30.6.09

Recensione: "La Zona"

Risultati immagini per la zona locandina

A volte ci capitano epifanie inaspettate, apparizioni quasi divine che non abbiamo atteso o ricercato ma per caso o per fortuna ci si manifestano davanti. La mia epifania non è stato il film La Zona, ma un cliente della videoteca.
"Cercati La Zona di Rodrigo Plà da mettere in noleggio. E' molto bello"
"Va bene, grazie, ti faccio sapere".
Tre giorni dopo l'ho trovato, l'ho visto, l'ho amato (e l'ho inserito in noleggio of course).

Cos'è La Zona del titolo? E' un quartiere di spocchiosi ricconi di Città del Messico protetto e diviso dal resto della città ( i "poracci") da un muro di cinta con tanto di filo spinato e telecamere. Tre ragazzi sbandati, approfittando di un incidente al muro, riescono ad entrare. Provano a rapinare una ricca anziana. Bollettino finale: 4 morti, l'anziana, 2 dei ragazzi e una guardia giurata. Manca uno dei ragazzi all'appello però. E' sicuramente rimasto nella Zona, non può scappare. La polizia di fuori dalla Zona, quella ufficiale, vuole indagare, i ricconi di dentro, invece, cercarlo per una vendetta privata. Intanto il (presunto) delinquente si è nascosto nella cantina di Alejandro, ricchissimo figlio proprio del comandante della sicurezza della Zona... . 


Grande trama, avvincente, ma questo è solo un aspetto. La bellezza del film, oltre a una sceneggiatura perfetta in cui ogni piccolo elemento - una scarpa, una telecamerina, un numero di telefono in un braccio - da insignificante diventa decisivo, e ad una recitazione più che all'altezza, sta nell'atmosfera, nel messaggio, nel significato.
Chi sono le vittime? Chi sono i colpevoli? E' "giusto" avere il diritto di vivere in una casta scelta?
A mio parere La Zona ci dà l'impressione di essere quasi una miniatura di un regima dittatoriale, dove ogni diverso non viene accettato, dove ci sono regole ferree, ruoli e organizzazione perfetta, e dove ogni errore o crimine di guerra va occultato agli occhi del resto del mondo. I residenti non solo buttano nella spazzatura i corpi dei 2 delinquenti uccisi per evitare le indagini della polizia ufficiale, ma anche quelli dell'anziana e della guardia, due loro "amici" e simili, per poter affermare che non è successo assolutamente NIENTE.
Intanto però cercano il rifugiato per una giustizia sommaria...Solo Alejandro sembra capire che quel ragazzo non ha fatto niente, che è entrato quasi per sbaglio, che è, semplicemente, nè più nè meno che come lui, un ragazzino che, però, a differenza sua, non possiede niente. Proprio per questo scarnificando fino all'osso le due sceneggiature La Zona mi sembra paragonabile al Bambino col pigiama a righe. L'amicizia di due coetanei in un luogo, La Zona o il Lager, dove questa non è permessa. Ragazzi o bambini uguali in tutto e per tutto, divisi contronatura dalle leggi dell' Uomo. Grande opera, grande film, lezione di cinema, lezione di vita.

( voto 8,5 )


19 commenti:

  1. ero uscito dal cinema davvero impressionato, ogni giorno che passa da metafora diventa cronaca,
    intanto ho trovato un altro film di Rodrigo Plà, spero bene.

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  2. L'hai visto addirittura la cinema? Complimenti! So che Pià ha fatto almeno altri 2 film ma ho paura che La Zona per ora resti il suo migliore. Ciao!

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  3. Lo vidi anni fa in dvd. Il mondo dei ricchi con le loro belle ville,i loro giardini tagliati con cura, tutto ordinato,le loro false sicurezze,tutti che si conoscono.Il mondo dei poveri,il degrado,ma allo stesso tempo "la vita vera",che a volte non sempre è generosa anzi...

    Ricordo il mondo di degrado di questi abitanti del Messico,ma a mio avviso più affascinante,più vero di quel quartiere plastificato e nauseante da quanto era perfetto (perfetto,per chi abitava nel lusso). La scena in cui il figlio ricco va alla discarica a recuperare il suo amico e portandolo nel suo mondo trova l'addetto al cimitero che probabilmente avevo visto di continuo morti di questo genere,di desaparecidos."Si chiamava Miguel".Un nome un'identita,un ragazzo.

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    1. Non sai quanto mi fa piacere trovare un commento qua. Non lo saprai e non te ne sarai accorta ma questo è il primo film recensito nella storia del blog, quello che mi ha fatto venir voglia di farlo...

      Recensivo in maniera molto diversa vedo, parlavo moltissimo della trama, ora praticamente, a parte citare scene, non dico mai nulla.

      La scena che citi me la ricordo perfettamente e questo testimonia quanto sia bella.

      Grande film e, te l'ho detto, pellicola del cuore per quel motivo.

      ( insomma, l'account non riesce, eppure è banalissimo. Quando lo risolverai ti metterai a ridere capendo quanto il problema fosse semplice, sicuro!)

      Comunque avevo capito fossi tu, di Anonimi ormai da un annetto non c'è più nessuno e riconoscevo il modo di scrivere.

      A presto!

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  4. Ps: sono L'Erika mi sono dimenticata di dirlo.Ciao!

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  5. Ti confesso che quando scrivevo,quasi avevo quasi le lacrime agli occhi. Quei ragazzi,buttati come immondizia,,come se non fossero nessuno,meno di zero, dall'altra l'anziana uccisa,la guardia,quindi due del mondo ricco ma non tutelati dai loro abitati,vicini di casa, solo perchè il loro quartiere perfetto tale doveva rimanere insomma doveva rimanere immacolato.


    L'altra sera ho guardato la Madre.Mi è piaciuto molto e lei nonostante fosse una creatura mostruosa,beh alla fine ho visto in lei una grande bellezza il modo in cui lei e la bambina piccola si guardano negli occhi cadendo nel vuoto.

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  6. Ah credo anche io che quando scoprirò l'inghippo account,mi verrà da ridere...

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    1. Però davvero non capisco...

      Cioè, iscritta ti sei iscritta, ha funzionato tutto.

      Prima di commentare metti mail e password, entri con il nick e commenti, che succede?

      In tutta la società più stai a livelli alti più la forma e la conservazione dello status quo diventano la cosa più importante da difendere.

      Nella vita più c'è lusso, benessere e successo più di vita non c'è più niente.

      Della Madre ricordo pochissimo la recensione ma mi sembra che mi era abbastanza piaciucchiato.

      E che quel mostro abbia fortissimi connotati emotivi ed umani non c'è dubbio.
      Per questo, anche per questo avrei preferito un vero trucco che quella creatura fatta palesemente al computer...

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  7. Ma non so che sbaglio! Io praticamente sono nella pagina dove dice commenta come anonimo,word press,tyoepad ecc.E onestamente adesso sono più confusa di prima..E ieri le provavo tutte..Va beh ora vado a finire di vedermi "Cime Tempestose"e poi vado a letto che domani ho sveglia alle 6.00. Ciao a presto! :-)

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  8. Per certi versi m’ha ricordato la Isla minima.
    Visto ieri , l’avevo registrato qualche sera prima da Rai 5.
    Come il film spagnolo anche questo mi sembra abbastanza corale.
    Altri punti simili la chiusura dei luoghi.
    Il quartiere ricco nella zona e il villaggio nella Isla minima.
    Come inespugnabili fortezze.
    I poliziotti che indagano , le tante comparse in entrambi i film.
    E come in entrambi i film anche qua tutto si risolve come un problema di coscienza.
    Nella Zona la coscienza degli adolescenti ( anche se a me sembra solo quella di Alejandro) contro quella di una comunità di adulti.
    Un cuore corrotto ( la comunità) dentro un altro cuore corrotto ( la polizia).
    Mha a me il finale ha lasciato qualcosa di irrisolto.
    Se da una parte c’è la coscienza degli adulti che si confronta con la realtà dei fatti ( il video dove Manuel racconta la verità) e si capisce la sconfitta.
    L’adolescente vede l’eguaglianza dove gli adulti la nascondono per convenienza.
    Dall’altra nel voler dare una sepoltura a Manuel e poi Alejandro che si ferma a mangiare qualcosa nella scena finale del film ci vedo un volersi lavare la coscienza di tutto.
    Quella coscienza pura da adolescente sarà inevitabilmente destinata a corrompersi nell’ età adulta.
    Ciao

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    1. tu non so se lo sapevi ma questa è la mia prima recensione

      giorni fa su Fb consigliavo il film proprio per il suo passaggio televisivo

      non avrei mai paragonato i due film ma io sono il Re dei paragoni azzardati e personali (spesso a cazzo), quindi il tuo va benissimo, tra l'altro l'hai spiegato bene

      sul finale rispetto la tua opinione ma per me non è così. Nel resto che credo che Alejandro in qualche modo sarà cambiato per sempre dall'esperienza e quel finale ci racconta forse l'inizio di un nuovo percorso, di un nuovo Alejandro, un ragazzo con valori diversi

      ma questa è la lettura ottimista e romantica, ci sta anche la tua

      credo che il regista ci abbia più voluto suggerire la mia (nel senso che non avrebbe senso fare un film che ci porta dalla parte di Alejandro e poi sputtanarlo) ma nella realtà dei fatti, fuori dal film, la tua è più probabile

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    2. Addirittura “il bambino con il pigiama a righe”...ci può stare, anche se i dialoghi e i momenti tra i due adolescenti de La zona e il rapporto che si crea tra loro mi sembra meno profondo che nel film di Mark Herman .
      Si sapevo che era la tua prima recensione , no da Fb evidentemente ma forse l’avevo messo tra i film esperienza o quelli poco distribuiti Bho?
      E li dicevi che senza quel film non sarebbe esistito il blog.
      Come potevo perdermi questo capolavoro? Dopo una tale premessa;)
      Poi destino ha voluto che venisse trasmesso in tv da lì a poco.
      Ho letto i commenti ma la Erika che descrive così bene “La madre” film che a te è solo piaciucchiato a me invece è piaciuto un sacco, è la “dolce Erika” di Eden Lake?
      Mi sembra di riconoscere il suo modo di scrivere.
      Ma forse mi sbaglio .
      Mha...può starci bene anche il tuo finale solo che il film del genere non ci vedo tutto questo romanticismo e ottimismo.
      La scena del “ baccaro “ ( ma come si dice in italiano ..?) ,quel berci ( anche se lui mangia invece) sopra mi da quell’idea di lasciarsi alle spalle l’accaduto , però magari hai ragione te...!
      Ciao

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    3. può darsi

      sono passati 9 anni dalla visione de La Zona, 11, mi pare, dal bambino col pigiama ;)

      sì sì, bene o male l'ho messo da qualche parte sto film e mi pare avevo anche fatto un post sulla genesi del blog

      se ha il nickname "Erika" sì, è sempre lei. E' una ragazza molto dolce effettivamente che commentava tantissimo, roba che alcune recensioni sono arrivate da 10 a 120 commenti solo dialogando con lei ;)

      se invece hai visto a me riferirmi a una Erica può essere anche Babol

      no no, il finale è tremendo ma l'ottimismo lo riferisco solo all'anima di Alejandro

      come lo leggi te è abbastanza terribile, in 2 minuti sembra quasi annullare tutto quello che abbiamo visto

      speriamo non sia così

      tra l'altro il regista, uruguayano, l'ho conosciuto qui a Perugia e c'ho fatto anche un bellissimo scambio di vedute al cinema

      abbiamo parlato del suo ultimo film (era venuto per quello) e io feci riferimenti a La Zona

      ad averlo saputo gli chiedevo del finale ;)

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  9. Non ho avuto parole fino alla fine,quando al limite della commozione,guardando quel video "confessione" dove si capisce che il male sta dappertuttto....mi limito ad applaudirlo.
    Un film che fa capire quanto sia inutile un muro tra ricchi e poveri,perchè è l'essere umano stesso,il vero pericolo per il proprio simile.....bravissimo Rodrigo Plà nel dirigere con grande sapeinza d'esordio un film importante,che prende posizioni senza mai denunciare niente di preciso,ma solo facendoci riflettere:chi è il male? A violenza,come si risponde? Quali sono le conseguenze? Tragedia totale.
    E non si risparmia neppure dal metterci una bella e im(possibile) storia di amicizia tra coetanei.
    Da vedere assolutamente

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    1. bel commento :)

      è sicuramente (anche) un film di denuncia e "politico" ma più che un'accusa alla "casta" a me pare un tentativo di denunciare una situazione

      insomma, non è che i ricchi son cattivi e i poveri buoni ma credo ci voglia essere mostrata l'aberrazione di questa divisione, la creazione di questi due microcosmi così vicini e opposti che, di conseguenza, crea questo odio

      i muri significano anche ignoranza, starsene sui propri spazi, non avere il coraggio e la forza del confronto

      ogni muro crea contrasti, per forza, perchè senza confronto e zone grige è solo un nero contro bianco

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  10. https://www.labottegadelbarbieri.org/sembra-un-capibara-ma-e-lotta-di-classe-rivoluzione-carpincha-in-argentina-brando-ricci/

    il film per i capibara :)

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  11. Splendido film anche questo (ne sto vedendo diversi della tua lista delle opere prime, ormai sto agli sgoccioli). Merita particolare menzione per quello che mostra e per tutto quello che siamo disposti a stigmatizzare quando ci troviamo dall’altra parte del muro. Ma cercare di entrare è umano perché si tratta pur sempre di sopravvivere. Film come questo esistono perché siamo quello che siamo. Casomai sfugge che se c’è un muro, non ci sono parti giuste e la condanna è per tutti: questo il film ha il merito di dirlo. Il tema è l’immagine di un’elite di “cittadini al di sopra di ogni sospetto” e della relativa “indagine” poliziesca naturalmente, a fare da bisturi suo malgrado mostrandone la putrescenza dietro il candore della facciata. Gli argomenti ci sono tutti: l’occultamento della verità per il mantenimento di un ordine gradito a un’elite dominante; i giovani plasmati per osmosi ai valori degli adulti, il che si rivela nella frenesia a prendere le armi come un atto di iniziazione al ruolo e al mondo dominante cui appartengono; il muro alzato per dividere il caos della barbarie dalla civiltà perbene, dove però la regola è “occhio per occhio…” a cui segue la brutalità primitiva del linciaggio; la corruzione elevata a ratio garante della “giustizia finale” la cui efficacia a conti fatti vale più di qualsiasi speculazione etica o semplice remora morale. E tutto quanto può ancora dirci un film che suscita stupore soltanto per ricordare in quanti muri ci muoviamo con troppa naturalezza.

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    1. Ahah, la primissima recensione del blog, pensa che all'epoca mi sembravano lunghissime in quel modo, ora sarebbero il cappello di quelle che scrivo ;)

      Anzi, direi che questo commento è molto più esaustivo, argomentato e ben scritto di quella timida recensione

      Perfetto Nicola, non ho veramente niente da aggiungere

      Ti invito a vedere anche un altro film di Plà, Un mostro dalle mille teste. Ho avuto la fortuna di vederlo con lui in sala (gli ho anche detto del blog e de La Zona come primo film), forse emotivamente inferiore ma davvero bello

      Comunque La Zona, per le tematiche che presenta, per quanto è suggestiva la location e per la forza emotiva era un film che poteva tranquillamente essere amato da tutti e diventare un cult

      invece fuori da qualche noleggio di videoteca è andato scomparso

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3 ciao