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27.9.15

Dall'hotel Monterey alla stazione di Bruxelles: i viaggi di Chantal Akerman - Lo Spazio (In)Visto, Viaggio nel cinema dimenticato - 4 - di Frank Viso


Altro imperdibile pezzo del nostro Frank di Visione Sospesa sul viaggio nel cinema più nascosto e inaccessibile.
E' la volta della regista belga Chantal Akerman.
Per cultori veri.
In fondo all'articolo trovate tutti i link alle recensioni complete dei film e, qualora esistesse, anche il link per la visione.
Per ogni chiarimento, richiesta o altro potete contattare Frank nel suo blog o, da adesso, anche nella sua pagina facebook di Visione Sospesa (omonima).

Ci sono vari motivi per approfittare del quarto appuntamento con "Lo Spazio (In)Visto" e stendere così un concentrato, per quanto possibile, sul primo cinema formativo, quello realizzato nei Settanta, dell'avanguardista Chantal Akerman (Bruxelles, classe 1950). Uno è sicuramente l'immediata sintonia provata entrando in contatto con i suoi film; per il sottoscritto (ma non solo), infatti, la cineasta belga resta tra le esponenti antesignane più rappresentative di quel cinema che ad oggi, abbiamo finito per descrivere come minimalista (o contemplativo). Un altro motivo è che nonostante ciò, in rete (perlomeno nei risultati in italiano), esiste ancora una certa scarsità d'informazioni su tale cineasta e i suoi lavori.

25.6.15

Nacho Cerdà e la trilogia della Morte - Lo Spazio (In)Visto, Viaggio nel cinema dimenticato - 3 - di Frank Viso


Torna Frank di VisioneSospesa con la sua cultissima rubrica sul cinema sommerso. Puntata molto "tosta" questa, e non solo nella tematica, ma anche a causa di un regista che, specie per Aftermath, ha fatto molto discutere di sè...
Trovate i link ai film in fondo al pezzo. Per Genesis, inoltre, potete trovare la recensione estesa di Frank.
Buon "divertimento".

Premessa: questo articolo risale a qualche anno fà e attualmente, può sembrare alquanto insolito rispetto i parametri mediamente prefissati nel mio blog (dei tre film di seguito segnalati, infatti, solo l'ultimo - Genesis - è presente tra le pagine di Visione Sospesa in quanto, tra i lavori di Nacho Cerdà, è sicuramente quello più affine al cinema solitamente perseguito). Ho deciso così di recuperarlo, nella sua integralità, ma con l'ovvia aggiunta di qualche correzione, per due motivi: il primo coincide semplicemente con una questione di tempo, che in questo periodo mi tiene impegnato su altri fronti, lasciandomi così minor spazio alla scrittura e alla visione di film. Il secondo, che al contrario reputo utile (magari per un futuro ampliamento di rubriche) alla collaborazione con Caden e il suo blog, nasce da una nostra chiaccherata sul cinema horror (specialmente di vecchia formazione); un genere che, al di là degli stili proposti nei rispettivi blogs, ci appassiona piacevolmente entrambi. 
Come per gli altri appuntamenti, in fondo all'articolo troverete i link diretti alla visione dei film.

29.4.15

Sharunas Bartas, il Cinema della Rinascenza - Lo Spazio (In)Visto, viaggio nel cinema dimenticato - 2 - di Frank Viso


Secondo appuntamento con il grande Frank di Visione Sospesa (uno dei massimi conoscitori, almeno nella rete, del cinema "laterale" a quello che noi tutti conosciamo).
Stavolta siamo addirittura in Lituania, ma del resto l'est europeo è una delle miniere d'oro di certi tipi di cinema.
In fondo al pezzo trovate i link alle singole recensioni di Frank.
Chiunque voglia vederli deve contattarlo privatamente (cliccate nel suo profilo) o scrivergli nel blog.

Nato a Siauliai (Lituania), classe 1964, Sharunas (o ŠarūnasBartas è considerato uno dei massimi esponenti del nuovo cinema indipendente baltico. La sua, è una regia che lavora di sottrazione (tanto da poter essere immediatamente associata a quella di autori quali Tsai Ming-liang o Bela Tarr, giusto per citarne due sicuramente noti ai più). Uno stile caratterizzato da un'accentuata dilatazione del tempo e dei movimenti, piani sequenza estenuanti, principalmente svincolato (almeno nei film che andrò a segnalare) dalle tecniche e i canoni della narrazione tradizionale, lasciando così lo spettatore libero di pensare, di costruirsi il proprio percorso riflessivo. Nelle opere di Bartas, l'ambientazione diventa il quadro essenziale per la rappresentazione interiore dell'uomo; incorporato al suo interno, sospeso nei propri pensieri, orfano di tutte le coordinate spazio-temporali dove ombre e luci si stagliano sui volti segnati dall'esistenza. La colonna sonora nella maggior parte dei casi è contraddistinta dai rumori naturali in presa diretta, i dialoghi (ridotti al minimo) assumono l'eco di un brusio indecifrabile, un mormorio di voci che si sovrappongono, riverberando tra le mura decrepite per poi esplodere improvvisamente in canti accompagnati da balli festosi sulle note di brani dal sapore latino. Lontano da influenze e citazionismi vari, quello del lituano è sempre stato un cinema allo stato puro (almeno fino allo sconcertante cambio di rotta operato nel 2010 con il deludente Indigene d'eurasie (Eastern Drift); un film che lascia basiti per l'(in)capacità di scivolare sui topoi più abusati delle produzioni straight-to-video e che ad ogni modo, non ci interessa approfondire in questo articolo), in cui l'immagine si riprende i suoi tempi e stabilisce un nuovo rapporto con lo spettatore. 

1.4.15

Il corpo e lo spazio nel primo cinema di Philippe Garrel - Lo Spazio (In)Visto, viaggio nel Cinema dimenticato - 1 - di Frank Viso


Per me è un onore "ospitare" Frank di Visione Sospesa, probabilmente,
almeno nel web, uno dei più grandi conoscitori e cultori del cinema sommerso, invisibile, quel cinema cioè che nessuno vi farà mai vedere ma devi essere tu ad avere la passione e la pazienza di cercare (operazione che fa anche Romina nel suo In Search of Visions). Come mi era capitato di dire un paio di volte Frank non solo offre, nelle scelte e nella scrittura, una grandissima qualità ma lo fa in una maniera mai saccente o "gerarchica". Il suo blog è una miniera di perle nascoste, metafora inflazionata che per una volta ha assolutamente ragion d'essere. La sua (nostra) speranza è che questa rubrica serva ad incuriosire qualcuno verso un tipo di cinema non convenzionale, molto spesso non narrativo ma che nasconde quasi tutta la sua forza nell'immagine, nel silenzio, nella forza della sospensione. Per far questo abbiamo deciso si mettere ogni volta i link per potervi far vedere i film. La rubrica presenterà sempre più titoli legati per tematica, epoca o regista.
Speriamo possa suscitare la curiosità di qualcuno.
In calce trovate i link ai film e alle recensioni complete di Frank.
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Con Le Revelateur e La Cicatrice Interieure, due tra i più interessanti film del cineasta francese Philippe Garrel, ho inaugurato ufficialmente (e cioè, aperto al pubblico) il mio blog, Visione Sospesa. La scelta del nome stesso (e del suo sottotitolo "il cinema dell'assenza"), prende spunto da queste due opere, indubbiamente tra le più significative del primo periodo garreliano e, allo stesso modo, certamente rappresentative per l'evoluzione che un determinato cinema d'autore meno conosciuto, più sommerso, ad oggi individuabile attraverso quello che più comunemente viene definito "cinema contemplativo", ha percorso negli anni. Ho quindi pensato di cogliere l'occasione per questa (speriamo fruttuosa) collaborazione alla rubrica propostami dal sempre gentilissimo Caden, come un secondo inizio, ripartendo (più o meno) dal punto cui ero partito oramai due anni fa (con la premessa che non sono/saranno visioni facili; al cinema che sono solito segnalare è necessario accostarsi con molta costanza e con la consapevolezza di trovarsi, comunque, dinnanzi a qualcosa di concettualmente diverso dall'ordinario), riportando così alla luce due film, che visto oltretutto il periodo della loro realizzazione, meritano sicuramente una maggiore diffusione.