81° 17 punti
This much i know to be true (3)
Doctor Strange nel multiverso della follia (3)
Siccità (2)
Un'ombra sulla verità (2)
La donna del fiume - Suzhou River (3)

78° 18 punti
Thirteen Lives (4)
Watcher (4)
Barbarian (3)

77° 20 punti
Cha Cha Real Smooth (4)

76° 22 punti
Alcarras (4)

74° 23 punti
Il Prodigio - The Wonder (4)
Nido di vipere (5)

70° 24 punti
Argentina 1985 (4)
Black Phone (3)
Leonora Addio (4)
Forever Young (2)

68° 25 punti
Tori e Lokita (3)
Don't worry darling (4)

67° 26 punti
Miracle - Storia di destini incrociati (4)

66° 27 punti
La Stranezza (7)

64°  28 punti
Astolfo (3)
Le Nuotatrici (5)

62°  30 punti
C'mon C'mon (5)
Fairytale (3)

61° 32 punti
La Pantera delle nevi (4)

60° 33 punti
Una Femmina (3)

58° 34 punti
White Noise (4)
The Innocents (4)

57° 35 punti
Il naso o la cospirazione degli anticonformisti (3)

56° 36 punti
Moonage Daydream (4)

52° 38 punti
Apollo 10 1/2 (7)
Quando Dio imparò a scrivere (6)
Top Gun Maverick (7)
What do we see when we look at the sky? (5)

51° 39 punti
Belle (3)

TOP 50

50° 41 punti
The Humans (5)

46°  42 punti
Elvis (7)
The House (6)
Sundown (8)
Fire of Love (5)

44°  46 punti
Flee (6)
After Love (7)

42°  47 punti
The Menu (8)
Un altro mondo (5)

41° 51 punti
Parigi, 13arr. (7)

40° 52 punti
Belfast (8)

39° 53 punti
Boiling Point - Il disastro è servito (7)

38° 54 punti
Bardo (6)

37° 55 punti
Rimini (9)

36° 56 punti
Saint Omer (7)

34° 63 punti
X -  A sexy horror story (9)
La fiera delle illusioni - Nightmare Alley (8)

33° 66 punti
La notte del 12 (11)

32° 72 punti
The Batman (15)

TOP 30

30° 75 punti
Men (15)
Blonde (10)

29° 79 punti
Stringimi Forte (9)

28° 80 punti
Gli orsi non esistono (11)

27° 90 punti
Memoria (8)

25° 91 punti
Speak no evil (15)
Il signore delle formiche (17)

24° 95 punti
Pinocchio (13)

23° 115 punti
Avatar - La via dell'acqua (13)

22° 119 punti
Un Eroe (15)

21° 124 punti
Lamb (16)

TOP 20

20° 30 punti
The Northman (17

19° 132 punti
You won't be alone - Non sarai sola (13)

18° 135 punti
Il male non esiste (17)

17° 141 punti
Possessor (15)

16° 155 punti
America Latina (20)

15° 176 punti
Vortex (23)

14° 182 punti
Piccolo Corpo (23)

13° 187 punti
Athena (24)

11° 202 punti
Esterno Notte (23)
Nostalgia (26)


LA TOP TEN

10° 218 punti

TRIANGLE OF SADNESS (28)



9°  236 punti

THE FABELMANS (29)



8° 240 punti

LE OTTO MONTAGNE (29)



7°  241 punti

BONES AND ALL (25)



6° 249 punti

CRIMES OF THE FUTURE (30)




LA TOP 5

5° 273 PUNTI

ENNIO (31)




4° 291 PUNTI

NOPE (40)



3° POSTO 317 PUNTI

EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE (31)


2° 408 punti

LICORICE PIZZA (46)


1° 421 punti

SPENCER (47)





Film più menzionato

47 Spencer
46 Licorice Pizza
40 Nope
31 Everything everywhere all at once
Ennio

Miglior Film Italiano (regia)

1 Ennio
2 Bones and all
3 Esterno Notte
4 Nostalgia
5 Piccolo Corpo

Miglior Cartone Animato o Stop Motion

1° Pinocchio 
2° Flee
3° The House

Media Punti (almeno 5 menzioni)

11.25 Memoria
10.22 Everything everywhere all at once
10.15 You won't be alone - Non sarai sola
9.64 Bones and all
9.40 Possessor
9.40 Un altro mondo
9 Bardo
8.95 Spencer
8.86 Licorice Pizza
8.84 Avatar -  La via dell'acqua

Maggior numero di primi posti

8 Everything everywhere all at once
7 Spencer
7 Licorice Pizza
5 Ennio
5 Crimes of the future
5 Bones and alla

Film più in alto in classifica senza alcun primo posto

1 America Latina (16imo)
2 Il male non esiste (18imo)
3 Un Eroe (22imo)
4 Speak no evil (25imo)
4 Il signore delle formiche (25imo)

L'albo d'oro si arricchisce di un altro grande film e un altro grande autore.

2016 Il Figlio di Saul
2017 Arrival
2018 Il Sacrificio del Cervo Sacro
2019 Parasite
2021 E' stata la mano di Dio
2022 Spencer