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2.2.17

Recensione: "Dawson's Creek" - Piangi, ragazzo, piangi - Un Piccolo Schermo - 7 - di Giuseppe Giacone



Settimo appuntamento con Giuseppe Giacone e le sue pillole di recensione sulle serie che più l'hanno segnato in vita.
Pensa un pò, 5,6 puntate di questa le vidi pure io all'epoca ;)
A proposito, da mesi e mesi non vedo più una serie, speriamo che o con The Young Pope o con la terza stagione di Black Mirror riesco a tornare a recensirne una.... ;)

Come qualcuno mi ha chiesto di recente nei commenti di una mia ultima recensione io in questa rubrica non recensirò tutte le serie tv mai uscite.
Nope, se mi permettete l'espressione inappropriata.
Non so quanto senso avrebbe e, anzi, sarebbe controproducente: renderebbe la rubrica dispersiva.
Questo, quindi, ci porta alla domanda: che cosa potete trovare in questa rubrica?
In questa rubrica potrete trovare tutte quelle serie tv, in corso o no, che per un motivo o per l'altro o sono diventate storiche o hanno lasciato un segno nella mia vita e in quella di molti altri, per qualche motivo, anche stupido.
Fatta questa premessa, ad aver lasciato un segno nella mia vita è stata anche la serie protagonista di questo articolo: " Dawson's Creek ".
Nata nel 1998 e durata per sei stagioni sino al 2003 questa serie vedeva Dawson e i suoi amici infestare la mia vita e quella di molti altri adolescenti che, in quelle fresche e calde estate, decidevano di prendere il telecomando e di sintonizzarsi su Italia Uno.
Avete presente quella serie infinita di repliche che venivano mandate a nastro ogni estate?
Ecco " Dawson's creeck " è entrato nelle nostre vite di soppiatto, proprio in questo modo, diventando, piano piano, un appuntamento fisso.
Ma perchè, perchè " Dawson's creek " ha lasciato un segno nella mia vita?
Questa serie rappresentava la provincia, la città e la visione di queste e del mondo attraverso gli occhi di un gruppo di ragazzi di una piccola cittadina.
Ragazzi amici e nemici tra di loro, un gruppo bene o male unito che andava allargandosi e rimpicciolendosi man mano che le stagioni passavano.
I personaggi principali rimanevano gli stessi e i comprimari giravano attorno a loro.
Abbiamo visto l'amore e la disperazione di Dawson, poi diventata protagonista di tantissimi meme.
La forza di Joey diventata, purtroppo, la vera protagonista della serie.
La spontaneità e la tenerezza di Pacey che ci ha lasciato un Joshua Jackson sempre sul pezzo da quel momento in poi.
La tragedia di Andy, una pugnalata al cuore a tradimento.
La ribellione di Jen, quanta ispirazione.
Tutti questi personaggi, con tutti i loro cambiamenti, furono per me e per molti il primo vero incontro con l'adolescenza, in qualche modo.
Attraverso le loro scelte e le loro vite noi, più piccoli, filtravamo i nostri sogni, i nostri pensieri sul futuro e le nostre aspirazioni.
Abbiamo visto l'amore, la mancanza e anche la perdita grazie a questo gruppo di ragazzi.
Abbiamo visto l'omosessualità per la prima volta in una maniera in cui, in Italia, non credo fosse mai stata mostrata.
Anche se il loro mondo era lontano dal nostro, lontano quanto l'Italia è lontana dall'America, la cosa non ci interessava ma anzi avevamo deciso che era giusto seguirli, soffrire con loro e sognare anche come la loro storia sarebbe finita.
" Dawson's creek " quindi, non solo ci ha mostrato che cosa poteva essere l'adolescenza ma ci ha anche, a suo modo, mostrato come poteva essere davvero l'amore per una serie tv prima della vera mania per le serie tv.
Ci ha mostrato come si può regolare un triangolo amoroso tra i tre protagonisti o come vivere la dipartita di un personaggio amatissimo.
" Dawson creek " è stato un punto di partenza per tante, tantissime cose che hanno fatto di me e di molti altri ciò che sono ora.

Grazie Dawson, grazie per tutte le tue lacrime.

5.11.16

Recensione: "The Newsroom" - Buonasera e Benvenuti - Un Piccolo Schermo - 6 - di Giuseppe Giacone

Risultati immagini per the newsroom serie tv

Torna Giuseppe Giacone con un nuovo consiglio sulle serie tv.

Avete mai pensato a come funziona un telegiornale?
Avete mai pensato a quanto sudore e fatica vengano spesi per regalarvi servizi e informazioni sempre esatte e puntuali?
Vi siete mai soffermati sul fatto che la rete possa non essere contenta e quindi del clima tremendo che si crei dentro la redazione?
Faide, lotte intestine e amicizie rovinate per una notizia sbagliata, un errore non voluto, un qualcosa mandato in onda che doveva solo essere controllato un altra volta per essere corretto.
Pensate ad un campo di battaglia e ora immaginatelo come la redazione di un telegiornale.
Voi non avete idea di quanto si fatichi per regalarvi questo servizio.
The Newsroom, serie tv scritta episodio dopo episodio per tre stagioni da Aaron Sorkin , ci racconta tutto questo.

Will McAvoy, interpretato da un bravissimo Jeff Daniels, ci apre le porte della sua redazione, ci racconta le sue giornate e insieme a lui quelle del suo staff, dalla sua produttrice MacKenzie alla sua assistente (in seguito giornalista vera) Maggie.
Osserviamo le loro vite, i loro trionfi e le loro sconfitte.
Li osserviamo crescere e anche sbagliare, perchè succede anche questo.
Li osserviamo, partendo da un gruppo di semplici sconosciuti, diventare una famiglia e sempre più importanti l' uno per l' altro.
Piano piano vi affezionerete a qualcuno di loro, se non a tutti loro, e qualsiasi cosa li riguarderà vi riguarderà personalmente.
Capirete che cos'è l' onestà intellettuale, l' integrità e come sostenere i vostri argomenti.
Da questa serie imparerete così tanto che dopo ne uscirete migliori.

Ma Newsroom non si limita a raccontarvi la vita di una redazione di un telegiornale ma usa lo stesso telegiornale per ampliare la visuale dello spettatore e renderlo partecipe del mondo che gli sta intorno.
Questo è il motivo per cui The Newsroom è una serie storica: è tremendamente ancorata alla realtà.
Nell'arco di tre stagioni con le varie edizioni del telegiornale parla della situazione politica, dei grandi avvenimenti esteri e di qualsiasi notizia possa aver colto la sua attenzione o reputi importante.
The Newsroom parla di un telegiornale reale che affronta notizie reali in uno spazio ben calcolato.
È una serie puntuale con dialoghi estremamente potenti, forti, da mozzare il fiato.
È una serie con una forza politica impareggiabile .i siparietti contro i repubblicani- e molto vicina alla sensibilità americana -la cattura di Bin Laden-.

Forse sarà un po' datata ormai, complice anche il fatto che è molto ancorata alla realtà, ma la consiglio a chiunque voglia vedere uno show serio e competente ma anche divertente e quasi mai scontato.
The Newsroom è una serie che ci mette il cuore e tutta l' anima.

30.9.16

Recensione "Romanzo Criminale" - Capolavoro italiano - Un Piccolo Schermo - 5 - di Giuseppe Giacone




Quinto appuntamento con Giuseppe Giacone e le sue recensioni "in pillole" (scherziamo sempre tra noi sul fatto che siano troppo corte per me) delle serie tv che più ama.
E' il momento, finalmente, di una italiana, probabilmente la più famosa degli ultimi 10 anni.

Credo che, per coloro che l'hanno vista, non ci siano dubbi sull'importanza sia storica che vera e propria di " Romanzo criminale ".
Sempre bene però parlarne un po' per chi ancora, magari, non crede nella serialità italiana di qualità.

" Romanzo criminale " conta due stagioni, dal 2008 al 2010, ed è il secondo adattamento del romanzo di Giancarlo De Cataldo dopo che, in precedenza,  Michele Placido  l'aveva portato sul grande schermo.
 Stessi personaggi della serie con uno stile, però, completamente diverso.
Mentre Placido puntava su una pellicola aggressiva ed esteticamente barocca (basti guardare i vestiti di tutti i protagonisti), Sollima, aiutato da Sky e dalla Cattleya, aziende produttrici, mette i piedi per terra e mette in scena, insieme a De Cataldo, una realtà dura e fredda che non fa sconti e, ancor più che nel romanzo, lascia un fortissimo amaro in bocca a visione completata.
Proprio questo amaro in bocca e questa sofferenza sono i punti forti della serie e i motivi per cui tutti i partecipanti al progetto sono in qualche modo passati alla "storia".
 " Romanzo criminale " non è una serie per tutti, non è una serie simil soap alll'acqua di rose come quelle di Garko ma un prodotto serio, con uno stile ed una firma indiscutibili.
Dalla regia di Sollima alla scelta degli attori tutto lascia intuire come la rete puntasse molto su questa serie serie e quanto si volesse provare qualcosa di nuovo, di diverso e speciale.

Prima di tutto, anche se adattato da un romanzo, si è deciso di fotografare una realtà abbastanza recente senza fare sconti a nessuno e senza addolcire la pillola in nessun modo.
Sollima gira la maggior parte degli episodi con una classe innata. mai vista in tv in Italia sino a quel momento. provando, però, anche a sperimentare, utilizzando tecniche di stampo chiaramente americano.
Sono stati scelti attori semi sconosciuti, quasi tutti provenienti dal teatro, di origini romane per dare un'impronta più autentica e per dare modo allo spettatore di poterli identificare con quei ruoli senza problemi.
Chi aveva sentito parlare prima della serie del trio dei protagonisti?
Nessuno, e solo da quel momento in poi i loro nomi sono stati messi sotto i riflettori come, del resto, quasi tutti quelli del resto del cast.
Partiti dal piccolo schermo, anche dalle retrovie, parecchi sono andati avanti, sono cresciuti e non si sono mai fermati.
Tutto il prodotto è al cento per cento italiano e al cento per cento fantastico.

Con " Romanzo criminale "- non avendo visto, purtroppo," Quo vadis, baby ?"- Sky ha iniziato un percorso non ancora concluso che ci ha portato prodotti come " Gomorra " e sta per portarci, su Netflix però, " Suburra ".
Un percorso che non smetterà mai di darci forti emozioni.

27.7.16

Recensione: "Friends" - Amici di oggi e amici di ieri - Un Piccolo Schermo - 4 - di Giuseppe Giacone


Torna il giovine Giuseppe Giacone con la sua rubrica sulle serie tv.
Come al solito io, da mega profano dell'argomento, posso aggiungere pochissimo!
Però, questa è una minaccia, tra poco qualche serie la recensirò anche io, ma solo quelle cortiiiissime


How I Met Your Mother debutta sugli schermi americani nel 2005 e arriva sui nostri nel 2006 diventano, per i ragazzi più piccoli di me, non solo un divertente passatempo ma una pietra miliare della tv.
I suoi personaggi, le sue running gang e i suoi momenti drammatici e toccanti, ben presto, diventano qualcosa di molto più importante di quanto si pensava inizialmente elevando HIMYM ad un rango superiore rispetto a molte altre comedy come, non me ne vogliano i fan, Scrubs.
Questo non perchè, facendo sempre riferimento a Scrubs, la comedy ambientata al Sacro Cuore sia un prodotto minore rispetto ad HIMYM ma perchè la serie con Ted e soci porta sugli schermi un ambiente più familiare, un qualcosa con cui è molto più facile riconoscersi e tematiche molto più vicini rispetto alla vita dei medici.

Mentre Scrubs ci parla di un qualcosa di " speciale " e meno quotidiano Ted ci parla della sua vita, della vita dei suoi amici e del lungo percorso che lo ha portato a sposare la donna della sua vita.
Però, tutto ciò che rende HIMYM speciale e fondamentale per il pubblico più piccolo di me, che ormai sono arrivato ai venti, è in realtà una ripresa e un rimaneggiamento di una delle sitcom più famose di molti anni fa, protagonista del nostro articolo di oggi: Friends.

Friends inizia nel 1994 sulla NBC e chiude i battenti nel 2004, un anno prima del debutto di HIMYM, lasciando ai posteri dieci stagioni, tantissime battute divertenti, sei personaggi fantastici e tantissima nostalgia.
Friends è stato quello che HIMYM è ora per il pubblico di cui parlavo prima: una pietra miliare, uno specchio in cui riconoscersi e un enorme mondo da cui trarre battute, gesti e, sorprendentemente, modi di dire.
Chi non si ricorda, almeno in italiano, il famosissimo " Fai Perno! " ?
Chi non è mai stato etichettato almeno una volta, dagli amici, mentre era in una tremenda situazione di tira e molla con una ragazza come il Ross o la Rachel della della situazione?
Per farvi capire quanto questa cosa sia famosa vi faccio notare che è stata anche detta in Scrubs e che Ted e Robin sono, in parte, modellati su Ross e Rachel.
Andiamo una comedy che cita un'altra comedy.
Quando mai è successa una cosa del genere?
Friends fu uno specchio per la società del tempo, un mondo in cui tuffarsi e un continuo proporre modelli per i ragazzi di ieri e, anche, di oggi.
Ross, Rachel, Chandler, Monica, Joy e Phebe sono il cast principale di amici che vediamo in ogni puntata e sono i modelli meravigliosi che la serie promuoveva.
Chandler è il ragazzo simpatico del gruppo, dal cuore d'oro, sempre vero e leale.
Joy, che vive con lui, è il bello della compagnia, è un attore scapestrato ed è quello che tiene di più alla famiglia.
Phebe è simpatica, hippie e sempre con la testa tra le nuvole: credetemi è quasi impossibile non innamorarsi di lei.
Monica è un po' la mamma della compagnia, è quella che cucina per tutti ed in ogni momento: è un'ottima cuoca.
Rachel e Ross invece sono la coppia chiave dell'intera serie per vari motivi: i due, nel primo episodio, portano i più grandi cambiamenti nella compagnia e, insieme, passeranno tanto tempo a lasciarsi e a riavvicinarsi perchè perdutamente innamorati.
Questi sei trentenni però non solo si muovono come singole entità nei loro ambienti ma, più di tutto, si muovono insieme, come un unico corpo e vivono, insieme, moltissime avventure e esperienze.
Friends è la prima serie tv ad averci insegnato che ad essere importante non è solo la famiglia che ci viene data ma anche la famiglia che ci scegliamo noi: questa ci accompagnerà per sempre e non ci lascerà mai andare.
Se questo messaggio di fondo è, probabilmente, la cosa più importante che la serie della NBC ci ha lasciato bisogna sempre ricordarsi che la magia di Friends non si fermò a quello.Infatti, come X Files, l'importanza di Friends è, anche, quella di averci presentato, in un modo o nell'altro, vari famosissimi attori che da quel momento in poi sono diventati figure sempre più familiari.
Da qui sono partire persone che poi hanno vinto premi su premi o che sono stati, per molto tempo, i migliori attori comici americani di quegli anni.
Poche serie, in prima serata, di successo sono anche state usate come dei veri e propri talent scout ma la serie della NBC ha anche questo piccolo primato.

Attenzione però, al di là di questi piccoli ma grandissimi pregi, non aspettatevi da Friends una trama di chissà quale forza narrativa o elementi rivoluzionari.
Ross e soci sono protagonisti di una serie con una trama quasi inesistente: è la loro vita come gruppo e come singoli ad essere al centro dei riflettori.
Non c'è nessun intrigo o trama intrigata: è l'amicizia, l'amore, il dolore e le risate che fanno da base alla trama.
Che questo però non sia una scusa per non guardarla: c'è anche bisogno di un po' di leggerezza in tv e se cercate delle risate queste sono assicurate.
Nessuna sitcom passata ha delle battute che funzionano ancora così tanto.

Friends è già passata alla storia: tutti ne parlano e tutti ne hanno già parlato.
Ora, per voi, ho un'unica domanda: se non l'avete mai vista, che cosa state aspettando?

16.6.16

Recensione "House of Cards" - Menzogne e Politica - Un Piccolo Schermo - 3 - di Giuseppe Giacone


Torna Il giovane Giuseppe Giacone e le sue serie Tv.
Dopo la parentesi nella seconda puntata con una serie minore, Skins, Giuseppe ci parlerà di una delle serie tv monstre, una delle più amate, House of Cards.
Come al solito essendo un assoluto profano dell'argomento poco posso aggiungere.
Buona lettura ;)

oh, 30 ore alla scadenza del televoto!

Quando parli di serie tv storiche, quando indichi e consigli alla gente i momenti importanti di questo mondo, non puoi non citare House of cards.
House of cards è stata la prima vera serie tv mandata online, è stata il primo prodotto Netflix originale di un certo livello e ha sempre avuto una composizione e una messa in scena unica nel suo genere.
House of cards è stata la prima serie che ha portato sul piccolo schermo un grandissimo uomo e attore, Kevin Spacey, ed è stata la prima a riportare l'attenzione e, in qualche modo, l'onore alla televisione e ai prodotti televisivi. 
House of cards è il motivo per cui noi ora abbiamo Games of thrones o American horror story, è il motivo per cui scappiamo dagli spoiler sui social tutti i giorni ed è il motivo per cui io sto scrivendo questa rubrica.

26.4.16

Recensione "Skins" - Maledetta Giovinezza - Un Piccolo Schermo - 2 - di Giuseppe Giacone


Torna il mio omonimo Giuseppe (non sono io!!!) per parlare delle serie Tv.
Da assoluto profano dell'argomento conoscevo Skins solo per nome, non sapevo nemmeno di cosa parlasse.
L'ho scoperto adesso.
Vi lascio a lui, buona lettura ;)

Ho visto, per la prima volta, qualche episodio di Skins quando andavo alle medie, in prima media direi per essere precisi, e rimasi folgorato vedendo i ragazzi fare cose da grandi: alcuni si drogavano, altri facevano sesso o, addirittura, vivevano da soli abbandonati dai genitori.
I protagonisti della serie facevano tutto ciò che avrei voluto fare ma che non potevo fare per svariati motivi: il mondo che la serie, in quei pochi episodi che avevo visto,trateggiava era tremendamente distante dal mio ma lo vedevo come un punto d'arrivo perchè sembrava davvero divertente.

20.3.16

Rcensione Breaking Bad - Il valore del cristallo Blu - Un Piccolo Schermo - 1 - di Giuseppe Giacone


Visto che tanto c'è poco da fare, io le serie non riesco proprio a vederle (o almeno quelle a più stagioni) era ora che qualcuno cominciasse a parlarne.
Lo farà un mio omonimo, Giuseppe, vero appassionato. In ogni caso, come sempre, la porta è aperta, chiunque voglia contribuire lo può fare.
Come prima puntata di questa sua rubrica Giuseppe non poteva non partire da quella che viene considerata più o meno da tutti come una delle più grandi serie mai realizzata, se non la più grande.
Vi lascio, spero, in buone mani (io non leggo di cose non viste, brutto vizio).
E un in bocca al lupo a lui.
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INTRODUZIONE

Mi chiamo Giuseppe e chi mi conosce sa che adoro le serie tv.
Questa mia piccola passione è iniziata molto tempo fa, così tanto tempo fa che non ricordo minimanente quale sia stata la prima che ho effettivamente iniziato a seguire seriamente.