24.7.23

Undicesimo Raduno de Il Buio in Sala - Per Chiara (ma anche con un'altra grande novità) - Perugia, Paciano e dintorni - 8 - 10 Settembre 2023

 


Eccoci arrivati alla presentazione dell'ennesimo raduno del Buio in Sala, arrivato ormai ad una incredibile undicesima edizione ("incredibile" è riferito a quanti ne abbiamo fatti, e io che pensavo non saremmo arrivati al terzo...).
Quest'anno si preannuncia un'edizione davvero bellissima, sia per una gigantesca (e sicuramente gradita) novità ma, soprattutto, per una dedica speciale che faremo.
Pochissimo tempo fa se ne è infatti andata in giovanissima età (e, per quanto ne so io, all'improvviso) l'amica Chiara Rigione, splendida ragazza immersa in mille iniziative nel mondo del cinema.
Chiara, oltre a creare e organizzare una marea di cose (su tutti lo spazio Kinetta, nella sua Benevento) era anche regista.
E allora ci vedremo cose sue, portate dai suoi amici, presenti anch'essi al raduno.
Sarà un momento bellissimo ed emozionante, incastonato in tutta l'atmosfera "matta" e scanzonata che di solito abbiamo normalmente.
Ma, ATTENZIONE, la novità assoluta di quest'anno è che per la prima volta non saremo più al mitico Supernova ma all'agriturismo di famiglia di Paciano, il Borgo Elenetta.
Vi assicuro che è davvero un luogo perfetto per organizzare eventi.
E, so che siete contenti, ha anche la piscina :)


Questo cambio di location porta però a delle scelte e situazioni diverse, anche per voi.
Quindi vi invito veramente a leggere bene, organizzarvi e chiedermi qualsiasi cosa.
In ogni caso, le domande:

 QUANDO


Il raduno si svolgerà da Venerdì 8 a Domenica 10 settembre 2023


DOVE

Il raduno si svolgerà tra Perugia, il posto che sceglieremo di visitare sabato e Paciano dove si terrà la serata principale, quella del sabato sera (all' Agriturismo Borgo Elenetta).


COSA


VENERDI'

Pranzo tutti insieme in luogo da decidere, ma probabilmente a Perugia oppure a Panicale, al locale dove lavoro (dipende quanti siamo)

Cena molto frugale (piadine, pizza o hamburger) e visione tutti insieme di un film in sala.
Ovviamente dove e cosa vedremo lo decideremo solo quando usciranno le programmazioni, pochi giorni prima

SABATO

Pranzo o a Perugia o -  lo decideremo insieme questi giorni - a un borgo nella zona tra Paciano e Città della Pieve.
Nel primo caso (se mangiamo a Perugia) potete poi tornare eventualmente in albergo (chi sta a Perugia) e poi ripartire la sera, nel secondo caso dopo pranzo e visita andremo direttamente all'agriturismo, sin dal pomeriggio.


LA SERATA

 dalle 20 in poi: Megacena a volontà come tutti gli anni con una decina di portate più carne alla griglia. Prezzo tra 20 e 25 euro, bevande comprese

Visione dei lavori di Chiara Rigione (corti o mediometraggi) e, in generale, qualcosa per ricordarla.
Non è escluso che ci siano anche altri corti con presenti registi.

Se riusciamo faremo anche, come sempre, il quiz di cinema a squadre

DOMENICA

Pranzo tutti insieme con i reduci rimasti, da decidersi dove

DOVE ALLOGGIARE

Due possibilità

AGRITURISMO BORGO ELENETTA A PACIANO

Ecco, gli anni scorsi era scomodo andare qua ma quest'anno, svolgendosi proprio lì il raduno, credo che sia molto intelligente per alcuni di voi soggiornare direttamente lì.
Credo che riusciremo a fare un prezzo di soli 25 euro a persona.
In teoria in quella data avremo 3 appartamenti liberi, per un totale di circa 10 persone.
In base alle richieste capiremo come dividervi (tra single, coppie, gruppetti di amici etc..).
Ovviamente è preferibile che stiate due notti a quel punto, ma vedremo.

HOTEL SIGNA A PERUGIA (centro)

Come sempre avremo anche il Signa, con i suoi prezzi convenzionati.
Sta a voi capire (magari parlando con me) dove vi fa più comodo stare, dipende anche se avete macchina o no, se domenica mattina avete treni a Perugia e via dicendo


Per qualsiasi cosa contattatemi, sarà veramente un raduno splendido


18.7.23

Recensione: "Animali Selvatici" - Al Cinema 2023 - 10 -




Dopo quasi due mesi e mezzo torno a scrivere un film nel blog.
L'occasione giusta per provare a ripartire era questa, l'ultimo film di quel grande regista che è Mungiu.
"Animali Selvatici" è un film duro, "politico", un film che racconta di un paesino in Transilvania che diventa crogiolo di etnie, popoli e lingue.
Un film che parla di difesa delle identità, di paura e odio verso il diverso, di società maschiliste, di educazioni estreme, di bimbi che cessano di parlare.
E in tutta questa cornice realistica Mungiu, sottilmente, inserisce piccoli elementi misteriosi che rendono Animali Selvatici un film tutt'altro che immediato, un'opera da ragionarci sopra.
E poi c'è una scena, quella dell'assemblea, che è un miracolo



L'inquadratura ferma.
Siamo in una sala polivalente, c'è un'assemblea.
Nella stessa inquadratura non c'è spazio per nulla che non siano corpi e volti di esseri umani.
Del resto è questa la specialità di Mungiu, creare queste sequenze senza "respiro", senza spazi vuoti, senza vie di fuga, solo corpi, volti e voci che parlano.
E se è vero che solo in Animali Selvatici di questo tipo di composizione claustrofobica ne abbiamo almeno 4 esempi, è impossibile non ritornare con la memoria a quella che è LA scena per eccellenza del cinema di Mungiu, ovvero la cena in "4 mesi 3 settimane 2 giorni".
Ecco, se volete capire quello di cui sto parlando vedetela, recuperatela.
Ma torniamo all'assemblea.


Mungiu sceglie un taglio per cui vediamo in basso a destra, in mezzo primo piano, la maggior parte dei nostri protagonisti (Matthias, Csilla e la proprietaria del panificio) e sulla sinistra, in piano leggermente più largo, Ana, l'ex moglie di Matthias.
Tutti, ovviamente, sono immersi nella moltitudine delle persone presenti all'assemblea.
Partono così 10 minuti (o più?) di piano sequenza e di una scena pazzesca, quasi miracolosa.
Perchè siamo davanti ad una sequenza "multitasking" in cui lo spettatore malgrado - ed è qui il pazzesco paradosso - l'inquadratura sia ferma, NON può fisicamente seguire tutto quello che accade.
Perchè Mungiu ha creato una composizione con 3, 4, forse 5 differenti punti focali, un vero e proprio capolavoro.
Lo spettatore può focalizzarsi ogni volta in un punto diverso, accettando però (specie nel grande schermo ovviamente) di "perdere" per forza qualcosa.
Può scegliere se cercare di seguire la scena nell'insieme (senza soffermarsi quindi nei dettagli), può scegliere se porre la sua attenzione su Matthias e Csilla (specie nel tentativo di lui di prendere le mani di lei),  può scegliere (come ho fatto io) di guardare quasi soltanto Ana e il suo crescente disagio e disperazione nel vedere Matthias e Csilla.
Tutto questo mentre poi le persone parlano sempre, si alzano una per volta (anche qui lo spettatore deve scegliere se seguire chi parla o i nostri protagonisti).
Ne nasce qualcosa di assolutamente incredibile.
Le voci dell'assemblea che si mischiano a quelle "private" di Matthias e Csilla, le persone che si alzano, il volto - magnetico - della proprietaria del panificio sull'estrema destra, gli stessi Matthias e Csilla e il loro "gioco" di mani che si prendono e non si prendono e, soprattutto, l'incredibile piano di ascolto di Ana che guarda verso il suo ex marito 40 volte, spesso proprio verso le mani di lui che cercano quelle di lei, e comincia letteralmente a impazzire di dolore.
Io, come detto, mi sono soffermato su di lei prechè trovavo quella linea di sguardo di devastante bellezza. Mi sono perso i dialoghi dell'assemblea, mi sono perso le persone che parlavano e si alzavano, mi sono perso sicuramente anche qualche interazione tra Matthias e Csilla.
Ma non c'è niente da fare, è una scena immensa in cui è proprio la sensazione di perdersi le cose che la rende tale, qualcosa di rarissimo.


"Animali Selvatici" è l'ennesimo grande film di Mungiu, regista in grado di creare questi film al tempo stesso così realistici e secchi, ma anche capaci di avere venature da thriller e, in qualche caso, anche di "mistero", come se ci fosse qualcosa che lo spettatore deve capire o "trovare" (un pò quello che accade coi film di Fahradi, film che molto spesso vengono presi per lineari ed espliciti quando invece, quasi sempre, c'è sempre qualcosa di nascosto e misterioso).
Anzi, quest'ultimo è, se possibile, il film più sfaccettato di Mungiu, quello dove lo spettatore deve "lavorare" di più.
Il significante (quello che ci viene mostrato) è preciso, secco, realistico, ma il significato è tutt'altro che cristallino.
Sono almeno 3 i "campi" in cui lo spettatore deve lavorare.
Il primo è quello metaforico.
E' abbastanza evidente come tutto il film sia una metafora politica e sociale.
Ogni personaggio alla fine sembra un simbolo di qualcosa di più ampio.
Mungiu ci parla di difesa della propria identità e di nazionalismo (pensiamo ad esempio a tutte le scene di cultura "popolare" del film e a tutti i discorsi estremisti dei rumeni), di paura e rifiuto dello straniero, di immigrazione ma anche di emigrazione (i nativi che vanno a lavorare in Germania), di convivenza di diverse etnie nello stesso territorio (rumeni e ungheresi), senza farci mancare altri personaggi simbolici come il francese o qualche accenno alla madre Russia.
E fa tutto questo facendo precipitare lo spettatore in un vortice di lingue (rumeno classico, dialetti rumeni, ungherese, inglese, tedesco, francese, cingalese, se vogliamo anche l'italiano di Bella Ciao) che saturano lo stesso spettatore come le sopracitate scene di corpi e volti.
Ne nasce un film-paradosso in cui ci sembra di vivere in un mondo "unito", pieno di lingue diverse e di etnie diverse collassate tra loro, ma dove, invece, ognuna di queste lingue ed etnie ha un muro di cinta intorno.
Emblematica la scena di sesso tra Matthias e Csilla, scena in cui anche parlare d'amore ("ti amo") o di sesso viene fatto in 3 lingue diverse, rumeno, ungherese e inglese.
E Matthias non riesce a dire "ti amo" in rumeno perchè, in qualche modo, quella è la sua lingua, quella la verità senza filtri mentre le altre lingue che usa sono un mezzo per sentirsi meno autentici, lingue in cui possiamo dire di tutto con la sensazione - alibi di non essere del tutto noi stessi.
E tutto il film, tutti i suoi personaggi, sono un grande mix tra ultranazionalisti, "meticci" (Matthias è mezzo tedesco e mezzo rumeno, Csilla mezza ungherese e mezza rumena, e così altri personaggi) e veri e propri "stranieri" di cui aver disprezzo o "paura" (perchè pensare che il pane impastato dai cingalesi non sia puro deriva anche da una ignota paura dell'altro).
In questo senso è interessante notare come gli "Animali Selvatici" possano essere identificati sia nelle persone non del luogo, "selvagge", venute da fuori, sia negli stessi paesani, persone retrograde e violente incapaci di ragionamenti sensati (vedi assemblea) e abituati a delle leggi, appunto, più "animali" e selvagge.
E' come se per i personaggi del film gli animali selvatici fossero i cingalesi, mentre per noi spettatori siano invece gli stessi paesani.
Una questione di prospettive dentro e fuori la diegesi.
E se questo, come dicevamo, è il primo "campo" dove lo spettatore deve uscire dal realismo della pellicola per calarsi nella metafora, passiamo al secondo, al finale.

Finale incredibile, difficile, confuso.
Perchè, semplicemente, onirico.