Piove è senza ombra di dubbio uno dei migliori horror prodotti in questi anni nel nostro paese.
Roma, uno strano fumo proveniente dal sottosuolo rende le persone sempre più rabbiose, l'odio serpeggia.
Colpirà tutti, anche una famiglia devastata da una recente tragedia.
Piove è sì un horror ma ciò che lo eleva è la sua parte drammatica, è il racconto esatto, terribile e doloroso di alcuni inferni famigliari, tra padri e figli adolescenti che un tempo si amarono e ora si odiano, tra vuoti incolmabili, tra ferite dell'anima e del corpo, tra sensi di colpa che si provano e si danno.
E anche un film pieno di interpreti eccezionali, dalla grande colonna sonora, dalla grande fotografia.
Un'opera coraggiosa che ha la forza di andare nel profondo e mostrare realtà al tempo stesso quasi sempre più nascoste ma quasi sempre più diffuse.
Paolo Strippoli aveva co-diretto A Classic Horror Story con De Feo (a proposito, quel film non l'ho mai recensito ma rivedendolo una seconda volta mi è cresciuto molto di più).
De Feo aveva prima diretto, da solo, quel gioiello di The Nest.
Roma, uno strano fumo proveniente dal sottosuolo rende le persone sempre più rabbiose, l'odio serpeggia.
Colpirà tutti, anche una famiglia devastata da una recente tragedia.
Piove è sì un horror ma ciò che lo eleva è la sua parte drammatica, è il racconto esatto, terribile e doloroso di alcuni inferni famigliari, tra padri e figli adolescenti che un tempo si amarono e ora si odiano, tra vuoti incolmabili, tra ferite dell'anima e del corpo, tra sensi di colpa che si provano e si danno.
E anche un film pieno di interpreti eccezionali, dalla grande colonna sonora, dalla grande fotografia.
Un'opera coraggiosa che ha la forza di andare nel profondo e mostrare realtà al tempo stesso quasi sempre più nascoste ma quasi sempre più diffuse.
Paolo Strippoli aveva co-diretto A Classic Horror Story con De Feo (a proposito, quel film non l'ho mai recensito ma rivedendolo una seconda volta mi è cresciuto molto di più).
De Feo aveva prima diretto, da solo, quel gioiello di The Nest.
Vedendo ora questo Piove mi viene da unire i puntini e constatare un'affinità elettiva e una sintonia artistica/umana tra i due registi.
Che, per farla breve, hanno girato i due migliori horror italiani di questi anni.
Due horror che eccellono soprattutto nel loro lato drammatico, nell'essere così "precisi" nel raccontare i rapporti umani, nell'estrema sensibilità che li percorre.
Siamo a Roma, in tempi non precisati ma che possono tranquillamente essere i nostri.
Nel sottosuolo, nelle fogne, c'è una sostanza che, evaporando, rende le persone rabbiose, sempre più rabbiose.
Piove è, prima di tutto, un film coraggioso.
Siamo a Roma, in tempi non precisati ma che possono tranquillamente essere i nostri.
Nel sottosuolo, nelle fogne, c'è una sostanza che, evaporando, rende le persone rabbiose, sempre più rabbiose.
Piove è, prima di tutto, un film coraggioso.
Perchè racconta gli inferni famigliari in maniera secca, diretta, durissima.
Il rapporto tra il padre Thomas ed il figlio Enrico ti uccide, ti fa male, non solo perchè costruito in maniera magistrale, ma perchè ne percepisci la "verità". Vedendo il film il cuore ti si stringe non tanto per quella famiglia (in cui la figura della piccola bimba diventa struggente) ma perchè, o almeno a me è successo questo, ti vengono in mente tutti quei milioni di famiglie reali in cui avvengono quelle dinamiche.
In cui non c'è amore (o meglio, c'è qualcosa di più forte dell'amore che non permette a questo di manifestarsi), in cui vedi un padre ed un figlio odiarsi, in cui ci sono figure che non ci sono più (la madre morta) ed altre che sono invece spettatrici indifese di quel disamore, di quella rabbia. Per esperienza personale essere spettatori di odio e rabbia tra due persone che ami e che pensi si dovrebbero amare ti uccide come e più se in quel vortice d'odio ci fossi dentro te stesso.
E Piove in questo è magnifico, radicale, estremo.
La figura di Enrico (un pazzesco Francesco Gheghi) è quanto di meglio la scrittura cinematografica può regalare nel raccontarci un'adolescente che era felice (quei flash back nel finale sono davvero commoventi), che ha subito un trauma devastante di cui è anche assoluto colpevole e che da lì in poi, vuoi per dolore, vuoi per senso di colpa, vuoi per una sensazione assoluta di vuoto (non a caso cerca l'amore in una 45enne prostituta, figura - l'unica - che può sostituire la madre) e vuoi anche per un "pretesto" per cui la colpa può "trasferirla" al padre (lui doveva prendere la macchina), ecco, l'adolescente che viene fuori da questo inferno è esattamente quel personaggio, personaggio in cui le ferite interiori sono esattamente reificate anche da quelle esteriori, dalle cicatrici rimaste nel volto.
Cicatrici lui, la sorellina in sedia a rotelle, una tragedia che già comunque sarebbe impossibile da dimenticare a maggior ragione non potrà mai essere superata perchè le conseguenze che ha lasciato sono sempre lì, visibili, terribili.
Una famiglia letteralmente devastata, mangiata dentro e sfregiata fuori che ha anche la paradossale "sfortuna" di essere stata prima invece una famiglia bellissima (perchè se la tragedia colpisce uno status quo di felicità lascia ferite e conseguenze - e rabbia - ancora più grandi).
Per me Piove, al di là di tutti gli altri aspetti, sarebbe stato un grande film anche solo per il racconto spietato di questo microcosmo.
E di certo la famiglia di Enrico è il seme perfetto dal quale può nascere il frutto d'odio che Piove racconta.
Per me Piove, al di là di tutti gli altri aspetti, sarebbe stato un grande film anche solo per il racconto spietato di questo microcosmo.
E di certo la famiglia di Enrico è il seme perfetto dal quale può nascere il frutto d'odio che Piove racconta.
Siamo in una società e in un mondo sempre più nervosi, sempre più stressati.
Ed ecco che quel "fumo" che viene dalle fogne non è un agente esterno che ci modifica, che inietta rabbia od odio in un mondo invece colmo d'amore. No, il mondo sta comunque impazzendo, la gente è veramente sempre più cattiva ed esasperata, i rapporti famigliari, specie con adolescenti di mezzo, sono sempre più delicati.
Ed ecco che quel "fumo" che viene dalle fogne non è un agente esterno che ci modifica, che inietta rabbia od odio in un mondo invece colmo d'amore. No, il mondo sta comunque impazzendo, la gente è veramente sempre più cattiva ed esasperata, i rapporti famigliari, specie con adolescenti di mezzo, sono sempre più delicati.
E allora ecco che io quel fumo più che vederlo come causa di tutto quello che accadrà lo vedo invece come conseguenza di quello che già siamo.
Per banalizzare la cosa, lo vedo solo come la classica ciliegina di una torta d'odio che abbiamo già da tempo preparato.
Per banalizzare la cosa, lo vedo solo come la classica ciliegina di una torta d'odio che abbiamo già da tempo preparato.
E' il mondo ad averlo creato, un mondo comunque già vicino al collasso, arrivato al limite, e che ora respirando quella cosa quel limite può "finalmente" superarlo.
Ed ecco che Piove, oltre alla straordinaria esattezza degli inferni casalinghi, diventa per me anche uno dei 3-4 titoli più incisivi nel raccontare questi 3 anni incredibili che abbiamo vissuto nell'era Covid.
Ed ecco che Piove, oltre alla straordinaria esattezza degli inferni casalinghi, diventa per me anche uno dei 3-4 titoli più incisivi nel raccontare questi 3 anni incredibili che abbiamo vissuto nell'era Covid.
Sì, molti film si sono venduti come film "sul Covid" senza avermi dato nulla in quel senso mentre Piove, senza dirlo (e magari senza nemmeno esserlo nelle intenzioni) è invece uno dei film che meglio mi ha raccontato questi due anni e mezzo, questa insofferenza sempre più forte, questo non capirsi, queste convivenze sempre più difficili, questa rabbia e questo odio figlie di una situazione incredibile che non riusciamo a vivere.
Nel film c'è una battuta (nel flash back della madre al compleanno) sui focolai.
Magari non c'entra niente col Covid ma io questo ho riconosciuto nel film, il mondo di questi due anni.
Uscendo un attimo dalle tematiche (ma la forza principale di Piove è senz'altro in quelle e nella metafora che racconta) gli aspetti da analizzare sono tanti.
Inutile dire che non tutto funziona.
Ho trovato molto deboli le 2/3 scene di "gruppo", da gang, abbastanza banalotte.
Ho trovato molto deboli le 2/3 scene di "gruppo", da gang, abbastanza banalotte.
In più il film aggiunge qualche personaggio secondario per creare un contesto più ampio ma che, a mio parere, niente aggiunge al film, anzi, ci dà l'idea di scelte buttate là sulle quali nemmeno si credeva troppo (penso ad esempio al personaggio interpretato da Ondina Quadri).
A proposito, è evidente come Strippoli (o chi per lui) abbia fatto un notevole lavoro di casting e segua il miglior cinema italiano, visto che troviamo dentro qua dei giovani che sono stati indimenticabili protagonisti di alcune gemme recenti del nostro cinema, come Leon de la Vallee del bellissimo La terra dei figli o la stessa Quadri di quell'esordio clamoroso che è Piccolo Corpo.
Ecco, il ragazzo della gang che rivede la piccola Martina nel finale, quello della Quadri, quello della guardia giurata (scena rivedibile...) e forse anche un altro paio... paiono aggiunte assolutamente evitabili.
Però questo film ha un merito, tra i tanti.
A proposito, è evidente come Strippoli (o chi per lui) abbia fatto un notevole lavoro di casting e segua il miglior cinema italiano, visto che troviamo dentro qua dei giovani che sono stati indimenticabili protagonisti di alcune gemme recenti del nostro cinema, come Leon de la Vallee del bellissimo La terra dei figli o la stessa Quadri di quell'esordio clamoroso che è Piccolo Corpo.
Ecco, il ragazzo della gang che rivede la piccola Martina nel finale, quello della Quadri, quello della guardia giurata (scena rivedibile...) e forse anche un altro paio... paiono aggiunte assolutamente evitabili.
Però questo film ha un merito, tra i tanti.
Ovvero quello di diventare sempre più bello, sempre più convincente, sempre più coinvolgente, in un climax inesorabile che combacia perfettamente col climax della diegesi, quello della rabbia e dell'odio sempre più forti.