31.1.15

Recensione "Italiano Medio" (ma anche una lunga, estenuante, noiosa e inutile prefazione su Maccio, sulla comicità e su quello che mi viene)

Risultati immagini per italiano medio poster

E' tutto molto lungo. Se volete leggere SOLO del film andate dopo la riga divisoria.


Ricordo un esame universitario un pò particolare.

Era una monografia sul comico nella letteratura contemporanea.
O una cosa del genere.
Arrivo davanti al prof, col quale tra l'altro avevo già dato due precedenti esami andati molto bene (sarà stato questo il motivo per cui mi chiederà quello che mi chiederà) e appena mi siedo, appunto, mi chiede:
"Giuseppe, cos'è per te la comicità?"
Ora, io ho affrontato molti esami a modo mio, in maniera poco istituzionale, ma quello mi sembrava troppo. Insomma, va bene fare digressioni, ma andare sul personale, boh, che ne so.
Non mi ricordo cosa risposi sinceramente, andai a braccio, modo raffinato per dire a caso.
Sta di fatto che non mi chiese altro.

30.1.15

Recensione: "You, The Living"


Se ci si può innamorare di una donna con un solo sguardo, senza sapere nulla di lei e di tutti gli anni che ci sono dietro, così, un solo istante e ti innamori di lei senza sapere cosa nascondano i 20, 30, 40 anni che hanno preceduto quell'istante, se è possibile questo perchè non potersi innamorare di un regista allo stesso modo?
Solo che lo sguardo fugace che ti fa innamorare di un regista non lo ricerchi nei suoi occhi, come per la ragazza, ma in un'immagine, in un'inquadratura. Questi sono gli occhi del regista.


29.1.15

Tipi da Videoteca (N°5): Pop Porno - 1 - Il TrAmatore



Attenzione, la lettura è consigliata con la presenza di un adulto.


Scoprire che non avevo solo il potere di modificare ma anche di essere addirittura Creatore fu l'inizio della fine.
Quando voi videotecari inserite un film nel distributore noleggio, poi vi scaricate tutti i suoi dati da un archivio online.
La locandina, il titolo, la trama, gli attori, insomma, tutte le cose che poi appaiono nel display della macchina noleggio.
Ovviamente io pensavo che questi dati non fossero modificabili.
Invece un giorno, mentre stavo leggendo la trama di un film nel pc del negozio, noto che muovendo il mouse ne avevo cancellato un pezzettino per sbaglio. Corro subito fuori alla macchina del noleggio, inserisco la tessera, vado su quel film e sì, anche lì la trama ha subito quella mutilazione.
Insomma, ciò che scrivo dentro arriva fuori.
Una risata beffarda si impadronisce di me.
Ma...allora...io...posso...cambiare...le...trame...

28.1.15

Recensione: Somnambuul" - In Search of Visions, Sublimazioni di Realtà - 4 - di Romina Bracchi

Quarto appuntamento con la rubrica di Romina ed i suoi film metafisici. Stavolta siamo addirittura al cinema estone, 2003


Questo è un film sulla guerra e mostra campi di battaglia interiori dai quali non si farà ritorno, ma non è evitabile, è una guerra necessaria e la vittoria è ritrovarsi.
Mi sono lasciata intrigare dal titolo, Somnambuul, una parola estone che non ha neanche bisogno di traduzione e che suona così musicale, sprigiona una sorta di magia sia nel pronunciarla che nello scriverla. Se penso in italiano, ''sonnambulo'', o ''sonnambulismo'' li sento termini maledettamente limitati a un freddo campo medico, a un disturbo del sonno, non mi basta, voglio pensare a Somnambul come a un qualcosa di astratto e profondo da poter estendere ad un piano più vasto.
Quando ero ragazzina e vedevo un mio cuginetto che mentre dormiva si alzava in piedi sul letto e ''chiacchierava'' da solo biascicando parole senza senso mi chiedevo che cosa stava succedendo e quale arcano potere avesse avuto, è da lì che nacque il mio interesse verso i sogni e il mondo dell'onirico, ma soprattutto mi incominciai a fare domande sul sonno e la veglia, su quanto la realtà che viviamo condiziona il sogno e viceversa.

27.1.15

Il Buio in Sala Streaming, parte il vero progetto. Per vivere il cinema insieme. E gratis. E magari pure sul letto. (con programmazione)


Tutto nacque qui e poi confermato e spiegato meglio qua.
Ci terrei che leggeste, avrete già molto risposte.
Sta di fatto che grazie alla piattaforma LEGALE di streaming di MyMovies io posso vedere tutti i loro film, anche quelli ON DEMAND (che necessitano di un account a pagamento che io possiedo).
Per farla breve io ho la possibilità di invitare fino a 25 persone per volta sui film che mi guardo o, per usare un termine più consono, proietto.
Ci tengo a dire, oltre alla legalità della cosa, che tutti questi film sono opere o già passate da tempo nei cinema, o mai uscite in italia o distribuite in maniera pessima. Insomma, il vero cinema, ossia quello delle poltroncine non virtuali, rimane l'altro, le due fruizioni dovrebbero complementarsi.

26.1.15

Recensione "The Fall - Prima stagione" - Le Serie Tv de Il Buio In Sala


Tornano le serie e ovviamente, come regola interna personale, sempre rigorosamente cortissime. 
Questa è di sole 5 puntate da un'ora esatta ciascuna.

Non ho mai visto con attenzione X-Files, a parte qualche sporadicissima puntata.
Per questo ritrovarmi davanti Gillian Anderson 20 anni esatti dopo il primo episodio di quella serie cult non ha avuto per me quell'effetto malinconia che probabilmente colpirà molti.
Ho solo trovato una donna di 45 anni dalla bellezza mozzafiato.
E, per quanto mi riguarda, una grande attrice.
Ancora un'altra serie inglese che sembra americana, ancora un altro ottimo prodotto dal Regno Unito.
Niente per cui stracciarsi le vesti, intendiamoci, soltanto l'ennesima dimostrazione di come gli inglesi sappiano unire perfettamente buone idee, qualità tecnica ed eccellenze attoriali.

24.1.15

I Tesori di Jolly Roger (N°11): Dinosauri Assassini!

23.1.15

Pozzi, nonni e calciatori romeni meteore nel Milan


Il giardino era abbastanza grande da poterlo convertire in campetto da calcio ma abbastanza piccolo e pieno di insidie da poter considerare tale conversione una scelta quantomeno azzardata.
Non era solo per quegli alberi che c'erano sul lato destro (se la vostra squadra attacca dalla casa alla strada), quegli alberi che hanno distrutto caviglie e fatto rimbalzare palloni dapertutto, ma specie per la presenza del pozzo.
Ora, giocare in un campo che è lungo una decina di metri tra porta e porta e che ha 3 alberi da un lato e un pozzo dall'altro capirete che non è normale. E nemmeno facile. Però vuoi mettere segnare un goal facendo passare la palla sotto l'arco del pozzo?
Che gli avversari nemmeno la vedono la palla, te sei là, dietro il pozzo, magari con gli occhi fai finta di passarla al tuo compagno in mezzo al campo e poi invece sta cosa sferica sbuca fuori all'improvviso da sotto quell'arco.

22.1.15

Recensione: "La Mafia uccide solo d'estate"


Il fatto è che questo è il tipo di film che scriverebbe Giuseppe se sapesse scrivere film.
Il fatto è che Pif ha usato due delle "tecniche" o delle attitudini che più amo in vita, ovvero rendere grottesco il male umano e l'esaltare le piccole cose, la semplicità.
La Mafia uccide solo d'estate è il film perfetto per uno come me che per esorcizzare le cose brutte e grandi tende sempre a caricaturarle, sdrammatizzarle, farle perdere di "potenza" (con la stessa facilità con cui faccio diventare tragedie le cose piccole del resto).
Non ho letto ancora nulla in giro ma credo che chi ha odiato questo film abbia avuto come motivazioni o quella che con certe cose non si può "scherzare", o il sospetto che Pif abbia fatto il furbo e strumentalizzato la tragedia per sensibilizzare il pubblico e far successo.
Sinceramente, a me, come sempre, non frega nulla.
Se io dovessi pensare alle intenzioni degli autori, alle buone fedi e non, alle tattiche, allora non potrei recensire alcun film. Per me un film inizia dal minuto 00.01 e finisce con l'ultimo titolo di coda, tutto quello che c'è prima e dopo è ininfluente.

21.1.15

Recensione: "El Topo" - Ap-Punti, autopsie di recensioni - 4 - di Pietro

Torna la rubrica di Pietro, direttamente dal suo blog dal nome impronunciabile, che ci racconta, nella sua maniera, di film che possiamo trovare sul tubo legalmente e goderci comodamente dal nostro pc (che questo sia il futuro del cinema?).



Il regista, scrittore, fumettista, saggista, drammaturgo, poeta cileno che in tanti osannano e che può essere considerato, almeno nel cinema, il nuovo Dalì. Questa pellicola è puro onirismo, totale follia, eccentrica immaginazione: non dico altro, leggete qui e vedetelo, anzi prima vedetelo (in fondo il link legale per farlo) e poi parliamone:





20.1.15

Recensione: "La ragazza della porta accanto - The Girl Next Door" (2007)

Risultati immagini per the girl next door 2007

Avevo scritto l'intera rece di questo terribile film che, diciamocelo, è ottimo per il genere.
Poi però prima di pubblicare, cercando un'informazione, mi sono imbattuto in questo:


ho letto, o almeno l'ho fatto fino a dove ho potuto.
Vedete, io vedo molti film estremi, disturbanti, mi piace la violenza, ma sempre quando si resta nel genere e nella finzione. E non mi impauriscono nemmeno i grotteschi, ipocriti e furbetti "Ispirato a un fatto vero". Perchè qualsiasi film può essere ispirato a un fatto vero. Nella vita qualsiasi cosa può accadere.
Però, come in questo caso, quando la realtà non solo è simile ma identica o peggiore a quello che il cinema ha provato a raccontare io credo che tutto questo non sia giusto. Che il film non debba più esistere. Non accuso nessuno di questo, è solo un problema mio.
Come faccio dopo aver letto quelle cose a pubblicare la mia rece?
Non posso.
Quindi questo spazio bianco è lo stesso identico spazio che avevano preso le mie inutili parole.











































Per tutte le Sylvia che ci sono state
per tutte le Sylvia che ci saranno ancora



19.1.15

Recensione: "Blind" (2011-Korea)




Leggo due/tre righe di trama di Blind ed ho quasi la certezza che sia uno degli ennesimi remake-non remake del bellissimo The Eye (che già di suo non era un'idea del tutto originale).
Ma, citando Gaber, "per fortuna e purtroppo" non lo è.
Per fortuna perchè non siamo affatto dalle parti dell'horror e se ci sono presenze/visioni non sono quelle inquietanti della protagonista di The Eye ma oltanto quelle del passato di Soo-Ha, ovviamente quasi sempre generate dal senso di colpa, vero motore, esplicito o no, del 70% delle trame filmiche.
Purtroppo invece perchè il livello, inutile dirlo, è enormemente più basso del mezzo capolavoro dei fratelli Pang.
Quando all'inizio ho sentito urlare il nome della protagonista ("Soo-ah!", "Soo-ah!") alcuni miei neuroni sono andati in tilt, quel grido richiamava altro, probabilmente uno stesso grido, probabilmente uno stesso nome.
Ma sì, dopo 3 minuti ho capito che Soo-Ah era anche il nome della sorella di Woo-Jin in Old Boy, un nome che evidentemente non sono mai riuscito a dimenticare.
Vabbeh.

18.1.15

Recensione: "Profondo Rosso" - D(I)Ario Argento, la mia storia d'amore con il Re del Giallo - 4 - di Miriam


Che cos’è quella cosa che ti entra in testa e non ne esce mai più? Beh, ci sono più risposte a questa domanda e non mutamente escludentisi (meno male che devo scrivere e non parlare, altrimenti sarei già inciampata su me stessa). Ovviamente, se siete Dario Argento, le risposte sono: le musichine infantili e i traumi. Come correlano (oh, lo so che non correlano statisticamente, ma questo è un luogo di pace, horror e gioia e la statistica è vietata pena la morte per noia) queste due cose? Più rivedo i suoi film, più mi accorgo – oddio, non che non l’avessi già notato, ma da qualche parte devo pur iniziare – che il trauma ha un ruolo fondamentale nelle opere di DA. E questa tendenza cresce di film in film e, da qui in poi, a rappresentare l’oscuro oggetto che, nel passato del killer, ha avuto un ruolo tale da trasformarlo in un maniaco, ci saranno, talvolta, delle agghiaccianti musichine che rendono il buon Dario, a pieno titolo, un juke-box del trauma.

17.1.15

Recensione: "The Second Game" - BuioDoc - 16 -


3 Dicembre 1988
La Romania non può saperlo ma è ad un anno esatto dal liberarsi del regime comunista di Ceausescu, con quell'immagine indelebile del vecchio dittatore sul balcone che vede la propria fine materializzarsi sotto di lui.
Nevica da far paura.
C'è il derby per eccellenza, Dinamo contro Steaua.
La Dinamo è la squadra della polizia segreta, lo Steaua quella dell'Esercito, controllato praticamente dallo stesso Ceausescu (non a caso il figlio ne era dirigente).
Due facce diverse della stessa medaglia, entrambe comuniste ma divise da una rivalità e un odio radicatissimo.
Di derby se ne sono giocati tanti e questo è soltanto uno tra tutti.
Ma 25 anni dopo il regista Corneliu Poromboiu decide di rivedere la partita insieme a suo padre Adrian. Guardano la partita e la commentano, nient'altro.
I 95 minuti del "film" sono i 95 minuti della partita.
Con una sola particolrità, Adrian Poromboiu era l'arbitro di quella partita.

16.1.15

Recensione "Hungry Hearts"

Risultati immagini per hungry hearts poster

spoiler pesanti solo dopo la linea divisoria nel fondo

Ricordo che il mio primo contatto (fino ad oggi rimasto poi unico) con Saverio Costanzo fu in un piccolo cinema di Modena. Dovevo passare alcune ore nella città emiliana e non sapendo che fare non trovai niente di meglio che infilarmi là dentro. Proiettavano "In Memoria di me", bel film che racconta di un giovane entrato in convento che piano piano inizia a nutrire fortissimi dubbi sulla sua vocazione. Pellicola rigorosa come la materia che trattava, priva di sensazionalismi e molto interessante nei contenuti.
Era buffo che un perugino come me si trovasse a Modena a vedere un film nel quale uno dei due attori principali, un allora non conosciutissimo Filippo Timi (siamo un anno prima del boom firmato Salvatores e poi Bellocchio) non solo era praticamente un concittadino (ricordo ancora come nel film riconobbi benissimo la cadenza umbra) ma aveva rischiato pure di essere pochi mesi prima la sua materia di tesi di laurea (idea giustamente cassata poi dai docenti, cosicchè da Timi passai a Flaiano).
Insomma, vado a Modena, vedo un film e ci ritrovo dentro Perugia e la mia vita, simpatico.

15.1.15

Recensione: "Wild Beasts" - L'Avvocata del Diavolo, perchè nessun film può far schifo a tutti - 4 - di La Marti

Quarto appuntamento con Martina ed i suoi disperati tentativi di salvare o rivalutare film considerati merdaccia


"Belve feroci"

Ossia "Wild beasts". 
Non, Boys, no: bestie, come al mio solito.
Stavolta, però, - concedetemelo - mi sono spostata verso esseri esistenti.
"Belve feroci" è un film del 1984 diretto da Franco Prosperi, che si aggiudicherebbe l'etichetta "horror" se mai cercaste sulla rete. Io invece penso che lo definirei "film di semi-protesta che si vela di semi-horror e semi-gore anni '80". Un film semi, insomma, ma non un semi-film, il che è importante.
Le opinioni degli spettatori variano: c'è chi lo getterebbe in discarica e chi invece sostiene che "non gli sia dispiaciuto del tutto".

La trama è la seguente: gli animali dello zoo di Francoforte sembrano impazzire all'improvviso scappando dalle gabbie, irrompendo nella città e attaccando chiunque si trovi attorno a loro, con violenza e ferocia mai viste. Il veterinario Rupert Berner, la compagna (e dottoressa) Laura Shwarz e l'Ispettore Nat Braun scopriranno che la causa si cela nell'acqua utilizzata per abbeverare gli animali, e che questi non sono gli unici ad essere coinvolti nella follia omicida (momento tensivo TADADANNN!).

14.1.15

Fatti da Voi (N°6): Filippo Patelli - IspiraMi


Torna dopo parecchio tempo la rubrica del Fatti da Voi, ossia lo spazio in cui siete voi stessi
(perlopiù lettori) a presentare i vostri lavori, più o meno amatoriali, più o meno riusciti, più o meno validi, ma sempre contraddistinti da tanta passione e tanto divertimento dietro.
Oggi è il turno di Filippo Patelli, giovane varesino da ormai 2 annetti frequentatore di questo insulso blog.
Commentatore molto pensante ma abbastanza scemo da scegliere molto spesso le visioni da fare con gli amici in base alle mie recensioni.
Filippo frequenta una scuola di Cinema a Milano, insomma, non solo ci fa ma prova anche ad esserci.

Di solito in questo spazio mi limito a far vedere il lavoro e dire due/tre miei pensieri su di esso.
Ma in questo caso è indispensabile che voi sappiate alcune informazioni:

13.1.15

La Promessa, ovvero i 15 film che vedrò al 100% nel 2015


Il fratello capita a cena, gli dico come caspita sia possibile che non abbia ancora visto The Fall e Mr Nobody e mi dice che fanno parte della Promessa.
"Che cazzo è?"
"Scrivi una lista di film che devi vedere entro la fine dell'anno"
In effetti questa cosa la fanno un pò tutti, questo ripromettersi di vedere quel titolo e quell'altro.
Però metterlo per iscritto, prometterlo alla luce del sole, è un pò diverso.

Quindi lo faccio anche io.
E lo faccio andando assolutamente a memoria.
Questi sono i 15 film che mi sono venuti in mente oggi, domani sarebbero stati molto diversi probabilmente.
Ma ormai sono stati "loro" a vincere sugli altri e ad entrare nella promessa.
Ah, ovviamente escludo tutti I VISTI PER VOI, ovvero i film che fanno parte di quell'iniziativa che prima o poi devo riprendere.

per ogni film di questi che non vedrò mi sorbirò un Twilight (sperando che non siano più di 4)

12.1.15

Recensione: "Tokyo Godfathers"


« Pieno di gratitudine per tutto ciò che di buono c'è nel mondo, poso la mia penna.
Con permesso.
Satoshi Kon »

Non è un caso che l'uomo che poco prima di morire ha scritto sul suo sito web questo ultimo messaggio sia lo stesso uomo che ha creato e diretto questa piccola perla dell'animazione moderna, Tokyo Godfathers.
Perchè solo uomini che conoscono la bellezza della vita e sanno mantenere questo rispetto e questa leggerezza verso di essa anche nei momenti più devastanti (Kon è morto di tumore terminale al pancreas) possono realizzare un cartone così leggero pur nella pesantezza delle tematiche che affronta.
Kon conosce l'ironia, quella che per me è una delle chiavi dell'universo e probabilmente la barca più resistente per restare a galla.
Ed è l'ironia della vita la base di tutto, o sicuramente lo è di questo cartone, una specie di Magnolia animato, in cui 3 barboni passano la settimana che va dal Natale al Capodanno cercando i genitori della neonata che hanno trovato tra la spazzatura.

11.1.15

Recensione "War Horse" - In Their Eyes, lo Sguardo Animale - 1 - di Giovanni Manizzi

Prima puntata di una nuova rubrica.
Giovanni è una persona speciale.
E il suo amore per gli animali lo stesso.
Non è uno di quei nuovi animalisti, vegani o antispecisti che hanno come prima istanza criminalizzare gli altri, fare proseliti o farsi belli.
Giovanni lavora con la testa, con i principi, con il dialogo. 
Il suo non è un blog facile, immediato, leggero.
Se ci entri devi esser pronto ad accendere il cervello e mettere in discussione qualcosa di te.
Benvenuto.

QUI ha scritto un pezzo ispirato proprio a War Horse immaginando il punto di vista del cavallo, non dell'uomo


Siamo animali e non lo sappiamo, siamo attorniati da altri animali e non ce ne accorgiamo. Eppure, ci sono molti film, dove gli animali sono presenti e in modo interessante. Non solo come protagonisti diretti, o come metsfore, ma anche come 'condizione esistenziale', che spesso viene vissuta - nel bene e nel male - anche da umani e tra umani. Ci sono migliaia di pagine e decine di libri e riviste che parlano del rapporto tra umani e altri animali. Li terrò presenti nella scrittura di queste recensioni, ma cercherò di non farli troppo pesare, anche se un richiamo a titoli o spunti a volte si renderà indispensabile - e spero che lo prenderete come un suggerimento per approfondire, se la visione vi avrà stuzzicato.

10.1.15

Recensione: "The Town"

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E' sempre bello poter dire di essere al pari della filmografia/bibliografia di un autore.
Hai quella sensazione di completezza, di perfezione.
Certo, qui non stiamo parlando nè di Kubrick nè di Kafka e non abbiamo nemmeno davanti gigantesche filmografie hitccockiane o infinite bibliografie proustiane (che là anche solo uno basterebbe per tutti) ma insomma, anche nel piccolo e nel non eccelso raggiungere questi min-obiettivi non è male.
Ecco quindi che mi trovo ad aver visto anche la terza regia di Ben Affleck, dopo gli ottimi, bellissimi, Gone Baby Gone ed Argo.
E, che dire, se non fosse per quella faccia un pò così, se non fosse per quel fisico un pò così, se non fosse per una carriera un pò così, ecco, credo che tutti staremmo qui a considerare il buon Ben (da me ribattezzato Ben di Dio ispirato dall'amore folle di una ragazza per lui ) come uno dei massimi registi mainstream hollywoodiani contemporanei. Diciamo degli under 40 (o appena sopra) uno dei primi 5.
Credo che questi tre film possano essere o rappresentare un ideale cofanetto sul crimine.
Il crimine che lavora silenziosamente nella corruzione e nel marcio di Gone Baby Gone, quello Internazionale di Argo e quello più classico, d'azione, di delinquenza e rapine di The Town.

8.1.15

Recensione: "Che ora è laggiù? (Ni nei pien chi tien)" - In Search of Visions, Sublimazioni di Realtà - 3 - di Romina Bracchi

Terza puntata per Romina, che stavolta, dopo quattro notti nella stanza dello straniero dal nome Roe, decide di affrontare il sesto film del regista malesiano non molto celebre al grande pubblico, che risponde al nome di Tsai Ming-liang.


Distanze di sicurezza, luoghi, non luoghi e ossessioni.

Di Tsai Ming Liang adoro lo stile registico molto poco mainstream,  elegante e intimista, l' utilizzo di lunghi piani fissi per cristallizzare e sublimare scene di vita quotidiana.  Sono immagini spesso di una freddezza chirurgica che sono fatte apposta per portare lo spettatore a un non coinvolgimento emotivo, come entrare in una casa ordinatissima e aver paura di portare scompiglio,  come correre incontro per abbracciare qualcuno che rimane impassibile.  Questa si chiama distanza e spesso è una strega buona. ''Che ora è laggiù'' è un film che parla, tra le altre cose, della distanza e dei mille modi per ingannarla. E' il quarto film suo che vedo e l'ho amato fin dal primo fotogramma.

7.1.15

Recensione: "The Innkeepers"


Sarà anche questo uno dei motivi per cui amo tanto l'horror.
E' che mentre negli altri tipi di generi si tende sempre a uniformizzare il giudizio degli appassionati (un bel film d'azione piacerà a quasi tutti i fan dell'azione, una bella commdia a quasi tutti i fan della commedia e così via) l'horror è invece capace come nessuno di soggettivare il giudizio.
Non c'è un singolo horror, anche dei più belli, che mette d'accordo (quasi) tutti.
Ognuno ha background filmici diversi, ognuno ha il proprio concetto di paura, ognuno ha preferenze di sottogenere, costruzioni ed atmosfere.
Negli altri generi non è così, di capolavori riconosciuti ce ne sono centinaia.
L'horror no, l'horror è personale, per niente democratico ed insidiosissimo.
Sarà per questo che mi ritrovo a considerare davvero mediocre (alla latina) un film amato e osannato da tantissima critica, anche quella meno ufficiale, ma non meno competente, di tanti amici di rete (dei quali per adesso ho visto solo i voti ripromettendomi di leggere poi al più presto le recensioni per capire cosa non ho capito io).
Altro capitolo, Ti West.

6.1.15

Recensione: "Necromancer" ANZI NO, Classifica finale, definitva, alltime, dei più grandi pipatori di sempre

Risultati immagini per necromancer 1988

Volevo parlare di Necromancer, abominio del 1988 talmente brutto che avrebbe meritato tutte le lodi possibili.
Avrei voluto parlare di un film dove non ho praticamente capito nulla
di un film dove spacciano per Università una struttura che è un mix tra l'essere un capannone dismesso, un teatro, un cinema, un locale a luci rosse e una discoteca con le luci stroboscopiche
di un film in cui i 5 personaggi maschili erano uno uguale all'altro, con i capelli, gli orrendi capelli anni 80, tutti uguali
di un film in cui c'è una negromante che uccide muovendo le mani come un vigile del traffico
di un film dove la stessa negromante con i poteri della mente ti scaravanta addosso un'accetta. Ma dopo che essa ti ha mancato passa in maniera francamente curiosa all'aspirapolvere
di un film in cui un ragazzo stupra una ragazza dicendole "Ti ricordi quando ti rifiutasti di baciarmi?"
di un film in cui c'è un reietto con gli occhiali impresentabile che ha una misteriosa meche verde sui capelli. Non verrà data nessuna spiegazione alla cosa
di un film con delle musiche orrende, un mix tra i goblin e un film porno
di un film che, forse, nel finale pretende addirittura la nomea di horror psicologico, acquistando invece quella di horror psicolabile

avrei voluto parlare di tutto questo ma la presenza di un personaggio, quello del regista teatrale, mi costringe a stilare, finalmente, la classifica ALLTIME dei

PIU' GRANDI PIPATORI DELLA STORIA CINEMATOGRAFICA E NON SOLO

5.1.15

Recensione: "Death of a Man in the Balkans"



presenti spoiler che secondo me non rovinano comunque la visione

Una sola inquadratura.
Una piccola casa.
Il salotto, la cucina che si intravede, la porta del bagno.
Nient'altro.
Un uomo piazza la webcam, quella, appunto, che ci offrirà quell'unica inquadratura.
Poi, fuori campo, si sente uno sparo.
L'uomo si è ammazzato.
Parte così Death of a Man in the Balkans, che io sappia il solo terzo film completamente in pianosequenza della storia (non faccio ricerche, vado a memoria mia) dopo Arca Russa di Sokurov e Pianosequenza (ahahah) di quello sciagurato di Louis Nero.
Ora, se vogliamo essere pignoli, definire pianosequenza quella che è un'inquadratura ferma è un pò forzato, sta di fatto che non ci sarà mai uno stacco, mai.
Non siamo in un film di impianto teatrale, non siamo in un film metateatrale, qui siamo praticamente davanti al teatro tout court, un teatro ripreso da una webcam.
L'uomo è morto e il vicino, sentito lo sparo si precipita a casa sua.
Poi arriverà la moglie di un altro vicino, poi l'altro vicino stesso e via via, la casa del morto sarà un luogo di pellegrinaggio continuo.

4.1.15

Tipi da Videoteca (N°4): Il Fruttivendolo Gomorriano - 4 - Iniziative della fava e l'Uomo che sconfisse gomorra (o l'uomo che sconfisse Gomorra, dipende da dove volete mettere le maiuscole)



Ad inizio avventura videotecara avevo un entusiasmo tale ("Lavoro coi film! cazzo, lavoro coi film! oddio, non ce posso crede, lavoro coi film!") che mi venivano in mente una serie di idee della fava (per varietà devo cominciare ad usare sinonimi di cazzo, e qua poi ci troviamo davanti persino a una sineddoche, meglio ancora) che non riuscivo a trattenere.
Ad Esempio:
For Example:

1 DVD EXPRESS
Ossia un ragazzo con la vespetta che vi portava i dvd che ordinavate per la sera a casa, come la pizza. Poi però ho pensato che:

A chi voleva i porno, ossia il 50% della videoteca andava incontro a tre problemi:

A1: non avrebbero potuto ordinarli quelli che li nascondono alla famiglia
A2: anche chi non li nascondeva o viveva da solo difficilmente avrebbe accettato di sentirsi il malato a cui portavano la medicina nascosta
A3: (soprattutto) avrei dovuti sceglierli io (o mio fratello) per loro. E ora, a parte il mio rifiuto per quei dvd, credo non ci sia niente di più difficile di sapere quale film dare al tale cliente. Ad esempio:

3.1.15

Recensione "Gli Incredibili"


Dieci anni fa, quasi spaccati.
La Pixar era già la pixar ma non ancora la Pixar, tutti stavano cominciando a conoscerla ma non era ancora quello studio di animazione così grande che lo dici e il resto quasi non esiste.
Aveva tirato fuori roba già clamorosa come i primi due Toy Story, come Nemo, come, soprattutto, quel geniale cartone che è Monsters & Co.
Mi ricordo che quando vidi Gli Incredibili al cinema lo considerai un gran cartone ma inferiore agli altri.
Questa seconda visione, ancora una volta, mi conferma come tutti i Giuseppe sparsi tra le varie epoche siano uno uguale all'altro, stessa sensibilità (in senso lessicale, non qualitativo), stessi metri di giudizio, stesse emozioni.
Sì, Gli Incredibili non è quel capolavoro di cui tanti parlano, niente a che fare con le vere opere d'arte che quello studio ha saputo tirar fuori.
E il problema, gigantesco, è nella sceneggiatura.
L'idea di base richiama fortemene Watchmen con questi supereori che non possono più fare i supereroi (anche se nel primo tutti, o quasi, erano in realtà privi di poteri), questo ritorno poi all'azione e tutte le conseguenze che ne deriveranno.

2.1.15

Tipi da Videoteca (N°4): Il Fruttivendolo Gomorriano - 3 - La Mela Avvelenata




Non serviva essere i pronipoti di Sherlock Holmes e nemmeno i figli con l'occhio di vetro di Colombo, e nemmeno i nipoti di Derrick (anche se io nipote di Derrick lo sono per davvero, chè un mio nonno gli somigliava, e parecchio) e nemmeno i fratelli minori dell'Ispettore Coliandro per capire che quella cassetta delle frutta era l'inizio della fine.
L'unica cosa però che mi aspettavo è che la Camorra, anche questa soft-Camorra che ti spara con le banane e ti fa saltare in aria con i meloni sotto il culo, agisse in maniera più dilazionata, ti facesse cuocere più a fuoco lento.
Invece il Fruttinvendolo Gomorriano arriva subito il giorno dopo quella cassetta.
Per entrare si mette di traverso, non c'entra sulla porta da dritto.

1.1.15

Una musica, una melodia, e un nuovo anno


Non ho mai messo una colonna sonora nel blog.
Ma queste sono le note con cui ho chiuso il 2014 e le prime che ascolto nel 2015, circa 8 ore dopo.
Otto ore, un anno dopo.
Non sarà un anno soltanto bello per nessuno.
Tutti avranno i propri problemi, i momenti difficili, gli obbiettivi che non riusciranno a raggiungere, forse anche tragedie.
Perchè è la vita, e se crediamo che un nuovo anno sia una nuova vita allora ci meritiamo i post virali dei gattini.
Ma la cosa importante è che tutto il resto, tutto il bello della vita, che molte volte è infinitamente superiore al brutto, uno riesca a viverlo al meglio.
Che possiate vivere al meglio il vostro.

E che possiate vedere più film possibili.
E che possiate giudicarli e amarli solo riferiti a voi, senza pensare agli altri o all'immagine che gli altri potrebbero avere di voi sapendo il vostro giudizio.
Le correnti di pensiero, specie quelle di comodo, non esistono.
Che voi possiate essere la vostra e unica corrente di pensiero.
E ora Einaudi.

Forse più bello di questa melodia ci sono solo le immagini che accompagna