Non ho mai amato chi parla di presunta superiorità del passato rispetto al presente. Nel cinema questo è un pensiero diffusissimo. Non credo che la creatività, l'intelligenza, la maestria dell'uomo possano esser peggiorate negli anni perchè a peggiorare è la società, le abitudini, i gusti, non il DNA. Quello che però è senz'altro vero è il peggioramento MEDIO delle storie raccontate nel cinema. Tutto ciò è dovuto a molti fattori di cui 2 a mio parere predominanti: l'inevitabile bacino di nuove idee che inevitabilmente si prosciuga sempre di più e le nuove tecniche del cinema moderno, l'avanzare grafico e tecnologico che purtroppo, in un cinema sempre più spettacolo, sono spesso anteposte al soggetto, all'idea, alla vetusta trama.
Antonioni, pur eccellendo nel comparto tecnico, inteso semplicemente come regia e fotografia, dimostra con Blow Up quanto una sceneggiatura semplice ma scritta con i controc... possa far impallidire il 90% di quelle attuali.
Parlare dell'eleganza registica di Antonioni è il classico chettelodicoafa. Mi piace solo soffermarmi sul taglio dell'inquadratura, sull'uso che fa il maestro della scenografia, degli oggetti, per ritagliare l'immagine a suo piacimento. Avevo notato quest'arte nel "In the mood for love" di Kar Wai (solito dividere a metà l'inquadratura con mura o tende), in Antonioni è quasi maniacale. E non parliamo delle scene in camera car, semplicemente perfette (senza computer...)
La fotografia che dire? Blow Up parla di fotografia, intendendo quella statica, probabile omaggio del regista a uno degli aspetti più curati e importanti per lui in cinematografia. Ad un certo punto nel film una foto viene paragonata a un quadro, sublime crasi di tre arti.
Come dicevo prima però sono rimasto affascinato dalla straordinaria sceneggiatura, dal lento incedere della storia, dall'atmosfera a tratti surreale (ma alla luce dei fatti c'è forse un perchè...) dagli incredibili silenzi, lunghi anche 10 minuti, di cui il film si riempe. A questo proposito la scena dell'analisi delle foto è di una forza impressionante e fa invidia a parecchi pseudo thriller di oggi (oltre ad essere IDENTICA alla scena portante di "Uomini che odiano le donne" - una foto di una donna che guarda impaurita da una parte, e un'altra ingrandita- blow up- per cercare di capire cosa sta vedendo).
Il genio però, quel quid che rende forse il film un capolavoro è il meraviglioso finale. Il corpo non c'è più, anche se potrebbe benissimo esser stato portato via, ma con la scena da pelle d'oca dei mimi l'ipotesi più forte diventa un'altra. La fantasia, l'immaginazione sono alcune delle più potenti e importanti cose che sono state regalate all'uomo. Se solo ci crediamo possiamo veder tutto, sognarci qualunque cosa, da un corpo morto disteso nel prato a una pallina da tennis che magicamente ci cade vicino ai piedi.
( voto 9 )
Un film tecnicamente incredibile - come un pò tutti quelli di Antonioni -, ma che non è mai riuscito a conquistarmi il cuore. Sono sempre stato, fra i grandi Maestri del nostro Cinema, molto più sanguigno e felliniano.
RispondiEliminaNeanche a me ha conquistato il cuore. La testa sì però.
RispondiEliminaIl finale lo eleva di 1,2 punti sia per la scena in sè, sia per come dia significato a tutto ciò che viene prima.
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RispondiEliminaè il mio unico Antonioni ;)
Eliminae il voto direi dice tutto
sì, sì, gli altri che citi sono quelli che da anni mi consigliano
ma, come sai, io vado a caso