30.10.15

Recensione: "Un lupo mannaro americano a Londra" - Yesterday, i film del (mio) passato (N°9)


Torna la rubrica dei film che più mi hanno segnato infanzia e prima adolescenza (gli altri qui).
Torna con un capolavoro di genere che è riduttivo considerare soltanto il miglior licantropia di sempre.


Credo di aver avuto 7,8 anni la prima volta che vidi American Werewolf.

Ero già un cane sciolto insomma, uno di quei bimbi che come affronto al proibito preferiva vedere gli horror anzichè rubare caramelle che anche poi, nel resto della vita, non gli piaceranno mai.
Quello che ricordo, insieme alla paura, è la certezza maturata anche già da bimbo che quel film fosse grandioso.
In casa il nostro horror era...La Casa, quello insomma dei 3 fratelli poi diventati 4 col tempo.
Quello invece era il mio horror, conservato gelosamente.
E lo è anche adesso il mio horror, 30 anni dopo, o almeno uno dei primi 5 insieme a Shining, L'Esorcista, La Casa appunto e The Orphanage (con Leateherface che bussa alla porta, anzi, la squarcia con la motosega per entrare).
Rivisto ieri.
E ci sarebbero tante cose da dire, e magari ce ne saranno se ho voglia.
Ma ho capito ieri che la grandezza di ULMAAL è nella sua unicità, nel suo essere film uguale a nessun altro.

28.10.15

Tipi da Videoteca (N°8) - L'Ameba col Cane - 2 - Trame lette al rallentatore e il momento giusto per chiudere

E' stato un viaggio lungo 1 anno e due mesi, entusiasmante per me.
E apprezzatissimo da voi, forse la rubrica più amata di sempre del blog.
Ma credo che siamo giunti alla fine, i personaggi sarebbero ancora tanti ma sento che stanno svanendo nella mia memoria sempre più velocemente, non tanto loro in sè, i personaggi, ma le piccole cose che ho vissuto con loro. E siccome questa rubrica anche se riportata in maniera molto particolare racconta solo ed esclusivamente fatti veri, non me la sento di aggrapparmi a specchi o spaccarmi il cervello per ricordare. Negli ultimi 6 mesi ho fatto appena 2 puntate, anche molto più scarne e deboli delle precedenti, e il motivo è questo.
Grazie a voi, grazie ai Tipi da Videoteca, grazie per questa divertentissima ma per me anche abbastanza importante e profonda avventura nel ricordo.
Poi non si sa mai, se improvvisi ricordi torneranno alla mente proverò a riportarli qua.
Ma il rischio che siamo alla fine è concreto.

Per chi non sa di cosa stiamo parlando vi rimando a questo link, a queste 21 puntate (da leggere dal basso all'alto considerando che le prime due sono in "post più vecchi").

Insomma, si chiamava Bartolo.
Lui, non il cane.
E Bartolo era un personaggio strano.
Entrava, si sedeva davanti a me, faceva sedere anche il cane e poi iniziava a guardarmi con lo sguardo dell'assistente del venditore di quadri di Guzzanti.
"Devo trovare lavoro" mi faceva,
"Certo Bartolo"
"Posso aiutare a te qui?"
"Bartolo, già non ce fo na lira io, non te posso prende"
"Questo è bbello"
"Che Bartolo?"
"Questo"
E mi metteva davanti un dvd a casaccio.
"Sì Bartolo, ma che c'entra?" insomma, stava facendo un altro discorso.
Ma lui era così, perso nel suo mondo pieno di frasi che uscivano senza una logica.
Nemmeno mi ascoltava, prendeva il dvd, si alzava in piedi, lo metteva a 2 cm dagli occhi e iniziava a leggere la trama.
"Una fa..mi...glia...con....due...bam...bi...ni...si...ri...trov...a...co...o...o...in...vol...ta..."
Dopo 5 minuti, finita la trama:
"Te l'avevo detto, questo è bbello"
"Certo Bartolo, prendilo se vuoi, vedilo"
E lo prendeva.
Era un grande osservatore della vita Bartolo.
Ogni volta che entrava un cliente la paresi visiva verso di me si interrompeva e iniziava a fissare il cliente. Non credo abbia avuto conoscenze antropologiche moderne, ma lui amava fissare, dare importanza al niente.
Poi un giorno scoprì la fregna e da lì cambiò tutto.
Entrava, non si metteva più nella sedia davanti a me ma andava direttamente nello sgabuzzino degli hard.
E io mentre parlavo con altri con la coda dell'occhio vedevo sto ragazzo che metteva il dvd ai soliti due cm dagli occhi, roba che con gli hard era abbastanza inquietantemente feticista e iniziava a legge le trame anche qua.
"La...u...ra..è...u...na...put..tan...ell...a...a...cui...pia...ce...pr...pr..prend...er...lo...ne..cu..."
Tossivo forte io, cercando di coprire.
Ma qualcuno se ne accorgeva, guardava verso Bartolo e poi guardava me come a dire:
"Ma è tutto?"  (inteso come rotelle)
Nemmeno il tempo di rispondere che Bartolo, brandendo il dvd e sventolandolo mi diceva:
"Questo è bbello?"
Ecco, ora dipendeva solo da chi avevo davanti.
Se avevo davanti:

A, una famiglia o un nuovo cliente, mi scusavo dell'accaduto, andavo da Bartolo e gli dicevo di non fare queste cose
B, un cliente abituale normale, gli spiegavo la situazione e molto spesso ci si rideva insieme
C, un pornomane, allora gridavo "e certo che è bello Bartolo, anzi guarda, lui l'ha visto, fattelo spiegare"

Per almeno due mesi Bartolo è andato nello sgabuzzino, ha fatto lo screening e letto le trame, qualora ci fossero, di tutti i porno che c'erano e niente, finiva lì, non ne ha mai preso uno.
Ogni tanto tornava davanti a me, mi chiedeva se poteva lavorare, mi diceva che non aveva nessuno, mi fissava senza dir niente.
Due tre volte si è incrociato con lo Step Up Boy facendo diventare quei 20 metri di negozio una scena a telecamera fissa migliore del miglior Andersson, quello del Piccione.
Gli ho voluto bene, come ho voluto bene quasi a tutti, anche ai figli di mignotta che sono entrati e ho in parte già raccontato.
Grazie.
Al Terrorista Puttaniere che mi racconta di come si fa la cocaina e mi mostra teste mozzate.
All'Ignoto ladro di poster che a forza di rubarmeli avrà in casa una carta da parati cinematografica di livello altissimo.
Al Messo del Diavolo che mi ha insegnato che anche io posso provare odio.
Al Fruttivendolo Gomorriano che ha provato a corrompermi a forza di mele e pere.
Ai due circensi cingalesi e al loro sesso con le giraffe.
A tutti i malati del porno e al loro incredibile, a volte divertentissimo ed altre perverso, mondo.
Al Bestione Pelato per avermi terrorizzato e regalato un'amicizia vera.
All'Alba(nese) del giorno dopo per avermi mostrato l'impressionante bellezza delle bruttezza.
A Bartolo e al suo cane.
E a tutti gli altri che non ho raccontato, come il Pizzaiolo a cui rodeva il culo.
E a chi non ho potuto raccontare per mille motivi.
E a voi lettori che siete stati la musa che mi ha spinto ogni volta a scrivere di nuovo.
Magari quell'esperienza tornerà, ho un sogno che non realizzerò mai che la riguarda.

Beniamino Video chiude, anche nei ricordi.
Al posto del negozio vero adesso hanno aperto una specie di chiesa all'americana, un luogo di ritrovo tipo Testimoni di Geova, dove vanno a pregare.
Fuori al posto dei miei poster ci sono striscioni e scritte giganti con frasi religiose.
Spero per loro che prima di aprire abbiano chiamato un esorcista.
Perchè là, dove fanno canti e vendono Bibbie, là in fondo a destra dove ora ci sono quelle sedie, c'erano 1500 dvd porno.
E io in cuor mio credo che quel luogo sia ancora infestato di tette e culi.
Se ne facciano una ragione.

26.10.15

Blog ai confini del mondo (N°1): "Come Cirrocumuli" di Chiara


Intanto volevo dirvi che siete stati fantastici.
Nel post del quiz cinematografico avete (nemmeno "abbiamo" perchè io dei 28 che sapevo non ne ho detto mezzo) scoperto 53 film su 54. 
In 7,8 casi avete poi indovinato delle cose veramente incredibili per me.
Tipo ieri con Pietro che tira fuori dal cilindro, solo come immagine flash d'infanzia, il numero 44, il 53imo pezzo del mosaico, The Astronaut Farmer con Billy Bob Thornton (non si ricordava nemmeno il titolo, solo l'immagine).
Credo che quel frame mancante, il 41, non verrà mai fuori ma se un giorno vedete un film che inizia e finisce con un fiume ricordatevi di questo post, non si sa mai...

Nella blogosfera ci sono tanti bei premi che oltre ad una certa soddisfazione personale aiutano a scoprire altri blog o a valorizzarli.
Il problema (per me eh, ne parlai già qua) di questi premi è che alla fine i blog citati sono al 90% sempre quelli, che quasi sempre sono blog già conosciuti e che c'è quell'effetto catena di Sant'Antonio per cui uno ne cita dieci, poi gli altri continuano e così via.
In più citare un blog mettendo solo il link, specie in mezzo ad altri 9, a volte serve veramente a poco.
Ho pensato allora di creare una piccola rubrica per presentare in modo esclusivo (nel senso di uno per volta), (quasi) esaustivo e non solo un pro forma un pò freddino dei piccoli blog ancora poco o pochissimo visitati, o perchè appena nati, o perchè per casualità mai venuti fuori, o perchè il blogger è un pigrone che mette un post al mese o per altri mille possibili motivi.
Non credo sia un'idea nè nuova nè così tanto originale ma, insomma, ci tenevo.
Il primo blog è di una ragazza, questo:



Sinceramente credo che come scrittura pura sia quella che preferisco nell'intero internet.
Parlo proprio della scrittura in sè eh, non del blog.

24.10.15

Recensione "Suburra"


presenti spoiler

Forse alla fine il vomito che da anni, quasi decenni, il cinema italiano si vede arrivare addosso, adesso, grazie a film come Suburra, inizierà a finire. Vomito pieno di grumi di incompetenza, pregiudizio, faciloneria e pigrizia. Vomito di chi confonde continuamente la produzione dei film con la distribuzione non capendo che di film belli ne facciamo a valanga.
E' solo che non te li fanno vedere poi.
Che mica ci sono solo i Sorrentino, i Garrone, i Crialese e i Diritti, ce ne son tanti.
Ma abbiamo bisogno di film come questi, straordinari esempi di cinema worldwide, per ripulirci un pò la nomea. La speranza è che grazie a sti esempi macroscopici poi anche quelli micro comincino ad esser portati avanti, apprezzati, ricercati.
Suburra è un filmone che travalica i confini italiani, pur trattando in maniera scientifica solo e soltanto dell'Italia, e va a sfidare senza alcun timore i migliori polar francesi, i meglio crime hollywoodiani e chiunque altro gli si pari davanti.

21.10.15

Recensione: "Hyena"


Un crime, un poliziesco, un noir, quello che volete. 
Senz'altro un film nerissimo, un piccolo Drive, che un appassionato non deve lasciarsi perdere.

Capita a volte sbanchino ai botteghini giocattoloni cattivi cattivi ma assolutamente demenziali nello svolgersi degli eventi come Io vi troverò (lasciando pure poi l'abbrivio per evitabilissimi sequel).
E invece altri crime neri come la pece, anch'essi molto tosti e cattivi ma molto molto più verosimili come Hyena non solo non avranno successo ma, credo, nemmeno un posto nella distribuzione.
In realtà ho accostato questo film a quello di Neeson soltanto per molti richiami con la criminalità dell'est e per la figura disastrosa che si dà all'Albania.
Altrimenti, per restare al cinema recente -quello che conosco meglio-, credo che Hyena possa essere un ottimo mix tra Drive, The Seasoning House e Kill List.
Prende un pò qualcosa da tutti e 3 (ma senza alcun plagio): la notte, la criminalità dell'est, lo sfruttamento delle ragazze, la droga, la corruzione, la violenza, le vite perse, finanche, cosa presente soprattutto in Refn, una certa cura formale non indifferente.
Vedere ad esempio lo splendido prologo, una muta sequenza fotograficamente bellissima e girata alla grande.

19.10.15

Il vostro regista del cuore. Ma anche della testa e degli occhi. E se volete anche della pancia. E se volete ancora anche quello del cul..., no, vabbeh, davvero, solo se volete


Ricordo che prima che Google + sostituisse il mio mini profilo di Blogger qui a destra (cosa buffa perchè risulto sia iscritto che non iscritto a Google +, ma non c'ho mai capito niente e non mi interessa capirne) sotto il mio nome, che un tempo era Oh dae-soo e a de sso (ahah) Caden Cotard ( anche se quello vero resta Giuseppe Armellini e così mi trovate altrove), c'era scritto:

prima il cuore, poi la testa e poi gli occhi

che è un pò il mio mantra di approccio al cinema.
Prima vengono le emozioni, poi il ragionamento e solo alla fine la bellezza visiva e cinematografica.
Ecco, l'altroieri parlando di Lanthimos mi sono arrischiato a definirlo mio regista della testa, ovvero quello che con i suoi film mi porta più a ragionare, a riflettere, a far lavorare i neuroni.
I suoi film non emozionano ma intellettualmente sono formidabili.
Anche a livello filmico e visivo sono davvero suggestivi ma insomma, niente per cui ritrovarsi gli occhi che a fine film organizzano una festa privata per festeggiare fino alla mattina successiva.

Ma se Lanthimos è la testa, gli altri chi sono?
In realtà voglio pensarci un attimo di più, abbiate pazienza, ho deciso di fare il post 8 minuti fa, era più una curiosità nei vostri confronti che un tentativo di analisi dei miei (cosa? confronti? fila male).

E allora quali sono i vostri registi del...?

Della testa avete capito perchè.
Del cuore ovviamente quello che con i suoi film vi emoziona più.
Degli occhi quello che trovare visivamente e tecnicamente migliore, insomma, il vero e proprio mago del cinema.
Io aggiungerei anche il regista della pancia, ovvero quello che istintivamente vi muove dentro più cose, non tanto quindi che vi fa riflettere ma che senza nemmeno ve ne accorgiate agisce più su di voi.
Se volete, per sdrammatizzare, potremmo mettere anche il regista del fondoschiena, ovvero quello che, ca va sans dire, vi fa più cacare.
Ed è meglio evitare Moccia e simili, io ne metterei uno "vero" che magari piace a tanti ma voi proprio lo detestate.

Ovviamente nessun regista appaga o stimola solo e soltanto una parte di voi.
Anche sui nomi che ho citato ci sono tutti registi che bene o male agiscono su di me in vari settori.
Però, insomma, dobbiamo trovare il simbolo di ogni parte.

O.k, mentre scrivevo ho pensato a qualche nome.
Lanthimos per la testa.
Kubrick per gli occhi (dei nuovi Sorrentino).
Trier per la pancia (ma per molti di voi passerà dalla pancia alla schiena e poi ancora più giù).
E per il cuore chi?

mmm, dopo la pubblicità



(o.k, pubblicità finita, Charlie Chaplin)

un lettore ha scritto anche del regista delle orecchie (colonna)

17.10.15

Recensione "The Lobster"


L'ennesimo grande film di Lanthimos.
Un mondo senza più amore e affetto che ha però bisogno di dimostrare il contrario.
Lo scotto da pagare, altrimenti, è il non esser più uomini.


vado a ruota libera, consiglio la lettura post visione


Ho sempre pensato che in registi non banali ma dalla forte impronta 3 film fossero sufficienti per dare
giudizi (quasi) definitivi.
Nel caso poi di Lanthimos l'impronta è così grande, roba da Yeti, che c'è ormai veramente poco altro da capire o aspettare.
Magari ne riparleremo qui a breve ma credo che ognuno di noi abbia sì i suoi registi preferiti, ma divisi per sensazioni. C'è il regista visivamente incredibile, quello del cuore e quello della testa.
Lanthimos, e l'accendiamo come risposta, è il mio regista della testa, quello che con i suoi film (ne ho visti 3 su 4) mi dà più stimoli al cervello.
Non è un caso, e Lobster lo dimostra ancora una volta di più, che Lanthimos sia il regista che mi richiama più Saramago al mondo (anche se lo scrittore portoghese sa(peva) emozionarmi moltissimo, cosa che il cineasta greco non fa o vuole fare).
I suoi film, come i romanzi del Nobel portoghese, partono da situazioni assurde, a metà tra il grottesco e l'inverosimile.

14.10.15

Un bellissimo video. E un quiz-sfida per voi ;) (e il brivido di mettere un emoticon, sebbene stilizzato, in un titolo di post)


Ho trovato, grazie a Lucia de Ilgiornodeglizombie, questo bellissimo video.
Anzi, questi bellissimi video.
A volte crediamo che nel cinema tutto sia non dico casuale ma comunque non così "scientificamente" pensato.
Invece questi video dimostrano come quasi sempre, specie nei bei film, ci sia un pensiero forte dietro, un progetto, un'emozione da aprire e chiudere, una cura delle cose a volte invisibile.
Quello che vedrete nei video sono tutti i primi e gli ultimi frame di un botto di film, messi gli uni vicini agli altri, così da creare un effetto, a mio avviso, magnifico.
Come già successe con il video di mio fratello questa è l'ennesima occasione per emozionarsi e giocare con il cinema.
E oltre al gioco e al fattore emotivo questo video ha anche qualcosa di intellettuale dentro secondo me.
Io ne ho riconosciuti circa metà, anzi, di più, tre/quinti diciamo

13.10.15

Recensione "Sopravvissuto - The Martian"


Una forte delusione, quasi cocente.
Un film che fa di tutto per toglierti di dosso l'empatia che sulla carta ti richiedeva.
Peccato

presenti spoiler

A volte resto perplesso nel vedere quanto film apparentemente "simili" subiscano trattamenti così diversi.
Nel capolavoro Interstellar per mesi si è andata a cercare la minima falla scientifica (dimenticando che il film poteva averne anche duemila per quanto mi riguarda, è fantascienza); nel bellissimo Gravity (come visione in sala una delle più coinvolgenti della mia vita) si prendeva per il sedere tutto quello che si poteva.
E ora con questo The Martian sto leggendo titoloni e votoni un pò ovunque (le recensioni le leggerò appena scritta la mia).

12.10.15

Recensione: "Unthinkable"


Un gran bel thriller, molto serrato e politicamente scorrettissimo.
Quanto possono l'etica e la morale davanti alla salvezza di milioni di persone?

In videoteca c'erano dei film che avevo visto solo io, consigliavo a tutti e nessuno vedeva (in molti casi facendo bene, perchè distruggersi la vita?) ed altri invece che col passaparola vedevano tutti, consigliavano a me ma poi non li vedevo.
Ricordo che questo Unthinkable (praticamente sconosciuto ed uscito solo in dvd) divenne uno dei film  più visti, uno di quelli per i quali ti sentivi orgoglioso di averlo preso malgrado non fosse famoso.
Finalmente l'ho visto e se forse non l'ho amato come tanti clienti fecero devo dire che ci troviamo davanti ad un grande thriller.
Quello che sorprende più del film è il coraggio, il politicamente scorrettissimo, il realizzare un film americano capace di denunciare e mettere ombre pesantissime sui più importanti apparati del paese.

Mi ritrovo per caso su Shiny Magazine. Dategli un'occhiata, ne vale la pena (a parte me)


( 3 post in 35 ore... Non vi arrabbiate, è solo un caso. Ho scritto la rece, poi ho voluto mettere a posto alcune cose e poi è uscita la cosa di cui parlo qua)

Pochissimi giorni fa mi ha contattato un ragazzo chiedendomi se poteva usare la mia rece di Inside Out per la sua rivista (online e non).
Ovviamente non c'era nemmeno bisogno che rispondessi, io sono uno che anche se trova le sue recensioni in giro a nome di altri (successo 2 volte) nemmeno se la prende ma ci ride su, figuriamoci essere "condiviso".
Una cosa però è condividere la recensione da qualche altra parte, un'altra cominciare una collaborazione.
In effetti in questi anni sono stato contattato da 5 siti o riviste per collaborare.
Il problema è che in tutti i casi dovevo:

1 evitare di fare recensioni così personali o
2  evitare spoiler o
3 inserire link pubblicitari furbetti o
4 altre o eventuali

Ho detto sempre no, in due casi rifiutando anche soldi.



Luca invece è l'unico che ha preso una mia recensione e portata altrove così com'era,

E così mi sono ritrovato nel nuovo numero di Shiny Magazine, una rivista online dalla grafica ed eleganza pazzesca che prova anche a puntare forte sui contenuti.
Non solo, Luca ha già preso altre due mie recensioni, quella di Dogtooth e quella di Sicario, e le ha messe, come potrete vedere, nel sito di Shiny (con un'impaginazione fantastica).
Non solo, mi ha anche messo nella redazione senza che io abbia fatto veramente nulla.
Contento lui...
In realtà leggendo quelle mie recensioni sul sito e quella di Inside Out sulla rivista (insomma, la rivista è una cosa, il sito un'altra) ammetto che un pò devo dare ragione a quelli degli altri siti che mi chiedevano cambiamenti, Mi sembro un pesce fuor d'acqua, leggere pezzi così personali in un formato che personale non è mi dà una strana sensazione, secondo me non funziono, sempre che io possa funzionare in qualcosa.
Ma se Luca è contento sono contento anche io.
In ogni caso questo post è diventato autoreferenziale quando non doveva esserlo.
Deve servire solo per farvi dare un'occhiata a questo progetto, veramente genuino e coraggioso.


E gratis, tranquilli.

Shiny ha dentro un pò di tutto, dalla fotografia al cinema, dalla tecnologia alla scienza, dall'arte ai videogame.
In questo numero trovare le recensioni di parecchi film, trovate addirittura Zerocalcare, trovate foto bellissime, trovate recensioni di videogame (tra le quali l'Until Dawn al quale sta giocando proprio sti giorni mio fratello) trovate articoli più impegnati.
Cliccate nei due link là sopra e date un'occhiata,
Questa non è una marchetta ma il minimo ringraziamento che mi sentivo di fare.
Io ancora non so cosa c'entro qua dentro visto che non ho fatto assolutamente nulla, ma l'unica cosa che so è che in pochi giorni si sono ritrovate due persone che si stimano e che senza ipocrisia si sono scambiate contenuti.
Io, per quanto mi riguarda, resto il coglione di sempre.
(e ora come faccio che ho altre due recensioni già scritte? sembrerò un serial writer?)

11.10.15

Tutto quello che non è recensione

Due giorni fa aggiungendo l'etichetta (le etichette sono quelle a destra nel blog, da non confondere
con le pagine, molto più strutturate, sotto il titolo dello stesso) Nonsolorece al post sullo streaming mi sono accorto che piano piano i "post non recensioni" stavano diventando veramente tanti, 64, specie per un blog che per più di 4 anni non aveva mai messo nient'altro che commenti a film.
Ho visto che dentro c'era veramente di tutto, senza un minimo ordine.
Quel Nonsolorece non era quindi un'etichetta che aveva un'identità, solamente una di esclusione, un cestino che raccoglieva i post non rece.
Ho deciso allora di mettere un pò a posto le cose anche se mi sono accorto che malgrado questo un pò di confusione e di pot-pourri è rimasto lo stesso.
Specie la divisione tra Racconti e Racconti di vita era abbastanza difficile da fare in alcuni casi vista la carica autobiografica di tutto quello che scrivo.

In ogni caso per chi interessa d'ora in poi tutto sarà un pò più ordinato.
Queste le etichette che si sono formate:

(cliccando volendo vedete cosa contengono)

DISCUSSIONI, ovvero tutti i post, pochini, nei quali mi sono soffermato su un certo argomento dicendo la mia e aspettandomi la vostra (sempre arrivata, grazie mille)

NONSOLORECE, che è rimasta l'etichetta più ibrida. Dentro ha piccole cose come dediche, informazioni di servizio sul blog, iniziative (come quella storica dei dvd Lazzaro), il "lavorone" su Il Racconto dei racconti e tutte gli altri post che non rientravano nelle altre etichette

RACCONTI DI VITA, ovvero tutti quei racconti che riguardano esplicitamente cose che mi sono successe (tipo la lampadina ;) ) o che parlano di me in generale. Ho voluto tenere comunque fuori I Tipi da videoteca perchè se lo meritano visto il "successo" davvero insperato avuto (anche se, ahimè, non so se li riprenderò mai)

RACCONTI, ovvero i racconti, alcuni pessimi, di "fantasia". Virgolette d'obbligo per il discorso di cui sopra

In più oltre a tutte le altre etichette che potete trovare, alcune molto interessanti come le rubriche esterne, altre abbastanza estemporanee, volevo ricordare I Peri-Patetici che, spero, poter aggiornare prestissimo

10.10.15

Recensione: "Dolcezza Extrema"


Il nuovo confine del trash movie.
Il movie col trash.
Perchè tutti possono fare cinema.
E pure bene

Un film lo puoi fare coi milioni di dollari (o euri). con le centinaia di migliaia, con le migliaia, con qualche centinaia.
Oppure con un pò d'animazione digitale, con i calzini, le parucche, i tappi delle bottigliette, le pantofole, i tubi, i preservativi e i detersivi.
Dolcezza Extrema fa suo l'assunto del cuoco grasso di Ratatouille, il defunto Gusteau, per il quale tutti possono cucinare, evribadicancuking.
Ma sposta tale assunto al cinema, tutti possono fare film, everibadicanfilming.
E il buon Alberto Genovese razzola in casa trovando tutti gli oggetti possibili, crea personaggi strani a metà strada tra i Muppets e i Munchies, si affida ad una discreta animazione digitale e tira fuori questo film che, anche se voi potrete dire ciò che volete, rimane comunque unico.

7.10.15

Sullo streaming e sullo scaricamento (dico definitivamente la mia, anche se in modo banale e incompleto)

Molte volte è capitato che io nei commenti del blog o altrove abbia detto di non aver mai scaricato un film.
Molte altre volte è capitato che mi facessi paladino delle sale cinematografiche.
Entrambe le affermazioni sono vere.
Però quasi tutti hanno unito le due afffermazioni tra loro fraintendendo un pò quello che è il mio concetto di fruizione filmica.

Hanno fatto:
1 non ha mai scaricato
+
2 ama le sale
=
è contro lo scaricamento

assolutamente no.

Scrivo questo stupido e inutile post solo per dire definitivamente la mia sull'argomento.
Anche se sono tutte cose scontate e risapute in verità.
Lo scaricamento non solo è cosa buona e giusta ma anche uno strumento straordinario, l'unico che ci permette di poter vedere (quasi) tutto il cinema.
Se non ci fosse internet perderemmo l'80% (dati quasi oggettivi) di tutti i film girati e in qualche modo prodotti.
Una volta non era così, una volta se non ti distribuivano eri finito. Sì, c'era una cultura del dvd molto più consolidata di adesso ma insomma, se non andavi in sala diventavi solo merce da appassionati.
Adesso magari gli autori non ci prendono una lira ma noi possiamo veder tutto.
Se non ci fosse la rete io degli 8 grandissimi film greci, ad esempio, ne avrei visti solo 3.
Di cui solo uno, Miss Violence, regolarmente distribuito in sala.
Poi Alps grazie a Ghezzi e Dogtooth in una rassegna (anche se l'avevo già visto).
Quando sentite dire da qualcuno "Ah, io non vedo film in streaming o scaricati, io il cinema lo amo" sta semplicemente dicendo un'emerita cazzata
Ma enorme eh.
Perchè proprio se ami il cinema tu DEVI usare streaming e download.
Come fai altrimenti a dire di amarlo se ti vedi quella trentina di film che altri (i distributori) hanno scelto per te?
Io, lo sapete, odio la politica e i discorsi "sociali", ma vedere solo film programmati equivale ad essere sudditi di una dittatura.
Che poi mica nelle sale arriva il cinema migliore eh, ma il peggiore. Serve il lanternino, un buon intuito e delle buone sale per vedere in un anno una decina di grandi film al cinema. A meno che non amate i blockbusteroni, allora ce ne sono decine e decine (e vivaddio, ci mancherebbe).

C'è gente poi come Frank di VisioneSospesa che senza la rete non vedrebbe un solo film di quelli che ama.
A parte quelli di qualche sporadica visita ai festival.
Vi pare giusto?
No.
Un film è un film, e se l'unico modo che ho per vederlo è illegale me lo vedo lo stesso.
Anzi, me lo DEVO vedere lo stesso cazzo.
Perchè questo tipo di streaming diventa veicolo culturale, il più grande di tutti.
Però.
Però questo straordinario veicolo se lo guidi bene è amore, se lo guidi male è distruzione.
Io odio, letteralmente odio, chi vede in streaming o scaricati film che in quel momento sono in sala.
Non odio la persona fisica eh, che lo fanno anche tanti miei amici, odio la cosa.
Come chi odia il fumo ma, ovviamente, non chi fuma.
Ed è lì tutta la mia crociata, solo lì.
Non contro lo scaricamento in sè (che se non ho mai fatto è solo per due motivi -1 ho sempre trovato tutto anche in streaming -2 sono una capra informatica) ma all'uso che se ne fa.
Non solo, capita a volte, molto spesso in verità, che questi allegri pirati non solo vedano in rete film al momento in sala, ma che se ne vantino pure.
"Ah, io l'ho già visto, e gratis"
"Ah, non ci andare a vederlo, non buttare i soldi"
Come se l'averlo già visto sia un merito, li renda dei ganzi.
In realtà hanno solo acceso un pc, scritto un titolo e visto un film.
Sarebbe buona anche mia nonna, gli andrebbe detto.
Mia nonna.
E vedere prima le cose a cosa serve poi?
A niente.
Mi si potrebbe dire che il biglietto costa troppo (è vero), che rischiare di vedere un film orrendo è un lusso che tanti non possono permettersi (è meno vero), che insomma, la rete sia un modo di risparmiare.
Ma non lo fanno per quello, fidatevi.
Anche perchè volendo di promozioni ce ne sono tante, anche perchè i 6,7,8 euro poi li buttano in cose molto peggiori, effimere e meno esperienziali di un film al cinema.
Lo fanno per essere i primi, per essere ganzi, e per credere che hanno fatto qualcosa di furbo, geniale.
Illegale per giunta!
(andare a rubare i cocomeri come facevo da ragazzino era mooolto più illegale e dava molta più adrenalina).
Poi vabbeh, io sono esagerato.
Io dò un anno al film prima di cercarlo, eventualmente, in rete.
Parlo sempre dei distribuiti eh, che tutti gli altri, il grosso dell'iceberg, vanno visti solo in rete, lo ribadisco.
Aspetto il mese di sala, aspetto seconde e terze visioni, aspetto rassegne e recuperi nei mesi successivi, aspetto tutto quello che posso aspettare.
Poi quando ormai l'ho perso definitivamente semmai rimedio.
Molti che hanno un blog poi vedono roba scaricata perchè devono stare sul pezzo, devono parlare del film del momento, devono aver visite.
Ovviamente nemmeno commento questo tipo di comportamento.
Ripeto, di comportamento, non di chi lo fa.
Potrei vivere una vita intera a fare 6 figli con una che scarica film in modo per me sbagliato, figurati ;)
Volevo dire altre cose ma l'ho fatta troppo lunga anche solo con poche.
Che poi tanto le altre cose che volevo dire sono analisi e riflessioni più ampie sul fenomeno cinema in rete, riflessioni che molte persone hanno fatto molto meglio di come farei io.
Viva la rete, viva lo scaricamento, viva lo streaming.
Cercate, cercate, scaricate e scaricate perchè quasi tutto il meglio lo troverete solo così.
Ma se amate sta cosa di cui parliamo sempre, il cinema, rispettatelo.
E provatelo, quando si può, quel buio in sala.



5.10.15

I Corti de Il Buio in Sala (N°14): "Per un'ora d'amore" di Edgardo Pistone


Su segnalazione dell'amica Ciku mi vedo questo corto(ai confini col medio)metraggio di un, credo
giovane, ragazzo napoletano.
E se è vero che un pò si sente aria di esercizio di stile (il bianco e nero, i movimenti di macchina, i piccoli inserti quasi surreali) è anche vero che a me di questo discorso non me ne frega niente.
Perchè proprio la fotografia, i movimenti di macchina e questa atmosfera al confine tra neorealismo e grottesco a me è piaciuta moltissimo.
Quello che sorprende è vedere quanti piccoli registi sconosciuti sanno fare tecnicamente e poi trovarsi in sala film italiani girati coi piedi (in mezzo a tanti altri di bellissimi).
Edgardo Pistone ci sa fare.
Le inquadrature sono dolcissime, carrellate, panoramiche, dettagli, tutto funziona alla grande.
Vedere per credere il movimento basso/alto della prima scena di sesso, lo splendido primo inseguimento alla ragazza (con un grande montaggio, anche audio), la scena dello specchio con masturbazione, il pestaggio raccontato solo dalle ombre (mi ha richiamato il finale di Drive).
Anche a livello narrativo c'è molto di buono, con questa storia di degrado urbano, fisico e morale che cerca però di trovare una piccola (ma impossibile) via di fuga o d'uscita in quest' "ora di amore" che è l'infatuazione per la ragazza.
Il protagonista è ossessionato dal sesso, vive di espedienti e si trova in casa una moglie che è solo un corpo a cui parlare o col quale sfogarsi sessualmente, in una sorta di ibrido tra necrofilia (che il corto racconti di un uomo rimasto vedovo e poi quasi impazzito è molto probabile) e bambole gonfiabili.
Ecco, se devo trovar difetti credo che sia troppo reiterato il suo continuo parlargli (anche se giustificato), che la scena dell'interpellazione alla telecamera si poteva evitare (è solo una ridondanza su quello che già ci piaceva immaginare dal video) e che il secondo inseguimento (sempre girato alla grande) poteva essere evitato dopo averne mostrato uno praticamente identico in precedenza.
In poche parole tutti errori del "troppo", del non saper asciugare, del, magari, aver paura che quello che si voleva dire aveva bisogno di informazioni in più, tipico di chi ancora ha bisogno di dimostrare qualcosa ed emergere.
Resta un corto girato alla grande, con un suo perchè, un suo obbiettivo e una sua storia.
E anche un filo coraggioso nel parlare di sesso in questa maniera, di possibili corpi morti e di un innamoramento ai confini della pedofilia.
E quell'orso appoggiato all'albero si farà fatica a capire che c'entri.
Ma è bellissimo.

Di seguito trovate un estratto.
L'intero corto al momento non è disponibile pubblicamente perchè in concorso a dei festival



4.10.15

Recensione "Sicario"


La conferma di un regista straordinario.
E la storia di una lotta senza quartiere, senza regole e senza confini.
O, forse, solo la storia di un uomo e della propria vendetta.

presenti spoiler

Se con soli due film mi ero azzardato a dirlo adesso con 3 mi sento un pò più tranquillo nel ribadirlo.
Villeneuve è uno dei più grandi registi moderni.
La folgorazione che fu La Donna che canta me l'aveva già fatto pensare, poi la conferma con Prisoners, uno dei veri grandi thriller hollywoodiani contemporanei, e adesso questo Sicario.
Buffo che del regista canadese mi manchi, tra gli altri, proprio quell' Enemy che vorrei vedere da due anni ma che purtroppo rimando di continuo perchè tratto da un libro che amo infinitamente, l'Uomo Duplicato di Saramago.
Mentre molte persone non resistono a vedere i film che più vogliono vedere per me è il contrario, sono quelli che rimando più a lungo.

3.10.15

Recensione: "Ritorno alla vita" - Scritti da voi - 50 - Rocco


La recensione di Rocco all'ultimo film di Wenders 
Posso aggiungere poco perchè le rece di film che non ho visto non le leggo ;)
A proposito, chiunque voglia mandare recensioni, specie chi non ha blog propri, non si tiri indietro, qui siamo già arrivati a 50 pezzi esterni.

Un colpo sordo, viene da sotto la tua auto.
Ti scrolli di dosso i pensieri più grevi, Sara vuole un figlio, l’editore ti ha detto che i romanzi non vanno.
Pensi al peggio. Nei pochi passi che ti conducono davanti al tuo mezzo. Poi il sollievo.
Il ragazzino è lì, tutto intero, scosso certo sopra il suo slittino, ma è vivo, in un attimo il sangue ritorna alle vene, le endorfine ti inebriano. L’hai scampata. Sullo slancio euforico di un attimo, l’immaginazione fabbrica una vita che potrebbe essere. Una famiglia con Sara, chissà forse la felicità è possibile.
Ma non è.
Non potevi sapere che erano in due sopra quel maledetto slittino. E per un ragazzino che conduci sopra le tue spalle dalla madre, un altro è rimasto sotto le ruote della tua jeep. Finiscono tutte le finzioni, anche quella con Sara.
L’immagine di un futuro possibile si rompe irrimediabilmente. Essa è sostituita dall’immagine di un corpo di cui noi non conosceremo mai le fattezze. Chiunque sia stato Nicolas, per noi è solo l’ombra di uno spettro. Esso permarrà come immagine mancante nella tua vita, insieme ad un compagno scomodo: il senso di colpa.
Si rimane tanto affetti dall’idea di un corpo perso, che pure quando esso è ormai assente non cessa di far sentire i suoi effetti, anche fisici. Provare l’atto estremo allora in questo caso non è negazione di sé, quanto dell’immagine di quel corpo che si porta dentro, dell’immane senso di colpa di cui non si riesce a rendere ragione. Fino a quando la mente sarà affetta da qualcosa che non ne escluda l’esistenza, l’immagine mancante di quel corpo non verrà mai meno.
Ma questa stessa immagine diventa la scaturigine del tuo successo. Senti finalmente la scrittura fluire potente tra le mani. Dare una forma all’informe del senso di colpa e del dolore. Un mostro da combattere di questo avevi bisogno per scrivere. Prima non lo sapevi.
In virtù di questo dolore non hai mai scritto tanto bene. Come per il capolavoro della pixar anche qui si tratta di una salvezza che fluisce piano piano da dove non te lo aspetti, ovvero dalle passioni di tristezza e mestizia. Il dolore salva solo se stesso, però. Esso tende ad autoconservarsi e riprodursi.
Solo un bambino può forse spezzare la catena dell’automatismo senso di colpa, dolore, scrittura. Un bambino dal passato. Quello che hai ricondotto vivo sulle spalle dalla madre.
Il suo perdono e il suo abbraccio potranno forse sopprimere per sempre la tua meravigliosa scrittura, ma finalmente aprire uno strappo nel cielo di carta per smettere di scriverla la vita, ma ricominciarla a vivere.