Se non fosse per uno snodo narrativo che o non ho capito oppure trovo davvero inverosimile questo The
Chaser si proporrebbe senza se e senza ma come uno dei migliori thriller "all'antica" (non) usciti questi ultimi anni.
Non che non lo sia comunque.
Che poi la cosa strana è che più The Chaser ci appare come thriller dall'impostazione classica più al contrario si rivela come un'opera molto sui generis, dalla costruzione assolutamente particolare.
Ci sono due grandi categorie di thriller, quelli "in action" e quelli "a bocce ferme".
Categorie stupidissime redatte da chi scrive ovviamente.
Nei primi inseguono l'assassino, cercano di fermarlo, stanarlo, interrompere la sua scia di sangue.
Nei secondi invece (rarissimi) l'assassino l'hanno già preso, se ne sta lì buono e fermo.
E' molto ma molto più difficile scrivere i secondi rispetto ai primi.
Poi ci sono rarissimi esempi, come il Santo Graal dei thriller, Il Silenzio degli Innocenti, in cui l'action e le bocce ferme si mescolano tra loro. Ma quelli son casi unici e se quello è un capolavoro un motivo ci sarà.
Fa parte della seconda ristretta schiera questo The Chaser, un thriller coreano (ossia, del cinema maestro al mondo) che alterna ritmi serratissimi (anche con molte scene action) ad altri compassati, verbosi, quelli tipici delle indagini.
C'è un serial killer di prostitute. Le ammazza in modo brutale, con uno scalpello in testa e un colpo secco di martello.
Il protettore delle stesse prostitute scomparse riesce prestissimo a risalire al "cliente" e prenderlo.
Entrambi vengono portati in polizia (anche perchè il protettore ha pestato de brutto l'assassino).
Tutto è fermo, loro sono lì, l'assassino confessa pure, incredibile.
Ma ci sono solo 12 ore per trovare delle prove, altrimenti deve essere scarcerato.
Non solo, la corsa contro il tempo è doppia visto che l'ultima vittima, probabilmente, è ancora viva.
Sta qui la fascinazione del film, un thriller con l'assassino già bloccato del quale si sa quasi tutto, addirittura la via nella quale abita (ma non la casa) ma la lotta è comunque contro il tempo.
E i poliziotti non possono impegnarsi al massimo nel caso perchè in contemporanea qualcuno ha gettato della cacca addosso al (credo) sindaco di Seul e molte attenzioni sono quindi là rivolte.
Anche perchè magari l'assassino è un mitomane e nella stessa notte (ah, a proposito, siamo in unità di tempo) la polizia rischierebbe la doppia figuraccia, il non aver saputo proteggere il sindaco e lo sprecare centinaia di uomini per un mitomane.
Il thriller ha un'intelaiatura pazzesca, le indagini si spostano continuamente dalla stazione di polizia a quella maledetta via dove abitava l'assassino. E le stesse indagini cono compiute sia in maniera ufficiale dalla polizia che ufficiosa dal pappone che, nel frattempo, è riuscito a liberarsi.
Era una sceneggiatura all'apparenza semplice ma invece difficilissima da portare avanti, far restare in piedi e rendere credibile. E il film, tranne il presunto errore che citavo all'inizio, ce la fa alla grande.
Tante tante cose dentro, come la burocrazia che per colpa di uno stupido incidente (la cacca) lascia perdere un fatto molto più grave, come la figura del protagonista (il pappone) che da cinico uomo d'affari clandestini si rende sempre più conto della propria mancanza d'umanità (e cerca di recuperarla), la stessa storia, bellissima, della figlia della prostituta ancora morente che non si trova. Film a tratti davvero autoriale (aiutato anche da delle musiche stile Santaolalla) ed altre, secondo me troppe o comunque troppo prolungate, di botte da orbi tra i protagonisti.
La prima parte è cattivissima con quel sozzo bagno che è davvero location superba.
Poi le 12 ore passano e succede l'inimmaginabile, il film, sempre che lo abbia perso, riacquista molto ritmo e si fa cinico in maniera davvero imprevedibile.
E quel martello alzato in stile oldboiano ha dentro tanti significati e tante possibili derive del'Uomo, dalla rabbia alla pietà, dall'umanità alla resa, dal senso di giustizia a quello di stanca rassegnazione.
E poi quel letto finale con quel corpicino ancora ignaro.
Ma con vicino un uomo che soltanto adesso ha le carte e le possibilità per diventare tale.
( voto 7,5)
(con chiunque l'abbia visto o lo vedrà semmai parlo di quel presunto errore)