Estranei è un film meraviglioso, di sicuro una delle migliori cose potrete vedere quest'anno in sala.
Io ho avuto bisogno di due visioni, cosa che, se riuscite, consiglio a tutti.
Un film di solitudini "perfette", di vuoti incolmabili, di vite non vissute, di necessità di essere capiti e perdonati, di amori mai vissuti perchè mai conosciuti, di fantasmi, di scrittura salvifica, di mondi e dimensioni che si intersecano tra di loro.
Auguro a chiunque di voi di essere guardati almeno una volta nella vita come Andrew Scott guarda i suoi genitori, ormai perduti, e il suo amore, amore probabilmente non reale ma talmente indispensabile e bello da diventare, probabilmente, l'unica ragione di vita.
SPOILER GIGANTESCHI SIN DA SUBITO
Un ragazzo alla porta.
Vorrebbe entrare per bere o "qualsiasi altra cosa tu voglia".
La dichiarazione è palese.
L'uomo che abita in quella casa sussulta, vorrebbe con tutto il suo cuore far entrare quel ragazzo, ma non ci riesce.
Dietro ci sono 40 anni interi di "non riuscirci", e non si può cambiare una vita intera in due minuti.
E' una scena "minima", che pare solo un incipit narrativo.
In realtà quella è, ma lo spettatore non può ancora saperlo in quel momento, LA scena.
Perchè il ragazzo alla porta si lascerà morire quella sera stessa.
E perchè l'uomo che su quella porta non ha trovato il coraggio di cambiare dalla mattina seguente si inventerà una nuova vita, una vita senza più blocchi, senza più paure, una vita che finalmente può essere vissuta.
Estranei è un film meraviglioso, probabilmente la cosa più bella che potrete vedere quest'anno.
Estranei è un film meraviglioso, probabilmente la cosa più bella che potrete vedere quest'anno.
Mi sto rendendo conto che più divento grande, più il cinema diventa tecnologico, più la realtà è difficilmente distinguibile dagli effetti speciali o da quella virtuale, più ho bisogno, e più amo, questi film.
Come se mentre il mondo si disumanizza (non da vedere per forza in senso negativo, ma proprio di virtualità che sostituisce la realtà) ci sia l'assoluto bisogno di film con dentro persone e sentimenti come questo, che diventa universale, che diventa un pezzo di ognuno di noi, che è cinema del "vero".
Sì, Estranei sarà per me quello che l'anno scorso è stato Aftersun, film con il quale ha più di un commovente rimando.
Io l'ho dovuto (e voluto) vedere due volte, tanto avevo il bisogno di capire e tanto mi aveva emozionato.
E sì, credo che due visioni siano obbligatorie.
Ma Estranei ha un merito, ovvero quello per cui anche se non ne afferri l'interpretazione, anche se ti lascia dubbi, anche se non lo capisci, niente cambia.
Perchè quello che racconta, le emozioni che dà, i temi che affronta, gli insegnamenti ce lascia, restano gli stessi.
Se sia o no un film di fantasmi, se sia un film sulla scrittura salvifica, se quella scena sia reale o no niente cambia, Estranei resta grandioso lo stesso.
Ora, se avete voglia, vi porto nel mio particolare percorso, fatto di due visioni del film e decine di cose appuntate.
Diversamente da quanto faccio di solito userò molte frasi del film, sia perchè ho amato i dialoghi che ha dentro come poche altre volte sia perchè quasi ogni tematica del film può essere racchiusa in qualche frase che viene detta.
Adam è un uomo solo che vive in un mega palazzo praticamente disabitato.
E' uno scrittore in crisi e un uomo in crisi ancora più grande.
Lo vediamo davanti al pc, pagina bianca (importantissimo).
Poi ci sarà la scena descritta all'inizio, quella del rifiuto a far entrare Harry.
Lo vediamo davanti al pc, pagina bianca (importantissimo).
Poi ci sarà la scena descritta all'inizio, quella del rifiuto a far entrare Harry.
La mattina dopo Adam comincia a scrivere una sceneggiatura, quella pagina bianca comincia finalmente a riempirsi.
Questo è essenzialmente Estranei.
Ovvero la storia di un uomo che si ritrova completamente bloccato (lo è da sempre), incapace di amare (e mai amato prima), un uomo incapace di vivere la propria omosessualità e che allora decide di cominciare a scrivere una nuova vita, una vita finalmente vissuta, che lo possa "curare".
Ovvero la storia di un uomo che si ritrova completamente bloccato (lo è da sempre), incapace di amare (e mai amato prima), un uomo incapace di vivere la propria omosessualità e che allora decide di cominciare a scrivere una nuova vita, una vita finalmente vissuta, che lo possa "curare".
Sono due essenzialmente i bisogni che ha Adam.
Uno è quello di rivelare ai propri genitori di esser gay e l'altra, di conseguenza, quella di poter frequentare Harry.
Uno è quello di rivelare ai propri genitori di esser gay e l'altra, di conseguenza, quella di poter frequentare Harry.
E nasce così un film che sembra un film di fantasmi (e, in qualche modo, lo è) ma che è piuttosto una cosa diversa, ovvero la creazione "letteraria" (ad un certo punto Adam dirà anche ad Harry che "sto scrivendo dei miei genitori") di un mondo "parallelo" in realtà inesistente, quello che ha dentro il dialogo l'affetto con i propri genitori e quello della storia d'amore con Harry.
Ma la realtà è spietata, Adam quelle scene con i genitori non le ha mai vissute e non le sta probabilmente nemmeno vivendo in un mondo "di mezzo" (quello dei vivi e dei morti) e tutti i meravigliosi momenti con Harry stessa cosa, non sono mai avvenuti perchè il ragazzo è morto quella stessa prima sera.
Ora, la differenza tra questa mia lettura e quella dei "fantasmi" è al tempo stesso molto simile (perchè entrambe sono, in qualche modo, immaginazione di Adam) ma sostanzialmente molto diversa.
Ora, la differenza tra questa mia lettura e quella dei "fantasmi" è al tempo stesso molto simile (perchè entrambe sono, in qualche modo, immaginazione di Adam) ma sostanzialmente molto diversa.
Perchè una cosa è scriverle le vicende della tua vita, crearle appositamente per te stesso, come una specie di "terapia" artistica, un'altra viverle in un'altra dimensione, dimensione trascendentale ma pur sempre "reale" (perchè se altra dimensione esiste è comunque una dimensione).
E vorrei tanto che fosse questa seconda la lettura giusta ma tutti gli elementi mi portano alla prima.
Ed Estranei diventa così un film su una solitudine gigantesca, "perfetta", devastante.
Adam probabilmente nemmeno è mai uscito da quella sua stanza nel palazzo.
Ma ha affidato alla scrittura la cura per ogni sua malattia e ferita.
Il messaggio che lancia il film è così struggente.
Ed è quello di un uomo che fu un bambino mai amato e capito sai suoi genitori, genitori morti ai suoi 12 anni.
E rimasto così tutta la vita bloccato in quel dolore, in quel mancato dialogo, in quel mancato capirsi, senza aver avuto il tempo di essere accettato, senza aver avuto il tempo di non sentirsi un estraneo.
E rimasto così tutta la vita bloccato in quel dolore, in quel mancato dialogo, in quel mancato capirsi, senza aver avuto il tempo di essere accettato, senza aver avuto il tempo di non sentirsi un estraneo.
Probabilmente fino alla sera in cui ha conosciuto Harry, Adam ha "accettato" questa sua non vita, restando nel suo guscio di dolore e di non agire, completamente inerme e incapace di reagire.
Ma quella sera è scattato qualcosa, ha sentito che è arrivato il momento di uscire da "quel groviglio che sente nel cuore".
E allora Adam crea/scrive questo mondo alternativo dove, finalmente, può parlare con sua madre e sua padre.
Un mondo dove dichiara all'istante e senza alcuna difficoltà la propria omosessualità ai suoi genitori e dove loro - perchè è appunto Adam che li fa parlare - lo capiscono subito, mostrandogli un affetto infinito, completamente all'opposto di quello che sarebbe successo nella realtà.
E Adam aveva bisogno di questo, aveva bisogno di dichiararsi ai suoi, aveva bisogno di essere accettato, per poter poi vivere l'altra vita alternativa, quella con Harry.
E aveva anche bisogno di sentirsi amato, per poter amare a sua volta.
Non è un caso che il film cominci con lui che, quando Harry suona alla porta, sta ascoltando "The pover of love" e poi finisce con lo stesso pezzo.
Come se tutto quello che abbiamo visto, alla fine, durasse il tempo di una canzone, una canzone sul disperato bisogno di amare ed essere amato.
Il pezzo accompagna quindi tutto l'arco narrativo della nuova vita di Adam, quella che lui avrebbe sempre voluto vivere.
Le due vicende, quella dei genitori e quella di Harry, andranno sempre di pari passo.
Le due vicende, quella dei genitori e quella di Harry, andranno sempre di pari passo.
Più Adam si riavvicina ai suoi genitori più fa passi avanti con Harry.
Il primo bacio, il sesso orale, quello completo, il vivere insieme in casa, il poter uscire insieme davanti a tutti, sono in ordine crescente tutti i desideri che probabilmente Adam ha avuto per tutta la vita e che solo adesso, in questo mondo immaginario in cui i suoi lo hanno finalmente accettato, può vivere.
Era talmente gigantesco il suo blocco che potremmo anche immaginare che Adam non abbia mai avuto alcuna relazione (tanto è impacciato nel baciare, tanto è ancora "impaurito" dall'Aids, come se fosse rimasto ai suoi 12 anni).
Un uomo rimasto fermo a quei 12 anni, al bambino non accettato, bullizzato, non amato, desideroso solo di scappar via.
Un uomo rimasto fermo a quei 12 anni, al bambino non accettato, bullizzato, non amato, desideroso solo di scappar via.
Non è un caso che queste immagini da "bambino" ricorrano più volte nel film, in questa specie di collasso temporale che diventa Estranei, un film che ad un certo punto mischia realtà, immaginazione (la scrittura) e forse davvero una terza dimensione, quella trascendentale dove magicamente i due mondi reali e immaginari si intersecano, perchè Adam alla fine "vive" con tale intensità quella realtà che si è creato da mischiarla davvero con la sua vita reale.
Tanto che ad un certo punto viene detto:
"Ti sembra reale?"
"Sì"
"Ti sembra reale?"
"Sì"
"Allora hai la risposta"
E questo è uno dei tanti dialoghi chiave del film, uno scambio che manda a puttane qualsiasi interpretazione.
Perchè se ad Adam quelle cose sembrano reali, quelle emozioni autentiche, quei perdoni concreti, quel sesso tangibile allora il resto non conta.
Perchè se ad Adam quelle cose sembrano reali, quelle emozioni autentiche, quei perdoni concreti, quel sesso tangibile allora il resto non conta.
Tra le tante scene indimenticabili del film c'è quella del Natale.
Con Adam che, come era venuto fuori in un precedente dialogo, mette la fata in cima all'albero.
Tutto questo mentre la madre gli canta "You are always on my mind" (sarai sempre nei miei pensieri).
Poi quella foto.
Nel momento del flash vediamo la foto autentica del Natale dei suoi 12 anni.
E in quella foto Adam è un bimbo profondamente triste, che anche in quel giorno gioioso, il più bello di tutti per chi è bambino, sembra avere la morte dentro.
In questo mondo alternativo invece è, adulto, in mezzo ai suoi genitori, commosso, sorridente, felice.